Camminava
a passo di marcia.
Era
fin troppo irata.
Da
quanto Harry le aveva regalato quel delizioso paio di
corna?
Da
quanto andava avanti quella storia?
Come
si era avvicinato in quel modo alla Parkinson?
Come
aveva fatto a reggere due relazioni sessuali?
Ma
soprattutto: come poteva essere stata così cieca?
Fiducia.
Lei
si fidava di Harry Potter.
Lo
conosceva da quando aveva 11 anni e puntando lo sguardo verso il ragazzo biondo
che come lei era stato tradito, si disse che forse i suoi canoni di giudizio non
avevano mai funzionato realmente.
Draco
Malfoy era stato cornificato.
E
la sua futura moglie aveva ben deciso di cornificarlo non con un ragazzo normale
pescato per strada, ma con Harry Potter, il suo nemico.
L’uomo
più imbecille sulla faccia della terra, a detta del
biondino.
***
“Iniziamo
subito con qualcosa di forte?”, chiese Hermione un po’
esaltata.
“Non
credi che sia meglio, meglio per te intendo, iniziare con qualcosa di leggero?
Magari una Burrobirra…”
A
quelle parole, Hermione scoppiò in una grassa risata.
Draco
ovviamente non capì cosa si fosse innescato in lei.
“Malfoy,
ho appena visto il mio ragazzo in atteggiamenti inequivocabili con un’altra
donna… devo dimenticare quello schifoso aggroviglio di gambe e mani e di sicuro
una Burrobirra non sortirà l’effetto desiderato.”
Era
stata piuttosto convincente.
Draco
Malfoy rise di gusto e avvicinatosi al bancone ordinò qualcosa di
forte.
Troppo forte.
“Ecco!
E’ così che mi piaci, Malfoy!”
Draco
le avvicinò il cocktail che Hermione afferrò e portò subito alla bocca,
scolandosene metà.
“Granger.
Guarda che non voglio portarti a casa in braccio…”
“Sta
tranquillo! Non succederà!”
Quelle
parole non erano state convincenti… nemmeno per la stessa Hermione che le aveva
appena proferite.
***
Nel
medesimo istante Harry Potter stava sbattendosi la testa al
muro.
Era
rincasato e aveva subito notato l’accappatoio di Hermione abbandonato sul
pavimento del bagno.
I
suo cosmetici, i suoi abiti, le sue pantofole, il suo profumo… tutto in quella
casa sapeva di Hermione.
Era
stato un coglione.
Non
c’era altra parola per definirlo.
Se
mai il suo nome fosse finito sull’enciclopedia, accanto ci si sarebbe trovato:
COGLIONE.
Com’era
potuto accadere?
Aveva
tradito Hermione, la sua amica da sempre, con Pansy
Parkinson.
Ma
il sesso con Pansy era sublime.
Lei
ispirava solo sesso.
“Harry!”
Si
voltò, nella speranza fosse Hermione che l’aveva perdonato, perché lui ormai
sperava solo in un perdono.
Un
perdono che, ovviamente, era solo
pura utopia.
“Oh…
sei tu!”
“Credevi
fossi Hermione?”
“Lo
speravo…”, disse amaramente toccandosi nervosamente i
capelli.
***
“Un
altro giro di Firewisky!”,ordinò Hermione con le guance arrossate e visibilmente
andata.
Draco
poggiò la testa sul tavolo, anche lui stava per varcare il
limite.
“Sai
Malfoy… sto iniziando a credere che se Harry mi ha tradita era solo perché non
lo soddisfacevo a letto…”
“Sei
forse frigida, Granger?”, domandò lui alzando la testa ormai esageratamente
pesante.
Lei
schioccò la lingua.
“Non
credo… ma sai, lui non ha molta fantasia… e così quando mi trovavo in certe
situazioni non è che mi scaldassi…”
Parlava
a ruota libera, e Draco sapeva che se non avesse avuto tutto quel alcol nelle
vene non si sarebbe mai azzardata a parlarne.
Dopotutto
era Hermione Granger…
“Pansy
a letto è una specie di animale scatenato. Fa di tutto anche se tu non le chiedi
nulla.”
Hermione
rise.
“Com’è
che siamo qui Malfoy?”
Draco
chiese spiegazioni con lo sguardo.
“Beh
sì… tu dovresti essere a festeggiare il tuo addio al celibato, non dovremmo
essere qua a bere come spugne e a parlare delle nostre esperienze sessuali… io…
non so, la situazione è strana, credi?”
“Sembra
strana, ma non lo è poi così tanto!”
“Cosa
intendi dire?”
“Siamo
stati traditi.”
***
“Harry,
ragiona… tu non la amavi!”
“E
tu che ne sai?”
Lei
ghignò.
“Se
l’avessi amata, davvero, non saresti mai venuto a letto con
me!”
Aveva
forse ragione?
No,
lui amava Hermione, per lui era la cosa più importante.
“NO,
SMETTILA!IO AMO HERMIONE!”
Lo
urlava con disperazione, perché alla fine non gli era rimasto nulla se non
urlare il suo dolore.
“No,
non la ami. Hai smesso di amarla quando abbiamo scopato la prima
volta.”
Era
così, dannatamente, vero.
***
Hermione
era totalmente andata.
“Ho
voglia di ucciderlo.”
“Granger,
hai un posto dove dormire?”
Lei
continuava a girare su se stessa con una sigaretta tra le
dita.
“No…
posso dormire con te?”, chiese, “Io dividevo l’appartamento con Harry e non me
la sento di vederlo… lo ucciderei… alla fine scagliare un’Avada Kedavra non deve
essere così difficile…”
Lui
sorrise amaramente.
“Ti
assicuro che lo è!”
“Io…
posso dormire da te? So che sono una Mezzosangue e che tu denigri quelli come
me, ma…”
La
guardò, prima di aspirare una boccata di fumo dalla sua
sigaretta.
“Siamo
stati traditi entrambi, Granger. So come ti senti e non m’importa del tuo
sangue. Quella puttana di Pansy è una Purosangue e mi fa
schifo!”
Lei
rise di gusto a quelle parole.
“Interessante!
Allora per i Mezzosangue c’è ancora una speranza…”
“Solo
perché sono stato tradito… non dimenticarlo!”
“No,
non lo dimentico!”
Sorrise
e bevve ancora dalla bottiglia di vino elfico che aveva ritenuto provvidenziale
per la sua saluta mentale.
Guardò
un ultima volta il cielo prima di cadere svenuta tra le braccia di Draco Malfoy
che pazientemente la portò al suo maniero.
***
Dormiva
beata sul letto in cui l’aveva fatta distendere Draco da bravo padrone di
casa.
Dormiva
pesantemente.
Un
sogno senza sogni, perché se avesse sognato… Harry Potter, in quel sogno,
sarebbe sicuramente morto.
E
mentre lei dormiva sonni beati in caduta libera verso l’oblio, Draco cercava di
non pensare a quello che era accaduto solo poche ore
prima.
La
loro relazione, tra alti e bassi, andava avanti da quando avevano 14 anni, e
nonostante tutto non avrebbe mai creduto che Pansy lo avrebbe cornificato con
Harry Potter.
Magari
poche ore prima che si era inginocchiato per porle la fatidica domanda, lei
tornava da una sana scopata e aveva accettato solo perché ormai sarebbe stato
uno scandalo non sposarlo.
Era
comunque uno scandalo, ma a Draco poco importava di ciò che avrebbe detto la
gente… era importante solo quello che pensava lui.
Lo
era sempre stato e mai sarebbe cambiato.
Se
magari a 14 anni Pansy era solo uno sfogo, alla fine, con il passare degli anni
era divenuta la donna che voleva sposare, semplicemente perché
l’amava.
Improvvisamente
la calma surreale in cui si stava cullando Draco, venne interrotta da una
domanda.
“Dov’è
lei?”
Draco
si volse verso quella voce,e ciò che vide lo fece ridere di
gusto.
Harry
Potter era in casa sua, con la bacchetta sguainata e lo guardava come se quello
che avesse tradito la propria ragazza era lui.
Rise
più forte.
“Dov’è
lei, mi chiedi?”, disse con calma.
“Sì”
“Perché
dovrei dirtelo?”
“Perché…
perché Hermione è la mia…”
“…ragazza?Fidanzata?
Donna della mia vita?Cos’è?”
Harry
era confuso.
Con
quale diritto ormai poteva chiedere di Hermione?
Dubitava
che fosse ancora sua amica dopo ciò che era successo.
Hermione
ormai per lui, forse, non era più
niente, ma stava dormendo a casa di Draco Malfoy che non era esattamente
raccomandabile come essere umano, a detta di Harry e quindi era suo dovere
riportarla alla sua vita tranquilla.
“Dimmi
dov’è?”, ringhiò e fece per salire le scale, quando Draco lo fermò artigliandolo
per un braccio.
“Dove
credi di andare?”
“Da
lei!”
Draco
chinò il capo e ghignò.
“Ok,
fai pure.”
***
Che
Draco Malfoy si fosse ammattito?
Non
ci pensò più di tanto, si limitò a salire le scale, e quando si ritrovò davanti
ad una grande porta la aprì.
Hermione
vi era distesa e dormiva beata.
Era
un po’ come se avesse preso una botta in testa.
“Hermione?”,
chiamò piano.
“Uhmm…”,
emise lei di risposta.
“Cosa…
cosa ti ha fatto questo individuo?”
Hermione
spalancò gli occhi come se fosse appena uscita da un incubo, ma fu solo quando
si ritrovò a distanza ravvicinata la faccia del suo putrido ex che
urlò.
“Tu,
cosa ci fai qua? Se c’è qualcuno che mi ha fatto qualcosa quello sei
TU!”
Draco
ghignò.
Harry
Potter aveva una capacità eccezionale per fottersi da
solo.
Credo
che chiedere venia sia stupido.
Non
ci sono scuse.
Ma
vi giuro, qui fa troppo caldo, per pensare solamente di aprire
Word.
Spero
leggiate questo capitolo e mi facciate sapere cosa ne
pensate.
Sono
davvero lusingata dalle vostre parole, mi avete fatta davvero
felice.
Adesso,
siccome, le vacanze sono massacranti, tanto per cambiare devo
correre.
Un
grazie a tutte.
Vi
adoro!
Kisses
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