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Autore: ClarinetPeach    17/06/2014    5 recensioni
Bowser è un principe il cui padre autoritario impedisce di realizzare il suo sogno: studiare musica. Dopo aver sentito il timbro di un clarinetto, il ragazzo fugge di nascosto dal castello dove viveva e corre verso la scuola di musica dove aveva ascoltato quella bella melodia.
Lì il protagonista incontrerà Peach, Rosalinda e Mario e in quel posto si svilupperanno delle amicizie e delle rivalità e... scopritelo con me in questa fanfiction!
Buona lettura da RosalindaxLudwig!
NB. Il prologo è una rielaborazione di una mia vecchia one-shot
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Bowser, Mario, Nuovo personaggio, Peach, Rosalinda
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Lessions of clarinet 1 Era passato un anno dalla prima lezione. I giorni per Bowser erano diventati migliori. Il clarinetto gli piaceva moltissimo e la Professoressa Rosalinda lo considerava uno dei migliori allievi che aveva mai avuto. Poi c'era Peach, che con la sua bellezza, la sua radiosità e la sua bravura aveva fatto innamorare il ragazzo.
Ma lui non aveva ancora avuto il coraggio di dichiararsi. Aveva paura che la sua amata lo avrebbe rifiutato: lui era un Koopa tozzo e sgraziato e lei un'affascinante e delicata umana. Un'unione così, nel Regno dei Funghi, non era ben vista.
Ma nonostante ciò, Bowser parlava volentieri con lei, anche se a volte faceva fatica a guardarla nei suoi  meravigliosi occhi color del mare.
E quando finivano le lezioni, dopo che l'insegnante e gli allievi si salutavano, Bowser correva verso il suo castello sotto la calda e rosseggiante luce del sole. che se ne andava lentamente.
Quando apriva la porta di casa, Bowser trovava Sherline, sua madre, nascondevano lo strumento nei loro gusci e lo portavano nello scantinato segreto, una stanza del castello di cui loro erano gli unici Koopa ad esserne a conoscienza.
Fortunatamente il Patrigno Morton non aveva ancora scoperto la passione del figlio. Era troppo impegnato con gli affari del regno per osservare attentamente ciò che faceva la sua famiglia.
E così per un anno andò tutto perfettamente.



Era appena iniziato un nuovo pomeriggio. Sherline prese il clarinetto del figlio guardinga e speranzosa di non farsi scoprire dalle guardie, che comunque erano impegnate a giocare a carte. La madre di Bowser augurò al ragazzo una buona lezione e quando il giovane se ne andò, rimase comunque a guardare il principe dirigersi  verso la scuola con uno sguardo tenero, ma allo stesso tempo malinconico: ripensava  ai giorni in cui era un'adolescente. Quando aveva più o meno la sua età di Bowser, anche lei aveva studiato musica e nella sua testa le trascorrevano quei dolci e quegli amari ricordi delle sue  lezioni.
Quando il Principe arrivò davanti alla scuola, Peach lo salutò muovendo la sua graziosa manina ricoperta dal lungo guanto bianco, che le nascondeva anche molta parte del suo esile braccio, e chiese al suo amico:"Ciao Bowser! Hai guardato i duetti che la prof ci aveva dato per oggi?"
Dopo un attimo di esitazione, Bowser riuscì a rispondere alla domanda quasi fluidamente:"Sì, ho studiato tutto"
Peach gli sorrise e concluse:"Sono davvero contenta per te! Su! Ora entriamo!"
Il sorriso della Principessa, così bello e sincero, fece sciogliere il cuore del futuro Re dei Koopa, che dovette trattenersi dal dirle i suoi sentimenti così sfacciatamente. I due percorsero lo stretto coridoio che portava alla reception, che era occupata da un uomo alto e magro, dai lineamenti segaligni e con un'espressione imbronciata.
In sottofondo si sentivano tante melodie, suonate da diversi strumenti. Ma quel che si riusciva a distinguere meglio era il timbro di un clarinetto, il cui musicista faceva compiere dei passaggi complicati, che tendevano a essere trascendentali.
"La Professoressa Rosalinda è veramente un'ottima musicista" notò Peach
"Già! Quanto vorrei eseguire quei passaggi pure io! ribadì Bowser
"Beh, se sai fare già il Bolero di Ravel, dopo un anno di studio, sei già ad un altissimo livello!" disse la ragazza con un tono di ammirazione e forse un po' invidioso.
Bowser non rispose. Sebbene fosse passato già un anno, Peach e Rosalinda non finivano mai di stupirsi della sua velocità di apprendimento, e anche se ormai si era abituato, il Principe rimaneva ancora meravigliato dai complimenti che le due gli facevano, specialmente di quelli della ragazza vestita di rosa.
Bowser chiese al signore della reception dove fosse stata l'aula di clarinetto e l'uomo non aprì bocca, ma gli indicò la prima porta a destra di essa.
"L'unica cosa che non mi piace di questa scuola è il fatto che cambino le aule ogni giorno" brontolò Peach
"A me non sta simpatico neanche il bidello che hanno appena assunto" le fece eco sottovoce Bowser. La ragazza scoppiò in una breve risata.
Quando aprirono la porta, i due adolescenti rimasero sorpresi. Non era Rosalinda a suonare, ma un ragazzo della loro età, di statura bassa, la corpuratura tozza e l'enorme naso erano le prime cose che si notavano. Se lo si osservava attentamente, si notava una prima peluria poco prima della bocca. Indossava una salopette blu una salopette di jeans, che faceva contrasto con il cappello e la maglietta rossi.
In bocca aveva un clarinetto e le sue dita si muovevano in maniera veloce e aggraziata.
Oltre a lui, nella stanza c'era Rosalinda, che analizzava in silenzio le diteggiature del ragazzo.
"Ma lui è Mario Mario!" esclamò Peach sorpresa. Bowser, che fino a quel momento non sapeva nemmeno dell'esistenza di quel ragazzo, chiese alla bella ragazza chi fosse.
"Lui è stato un bambino prodigio che già a sette anni ha dimostrato di possedere delle tecniche che molte persone più grandi di lui non riescono a eseguire. Ha suonato in tutti i teatri nel mondo, ha suonato con tutti i clarinettisti più celebri ed è stato diretto dal noto direttore d'orcherstra Riccardo Kooputi quando aveva solo dieci anni!" rispose Peach.
"Però... niente male" esclamò Bowser con una voce fin troppo alta. Rosalinda si mise il dito davanti alla bocca per indicare silenzio. I due allievi obbedirono all'ammonizione dell'insegnante. Intanto Mario continuava a suonare come se nulla fosse successo e quando poteva, sfoggiava il suo virtuosismo. Le note si succedevano velocissime e durante l'ascolto si creavano dei bruschi cambiamenti tra un fortissimo che poteva spaccare i vetri delle finestre a un pianissimo quasi inudibile, come se per qualche momento ci fosse stata una pausa.
Bowser ascoltava la melodia affascinato, con uno sguardo perso da cui si poteva intuire che avesse voluto escludere l'orecchio, quasi invisibile, dal resto del corpo.
Quando il brano si concluse, il Principe, Peach e Rosalinda fecero un lungo applauso. Mario guardò i tre come se fossero degli  scarafaggi e qualche secondo dopo bloccò l'euforia dei tre clarinettisti mettendo la  sua grande mano davanti ai loro visi con un gesto quasi esagerato.
"Grazie grazie, erano delle stupidaggini, degli esercizi semplici. Non c'è neanche bisogno di applaudirmi." disse mario
Per qualche minuto ci fu un silenzio totale, mascherato dalla musica che proveniva dalle altre stanze.
Nelle menti di Peach e Bowser trascorrevano tanti pensieri:"Come mai per lui erano semplici questi esercizi? Possibile che sia a questo livello così giovane?" Era questo il pensiero del Principe dei Koopa, ancora intontito dal bell'esercizio che aveva appena ascoltato.
Rosalinda ruppe il silenzio presentando i suoi allievi a Mario, che continuava a sorridere beffardo davanti a loro, dando l'impressione di riuscire a capire cosa pensava, per lui Bowser e Peach erano solo dei pivellini, non sarebbero mai arrivati al suo livello. Intanto la bionda dall'occhio coperto disse entusiasta:"Lei è Peach, lui è Bowser. Cercate di fare amicizia"
"Posso ascoltare qualcosa eseguito da loro due?" chiese Mario con falsa gentilezza e con un sorriso sadico speranzoso di sentire qualcosa di inascoltabile.
Rosalinda, però non si accorse di niente e cordialmente chiese ai due allievi di montare il clarinetto e di suonare il duetto che avevano studiato per quella lezione.
Peach e Bowser si sedettero e cominciarono ad eseguire il brano. Le note scorrevano tranquillamente, anche se non dimostravano nessun tipo di virtuosismo, la melodia era gradevole. L'insegnante dirigeva con un sorriso in bocca, ma Mario non era della sua stessa opinione: a metà brano, infatti, si alzò e urlò:"Questa sarebbe l'abilità dei suoi allievi! Io che ero venuto qui per perfezionarmi, sotto il consiglio di Koopheinz von Virtuosist, ma vedo che i miei compagni sono dei pivellini! Che scuola di merda!"
Peach sbuffò. Bowser fissò l'espressione di Rosalinda, notevolmente delusa e amareggiata. La donna csi mise comunque sulla difensiva:"Ma Mario! Lo so, non sono dei brani trascendentali, di quelli che sei abituato, ma la vera difficoltà del brano è il tempo, che scorre abbastanza velocemente. Perdipiù, Bow..."
L'insegnante venne subito interrotta da Mario, che si lamentò:" Almeno poteva far eseguire delle semicrome ai suoi allievi. Secondo il mio ex maestro Koopheinz von Virtuosist, prima si eseguono dei brani da virtuosi, prima si diventa famosi e..."
Rosalinda perse la pazienza, probabilmente per la prima volta nella sua vita e urlò:"Io non sono von Virtuosist! Ora sono la vostra insegnante, quindi i brani li scelgo io!"
Mario, che era appena stato ammonito, tornò nel suo posto silenziosamente come un cucciolo che aveva ricevuto delle bastonate dal suo malvagio(?) padrone.
"Ricominciate pure" continuò la bionda dall'occhio coperto. Peach, che fino a quel momento era ranicchiata nella sua sedia, si rimise in una postura corretta e accese il metronomo davanti a sè e la macchinina cominciò a emettere un rumore debole, ma preciso, come quello di un orologio a pendolo.
Bowser contò fino a quattro con la regolarità del metronomo e diede l'attacco che fece cominciare di nuovo il brano, che era veloce, ma che trasmetteva una sensazione di tranquillità che faceva sentire chi lo ascoltava a proprio agio.
Il sorriso tornò nel volto di Rosalinda, che tornò a dirigere con radiosità. E anche se la donna interrompeva il brano per fare delle piccole precisazioni ai suoi allievi, lo faceva volentieri, fiduciosa nelle capacità dei suoi musicisti.
Intanto Mario, che stava ascoltando tutto, osservò Peach. Le sue diteggiature non erano mai eseguite con violenza e gli occhi impregnati di felicità dimostravano il suo amore per la musica e la piccola bocca con le labbra a cuore, parzialmente nascoste dal clarinetto, sembrava sorridere.
"Come non ho fatto ad accorgermi prima di quella ragazza?" pensò "E' così carina, come ho fatto a criticarla prima?" Si chiedeva.
E quando il brano finì, tutti i presenti applaudirono fragorosamente. Vedendo Mario applaudire, Rosalinda si avvicinò e gli chiese:"Vedi che quel brano era bello?"
L'ex bambino prodigio  osservando Peach montare il clarinetto, rispose distrattamente:"Sì, molto bello"
L'insegnante salutò tutti cordialmente:"Ci vediamo alla prossima lezione! Ah, Mario! Spero che ritornerai qui!"
Il ragazzo guardando ancora Peach borbottò:"Sì, ritornerò"
Dopo poco, la donna tornò a casa, ma i tre allievi erano ancora davanti alla scuola per conoscersi meglio. E parlarono di vari argomenti, come le partite di calcio o di qual erano i loro gusti in fatto di film. Quando Peach apriva bocca, Bowser e Mario la osservavano con uno sguardo perso e sorridente. Anche se il ragazzo prodigio aveva incontrato per la prima volta la ragazza in quel pomeriggio, si era già invaghito di lei. Era amore a prima vista.
Quando Peach stava cominciando a parlare della sua passione per il tiramisù, Mario si girò e sfortunatamente per lui, vide Bowser con il suo sguardo perso e assente, e scoprì di avere un rivale. Il ragazzo prodigio vedendo quel viso si mise a urlare:"Stupido Koopa! Guarda che Peach è mia! Non ti permetterò mai di sgraffignarmela con le tue stupide zampe!Poi tu sei un Koopa, non hai nessuna possibilità con lei!"
Bowser, appena tornatp nella realtà rispose imbarazzato:"Ma cosa dici, Peach è una mia amica, non credo che arriveremo a qualcosa di più... ti sei innamorato di lei, per caso?"
Mario urlò:"Sì, mi sono invaghito di lei e voglio che diventi la donna della mia vita. Ma vedo che anche tu, stupida bestiaccia, sei innamorato di lei. Se per te fosse veramente un'amica,  non la guarderesti così."
Peach interruppe la discussione educatamente e osservò tristemente i due rivali. Aprì bocca e disse:"Mario, non accusare  ingiustamente Bowser su delle cose che non pensa minimamente. Poi non credi che sia precoce innamorarsi in un solo pomeriggio?"
Mario  si voltò dando le spalle ai due compagni di classe e concluse:"Non avete mai conosciuto l'amore a prima vista?"
E se ne andò verso chissà dove senza nemmeno salutare la donna dei suoi sogni e la bestia rivale.
Quando Peach si accertò che Mario si era allontanato, consolò Bowser:"Non preoccuparti per lui, è solo uno scemo"
Il Principe si mise a ridere, ma subito dopo tornò serio. Aveva sempre represso i suoi sentimento per lei e non lo avrebbe fatto neanche in futuro.
Bowser le fece eco malinconicamente:"E' un cretino, ma suona in maniera divina"
La musicista lo incoraggiò:"Non preoccuparti per questo. Lui sarà anche un virtuoso nato, ma caratterialmente è uno scemo. Tu invece sei molto gentile e anche se ti sei ribellato al tuo patrigno, ma l'hai fatto per una cosa che amavi e ti ammiro per questo"
Bowser ringraziò Peach e la ringraziò per essere stata così comprensiva ma la ragazza guardò l'orologio che aveva nel cellulare e salutò il principe frettolosamente:"Oddio! Manca solo un quarto d'ora per vedere papà. Ciao Bowser!"
Il clarinettista salutò con la mano la sua bella che correva affannosamente e si chiese il motivo di queste ultime parole, ma non ci stette molto a pensare. E camminava verso il castello con la mente affollata di pensieri, sopratutto su di lei e su Mario
Quando il ragazzo tornò a casa, Sherline vide il figlio in quello brutto stato e gli chiese:"Ehi, ti è successo qualcosa?"
Bowser aveva paura di parlarle della sua prima cotta con lo stesso timore di quando le ha detto che voleva cominciare le sue lezioni di clarinetto, ma cominciò a raccontarle tutto, dal suo amore per Peach  alla rivalità con Mario.
La Koopa ascoltò attentamente il figlio e lo abbracciò:"Vedo che sei nell'età del tuo primo amore, e ti capisco. Ti do un consiglio. Se vuoi che Peach, cerca di starle vicino e di comprenderla quando è in difficoltà. Per Mario, invece, cerca i suoi punti forti e cerca di emularlo. Un buon musicista non ha timore di imitare la gente più brava di lui."
Il figlio, contento, ringraziò la madre per il consiglio e le diede il clarinetto.
Corse in camera sua  e stanco si sdraiò sul letto e continuò a pensare a Peach fino a quando si addormentò, perso nei suoi dolci sogni con la gioia del clarinetto da suonare con lei, la sua bella

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Capitolo uno finito!
Spero che vi sia piaciuto e mi dispiace per il ritardo clamoroso, ma avevo un sacco di impegni e concerti e per scrivere una bella storia ho deciso di riflettere di più sulla storia. Spero di aver fatto un buon lavoro
Se ci sono errori, fatemeli notare, li correggerò volentieri. :)
Un saluto
RosalindaxLudwig (nota come Bowser and Peach)
  
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