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Autore: ElisaBooBear    14/06/2014    0 recensioni
Katherine era una normale ragazza di quasi 16 anni. Tre mesi fa la sua vita si era interrotta psicologicamente, i suoi genitori morirono e lei si chiuse in se stessa. Ma un giorno ascoltò una voce angelica di cui si innamorò senza sapere di chi fosse. Presto sarebbe entrato un ragazzo nella sua vita, anzi 5, ma solo uno le conquistò il cuore. Un sogno che diventa realtà...
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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LOUIS
Da quanto Katherine se ne era andata da casa mia, ero distrutto, non parlavo con nessuno. Avevo perso l’unica cosa che forse mi rendeva una bella persona, e decisi di rifugiarmi dai miei “vecchi” amici. Prima di diventare famoso e di fare i provini per xfactor, mi guadagnavo da vivere combattendo in segreto. Il mio “manager” organizzava degli incontri in posti conosciuti solo agli invitati e combattevo per vivere. Ma poi cambiai, conobbi ad xfactor delle persone speciali che mi fecero abbandonare quel mondo oscuro. Almeno fino ad ora. La mattina dopo che Katherine se ne andò, chiamai Travis e gli proposi  di rimettermi in gioco. E dopo lunghi discorsi sul fatto che ormai dopo 3 anni sarei stato fuori allenamento e dopo le mie promesse di rimettermi in sesto, lui mi consentì un combattimento di prova. Se avessi vinto allora sarei rientrato nel giro. Se avessi perso avrei dovuto ripagargli l’incontro.
La sera del combattimento, era il 30 dicembre, ero depresso ma carico come non mai.  Guardai fuori dalla finestra della mia stanza, sperano di vedere quella chioma di lunghi capelli ricci correre verso di me per salvarmi. Mi voltai verso il letto, quello dove io e Katherine dormivamo ogni sera.
Nessuno sapeva di questo mio ritorno, nemmeno Harry. Tutti cercavano di tirarmi su di morale, ma sapevano pure loro che era stata tutta colpa mia, se solo avessi detto a Katherine di restare….ma il mio orgoglio, il mio stupido orgoglio mi fece stare zitto.
Mi preparai il borsone, e uscii. In casa non c’era nessun, da quando Katherine se ne era andata tutti si erano dileguati, Harry passava ogni tanto a vedere come stavo, ma Sarah e gli altri erano tornati alle loro rispettive case. E io ero rimasto solo. Provai un sacco i volte a chiamare Katherine e lasciarle messaggi, ma lei non rispondeva.
Quando andavo a dormire, la notte a volte mi svegliavo e dimenticavo sempre che Kaherine non c’era più da giorni ormai. Nella mia vita ora c’erano solo se e ma, ero perso e confuso.
Nella fretta Katherine quella notte si dimenticò qui alcune cose, ma non le passò a prendere, ne mi chiamò per dirmi di  portargliele. Era finita. Io volevo una pausa,  per capire se mi amava davvero. Ma la gelosia mi accecò gli occhi, non vedendo che lei amava me più di qualsiasi altra cosa. E ora le avevo spezzato il cuore.
Non potevo vederla con Jared, sorridere e scherzare, mentre io ero qui impotente. Si vedeva che le piaceva, insomma era tutto l’opposto di me. Era il ragazzo perfetto. Ma lei mi amava e io le ho chiuso la porta in faccia, fregandomene. Non ascoltando neanche le sue motivazioni. Mille e mille volte ancora Sarah mi disse che a lei non piaceva Jared.
Arrivai al posto. Era buio, ma ‘era la solita luce blu che illuminava un insegna di un pub che ormai non c’era più. Varcai la porta e a mia grande sorpresa ad accogliermi fu Megan. Era stata la mia ragazza una volta, ma solo per poco tempo, era troppo ossessionata dal sesso. Così rimanemmo amici, fino a che non lasciai il campo di battaglia.
Megan: Guarda un po’ chi si fa rivedere…
Mi venne incontro, con il suo solito fare da  ragazza facile. Aveva i capelli tremendamente belli e neri, la pelle leggermente abbronzata e gli occhi color nocciola. Era perfetta, ma non era il mio tipo. Non più.
Louis: dove si svolgerà l’incontro?
Megan: Ehi soldato calmati, intanto devi sapere che dato che sei diventato famoso le cose sono cambiate. Insomma se qualcuno dovesse riconoscerti e fare scoop, noi ci andremmo di mezzo. E sai dove possiamo finire.
Louis: Per questo indosserò una maschera di stoffa.
Megan: Furbo il ragazzo.
Mi accompagnò verso l’ufficio di Travis. Entrai senza bussare.
Io: Ehi Trav.
Si voltò e mi guardò sorpreso. Forse pensava avessi già cambiato idea. Venne verso di me, e mi batté una pacca amichevole sulla spalla.
Travis: Sai come funzionano le cose, quindi non  serve che te le spieghi.
Io: Indosserò questa, siete al sicuro finché nessuno sa chi sono.
Travis: L’incontro inizierà tra 5 minuti. Vieni.
Lo seguii, mi stava portando nel grande ‘salone’ come lo chiamavo io. C’erano quasi un centinaio di persone che erano frementi di vedere il combattimento. C’era chi già scommetteva e sfilava dai portafogli centinaia di sterline. Ero impaziente pure io, perché  era da molto che non combattevo, ma me la cavavo ancora.
Sentii il telefono vibrare nella tasca, lo presi e vidi che sullo schermo si illuminò il nome di Harry, feci per chiudere, ma poi ci ripensai, non volevo destare nessun sospetto.
Io: Ehi Hazza, che succede?
Mi spostai dalla folla, per non far sentire il rumore.
Harry: Dove sei? Sento rumore.
Io: Ah, sono in centro a farmi un giro. Dimmi succede qualcosa a Kathe…
Mi bloccai, non volevo pronunciare il suo nome, mi avrebbe provocato un ondata di emozioni a non finire e l’incontro sarebbe andato male. Cosi accorciai.
Harry: No…lei sta bene.
Io: E allora dov’è il problema? Mi hai disturbato per dirmi che lei se la sta spassando mentre io soffro. Be potevi evitare.
Harry: Appunto. E’ proprio questo il problema. Non ha ancora pianto da quella sera. Sarah dice che si sta tenendo tutto dentro . Non sta bene veramente come vuole farci vedere. CI DEVI PARLARE! DEVI SCUSARTI!
Harry raramente mi urlava addosso, preferiva restare calmo, ma quando si incazzava o voleva che la frase avesse effetto urlava.
Decisi di chiudere, non capivo perché questo dovrebbe importarmi in qualche modo. Avevo provato a chiamarla centinaia di volte e non mi rispondeva. Voleva dire una sola cosa. Non mi voleva sentire.
Io: Senti, l’ho già chiamata, non mi vuole sentire. E’ finita Harry, lascia perdere.
Harry: Vieni qui subito a casa di Katherine!
Io: Non posso. Devo andare ora.
Chiusi il telefono in faccia ad Harry, non lo avevo mai fatto prima. Questo era il primo  segno dell’inizio della mia nuova vita. Cantante di giorno e guerriero di notte. Nessuno lo avrebbe mai saputo.
 
L’incontro quella sera andò bene, vinsi io. Mi guadagnai un posto fisso, un posto per cui combattere. La mia nuova famiglia. Appena esultai il mio grido di vittoria, Megan corse da me e mi bacio, all’inizio la staccai da me e la guardai negli occhi e vidi Katherine. Allora la resi stretta tra me e la baciai appassionatamente, mi mancava e sentivo ancora il suo profumo. Quando realizzai che era Megan, mi salirono i sensi di colpa che cercai di reprimere. Avevo creduto solo per un attimo di avere la mia Katherine tra le braccia. Era solo una mia illusione.
Un sorriso compiaciuto comparve nella bocca di Megan che mi tirò a se per continuare quello che avevamo interrotto, ma la spinsi via.
Megan: Ma che problemi hai?
Io: Che ho fatto un errore e non voglio ripeterlo.
Megan: Ma si, ma lasciati andare porca miseria! Solo per una notte.
Mi precipitai al bancone delle birre e ne presi una, la bevvi tutta, e feci così per le altre 4 seguenti.
Dall’altra parte della stanza la folla mia acclamava e mentre osservavo quell’orda di persone che urlavano, non mi accorsi che Megan era sparita.
La vidi entrare in una stanza buia, e prima di chiudere la porta si tolse il vestito rimanendo in biancheria intima. Nessuno la vide, a parte me. A quel punto il mio istinto di maschio in astinenza mi disse di seguirla. E io da stupido lo feci.
Katherine non mi avrebbe mai perdonato, quindi tanto valeva cogliere un’occasione come questa.
Ma nel profondo io l'amavo ancora.
 
KATHERINE
Non lo sentivo da 3 giorni, ma forse era meglio così. Anche ammesso che si fosse scusato, io forse non sarei ritornata da lui. Qualcosa era cambiato, ma solo ora me ne accorsi.
Capodanno era passato da poco, lo festeggiai con Sarah e Harry. Mi sentivo più il terzo incomodo, ma alla fine mi divertii a guardare quella coppia di giovani innamorati, mi divertivo a guardare quello che c’era tra loro, quello che tra me e Louis non c’era più. Passione.
Mia madre mi diceva sempre, ‘non fare mai una cosa se non ci metti passione’, certo lei non parlava di amore, ma magari la frase aveva voluto dire un altro significato.
Quella mattina, feci i bagagli a casa di Louis e portai tutte le cose a casa mia. Mentre uscivo da quella camera che conteneva troppi ricordi, soppiatto mi scontrai contro qualcuno. Pregai che non fosse Louis. E invece era proprio lui. I suoi bei occhi incontrarono i miei, non potei fare meno di sorridergli. Ma corressi  il mio sorriso in una smorfia. In effetti guardandolo bene il suo aspetto era piuttosto trasandato.
Louis: Che ci fai qui?
Alzai la borsa per spiegargli con i fatti il motivo della mia visita. Appena la vide, abbassò lo sguardo e evitò il mio. Capii che c’era qualcosa che non andava in lui, ma d’altra parte come dargli torto. Ci eravamo appena lasciati.
Io: Che ti succede?
Louis: E’ tutto ok, adesso se non i dispiace avrei da fare. Perciò..
Lo interruppi e scappai giù per le scale.
Io: Ciao!
Era finita. Speravo in un riavvicinamento nel profondo del mio cuore, ma sapevo benissimo che non ci saremo più visti.
Appena chiusi la porta di casa, due uomini in giacca nera mi si avvicinarono. Riconobbi all’istante il paparazzo, così deviai subito, velocizzando il passo.
Ma l’uomo mi prese stretta per un braccio e iniziò a fare domande a raffica sul motivo della nostra rottura. Quella tra me e Louis. Io non risposi. Deviai la sua presa e corsi via, ma l’uomo riuscì ad afferrarmi un’altra volta.
Io: Mi lasci! Non voglio parlare con lei!
Quell’uomo mi guardò, mentre il suo compagno scattava foto a raffica, cercai di coprirmi. All’improvviso vidi Louis avvicinarsi con fare minaccioso al paparazzo e spingerlo via. Poi prese l’intervistatore e me lo staccò dal braccio.
Louis: Stia lontano da lei! Se solo osa scrivere qualcosa contro di lei se la dovrà vedere prima con me!
I due scapparono a gambe levate.
Louis mi si avvicinò, passò la mano sul braccio dolente. Aveva ancora il potere di farmi venire la pelle d’oca.
Sentii dentro di me che ancora lo amavo, ma lui non mi voleva era stato chiaro, e pure io. Ma no! Non potevo rifare lo stesso errore, se avessi accettato di amarlo allora avrei dovuto sentirmi in colpa per non avergli detto ti amo quando lui me lo aveva chiesto.
Louis: Stai bene?
Annuii. Mi accarezzò la guancia rossa per il freddo gelido di gennaio.
Notai solo all’istante un livido sotto l’occhio, ed era anche abbastanza grande.
Io: E tu stai bene?
Si toccò frettolosamente il livido, anche se era troppo tardi per coprirlo. Così girò i tacchi e se andò.
Io: Ehi!
Louis: Si sto bene cazzo! Adesso vattene prima che ritornino, non ti salverò una seconda volta.
Non so perché ma quella frase suonava come “non ritornerò con te una seconda volta”, come se non volesse più fare lo stesso errore. In fondo, ci tenevo che tornassimo come prima, a baciarci e a coccolarci. Ma sapevo fin troppo bene che non sarebbe mai tornato. Era di nuovo tutto come prima, anzi forse anche peggio, ora faceva il cattivo. Così decisi di passare per il centro.
Camminando per le strade di Londra incontrai persone di tutti i generi, riuscivo a distinguere i londinesi  dai turisti, si aggiravano sempre con una cartina in mano e in gruppo. Qualche gruppo mi chiese indicazioni per il Big Ben, il Buckingham Palace.
Tutti questi turisti mi fecero venir voglia di visitare la vera Londra. Non mi ero mai accorta che avevo solo visto la casa di Louis, di Harry e qualche pub. Presi iniziativa e andai prima al Big Ben, dove scattai molte foto. Poi passai al Buckingham Palace, dove sperai di incontrare qualche bel principe che mi portasse via per sempre.
Finito il mio giro turistico, camminando per le vie del centro, vii un volantino mezzo stropicciato a terra. Mi attirò il colore metallico, così lo raccolsi e quando lessi quello che c’era scritto, mi venne un colpo.
Parlava di un combattimento del 3 gennaio, cioè stasera, di un certo El Macho contro Louis. All’inizio pensai, ma non può essere il mio Louis, ma poi  pensai bene, il livido, l’aria da duro… c’era qualcosa che nascondeva a tutti. Così decisi di andarci, da sola.
Proprio mentre stavo per salire in bus e tornare  verso casa, incontrai Jared alla fermata, che sembrò notare il volantino che avevo tra le mani.
Jared: Ehilà, come stai? E’ da un po’ che non ti fai vedere con Louis al maneggio…
Ora, se gli avessi detto che era perché ci eravamo lasciati, ci avrebbe provato sicuramente, ma se gli avessi detto una bugia mi sarei sentita in colpa. Così gli dissi la verità.
Io: Sto bene grazie. Ehm veramente… io e Louis ci siamo mollati un paio di giorni  fa…
Non lo vidi per niente dispiaciuto, anzi iniziò a sorridere come un ebete e ad avvicinarsi a me. Cercai di spostarmi lentamente senza farmi notare. Ma come avevo previsto, si incollò a me.
Jared: cos’è questo?
Io: Oh…nulla solo un…
Non feci a tempo a finire la frase che si prese il volantino e lo lesse molto attentamente, per poi chiedermi quello che sospettavo.
Jared: Ah… ora capisco… tu pensi che sia Louis…il tuo Louis così vai a dare un occhiata.
Fece una risatina, come se non credesse potesse essere lui.
Io: Ma no! Cosa vai a pensare.  Volevo solo fare nuove esperienze.
Mi pentii di averlo detto nell'istante in cui i suoi occhi fecero un espressione strana, molto strana.
Jared: Bastava dirlo che volevi fare nuove esperienze… ti ci accompagno ok? Non mi va che stai lì in mezzo a tanti uomini ubriachi, da sola.
Io: Ok, se proprio ci tieni…
Jared: Il combattimento inizia alle 10.30, ti passo a prendere alle 9. Ok? Ciao bambola.
Svanì così in fretta che non mi diede nemmeno il tempo di dire se mi andava bene oppure no.
Che poi non sapeva nemmeno dove abitavo, quindi l’avrei vista molto dura venirmi a prendere, ma non feci a tempo di finire di pensare che lo vidi ricomparire da dietro l’angolo tutto emozionato e saltellante.
Questa volta lo avrei preceduto io, per una volta almeno.
Io: Churchill Street, 25 a stasera.
Mi sorrise e se ne andò senza neanche dire una parola. Mi sorprese, pensavo che sarebbe rimasto lì un'altra mezzora a parlare. Infondo Jared non era male come ragazzo, certo era un po’ più grande di Louis in tutti i sensi, ma mi piaceva. Sentivo che mi potevo fidare
Non provavo questo sentimento dalla prima volta che incontrai Louis. Ma forse era solo nostalgia dell’aver qualcuno accanto, mi stavo solo facendo trasportare dalla mancanza di Louis.
 
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Quella sera dopo una lunghissima doccia, quando iniziai a vestirmi mi trovai in panico. Con Louis succedeva sempre perché lo volevo stupire tutte le volte che uscivo con lui. E adesso mi stava succedendo di nuovo, anche se non ne avevo motivo, perché a me non piaceva Jared.
Buttai per aria l’intero armadio, per poi finire a mettermi un completo molto diverso dal solito, abbinando abiti che neanche sapevo di avere. Scelsi la gonna nera di pelle, calze nere, maglioncino stile college con camicia sotto, e le scarpe le rubi dall'armadio di Sarah, che ultimamente aveva comprato un sacco di scarpe, scelsi quelle color porpora.
Mi sciolsi i capelli e li asciugai a testa in giù, in modo da ottenere l’effetto cotonato, mi truccai più del solito, eyeliner e tanto mascara, rossetto rosso, ed ero pronta per la serata.
Avrei sperato che non passassimo tutta la serata al combattimento, ma che mi portasse in qualche bel luogo, così da sfoggiare il mio splendido  outfit.( http://www.scentofobsession.com/wp-content/uploads/2013/04/outfit-elegante-fashion-blogger-nicoletta-reggio01.jpg)
Appena andai in salotto, dove c’era Harry con Sarah abbracciati sul divano, mentre guardavano un programma televisivo sulle dipendenze strane al cibo, entrambi si voltarono e mi guardarono stranamente.
Sarah: Sembra che qualcuno abbia fatto conquiste ultimamente…
Harry: Dove stai andando?
Io: Esco… con Jared.
Harry:  Tu esci con chi?? Lo sai che ha 25 anni? E tu ne hai appena 16.
Sarah: Ma dai smettila di fare l’antico, lasciala andare.
All'improvviso Harry si ricordò che c’era Sarah al suo fianco, e la baciò. Così io approfittai  per uscire senza disturbarli e soprattutto senza ascoltare la paternale di Harry.
Ad aspettarmi c’era una splendida Lamborghini bianca, con la portiera aperta. Un mazzo di rose rosse sul sedile e poi lui. Era appoggiato alla macchina con un completa elegante, camicia e giacca. Era bellissimo.
Mi lasciai scappare un sorriso, lui appena mi vide sorrise a sua volta.
Jared: Posso dirti una cosa? Ma non offenderti…
Io: Certo…
Ero già lì, pronta a trattenere le lacrime perché a lui non piaceva come mi ero vestita o truccata, ma invece….
Jared: Io ho visto un sacco di donne, tutte stupende, ma tu…. Cazzo tu le superi tutte.
Non potei evitare di arrossire, il che mi fece andare in imbarazzo e cercai di evitare il suo sguardo, così abbassai il viso e guardai le scarpe, imbarazzata al massimo. Che figura!
Lui mi rese il viso, e lo alzò, poi mi sussurrò qualcosa all'orecchio.
Jared: Ehi…sei super sexy, solo che non volevo dirtelo ad alta voce.
Indietreggiò e alzò il volume della voce, rispetto a prima.
Jared: Dai che il ristorante aspetta.
Io: Cosa?? Ristorante? Oddio ma tu sei pazzo…
Salimmo in auto, i sedili erano comodissimi e la visuale molto…bassa. Be d’altra parte eravamo su una Lamborghini!
Jared: Si pazzo….di te.
  
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