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Autore: King Of My World    11/06/2014    3 recensioni
Ho deciso di pubblicare un tributo ai gay, il protagonista della storia sarò io stesso. E' una storia nata per gioco, perché io e la mia migliore amica appoggiamo il mondo gay, così, mi chiese se ne potevo scrivere una storia con un personaggio famoso: la scelta è caduta così, su Robert Pattinson. Vi prego, non vi arrabbiate perché è solo un tributo e visto che alla mia amica piace molto questo personaggio, ho deciso di pubblicare qui. Spero vi piacerà, buona lettura!
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 8

La fiducia


Quanto era bello ammirarlo, vederlo, sentirlo mio. Come potevo non essere felice. Era tutto per me… Ogni istante lo volevo, lo desideravo, sembrava che il nostro amore stesse crescendo ogni giorno sempre di più: mi sentivo a casa. Non in una casa qualunque, ma mi sentivo perfettamente in una casa tutta mia e sentivo di avere davvero una famiglia.
Diedi uno sguardo fuori dalla finestra e vidi i cani che abbaiavano sempre di più. Notai una figura femminile fuori al cancello, chi poteva mai essere? La domestica se ne era appena andata via. Per curiosità, scesi subito le scale e uscii fuori avvicinandomi vicino al cancello.
 
-Scusi, ma lei chi è?-. Domandai, ero preoccupato.
-Ah, no. Ammiravo questa casa e ricordo quando ci ero stata.-. Disse, meditando tra i suoi pensieri.
 
Avevo sentito bene? Aveva detto quando ci era stata? Forse era la vecchia padrona, meglio non farsene un dramma. Ma decisi comunque di dirglielo.
 
-Aspetti. E' stata qui nel senso di vecchia padrona o per altro?-. Gli chiesi con una certa calma.
-Ho vissuto in questa casa con un certo Robert Pattinson, doveva essere il mio futuro marito ma mi ha mollata!-. Rispose in modo triste.
 
Sembrava afflitta, ma io mi sentivo peggio di lei. Era la ragazza di Robert? Non poteva crederci.
Perché l’avrà mollata? Rimasi esterrefatto a quella scena e più guardavo quella donna e più mi rattristivo. Era bella quanto Venere: capelli lunghi, biondi, occhi di un colore azzurro acceso, alta e ben vestita. Indossava un vestito rosa chiaro.
 
-Vuole entrare? Magari a Robert farà piacere la sua visita.-. Dissi, senza pensare alle conseguenze.
-Certo, volentieri.-. Mi rispose, forse era troppo felice.
 
Avrei dovuto mandarla via, forse. O no? Avrò combinato un bel danno, chissà Robert come la prenderà; forse dovevo farmi gli affari miei, ma non potevo di certo lasciarla lì ad ammirare la nostra abitazione. Tra l’altro era anche la sua.
 
-Quanto tempo fa è finita la vostra storia?-. Le domandai, ero curioso del passato di Robert.
-Sarà già passato qualche anno!-. Mi disse con un certo menefreghismo.
 
Forse ero stato troppo scortese.
 
-Come mai abiti assieme a lui, sei un amico?-. Chiese. Beh, anche lei era molto scortese nei miei confronti.
-Non proprio un amico, poi quando verrà forse le darà qualche spiegazione. Ma non sono il solo, c’è anche Yara: mia nipote.-. Le risposi, non m’importava del suo giudizio.
-E così ha adottato dei ragazzi, intelligente il mio Robert. Spero torni presto, voglio vederlo!-. Disse entusiasta.
 
Accidenti, le cose mi stavano sfuggendo di mano. Cosa potevo mai fare? La gelosia mi stava distruggendo il petto a colpi di cuore: forse era per via di questa donna, mi stava facendo impazzire!
Sembrava molto invadente. Secondo me aveva fatto bene a lasciarla. La feci accomodare, insomma, facevo di tutto per essere cortese. Ma aspettammo l’arrivo di Robert ed io con la speranza che la cacciasse fuori a calci. Ero stato troppo ingenuo a farla entrare, forse era meglio rimanere al proprio posto. Oramai i giochi erano fatti, ed io dovevo resistere fino alla fine.
 
-Potrei sapere il suo nome?-. Chiesi, dopo aver parlato per un po’. Pensavo fosse la cosa giusta chiedere il proprio nome.
-Il mio nome è Brigitte.-. Disse con aria superiore, come se fosse lei la padrona di casa.
-Ah. Io Salvatore, piacere di conoscerla.-. Balbettai, non mi sentivo affatto al mio agio.
 
Quella donna mi metteva in soggezione e in difficoltà, mi sentivo strano al solo pensiero che Robert fosse stato con questa Brigitte, a parte che lui non mi aveva mai parlato delle sue relazioni precedenti… Mi sentivo un po’ esperto in questo campo. Strano che non mi avesse detto nulla.
Robert era arrivato, avevo sentito rientrare l’auto ed avevo il cuore a mille, lo sentivo fino alla gola; non ero affatto contento di quella situazione, questa donna avrebbe potuto rovinare la mia relazione ed io dovevo difendermi in qualche modo. Da una parte, speravo che Robert la cacciasse via, ma dall’altra avevo il desiderio di sapere tutto.
 
-Ciao a tutti, sono tornato!-. Disse fiero, mentre chiudeva la porta alle sue spalle.
 
Io corsi subito per raggiungerlo e parlargli.
 
-C’è una sorpresa per te, mio caro. La tua Brigitte ti sta aspettando in salone!-. Disse rabbioso, mentre salivo le scale.
-Brigitte?-. Si domandò tutto d’un tratto.
 
Io me ne andai in camera mia per non pensare al resto, ero molto arrabbiato perché lui non mi aveva detto niente di questa sua relazione passata, mentre io gli avevo detto sempre tutto. Che gran casino!
Che rabbia, mi bolliva tutto il corpo. Volevo ammazzarlo, farlo fuori; non sapevo nemmeno io cosa volevo fare. Passarono due o tre ore, non lo sapevo, anche perché avevo perso la condizione del tempo e non volevo piangere. Però non facevo altro che pensare a loro due insieme: entrambi facevano una bella coppia. Bene, per me si poteva anche sposare e formare una bella famiglia mentre io e Yara ci saremmo potuti affidare a qualche altro tutore.
All’improvviso mentre stavo elaborando queste mie stupide fantasie, entrò dalla porta Robert.
 
-Cosa vuoi? Non mi va di parlare.-. Risposi secco, senza che lui aprisse bocca.
-Domani esco a cena con lei, ma non ti preoccupare, è solo una mia cara amica adesso. Non farò nulla, anche perché io amo te!-.  Disse, mentre poggiava la sua mano sulla mia guancia.
-Perché uscite insieme? Quella donna non mi dice niente di buono! E, soprattutto non le hai detto niente: io e te formiamo un noi. Lo ricordi?-. Implorai, non volevo spingerlo tra le grinfie di quella Brigitte.
-Lo so perfettamente, ma ti devi anche fidare di me. Io ho amato quella donna e non credo che meriti di saperlo così. Domani a cena le dirò tutto e tornerò qui. Te lo prometto, ma non farmi sceneggiate inutili!-. Mi urlò contro.
-Ah bene, ebbene sì. Sono geloso! Adesso voglio che vai via, non voglio più discutere con te. Anzi, fa una cosa domani portala anche a letto! Magari ce lo potrai dire lì che hai fatto sesso con me, anzi, con un ragazzo. Tanto io non valgo niente per te!-. Strillai, mentre cacciai fuori dalla mia stanza.
-Non dire eresie. Stai esagerando!-. Disse, mentre mi bloccava, voleva darmi un abbraccio per consolarmi.
 
Anche quando ero arrabbiato, voleva coccolarmi. Non voleva che io piangessi.
 
-Vai via, ti prego!-. Feci un ultimo sforzo, ma non mi mollò.
-No, non ti lascio qui a piangere da solo.-. Insistette e così mi addormentai improvvisamente sul suo petto, anche perché lo sfogo mi fece perdere molte energie e sprofondai in un sonno profondo e lui si addormentò al mio fianco: voleva che io mi fidassi di lui, in effetti, sembra esserci riuscito.


ROBERT

SALVATORE

YARA



 
   
 
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