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Autore: MayniacGlamFreak    20/06/2014    5 recensioni
Sequel di Crack Of Dawn All Is Gone Except The Will To Be.
Connie ha una nuova vita davanti,non più sola.
Ha chiuso con il passato e la sua esistenza è stata cambiata,non è più un'ingenua ragazzina.
Dovrà affrontare nuove sfide,e forse avere a che fare con l'amore un'altra volta.
L'unica cosa certa è che in Metallica faranno ancora parte di lei,più che mai.
Non si promette costante aggiornamento.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Connie fu di nuovo a casa,dopo più di due strazianti settimane d'ospedale.
L'atmosfera dell'ospedale era ancora in lei,insieme all'odore di disinfettante che continuava a nausearla,finalmente però era stata dimessa.
Certo,avrebbe dovuto fare ancora mille controlli,specialmente per il bambino,e il colloquio con lo psicologo l'aveva all'inizio innervosita molto:ok,era cosciente di aver fatto una cazzata con la C maiuscola ma non era così pazza da poter pensare di sbarazzarsi di ciò che aveva in grembo.
No,questo non l'avrebbe mai fatto.
Era depressa,come aveva detto lo strizzacervelli,ma si sarebbe sottoposta a qualsiasi trattamento pur di guarire.
"Ben tornata a casa piccola."-l'abbracciò Ray una volta in casa,finalmente senza tutte quelle flebo a intralciarli.
Pensando a quanto le fosse mancato in quei giorni il contatto coi suoi genitori si chiese se mai lei sarebbe stata in grado di donare lo stesso amore.
Sciogliendosi dalla presa del padre si accorse di una palla di pelo nero che le si stava strusciando contro le gambe per reclamare la sua attenzione.
Si chinò verso un musetto appuntito che rumorosamente stava facendo le fusa e cominciò in ginocchio a grattare la schiena dell'animale,il quale si stava inarcando pigramente.
"Ozzy!"-chiamò il micio che le balzò sulle gambe.
Connie lo guardò meglio negli occhi lucenti,quasi gialli.
Lo avevano trovato in estate vicino al ranch lei e Cliff.
Un piccolo gattino spelacchiato che miagolava in un modo così strano da ricordare ai due ragazzi la voce di Osbourne,così era finito per prenderne il nome.
"Tesoro?"-la richiamò Jan.
"Mh?"
"Nulla,ti avevo chiamato due volte."
"Scusa mamma,stavo pensando."
"Pensi troppo,lo dice anche il dottore.Adesso che sei a casa voglio che tu ti svaghi un po' e soprattutto che tu ti riposi,non sei ancora pronta per tornare a scuola."
"Ho un po' di sonno in effetti,penso che andrò in camera.Chiamami per cena,dopo passa Kirk."
"Partono domani?"
"Già,Giappone."
La donna sospirò,Connie le passò subito una mano fra i capelli stringendosela al petto.
"Mi sembra così strano non dover impazzire per fare la valigia a tuo fratello per partire..e poi apparecchiare solo per tre..non sentire il suo basso per tutto il pomeriggio."
L'altra parte di Jan Burton ovvero la mamma con quell'enorme vuoto nel cuore,prevalse in quell'attimo sulla donna forte che per giorni era stata sorridente al fianco della figlia in convalescenza.
"Presto saremo di nuovo in quattro mamma.Ed avremo di nuovo di che sorridere."
"Perché non chiami Kirk qui per cena?Posso telefonargli io se hai paura che rispondano gli altri."-chiese soffiandosi il naso.
Annuì e posò un bacio sulla tempia della madre,salendo poi le scale verso il piano superiore.
Ritrovarsi nella camera del fratello,ormai sua,la rassicurò.
Notò ai piedi del letto un borsone di pelle marrone e senza esitazione lo identificò.
Vi era attaccata una targhetta.
'Clifford Lee Burton,personliga tillhörigheter.Polisstation i Ljungby,Sverige.'.
Era svedese ma riconobbe troppo bene la parola 'polis',polizia.
Dovevano essere gli effetti personali,finalmente arrivati dalla Svezia.
Prese in mano il cartellino rabbrividendo.
Le ricordava l'obitorio,il freddo di quel luogo le penetrò nelle ossa.Il ricordo di quel corpo bianco,sporco di sangue,stravolto e gelato,si fece spazio prepotentemente nella sua memoria.
Svedese,parlano solo quello,non capisco.Non c'è nulla da capire ormai,quello che basta sapere è che nessuno mi ridarà mai indietro lui.Non ce la faccio a staccargli gli occhi di dosso,mi hanno lasciata qui con lui.Gli stringo una mano,è gelido.Dio mio..dovranno fargli l'autopsia..no,non voglio pensarlo.Cliff,perché tu?Non potevo essere io?Che ne sarà di me?

Aprì la borsa e ne estrasse un fascicolo.C'erano i documenti di Cliff ed il suo passaporto,insieme al referto degli esami dell'autopsia.
Compressio thoracis cum contusio pulm.Il verdetto della nera mietitrice.
Posò sul letto il fascio di carte e continuò a rovistare.
Una catenina,la catenina che aveva comprato per Corinne.Povera ragazza..
Indugiò sul da farsi,decise che sarebbe stato giusto farla avere a lei,l'ultimo regalo del suo fidanzato.

"Stiamo cercando casa insieme.." 
"Ma è bellissimo!C'è anche una stanza in più per un bambino magari?" "Non ora di sicuro,ma..si.Un giorno magari." Ricordo il suo sorriso mentre me lo stava dicendo e,ironia della sorte,quel piccolo non nascerà mai. "Infondo io e Corinne siamo ancora ragazzi no?".Già,io sono quasi una bambina in confronto a voi,e guarda un po' a chi è toccato.


Ripose la collana accanto ai fogli e frugò ancora più a fondo trovando gli anelli,due teschi.
Cliff li aveva comprati in quello strepitoso negozio a Londra,il Great Frog.Connie invece aveva comprato una collana con un lupo,il suo animale preferito.
Pulì un po' i due gioielli con un angolo della camicia che stava indossando e li infilò all'anulare e medio sinistri.
Tirò fuori anche qualche vestito dalla sacca,il gilet a quadri che aveva addosso il giorno prima che..
Lo annusò,cercando disperatamente il suo odore.
Erba,fumo,birra,sudore forse.
Poco importava,era lì e poteva respirarlo a pieni polmoni.
Sarebbe svanito presto.
Si asciugò con il dorso della mano gli occhi,ripensò alle parole del dottore.

"Ho bisogno della sua collaborazione,signorina Burton.La ritenga una semplice conversazione."
Certo,come se ti fregasse qualcosa di quello che penso.Che faccia falsa.
"Noto bene che non le faccio una buona impressione,ma non è questo l'importante adesso,io sono solo lo 'strizzacervelli'.Piuttosto,che sentimenti prova verso sé stessa?"
"Rabbia,delusione,pena,odio.All'inizio,adesso non più."
"Ne è sicura?Non è certo guarita Connie.Si,lei è malata.Soffre di depressione,dovuta al trauma della perdita di suo fratello,anche se non sono sicuro sia stata l'unica esperienza negativa che l'ha spinta a questo gesto.Non è vero?Non voleva forse sbarazzarsi di qualcosa?"
Mi alzo di scatto.Il pezzo di merda mi sta guardando dagli occhiali inclinati con l'aria di chi sa tutto.
Non sa un cazzo invece.
"So dove vorrebbe andare a parare,ma mi dispiace.Mio figlio è la salvezza,non la causa.Si dà il caso che io non sapessi di essere incinta quando è successo..tutto."
Cerco di calmarmi,mi rimane difficile però.
"Ciò mi spiegherebbe la sua ripresa veloce e la sua volontà a guarire,devo comunque metterla al corrente che ci saranno duri controlli su di lei.Oltretutto,lei è minorenne."
"Quando nascerà sarò già diciottenne."
"Dovrà tenere un colloquio con me una volta alla settimana e sottoporsi ad esami costanti per monitorare lo sviluppo del feto e assicurarci che non assuma sostanze."
"Lei forse non ha capito,io ho chiuso con tutto quello che è successo prima di quella cosa.Ho fumato qualche canna con mio fratello in passato,ho bevuto quando ero giù e fra amici.Adesso ho una responsabilità."
"Così la voglio sentir parlare.Vorrei che tenesse una specie di diario per me,dove voglio che annoti i suoi sentimenti nell'arco della giornata e i suoi pensieri e ricordi più frequenti.È per seguirla meglio,si fidi non siamo poi così cattivi come pensa noi specialisti.Buon ritorno a casa,Connie."
Mi fa cenno di alzarmi e mi stringe la mano,quasi non ci credo che sto tornando alla normalità.
"E mi scusi un secondo ancora-mi giro rimanendo con la mano sulla maniglia della porta-sappia che da quello che ha detto e dimostrato,ha già fatto un grande passo avanti.Si ricordi che io non sono suo nemico,sono qui per aiutarla a venirne fuori.Lei sta già facendo metà lavoro per l'impegno e il recupero che ha mostrato in queste due settimane."
Forse dovevo ricredermi sul dottor McMangan,non era poi la prima volta che mi sbagliavo sul conto di qualcuno.


Era ancora presto perché la cena fosse pronta,così decise di mettersi ad ascoltare almeno qualche traccia del disco che Jason le aveva regalato.
Prese l'Lp per metterlo nel lettore,si accorse che ancora dentro ne aveva lasciato un altro.
Lo tirò fuori,riponendolo nella sua custodia e si soffermò a leggere delle scritte.
Nella copertina 'Master Of Puppets' era scritto sull'immagine di un cimitero,in cima regnava il nome Metallica.
Nel retro i titoli delle canzoni,la foto di quattro ragazzi sorridenti.
In una scrittura decisa,accanto ad un teschietto stilizzato lesse:

       La prima copia del nostro strafighissimo album da paura va alla nostra Carotina!Metal Up Your Ass!!
               Jaymz


Poco più sotto con una calligrafia lievemente femminea ma sempre disordinata ai suoi occhi:

Un altro album con cui disturbare i vicini!Imparati quei riff,ti aspetto al prossimo duello!(Tanto sai che ti straccio!)
                                                                                                                           Hamster xx

Rise al ricordo dei duelli di chitarra che Kirk spesso le lanciava,stupide competizioni che Connie finiva sempre per perdere!
Più in basso riconobbe le parole di Lars,poche e stupide in danese.Lo aveva pregato a lungo di insegnarle qualche parola e tutto quello che sapeva era:

Rødgrød med fløde,du prøver at sige det!Jeg er den bedste trommerslager! 
                         Lars


In pratica la stava ancora sfidando a pronunciare uno stupido scioglilingua dalla pronuncia assurda che in realtà non era altro che il nome di un dolce,e poi il solito Lars aveva scritto di essere il miglior batterista,bah.
Gli occhi di lei seguirono le ultime parole su quel vinile,riconoscendo subito il pugno curato e mascolino da cui trapelava la dolcezza di un fratello maggiore.

Alla mia piccola,la mia più grande fan.Ti voglio bene sorellina.
                                                          Clifford


Adesso basta ricordi,lo aveva detto il dottore.
Per oggi può bastare.
Proprio in quel momento senti dal piano di sotto il suono del campanello ed abbandonò il disco sul letto per andare ad aprire.
Una volta alla porta fu sommersa dall'abbraccio dell'amico.
"Ehi piano Kirk!Mi hanno appena dimesso,se continui così mi soffochi! "-rise lei inspirando il profumo fresco di quella pelle ambrata che sfatava il mito del metallaro puzzolente.
"Vieni,penso sia in tavola."-disse guidandolo fino alla sala.
Quando i Burton e il ragazzo si sedettero attorno alla tavola,regnò per minuti un silenzio strano.Tutti avvertivano le differenze,non era la prima volta che Kirk si fermava per cenare,ma in quelle circostanze tutto era diverso e sembra inutile rimarcarlo per l'ennesima volta.
Eppure era così,la morte si supera,ma non si accetta mai fino in fondo.
"Come vanno le cose nella band adesso,Kirk?"-chiese Ray timidamente al ragazzo che stava infilzando un'innocente carota con la forchetta.
"Ci stiamo tirando su..domani partiamo e poi dopo il Giappone gireremo States e Canada,ci fermiamo solo per le vacanze di Natale."
"È il primo concerto con Jason?"-chiese Jan.
"Qualche giorno fa ne abbiamo fatto uno in verità."
"Si trova bene con voi?Con noi è stato così gentile."
"È ok-Non riempie il vuoto però..-Lars e James devono ancora capirlo..ne stanno combinando di tutti i colori per fargli dispetti e scherzi,il bello è che ci cade sempre!James l'ha preso veramente di mira,oltretutto è diventato per tutti difficile comunicare con lui.Si sta chiudendo sempre più."-sospirò profondamente e lanciò un'occhiata al suo fianco,vedendo la testa di Connie abbassarsi sommessa.
Subito le prese la mano accarezzandone il dorso col pollice.
"Si aggiusterà tutto."
La ragazza aveva spostato la sedia accingendo ad alzarsi,ma il ricciolo la tirò indietro.
"Ti lamenti del cibo dell'ospedale e poi non mangi?Guarda che devi mangiare per due,non ti lascio alzare finché non finisci."-la guardò con uno sguardo divertito e allo stesso tempo di rimprovero.
"Da quando ho due mamme?"
"Connie,Kirk ha ragione.Te l'hanno detto anche all'osped.."-l'uomo venne bloccato dalla figlia.
"Papà,lo so.È solo che con James ho mandato tutto a puttane.Ultimamente sembra essere la cosa che mi riesce meglio."-gettò gli occhi al cielo e sibilò un commento tagliente ed acido senza pensarci-"Non che a Lars riesca male.".
A quelle parole il chitarrista sentì come una stilettata di rimorsi fiorirgli dal petto,e non poté fare a meno che maledirsi dentro di sé per quel macigno che portava nascosto dentro.

 

Lucia's Corner:

Ehilà cari!Ce l'ho fatta a tornare finalmente *balletto della vittoria*!
Eccovi qua il capitolo,un po' più cortino e beh palloso dato che è solo di passaggio e in pratica è un rimuginare continuo ma serviva così.
Ero un po' bloccata per questo pezzo quindi non ho fatto un granché,mi farò perdonare magari in seguito (spero).
Voglio dare il via ad un piccolo contest fra voi,se mai vi interessi:
Apro ufficialmente le scommesse sul sesso del bambino e sul nome!(Può sembrare un'idea stupida ma vorrei tanto coinvolgervi xD)
Se avete idee in proposito lasciatemele in una recensione magari,perché avrei il nome da quando ho cominciato la storia,ma non ne sono più pienamente sicura e vorrei un aiutino!
Sparate pure quindi le vostre supposizioni e i vostri consigli!
Martina,Chiara,Marika (se ci sei)..indovinate da dove ho preso McMangan HAHAHAHAHAHAHA.
Vale,di nuovo grazie per i tuoi costanti e preziosissimi aiuti,e beh grazie anche alle tre sopra citate e a voi lettori ;)
Vi lascio per il momento,spero di tornare prima ma non prometto!
Masser af kys!
Lux•
  
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