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Autore: Soul of the Crow    19/06/2014    2 recensioni
Questa long è il sequel de "L'Avvento del Sole Nero".
Ci troviamo nella serie di IE GO CS: l'El Dorado e la Feida stanno distruggendo il Giappone, e come era successo anni prima con il Fifth Sector e la Confraternita del Sole Nero, un'altra forza si dovrà mettere al lavoro per far tornare le cose come dovrebbero essere.
Servirà l'aiuto degli ex Emissari del Sole Nero, e tra viaggi nel tempo e nuovi personaggi, saranno svelate anche nuove notizie riguardanti la Confraternita del Sole Nero: un esperimento avvenuto alla nascita della Confraternita, ma risultato troppo pericoloso da poter essere portato a termine, potrebbe tornare a galla e qualcuno sarà costretto a compiere una scelta...
Per i dettagli, vi aspetto dentro.
Buona lettura.
Genere: Fantasy, Generale, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo
Capitoli:
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La mattina seguente… Nell’ufficio di Marcus Phoenix…

Ormai era chiaro che la sfortuna avesse deciso di stabilirsi allo Spiraglio di Luce e chissà quando se ne sarebbe andata… Dopo ciò che era successo alle persone partite per l’Africa Centrale, la sconfitta contro El Dorado sembrava essere solo un piccolo imprevisto: Phoenix era tornato con la febbre alta, Sho e Isako col raffreddore, e i loro androidi erano stati affidati al capitano della Squadra B perché li controllasse visto che, dopo un’oretta dal loro ritorno, continuavano a bloccarsi, spegnersi e riavviarsi ogni due per tre. La blu era l’unica a sapere cosa fosse successo in realtà: il leader si era ammalato a causa dei poteri di Saturno e i due manager stavano male a causa degli sbalzi termici inaspettati che avevano dovuto affrontare (prima il caldo torrido dell’Africa e dopo la combinazione del suo vento gelido con la cupola scura di Yoru). Per gli androidi l’unica cosa che le era chiara era che chiunque avesse creato Shadow e Nakagawa avrebbe dovuto prendere in considerazione l’idea di costruirli con materiali e componenti elettronici meno sensibili a quelle variazioni di temperatura; tuttavia, il capitano della Squadra B non aveva detto niente riguardo al suo incontro con l’Oracolo. Prima o poi avrebbe deciso lei quando -e se- mostrarsi alle Ali Nere.
In ogni caso, Marcus fece radunare i Messaggeri nel suo ufficio la mattina dopo, ma per la prima volta dal loro arrivo, gli ex Emissari lo trovarono solo: era insolito vederlo senza Okada, Shibuya o Yuki che, da quel che si era capito, erano i suoi collaboratori più fidati. Parlando dei manager, Lorella e Rinako li avevano incontrati quella mattina presto per pura casualità ed era palese che avessero l’aria di aver passato la notte senza aver dormito bene, ma anche il leader non scherzava: aveva un’aria assonnata e sciupata, e a ciò si doveva aggiungere anche il colorito pallido dovuto al malessere. Al posto del solito smoking, indossava una camicia bianca e dei pantaloni neri che sembravano essere un po’ larghi. Quell’aspetto, e soprattutto quell’espressione, stonavano un po’ con quelle della persona che si era presentata agli ex Emissari quando arrivarono per la prima volta in quell’epoca: sorridente, tranquillo, leggermente rassicurante -a detta di un paio di loro- , ma quando c’era una missione in mezzo, si dimostrava saggio e pronto a saper cosa dire o fare in ogni occasione.
- Mi scuso se ieri non ho potuto informarvi su ciò che è successo durante la missione in Africa, ma… -
- Per quello non si deve preoccupare. Ieri Sho e Isako ci hanno raccontato tutto quello che hanno visto. - lo avvisò Lory.
L’uomo annuì leggermente: la sera prima, i due manager lo avevano informato riguardo a ciò che era successo mentre lui era smarrito nella foresta.
“Meglio, almeno potrò parlare senza peli sulla lingua” si disse. All’ultimo però si ricordò di un particolare e gettò una breve occhiata a Kazetsuki, il quale era appoggiato ad una parete, con le braccia conserte e gli occhi chiusi, e sembrava non prestare ascolto alla conversazione. Aveva una sorpresa per lui, ma gliene avrebbe parlato più tardi.
- Se le cose stanno così, non credo ci sia molto altro da aggiungere… Per Master D non credo che sia possibile porre provvedimenti, soprattutto senza sapere nemmeno dove sia finito, ma ieri sera ho trovato la soluzione per il Libro dei Campioni, anche se sarebbe stato meglio se qualcuno non lo avesse bruciato e non avesse rischiato di buttare alle ortiche quel poco che siamo riusciti a fare finora. - sentendo quel tono carico d’accusa nei suoi confronti, Aster riaprì gli occhi ormai eterocromi:
- Non mi parli in quel modo. Preferiva che fossero quelli di El Dorado a prendersi il libro? -
- Ti devo rammentare che allora quel libro serviva anche a noi! Era l’unico modo per sapere qualcosa sugli undici poteri per salvare quest’epoca! - sbatté un pugno sul tavolo e si alzò, ma un capogiro e la sensazione che gli mancasse l’aria lo costrinsero a risedersi:
- Senta… - s’intromise Emily, anche lei rimasta in disparte per tutto questo tempo:
- Forse Aster non ha tutti i torti. El Dorado ha perso un’arma su cui poteva contare. Lei invece ha detto di aver trovato una soluzione, quindi noi siamo in vantaggio rispetto a loro. - concluse con una certa soddisfazione.
Il biondo fece per controbattere, ma la prima parola venne soffocata da un forte colpo di tosse:
- Dovrebbe calmarsi. Nelle sue condizioni non le fa bene stressarsi troppo. Cerchi di vedere la sua malattia dal lato positivo. - aggiunse Erika, attirandosi addosso però alcuni sguardi che dicevano “E dove lo vedi tu un lato positivo in una malattia?”
Mentre Dance cominciava a fissarsi con insistenza i piedi nel tentativo di sfuggire alle occhiate dei compagni, e di conseguenza al leggero imbarazzo, Hayley accorse in suo aiuto:
- Credo intendesse dire che, a differenza di noi che dovremo sgobbare per migliorare e sconfiggere la Protocol Omega, lei potrà starsene comodo e tranquillo a riposare. -
L’uomo però scosse la testa e aprì il libro del Cielo Nero che aveva portato con sé:
- Mi spiace doverti contraddire, ma come voi non potrò proprio riposare in questi giorni, o almeno la mia testa non potrà farlo. -
- Come mai? - domandò Rin.
In risposta, lui prese il Libro del Cielo Nero -probabilmente la “soluzione” per le informazioni riguardanti gli undici poteri si celava tra quelle pagine- cominciò a leggere le nuove frasi apparse sul tomo:
- “Tre segni della cattiva sorte che vi perseguita: una missione fallita, la sparizione di un umano dalla sua epoca d’appartenenza e un libro prezioso dato alle fiamme. Sembra che abbiate ancora bisogno dei miei consigli, e nella mia bontà ve li fornirò. Nel Giappone feudale vi dovrete dirigere, per risvegliare tre entità e proteggerne altre due. Il primo potere: un regista che possieda buone capacità di visione e movimento. Chi riuscirà ad acquisire questo potere lo dovrete scoprire da soli, ma vi posso rivelare da chi lo otterrà: Oda Nobunaga, abile e sicuro nelle battaglie, ma incerto sull’avverarsi di un obiettivo. Quale sia questo scopo io non ve lo dirò, spetterà a voi farvi svelare in cosa consista. Proteggete queste persone, poiché non avranno scampo se i vostri nemici riusciranno a raggiungerli.
Tre Keshin Ancestrali, i cui poteri sono in parte ancora dispersi e di cui vi parlerò nelle pagine seguenti, si sveglieranno per aiutarvi nella vostra causa.
Messaggeri, la missione è vostra. Rimediate agli errori del passato se volete difendere il futuro.” -
- Ho controllato le pagine successive per trovare qualche indizio, ma ho trovato solo testi molto brevi al riguardo. Il primo dice:
“Un combattente, animato dall’ardore e il desiderio di difendere il proprio paese, decise di accompagnare il suo padrone in battaglia, ma ad ogni scontro, il signore si rese conto che mancavano delle qualità importanti a quel soldato, senza le quali non avrebbe potuto affiancarlo in una lotta. Gli ordinò di tornare indietro per difendere i cittadini, l’unica cosa che avrebbe potuto fare finché non avrebbe colmato le sue lacune, ma entrambi commisero degli errori gravi quel giorno: il padrone non aveva calcolato quanto fosse spavaldo e intraprendente il giovane che aveva appena cacciato, mentre quest’ultimo ignorò l’ordine affidatogli e si unì ad uno scontro tra la fazione del suo signore e quella delle terre confinanti. Combatté con coraggio, ma nella foga della battaglia, finì per non prestare attenzione a ciò che aveva intorno e si fece cogliere di sorpresa: una lama sottile, ma abbastanza lunga da trapassarlo da parte a parte si piantò nel suo petto, facendolo gridare di dolore, l’ultimo suono che avrebbe emesso in vita sua poiché nessuno accorse in suo aiuto. Crollò a terra, esausto e sconfitto, prossimo alla morte. Poi vide uno spettro dinanzi a lui, e infine il nulla…”
Passo al secondo:
“Una donna nell’autunno della sua vita, indebolita dal continuo avanzare dell’età e ferita da un dolore più grande, era distesa nel suo giaciglio ad aspettare la conclusione della sua vita. Persino ora che si trovava su quello che sarebbe diventato il suo letto di morte, stringeva una cetra donatale da un’amica parecchi anni prima; le due si incontravano spesso per suonare insieme e passare così piacevoli pomeriggi, ma più volte quegli incontri si ripetevano, tanto più alla prima parve evidente il distacco tra l’abilità sua e quella della sua compagna: pur essendo entrambe brave nel suonare quello strumento, lei sapeva che nemmeno la pratica le sarebbe stata utile per raggiungere il livello dell’amica. Quest’ultima morì pochi mesi dopo l’inizio di quegli incontri, e lei, almeno per onorarne il ricordo, tentò di suonare una delle sue melodie… Il risultato però non cambiava. C’era qualcosa che le mancava, ma nemmeno il passare dei giorni, dei mesi e degli anni le permisero di trovare una risposta; anche ora che era stesa nel suo letto, afflitta dalla stessa malattia che le aveva portato via la sua vecchia amica, non riusciva a capire cosa le mancasse. Quando il Sole tramontò, chiuse gli occhi sperando di riposarsi un po’, speranza resa vana quando notò uno spettro dinanzi a lei, e infine il nulla…”
L’ultimo testo invece è il seguente:
“Tra il profumo dei fiori di ciliegio, il cinguettio soave degli usignoli e le note di una melodia che sembrava composta dall’armonia degli esseri celesti, una giovane donna sfiorava i tasti del suo pianoforte con una maestria quasi innaturale perfino per i più grandi esperti. Un “prodigio” era la spiegazione che qualcuno si era dato e l’unica plausibile per descrivere quella donna. La diretta interessata sapeva solo che quella musica era ciò che la legava ancora al marito, partito per una guerra dopo un anno dal loro matrimonio; non ci volle molto perché si diffuse la voce che quell’uomo era solo fuggito per non poter ricambiare sua moglie in modo altrettanto speciale. Lei un prodigio, lui una persona comune: come trovare un modo per conciliare le parti? La donna però non prestava attenzione a quelle che sapeva essere voci infondate e continuava a sperare ogni giorno nel ritorno del marito, desiderio rimasto inascoltato per cinque anni, segnati dall’attesa e dalla melodia che lei suonava ad ogni anniversario dalla partenza del consorte. Alla sera del sesto anno, quando aveva appena terminato di eseguire quella musica, ricevette una triste notizia: suo marito era morto, il cuore trafitto fa un proiettile. Da quel giorno, si spense qualcosa negli occhi della donna prodigio, una luce che aveva sempre animato le sue espressioni ogni singolo giorno di quegli anni passati ad aspettare. Spinta dalla tristezza, fece qualcosa che non aveva mai fatto: suonare le ultime due strofe della melodia. Una intrisa di tristezza come un cielo coperto da nuvole cariche di pioggia e l’ultima carica di paura, come quella che possono provare i bambini durante i temporali, ma per lei era la rabbia per essere stata privata dal suo amato a causa di un mezzo ingiusto tanto per le persone quanto per il mondo. Non lasciò il pianoforte nemmeno quando si addormentò; solo un usignolo e i petali di ciliegio che il vento aveva usato per ornare i suoi capelli erano rimasti a vegliare sul suo sonno. All’alba del nuovo giorno, si ridestò e vide uno spettro dinanzi a lei, e infine il nulla…”
E questo è tutto. Sono storie curiose, non credete? -
Tutti rimasero in silenzio per un attimo, probabilmente in riflessione o semplicemente indecisi su cosa dire; dopo parecchi minuti, Hiroae ruppe quel silenzio che si era creato:
- A me non sembrano chissà cosa. E poi si sono concluse allo stesso modo: arriva uno spettro da chissà dove e il finale rimane in sospeso. Mi spiega che fine è questa!? Anche se… - si voltò un attimo a guardare l’amica dai capelli color nocciola, ancora impegnata a osservare la punta dei piedi nonostante il piccolo momento d’imbarazzo fosse passato, e Kaori, la quale si era rabbuiata all’improvviso. Osservandole, si accorse di un dettaglio:
- Ehi, Kaori-chan, Eri-chan, non credete che queste storie vi riguardino? Siete delle musiciste come le donne di quei racconti e guarda caso suonate gli stessi strumenti. -
- Non credo. E poi io suono l’arpa, non la cetra. - precisò Erika.
- Dettagli cara mia. E tu Kaori, che ne pensi? -
L’altra sembrò riscuotersi solo in quel momento dai suoi pensieri:
- Sinceramente non saprei che dire. Da quel che ho capito, la melodia della donna prodigio ha una qualche somiglianza con la mia Ode al Cielo, ma io non mi posso certo considerare un prodigio: suono perché mi piace e faccio semplicemente del mio meglio. E poi… Spero che tu non ti offenda Hiroae, ma il tuo ragionamento mi pare abbastanza superficiale: non è detto che queste storie siano collegate a noi per un paio di semplici coincidenze. -
Kamekage s’imbronciò leggermente: non era affatto soddisfatta delle risposte. Si ritrovò a dirsi “Che ragazze di poca fede… Come fanno a non accorgersi di nulla?” e poi anche “Come fa Kaori a sminuirsi in questo modo!? Secondo me non ha nulla da invidiare alla donna prodigio del terzo testo.”
Un battito di mani la fece tornare alla realtà: era stato Phoenix nel tentativo di riportare su di sé l’attenzione.
- Beh, su questo Hiroae non ha tutti i torti. Potrebbe esserci un collegamento tra voi e i vari racconti, ma in fondo… Chi sono io per stabilirlo? Comunque, Kaori Kira ed Erika Dance… - le due chiamate in causa si avvicinarono al tavolo:
- Dal momento che due delle storie sembrano riguardarvi, sarete voi le prime a partire. E tu Kamekage… - anche lei raggiunse le due compagne:
- Non saprei dire se il testo riguardante il combattente sia riferito a te o no, ma sembra che le tue compagne abbiano bisogno di essere spronate, quindi andrai con loro. -
- Agli ordini capo! - esclamò allegra lei facendo una specie di saluto militare.
- Bene, è tutto ciò che avevo da dirvi. - tutti fecero per andarsene, ma il biondo li richiamò:
- Ah, prima che me ne dimentichi… Kazetsuki? -
L’interpellato si voltò annoiato verso l’uomo, certo che avrebbe dovuto sorbirsi l’ennesima ramanzina inutile:
- Forse tu stesso non te ne sei accorto, ma negli ultimi tempi ti è successo qualcosa di particolare e questo fatto non si può certo definire positivo. Ciò che hai fatto non è di certo passato inosservato: hai scatenato quelle strane aure contro tutte le persone che si trovavano nello stadio dell’Holy Road, attaccato i tuoi compagni durante gli allenamenti e hai anche bruciato il Libro dei Campioni.  -
- Per farla breve sta cercando un pretesto per cacciarmi, o mi sbaglio? -
Aoiri allora si avvicinò ai due, frapponendosi tra il leader e il compagno di squadra:
- Allenatore, non può fare questo ad Aster. È uno dei migliori tra di noi e questo lo sa anche lei! Non può cacciarlo così! - lei conosceva molto bene le potenzialità dell’albino: era stato il periodo all’Arakumo Gakuen durante la missione del Sole Nero a farglielo capire.
L’albino però la scostò malamente, facendola cadere a terra e rivolgendole uno sguardo truce:
- Non mi serve l’aiuto di una che si deprime se i suoi poteri non funzionano per qualche giorno. - Ryudekazi si paralizzò nel sentire quelle parole, ma non dovette reggere quell’occhiataccia a lungo perché il ragazzo dagli occhi una volta color cenere si rivolse al biondo:
- Che cosa vuole fare allora? -
L’altro sospirò prima di rispondere:
- Innanzitutto, voglio che sia chiara una cosa: qui non siamo ad El Dorado. Ogni componente delle Ali Nere è importante e cacciare qualcuno per un unico fallimento è un fatto che ritengo inaccettabile e ingiusto.
Per quel che ti riguarda Kazetsuki, sappi che, da ora e fino a nuovo avviso, potrai continuare ad allenarti coi tuoi compagni, ma sarai esonerato da ogni missione. - si rivolse quindi alle tre che dovevano partire per l’epoca sengoku:
- Voi fareste meglio a sbrigarvi: Isako vi sta già aspettando nel Giappone della seconda metà del ‘500. E portate il Libro del Cielo Nero con voi. - la ragazza con gli occhi acquamarina annuì e prese in custodia il tomo, per poi teletrasportarsi a destinazione con le compagne. Marcus congedò tutti gli altri presenti e, un’altra volta, Yoru se ne andò insoddisfatta con un ultimo pensiero per la testa:
- Non pensavo che lo avrebbe addirittura esonerato dalle missioni... E di certo Aster non si libererà mai dalla maledizione delle due Keshin Ancestrali se rimarrà qui alla Spiraglio di Luce. Posso solo sperare che la situazione giri a favore del mio piano o saranno guai… Ormai non rimane più molto tempo… -


Nel Giappone dell’epoca sengoku…

Le ragazze mandate in missione si ritrovarono su una stradina di terra battuta, circondata da un lato da campi arati e dall’altro da lunghe file di alberi, da un lato si dirigeva verso le montagne e dall’altro portava verso delle abitazioni.
Tutte avevano già l’aspetto di quando si camuffavano, ma gli abiti, seppure fossero tutti dei kimoni con motivi floreali sulle maniche e fasce chiare legate in vita, presentavano comunque delle differenze: Kaori ne indossava uno color acquamarina decorato con fiori di ciliegio bianchi, mentre un nastro azzurro teneva i capelli della ragazza raccolti in una crocchia alta, ad eccezione di alcune ciocche lasciate libere. In quel nastro, la ragazza aveva nascosto il Libro del Cielo Nero, che aveva rimpicciolito subito dopo essere arrivata, in modo da evitare di perderlo da qualche parte o di farselo rubare; Erika ne portava uno rosso fuoco, abbellito da fiori di pesco, mentre i capelli erano costretti in codini lunghi fino a metà schiena da nastri rosati; infine Hiroae ne aveva uno viola scuro adornato da glicini color lilla e i suoi capelli erano legati in uno chignon. A completare tutto, calzini scuri e sandali.
- Beh, direi che possiamo metterci in viaggio. Spero solo che non daremo troppo nell’occhio. - si augurò Kira, guardandosi intorno per controllare che nessuno le avesse viste.
- Tranquilla. Vestite così siamo praticamente invisibili! - esclamò felice Hiroae, prendendo le due amiche per le mani e cominciando a trascinarle, anche se non ce n’era affatto bisogno.
- Aspetta. - le fermò Dance dopo pochi passi:
- Phoenix ci ha detto che Isako ci stava aspettando, ma qui non si vede. Dove sarà finita? -
In risposta alla sua domanda, i loro orologi s’illuminarono e comparve l’immagine olografica di Okada imbavagliata e legata ad un albero, subito rimpiazzata da un ghigno su un volto femminile pallido con occhi viola:
- Beta! - esclamarono all’unisono le tre Messaggere.
- Chi si rivede. Pensavo che non vi sareste più fatti vedere per la vergogna dopo ciò che ha fatto il vostro compagno… -
- Dicci cos’hai fatto ad Isako! - le ordinò Kamekage.
- Non parlarmi in quel modo! È una “vendetta” per aver provato a metterci i bastoni tra le ruote. Venite qui a riprendervela… Se proprio ci tenete. - la comunicazione si concluse in quel momento e subito Hiroae cambiò direzione e s’incamminò nella boscaglia:
- Ehi! Che stai facendo!? - le domandò la ragazza con la crocchia, liberandosi dalla presa della compagna.
- Ovvio no? Dobbiamo trovare Isako! -
- Hiroae… - la interruppe per un attimo Erika:
- Ricordi il racconto del combattente? Un attimo di distrazione ed è stato colpito alle spalle! E se questa fosse solo una trappola di Beta? -
La ragazza col chignon scosse la testa:
- Non credo. E poi i nostri orologi hanno memorizzato il punto dal quale è partita la chiamata. Daremo un’occhiata, tutto qui. -
Le altre due, anche se un po’ incerte, annuirono, e tutte cominciarono ad incamminarsi per trovare il posto dal quale Beta le aveva contattate; ci arrivarono in meno di dieci minuti e, con sorpresa, trovarono la vera Isako nelle condizioni in cui la avevano vista nell’ologramma; subito si avvicinarono per aiutarla a liberarsi:
- Grazie. - disse la rossa, massaggiandosi i polsi coperti dalle lunghe maniche verdi e decorate di gigli bianchi del kimono.
- Di niente. Piuttosto, come hai fatto a farti catturare? - le domandò la ragazza coi codini, porgendole l’orologio abbandonato per terra.
- Non so spiegarmelo nemmeno io… Stavo camminando e poi dei tizi vestiti di bianco sono spuntati dalla foresta… Non ricordo bene cosa sia successo dopo. So solo che mi sono ritrovata qui con Beta che continuava a deridermi. Per fortuna se ne è andata… -
Kaori si disse che probabilmente quegli aggressori dovevano averla colpita con un oggetto pesante in testa e la avevano trasportata lì, per poi legarla all’albero. C’era ancora un’incognita: cosa c’entravano quelle persone con Beta? Che fossero anche loro emissari di El Dorado?
Al contrario di Kira, Kamekage in quel momento non sembrava essere troppo interessata nel capire i motivi del gesto del capitano della Protocol Omega; fece per tornare indietro, ma il tempo di compiere un passo che si ritrovò una punta aguzza e lucente molto vicina al petto. Subito dopo, degli uomini in armatura che brandivano delle lance emersero dal bosco, ma avevano qualcosa d’insolito: espressioni vuote e sguardi assenti, come se non vedessero nemmeno coloro che stavano minacciando con le armi.
- Sono arrivate, coloro che vogliono attentare alla vita di Lord Oda Nobunaga. - disse uno con voce monotona.
- Dobbiamo catturarle. - pronunciò un altro, anch’esso senza un minimo accenno di emozione nella voce.
I nuovi arrivati continuavano ad avanzare, mentre nella mente della ragazze si fece largo una domanda:
- E adesso cosa possiamo fare? -


Angolo di Emy
Allora, cosa ne pensate di queste prime tre storie? Beh, aspettatevene altre prima di ogni missione degli ex Emissari.
Grazie a chi recensisce e segue
Baci
Emy
  
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