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Autore: Ship_COFFE_Bar    08/06/2014    3 recensioni
Stony, Thorki e Clintasha, raccolta di one shot
Dalle storie:
Ma per quel momento, Steve sorrideva, in quel modo che Tony trovava
assolutamente adorabile e irritante, e tutto, tutto sembrava esattamente così come
doveva essere, tutto era perfetto.
...
La prima volta che l'aveva tenuta in braccio, Thor non aveva creduto che potesse essere così leggera.
Aveva paura si spezzasse, poi però, guardando in quegli occhi azzurri simili ai suoi, aveva pensato che fosse la seconda persona più bella dei nove regni.
...
Natasha guardava la piccola Emily, con la sua luce forte e determinata, che imparava a tirare con l'arco, insieme a Clint.
Non le importava più di nulla, nemmeno di star pensando cose sdolcinate o romantiche.
Non importava più nulla, oltre a loro.
...
Famiglia, perché è quello di cui tutti abbiamo bisogno, il luogo in cui tornare, sapendo che lì, saremo sempre al sicuro.
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: OOC, Raccolta | Avvertimenti: Incest, Mpreg
Capitoli:
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                                              Primo: "I've found my family"




Tony si stava annoiando, e la cosa era più che tragica.

Solo, seduto scompostamente sul divano, le bottiglie e gli alcolici requisiti da un 

certo biondo novantenne, senza alcuna possibilità di divertimento, dato che le sue 

armature le aveva mandate a farsi benedire e nessun super cattivo si era fatto 

sentire negli ultimi mesi, in più, fuori pioveva a dirotto, e Tony si chiese se lassù, 

qualche dio di sua conoscenza non stesse combinando casini.

Sospirò, gettando la testa all'indietro -Che noia!- dichiarò, il silenzio della torre gli 

rispose con una leggera eco.

Nemmeno Jarvis poteva aiutarlo, dato che l'aveva spento per ripararne alcuni 

circuiti ormai andati da anni.

Insomma, il genio, filantropo, playboy, multimiliardario non ché supereroe, se ne 

stava tutto solo nella sua torre di metallo e vetro, aspettando il ritorno del già citato 

biondo novantenne.

-Steve, dove diavolo sei finito?- mormorò, incrociando le braccia al petto, mentre 

fuori un altro scroscio di pioggia investiva New York.

Guardò l'orologio sopra il banco (dolorosamente vuoto) degli alcolici, le lancette 

scure indicavano le cinque e mezza.

Steve era uscito alle quattro e diciassette minuti (non sapeva perché avesse 

ricordato così bene quell'orario) dicendo che doveva andare...un momento, non gli 

aveva detto dove stava andando!

Si alzò da divano di scatto, dandosi dello stupido per non essersene accorto prima.

"Torno tra un po', tu non toccare quelle bottiglie, chiaro?" Aveva detto, sorridendo, 

prima di chiudersi la porta alle spalle.

Era stato scorretto. Aveva usato quel suo sorriso da santarellino, quello che faceva 

sempre dopo che avevano fatto sesso, quando Tony gli faceva delle osservazioni 

sarcastiche o diceva qualche volgarità.

Non importava quante cazzate facesse o combinasse, Steve gli sorrideva sempre, 

scuotendo la testa e volgendo gli occhi al cielo.

E Tony quel sorriso lo trovava estremamente irritante e adorabile allo stesso tempo.

-Tra un po'... Ma quando?- chiese, osservando l'orologio con le sopracciglia 

aggrottate.

Sospirò, passandosi una mano sul viso. Forse era solo paranoico, probabilmente 

nulla di tutto quello che credeva era vero.

Sperò che non lo fosse.

Però, pensandoci, molte storie finivano a quel modo, aveva visto uno o due film con 

scene simili.

Una giornata qualunque, lui ad un certo punto le diceva "Tesoro, vado a comprare 

un pacchetto di sigarette" e lei annuiva, continuando a guardare la televisione, 

assorta.

Passavano le ore. Lui non tornava, lei preoccupata scendeva a vedere, e scopriva 

che dal tabaccaio a prender le sigarette, lui non c'era mai andato.

Rabbrividì, mordendosi con forza il labbro inferiore, mentre sentiva qualcosa 

pizzicare agli angoli degli occhi.

No, non poteva essere così.

Andiamo, Steve era pur sempre Steve! Capitan Perfettino, Mr. Patriota, non avrebbe 

mai fatto una cosa del genere.

Non l'avrebbe mai abbandonato a quel modo.

Era impossibile, punto, semplicemente no.

Prese a camminare in cerchio intorno al divano, assorto nei suoi ragionamenti, 

-E se si fosse stancato? Se si fosse stancato...di me?- chiese ancora, e il silenzio 

della Stark Tower fu quanto di meno rassicurante avesse  mai sentito.

Si lasciò cadere sul divano, la testa fra le mani, mentre le lacrime cominciavano ad 

offuscargli la vista.

No, non avrebbe sopportato un altro abbandono, non dopo Pepper.

In quel momento si sentiva molto simile a Loki, era forse lo stesso senso di 

abbandono del dio, quello che gli stava lentamente stringendo il cuore in una morsa 

crudele?

Quando ormai il suo respiro era quasi del tutto spezzato dai singhiozzi, le porte 

dell'ascensore si aprirono con un leggero "ding".

Tony rimase immobile, guardando il pavimento, trattenendo il fiato, fino a quando 

non sentì pronunciare il suo nome.

-Tony? Scusa per il ritardo...Tony?- un sorriso leggero increspò le labbra del moro, 

che alzatosi in piedi, si voltò, con l'intento di abbracciare Steve, scusarsi per quello 

che aveva pensato e dirgli che lo amava, che lo amava più di ogni altra cosa al 

mondo.

Ma qualcosa lo bloccò.

Steve lo guardava, preoccupato, mentre tra le braccia coperte dal pesante 

cappotto, teneva stretto un bambino.

Un bambino.

Tony si passò una mano sugli occhi e sulle guance eliminando le lacrime, 

sentendosi scrutato dagli occhi marroni del bambino.

Occhi profondi, liquidi, che avevano visto troppo dolore per la loro giovane età.

Stark non capì mai perché, ma amò da subito quel piccolo angioletto, così 

adorabilmente chiuso nel suo silenzio, le labbra piegate all'ingiù, i capelli castano 

chiaro spettinati.

Tuttavia, rimase del tutto stupito, quando il Capitano poggiò il bambino a terra, 

sorridendogli leggermente, prendendolo per mano e dicendogli, con quel suo modo 

di sorridere:

-Si chiama Peter- Tony si avvicinò, inginocchiandosi accanto a Peter, che si 

nascose dietro ad una gamba di Steve.

Avevano parlato del fatto di adottare un figlio, ma non avevano mai stabilito che 

l'avrebbero effettivamente fatto, non così presto.

Il moro allungò una mano, poggiandola sulla testa del bambino, spettinandogli i 

capelli.

Con una risata cristallina Peter si staccò da Steve, afferrandogli la mano e cercando 

di cacciarlo via, mentre le labbra si incurvavano a formare un piccolo sorriso.

Tony non si accorse  nemmeno di aver incominciato a ridere, e ridere, e ridere, fino 

a che non si trovò a rincorrere Peter, che scappava anche lui fra le risate, tenendosi 

il pancino.

Alla fine lo raggiunse, prendendolo imbraccio e lo guardandolo negli occhi.

-Ehy- disse -Ehy- rispose Peter, sgambettando, 

-Io mi chiamo Tony- lo informò, facendolo saltellare in aria, mentre un'altra risata 

sfuggiva al bambino.

-Io mi chiamo Peter...- lo salutò  il piccolo, afferrandogli le guance con le manine 

paffute.

-Tu sei il mio nuovo papà?- chiese, pieno di ingenua gioia infantile.

Il moro sorrise, assottigliando le palpebre, stringendo fra le braccia quel piccolo 

angioletto.

-Sì- mormorò, mentre da sopra alla spalla di Peter guardò Steve, che se n'era 

rimasto vicino all'ascensore tutto il tempo, guardandoli giocare.

Di sicuro ne avrebbero parlato, perché si trattava pur sempre di un bambino, e Tony 

non sapeva se era poi così pronto alle responsabilità che comporta il diventare 

padre.

Ma per quel momento, Steve sorrideva, in quel modo che Tony trovava 

assolutamente adorabile e irritante, e tutto, tutto sembrava esattamente così come 

doveva essere, tutto era perfetto.

Più tardi, messo a letto il piccolo Peter, e aver fatto una lunga chiacchierata con il 

biondo, Tony, riflettendoci, capì che quel giorno non aveva avuto solo la conferma 

che Steve sarebbe stato per sempre al suo fianco, ma aveva trovato qualcosa di 

molto più importante.

Aveva trovato la sua famiglia.







...Angolo dell'assassina /autrice...
Ok, sto sul serio iniziando troppo cose, ma tranquilli, questa serie di 
one shot non sarà lunga, tre capitoli, più o meno, quindi non vi tormenterò a lungo.
Detto ciò, se siete arrivati fin qui, vi meritate come sempre i biscotti, ma dato che
oggi avevo una fame da lupi, me li sono mangiati tutti io, quindi, niente premio.
Spero che vi sia piaciuta e seguirete questa piccola serie, fatemi sapere cosa ne pensate nelle recensioni!
Un saluto

Im a Murder girl
P.S: lo so, Tony è terribilmente OOC, mi spiace
  
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