Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: sihu    19/06/2014    2 recensioni
1 novembre 1981 - dopo la terribile notte di Halloween casa Potter piange i suoi morti: James è morto, Lily è ancora viva e aspetta un altro bambino. Steve, il gemello di James non riesce a credere a quanto accade e insieme ai malandrini con la memoria torna all'inizio della storia. Ai tempi di Hogwards, quanto tutto è iniziato. La storia dei malandrini rivive tra passato e presente, guardando al futuro.
cap.5 - "Tornare alla realtà fu un duro colpo per Sirius. Perso nei ricordi, tutto sembrava perfetto. James era ancora vivo e loro erano soli dei mocciosi che ancora non sapevano nulla della vita, ne avevano idea dei guai e dei tormenti che li avrebbero aspettati negli anni a venire”
Genere: Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: James Potter, Lily Evans, Remus Lupin, Sirius Black | Coppie: James/Lily
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

ANGOLO DELL'AUTRICE

A causa di alcuni refusi ho cancellato e ricaricato la storia, chiedo scusa. Spero che vi fermiate a leggere questo primo capitolo per aiutarmi a capire se secondo voi vale la pena pubblicare anche il seguito. :)


CAPITOLO 1

PERDITA

1 Novembre 1981.

La casa sulla piccola collina a pochi passi dal centro di Godrig’s Hollow non era mai stata così silenziosa e lugubre prima di quel giorno. Fino a quel momento c’erano state giornate buone, fatte di scherzi e di giochi infiniti, giornate meno buone e giornate brutte, ma mai come quella. Era pieno giorno, il sole era già alto ed entrava dalla vetrata del salotto illuminando la stanza, ma nessuno sembrava avere voglia di notarlo. Solo nella stanza, Steve guardava suo nipote Harry, profondamente addormentato nella sua culla. Guardando il piccolo, con il suo sguardo così angelico e beato, nessuno avrebbe potuto indovinare quale tragedia si era consumata la notte precedente. Intorno al bimbo c’erano i suoi adorati pupazzi tra cui spiccavano un cane, un cervo e un paio di lupi. Del topo non c’era più traccia, Sirius lo aveva portato via sperando di fare sparire insieme a lui anche il traditore che raffigurava e tutto il male che aveva fatto la notte precedente. Nessuno di loro aveva cercato di fermare Sirius, o lo aveva seguito per assicurarsi che non commettesse sciocchezze. Non ne avevano la forza. Steve si riscosse dai pensieri e tornò a fissare Harry. Ogni tanto il piccolo muoveva una manina ed emetteva un versetto, senza aprire gli occhi. Forse stava sognando. Steve lo guardava assorto, chiedendosi che cosa stesse provando in quel momento. 

Ad un anno si soffre quando si perde un genitore? Lo si può ricordare? 

Quella domanda gli rimbombava in testa da ore, da quando aveva saputo che suo fratello era morto. Gli sembrava ancora così irreale, assurdo. 

Come si può morire a poco più di vent’anni quando hai un bimbo così piccolo e ancora così tanti progetti? 

Steve sapeva da un bel pezzo che il mondo non era giusto, ma la notte prima ogni sua speranza nel futuro era andata in frantumi proprio in quella stessa casa, a pochi passi dal divano su cui lui era seduto da ore. 

Harry si sarebbe ricordato di suo padre una volta cresciuto o sarebbe stato solo un ricordo vago e sfuocato tra i tanti? Sarebbe stato fiero di lui oppure se ne sarebbe vergognato?

Le riflessioni del ragazzo vennero interrotte dal rumore della porta che si apriva piano, cigolando. James negli ultimi mesi non faceva che ripetere che doveva oliarla, evidentemente non aveva fatto in tempo a farlo. Steve alzò appena la testa, quel tanto che bastava per scorgere un ragazzo dai capelli chiari, indeciso se entrare o meno. Dopo qualche istante di tentennamento, e senza dire nulla, il nuovo entrato di portò vicino a Steve e si lasciò cadere al suo fianco sul divano, sempre in silenzio. I due ragazzi rimasero per un po’ seduti vicini senza parlarsi, cercando di darsi forza a vicenda.

- Come stai? -

Chiese Remus a Steve, sorridendo appena al piccolo Harry che aveva aperto un occhio per via del rumore della porta e poi era tornato a dormire come se nulla fosse.

- Come vuoi che stia? - 

Rispose stancamente Steve alzando le spalle. Non gli andava di parlare, ma apprezzava la presenza dell’amico al suo fianco. Era confortante sapere che era lì per lui, per aiutarlo, ma allo stesso tempo Steve era ancora abbastanza lucido da sapere che nulla poteva riportare indietro James. Era arrivato troppo tardi, non aveva fatto in tempo a fare nulla per il fratello.

- Scusa, ho fatto una domanda idiota. -  

Mormorò Remus guardando il pavimento, imbarazzato. Steve nel frattempo aveva preso a camminare nervosamente per la stanza, sembrava un’anima in pena. Remus si mise paziente ad aspettare che l’amico si decidesse a dire qualcosa e a sfogarsi almeno un po’. Da quando avevano trovato James morto Steve non aveva avuto nessuna reazione, sembrava morto anche lui. Non aveva urlato, né pianto, né aveva giurato vendetta o aveva fatto cose avventate. L’esatto contrario di Sirius, che aveva perso la testa, e di Lily, che aveva speso tutte le sue lacrime sul corpo senza vita dell’uomo che amava. Steve si era chiuso in se stesso e aveva escluso tutti gli amici più cari dal suo dolore. Persino Remus.

- Vorrei solo svegliarmi e scoprire che non è vero. Dannazione. -  

Esclamò Steve, prendendo a pugni il divano, come se bastasse a cambiare le cose. Remus sospirò. Sapeva che l’amico sarebbe dovuto crollare prima o poi, era proprio per questo che era andato da lui.

- Sai, è tutta notte che mi chiedo se potevo fare qualcosa per evitare che James.. - 

Iniziò Remus, il suo tono di voce era triste. Negli ultimi tempi si erano visti poco a causa di quella dannata guerra, ma quelle poche volte che era capitato sembrava che il tempo non fosse passato e che loro fossero ancora i ragazzini spensierati che scorrazzavano per Hogwards. James era sempre il più allegro di tutti. Infondeva speranza anche quando sembrava tutto nero. Diceva spesso che un giorno tutto sarebbe finito e che le uniche lacrime che avrebbero versato sarebbero state sul binario nove e tre quarti, mentre il treno con i loro figli ed Eylin si allontanava verso il castello. Tutti loro sorridevano pensando a quel momento, certi che sarebbe arrivato prima o poi. Era sempre stato difficile dubitare di qualcosa che diceva James.

- Avrei dovuto insistere, essere io il loro custode segreto.. -

Aggiunse Steve, con fare colpevole. Era questo il suo pensiero fisso da quando aveva saputo di James e dell’attacco alla casa di Godrig’s Hollow. Probabilmente lo stesso che aveva anche Sirius. Entrambi non riuscivano a darsi pace del fatto che avevano permesso al proprio fratello ed alla sua famiglia di mettersi nelle mani del loro carnefice. Uno stupido codardo che li aveva venduti per farsi bello agli occhi del proprio padrone. 

- Steve, nessuno si aspettava che Peter fosse un mangiamorte. - 

Gli fece notare Remus, preoccupato per l’amico. Il topo era riuscito ad ingannarli senza che nessuno di loro dubitasse di nulla. 

- Se fossi venuto da loro ieri sera, forse avrei potuto fare qualcosa. - 

Continuò Steven, scuotendo la testa senza curarsi delle lacrime che scendevano a bagnare il suo viso. Le prime di quelle terribili ore. Non aveva versata nessuna quando aveva visto il corpo senza vita di suo fratello, ne quando aveva trovato Lily ed Harry nascosti sotto il letto spaventati e pallidi. Aveva tenuto duro, solo ora tutto sembrava essere diventato troppo anche per lui.

- Non era un mago normale, era Voldemort in persona. Non avresti potuto fare niente, forse solo Silente avrebbe potuto fare qualcosa. -

Cercò di farlo ragionare Remus. Persino in quella situazione riusciva ad essere razionale e a mantenere il controllo. 

- Almeno non avrei lasciato mio fratello solo. Avrei dovuto sentirlo che qualcosa non andava bene. -

Disse Steve, animato dalla forza della disperazione.

- Saresti solo morto insieme a lui. - 

Esclamò Remus, paziente.

- Remus, io sono morto lo stesso. -

Mormorò Steve guardando l’amico dritto negli occhi. Quello sguardo e quella frase tanto seria inquietarono Remus. Era vuoto, come senza vita. Per la prima volta da quando lo conosceva, Remus iniziò a temere che il suo migliore amico stesse per fare una sciocchezza che sarebbe servita solamente ad aggiungere altro dolore. 

- Lily? -

Chiese Steve dopo un po’, mettendo fine al silenzio interminabile ed imbarazzante che si era creato.

- Di là, con James.. Alla fine è crollata - 

Rispose Remus, alzando le spalle. Di nuovo tornò il silenzio. Nessuno parlava. 

- È incinta. -

Disse Steve dopo un po’, con un tono incolore.

- Cosa? -

Chiese Remus, allibito ed incredulo di quella rivelazione. Steve annuì, distratto. 

- Lily è incinta, aspetta un bambino. Me lo aveva detto James qualche settimana fa. Era così felice di diventare padre per la seconda volta. Non lo aveva ancora detto a nessuno, nemmeno ad Eilyn - 

Spiegò Steve stancamente, cercando di scacciare l’immagine della sorella dalla mente. Si sentiva un codardo, ma non aveva avuto il coraggio di dirle nulla. Aveva chiesto a Silente di occuparsene, scusandosi a testa bassa. Il vecchio preside aveva annuito, comprensivo. Di nuovo il pensiero di Steve tornò al fratello. Ricordava alla perfezione quando James gli aveva dato la notizia del bambino, sembrava passato un secoli invece erano solo un pugno di giorni. Steve era appena arrivato a casa Potter per una delle loro cene di famiglia ed era stato accolto dal fratello che lo aveva travolto come una furia, sembrava persino più esagitato del solito. Gli era saltato sulle spalle come faceva sempre e gli aveva passato un braccio intorno al collo, abbracciandolo a modo suo.

- Quando mi fai diventare zio? -

Aveva chiesto James, ridendo felice. Steve aveva alzato gli occhi al soffitto, seccato ed insieme divertito. Ogni volta che James tirava fuori quella questione era per prenderlo in giro per ore oppure per dirgli qualche grossa news.

- Non saprei, Jamie. Ricordi sempre che sono gay, vero? - 

Aveva risposto Steve, preso alla sprovvista da quella domanda, mentre sul suo viso si era allargato un sorriso identico a quello del fratello che nel frattempo lo aveva liberato dalla sua stretta e gli aveva permesso di sedersi sul divano dove Harry giocava con un pupazzo e guardava felice i due uomini.

- Mi stai dicendo che i mie due pargoli non avranno mai un cuginetto con cui giocare? -

Aveva esclamato James, fingendosi mortalmente offeso e prendendo Steve di sorpresa.

Quelle parole fecero perdere la calma a Remus.

- Non è giusto. Per colpa di quel verme un figlio non potrà mai conoscere suo padre! Vorrei ucciderlo con le mie mani! -

Urlò Remus. Chiunque lo avesse visto in quel momento non avrebbe lo avrebbe certamente riconosciuto. Non vi era traccia del candido e tranquillo Remus, sempre pronto a calmare gli amici ed invitarli a dialogare.

- A che servirebbe? Ci sarebbero due orfani lo stesso. - 

Rispose Steve, stanco e rassegnato. Era strano come la situazione si fosse ribaltata, ma adesso spettava a lui il compito di essere quello calmo e razionale mentre Remus dava i numeri come mai prima.

- Come fai ad essere così calmo? James era tuo fratello, dannazione! -

Esclamò Remus, cercando di provocare una reazione nell’amico.

- Te l’ho detto, sono morto anche io. Non provo più nessuna emozione. Non riesco nemmeno ad essere arrabbiato se non con me stesso. -

Rispose Steve, lasciandosi cadere all’indietro tra i cuscini del divano.

- Non fare pazzie. Devi andare avanti, devi farlo per tutti. Per Lily, per Harry, per il piccolino in arrivo, per Eilyn, per Sirius e per me. - 

Disse Remus, severo. Non poteva permettere che Steve si buttasse giù e smettesse di vivere. Questo James non lo avrebbe di certo voluto. A quelle parole avrebbe preso il fratello per le orecchie e lo avrebbe scosso fino a che questi non avesse ripreso a ragionare.

- Hai ancora Eilyn, ha solo te adesso al mondo. –

Continuò Remus, il viso arrossato dall’agitazione e dalla rabbia che lo scuoteva.

- Non cominciare con una delle tue prediche. - 

Lo ammonì Steve, sbuffando. Sentire il nome della sorella buttato lì per caso in una frase gli faceva male. Forse a quel punto della giornata aveva già saputo e di sicuro si era nascosta da qualche parte a piangere. Lo faceva sempre, Eilyn. Fingeva di essere forte, poi piangeva da sola nel buio della sua stanza facendo in modo che nessuno potesse vederla.

- Sta zitto, sono il tuo migliore amico e ti faccio tutte le prediche di cui hai bisogno. - 

Rispose Remus, deciso. 

Steve alzò gli occhi al cielo, rassegnato, ma proprio in quel momento una fenice fece irruzione nella stanza portando le parole di Albus Silente.

- Mi spiace turbarvi, ma Sirius Black ha perso la ragione e sta minacciando di uccidere Peter Minus. Gli auror stanno andando ad arrestarlo, pensano che sia lui il traditore che ha causato la morte di James.. -  

Disse il patronus del vecchio preside, riassumendo in poche righe quella che aveva tutta l’aria di essere una tragedia imminente. Quelle parole ebbero il potere di far riscuotere Steve dal torpore in cui era caduto.

- Andiamo, sbrigati. - 

Disse deciso, alzandosi in piedi e trascinando l’amico per un braccio verso la porta. 

- Aspetta Steve, Harry.. Lily dorme, non possiamo lasciarlo qui da solo. - 

Cercò di obiettare Remus, indicando il piccolo ancora profondamente addormentato. Stephen in risposta gli lanciò uno sguardo che lasciava trasparire tutta la rabbia che provava in quel momento.

- Lily è nell’altra stanza. Non possiamo nemmeno lasciare che arrestino Sirius per qualcosa che ha commesso Peter. Dannazione, ucciderò quel dannato topo con le mie mani. - Esclamò deciso Steve. Remus guardò l’amico con un espressione sorpresa.

- Come? Mica eri tu quello che sosteneva che la vendetta era inutile e che eri talmente depresso da non avere più reazioni? - 

Chiese Remus, stupido dal repentino cambio di umore del migliore amico. 

- Dicevo cazzate. Quel traditore è responsabile della morte di mio fratello, deve morire. - 

Rispose Steve, deciso a prendersi la sua vendetta. 

- Te l’ha mai detto nessuno che sei bipolare? - 

Chiese Remus, grattandosi perplesso un orecchio.

- Si, tu. Spesso anche. - 

Rispose l’altro distratto, troppo concentrato su Peter per pensare ad altro. Peter era il responsabile della morte di James, non poteva permettergli di scappare e gettare la colpa su Sirius. Aveva già perso un fratello solo qualche ora prima e non voleva perderne un secondo a causa di un topo fifone e di qualche auror confuso.

I due ragazzi si materializzarono in una grande piazza, piena di gente che guardava, curiosa e spaventata allo stesso tempo. Il servizio di sicurezza mandato lì dal ministero stava provando ad allontanarli ma loro non volevano saperne, troppo morbosamente impiccioni per perdersi la fine di una tragedia di quella portata. 

Sirius e Peter si trovavano uno di fronte all’altro. Sirius era disperato e deciso a vendicare il suo migliore amico, non aveva più nulla da perdere. Peter tremava, terrorizzato. Conosceva abbastanza Sirius per sapere che non gliene importava di morire, ma solo di vendicare la morte di James. 

Intorno a loro un’intera squadra di auror, pronta ad intervenire contro Sirius non appena questi avesse attaccato Peter. Nessuno sospettava che l’assassino era l’altro, ma a questo Sirius non badava. Potevano fare quello che volevano, anche rinchiuderlo in prigione e buttare via la chiave, ma prima avrebbe ucciso Peter. Questa era la sua priorità al momento. Quello sporco traditore doveva pagare per le sue colpe.

Steve e Remus non ci pensarono due volte. Steve si precipitò da Sirius e lo trascinò via mentre Remus impediva agli auror di colpire i due ragazzi. Gli auror sembrarono sorpresi di vedere Steve che aiutava Sirius, impedendogli di farsi ammazzare.

- Remus, dannazione, che stai facendo? - 

Chiese Malocchio Moody, infastidito per quell’interruzione.

- Togliti da lì, stai ostacolando una missione auror. - 

Disse un altro auror, con la bacchetta puntata addosso a Sirius e a Steve. Remus scosse la testa, deciso, mentre Steve non aveva la minima intenzione di spostarsi.

- No, vi sto impedendo di colpire un innocente. - 

Rispose Remus, tranquillo, restando fermo sulla sua posizione.

- Remus stai proteggendo un assassino. - 

Cercò di farlo ragionare Frank Paciok, paziente come suo solito. Steve si voltò, sorpreso di trovare Frank in mezzo a quel gruppo di auror. Avrebbe voluto chiedergli quando era tornato in servizio e se le sue ferite erano guarite del tutto, ma si trattenne. Non era decisamente la situazione migliore per parlare.

- L’unico assassino qui è Peter, Sirius è innocente! - 

Urlò Remus, puntando a sua volta la bacchetta contro Peter Minus che aveva provato a scappare approfittando della confusione.

  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: sihu