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Autore: Bell_Black    20/06/2014    1 recensioni
poi arriva quel momento che non credevo sarebbe mai arrivato, Louis si ferma davanti a me ignorando la pioggia e gli automobilisti che lo mandano a quel paese per aver attraversato senza guardare, io non ho parole e veronica ha rovinato come sempre tutto.
«veronica mi ha detto dove sei stata»
«allora non ti resta che chiedere»
«sei stata in una clinica di riabilitazione»
«si»
una confessione non cambia le cose, ormai l'estate è al termine ma con Louis è come se fosse appena iniziata
trailer. https://www.youtube.com/watch?v=sjo1siOJ61A&list=UUxcTqVso-YRLf-5a2EtHeWQ&feature=c4-overview
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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11 Epilogo
23 Dicembre 2033
 
L’orologio ticchetta sul muro in modo continuo, la mia gamba trema a ritmo di una musica che sento in testa, da quando mia figlia si è fissata con quella band sento la loro musica ogni giorno, ogni secondo senza sosta.
Mi trovo da un’ora con quell’uomo che vedo da anni seduto nella sua poltrona con il suo taccuino, mi conosce molto bene, lo vedo due volte a settimana da più di vent’anni, mi sento rilassata con lui, ormai mi conosce e gli ho raccontato la storia della mia vita, quindi c’è un rapporto che va oltre il semplice contatto medico paziente.
«Se la sente di dirmi cosa è successo dopo quell’episodio di tentato suicidio?»Scandii bene parola per parole senza mai perdere il contatto visivo, ci ho messo anni per raccontargli tutto, ma ancora non ho approfondito molto la storia, mi ha aiutato in tutti questi anni nelle mie terapie e questa è l’ultima seduta che voglio affrontare, ho una famiglia e dei doveri a cui non voglio mancare.
«Sono rimasta in coma per una settimana, i medici prospettavano un mese, ma credo che sia stato grazie a Louis se mi sono ripresa»Affermo convinta, lui è sempre stato la mia forza dopo la clinica e lo è stato anche durante il coma.
«Come ti avrebbe aiutata?»
«Lui per l’intera settimana è rimasto lì a guardarmi, accarezzarmi, parlarmi senza mai andarsene, anche quando mi sono svegliata non voleva schiodarsi dalla sua sedia, solo quando mio fratello gli ha detto che puzzava come una capra si è deciso a mettersi in sesto»Ad entrambi scappa un sorriso, è vero! Non c’è stato verso di farlo allontanare, anche quando è tornato a casa dopo due ore si trovava già dietro la porta che mi guardava tristemente.
«Poi cosa è successo?» Sistema gli occhiali neri sul naso scrivendo qualcosa sul taccuino, molto spesso si diverte a fare disegni astratti che poi mi fa giudicare.
«Sono rimasta in ospedale per un mese, Jamie veniva ogni giorno insieme a Louis, poi costrinsi mio fratello a vivere la sua vita e iniziò a venire solo nel fine settimana, la cosa mi rendeva molto felice, perché si occupava della sua famiglia.
A fine mese venne così entusiasta dicendomi che sua moglie aspettava un figlio»Mi rattristo di colpo, ricordo ancora ogni minimo particolare di quei mesi d’inferno e felicità mischiati tra loro, Louis non mi ha mai lasciato e si è tenuto sempre a mio fianco.
«Perché questo pensiero la rende triste?»Si azzarda a chiedere tendendosi in avanti.
«Tre mesi dopo Jamie era devastato, distrutto, rivedevo in lui la mia agonia, Hanna ha perso il figlio per un aborto spontaneo, le davano poche possibilità di avere altri figli»Inizio a giocherellare con le mani un po’ disturbata dall’argomento, ho passato molto tempo a consolare i due sempre affiancata da Louis e i suoi famigliari, mi sono sentita parte di qualcosa quando tutto questo è successo.
«Il lavoro di Louis?»
«Grazie ad un disguido portato dal contratto il suo viaggio è stato rimandato di sei mesi, si è dedicato completamente a me e alla sua famiglia, entrambi siamo cresciuti molto insieme, abbiamo imparato l’uno a sorreggere i problemi dell’altro!»Il sorriso torna spontaneamente sul mio viso mentre penso a lui e tutto quello che abbiamo fatto insieme.
«Cosa è successo di importante dopo il risveglio dal coma, cosa crede sia degno di nota?»
«Beh oltre quello che le ho detto sono molti i fatti che si possono rendere noti:
mia madre mi ha pubblicamente umiliata disconoscendomi come figlia, ho riallacciato i rapporti con mio padre, Hanna dopo altri tre mesi è riuscita a rimanere incinta ed è nato un bel maschietto.
Louis mi ha chiesto di andare con lui a Doncaster e dopo varie suppliche e promesso sono riuscita a seguirlo, poi ci siamo sposati ed è nata la nostra prima figlia»Nello stesso istante che dico quelle parole la porta si spalanca e due bambini saltano sul divanetto abbracciandomi.
«Non sono riuscito a fermarli»Sorride Louis appoggiandosi allo stipite della porta, Seth e Davis si mettono seduti sulle mie gambe guardando lo psicologo con occhi da cerbiatto, il dottore toglie gli occhiali e si alza dalla sua  poltrona dirigendosi verso la sua scrivania e tirandone fuori due caramelle alla frutta.
«Allora bambini chi vuole le caramelle?»Chiede retoricamente il dottore abbassandosi, i due corrono verso il dottore e dandogli un bacio sulla guancia, gli prendono le caramelle dalle mani, corrono di nuovo verso Louis e lo pregano di lasciarli andare a giocare. Hanno dieci anni ma ne dimostrano di meno, sembrano proprio Louis per come si comportano!
«Credo che sia tutto, verrà alla cena sabato sera?»A fatica mi alzo dal divano comodissimo, il dottor Tunner mi porge una mano e mi da un appoggio per potermi mettere in piedi.
«Non mi perderei mai l’arrosto della signora Tomlinson allora quando nascerà questo piccolo monello?»Scherza accarezzandomi il pancione, Louis si fa avanti e mi avvolge alle sue grandi e protettive braccia dandomi un bacio sulla guancia sinistra.
«Meglio dire piccola monella, ci sono ancora due lunghi mesi da aspettare!»Risponde felice mio marito rivolgendosi allo psicologo sinceramente divertito dai due piccoli gemelli che stanno giocando ad un gioco strano con le caramelle, ogni giorno ne inventano una nuova!
Un capogiro mi fa perde l’equilibro ma subito Louis aumenta la stretta per tenermi in piedi, il dottor Tunner sposta i cuscini e aiuta Louis a farmi sedere sul divanetto, la bambina sta scalciando forte, a quanto pare inizia a stare stretta, ma non è ancora il suo momento.
«Fa un po’ i capricci!»Afferma lo psicologo porgendomi un bicchiere d’acqua, Seth e Davis si avvicinano preoccupati, fanno piccoli commenti sulla pancia e poi iniziano a carezzarla amorevolmente uno alla volta, sono così dolci, da quando gli ho detto che è una femmina sembrano più interessati alla nascitura.
«Credo sia meglio andare, è stato un piacere, ma da adesso in poi sono sicura di poter gestire da sola le mie emozioni»Confermo alzandomi di nuovo in piedi, la testa non gira più, ma la piccola continua a scalciare quando i suoi fratelli toccano la pancia.
«Per qualsiasi cosa non perda tempo a parlarne con me o Louis, buona giornata Hazel»Ricambio il saluto e lentamente usciamo dall’ufficio, con un sorriso ed il cenno della mano saluto Julia la segretaria del signor Tunner, è una ragazza giovane e piena di vita, l’ho vista varie volte con un ragazzo molto carino.
Louis mi costringe a prendere l’ascensore, mi crede invalida solo perché sono incinta, quando si tratta di gravidanza è molto paranoico, quando sono rimasta incinta di Zoe la nostra prima figlia, a malapena mi faceva alzare per andare in bagno!
Con i due gemelli invece è stato meno rigido, anche se sempre paranoico, adesso stava per diventare un padre perfettamente poco paranoico, ma un piccolo incidente di percorso l’ha fatto tornare al suo stato originale di padre ossessionato dai pericoli durante la gravidanza.
La madre di Louis e quasi tutti i parenti sono venuti a trovarci, ci sentiamo quasi ogni giorno, ma ci vediamo poco visto che ormai viviamo a Doncaster, Jamie viene spesso in estate a trovarci con i miei nipoti, anche lui ha avuto molti figli, dopo la prima perdita non hanno perso la speranza e lui con Hanna possiedono ben cinque figli!
Quest’anno la sua seconda figlia compie diciotto anni e vuole festeggiarli con noi, il primo è solo un anno più grande ma a differenza della sorella lui si diverte di più con le ragazze, il classico ragazzo un po’ puttaniere!
Gli altri tre hanno sedici, tredici e dieci anni, come i miei gemelli, sono tutti e tre maschi per sfortuna della sorella, abbiamo un rapporto molto stretto con ognuno di loro ed andiamo molto d’accordo anche quando siamo riuniti.
La mia figlia più grande solo due mesi prima ha compiuto sedici anni e vedo in lei qualcosa che non va, da un paio di settimane torna a casa triste, si chiude nella sua camera e ci rimane per ore, quando cerchiamo di parlarle esce, alcune volte senza neanche chiedere il permesso.
Forse ho capito cosa le prende e non voglio passi ciò che ho passato io, mi sono decisa a parlarle con Louis, non mi importa quanto mi ascolterà, ma non voglio essere come mia madre assente e menefreghista, solo perché mia figlia ha un problema che ha paura di dirmi.
Da quando sono iniziate le vacanze natalizie l’ho vista sorridere solo due volte ed entrambe le volte la causa di quel sorriso è stata un ragazzo che l’ha accompagnata a casa, porta capelli corti e biondi, sembra molto simpatico, ma a quanto pare si frequentano poco, altrimenti sarebbe sempre allegra.
Louis non ne sa nulla per fortuna, altrimenti si sarebbe messo a pedinarli, in auto come sempre parte i cd con dentro le canoni della band preferita di Zoe, ormai le conosco tutte anche in ordine di incisione sul disco, con Lou le canticchiamo nel viaggio di ritorno.
Seth e Davis urlano come cornacchie mentre tentano di intonare la canzone, la musica non è proprio nelle loro corde, nessuno dei due a preso il talento del padre nel cantare, mentre Zoe ci sembra portata, due o tre volte l’ho sentita sotto la doccia o in macchina, ma non si sbilancia molto, forse perché si vergogna è sempre stata molto timida e introversa, l’opposto di suo padre!
La bambina continua a scalciare e mi costringe a staccare la schiena dal seggiolino, Louis mi guarda preoccupato cercando di rimanere concentrato sulla strada, faccio respiri profondi, inizia a fare male la cosa nessuna delle precedenti gravidanze è stata così.
«Haz stai bene o vuoi andare in ospedale?»Chiede allarmato carezzandomi il viso dopo aver cambiato la marcia, scuoto la testa in segno negativo, non c’è motivo, sono solo dolori consoni della gravidanza nulla che comprende l’ospedale.
«Mamma ti fa ancora male la pancia? Certo che la piccola Ellie non sta tranquilla»Inizia a ridere travolgendo anche tutti gli altri, il dolore inizia a diminuire, anche se non cessa del tutto, di questi giorni Ellie fa sempre dei capricci, la cosa mi turba! Louis lo sa benissimo, ma non  voglio allarmare nessuno.
Arriviamo a casa in pochi minuti, la bici di  Zoe si trova a terra sul vialetto, spesso la usa per le sue passeggiate, non le piace la macchina dice che le toglie il gusto del paesaggio, le ho detto mille volte di non lasciare la sua bicicletta in giro, eppure non mi ascolta... tipico degli adolescenti!
Scendiamo tutti dalla macchina, Seth corre a sistemare la bici della sorella, mentre Davis mi carezza la pancia chiedendo a Ellie di fare la brava ancora per un po’.
Entriamo in casa e la prima cosa che noto è lo zaino di Zoe buttato a terra, la giacca sul divano e le scarpe una vicino al tavolino e una verso la cucina, barcollo un po’ e la vedo seduta sullo sgabello della cucina intenta a guardare un punto non specifico del piano.
Il viso cupo e coperto dal cappuccio della felpa mi incuriosisce, in casa di solito non usa coprirsi così tanto, neanche quando torna da scuola ha il cappuccio in testa.
Faccio cenno a Louis che manda Seth e Davis a giocare mentre noi ci occupiamo di Zoe, mi metto seduta al suo fianco mentre Lou fa la stessa cosa dalla parte opposta, gli poggia una mano sulla spalla e lei sobbalza quasi impaurita.
«Zoe possiamo sapere cosa succede?»Chiede Louis con tono preoccupato, lei prende in mano il cappuccio e lo fa calare ancora sul viso nascondendolo quasi del tutto, le tolgo le mani che tengono il cappuccio e lentamente lo abbasso.
I capelli castano chiari sono legati in una coda scombinata, ma non è quello che salta all’occhio bensì il livido nero sulla mascella, il labbro spaccato e un altro livido sull’occhio.
«Chi è stato?»Ringhia Louis toccandole delicatamente il viso, le passo due dita sul primo livido, non è mai tornata a casa in questo stato, Zoe inizia a piangere e abbraccia forte Lou.
«Tesoro sono state le tue compagne?»Le chiedo carezzandole la nuca, lei annuisce e continua a piangere, alzo lo sguardo su mio marito che è rosso dalla rabbia, come ogni padre è molto protettivo verso sua figlia e dovrò essere molto convincente per non fargli uccidere ogni sua compagna di classe.
«Per favore puoi parlarcene! Vogliamo solo aiutarti»Le sussurrai cercando di calmarla, si abbraccia anche a me e inizia a calmarsi, sia io che Louis le diamo piccoli baci sulla fronte per farle cessare il pianto, anche se ha solo bisogno di sfogarsi.
Il campanello inizia a suonare, la ragazza mi lascia andare in modo che possa andare ad aprire la porta, Seth e Davis hanno messo a soqquadro tutto il soggiorno buttando i cuscini per tutta la stanza, lentamente mi avvio verso la porta, quando la apro rimango sorpresa di vederci il biondino.
«Tu saresti?»Chiedo cortesemente al ragazzo, anche lui non sembra messo meglio di Zoe, dal naso gli esce ancora del sangue, la felpa grigia e sporca di fango e non so che altro, mentre vari lividi gli colorano la pelle pallida.
«Niall James Horan signora, sono qui per Zoe se è possibile vederla»Gli tremano le mani, le sue iridi azzurre non stanno ferme continuano a guardare alle mie spalle nella speranza di vedere la figura di mia figlia forse.
«Mi farebbe molto piacere, ma mia figlia è indisposta adesso»Cerco le parole più adatte per fargli capire che non è il momento adatto per le visite di un ragazzo mal messo, mi piace pensare che sia in quello stato perché abbia difeso Zoe, ma nulla mi dice che non sia stato lui a ridurla in quello stato pietoso.
«Lo so benissimo, per questo voglio vederla, devo urgentemente parlarle, la supplico signora Tomlinson»I suoi occhi azzurri ispirano simpatia e sincerità, mi faccio da parte e lo faccio entrare in casa, con voce flebile il ragazzo mi ringrazia e con lo sguardo inizia a vagare per il soggiorno distrutto dai gemelli, gli indico la cucina e subito lui entra rimanendo impietrito.
«Zoe!»Sussurra il biondo, mia figlia alza il capo di scatto, pulendosi con la manica della felpa le lacrime che le colavano sul viso.
«Niall cosa ti è successo?»Singhiozza guardandolo da cima a fondo, Louis non sembra approvare la presenza di Niall in casa, ma non può farci nulla, sono più che sicura del fatto che si piacciano e che Niall si sia ridotto in questo stato per lei.
«Lou lasciamoli soli, hanno molto da dirsi»Incitai con lo sguardo Lou per farlo uscire, lui storce il naso non volendosene andare dalla cucina, batto leggermente il piede e gli indico la porta, lanciandogli uno sguardo truce che gli fa intendere quanto mi sta facendo irritare.
Louis da un ultimo bacio a Zoe e prima di uscire dalla cucina con me, guarda Niall con sguardo di sfida, anche se il biondo non ci fa caso è troppo concentrato sulla figura di nostra figlia.
Prendo mio marito per l’orecchio e lo trascino fuori dalla cucina chiudendo quasi del tutto la porta scorrevole, zittisco Seth e Davis che si siedono a terra per guardare la televisione, mi appoggio al muro sporgendomi in avanti, lo so che non si deve fare, ma voglio assolutamente sapere cosa è successo a quei due.
«Non dirmi che sei andato da Jason da solo»Esordisce Zoe alzandosi dallo sgabello, Louis si alza sulle punte e scruta con attenzione ogni movimento, con la bocca mi mima la parola “ammazzare” in poche parole è riferito a quel Jason di cui parlano.
«Jeff e Taylor mi hanno detto cosa ti ha fatto con il suo gruppetto di idioti, dopo essere stato da lui sono corso da te, mi dispiace è colpa mia questo»Niall si avvicina Zoe prendendogli la mano, Louis si sporge in avanti per bloccarli ma gli metto una mano sulla fronte per bloccarlo, non gradisce la cosa, sappiamo entrambi che il biondino non si fermerà alla mano.
«Sei un deficiente Niall!»Gli salta addosso baciandolo, Louis spalanca la bocca sorpreso e confuso dalla situazione, io inizio a ridere cercando di non fare rumore, la reazione di Lou è esilarante da vedere, si aspettava che il biondo facesse il primo passo, invece è stata Zoe a bacarlo.
«Io lo ammazzo a quello»Bisbiglia Lou cercando di aprire la porta, lo trattengo per le spalle mentre cerco di vedere come continua la scena, mi sono sbagliata sul conto di Zoe, non finirà mai come me, ha molte persone che la sostengo e non si farà mai mettere i piedi in testa da nessuno.
«Zoe mi sento così stupido, non ti lascerò mai più sola»A quelle parole rimango incuriosita, sola? Quindi questi lividi sono l’effetto di qualcos’altro, apro la porta della cucina disinvolta ed entro sempre barcollando, i due si dividono in un secondo diventando rossi per la vergogna.
Lou mi segue a ruota impostando lo sguardo sul “se ci provi un’altra volta ti spezzo le gambe” Niall abbassa lo sguardo toccandosi la gola a disagio, mi viene da ridere davanti a quella scena, faccio sedere i due sugli sgabelli, ho bisogno di vere spiegazioni.
«Vorrei da vi delle risposte, credo che quei lividi non siano il risultato di una partita di calcio agguerrita»Niall capisce la battuta, ma cerca di non ridere visto che Louis lo continua a guardare come se fosse un assassino.
«Dei ragazzi importunavano Zoe, ma non si preoccupi non succederà più lo prometto»Si affetta a dire il ragazzo sicuro delle sue parole, sorrido contenta, mentre Louis sbuffa in modo poco carino appoggiandosi al bancone.
«Mi fa piacere saperlo Niall, ma ciò che voglio sapere è perché si sono resi necessari degli interventi che comprendono la violenza, non ti stiamo dando la colpa, ma teniamo molto ad ognuno dei nostri figli e vorremmo che non gli capitasse nulla di male»Il ragazzo annuisce capendo il mio discorso ma gira il capo verso Zoe che sembra molto a disagio, il silenzio cala nella stanza in attesa della loro risposta.
«Jason è un ragazzo più grande, fa l’ultimo anno è stato bocciato un paio di volte, però lui ecco... gli sono interessata»Dice imbarazzata, Louis inizia ad agitarsi sulla sedia, vuole sicuramente saperne di più su tutto questo.
«Io e Zoe ci siamo conosciuti grazie a Jason che l’ha invitata ad una delle sue feste, da li è nata una specie di amicizia fra noi e ho cercato dimetterla in guardia su Jason»sembra restio a raccontare la storia, forse perché non vuole dire nulla che non garbi a Zoe
«Diciamo che senza giri di parola voleva che mi allontanassi da lui, dopo il primo mese ho iniziato a capire e mi sono avvicinata a Niall lasciando perdere Jason che però continuava a cercarmi, ad invitarmi alla feste e via dicendo»
«Ok! Fino a qui siete stati chiari ma questi lividi che vi ha fatto Jason a cosa sono dovuti?»Per la prima volta è Louis a parlare, non è per niente calmo anzi sta per scoppiare, le orecchie sono così rosse che si possono vedere sicuramente anche al buio.
«Beh io e sua figlia stando di più insieme, andando in bici e al parco abbiamo... beh»
«Abbiamo capito che ci piacevamo oltre l’amicizia»Interviene Zoe per aiutare Niall rosso come un pomodoro, Louis inizia a contare per non scoppiare ad urlare, io rido divertita, la questione è seria ma le reazioni di Lou sono troppo esilaranti, nemmeno i due ragazzi riescono a trattenere le risate.
«Quindi avete iniziato a frequentarvi e sicuramente è stato questo a far scattare Jason»Mia figlia annuisce alla mia affermazione cupa, si tocca li livido sulla mascella dolorante e abbasso lo sguardo sulle mie mani appoggiate al bancone.
«Jason è molto possessivo con le ragazze che sceglie e quando ha saputo delle nostre intenzioni ha fatto di tutto per dividerci e ci è riuscito»Niall perde quel poco di positività, il suo viso assume la stessa espressione di quello di Zoe, Lou finalmente si calma, smette di muoversi e ascolta attentamente cosa hanno da dire.
«Ci ha fatto litigare due giorni fa, ci siamo detti parole orribili e ci siamo divisi, solo che Jason si aspettava che corressi da lui, invece non è stato così e si è vendicato della cosa, ecco tutto!»Niall lancia un’occhiata di fuoco a Zoe, ovviamente non è tutto, lo si capisce benissimo ma quell’occhiata conferma la teoria mia e di Louis che ormai abbiamo fatto il callo a queste storie.
«Non è tutto, sua figlia ha delle compagne str... cattive che la insultano e che l’ultimo giorno di scuola l’hanno rinchiusa nell’armadietto dello spogliatoio e non è la prima volta! In più la colpa è mia se Jason gli ha fatto questi lividi. Lei mi ha chiesto di incontrarci per chiarire e darci un taglio, ero molto arrabbiato con lei, quindi non sono andato in orario all’appuntamento e quando sono arrivato non c’era»Si vede dai suoi occhi che è mortificato e deluso da se stesso, mi sembra quasi di rivedere Louis in quello sguardo, mi ha guardata in quel modo per tutto il tempo in cui sono rimasta in ospedale, si sentiva colpevole della mia malattia, anche se non è mai stato così.
«Taylor la mia amica mi aveva accompagnato a casa, voi non c’eravate e poi a quando sembra Niall è andato a vendicarsi di Jason e adesso siamo qui a spiegarvi tutto»Conclude Zoe senza mai alzare lo sguardo, è un periodo orribile per lei, uno di quelli che non vorrei mai che passasse, mi alzo dallo sgabello e le avvolgo le spalle chiedendole di alzarsi.
«So che vorresti chiarire con Niall, ma forse è ora che ti racconti una storia»Non ho mai detto hai miei figli ciò che ho passato nella mia adolescenza, ma forse questa storia può essergli di esempio per non compiere i miei stessi errori madornali.
Lou mi sorride e mentre esco si sporge in avanti verso Niall pronto a prenderlo per il colletto.
«Non ti azzardare a toccare quel povero ragazzo, sii garbato e fate amicizia»Niall e Zoe sorrido, mentre Lou sbuffa ancora in modo molto teatrale, esco dalla cucina e porto nel giardino Zoe per parlargli.

La questione sembra chiarita, Lou non ha ucciso Niall e sembra che gli stia simpatico, anche se non lo ammetterà mai e poi mai, Zoe sembra più tranquilla, quando le ho raccontato la storia si è messa a piangere e mi ha promesso che cercherà di dirmi tutto ciò che non va.
I due adesso stanno vagando per Doncaster in bicicletta, sono così dolci, spero che Niall sia per lei ciò che per me è Louis. Ellie continua a scalciare, non riesco neanche a stare seduta, sto passeggiando per il corridoio del piano superiore per far calmare il dolore, ma qualcosa di inaspettato mi blocca.
Abbasso lo sguardo e vedo ciò che non deve capitare, mi si sono rotte le acque prima del previsto,  mi appoggio al muro e chiamo Louis il più tranquillamente possibile, sono sicura che appena mi vedrà così inizierà ad agitarsi.
«Tutto bene Hazel?»Dice sconcertato dalla mia chiamata, gli sorrido in modo molto falso, aspetto che si avvicini per poi rispondergli.
«Benissimo Louis ma tua figlia Ellie vuole nascere prima, mi si sono rotte le acque»All’inizio non comprende ciò che dico infatti si mette a ridere, abbassa lo sguardo a terra e quando il suo cervello elabora ciò che ho detto sviene.
Rimango sorpresa e sconcertata, non è mai svenuto, sarà l’agitazione? I dolori iniziano ad aumentare e mi chino velocemente su di lui per prendergli il cellulare dalla tasca, compongo il numero della vicina e aspetto una sua risposta.
‹ Pronto Louis? ›    
‹ Salve signora James! Sa Louis è svenuto e mi si sono rotte le acque, potrebbe aiutarmi? › Chiedo disinvolta mentre Lou inizia a dare segni di ripresa, il dolore aumenta e se non mi affretto ed andare in ospedale mia figlia nascerà in casa.
‹ Per tutti i bambini! Arrivo subito tesoro non muoverti respira profondamente e non agitarti › Ringrazio la signora e stacco la telefonata, cerco di far riprendere Lou, gli do qualche schiaffo, ma nulla, suonano alla porta e per fortuna ci sono i gemelli ad aprire, decido di usare un tentativo, do un pugno a Lou nel basso ventre e finalmente si sveglia.
Scatta in piedi dolorante e spaesato, si gira più volte intorno mentre la signora James e suo figlio mi danno una mano, quando sono di nuovi in piedi il figlio ventenne della signora James mi sorregge da solo mentre la madre va da Lou in preda al deliro e lo colpisce in testa molto forte.
«Senti Louis tua moglie sta per partorire non fare il coglione e riprenditi»Gli urla colpendolo ancora, quella scena mi fa ridere e per un momento dimentico il dolore che sta aumentando di minuto in minuto.
Mi piego in avanti per via di una contrazione, respiro a fatica e stringo la mano del povero ragazzo che sta mantenendo la calma in modo molto naturale, mi scuso con lui per la stretta, ma lui non si lamenta, anzi mi chiede di fare tutto ciò che possa aiutarmi a non sentire dolore.
Sia lui che mio marito mi prendono in braccio e mi trasportano giù dalle scale per portarmi in ospedale, la signora James lascia un biglietto a Zoe, mentre prende i gemelli e li porta con se in auto, senza quella donna non saprei che fare, ci ha aiutato molte volte.
Il ragazzo che se non sbaglio si chiama Edward si mette alla guida e Lou mi affianca stringendomi la mano, continuo a fare respiri profondi, il dolore è più forte di quanto ricordo, nemmeno i gemelli sono nati con due mesi di anticipo, Ellie a quanto pare ha fretta di scoprire il mondo.
Stringo forte la mano di Lou, ho paura di partorire in auto, sento che non c’è la faccio, mia figlia non può nascere qui, ma non posso comandare sulla sua nascita, vedo in lontananza l’ospedale, tiro un respiro di sollievo e una contrazione mi fa piegare in avanti.
Edward non spegne l’auto scende di scatto mentre entra nella porta del pronto soccorso, Lou inizia ad aprire la portiera dell’auto, non riesco a muovermi, fa veramente più male del solito, per fortuna non ho i pantaloni o le cose sarebbero state peggio.
Due infermiere corrono verso di noi, una di queste chiede gentilmente a Louis di spostarsi mentre controlla il mio stato, ma dalla sua faccia non sembrano buone notizie.
«Niente sedia, portate una barella, la testa è quasi fuori»Spalanco gli occhi a quelle parole, non è possibile! Ed e Lou aiutano le due infermiere, il respiro diminuisce mentre mi trasportano verso la sala parto, il moro mi corre dietro tenendomi la mano, l’ho fatto ben tre volte, però questa mi fa molta più paura, non so il perché.
«Bene Haz dopo questa non ne faremo più vero!? Non voglio svenire un’altra volta»Commenta ironico Lou tenendomi la mano, sorrido divertita me il tutto viene bloccato da una contrazione atroce, l’infermiera mi incita a spingere più che potevo per far uscire in fretta la testa.
Mi sforzo il più possibile, maledico il giorno in cui ho deciso di fare figli ogni volta che devo partorire senza epidurale.
«Guarda il lato positivo... un regalo in più per natale»Vorrei tanto ridere, ma il dolore e tanto forte, do un’altra spinta e il dolore sparisce, un piccolo pianto riempie la stanza silenziosa, Lou sorride e inizia a piangere quando gli porgono nostra figlia Ellie.
«Quanto sei bella»Sussurra dandole un bacio sulla fronte e cullandola, guardo la scena commossa e stremata, la bambina non smette di piangere, quindi Lou me la mette sul petto e subito si calma, ha la testa piena di capelli biondi come mio fratello Jamie ed è molto piccola.
Piango anche io nel vederla, ogni volta è così, io non voglio figli, loro nascono ed io dimentico il dolore vedendo lo so quanto sono belli e dolci, vorrei rimanere così per sempre, ma so benissimo che l’infermiera deve portarla via per le visite essendo nata prematuramente ha bisogno di molte attenzioni.
«Non potevi farmi regalo migliore Haz»Lou mi da un bacio sulle labbra riportandomi a quando Zoe è nata, ho avuto così paura, mi trovavo ancora in una fase difficile della vita ma grazie a mia figlia sono riuscita a superarla meglio e con la nascita di Ellie sono sicura che sta per iniziare un capitolo nuovo e migliore della mia vita.
«Ti amo Lou»Sussurro stremata.
«Ti amo anche io Haz»Mi stringe la mano e poco dopo torna il medico per la visti di routine.

Ci troviamo tutti nella stanza dell’ospedale, di norma solo Louis può entrare quando c’è la bambina, ma quando Johanna ha iniziato a colpire il dottore con la borsetta le hanno permesso di fare ciò che voleva, Zoe ha portato pure Niall che sembra avere un’indole positiva sui bambini piccoli.
Vedere tutta la famiglia riunita in una piccola stanza solo per me e per Ellie mi fa capire quanto molto tempo prima sono stata stupida e avventata, a tornare indietro non lo avrei fatto, forse mi sarei evitata tutti i problemi che ho avuto, avrei comunque incontrato Louis e avremmo creato il nostro futuro forse in modo più tranquillo.
Comunque per adesso non voglio pensare al passato, voglio vivere ogni giorno come meglio posso, non voglio più soccombere al passato o ai miei sbagli, devo usarli e sfruttarli per aiutare i miei figli che potrebbero cadere come me in tentazioni più grandi di loro.
Spero solo nella loro felicita e che tutto da adesso vada bene, che capiscano quanto tenga a loro e che solo per quello alcune volte sono tanto protettiva. In fondo come diceva Leibniz “Amare è mettere la nostra felicità nella felicità di un altro”.

FINEEEEEEE!!!
Ok forse troppa euforia, comunque ecco un’altra storia che volge alla conclusione.
Ammetto che inizialmente non volevo neanche pubblicarla, la credevo un po’ bimbominchiosa e forse lo è, non lo so! Comunque mi sono divertita a scriverla e a vedere cosa ne pensavate, di solito non scrivo storie su base “normale” sono rare quelle che scrivo, ormai mi tengo sempre su base mafiosa o cose simili...
Ringrazio che c’è stato dall’inizio e chi mi ha sostenuto, in più io direi di fare un ringraziamento speciale a mia sorella Sharon che mi ha indirizzato sulla via della vita, perché ero indecisa se far morire qualcuno e lei mi ha persuaso dal farlo!
Detto questo non so cosa aggiungere, spero che leggerete la mia nuova fan fiction originale chiamata Catering e quella a sfondo mafioso chiamata Miss Strange su wattpad. vi lascio per l'ultima volta con il link del trailer di questa fan fiction 
Grazie ancora a tutti quanti un bacione immenso a chi si fermerà a questa lettura e un arrivederci per chi mi seguirà nelle mie altre storie.

 

  
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