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Autore: Key Monday    19/06/2014    1 recensioni
-Un mago tipo prestigiatore?
-No
-Un mago a letto?
-No.. Bhe, anche!- la vide aggrottare le sopracciglia, brutto segno- ma se può farti sentire meglio so fare i giochetti con le carte!
-Non avvicinarti!- urlò quando James fece per avvicinarsi con un sorrisetto speranzoso, che scemo!
-Giuro che se fai un altro passo ti pianto una stalattite in un occhio!
-Ok, tieni!- disse lui porgendole una stalattite che era appena apparsa dal nulla.
Ok, questo era decisamente troppo.
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: James Sirius Potter, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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CAPITOLO 6

Tre mesi non erano bastati a James per dimenticare quelle sole tre settimane con Emma. Come poteva una storiella di pochi giorni farlo stare così male per così tanto tempo? In fin dei conti neanche la conosceva così bene e lei lo trattava male, molto spesso! E allora che perché non faceva altro che pensare a lei? Perché voleva vederla ogni giorno? E perché la sognava ogni notte? Non pensava potesse far così male.

I primi tempi aveva cercato di parlarle, di spiegarle, che poi cosa c’era da spiegare, non era colpa sua se esisteva il mondo magico, no? Comunque lei non voleva davvero saperne nulla di lui. Quando aveva smesso di guardarlo con terrore ogni volta che lui si presentava da lei aveva iniziato a guardarlo con disprezzo e rabbia. Eccetto una volta, l’ultima volta che si erano visti, l’ennesima volta che James si era presentato a casa sua. Lei aveva aperto la porta, l’aveva guardato senza sorpresa, sapeva che era lui. Poi lo aveva abbracciato e in un sussurro lo aveva pregato di non tornare più. Ma mentre chiudeva la porta James giurava di aver sentito un singhiozzo. Dopo quella volta non era più tornato.

In realtà un paio di volte si era appostato sotto la redazione e aveva aspettato che lei uscisse senza farsi vedere. Poi aveva capito che vederla così, da lontano, senza poterle parlare faceva ancora più male. Forse era meglio dimenticarla, dopotutto quanto erano stati insieme, cinque minuti? E allora perché gli sembrava di aver perso un pezzo di stomaco?

 

 

Dopo un periodo di aperta disperazione James si era chiuso a riccio trasformandosi in un automa; si alzava, andava all’accademia, dormiva e, quando qualcuno glielo ricordava mangiava. I suoi voti, anche quelli degli esami teorici, erano diventati i migliori della classe. Se non per gli esami, poi, non parlava molto con nessuno.

E mentre il depresso James cercava di tirare avanti Dicembre era arrivato e con lui il Natale alla Tana che avrebbe reso pubblici i suoi problemi con il cibo e i discorsi troppo lunghi.

Il 26 Dicembre pensò di aver trovato un po’ di pace seduto sulla panchina davanti l’aia. Era finalmente riuscito a sfuggire da nonna Molly che si era data come buon proposito il far ingrassare il nipote.

Stava guardando le galline beccare un pezzo di arrosto che Hugo gli aveva lanciato dalla finestra durate la cena quando sentì dei passi sulla ghiaia.

“Ehi Jay” lui si girò verso la voce “Al…” gli fece segno di sedersi “Che fai qui da solo?” “Aspetto l’estate” “Siamo in Gran Bretagna, non credo arriverà mai!” “Aspetterò… Prima o poi ci ripenserà” Al si guardò le scarpe e sospirò “Come stai Jay?” “Bene” “Sul serio James, come stai? Non mentire…”  il maggiore sorrise “Non mi chiama più nessuno James, sai? Emma mi chiamava sempre James..” “ È il tuo nome dopotutto” “Già” Al rimase a guardare il fratello fissare il vuoto senza sapere bene cosa dire “Non mi piace vederti stare così male..” “Non sto male Al -gli rispose l’altro girandosi verso di lui- sono solo arrabbiato. Tremendamente arrabbiato. Non capisco perché l’unica volta che credo davvero di essere felice debba andare tutto a puttane così senza un buon motivo. Di solito le mie storie finiscono perché sono un coglione, o perché lei è una troia. Stavolta per cosa è finita precisamente? Perché non riesco a capirlo. È davvero finita solo perché ho mantenuto il segreto della magia?- sospirò- A te non sembra assurdo?” “Si, è decisamente assurdo… ma non è detta l’ultima!” “Si invece!” “No invece Jay! Porca miseria, sei per metà Potter per metà Weasley! Due delle famiglie più testarde del mondo magico! E se papà, o gli zii si fossero arresi al primo ostacolo? Ora avremmo tutti un bel tatuaggio sul braccio e andremmo in giro torturando babbani e mangiando tartine. Non ci credo che ti sei già arreso.” “Non mi sono arreso Al… è che non so se ci sia qualcosa per cui combattere” “Tu sei innamorato di lei?” “Non lo so…” “ Sono mesi che non fai che pensare a lei, una cotta non può durare così tanto. Quindi si, sei innamorato di lei, fattene una ragione. E se c’è una frase che papà ripete fino alla nausea e che io odio più delle altre e quella che dice che non c’è niente di più giusto che combattere per amore. È smielato e stupido, ma porca miseria Jay, se la vuoi vai lì e riprenditela!”

Rimasero ancora seduti lì, in silenzio per qualche minuto. James non riusciva a trovare un argomento per controbattere a quello del fratello. Era davvero così un fifone? James Potter, il figlio maggiore del Salvatore, il Grifondoro per eccellenza, il primo della sua classe all’Accademia per Auror aveva paura di una ragazza? SI. Decisamente si. “Forse Jay hai paura?” “NO!” Al trattenne un risolino e si fece subito serio “Allora forse non ne vale la pena. Ti conosco Jay, ottieni sempre quello che vuoi, sempre. Sono sicuro che se tu volessi potresti riaverla in un secondo. Forse hai bisogno di altro, di qualcosa di più simile a te… “ “Perché dovrei aver bisogno di qualcosa di simile a me? Ho già me!”  “Porca miseria Jay!- Al sembrava essersi agitato- La vuoi? Vuoi stare con lei? E allora vai e prenditela! Punto! Non fare il fifone!” “Non faccio il fifone!” “Si invece!” forse, e sottolineamo il forse, Al aveva ragione.  “Non sono un fifone” ripeté Jay, stavolta a voce un po’ più bassa “. È che non credo che lei voglia che io torni. Ci ho provato. Tante volte! E non sai che paura aveva ogni volta che mi vedeva… Non avrei mai pensato di essere spaventoso per qualcuno.” “Forse hai ragione Jay. Solo che, io l’ho vista solo una volta e per poco, ma mi è sembrata una persona molto testarda, forse con lei servirà un po’ più di tempo!” “Perché insisti così tanto Al? Hai fatto una qualche scommessa con Hugo?” “Certo che ho fatto una scommessa con Hugo! Ma ti sto parlando adesso perché da quando non la vedi più sei distrutto. Non ti ho mai visto  così e non mi sta bene. Quindi se l’unico modo che c’è per farti stare meglio è farla tornare da te, secondo me è meglio trovare un modo per farla tornare.” “Sei sempre stato il più sveglio Al..” “Non ci vuole molto combattendo contro di te” James diede una spallata amichevole al fratello e i due ridacchiarono insieme. “Comunque Jay, la nonna mi aveva mandato a chiamarti perché è il momento del dolce..” “Ancora? Secondo me il piano di nonna Molly è di farci soffocare tutti per il troppo cibo! Poi partirà e andrà a vivere in una comunità per streghe alle Hawaii.” “Ingozzato a morte… Non sembra un così brutto modo di morire!”

 

 

 

 

Il tepore, le risate e le urla tipiche del soggiorno della Tana intorno Natale non ebbero il solito effetto rilassante su James che, al contrario non faceva che agitarsi sempre di più. Aveva mille domande per la testa. Era riuscito per mesi a spegnere il cervello e quel moccioso di Al glielo avevo sovraccaricato in tre secondi netti. Gli sarebbe esplosa la testa, ne era sicuro, perché aveva una voglia matta di infilarla in un secchio pieno di ghiaccio. Si trattenne solo perché Hugo aveva ricevuto in regalo dai nonni babbani una videocamera che l’avrebbe sicuramente ripreso e gli avrebbe assicurato almeno tre anni, sei mesi e quattro giorni di prese in giro.

Quindi si era messo in un angoletto sperando che nessuno lo notasse e mostrando i denti ogni volta che sentiva delle risate senza, in realtà prestare molta attenzione ai discorsi che lo circondavano. Purtroppo qualcuno si accorse comunque della sua estraneazione, per fortuna era la zia, Hermione.

“Non sei molto loquace stasera; James.” “Può capitare, zia!” “Non a te Jay! Ti conosco da prima che tu stesso ti conoscessi!” James le sorrise. “Sai Jay, tutti dicono che tu assomigli molto a tuo padre, ma Harry non è mai stato una persona troppo determinata, avrà anche salvato il mondo magico ma solo perché sapeva che doveva farlo. Per il resto non si applicava molto.-si fermò un attimo per guardare il nipote- Tu non sei così, tu sei determinato e ottieni sempre quello che vuoi, proprio come tua madre.” “E questo perché me lo stai dicendo?” “Perché mi sembra che tu stia affrontando una situazione molto simile a quella che ha attraversato tua mamma con tuo papà” “Cioè?” “ Tua mamma ha dovuto far capire a tuo padre che lui era innamorato di lei” “In che senso?” “Nel senso che tuo padre è una testa dura e se non fosse stato per la determinazione tua madre sarebbe ancora single!” poi si alzò e se ne andò “Che c’entra con me?... Zia! Ehi, che vuol dire?” James sapeva che la zia si era vista diverse volte con Emma, che le avesse detto qualcosa? Quanto odiava i Weasley!

 

 

Per fortuna di James la serata non andò avanti ancora molto. Lo zio Fred se ne era andato poco dopo trascinato da una moglie decisamente infastidita dal tasso alcolico del marito, lo zio Ron si era addormentato con la fronte appoggiata sul tavolo come tutti gli anni, lo zio Percy, invece aveva dovuto portare quelle due pesti delle sue figlie a casa per evitare che distruggessero tutti i piatti di nonna Molly. Quando poi anche Harry aveva fatto ondeggiare la testa in avanti con gli occhi chiusi minacciando di fare la fine del cognato, collega e amico la serata si era finalmente conclusa e tutti erano andati a letto anche se erano ‘ solo’ le tre del mattino.

Dopo aver bevuto la birra rituale della buonanotte con i cugini e i fratelli più grandi James se ne era tornato a casa con la scusa che l’indomani avrebbe dovuto studiare. Non era la verità in tutto e per tutto, ma i gemelli erano in vacanza non si sa dove con la madre e a James non sembrò una così brutta idea dire una piccola bugia per potersi godere un po’ di pace da solo a casa. Aveva davvero bisogno di stare un po’ da solo.

 

 

 

Così alle tre e mezza si era smaterializzato nel salotto e aveva tirato un sospiro di sollievo. Si era preparato una tazza di tè, ma poi aveva trovato del whiskey incendiario e aveva bevuto quello, rimuginando sulle uniche due conversazioni che aveva avuto quella sera. Ma i suoi ma i suoi pensieri si concentrarono in fretta sul solo argomento della conversazione: Emma. Emma, Emma, Emma….. Emma. Che palle!

Due bicchieri di whiskey più tardi, mentre stava pensando a… Che lo dico a fare, il campanello suonò creandogli uno scompenso e la mancata presenza di almeno quattro battiti.

Barcollando si alzò per vedere chi era dallo spioncino, ma si dimenticò di farlo, spalancò direttamente la porta e…

“Emma!?” la sbronza gli passò in un batter d’occhio e gli sembrò di perdere l’uso degli occhi visto che non riusciva più a chiuderli. Emma era lì, davanti a lui! Bella come mai e … Incazzata nera? Lei non sembrava sorpresa neanche un po’, forse non aveva notato che si era tagliato i capelli! Disse solo a voce molto bassa e con un tono che a James ricordava quello dei demoni nei film:

“Dove è lei?”

 

 

 

 

 

 

Finalmente ho pubblicato anche questo capitolo! È corto e di passaggio ma spero di aver creato la suspense che volevo con questo finale! Il prossimo capitolo sarà molto simile a questo ma poi ci sarà un po’ più di azione! Spero n  vi abbia disgustati troppo! E duemila grazie a tutti quelli che mi seguono, preferiscono, recensiscono e via dicendo, mi fate davvero tanto felice!!

Buona giornata! :D

  
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