Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: SimuC    09/08/2008    2 recensioni
Una triste verità, una dura realtà da accettare e ricordi confusi...ma una memoria perfetta...o quasi...mi lasciate un commentino?:)
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il Risveglio


Una grande distesa verde si affacciava ai suoi occhi, scuri dall’interno, ma che anche da chiusi riuscivano a vedere un tale paradiso…
Sicuramente si trovava al centro del bel prato, non collocato in un posto preciso, solo nella sua mente, seduta lì con un abito mai visto, sul rosa chiaro, seduta a gambe incrociate intenta a fissare un tulipano giallo, l’unico in tutto il prato, l’unico fiore…Tentò di coglierlo, ma inutilmente, la sua mano lo sfiorava senza riuscire realmente ad afferrarlo, sembrava passargli in mezzo, senza tangerlo minimamente, e poi quel dolce vento le accarezzava i capelli senza scomporli, ma quale sogno o realtà le si parava davanti?
E poi una luce sommessa in quel prato già illuminato dal sole, una luce diversa, tenue, eppure distinguibile, leggermente tangibile, ed una voce, una voce lontana, lievemente percettibile, voce inudibile, unica nel grande silenzio eppure eco dello stesso.
Non capiva ciò che diceva, aveva un suono familiare, attenti, non la voce che parlava, ma il suono della parola, nonostante essa non capisse il suo significato.
Poi ad un tratto la voce è più vicina, sempre più, le sembra accanto, ma accanto a lei non vi è nulla tranne quel tulipano.
Chiude gli occhi stringendoli, e quando li riapre non c’è più il verde prato, non c’è più il tulipano, né la voce, solo sfocato…una vista sfocata che comincia a mettere a fuoco immagini non più viste da circa due anni e un suono familiare, ma non subito riconosciuto le giunge alle orecchie, forse il suono della pioggia.
Così si risveglia. Non un fiato nella sua testa, niente le dice dove si trova. Apre silenziosamente gli occhi guardando un soffitto. Bianco. Come la sua mente.
Qualche macchia beige disturba l’armonia di quel puro intonaco.
Ma la sua attenzione non è più lì. È attratta da quel rumore che come istintivamente la porta sulla finestra chiusa ma abbastanza grande. Bagnata.
Da goccioline di pioggia. La pioggia. Quanto tempo era che non ne udiva il suono o sentiva l’odore? Quell’odore si sparge per la stanza. Il tempo è buio e il cielo è illuminato solo da qualche lampo e tuono.
Lei guarda la stanza ora. È familiare. è sua. Si è sua. Dal bianco intonaco, al letto a baldacchino, alla grande libreria ricolma di volumi impolverati,a quell’armadio con la chiave penzoloni.
Lei si alza a sedere ma con grande sforzo. Non riesce a tirarsi su e si appoggia alla spalliera del letto. Il suo corpo è flebile e stanco. Come se non si muovesse da tempo, fiacco, incapace di ricordare come muovere muscoli e articolazioni. Poi ricordi veloci attraversano la sua mente. Pochi ma buoni.
Un campo. Un campo freddo. Buio, luci sommesse, bacchette. Miriadi di bacchette, da cui escono luci di ogni tipo. rosse, gialle, arancioni, bianche. Persone, tante persone, ragazzi, donne. Lei. Lei, diciottenne.
Sconvolta e stanca, disarmata. La guerra. La ricorda bene. Contro il signore oscuro. Ma lui non è presente nell’immagine. Su uno sfondo di urla, grida , incantesimi, c’è lei. Ma non è sola, ha di fronte un uomo incappucciato, difficile da identificare, ma Mangiamorte. Di certo. Una bacchetta in mano, la sua faccia terrorizzata e qualche tentativo di trovare la sua bacchetta. Niente da fare, non c’è.
Una luce scaturisce dalla bacchetta del mangiamorte. Verde. Una luce verde. Un avada kedavra.
è incapace di muoversi, chiude gli occhi in quel minuscolo istante di consapevolezza dell’imminente morte, ma non ottiene ciò che aspettava. Cade per terra, si. Ma priva di sensi, non morta. Qualcuno si è intromesso tra lei e quella bacchetta. Qualcuno coi capelli rossi pronto a sacrificarsi per lei. Lo riconosce nel ricordo. Ronald Weasley.
Si rià con una lacrima sul viso ancora in quel letto.
Si chiede se sono ricordi o sogni, INCUBI.
lo sguardo ancora vaquo e perso nel vuoto della mente, quando qualcuno apre la porta della camera con un vassoio e della boccette sopra. Lei guarda la figura che è appena entrata. Sua madre.
La donna, la fissa sconvolta e immobile. Un secondo di sguardi incrociati fa cadere di mano alla donna il vassoio e a Lei tutte le certezze.
Senza un fiato la donna si avvicina alla figlia e la stringe in un abbraccio caloroso. Lei ricambia senza capirne il vero motivo.
-…..Tu….sei sveglia…-la donna ha gli occhi lucidi.
Lei annuisce lentamente ancora sconvolta.
-..come ti senti?..-
-Bene… -
-Ricordi qualcosa cara?- chiede la donna speranzosa- Come ti chiami ad esempio?-
-Hermione Jane Granger-
Dirlo per lei era stato come ammetterlo e riconoscerlo a se stessa.
Se ricordava qualcosa? Lei ricordava eccome, solo aveva bisogno di tempo per realizzare e comprenderne le conseguenze.
-Cosa è successo?-chiese alla madre che si era accostata al letto con una sedia e le teneva la mano destra.
La donna fece un lungo sospiro prima di cominciare a parlare.
-Vedi Hermione, due anni fa c’è stata la guerra contro il signore Oscuro, e tu vi hai naturalmente partecipato, al fianco di Harry e Ron-
La pronuncia dei due nomi aveva risvegliato un certo sentimento…paura?
-Ora…di quella notte ricordo solo che la preside McGranitt mi portò da te al San Mungo, mi disse che eri stata colpita lievemente da un’anatema mortale, ma che non eri morta, né eri in coma. Eri SOLA. Sola in un mondo distante dal nostro. E che probabilmente non saresti più riuscita ad uscirne-terminò questa frase con le lacrime che ormai scorgavano silenziosamente.
Hermione ricordò il bel prato verde e il tulipano, si trattava forse di ciò di cui la madre stava parlando?
-Quanto tempo è passato?-chiese allora
-Due anni-disse la donna mantenendo il contatto con la realtà.
La ragazza rimase a bocca aperta,mentre una serie di ricordi le riaffioravano alla mente come pugnali.
flashback
-Non voglio che tu venga!- esclamò il bambino sopravissuto, mentre lampi di luce apparivano in lontananza.
-Tu non capisci! Non posso morire di paura per voi!Devo venire anche io!!- Hermione urlò piangendo.
-Hermione abbiamo perso Ginny, non possiamo perdere anche te lo capisci?-Harry Potter lasciò scorrere una lacrima amara sul suo viso al ricordo della dolce rossa.
-Harry ha ragione, Hermione, la preoccupazione per te ci metterà in pericolo,non devi venire con noi, ce la caveremo- Ronald era sbucato dall’altra mura ormai distrutta di Hogwarts e ora la guardava impassibile e scuro in volto.
-E va bene vi aspetterò qui…siate prudenti- una falsa rassegnazione negli occhi della riccia, che sia lei che Harry compresero come bugia.

FINE FLASHBACK
-Ron?- chiese Hermione in un sussurro quasi sperando che la madre non avesse sentito.
-è grazie a lui che sei qui…lui ha preso l’anatema per intero al posto tuo…ti ha salvato la vita in cambio della sua- disse la donna triste.
Hermione non si scompose. Semplicemente si distese nel letto e si rigirò su un fianco dando le spalle alla madre, prima di chiederle:
-Harry?-
-Ha sconfitto il signore oscuro tesoro…ma non ce l’ha fatta…-
Moltissimi aghi in quel momento parvero conficcarlesi nel cuore.
Hermione non chiese altro. Era troppo. Troppo doloroso.
Avrebbe voluto aver maggiori chiarimenti, ma per quelli ci sarebbe stato tempo. Avrebbe voluto ricordare meglio i suoi migliori amici, Ginny e la sua morte, il resto di Hogwarts, ma ora non importava. I sensi di colpa le stavano pesando sull’anima, se lei non avesse disubbidito ai suoi amici, probabilmente ora sarebbero stati vivi.
Senza accorgersene era calata in un silenzioso sonno, ed aveva passato una notte tormentata da incubi che non ricordava,ringraziando il cielo un raggio di sole la risvegliò:era arrivato il mattino a casa Granger.
Hermione si mise a sedere stropicciandosi gli occhi e sentendo il dolce cinguettio mattutino degli uccelli londinesi, quando fu sveglia completamente, tirò via il lenzuolo e cercò di scendere dal letto. Fortissimi crampi glielo impedirono.
Le sue gambe non toccavano terra da due anni, e perciò non ricordavano come si cammnasse. Incurante del dolore che si stava procurando, cadde dal letto rovinosamente sul freddo pavimento. Subito in camera entrò sua madre che la risollevò e la pose su una sedia rotelle, rassicurandola che fosse solo momentanea, finchè non avesse riavuto il completo utilizzo delle gambe. Dopodiché la donna uscì per prepararle la colazione mentre lei si conduceva con la sedia sino allo specchio di fronte.
Ciò che vide la spaventò. Non era più una ragazzina. No. Era una donna. Vera e propria. Aveva un fisico più slanciato e vissuto, il viso era cambiato, era più grande e i capelli erano diventati setosi boccoli castani domati.
Sorpresa ancora, poi si condusse sino in cucina, e qui mangiò il pane e marmellata che la madre le aveva fatto prima di prepararsi per andare al lavoro. Non mangiava cibi solidi da due anni…le sembrò celestiale addentare qualcosa.
Quando la madre uscì di casa, Hermione tornò in camera decisa a camminare di nuovo.
Reggendosi al mobiletto vicino il letto si sollevò, ma poco dopo le gambe tremanti cedettero lasciandola ricadere sulla sedia. Ma lei non si diede per vinta.
Si rialzò e rimase immobile, dopodiché tentò di muovere il primo passo con fatica.
Circa due ore dopo camminava abbastanza bene. Si era riabituata. Decise di farsi una doccia. Si lavò e vestì semplicemente, anche se non trovò molto poiché in due anni la sua taglia era cambiata. Indossò un paio di jeans e una maglia rossa, con un paio di scarpe da tennis essendo in settembre le sembrò l’abbigliamento più adatto.
Raccolse i dolci boccoli in una coda alta. In camera cercò vanamente la sua bacchetta, ma ricordò di non averla più vista se non prima della battaglia e che quindi era improbabile che la ritrovasse. Si preparò ad uscire di casa, non sapeva come avrebbe fatto a raggiungerla, ma la sua meta era chiara. Sapeva dove dirigersi. La sua destinazione quella mattina sarebbe stata senz’altro HOGWARTS.
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: SimuC