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Autore: Tico_Sarah    18/06/2014    6 recensioni
Gli Shinra's Studios sono i più famosi studi cinematografici del pianeta. Tutti coloro che ambiscono al successo devono passare da lì!
Midgar, la città delle luci e dei colori, perennemente immersa nella luce abbagliante dei riflettori, offre la più vasta gamma di attori talentuosi, grazie ai quali gli Shinra's Studios sembrano non sbagliare mai un colpo, offrendo al pubblico una vasta gamma di film e fiction di successo.
Si vocifera che l'ultimo film dell regista Rufus, "24 Fotogrammi Al Secondo", sarà un gran successo, ma una serie imprevista di eventi porterà risvolti inaspettati e una buona dose di guai!
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Cloud Strife, Sephiroth, Tifa Lockheart, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun gioco
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Dedicata a the one winged angel.
 
 

 
 
Capitolo 1
 
 
 
 
Quando Tifa aveva deciso di rispondere all’annuncio non avrebbe mai immaginato di ritrovarsi in un giardino pieno di cespugli fioriti, sotto un gazebo, seduta su una sedia di legno. Dopotutto l’annuncio diceva soltanto “Cercasi aiutante che sappia cucinare, lavare e stirare”, e in basso c’era scritto l’indirizzo della casa. Tifa lo aveva staccato dal muro, felice di potersi presentare al colloquio, ma quand’era arrivata di fronte alla massiccia inferriata di metallo e aveva adocchiato la sconfinata foresta amazzonica che circondava la villa, le era venuta voglia di fuggire. Poi, all’inno di: “Tifa, sei una ragazza volenterosa e ti serve un lavoro”, si era rimboccata le maniche della camicia e aveva spinto il dito sul campanello.
Il cancello s’era aperto e una voce maschile le aveva chiesto di raggiungere l’ingresso della villa; qui un tipo alto in smoking l’aveva condotta tra gli alberi rigogliosi e i cespugli, e le aveva indicato di sedersi su una sedia. Poi era sparito, lasciando Tifa a guardarsi intorno, spaesata.
Tifa non aveva mai visto un giardino tanto lussureggiante in una semplice villetta di città! Era come trovarsi improvvisamente catapultati nella più aperta campagna, in un boschetto tranquillo dove regna solo il canto dei passeri e il fruscio del vento.
-Aaaah...- Tifa si lasciò andare sullo schienale della sedia e socchiuse gli occhi, rilassandosi.
-Ti piace il mio giardino?- una voce femminile e delicata richiamò Tifa alla realtà. Voltandosi, inquadrò una ragazza di appena vent’anni, con un bel viso delicato illuminato da un paio d’ occhi smeraldini. Scendeva le scalette con eleganza; un sorriso furbetto le si era dipinto sul viso.
-Sì... Molto.- Rispose Tifa, guardinga.
La ragazza raggiunse il gazebo e si sedette sull’altra sedia di legno, al di là del tavolino. Poi sorrise nella direzione di Tifa e socchiuse gli occhi.-Ne sono felice... Non mi aspettavo che  qualcuno rispondesse all’annuncio... Devi essere una persona molto volenterosa.-
Tifa restituì il sorriso.-Sì... Beh... Mi sono appena trasferita da Nibheleim e sto cercando un lavoro...- Rispose, in tono deciso.
La ragazza ridacchiò e accavallò le gambe. Per un lungo istante i suoi occhi vagarono su Tifa, come se stesse la stesse soppesando, poi annuì.-Io mi chiamo Aerith Gainsborough, e questa casa è mia...-
-Aerith... Gainsborough...- Tifa scandì quel nome con aria perplessa. le sembrava di averlo già sentito nominare da qualche parte... Ma dove, di preciso? Si sporse un po’ verso Aerith e le sorrise con aria gioviale.-Io sono Tifa Lokhart!-
-Come mai hai deciso di venire a Midgar?- domandò Aerith, in tono dolce.
-Beh... In realtà è una storia lunga...- Rispose Tifa, imbarazzata.-Diciamo che sono qui perché vorrei cambiare vita...-
-Cambiare vita...- Ripetè Aerith, incuriosita.-E sei disposta a lavorare qui? Intendo... A casa mia?- indicò la villa che stava di fianco al gazebo, una grande struttura color paglia che si levava su due piani.-Il tuo lavoro consisterebbe nell’occuparti di questo posto... La mia vecchia cameriera si è licenziata pochi giorni fa per entrare nel mondo dello spettacolo, e adesso avrei bisogno di qualcuno che prenda il suo posto...-
Tifa estrasse il volantino rosa shocking dalla tasca e lo poggiò sul tavolino.-Sono pronta!- esclamò.
Aerith rise e battè le mani con aria entusiasta, poi si alzò dalla con un movimento flessuoso, facendo ondeggiare la lunga treccia di capelli castani.-Allora è deciso... Sei assunta. La tua paga sarà di duemila guil al mese... Spero che bastino!-
-Duemila?- fece eco Tifa.
-Sono pochi?- domandò Aerith, con un sorriso incerto.
-No! No!- Tifa si alzò dalla sedia.-Vanno più che bene...-
-In più potrai abitare qui... Mangiare qui... E usufruire del mio giardino.- Disse Aerith, incrociando le mani dietro la schiena.-Si sta molto bene... Me ne prendo cura tutti i giorni!-
-Tu... Da sola?- fece Tifa, allibita.
-Sì... Ho sempre paura che qualcuno rovini le mie piante. Non è facile avere a che fare con i fiori...- Aerith sorrise flebilmente e fece segno a Tifa di seguirla.-Vieni, ti mostro la tua camera...-
L’interno della casa era veramente lussuosa. Tifa cominciò a chiedersi se Aerith non fosse la figlia di qualche ricco imprenditore o di qualche miliardario. Le stanze erano tutte enormi e c’erano piante ovunque, alcune molto esotiche. Sopra un mobile se ne stava un cactus con una forma strana. Pareva che avesse braccia e gambe... Tifa gli si avvicinò con aria curiosa:-Cos’è questo?-
-Un Kyactus.- Rispose Aerith, con dolcezza.-L’ho trovato nel deserto.-
Aerith si dimostrò gentile e disponibile a risolvere tutti i dubbi di Tifa. Le spiegò che la casa era grande e che sarebbe stata aiutata da molte persone nel suo lavoro, poi le presentò l’uomo in smoking, un tale di nome Tseng.
-Lui è il mio autista, maggiordomo e manager.- Disse Aerith.
-Manager?- fece eco Tifa, perplessa.
Tseng annuì.
-Sei una cantante, Aerith?- domandò Tifa, che forse aveva risolto il problema circa l’identità di Aerith.
-Ah... No...- Rispose lei, con un sorrisetto misterioso.-Sono un’attrice.-
Tifa realizzò istantaneamente chi era quella donna. Aerith Gainsborough! Come aveva fatto a non pensarci prima?! L’attrice di successo! La stessa che aveva girato così tanti film negli ultimi due anni da diventare subito famosa!
-Dalla tua faccia non l’avevi riconosciuta...- Fece Tseng, con occhio critico, esaminando l’espressione sbalordita di Tifa.
-In realtà sì!- esclamò lei, riprendendo il controllo dei muscoli facciali.-Solo che non volevo essere indiscreta, ecco tutto! Posso chiederti un autografo?-
Aerith sorrise e annuì rapidamente.-Certo!-
 
***
 
Il giorno successivo, Tifa si occupò di sistemare le valige nella propria camera. Le fu chiesto di indossare una classica uniforme scura da cameriera con il grembiule bianco e fu incaricata di occuparsi della sala.
-Questo straccio è per te!- esclamò una ragazzina magra dall’aria dispettosa.-Io mi chiamo Yuffie Kisaragi e mi occupo di spolverare la sala tutti i giorni! Oggi, siccome siamo in due e non lo faccio da molto tempo, vorrei pulire il lampadario!-
Tifa alzò gli occhi verso il soffitto e notò un grosso lampadario d’ottone con sei braccia arzigogolate sormontate da sfere di vetro.-Servirà uno scalandrino.- Commentò.
-Esatto!- Yuffie esultò e andò a prendere la scala che precedentemente aveva appoggiato alla parete. La sistemò sotto il lampadario e guardò Tifa con aria divertita.-Sali tu?-
-Io?-
-Sei nuova! Quindi devo vedere come lavori!- Sogghignò Yuffie, posando le mani sulla scala.-Io ti reggo!-
-Grazie...- Sbottò Tifa, arrampicandosi sui pioli con aria incerta. Non aveva mai amato le scale... E in più soffriva di vertigini. Tuttavia, non potendo dire di no, si limitò a non guardare in basso e raggiungere la cima. Una volta che ebbe sistemato perfettamente i piedi sugli scalini, si dedicò a spolverare le sfere di vetro che contenevano le lampadine. Fu un lavoro piuttosto lungo e ingrato, visto che ad ogni vibrazione della scala Tifa pensò di piombare per terra; alla fine riuscì a terminarlo e discese dallo scalandrino, sollevata.
-Sei proprio brava!- esclamò allegramente Yuffie.
Tifa rilasciò un profondo sospiro.
-Non dirmi che soffri di vertigini!- fece Yuffie, curiosa.
-Sì... Un po’...- Rispose Tifa, cercando di evadere la domanda.
-Perché?-
-Vecchia storia...-
-Mi piacciono le vecchie storie!- Gli occhi di Yuffie brillarono e lei si mise in posizione d’ascolto.
Tifa fece automaticamente un passo indietro e strinse lo straccio tra le mani. Socchiuse gli occhi con aria indispettita e disse:-Non ora... Magari un altro giorno!-
-Ah...- Yuffie parve delusa.-Allora puoi andare in cucina... Ti stanno aspettando per preparare il pranzo...-
Tifa, decisa a mettere più metri possibile tra lei e quella piccola peste, scappò in cucina.
Qui, in piedi davanti al piano da cucina in granito, c’era un giovane dai capelli biondi che faceva scivolare rapidamente il coltello sulla buccia di una patata. Era talmente assorto nei propri pensieri che non si preoccupò di alzare lo sguardo, per cui Tifa ebbe tutto il tempo di nascondersi dietro una credenza. Si portò le mani sulla bocca con aria sbalordita.
Mai avrebbe immaginato di trovare... Lui!
Stupita s’affacciò un pelino dalla credenza ed esaminò il giovane biondo che continuava a sbucciare patate tranquillamente, senza accorgersi della presenza di Tifa.
Sfortunatamente quella condizione durò poco.
Yuffie, decisa a sentire la storia delle vertigini, aveva seguito Tifa fino in cucina e aveva oltrepassato la soglia con aria trionfante:-Sicura che non vuoi raccontarmerla?!- esclamò.
Il giovane biondo smise di pelare e alzò gli occhi, spostandoli su Yuffie. Erano di un azzurro intenso e magnetico, velati di un sottile strato di perplessità:-Che succede?- domandò.-Cosa dovrei raccontarti?-
Yuffie ridacchiò:-Non hai visto la nuova ragazza?- spostò gli occhi dietro la credenza, proprio dove s’era nascosta Tifa.-Non ti facevo così timida.-Le disse.
Il giovane corrugò le sopracciglia bionde.-Non sono in vena di scherzare ora, Yuffie.-
-Ma guarda che sto dicendo sul serio!- Yuffie afferrò Tifa per la manica della divisa e la trascinò fuori dal suo nascondiglio.-Guarda!-
-Ei!- protestò Tifa.-Aspetta!!!-
-Tifa?!- esclamò il giovane, stupito.-Che ci fai qui?!-
-Io? Potrei farti la stessa domanda!-
-Conosci Cloud?- esclamò Yuffie, facendo scattare gli occhi da Tifa a Cloud e viceversa. Sembrava divertita da tutta la scenetta e curiosa di sapere quali fossero le vicende che legavano i due giovani.
Tifa si accigliò.-Sì... Sì, lo conosco.-
-Siamo nati nello stesso villaggio.- Rispose Cloud, girando le spalle alle due ragazze e ricominciando a pelare altre patate come se niente fosse.
Tifa, che aveva le gambe molli e il cuore a mille, pensò che forse era stata troppo ottimista a pensare di poter cambiare vita. Si girò per uscire dalla cucina ma sbattè contro il petto di Tseng, che era comparso dal nulla.
-Anche se vi conoscete ed è evidente che non siete in buoni rapporti, lasciate le vicende sentimentali fuori da questa casa.- Ordinò Tseng, in tono autoritario.-Dovete collaborare, o in alternativa uno dei due può licenziarsi e trovarsi un altro lavoro.-
-Sissignore.- Sbottò Tifa. Poi, rassegnata, andò vicino a Cloud e gli chiese in cosa poteva rendersi utile.
-Non ho bisogno di niente.- Rispose Cloud, schivo.-Puoi andare ad aiutare qualcun altro.-
-Cloud...- lo rimbrottò Tseng.-Il discorso di prima vale anche per te...-
Il giovane abbassò lo sguardo sul coltello e ne fissò la lama per diversi istanti, chiuso in un cupo silenzio. Poi lanciò un’occhiata trafelata a Tifa, che lo fissava in attesa di una reazione.-Puoi lavare quei piatti che sono nel lavandino.- Le disse.
Tifa notò che il lavabo era molto distante dalla posizione di Cloud, perciò, sollevata, andò ad eseguire la sua richiesta.
Tseng rimase a contemplare entrambi con aria assorta, poi, senza aggiungere nulla, si voltò e uscì dalla cucina, diretto chissà dove. Yuffie lo seguì saltellando, ripetendosi che avrebbe chiesto a Tifa la ragione di tanto astio nei confronti di Cloud.
Per lungo tempo la cucina rimase silenziosa. Il coltello di Cloud, che stava affettando le patate, picchiava sul tagliere di legno, producendo un rumore sordo, mentre dalla parte di Tifa s’udiva soltanto lo scroscio dell’acqua.
Improvvisamente, Cloud smise di tagliare e si fermò.-Forse ho esagerato prima... Solo che non mi aspettavo di trovarti qui.- Disse, senza guardare Tifa.
Lei continuò a lavare i piatti.-So che non sei mai stato bravo ad esprimere i tuoi sentimenti... Non preoccuparti.-
-Dovrebbe essere una provocazione?-
-Dovrebbe essere un modo per dirti che non ce l’ho con te.- Rispose Tifa, in tono asciutto, chiudendo l’acqua con un gesto seccato.
Cloud sorrise flebilmente.-Già...-
-Sono sei mesi che non ti fai né vedere né sentire... Considerando quant’è grande Midgar non mi aspettavo di trovarmi davanti proprio te...-
Cloud scosse la testa.- Neanche io.-
-Quindi alla fine non sei riuscito a realizzare il tuo sogno...- Rispose Tifa, in tono incerto.
-No.- Rispose Cloud, glaciale.
-Capisco.- Mormorò Tifa, abbassando la testa con aria afflitta. Pensò che avrebbe fatto meglio a comunicare ad Aerith le proprie dimissioni. Stare nello stesso posto con Cloud non era possibile, soprattutto adesso che era riuscita a girare pagina e aveva deciso di costruirsi una nuova vita lontana dalle ombre del passato.
 
 
 
 
 
Angolo dell’autrice:
 
Salve!!!! XD Tornare in questa sezione è una vera emozione... Soprattutto dopo tanto tempo che non metto mano al pc, tra un impegno e l’altro... Comunque... Che dire... Ho deciso di cimentarmi in questa nuova storia, che è una AU... Ho messo OOC tra le avvertenze perché mi sembrava giusto... Anche se cercherò di mantenere i tratti principali dei personaggi, un po’ di OOC nelle AU ci sta sempre bene xD Dopotutto le vicende sono diverse da quelle della storia originale, quindi molte delle esperienze che sono state in grado di cambiare i personaggi in questa storia non sono presenti...
Che dire... Per adesso niente! Spero che il primo capitolo vi abbia incuriositi... Il meglio deve ancora arrivare!!!
Grazie a chi lascerà una piccola recensione... Spero che la storia vi piaccia... E spero di riuscire a finirla!!! *volano pentole*
Un bacio a tutti!!!!
 
 
 
  
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