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Autore: reby    09/08/2008    4 recensioni
Improvvisamente, tutto il tempo che erano stati lontani sembrò piombare tra di loro come invisibili macigni, inducendolo quasi a credere di trovarsi un estraneo davanti agli occhi.
La colpa in verità non era affatto sua, e Yamato lo sapeva bene. La spirale che gli aveva portati a separarli era stata iniziata da lui.
Lo sapevano tutti.
Ma due mattine prima, quando Tai l’aveva cercato in ufficio aveva capito quanto fosse migliore di lui.[...]
Il destino aveva voluto farli rincontrare in quelle circostanze orribili, ponendogli di fronte la più grande e triste verità.
La realtà non aspetta mai.
Genere: Drammatico, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Mimi Tachikawa, Sora Takenouchi, Taichi Yagami/Tai Kamiya, Yamato Ishida/Matt | Coppie: Mimi/Matt, Sora/Tai, TK/Kari
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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La caffetteria all’angolo del parco di Odaiba era affollata più del solito quella sera di fine Novembre.

La pioggia infuriava fitta fuori dalle ampie vetrate appannate del locale, sommerso dal vociare pressante della gente seduta ai tavoli in legno massiccio o al bancone.

La porta in stile texano, proprio come il resto della caffetteria si aprì facendo entrare una folata di vento gelido e qualche goccia, bagnando il tappeto ormai fradicio dell’ingresso.

Un ragazzo avvolto da un lungo impermeabile beige di ottima fattura ma del tutto zuppo d’acqua fece il suo ingresso guardandosi intorno.

Una volta individuato ciò che cercava o meglio, chi, sospirò largamente passandosi una mano tra i capelli biondo cenere bagnati.

Appese l’impermeabile all’attaccapanni colmo e con sguardo basso si avviò verso il tavolo più isolato ed in ombra del locale, occupato già da un altro ragazzo.

Si sedette in silenzio, osservando l’altro occupante rigirare la sua tazza di cioccolata bollente tra le mani.

-Non sono felice di vederti. Ogni volta porti solo cattive notizie.- esordì il ragazzo appena arrivato, con un triste sorriso sulle labbra.

Dal canto suo, l’altro si limitò ad un’alzata di spalle. Indossava un cappello in lana nero che gli copriva la fronte fin sopra gli occhi e un maglione a tinta unita dello stesso colore.

Passarono parecchi minuti, durante i quali nessuno dei due osava proferir parola quasi come sotto un tacito accordo.

Il ragazzo con i capelli biondi si accomodò meglio sulla poltrona in tessuto scuro, osservando la moltitudine di persone.

Il locale fremeva di vita quella sera. I baristi non si fermavano un attimo, preparando bevande calde di continuo e versandole nei bicchieri dei clienti chiacchiericci.

Con lo sguardo ceruleo vagò alla ricerca del proprietario, che individuò facilmente per via della possente stazza. Stava servendo anche lui quella sera, con espressione soddisfatta pensando al promiscuo guadagno che avrebbe fruttato quella serata. Lo vide che posava due calici di birra di malto e con una mano lo salutò cordiale mentre quello si avvicinava sorridente.

-Matt! Era da un po’ che non ti vedevo da queste parti!- lo salutò con una pacca sulle spalle.- Come vanno le cose su a Pechino?-

Matt sorrise incoraggiante.- Non mi lamento. Per fortuna sembra andare tutto bene.-

-Te lo sei meritato ragazzo mio. – rispose con aria più seria, stringendo la presa sulla sua spalla.- Ne è passato di tempo dall’ultima volta che vi ho visti seduti insieme, a voi due!- esclamò poi, guardando anche l’altro ragazzo che non fece una piega nemmeno alla venuta del proprietario. L’uomo scosse la testa triste osservandolo, e passò lo sguardo nuovamente su Matt che guardava nella sua stessa direzione.- Il solito?-

-Grazie Yuri.- annuì con un sorriso di circostanza.

Continuò a guardarsi intorno nella speranza di riconoscere qualche volto, tuttavia non si stupì del contrario. Era da troppo tempo che mancava.

Gettato sul tavolo libero accanto a loro c’era una copia del quotidiano di Tokyo di quella mattina. Sgualcito e malandato per le troppe mani che l’avevo toccato precedentemente. Stava per allungarsi ad afferrarlo quando la voce dell’altro ragazzo lo fece bloccare.

-Quando sei tornato?-

Matt si stupì di quella domanda e si riaccomodò meglio.- Abbastanza in tempo da sapere del tuo nuovo successo.- Si fermò, aspettando che la cameriera che lo aveva servito del suo caffè extra si allontanasse.- Sei riuscito ad ottenere quello che volevi, fama e popolarità Taichi. Complimenti.-

Il castano ignorò il tono beffardo di quello che un tempo era stato il suo migliore amico, portandosi alla bocca la cioccolata che aveva fatto freddare.

-Hai visto il telegiornale di oggi?- gli domandò, non alzando lo sguardo dalla sua tazza.

Matt aggrottò le sopracciglia bionde.- No. Perché me lo chiedi?-

A quel punto Taichi ridacchiò, una risata triste e persa. Lasciò la sua bevanda e estrasse dal suo piccolo zaino Nike una copia identica del giornale che prima aveva tentato di recuperare Matt.

Lo gettò sul tavolo.- Ecco perché.-

In prima pagina, stampato a caratteri cubitali c’era un unico titolo:

 

“Incidente stradale: coinvolta la sorella ventisettenne del famoso detective della polizia di Tokyo, Taichi Yagami e il suo fidanzato, Takeru Ishida. Entrambi ricoverati in prognosi riservata al Tokyo Central Hospital.

 

Gli occhi di Yamato parvero perdere tutta la loro brillantezza. Meccanicamente, lo sguardo cadde sulle due foto poste proprio sotto di essa lo fecero quasi gridare.

Restò immobile a guardare le facce sorridenti di Kari e suo fratello in bianco e nero.

Non poteva crederci.

Non…poteva…

-Da quanto non vedevi tuo fratello?-

Matt alzò la testa, incredulo.-Un…un anno credo.-

Taichi rise nuovamente, con la stessa espressione di pochi minuti prima.- Kari mi aveva chiesto di accompagnarla quella sera. Ed io…- accentuò la presa sul tazzone ormai freddo, e le nocche divennero subito bianche.- Io ero troppo occupato a pensare a quel fottuto caso per farlo.-

-Li hai visti?- domandò Yamato, ignorando quasi quello che Tai aveva rivelato.- Sei andato in ospedale?-

-Si.- Il castano abbassò il capo, nascondendo gli occhi dietro al cappello.- Matt…-

-Come sta Tk?-

-Matt, calmati…- ripetè Tai ma l’altro si agitò ancora di più.

-Dimmi come cazzo sta mio fratello!- sbraitò all’improvviso facendo per un attimo zittire l’intero locale. Si voltarono tutti nella loro direzione, ma dopo un richiamo di Yuri, il proprietario, tutti ritornarono alle loro chiacchere. Che senza farlo apposta, riguardavano proprio quell’accaduto.

Tai era diventato molto famoso in città, e tutto il quartiere di Odaiba ne vantava i natali.

Era entrato nella polizia alcuni anni prima, troppo scosso dall’avvenimento che aveva diviso le strade del vecchio gruppo.

-E’ uscito dal coma stamattina. E’ stabile.- mormorò alzando per la prima volta il capo verso l’unico vero amico che avesse mai avuto, e dopo quasi cinque anni i loro sguardi si incrociarono di nuovo.

Matt era stato molto sorpreso quando la sua segretaria lo aveva informato di chi l’aveva cercato, solo due mattine fa.

Quando aveva sentito il nome di Taichi e il messaggio che gli aveva lasciato, subito aveva capito che era successo qualcosa.

Prendi il primo aereo disponibile per Tokyo.

E così aveva fatto. Si era precipitato subito lì, nella città che l’aveva visto nascere, crescere e…scappar via.

-Sta bene?- chiese dopo alcuni minuti, continuando a guardare gli occhi profondi di Taichi.- Non mentirmi.-

-Sta bene, anche se i medici non hanno ancora sciolto la prognosi. Ma è solo la prassi, Tk è salvo.- rispose tutto ad un fiato, e Matt sembrò tranquillizzarsi. -Tua sorella sta bene, vero?-

Quando vide che Tai abbassò nuovamente il capo sul tavolo, fu di nuovo tentato di urlare.- Kari…sta bene non è vero?- ripetè, sperando di sentire un si fuoriuscire dalle labbra del castano.

Che non arrivò.

-E’ in coma.-

Il sangue gli si gelò nelle vene all’improvviso. Sentì lo stomaco vuotarsi completamente, e le voci del locale si annullarono. Cosa stava succedendo li?      In coma…

-E’ in coma capisci?- riecheggiò Tai, gettando le mani sul suo viso quasi a volersi schiaffeggiare da solo.- Ed è solo colpa mia…-

-Tai…- mormorò il biondo e per un attimo sembrò quasi che l’altro si fermasse. La prima volta dopo anni che lo chiamava per nome. Ma improvvisamente si accorse che non sapeva cosa dirgli.

Improvvisamente tutto il tempo che erano stati lontani sembrò piombare tra di loro come invisibili macigni, inducendolo quasi a credere di trovarsi un estraneo davanti agli occhi.

La colpa in verità non era affatto sua, e Matt lo sapeva bene. La spirale che gli aveva portati a separarli era stata iniziata da lui.

Lo sapevano tutti, e bene.

Ma due mattine prima, quando Tai l’aveva cercato in ufficio aveva capito quanto fosse migliore di lui. Lui, che aveva rovinato la vita del suo migliore amico spezzando il rapporto con la persona che amava…

Anzi, che entrambi avevano da sempre amato.

Il destino aveva voluto fargli rincontrare in quelle circostanze orribili, ponendogli di fronte la più grande e triste verità.

La realtà non aspetta mai.

Restarono nuovamente in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri che portavano alla situazione creatasi.

-Vuoi andare al Central Hospital?- domandò Tai improvvisamente, sorprendendo Matt per l’ennesima volta nel giro di pochi giorni.

Lui esitò un attimo.- Te la senti?-

Il detective lo ignorò, segno di evidente convinzione nella sua domanda.

-Certo che voglio andare.-

-Bene.-

Senza altre parole pagarono il conto, offerto da Matt, e uscirono dal locale.

Non appena fuori l’aria gelida li investì in pieno. Tai alzò lo sguardo castano sul cielo ancora plumbeo ma che aveva smesso di versare pioggia.

-Andiamo con la mia macchina.- annunciò poi, facendo segno a Matt di seguirlo sul retro del locale. Ad attenderli c’era, con grande sorpresa del biondo, una Porsche Carrera. E nonostante la tragedia in atto, Matt quasi sorrise appurando che uno dei sogni del suo amico si era realizzato.

Si, decisamente mancava da troppo tempo.

 

 

 

 

 

La chiamavano “sadica Reby”!

Ragazze mie, da quanto tempo!Volete linciarmi non è vero?! Calme, calme! Ammetto che anche questa volta il tema non è dei migliori, ma vi prometto che farò di tutto per non far piangere nessuno questa volta! ;D

Primo capitolo. Si capisce poco e niente e vi dirò che il mio obiettivo era proprio questo!

Come potete vedere dalla categoria è anche “romantica”. Anzi, principalmente nei prossimi capitoli sarà essenzialmente quella l’unica! A meno che l’idea centrale non scoppi ehm…

Forse –e dico forse!- più in la nella storia inserirò anche qualche capitolo che tratterà di fatti precedenti a questo(si proprio come Drop of memory…e se non l’avete letta correte!xD)

Vi dico da subito però che non sarà lunga come quella, cercherò di far entrare tutto in massimo 9-10 capitoli…(seeee!)

Aspetto di sentirvi, spero accoglierete questo ultimo mio parto di follia con lo stesso entusiasmo con cui mi avete lasciata!

Un saluto,

Sabry

 

   
 
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