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Autore: Paddy_Potter    20/06/2014    1 recensioni
Ciao a tutti! Questa storia è il proseguimento di "A Brother to Save", una mia fanfiction terminata l'estate scorsa. Qui narrerò di Orion Black, di come la sua giovinezza non fu così tranquilla come immaginiamo. Ora che entrambi i suoi figli se ne sono andati, tristi ricordi affiorano alla sua mente. Con uno slancio di fantasia ho aggiunto un nuovo personaggio, destinato a cambiare molte cose nella famiglia Black e a riportare alla luce alcune verità che sono state taciute.
Ma forse non è troppo tardi per salvare la situazione.
Perché, alla fine, anche le stelle più nere riescono a brillare.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Orion Black, Regulus Black, Sirius Black
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Beneath your eyes
 
 





Io e Regulus siamo rimasti tre giorni in infermeria tra le spietate grinfie di madama Chips; poi, finalmente, dopo aver parlato con Silente, l’abbiamo convinta a lasciarci andare. Adesso il mio fratellino vive con me a Raintown. All’inizio l’euforia di essere di nuovo insieme ha trasformato il tempo in qualcosa di idilliaco.
Abbiamo passato intere notti accoccolati sul divano a ridere davanti al fuoco: sono successe tantissime cose ad entrambi negli ultimi otto anni e ci siamo presi tutto il tempo per raccontarcele, ovviamente accompagnando la serata con i nostri biscotti al cioccolato preferiti. Reg mi ha perfino raccontato che non li ha più mangiati da quando abbiamo litigato. Poi, quando nessuno dei due riusciva più a tenere gli occhi aperti, salivamo al piano di sopra e andavamo a letto, io in camera mia e mio fratello nella stanza degli ospiti.
O almeno questi erano i patti.
La realtà è che, per i primi tre giorni, Reg ha dormito con me. È stato come rivivere la mia infanzia: sentirlo così vicino a me, sentire la sua mano aggrapparsi al mio pigiama, sentire il suo cuore battere piano contro il mio…ho desiderato più di una volta che quelle notti non finissero mai.
La ciliegina sulla torta è stata la lettera di Moody, in cui mi l’Auror mi comunicava dolcemente che aveva talmente a cuore la mia salute da concedermi una settimana per rimettermi…ho come l’impressione che ci sia lo zampino di James dietro a tutto questo, ma indagherò in un altro momento. Come se non bastasse anche Regulus comincia a trovare simpatico Prongs e viceversa, tanto che, quando giovedì sera siamo andati a cena dai Potter, si sono lanciati in un’immensa chiacchierata sul Quidditch.
Ora, premettendo che io conosco James da nove anni e che ho vissuto nel suo stesso dormitorio per sette, so esattamente quanto possa essere asfissiante se si mette a parlare di Quidditch e certe volte non riesco a sopportarlo neanch’io. Quindi, vedere il mio fratellino e il mio migliore amico che parlano per la bellezza di un ora e quarantasette dell’intera attuale classifica…mi ha decisamente spiazzato.
Comunque, non sono mai stato così felice in vita mia.
Adesso però è passata una settimana e Reg comincia a rabbuiarsi. Lui tenta di nasconderlo e sta facendo un ottimo lavoro: chiunque potrebbe giurare che sta bene. Ma io lo conosco e, se c’è una cosa che ci unisce, è che nessuno è mai riuscito a nascondere qualcosa all’altro. Fin da quando eravamo piccoli, riuscivo sempre a capire che cosa pensava, mi bastava rovistare in fondo ai suoi occhi.
Per questo so che gli manca Casa Black e i nostri genitori, e che si sente anche in colpa per come ha trattato nostro padre.
Lo capisco e so che ha bisogno di tempo, ma non posso vederlo così. È seduto sul divano da mezz’ora, fissa il fuoco con occhi vitrei, immobile. Lo raggiungo con una coperta e gliela metto sulle spalle. Lui sobbalza: non mi ha sentito arrivare.
“Cioccolata?” chiedo, porgendogliene una tazza fumante.
“Sì, grazie.” mi sorride prima di appoggiarsi contro di me. Gli cingo le spalle con un braccio, mentre lui si accomoda meglio, e poi aspetto. So che parlerà, non voglio mettergli fretta.
“Mi dispiace” sussurra.
“Per cosa?”
“Sei preoccupato per me, lo vedo. Mi dispiace, non lo faccio di proposito.”
Sospiro e lo stringo più forte. “Reg lo so che ti serve tempo per abituarti. Stai male perché ti mancano i nostri genitori e questo lo capisco, ma non devi stare male per quello che hai detto a papà.”
Lo sento accasciarsi leggermente, confermando quello che avevo intuito.
“Invece sì. L’ho trattato malissimo. È vero, ha sbagliato, ma io…non dovevo essere così duro, ho esagerato.” sospira.
“Reg tu non…”
“No, Sir.” mi interrompe “L’hai visto quando ce ne siamo andati? Hai visto come ci guardava? Quello…quello era rimpianto.”
Lo sento stringersi di più a me. In effetti, ho ripensato molto a quell’ultimo sguardo: mio fratello ha ragione, era rimpianto. Ma è stato mio padre a scegliere quella strada. Aveva già sbagliato con me e gliel’avevo dimostrato quando sono fuggito. Ha avuto l’occasione di cambiare, di tentare di nuovo con Reg e l’ha totalmente sprecata: fa male anche a me ripensarci, ma se l’è meritato.
Tento di consolare Reg dicendogli che non è colpa sua, provo in tutti i modi a risollevargli il morale, ma senza alcun risultato.
Mentre saliamo le scale per andare a letto si sforza di sorridermi, ma so che sta fingendo solo per non farmi preoccupare.
“Lo sai che non serve che tu lo faccia, vero?” gli chiedo, piantando i miei occhi nei suoi.
Lui mi guarda e ride piano, sul serio questa volta.
“Lo so, scusa. È l’abitudine. Ad Hogwarts o a casa non c’era più nessuno capace di capire cosa pensavo con un solo sguardo, così ho preso l’abitudine di…beh, nascondere quello che pensavo. A volte mi dimentico che con te non serve a nulla” mi dice sorridendo. E, questa volta, dietro i suoi occhi vedo davvero un guizzo di felicità.
Saliamo le scale e andiamo a letto. Ma non ho intenzione di lasciarlo da solo questa notte, così lo raggiungo quasi subito in camera sua e lo stringo a me.
“Ti voglio bene, Reg.” sussurro. Poi lo guardo meglio: si è già addormentato.

 
***
 

È buio qui dentro. Tra questi muri di pietra, è buio e fa freddo.
È da un’infinità di tempo che sono chiusa qui. Ed è sempre buio. E fa sempre freddo.
Ci sono delle altre persone, rinchiuse in altre celle come la mia. Ogni tanto le intravvedo attraverso le sbarre, quando mi aggrappo a quel reticolo di metallo, freddo come qualsiasi altra cosa qui dentro, e guardo fuori.
Il riflesso di una torcia lontana giunge saltuariamente a noi, inconscio che annegherà nella perenne oscurità che alberga quaggiù…o quassù. Non ho idea di dove siamo. So solo che ci sono finita combattendo per ciò che era giusto, come probabilmente le altre persone che sono qui. Non posso esserne certa perché non ci possiamo parlare: ci sono appositi incantesimi sulle celle che ci impediscono di far sentire la nostra voce all’esterno.
Tutto si trascina così da tanto tempo, ma non so precisamente quanto. Le ore e i giorni hanno strisciato lenti su di noi fina ad ora.
Ma un improvviso scoppio proveniente da un punto imprecisato sopra di me mi fa sobbalzare. Alzo gli occhi e attendo.
Forse tutto sta per cambiare.
Il secondo scoppio è accompagnato da un muro che cade a pezzi all’improvviso alla mia destra e, per la prima volta da quando sono entrata, rivedo la luce.
Mi acceca, è una luce bianca e perforante, e invade tutte le celle attorno a me. Finalmente posso vedere i miei compagni di prigionia: sono malconci, hanno gomiti e ginocchia sanguinanti, i volti sudici e sono aggrappati alle sbarre delle loro celle urlanti, anche se nessuno può sentire le loro urla al di fuori di loro.
Gli occhi cadono poi sulle mie mani e sul mio corpo: è con non poco disgusto che mi accorgo che sono conciata pressappoco come loro, ma al momento non mi importa più di tanto. Non c’è tempo per compatirsi.
Delle persone sono entrate nelle prigioni e il mio cuore fa un balzo di gioia: sono Auror.
Ci liberano, uno dopo l’altro, e ci danno delle coperte. Non so come, ma ci guidano fuori, mentre noi barcolliamo sulle nostre gambe malconce, proteggendoci dagli incantesimi che alcuni purosangue di mia conoscenza ci lanciano addosso. Riconosco Nott, Avery e l’immancabile Ridley.
Rallento il passo mentre fisso meglio i loro volti: sembra che abbiano vent’anni in più rispetto all’ultimo ricordo che ho di loro. Rimango sorpresa della cosa, ma non riesco ad individuare nessun’altro del vecchio giro, perché gli Auror si smaterializzano e noi con loro.
Sono libera.
 
 
 
 
Angolo autrice

Ciao a tutti!:)
Come promesso, questo capitolo è un po’ più dettagliato. Se non vi è chiaro, io adoro Sirius e Regulus, secondo me sono i fratellini più dolci di sempre. E quindi le mie storie tentano in tutti i modi di farli stare vicini. Riguardo alla seconda parte, è entrato in scena il nuovo personaggio…vi dico solo di aspettarvi grandi cose da lei;)
Lasciate una recensione e fatemi sapere cosa ne pensate!!
Anna
  
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