Raccontare di mio padre e una cosa che non faccio mai, perche' non ne vado fiera. Quando sento parlare dei padri delle altre persone mi viene da piangere, ma non lo faccio, ho un carattere forte.
La sera prima che mi padre se ne andasse io ero nella mia camera, ad origliare dietro la porta e quando sentivo dei passi avvicinarsi correvo subito nel letto, per non farmi scoprire. Ero piccolla e veloce per me era come se una passeggiata, anche se ero terrorizzata che mi venisse qualche attacco.
Quella sera mio padre e mia madre litigarono come non mai, si sentivano urla, di tutto, mio padre disse a mia madre - Io in questa casa non voglio mettere piu' piede, vi odio, vi ho solo usate, cazzo. Mia madre rispose con la voce tremante -Non continuare a fare male se te ne devi andare vattene per sempre e non tornare piu'. Mio padre - questo lo decido io. Ingrosso' la voce e io sentii come se degli schiaffi e dopo i pianti di mia madre, che non scordero' mai piu'.
La mattina dopo vidi mio padre che metteva le valigie in macchina, cosi' mi alsai e aspettai che tutte le valigie fossero in macchina per avvicinarmi e gli chiesi -Papi dove vai? In primo momento mi rispose- A lavoro. Ma io sapevo che non era cosi'. Cosi'lo abbracciai fortissimo e lui mi disse - le brutte notizie sono belle notizie mascherate, arrivederci.
Quindi lo salutai e basta e da allora non l'ho piu' rivisto. Mi manca e non mi manca, e' strano, ma da allora mia madre cambio' ed io anche.