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Autore: Marauder_    23/06/2014    2 recensioni
Dal capitolo 6: [...] per la seconda volta in pochi giorni, delle labbra si appoggiarono alle sue.
Quel bacio, però, non aveva niente a che vedere con quello che aveva ricevuto sull'Espresso per Hogwarts.
Le labbra di James erano state decise, sicure, come uno Schiantesimo; quelle di Cody, invece, erano esitanti e impacciate, come un giovane mago che prende in mano una bacchetta per la prima volta.
Il bacio di James l'aveva emozionata, l'aveva travolta; il bacio di Cody l'aveva solo sfiorata, come se a darglielo fosse stata una di quelle lontanissime stelle, che, pur essendo bellissima, era solo un misero puntino, in mezzo all'oceano di luce che era il cielo quella sera.
“Cody io.. io devo andare, mi dispiace” bisbigliò Lily, senza riuscire a guardarlo negli occhi.
Si voltò e scappò verso la Torre di Grifondoro, pensando che, alla fine, era stata tutta colpa di James, se si era appena lasciata sfuggire un ragazzo meraviglioso come Cody.
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Severus Piton | Coppie: James/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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I Malandrini

 

Neanche un secondo dopo, da tutte le parti spuntarono facce di studenti che, dopo aver sentito un forte tonfo, come se qualcosa di pesante fosse appena caduto a terra, volevano sapere che cosa stesse succedendo.
Gli occhi di tutti si spostavano da James, steso sul pavimento verso il fondo della carrozza, a Lily, con la bacchetta ancora stretta nella mano tremante, puntata verso di lui.
“C'è qualche problema, Lily? Che succede?” chiese la voce affannata di Piton, che aveva raggiunto di corsa la carrozza e aveva sfoderato anche lui la bacchetta.
“Non ti immischiare, Severus” ringhiò Lily, col viso rosso di rabbia e le tempie che pulsavano.
“Sparisci, Mocciosus” continuò James, alzandosi da terra e raggiungendo a sua volta Lily.
“Che cosa le hai fatto?!” urlò Piton, puntando pericolosamente la punta della sua bacchetta al petto di James.
“I problemi tra la mia ragazza e me non sono affari tuoi, Mocciosus” rispose tranquillamente lui, scostando la bacchetta di Piton con un dito “Ora, se non ti dispiace, io e Lily dobbiamo andare, vero tesoro?” proseguì, facendo l'occhiolino a Lily.
Impegnando tutte le sue forze nel tentativo di uccidere James con lo sguardo, passò in mezzo ai due ragazzi, spingendoli bruscamente contro le due pareti opposte del corridoio che passava in mezzo alla carrozza.
Lily entrò nel vagone dove si erano riuniti tutti i Prefetti ed i Caposcuola, seguita poco dopo da James, che stette ben attento a sedersi lontano da lei, che aveva ancora tutta l'aria di volerlo ammazzare nella maniera più dolorosa che riuscisse a trovare.
La distanza di sicurezza non gli impedì però di continuare a tormentarla: ogni volta che Lily si voltava verso di lui, James era sempre pronto a farle l'occhiolino, o a mandarle un bacio; purtroppo, però, la presenza di tutte quelle “autorità” la tratteneva dal scagliargli una maledizione.

 

Terminata la lunga riunione, Lily si precipitò fuori dalla carrozza senza degnare James di uno sguardo e, dimenticatasi di dover pattugliare i corridoi del treno, si avviò verso lo scompartimento in cui aveva lasciato Jo, che, con suo grande sollievo, era sparita.
Non aveva affatto voglia di ascoltare tutti i suoi commenti sull'accaduto, compreso il bacio a tradimento che James le aveva stampato sulle labbra, a cui aveva sicuramente assistito guardando fuori dal vetro che dava sul centro del vagone.
Lily non riuscì a trovare la forza di volontà per non pensare a quel bacio: come aveva osato baciarla?
Era così allettante l'idea di farla impazzire dalla rabbia? O forse sperava che lei ci sarebbe stata, come tutte quelle stupide ragazzine che sbavavano sempre ai piedi di James?
Si era forse dimenticato di quanto Lily lo odiasse? Glielo aveva dimostrato in parecchie occasioni, durante i precedenti sei anni di scuola, visto che lui faceva lo stesso con lei: non faceva che darle fastidio e, anche se spesso le chiedeva di uscire con lui, lei era certa che la detestasse, e che lo facesse solo per farla innervosire.
No, James Potter l'aveva baciata solo per provocarla, perché James Potter non aveva un cuore, e non avrebbe mai potuto sperare di ricevere un bacio da Lily.
Senza volerlo, la sensazione di quelle tenere labbra premute contro le sue si insinuò nella sua mente, provocandole un tremito.
Strinse i denti, strizzo gli occhi e si costrinse a concentrarsi sul paesaggio fuori dal finestrino, mentre delle lacrime di rabbia cominciavano a rigarle le guance.
Si chiese come una strega tanto brillante come lei potesse essere messa in difficoltà da un imbecille come James Potter, che odiava almeno tanto quanto desiderasse un altro suo bacio.

 

“Sgancia i galeoni, Sirius” esordì James soddisfatto, entrando nel suo scompartimento seguito da Remus, che, essendo Prefetto di Grifondoro, aveva partecipato alla riunione assieme a lui.
“Ero sicuro che ce l'avresti fatta” esclamò allegro Peter, battendo le mani grassottelle e fissando ammirato James, con i suoi piccoli e acquosi occhietti grigi.
“Cosa?! E lo chiami bacio quello? Tutto ciò che ho visto io è stato una ragazza infuriata che ti ha fatto fare un volo di quattro metri senza troppi problemi” rispose Sirius, passandosi una mano tra i folti capelli neri e lanciando uno sguardo di sfida a James.
“James, non è così che conquisterai il cuore di Lily” disse saggiamente Remus, lasciandosi cadere accanto a Peter.
“Infatti non avevo alcuna intenzione di conquistarla, questo non faceva parte della scommessa” rispose James, sedendosi accanto a Sirius e dandogli una gomitata per ricordargli che doveva tirare fuori cinque galeoni.
Remus alzò gli occhi al cielo e scosse la testa in segno di rassegnata disapprovazione.
“Beh, io vado a conoscere quella bella ragazza di Corvonero” disse Sirius alzandosi, subito dopo che un'ombra era passata ridendo davanti al loro scompartimento.
“Posso venire anche io?” chiese Peter, con gli occhi che brillavano.
“Mmm.. Ma sì, dai. Se ha delle amiche carine vi vengo a chiamare” aggiunse rivolto ai due amici rimasti seduti.
“Hei!! I miei..” iniziò James, mentre cinque monetine d'oro volavano nella sua direzione e un attimo dopo Sirius e Peter scomparivano nel corridoio della carrozza.
“Allora, com'è andata l'estate, Lunastorta?” chiese James con tono affettuoso, a quello che era uno dei suoi migliori amici.
“Abbastanza noiosa, e la tua?”
“Non male, io e Sirius ci siamo divertiti, ma senza di te non era proprio lo stesso. Piuttosto.. Quand'è la luna piena, questo mese?”
“Oh, sai, temo che mi perderò lo Smistamento, questa sera”.
“Fantastico! Avevo propria voglia di farmi una scorrazzata per i boschi!” esclamò James raggiante.
“Mmm.. Forse sarebbe meglio se rimanessi al castello. Sei Caposcuola, non puoi sparire così il primo giorno”.
“Lily se la può cavare benissimo anche senza di me! E poi sarà divertentissimo, domani, quando si arrabbierà perché non mi ha trovato”.
“James..” iniziò Remus in un sospiro.
“Si?” chiese lui, mentre guardava con improvviso interesse il paesaggio, riuscendo ad immaginare ciò che stava per dire il suo amico.
“So che non lo ammetterai mai, ma Lily ti piace, e non come ti piacciono tutte quelle ragazzine con cui giri di solito; lei ti piace sul serio.”
“Su una cosa hai ragione: non lo ammetterò mai. E sai perché? Perché non è affatto vero. Come fai a dirlo, tra l'altro?”
“Non è che ci voglia un Auror per capirlo: è dal primo giorno del primo anno che non la lasci in pace. E' l'unica ragazza della scuola di cui non ti sei mai dimenticato dell'esistenza” spiegò Remus sorridendo, con l'aria di quello che la sa lunga.
Per quanto Sirius fosse come un fratello per James, non era mai stato in grado di capirlo al volo come faceva Remus.
Riusciva sempre ad immaginare quello che pensavano i suoi amici, e trovava sempre i consigli migliori, anche se a volte erano difficili da mettere in pratica.
“Non è vero..” borbottò James arrossendo leggermente e pensando al fatto che, in effetti, a parte Lily, non gli venivano in mente i nomi di molte altre ragazze.
Fortunatamente, arrivarono Sirius e Peter ad interrompere i loro discorsi.
“Quella Jennifer è proprio una racchia” commentò Sirius sedendosi al suo posto.
“Già” confermò Peter “E voi di che cosa stavate parlando?”
“Oh, niente di che” disse vago Remus “Questa sera ci sarà la luna piena”.
“Grande!” “Evvai!” esclamarono i due.

 

Il viaggio verso Hogwarts fu lungo e noioso: fuori dai finestrini bagnati non si riusciva a vedere nient'altro che un fitto spessore di nebbia umida e grigia.
Solo quando mancava ormai davvero poco alla stazione di Hogsmeade, dove il treno si sarebbe fermato, le nuvole iniziarono a diradarsi, lasciando spazio ad un cielo che stava diventando sempre più scuro, pronto ad accogliere le stelle della notte.
Quando l'Espresso si fermò, tutti si affrettarono a scendere, per andare in cerca di una carrozza vuota che li avrebbe portarti fino ai piedi delle mura della scuola.
Nel momento in cui gli studenti raggiunsero finalmente l'entrata che dava sul Salone d'Ingresso del castello, era ormai quasi arrivata la sera e Remus fu il primo ad entrare, per correre subito verso la professoressa McGranitt.
James, Sirius e Peter, una volta varcata la porta, li videro sussurrare in un angolo della sala, ben attenti che nessuno li ascoltasse.
Quando la professoressa si allontanò, Remus, rivolto agli amici, alzò il pollice, agitò le mani in un modo che significava “ci vediamo dopo” e salutò, passando di nuovo attraverso il portone.
Finché le porte della Sala Grande si spalancavano per accogliere tutti gli alunni, Sirius, James e Peter rimasero indietro, avvicinandosi con circospezione allo stesso angolo in cui poco prima la professoressa e Remus stavano parlando.
“James, hai qui il mantello?” chiese sottovoce Sirius.
“Certo. Entriamo lì dentro” rispose, indicando uno stanzino in cui erano contenuti detersivi e stracci.
James tirò fuori dalla borsa marrone che aveva a tracolla un grande mantello argentato, che brillava come se migliaia di stelle fossero state prese dal cielo ed incollate sopra.
I tre si coprirono, ben attenti a non far spuntare nemmeno la punta di una scarpa, e diventarono completamente invisibili.
Sotto al mantello, James tirò fuori dalla borsa anche la Mappa del Malandrino, una mappa magica disegnata qualche anno prima proprio da loro, che si facevano chiamare, appunto, “I Malandrini”.
“Giuro Solennemente di non avere buone intenzioni” dissero all'unisono Peter, James e Sirius, puntando le loro bacchette, e una precisissima rappresentazione dell'intera Scuola di Hogwarts, con le posizioni esatte di tutte le persone che ci si aggiravano, apparve sulla pergamena, che, fino a pochi istanti prima, era completamente vuota.
Senza fare alcun rumore, uscirono dal ripostiglio ed aggirarono con cura il gruppo di ragazzi del primo anno che circondavano la professoressa McGranitt.
Dopo essersi accertati, osservando la mappa, che il parco fosse completamente vuoto, uscirono dal castello e camminarono verso il Platano Picchiatore, l'albero che era solito difendere il suo territorio con tutte le sue forze, se disturbato.
“Credete che sia già nel bosco?” Chiese Peter, osservando la luna che ormai era piuttosto luminosa.
All'improvviso, un ululato lungo e acuto echeggiò attraverso la Foresta Proibita.
“Sembrerebbe di sì” risposero in coro James e Sirius, togliendosi il mantello e rificcandolo con la mappa all'interno della borsa, che nascosero accuratamente ai piedi del Platano.
I tre si guardarono, sorrisero e si precipitarono verso il bosco.
“I Malandrini sono tornati!!” urlò Sirius, spiccando un salto e atterrando un metro più avanti sotto forma di enorme cane nero.
“Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso, i signori della Foresta!” esclamò James, mentre tra un passo e l'altro i suoi piedi si trasformavano in zoccoli e dalla sua testa spuntavano delle enormi corna cervine.
“I Magici Malfattori!” aggiunse Peter, mentre diventava sempre più piccolo e sempre più simile ad un topo.
Raggiunsero in fretta i meandri della Foresta Proibita, dove sapevano che avrebbero trovato un grosso Lupo Mannaro, che erano soliti chiamare amichevolmente Lunastorta.


La mattina dopo, a colazione, l'intera Sala Grande rimbombò di urla furiose, che fecero tremare persino i vetri: “JAMES POTTER! DOVE – DIAVOLO – ERI – FINITO – IERI – SERA?” stava strepitando Lily Evans, mentre attraversava la sala a grandi passi.
“Ti sono mancato così tanto, Evans?” chiese beffardo James, scuotendo la testa per spostare un ciuffo di capelli neri che gli era caduto davanti agli occhiali.
“TU – SEI – PROPRIO – UN – CRETINO!! Adesso sbrigati e seguimi!!” proseguì, trascinandolo per il braccio verso la Sala d'Ingresso.
“Si può sapere che cosa..” iniziò James, ma Lily lo interruppe “I Caposcuola ed i Prefetti sono stati convocati ieri sera nell'ufficio di Silente, ma siccome mancavate tu e Remus, è stata indetta un'altra riunione, che è iniziata cinque minuti fa”.
“E tu avresti fatto tutto questo casino per una stupida riu..” “No, brutto idiota. Il Cappello Parlante è scomparso”.

 

 

  
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