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Autore: LadySpleen    13/08/2008    3 recensioni
Quattro capitoli.
Quattro ragazze.
Quattro brevi squarci lasciati a metà su altrettante, diverse, esistenze. Raccontate da anonimi spettattori, magari passanti incontrati un giorno per strada, per un solo istante.
Forse legate da un sottile senso di malinconia e lo sfondo di una città in inverno.
Protagoniste anonime, che potremmo benissimo essere noi.
1.La ragazza sotto la pioggia
2.La ragazza con il broncio
3.La ragazza col fiocco rosso
4.La ragazza seduta sulla panchina
Extra.La ragazza senza speranza
Genere: Malinconico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Speciale dedica:Alla mia unica e inimitabile Neko-chan, alla nostra diversità che ci rende in fondo tutti uguali…

La ragazza col fiocco rosso

La prima volta che la vidi era novembre e faceva freddo.
Alla fermata dell’autobus non c’era nessuno. Solo lei, infagottata nel giaccone scuro.
E quella fiammella accesa a metà gamba.
Aveva un fiocco rosso legato intorno al ginocchio sinistro, per il resto era completamente vestita di nero. O forse sotto la giacca portava una maglia di un altro colore.
Come posso saperlo?
Non seppi mai il suo nome, né quanti anni avesse, ma m’innamorai di lei appena la vidi.
Non era bella, non era né alta né bassa, non era né magra né grassa.
Era semplicemente lei, con quel fiocco rosso legato intorno al ginocchio, ferma ad aspettare l’autobus e chissà quale storia aveva da raccontare.
Perché tutti abbiamo una storia e io avrei voluto ascoltare la sua.
Avrei voluto sapere il significato di quel minuzioso dettaglio: perché quel colore, perché quel ginocchio, perché quel nastro d’organza…
Avrei voluto chiederle tante cose ed ero certo che l’avrei trovata stupenda ed unica.
Come il suo fiocco.
Non sapevo niente su di lei, ma l’amavo.
Perché quel fiocco voleva dire tutto.
Sentivo che era qualcosa di più che il semplice vezzo di un’adolescente eccentrica. Era la personificazione del suo carattere e del suo modo di vedere la vita.
Immaginavo già gli sguardi dei passanti, che di certo la giudicavano una ragazzina piena di sé, che voleva solamente attirare l’attenzione, oppure pensavano fosse strana e forse anche un po’ matta.
Sicuramente la trovavano ridicola e m’immaginavo le vecchine sdegnate e le signore di mezz’età che si scambiavano occhiate eloquenti con le mamme, i bambini per mano che guardavano e ridevano.
E tutti che la schivavano, un po’ diffidenti, un po’ sorpresi.
Perché la diversità spaventa sempre un poco e il motivo non l’ho mai capito.
Ma io, invece, amavo quel fiocco rosso e amavo lei che aveva avuto l’ardire di mostrarsi, di differenziarsi, di alzare silenziosamente la voce: “ Io non sono come tutti voi e ne vado fiera.”
Sì, erano di sicuro questi i suoi pensieri.
E amavo il suo viso comune, reso distinto da quell’aria di malinconica indifferenza, come se vedesse tutto da molto lontano, come se non le importasse di quello che il resto del mondo pensava, perché lei era così e non avrebbe mai voluto essere diversa.
E sapevo che lei mi avrebbe capito, che ci saremmo compresi, uguali nelle nostre diversità.
Quando arrivò l’autobus, mi accorsi che ero rimasto immobile ad osservarla, impalato dall’altra parte della strada.

La rividi una volta soltanto, due mesi dopo.

Ma il fiocco era scomparso dal ginocchio: lo portava intrecciato tra i capelli e le stava d’incanto. Avrei voluto dirglielo, passandole velocemente accanto, mentre una sua amica le rideva in faccia per quella sua stravaganza.
Ma come sempre, rimasi impacciato nella mia diversa informità.
Chissà se si era accorta di me, quella volta alla fermata.
Chissà, forse lei mi avrebbe accettato.
Non lo saprò mai.






Commenti dell’autrice
Ed eccoci dunque, al terzo capitolo. Anche questo scritto in inverno, di getto. Una piccola riflessione sul fatto che siamo tutti diversi, tutti divisi gli uni dagli altri da ciò che ci rende unici e invece di trovare queste differenze come qualcosa di interessante, un nuovo punto di vista da scoprire, le vediamo solo come qualcosa di nemico, di estraneo, qualcosa di cui diffidare.

Ringraziamenti
Grazie a tutti, quelli che hanno letto, recensito e non.
In particolare:
Saku_chan the crazy dreamers: Grazie infinite per i commenti ^^ non sai quanto mi fanno piacere… allora: stampa pure le mie storie, anzi, basta che non ti scordi dei diritti d’autore!!! poi… beh, forse hai ragione… le due protagoniste hanno qualcosa in comune con le due Nana, ma ti assicuro che non mi sono assolutamente ispirata a loro, anzi, c’è sempre un pizzico di autobiografia in quello che scrivo… spero che ti piaccia anche questo chappy, grazie ancora!

hermione_06: ^\\\^ con tutti sti complimenti arrossisco! Non so che dire se non grazie… senza di voi non credo che posterei più!

Selhin: Un bel commento serio, sisi, grazie mille anche a te! Quanto “all’immondezzaio”… beh, la vita fa schifo… ma in fondo credo che sia per questo che la trovo così stramaledettamente interessante…forse perché spero che qualcosa un giorno possa cambiare… ma ci credo poco.

KuroNekoChan: beh, che dire? La mia fan più accanita… specialmente quando mi pigli a botte!!! Dunque, sono storie di genere diverso, è normale che una possa piacere più dell’altra… oramai ai tuoi commenti dopati non rispondo più, tanto non facciamo altro che ripeterci le stesse cose no? Dunque, - si mi piace dire dunque =_= - dopodomani solo 15! Finalmente, benvenuta nel club!!! (ma che cazzo sto dicendo? Boh, sarà il caldo o che mi manca…blablabla) quanto a Bass…O__O noooo ti prego noooo… scatenami contro Ryu-chan in tutta la sua –mancata- virilità di uke muahahah, ok basta, grazie mille neko, lo sai che ti adoro vero?



E con questo è tutto, alla prossima, vostra
LadySpleen
  
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