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Autore: Urlandocontroilcielo    18/06/2014    1 recensioni
Ancor prima dell’alba Ryan si stava rivestendo. Sarebbe dovuto essere a casa per le otto del mattino.
“Ehi, non volevo svegliarti”
“Scappi?”
“E’ tardi, ho delle cose da fare”
Si girò verso il comodino, la sveglia segnava le sei. C’era qualcosa che non andava, il dubbio continuava a frullargli in testa e questo rovinava la cena, le risate, il massaggio e la notte fantastica, lasciando posto alle paranoie abbandonate la sera prima. Tirò un sospiro e si accorse che non era affatto un buon risveglio anche perché lui se ne stava andando e questo per lei diventava sempre più difficile.
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Marissa Cooper/Ryan Atwood, Seth Cohen/Summer Roberts
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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spadsdo Grazie a Zade per il commento e a tutti quelli che leggono :)
Questo capitolo è piuttosto lungo, ma credo scorrevole, se vi va fatemi sapere cosa ne pensate!



Si ritrovò a sbuffare, ascoltandolo con un orecchio solo, non voleva ignorarlo ma forse per ora era meglio così o avrebbe dovuto litigare di nuovo… Seth aveva organizzato una cosa romantica, proprio la stessa sera della cena di Ryan.
Non riusciva neppure a quantificare quanto lo trovasse infantile… e poi aveva altri pensieri, ancora non sapeva se credere o meno a quello che le era stato detto la sera prima.
Era così pazzesco.
Seth invece trovava pazzesco che la sua ragazza fosse riuscita a litigare anche questa volta. Questo giorno, che per lui era tutto tranne che felice, ripensò alle foto di Luke e non vedeva l’ora fosse tutto finito, tutta quell’euforia ingiustificata.
Sperava in una serata romantica, voleva farsi perdonare l’anniversario non proprio perfetto come le parole del giorno prima, per questo aveva affittato i tre film preferiti di Summer e li avrebbe guardati tutti, solo per stare sul divano con lei stesa sulle sue gambe, ma no… perché c’era la quella stupida cena e molto probabilmente lei preferiva quello ed era semplicemente assurdo, lei lo sapeva quanto Ryan lo avesse fatto soffrire andandosene così, non rispondendo mai a telefonate, mail o messaggi, escludendolo senza nemmeno un saluto dalla sua vita, Summer lo sapeva perché lui le diceva tutto, ogni cosa, ogni stato d’animo e proprio per questo non poteva evitare di esplodere davanti alla tranquillità con cui lei gli dava picche per la serata.
“Lo sapevi che ci sarei andata, di cosa ti stupisci?”

Hailey entrò in cucina proprio in quell’istante, ancora assonnata, era stata svegliata dal tono troppo alto e isterico di suo nipote che probabilmente era tornato alla carica, avrebbe voluto aiutarlo ma proprio non sapeva come e poi lei non era adatta per tirare fuori dai guai le persone, non vedeva l’ora di andarsene a dire la verità; per dimenticare Ryan era nel posto sbagliato e che l’avrebbe dimenticato era cosa certa, forse avrebbe fatto un po’ più di fatica ma l’avrebbe fatto, nel frattempo le sarebbe bastato essere un fantasma almeno per un pò...
Ridestò dai pensieri quando Seth le corse incontro, era contento che fosse lì, preoccupato per sua madre si, ma per lui era solo felicità, l’adorava, dopo averla abbracciata si sedette e le regalò un sorriso. Era ruffiano, con Hailey non ne aveva bisogno perciò gli piaceva esserlo.
“Prepari la colazione?” le chiese accomodandosi meglio sullo sgabello, Seth di stranezze ne aveva tante, ma questa era sicuramente la più assurda: “Fin da quando sono piccolo… adoro osservarla mentre prepara la colazione!” spiegò con naturalezza alla sua ragazza che lo guardava sconcertata, era solo una persona che metteva il pane a tostare, eppure poteva sentire emozione nell’aria.
“Anch’io adoro prepararti la colazione, ma non dirmi che stai stressando una povera ragazza di prima mattina e senza che abbia almeno mangiato qualcosa” fece l'occhiolino a Summer seduta al tavolo, già del tutto sveglia dalla litigata mattutina e con la tovaglietta ancora vuota.
“So che sei femminista, ma dovresti stare dalla mia parte, sono sempre io il tuo nipotino che ruba ai ricchi perché se lo meritano!” si stupì lo ricordasse ancora “Non potrei scordarlo uno dei picchi sociali più alti della mia infanzia!”
L’umore di Seth era virato vertiginosamente, tanto che non poté fare a meno di raccontare a Summer a cosa si riferiva: quando aveva tre anni per carnevale Hailey lo vestì da Robin Hood mandandolo in giro a dire frasi ingiuriose sui ricchi. Ricordava tutto, nei minimi dettagli.
Non si aspettava niente di diverso, ma faticava nell’immaginarsi un piccolo Seth così intraprendente “Il coraggio me lo dava lei” precisò quasi la stesse leggendo nel pensiero, l’euforia che respirava nel suo fidanzato non la vedeva da tempo.
Kirsten comparve sulla porta proprio in quel momento, smise di canticchiare, ancora in vestaglia, aveva per le mani tre appendiabiti con relativi vestiti, era in ritardo sulla tabella di marcia per quel giorno così speciale.
“Quale preferite?” uno bianco, uno rosso e uno blu. Le sembrava di non aver ancora trovato il vestito giusto, Ryan le aveva dato così poco preavviso… e così tanta gioia allo stesso tempo.
“Non saprei… ma se vendi uno di quei vestiti ci salvi il terzo mondo” Seth rise alla battuta di Hailey, le mancava questo suo schifare ogni sfarzo... anche se in quell’attimo quel senso di pace che si percepiva poco prima cambiò radicalmente, trasformandosi in qualcosa che sarebbe inevitabilmente successo.
“Piuttosto perché non ci dici da cosa dobbiamo salvare te questa volta? oggi sono di ottimo umore, approfitta!”
Il tono era piccato, ma non era piacevole sapere che da un momento all’altro poteva arrivarti qualunque guaio.
“Che sfortuna! proprio oggi che potrei approfittarne non ho casini all’attivo!” rispose Hailey con strafottenza.
Kirsten si fece seria aspettava quel giorno da così tanto che ancora non era certa lo stesse vivendo e nessuno lo avrebbe rovinato.
“Non ho alcuna voglia di scherzare, oggi è uno dei giorni più felici della mia vita, lasciamo perdere le tue mille battutine su quanto detesti il mio modo di vivere e le miei risposte su quanto io trovi assurdo il tuo e arriviamo al punto…”
“Non ho niente da chiederti” Seth rise ma capì che ormai le risate erano fuori luogo perché non si scherzava più.
Avrebbe voluto credere a sua zia, ma aveva visto quella scena così tante volte… un conto era quanto adorasse Hailey, il suo modo di fare e i suoi pensieri e un conto era la realtà e la realtà dice che non c’è volta in cui lei si presenta senza guaio annesso.
“Senti non m’importa se piombi qui senza preavviso, racconti che hai un amante con la massima naturalezza, io non vedo mio figlio da cinque anni – scandì bene ogni parola- e oggi vado a festeggiare che si è laureato con il massimo dei voti e tu hai la fantastica capacità di rovinare tutto in due minuti quindi voglio sapere da cosa devo tirati fuori, non ho intenzione di ricevere telefonate nel bel mezzo della serata da qualche strano posto o da chissà chi” era nervosa e preoccupata.
“Spegni il telefono” Kirsten tirò un sospiro, non esisteva persona capace di provocarla come quanto ci riuscisse lei, se ne stava lì come se niente la sfiorasse a mangiare pane e nutella, mentre lei l’avrebbe poi sicuramente dovuta togliere da qualche casino e non aveva voglia di giocare. Era impossibile non perdere la calma: “Allora? ti servono soldi? per cosa? droga? polizia? cosa?”
Summer era come Seth in religioso silenzio, ma a disagio perché non aveva mai visto sua suocera in quel modo, parlare di tutte quelle cose con normalità, come se per tutti non ci fosse possibilità che Hailey si trovasse lì per altro.
“Ti da fastidio che io non tiri più di coca non abbia debiti e la polizia non mi stia cercando?”
“L’ultima volta che ti sei presentata solo per una visita di cortesia mi sono ritrovata alle quattro di notte in una centrale di polizia a dichiarare il falso e questo solo per salvare la tua bella faccia!”
“Di sicuro non l’hai fatto per la mia bella faccia”
Tutta la giornata di Seth stava rovinosamente andando a rotoli: litigata con fidanzata di prima mattina, nessuna serata romantica, niente colazione con sua zia ed ora una fantastica discussione tra Nichols. Non voleva che andasse così, forse qualcosa poteva dire anche lui:
“Bianco!” “Io opterei per il bianco!” “Ti dona il bianco!” “Amo i tuoi vestiti bianchi!”
Si beccò uno sguardo omicida da parte di entrambe, ma non voleva desistere, perché quelle poche volte in cui sua zia si trovava lì non poteva godersela?
Seth era fatto così sperava sempre di poter cambiare anche quello che non si può cambiare.
“Raccontavo a Summer di quando da piccolo zia mi vestì da Robin Hood…fu bellissimo!” sua madre non cambiò espressione. Anzi.
“Bellissimo sì, tuo nonno dovette andare porta a porta a scusarsi con tre quarti della gente che ci dava da vivere!”
Era il modo di fare che la faceva innervosire e quel sorrisino estremamente eloquente senza dire una parola.
“Sono passati vent’anni e non è cambiato niente, trovi ancora divertente tutto quello che hai fatto passare a papà” non era una domanda ma un’affermazione, si vedeva che non le dispiaceva affatto.
La pensavano così diversamente sul loro padre ma con la stessa intensità che nessuna delle due avrebbe taciuto.
“Un vero peccato non ci sia più, avevo ancora così tante frecce al mio arco!”
Fu un secondo o anche meno che Hailey si prese uno schiaffo in piana faccia, senza cambiare minimamente espressione.
“Non parlare così di papà”
Summer guardò il pavimento, avrebbe voluto evaporare o qualcosa del genere.
Lo sbattere della porta spense quel momento come acqua sul fuoco, a nessuna delle due andava di coinvolgere Sandy nelle discussioni.
 “Famiglia è fantastico, uscire e dire che quel ragazzetto che ho portato qui da Chino è diventato un architetto quando tutti lo davano per futuro ladro o ancor peggio… mi rimette in pace col mondo e sentire meno in colpa”
“Ho saputo che ti sei venduto!” gli fece Hailey con tono ironicamente triste, salvo poi voltarsi verso suo nipote “Robin …tu non deludermi mi raccomando… sei l’ultimo supereroe rimasto!”
Seth avrebbe voluto sorriderle o dire qualcosa ma era ancora immobile a quanto successo poco prima, a quanto pare molto più delle protagoniste che andavano avanti come se nulla fosse successo. Le battutine di Hailey erano qualcosa d’intollerabile per Kirsten, battutine sul perchè Sandy fosse passato al più famoso studio legale della città, e su quanto deve essere importante per l'umanità risolvere le diatribe tra due suv che si scontrano, ancor più intollerabile però, era suo marito che le trovava divertenti, forse perché in parte le condivideva, meno divertente il volerla invitare alla cena di Ryan, Hailey faceva parte della famiglia solo quando le conveniva, grazie al cielo non era tipa da cene per ricorrenze, ma a Sandy sembrava giusto chiederglielo lo stesso…
Summer guardò il fondo della sua tazza di caffè, per evadere, ma non poté che alzare lo sguardo, le gelò il sangue alla domanda di suo suocero, non erano propriamente fatti suoi ma vista la tensione di poco prima se fosse stato vero, pensò che a Hailey sganciare una bomba del genere avrebbe fatto piacere.
“Cena per il ragazzetto problematico che hai portato qui? nooo però se dici che è divertente userò la cosa per giocare con i perbenisti arricchiti che vegetano in questa bolla”
Pensò che le avesse mentito, era indecifrabile, una che si prende uno schiaffo e poi spalma marmellata come nulla fosse poteva benissimo essersi inventata tutto per divertirsi e portare scompiglio.
Non sapeva cosa pensare. Il discorso virò sulla tesi di Ryan. Kirsten era curiosa di sapere su che cos’era, l’ultima volta che l’aveva sentito aveva parlato di architettura antica, ma non le era parso granché convinto.

Hailey aveva capito che Summer le credeva si… ma anche no, così una volta rimaste sole, dopo aver fatto una sigaretta con cartina e tabacco e prima di scomparire verso la casetta in piscina la buttò lì: “La fa sulle abitazioni tipo, ha ripreso in mano la vecchia tesi di Kirsten, l’ho letta è molto bella”.



La stanza di Kaitlin ora sembrava davvero la stanza di una sedicenne, una sedicenne un po’ eclettica a giudicare dal rosa shocking delle pareti in contrasto con il copriletto rosso... e l’enorme specchio sulla destra, se Ryan pensava che si era fatto un pomeriggio all’Ikea per sceglierlo come fosse l’acquisto più importante della vita, ancora gli girava la testa.
“Così sembri un bravo ragazzo” gli sistemò il nodo alla cravatta, prima che si strozzasse, era tanto che non si vestiva così elegante, sapeva quanto Kirsten adorasse vedere lui e Seth vestiti “per bene”, così lo aveva comprato, smoking con cravatta, solo non si ricordava quanto fosse fastidiosa la cravatta.
“Se continui a torturarti il nodo, ti conviene non metterla o prenderti una camomilla” Theresa lo conosceva troppo bene per non sapere quanto fosse nervoso, e lui non si preoccupò neppure di nasconderlo.
“Non è perché ti scopavi sua sorella che sei così agitato vero?!”
“E’ la cravatta, non ci sono più abituato mi stringe il collo!”
“La cravatta?”
“E poi Anna…mi convince a fare le cose e si dilegua, a proposito, grazie mi hai salvato!”
L’aveva salvato davvero rimanendo quella sera con Kaitlin, Anna aveva dato buca all’ultimo e non poteva portarla con lui alla cena, certo avrebbe potuto lasciarla a casa da sola, ma sarebbe rimasto tutto il tempo in pensiero e ne aveva già molti.
Per il momento aveva deciso di non dire niente a Sandy e Kirsten, chiese al padre di Luke di fare lo stesso promettendo che ne avrebbe parlato loro quanto prima, ma quella sera non era proprio indicata, non sapeva nemmeno se sarebbe riuscito a riprendere un rapporto con loro, si sentiva in colpa per averli tagliati fuori il giorno della sua laurea, ci mancava solo raccontasse che Kaitlin Cooper viveva con lui e ne era diventato il tutore.
“Peggio di Alex il primo giorno di scuola” provò a risistemargli la cravatta che si era nuovamente snodato, lasciandola un po’ più larga.
“A proposito dov’è?” in quei giorni si era quasi abituato a quella peste per casa.
“Fuori a giocare con ragazzini senza coltelli nelle tasche, a proposito, grazie a te” rispose certa, ripetendo le sue parole e pensando a suo figlio che giocava felice nel piccolo giardino e a come lo aveva visto spensierato in quei due giorni, avevano ritinteggiato tutta casa e si era divertito come un pazzo a rotolarsi nella vernice, giocare con Luke o leggere le storie di Anna.
Quando era a Portland, si sentiva più sicura, non solo perché non stavano a Chino, ma perché poteva coccolarsi Alex senza dover ricoprire mille ruoli nella sua vita, poteva respirare un attimo, Ryan la guardava e ora con la laurea, presto, avrebbe fatto qualcosa per loro, non sapeva cosa, ma lo avrebbe fatto, lo pensava da tempo ci stava lavorando prima che arrivasse Kaitlin, un lavoro più sicuro per Theresa o mettere da parte dei soldi per far studiare Alex qualcosa...
Aveva capito a cinque anni che Theresa avrebbe fatto parte della sua vita e viceversa, si sarebbero sempre aiutati e ora erano quello che avrebbero sempre dovuto essere: Amici. Poi non c’era persona migliore, lei era con lui in tempi buoni e meno buoni e lo conosceva così bene che non c’era mai bisogno di tante parole.
Theresa si sdraiò sul letto dove Ryan si era seduto indeciso sul profumo da spruzzarsi, Luke gliene regalava uno al mese, una delle sue mille fisse.
“Allora? non rispondi alla mia domanda?”
Per alcune cose preferiva sempre Anna, anche se gli aveva dato buca.
“Deve essere stato uno smacco clamoroso per una come lei essere mollata nel bel mezzo di un preliminare…”
Ryan non dava molto peso a quel che diceva, sapeva bene della sua avversione per le persone ricche e vista la sua situazione e com’erano cresciuti non poteva darle torto, anche se ora lui la pensava diversamente, per Theresa il mondo era diviso in ricchi e poveri e i primi non le piacevano affatto, poi non era tipo da raccontare nei dettagli i suoi fatti intimi, non perché Theresa fosse stata con lui, ma si chiedeva come facesse invece Luke a raccontare ogni dettaglio delle sue notti amorose senza un filo di imbarazzo o pudore.
“Sai cosa c’è peggio di una donna ricca? una donna ricca che schifa la ricchezza”
“Hailey è diversa”
“Facile fare l’alternativa quando hai una famiglia ricca alle spalle”
A lui dava fastidio avesse chiuso così. Voleva lasciarsi bene con le persone.



Uff. Aveva passato la giornata in barca e molto probabilmente la sera avrebbe visto i film, aveva fatto tutto quello che voleva fare con Summer ma da solo, che novità.
Ora se ne stava lì a fissare il soffitto e di tanto in tanto diceva qualcosa a Capitan Avena. Si chiedeva cosa stesse succedendo a Porland.
Nella casetta in piscina se lo chiedeva per motivi diversi anche Hailey, immaginava Ryan fosse agitato, ma ancora non capiva come facesse a volere tutto quel bene a Kirsten, lo trovava inconcepibile, lesse ancora una volta il messaggio di una delle sue migliori amiche “Bel casino!”, erano sempre molto simpatiche ma non vedeva l’ora di averle davanti di persona per chiedere loro come l’avessero convinta a finire a Newport, per interrompere i pensieri almeno l’orologio giocava a suo favore.
Appena la vide entrare in camera Seth bloccò ogni intenzione, non aveva voglia di parlare “Ti prego nessun discorso su quanto mamma mi vuole bene e Summer e…”
Alzò le mani “Volevo solo dirti che ho svaligiato un ristorante cinese, con la deliziosa carta di credito di tuo padre, voglio solo cenare" ed era la verità non andava nemmeno a lei di pensare a niente e lui si passò una mano tra i capelli, annuendo, per un attimo aveva creduto di avere una zia “normale” ed era così bello avere invece Hailey.
Il tempo di scendere le scale e tutte le buone intenzioni di Seth erano già scomparse.
“E’ che sono andati a Portland senza nemmeno pensare di stare a casa per rispetto nei miei confronti… papà si starà abbuffando di pesce”
Era stata al ristorante con Ryan qualche volta, il cibo era veramente ottimo, ma evitò di dirlo “Non avevi detto che non ne volevi parlare?”
“E’ che non so stare zitto, e poi… mamma, devi vedere sta dieci metri per aria nemmeno fosse l’unico che si laurea!”
Non poté fare a meno di ridere, suo nipote era sempre lo stesso e pregava che restasse sempre così speciale, però non poteva proprio credere Seth pensasse che sua madre facesse delle preferenze.
“Così, mi stai dicendo che tua madre, la persona più imparziale che io abbia mai visto fa preferenze tra te e Ryan?”
“Io passo tutti i giorni con lei e so cosa desidera per il suo compleanno, ma quando arriva il regalo di Ryan, lei aspetta solo quello… le brillano gli occhi!”
“No, non ci siamo, ascolta: tuo nonno se ne andava in giro a dire a tutti che ero la sua figlia preferita, poi però quando restavamo soli non faceva altro che dirmi quanto Kirsten fosse perfetta e io una sorta di incubo, a tua madre iniziava a fare  i regali per il compleanno una settimana prima, credo che non sapesse nemmeno la mia data di nascita… ti risulta che tua madre sia così?”
Certe volte Seth tendeva ad ingigantire tutto, se avesse potuto gli avrebbe semplicemente detto quanto Ryan non facesse altro che parlare di lui o continuasse a leggere i suoi fumetti ma con Seth bastava anche un discorso fatto nel modo giusto per togliere le sue inutili paranoie, non conosceva nessuno che rimuginasse sulle cose quanto lui. “Senti: quando eri piccolo non riuscivi ad unire due lego nemmeno a pagarti, era bellissimo vederti assorto mentre ti si leggeva una favola davvero… ma non riuscivi a costruire nemmeno le sorpresine delle uova di cioccolato… tua madre ha accantonato l’idea di avere un figlio architetto ai tuoi quattro anni, il destino le ha portato un figlio che a quanto pare ama queste cose quanto lei… è solo felice”
Questa volta era proprio semplice, lei ci vedeva un sacco di cose poco buone in sua sorella, ma in questo vedeva solo una felicità genuina. Il suono del campanello le venne in soccorso: “E ora chiudiamo prima che mi renda conto di stare spendendo buone parole per tua madre e mi passi l’appetito, vai ad aprire al nostro plebeo cinese”
Seth sorrise e rise, non perché pensasse che ci fossero plebei cinesi, ma perché l’avrebbe voluta sempre lì e si sentì improvvisamente stupido nell’aver pensato quelle cose dei suoi genitori.
Quando apri la porta e se la trovò davanti rimase a bocca aperta per qualche secondo, sbatté anche gli occhi per assicurarsi fosse lì davvero.
Lei sorrise semplicemente: “Ciao! disturbo?”
Ancora era incredulo, non la vedeva dal funerale di Marissa, si l’aveva vista spesso sulle foto di Luke…ma non era la stessa cosa: “No è che aspettavo un cinesino e tu…
“Gli occhi a mandorla ancora mancano!”
Si spostò per farla entrare, aveva i capelli più lunghi ed era semplice così come l’aveva lasciata: un paio di jeans, una maglietta particolare, una giacca. Anna era sempre Anna e questo non lo avrebbe cambiato mai nessuno.
“Come stai?” chiese appena riacquistò l’uso della parola dopo averla abbracciata ed essersi assicurato che non fosse un ologramma, quella visita inaspettata era valsa la brutta giornata che aveva vissuto.
“Bene, sono qui di passaggio dovevo portarti una cosa” dalla borsa a tracolla tirò fuori una chiavetta per pc.
“Cos’è?”
“Avevo pensato di mandartelo per e-mail, ma faceva troppo servizi segreti sai…”
Seth non ci capiva niente, però non voleva che se ne andasse, aveva così tante cose da chiederle che intanto chiuse la porta alle sue spalle.
“Metti che è un formato che il mio pc non apre?”
“Te l’ho messo in quattro formati diversi!” era sempre più furba lei, non lo aveva certo dimenticato!
“Fermati a cena!” non le importava nulla di quella chiavetta, Anna era lì.
Nemmeno lei aveva dimenticato quanto fosse impossibile liberarsi di Seth, sperava arrivasse qualcuno ad aiutarla ma immaginava che tutti fossero da Ryan, quello che mai avrebbe immaginato però le si materializzò davanti in un secondo. Non poteva crederci, ma nessuna delle due sembrava in difficoltà o di certo Anna non lo era.
“Zia lei è Anna, Anna lei è Hailey e siete qui entrambe è...è fantastico”
“Piacere Anna!” disse allungando la mano.
Ryan le aveva presentate già al concerto dei The Killers.
E ora stava succedendo davanti al salotto di casa Cohen.
Nessuna delle due ebbe il tempo di trovare un aggettivo al posto di "fantastico".
“Ti prego tira fuori qualche cosa da superzia e falla restare per cena”
Non poteva fare altro “Abbiamo ordinato cinese e se ti vuoi fermare…” le aveva regalato anche un sorriso, il meno spontaneo della galassia, ma sempre un sorriso.
“Come sta Ryan? siete amici no?” Seth si rese conto che non poteva chiederlo a nessun altro, nessun altro, che non fosse lei.
“Si e non sa che sono qui, non dovrei essere qui a dire il vero! se sa che sono qui…”
Aveva tirato al suo migliore amico un bidone gigantesco, ma aveva anche detto che gli sarebbe stata vicino e che l’avrebbe aiutato…
“Ma non lo saprà mai! io non glielo dirò di certo! e zia non sa nemmeno che faccia ha!” Anna si prese proprio quel secondo per guardarla, non l’aveva con lei, non era arrabbiata, ma un po’ irritata sì, non sapeva il motivo della rottura o chiusura di quel che fosse e non c’avrebbe messo il becco, ma lei partiva dalla convinzione che se Ryan doveva scegliersi una per del sano sesso di certo non avrebbe scelto la zia di Seth.
Si ritrovò senza sapere come ad un tavolo con Seth e del sushi, soli, forse un po’ di strizza Hailey doveva averla provata visto che aveva colto la prima occasione per dileguarsi.
“Hai imparato o…”
“Ho imparato!” disse giocherellando con le bacchette per il cibo cinese. In quell’attimo si sentì in colpa, era stato Martin ad insegnarle come fare… e lei gli aveva detto che doveva fare una cosa per Ryan e tecnicamente era quello che stava facendo, aveva omesso di Seth perché voleva evitare che fosse inutilmente geloso e pensava di cavarsela in cinque minuti… non sapeva neppure come poteva aver pensato una cosa del genere conoscendo Seth Cohen.
“Se hai imparato con le bacchette allora sono cambiate proprio tante cose! come stai?”
Semplice come era sempre stato. Iniziò da lì una chiacchierata che durò fino a tardi, Anna e gli esami e il lavoro, gli accennò di Martin, di quanto fosse speciale, lui le raccontò di Summer, di quanto fosse emozionato ma anche preoccupato per la nuova casa editrice e poi le foto della laurea di Ryan, il ritrovarsi ugualmente stupiti dal fatto che ci fosse una spogliarellista, i fumetti e le barche… e avrebbe voluto tenerla lì, non sapeva nemmeno quanto tempo fosse che una persona era così interessata alle sue parole e ai suoi pensieri.



“Vuoi consumare il pavimento?” la voce di Amanda lo seguiva mentre camminava avanti e indietro da ormai un quarto d’ora. Non erano in ritardo, era lui a essere in anticipo.
Amanda era la cugina di Luke, aveva diciott’ anni e lavorava nel ristorante di suo zio come cameriera, a quanto pare si era occupata lei dei preparativi: “E’ tutto pronto, stai tranquillo”, non lo era affatto. Era la paura di rivedere Seth, paura che svanì in un attimo visto che non c’era e si ritrovò ad abbracciare solo Summer.
“Hai imparato ad abbracciare le persone?!” fece lei mentre si scioglieva dall’abbraccio senza sapere quanto fosse fuori luogo la frase, il pensiero di lui andò subito a Kaitlin e a quella sua mania di dispensagli abbracci come fosse un orsacchiotto.
Li vide e in un attimo tutto sembrò più semplice. Erano semplicemente le due persone speciali che aveva lasciato, così speciali da cambiargli la vita.
Erano la sua famiglia. Stranamente non ci pensò più e la voglia di abbracciare Kirsten lo invase, si era dimenticato cosa fosse l’abbraccio di una mamma e quando non lo aveva mai saputo era stata lei ad insegnarglielo.
“Allora abbiamo un architetto?”
“Così pare” faceva un po’ strano sentirsi chiamare così, da Sandy ancor di più.
Fece strada al tavolo, un tavolo in una stanza riservata, avrebbe preferito qualcosa di diverso ma non se l’era sentita di chiederlo a Carson, così c’era un tavolo, la musica in sottofondo “Una famiglia speciale merita un trattamento speciale no?” aveva detto nel salutarli mentre arrivava la prima portata di pesce.
Luke era così contento per il suo amico che si era offerto di sua spontanea volontà di scambiare il turno del Mercoledì con quello del Sabato: “Signori Cohen, è passato dall’ incendiare case a costruirle forte eh?”
“E tu sei passato dal toccare il sedere delle cameriere all’esserlo? fortissimo!”
A Summer non faceva piacere vedere Luke, immaginava che Ryan gli volesse bene ma aveva avuto una storia con la madre di Marissa, un po’ difficile da dimenticare.
“Dov’è il tuo fidanzato?”
Già anche Ryan se lo chiedeva, sapeva di meritarsi quella sedia vuota per tutte le volte che non aveva risposto o non si era fatto trovare, ma per un momento aveva sperato ci fosse, anche se poi sarebbe stato tutto più complicato.
La ragazza non rispose, pensava solo che quella sedia vuota poteva non esserci e che quella domanda presto non gliel'avrebbero fatta più, non vedeva l'ora.
Kirsten non voleva rovinare niente, non avrebbe mai detto di tutte le litigate di quei giorni e nemmeno qualcosa di Seth, quando avrebbero fatto pace si sarebbero raccontati tutto loro, così inventò qualcosa perché Ryan non ci restasse troppo male
"Voleva essere qui, davvero, ma Hailey è passata e non ci siamo certo fidati a lasciarla lì da sola" "Vorremo ritrovare la nostra casa al ritorno!" aggiunse Sandy sorridendo per dedicarsi ai gamberi.
Luke non poteva evitare, voleva mordersi la lingua ma non riuscì a non farlo “Non sapevo avesse una sorella!” non poteva crederci, adorava queste cose e quello era il suo momento, quante volte aveva ipotizzato a Ryan una scena del genere e mille cose imbarazzanti al seguito? infinite e infatti lui lo sapeva benissimo, sospettava che sul block notes invece delle ordinazioni si stesse segnando questo momento epico per il quale lo avrebbe preso per il culo per i prossimi cento anni, o che sulla sua fronte uscisse la scritta “BINGO”. "Chino vuoi dell'acqua?!" Avrebbe regalato uno sconto ai signori che lo chiamarono al tavolo evitando così altre mille frecciatine.
“La tengo nascosta come ancor più nascosti tengo i motivi per cui la tengo nascosta” rispose Kirsten, almeno il suo arrivo era un’ ottima scusa.
“Adesso sta con uno di trent’anni più vecchio” spiegò Sandy sorridendo, lui non ci vedeva poi una cosa così sconveniente per com’era fatta Hailey, aveva imparato ad aspettarsi di tutto da lei, e poi trovava buffissimi gli atteggiamenti sconcertati di sua moglie quando se ne parlava  “Trentuno” precisò sorridendo.
“Lo fa per i soldi” tagliò corto Kirsten tornando a suo figlio che li guardava divertito, divertito ma non quanto il camerire che ne approfittò per riempirgli il bicchiere d'acqua, prima di dileguarsi, ancor più divertito.
“Allora raccontami tutto! dove eravamo rimasti?”
Ryan si accorse in quel momento che non vedeva l’ora di raccontarle tutto, adorava parlare con Kirsten di architettura, ogni esame gli passava per la testa di chiamarla e raccontarle ogni cosa ma poi desisteva, aveva così tante cose da chiederle.
“Mi affascinava un sacco, lo storico, ma non avevo molto su cui lavorare…” a dire il vero fu chiaro che adoravano parlare di qualunque cosa e fu bello, Sandy guardò Summer sorridendo e lei di rimando, sarebbero potuti sparire e nessuno dei due se ne sarebbe accorto e Sandy lo sapeva che sarebbe andata esattamente così, che ad un tratto avrebbero iniziato a parlare di cose che capivano solo loro, scostandosi a malapena quando un cameriere arrivava con un nuovo piatto, tutta l’ansia di quella serata di Kirsten era svanita così come quella di suo figlio. Perché erano esattamente questo: una mamma e un figlio e gli piaceva da morire vedere cosa avesse creato osando, dando un opportunità ad un ragazzo che non ne aveva.
Anche Summer era contenta, ma si chiedeva perché diavolo Ryan lo avesse fatto, più tardi gli avrebbe fatto un culo quadro. Visto che di architettura non ne sapeva nulla e suo suocero si godeva la cena, cercava di mettere insieme i pezzi. Le parole di Hailey. Il gongolare idiota di Luke. Forse era tutto uno scherzo.
“Ho scelto le abitazioni tipo come argomento”
“Cazzo!” tutti si voltarono verso Summer, le spiaceva aver interrotto quella sorta di magia, ma un conto era immaginare un conto era averne la certezza.
“Cavolo, volevo dire, che bell’argomento! sembra interessante!”
“Quella di Kirsten è fantastica! dovresti leggerla”
Sandy non ci poteva credere, era contento, ma ancora non capiva cosa ci fosse di tanto interessante in queste cose e in quella tesi, amava sua moglie, ma quella tesi… era ancora argomento di forte discussione nella sua vita matrimoniale “Tu l’hai veramente letta? voglio dire, l’hai letta tutta?”
“Visto? non è poi così difficile” fece sua moglie, i ragazzi li guardavano divertiti, per tutto quello stupore da parte di uno che non si stupiva di niente.
“Quando Kirsten preparava la tesi le dissi che l’avrei letta, lo dissi così, come gesto di carineria nei confronti della mia fidanzata, senza pensare che poi l’avrei dovuto fare… wow… tu davvero… non trovi sia un mattone?”
“No, a dire il vero l’ho letta due volte, è bella”
“Pazzesco! pazzesco sei un idolo!” Risero tutti di gusto “Alla fine l’ho comunque letta!” precisò “Leggere una tesi di architettura è così noioso che solo una persona innamorata può farlo il più folle gesto d'amore”
“Non sono così certa che tu l’abbia letta ma farò finta di crederci, piuttosto dì la novità: Sandy vuole prendere un cane!”
Ryan questa volta si che per poco non si strozzò con l’acqua, insomma un cane è una responsabilità e Sandy sapeva prendersi grandi responsabilità, ma su quelle piccole deficitava un po’, troppo pigro per avere un qualsiasi animale.
"Datemi un pò di fiducia, nessuno crede che io possa occuparmi di un semplice cane?"
"No" 
le risa riempirono la sala e se guardavi da lontano vedevi solo una famiglia felice.

Prima di andarsene dopo aver salutato Ryan e Summer i Cohen si fermarono a parlare con Luke, a dire il vero fu lui a fermarli, lo fece così, per fare qualcosa di bello e visto che Anna stava facendo la sua parte, non voleva essere da meno e poi sarebbe rimasta così sorpresa della cosa che magari non gli avrebbe dato del superficiale per un paio di settimane, in fondo sarebbe bastato poco immaginava volessero sapere così tante cose del loro figlio, anche le più insignificanti... non avrebbe detto niente di sconveniente, si limitò a raccontare cose semplici, che giocavano in una squadra di calcetto, che non si sa come lo aveva convinto a suonare la batteria nel suo gruppo musicale, che di tanto in tanto suonavano per locali e che Ryan era senza dubbio il migliore amico che avesse mai avuto "Mi regala momenti epici di continuo!" concluse ripensando alle uscite di quella sera, avrebbe sicuramente ringraziato Hailey e avrebbero riso insieme di questa cosa la prossima volta che si sarebbero visti.


Alle due di notte, in una piazzetta su dei gradini a Portland, illuminati dai fari, altre due persone cercavano il momento giusto, i tempi dei dialoghi erano molto diversi e se per Anna e Seth niente era cambiato, loro dovevano ancora decidere come avrebbe dovuto essere.
Se a Newport Anna e Seth non facevano altro che parlare, coprendo qualsiasi rumore, su quei gradini c'era solo silenzio e l'unico rumore era quello della pioggia che batteva sulla tettoia che li riparava dall'acquazzone.
Era rimasto sorpreso quando disse che si sarebbe fermata, ma doveva essere per qualcosa d'importante e non poteva certo rifiutare ora che i Cohen credevano vivesse da solo.
"Ho un segreto e se non lo dico..." non ce la faceva più, aveva delle amiche, tante, ma tutte si chiedevano perchè stesse con Seth prima di chiederle perchè lo volesse lasciare. Scoppiò a piangere, dirlo a Ryan era come quasi dirlo a Seth.
"Non so tenere i segreti" aggiunse dopo.
"Nemmeno io" rispose lui, non lo disse solo per rincuorarla, era tutta sera che voleva dire di Kaitlin.
"Lascio Seth, ho voluto dirtelo perchè magari potrebbe aver bisogno di te"
Voleva fare qualcosa per Seth tutto quello che non aveva fatto in questi anni e stupidamente pensò che dire quelle parole bastasse "Guarda che ti ama" capì solo dopo che erano parole stupide in quel momento.
"Basta! tutti a dire che mi ama, papà, Hailey, tutti, non c'è riuscito, non è stato capace di starmi vicino, non nel modo giusto, magari non è neppure colpa sua, ma non... ogni volta che mi vedeva piangere se ne andava così ho smesso di piangere... non posso stare con lui per non farlo soffrire... lo so che mi ama, ma..." Ryan si limitò ad abbracciarla, non era molto bravo ma lo fece e basta, a lui spiaceva vederla piangere ma non gli dava fastidio, la stimava, lui si vergognava così tanto nel pensare di piangere davanti a qualcuno...
"Ti doco una cosa..."
"Guarda che l'effetto "sorpresa" te l'ha già rubato Hailey..." si aspettava di sentirlo ridere,sorridere, imbarazzarsi o almeno muovere un muscolo, ma era un ghiacciolo e non per il freddo, anche lui ora doveva dire una cosa per la prima volta a qualcuno, era il suo turno.
"No, vivo con Kaitlin Cooper" "Dimmi che scherzi" si fece seria sciogliendosi dal suo abbraccio e lasciò che il vento asciugasse le lacrime al suo posto.
Prevedeva che si sarebbe arrabbiata, o almeno non ne sarebbe stata felice, provò a spiegarsi con la gola ancora secca: "Mi hanno chiamato, credevo fosse qualcosa che riguardasse il mio di affidamento, non avevo voglia di chiamare Sandy, sono andato e me la sono trovata davanti, potevo lasciarla lì, ma non esistono sempre persone come i Cohen... non esistono altre persone come loro"
"Ryan" era sconsolata, sconsolata di vederlo così, così capace di mettersi nei guai per tirare fuori gli altri "Ha una mamma..." "Anch'io... ma..." "I Cohen sono persone adulte" "Mi sento meno in colpa" lo disse non rendendosi conto che non lo stava dicendo solo a se stesso, ma Summer non le voleva sentire quelle parole, lo chiamò ancora quasi a voler fermare il suono della sua voce.
Summer ebbe paura, paura che non stesse davvero meglio, glielo disse come aveva fatto nei giorni di tanti anni fa, quando Ryan studiava giorno e notte quasi credendo che prima avesse preso la laurea prima sarebbe stato tutto un brutto sogno.
"Non è che se ti prendi cura di Kaitlin torna Marissa" non voleva essere dura ma aveva paura che non fosse cambiato nulla. "Forse un pò torno io.." era pieno di dubbi e avrebbe voluto darle più certezze, ma non ne aveva nemmeno una. "Marissa non l'avrebbe lasciata là" aggiunse quasi a cercare una piccola conferma di stare fecendo la cosa giusta. "Si, ma non sarebbe stata nemmeno contenta di portarsela a casa..." disse lei con gli occhi lucidi. Certo che era così. "Pallaalpiede" fece Summer, Ryan sorrise, non era una cosa bella ma era così che Marissa chiamava Kaitlin parlando con la sua migliore amica "Se devono fare figli per poi accollarmeli possono anche usare precauzioni!" no, decisamente, Marissa era un pò egoista, ma quelle poche persone che entravano nel suo cuore erano destinate a starci per sempre e a non sapere più come fare senza di lei.
Lo disse e basta e lui non voleva nemmeno, ma le parole uscirono come da sole.
“Mi manca tutti i giorni”
“Anche a me”
Summer lo diceva quasi tutti i giorni a qualcuno quanto Marissa le mancasse, oppure lo scriveva da qualche parte o faceva qualcosa per esorcizzare quel dolore, ma Ryan non l’aveva mai detto a nessuno. Ed era stato lui a dirlo per primo. Gli fece un effetto strano sentire la sua voce dire quelle parole e per un istante pensò di scappare via.
Poi in un secondo senti un groppo più grande della sua gola sciogliersi, le lacrime scendere, caldo anche se pioveva come non mai, stava piangendo e questa volta se ne accorse, come si accorse di Summer che per toglierlo immediatamente da quell'immensa vergogna che immotivatamente lo attanagliava lo abbracciò e pianse con lui.
Lei lo avrebbe voluto fare tanto tempo prima, perchè solo loro potevano sapere cosa volesse dire aver perso Marissa, non poteva saperlo Seth e nemmeno nessun altro.
"Ci provo tutti i giorni a ricordare cosa è successo ma non ci riesco..."
Ogni giorno, da quel giorno, ultimamente prendendo a pugni quel sacco da boxe, Ryan ci provava a ricordare cosa fosse successo, ma ricordava solo di essere salito su quella macchina e di essersi risvegliato in ospedale. Nient'altro e l'ultimo ricordo di Marissa sono loro due che litigano nella casetta in piscina, aspetta che arrivi quella scintilla che faccia ricordare qualcosa in più ma non arriva mai.
Questa volta rispetto a quei giorni lo sguardo di Ryan era più presente così gli ripetè quelle parole con la stessa convinzione: "Ryan mi devi ascoltare: Lei era felice, felice di stare con te, era innamorata di te, tu la rendevi felice. Mi devi credere perchè io lo so"
"Si ho capito ma io adesso come faccio?" era questo che si chiedeva tante volte, si sentiva semplicemente perso e Summer non si aspettava che sarebbe andata così, di trovarselo tra le sue braccia a piangere, però per quanto avrebbe voluto un risposta, non l'aveva, non sapeva nemmeno lei come fare, ma adesso che erano insieme e avevano qualcuno con cui condividere tutto questo, sarebbe stato più facile.

Voleva spezzare quella sensazione di imbarazzo che ora immaginava, conoscendolo, provasse e dicendo "non piangere" l'avrebbe solo sottolineata, lo aveva già detto ma questa volta rise nel dirlo e se prima non lo trovava divertente ora pregava che Hailey fosse davvero stata capace di farlo stare bene anche solo qualche secondo.
"E così ti fai la sorella di Kirsten eh?"
Rise anche lui, anche se non sapeva bene di cosa, non c'era nulla da ridere.
S'immaginava che in cuor suo non sarebbe mai riuscita a vedere nessuno a fianco a Ryan, ma ora desiderava solo che lui trovasse qualcuno che lo facesse ridere di nuovo.
"Ti conviene confidarti con me, anche se poi la prendrete sul ridere non credo potrei confidare tuttotuttotuttomapropriotutto a Cohen! Già mi vedo la scena..."
Così fece, anche se in realtà prima di Hailey non aveva molto da raccontare, aveva provato ad uscire con qualche ragazza perchè Luke era così sfinente con queste uscite a quattro, ma senza nemmeno sapere perchè alla prima uscita da soli diceva che la sua ragazza non c'era più come se fosse una cosa che dovevano sapere subito, questo bastava per fare in modo che non ci fossero altre uscite e se non bastava all'uscita successiva troncava lui, consapevole che nessuna avrebbe potuto prendere il suo posto. Solo che con Hailey non aveva dovuto fare nè l'uno nè l'altro... non dovevano mica uscire insieme doveva solo aiutarla per una cosa.
"Bè una ragazza che ti chiama dicendoti se le dai una mano a saldare un debito per cocaina è senza dubbio affascinante!"
"Ma ti ha detto tutto?"
"E' così strano? guarda che quando piango è incredibile quello che la gente può fare per farmi smettere!"
"No è che Hailey è imprevedibile, tutto qua!"
"Si, la zia di Seth è imprevedibile!" non aveva più voglia di fargli il culo quadro anzi, ma era un particolare non trascurabile, però Ryan gli fece una simpatica tenerezza.
"Si lo so, infatti parliamo sempre di lui" Summer lo guardò ancor più divertita.
Ryan sapeva di essere comunque in difetto ma non sapeva come spiegare quella cosa
"Cioè, insomma a lei la mia famiglia sta un pò sulle palle"
"La sua o la tua?!" era divertente vederlo cercare di spiegare qualcosa che molto probabilmente non aveva nemmeno mai spiegato a se stesso, però questa volta era sicuro...
"No, vedi quella non è la famiglia di Hailey, si lo è geneticamente, ma lei è diversa, non è migliore o peggiore, è solo diversa, come una persona che nasce in un posto che non è il suo, con persone che non fanno per lei, insomma quando ne parlavamo, io non riesco a vedere in Kirsten quello che ci vede lei, insomma per me Kirsten è la persona migliore che ci sia al mondo e per lei la peggiore, però è come se
è difficile spiegarti com'è Hailey, credo di non averlo capito nemmeno io!"



E' che con lei stavo bene e basta, so che c'è qualcosa di sbagliato, ma quando stavo con lei riuscivo a stare bene, non era niente di serio, insomma lei è sposata io ho mille problemi, non avevamo pretese, ma quando stavamo insieme bastava..."
"Insomma lei è così... bhè per lei non ci sarebbe stato alcun problema a dire che avevamo questa cosa, se lo avessi detto a Seth o Kirsten o Sandy a lei non sarebbe importato niente, non le importa molto di quello che pensano gli altri... è fatta così"


Non sapevano quante ora fossero rimasti a parlare e qualche volta Ryan pianse ancora, così come Summer ma quando si avviarono verso casa non pioveva più, c'era un arcobaleno, bellissimo. L'arcobaleno più bello che avessero mai visto, nessuno credeva a queste cose, ma entrambi per un attimo pensarono che fosse stata Marissa.
"Andiamo a casa?"
"Ok, ma guarda che Kaitlin Cooper non mi vede di buon occhio... sai tutte le volte che Marissa diceva "mia sorella" parlava di me e non di lei, non doveva essere piacevole!"
"Non vedeva nemmeno me di buon occhio... ora mi fa regali!"
Summer rimase sorpresa in un sorriso quando vide la porta di casa e pensò a tutte le volte che Seth ne aveva parlato, sarebbe bastato così poco.



Seth inserì la chiavetta, era confuso, Anna gli aveva detto che prima o poi avrebbe ringraziato “anche” Luke, poco dopo sul monitor girava un video, non propriamente chiaro e una musica assordante, aveva riconosciuto Ryan e Anna ma dovette mettersi le cuffiette per capire le parole.
“Volevo invitare Seth e Summer, giuro, ma ogni volta, tutte le volte che li vedo non faccio altro che pensare che lei dovrebbe essere lì con loro o con me e mi sembra di sprofondare di nuovo senza possibilità di risalire, non li potevo invitare, vorrei che fossero qui, ma non riuscirei ad averli qui”.






  
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