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Autore: Non ti scordar di me    23/06/2014    2 recensioni
Hilary, dopo tre mesi, passati in Italia ritorna a Rigmont in Colorado. Ci sono molte novità ad accoglierla: Nathan, il ragazzo che ama, è stata trasformato in un vampiro sanguinario, che non si ferma davanti a nessuno e non si fa scrupoli ad uccidere nessuno.
Ringmont è una piccola cittadina dello stato del Colorado, ma nasconde tanti e oscuri segreti. Lì vivono tante creature della notte che cercano la così detta "Cura al Vampirismo"...Hilary non è la sola a cercarla per il ragazzo che ama, molti demoni e vampiri cercano questa cura...Ma se in realtà questa cura non fosse una semplice pozione? Se fosse qualcosa di più complicato e irraggiungibile anche per Hilary?
Nathan riuscirà a risvegliare i suoi sentimenti repressi dentro di lui per mesi e mesi? E Hilary è veramente un semplice giocattolo per Nathan?
Prima storia in questo fandom.
Cucciolapuffosa
Genere: Horror, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 1.
 
22 Gennaio 2014, Rigmont
 
Hilary a testa bassa mangiucchiava la sua colazione. Si era svegliata col mal di testa e non si sentiva affatto bene. Indossava ancora il pigiama e si affacciò alla finestra.

Era una giornata piovosa. Piovosa e cupa. Rispecchiava in un certo senso il suo stato d’animo quel giorno.
Suo padre entrò, tutt’un tratto, in cucina vestito in modo impeccabile e con un cartellina in mano. Salutò la moglie e lasciò un bacio sulla fronte alla figlia.

-Accendi la televisione, tesoro? – Chiese il padre, sorseggiando il caffè. Ogni giorno il padre amava vedere il telegiornale del mattino.
“Notizia schock. Emi Itovac, giovane sedicenne, coi capelli neri e occhi scuri è stata ritrovata morta con il collo completamente squarciato.”

Hilary si strozzò con il pane e iniziò a tossire fortemente. Era la sua vicina di casa. Una ragazza così posata e gentile…Erano amiche fin da quando erano piccole, per la loro somiglianza spesso si spacciavano per sorelle.

Si era trasferita dalla Russia in America in tenera età ed era stata effettivamente una delle sue prime amiche.
Morta. Morta con uno squarcio al collo. Il corpo di Hilary tremava e gli occhi erano grondi di lacrime. Dopo pochi secondi scoppiò in un pianto liberatorio.

Perché l’ha uccisa? Si chiese con le mani nei capelli. Perché, proprio lei se sapeva che era una mia amica? Continuava a piangere, non pensando ai suoi genitori che invano tentavano di consolarla con scuse banali.

- C’è scuola…I tuoi compagni vorranno chiederti dell’Italia…Hil, amore…- La madre la scuoteva teneramente dal braccio. La ragazza con un gesto secco si liberò della presa della madre e scappò su in camera sua, chiudendosi a chiave.

Perché l’ha uccisa? Stronzo. Stronzo. Lo odio. Lo odio. Si ripeteva Hilary. Eppure nel cuore sapeva che in realtà non era vero. Non riusciva ad odiarlo…Quel sentimento che sentiva all’altezza del petto non era odio, era amore. Amore che ripudiava.

Nathan era un concentrato di difetti e di pochi pregi…Hilary era la prima a ripetergli i suoi difetti, ma non pensava che fosse così malvagio da poter uccidere una persona a cui lei teneva particolarmente.

E’ colpa mia se lei è morta. Probabilmente gli avrò fatto pena e ha deciso di lasciarmi andare, ma ha voluto ugualmente nutrirsi… I singhiozzi si bloccarono e Hilary si toccò il collo istintivamente. Dovevo morire io al posto suo…E’ colpa mia.
Si sentiva così male. Indossò dei jeans stretti strappati, di sopra si mise una felpa larga bianca e le sue All Star rosa.

Legò i capelli neri in una coda di cavallo alta. Stava per uscire dalla camera quando il suo occhio cadde sulla sua trousse. Non si era truccata.
Si guardò allo specchio e vide sul suo viso candido delle occhiaie chilometriche e quel poco mascara che aveva messo la sera precedente sciolto.
Si struccò e decise di non mettersi niente sugli occhi, si mise solamente un lucidalabbra rosso che le donava delle labbra più delineate e definite.

Scese le scale, diede un bacio a sua madre e uscì di casa. La pioggia si era calmata, ma lei aveva preso ugualmente un ombrello.
Si mise le cuffie MP3 e iniziò a camminare. Camminando le venivano in mente i bei momenti passati con Emi e pensare che era morta solo per colpa sua le
faceva salire il senso di colpa e la tristezza.

La musica le vorticava in testa e sentì le forze venirle meno. Fece un altro passo e cadde sulle ginocchia sul marciapiede.
- Hilary!- La raggiunse qualcuno. Alzò lo sguardo. Victor? Si sentì ancora peggio, era il migliore amico di Nathan. Il ragazzo l’aiutò ad alzarsi e capì il motivo della tristezza della ragazza.

- Mi spiace per Emi…- Disse con tono neutro. A sentire il nome dell’amica, abbracciò il ragazzo che rimase nettamente sconvolto da tutte queste effusioni.
Lei non si era mai pronunciata su di lui, oltretutto che Victor aveva capito che era attratta dal suo amico.
- Sei pronta per rivedere i tuoi amici?- Chiese, cercando di farle salire l’umore. Lei annuì debolmente.

Cos’ha? Non sembra lei. Spenta, occhi vuoti...Non è che ha… Victor scacciò immediatamente quel bizzarro pensiero. Nathan non avrebbe mai osato Influenzarla, almeno lui ci sperava.

Camminava a tentoni e a volte si fermavano perché si sentiva troppo debole. Cosa le era successo? Si avviarono verso la loro scuola e al successivo mancamento della ragazza Victor la prese per i fianchi prontamente.

- Noi non siamo mai stati amici, ma ti ringrazio Victor.- Disse, asciugandosi una lacrima. Era pallida come un lenzuolo.
Da lontano, Victor adocchiò il suo amico Nathan venire verso di lei. Nathan c’entrava qualcosa. Le aveva fatto qualcosa.
- Abbiamo la prima ora in comune. Ti accompagno…Sembri così debole stamattina.- Disse prendendola per i fianchi e avviandosi in classe.
 
[…]
 
Per la pausa pranzo la maggior parte degli studenti rimaneva in cortile all’aerea aperta. Hilary si era seduta ai piedi di uno dei tanti alberi con l’MP3 nelle
orecchie e con lo sguardo assente.

Aveva liquidato tutti i suoi amici, anche la sua migliore amica Stecy con cui non aveva voluto neanche parlare.
Hilary non si sentiva bene. La testa le scoppiava e piangeva ancora. Si poggiò alla corteccia dell’albero e rimase paralizzata nel vedere Nathan seduto lì accanto a lei.
- Mon petite joue, c’è qualcosa che non va?- Chiese con la sua voce roca. Hilary indietreggiò leggermente con gli occhi sbarrati.

Ha paura di me, pensò Nathan con un sorrisetto. Le bloccò il polso e si avvicinò a lei lasciando una distanza di pochi centimetri a dividerli.
- Hai paura di me? Fai bene ad averla…- Disse dolcemente, accarezzandole il volto con il dorso della mano. Hilary deglutì spaventata, cercando di allontanarsi da lui.

Gli occhi rosso sangue erano diventati gli occhi neri notte a cui era abituata. Ogni volta però che gli rivolgeva uno sguardo lo immaginava con i canini sporgenti, gli occhi rossi e lo sguardo da folle.

- Sai, ho un po’ fame…- Disse per metterle paura. Hilary si alzò da terra, ma si ritrovò bloccata tra il suo corpo e la corteccia dell’albero.
- Nathan, cosa le hai fatto?- Chiese una voce. Nathan alzò gli occhi al cielo, mentre Hilary sgusciò via da lì e raggiunse a tentoni il suo salvatore, che era niente popò di meno di Victor.

- Ho solo giocato un po’.- Rispose beffardo, lanciando uno sguardo a Hilary. Quest’ultima si strinse a Victor, intenzionata a non rivolgere mai più la parola a quell’essere.

- Nathan dimmi che non hai fatto ciò che penso.- Ringhiò l’amico. Nathan gli diede la conferma di quello che pensava con un mezzo inchino.
Victor partì in quarta contro l’amico, anche se sapeva di non avere change. Nathan sentendosi attaccato senza problemi cambiò le posizioni, tenendo l’amico per il collo.

In questi mesi aveva imparato a controllarsi e a non uccidere tutte le persone che gli capitavano a tiro. Anche se in fondo sapeva che Victor di questo passo non avrebbe fatto una buona fine.

- Vic, ho solo bevuto un po’ del suo sangue.- Sussurrò divertito. Hilary lo guardò confusa. Victor sapeva che il suo migliore amico era un vampiro?
- Un po’? Qualche litro, forse. Si regge a malapena in piedi.- Grugnì Victor. Nathan infastidito da quel tono aumentò la presa sul collo dell’amico.

- Nathan…lascialo…- Sussurrò debolmente Hilary. Bastarono quelle due parole per far lasciare la presa di Nathan sul collo di Victor.
I ragazzi che erano in cortile li guardavano di sottecchi. Nathan resosi conto che stava dando spettacolo mollò la presa sul collo dell’amico.
Hilary fece un passo avanti, cercando di riordinare tutto quello che sapeva.

- Victor lo sapevi?- Chiese debolmente. Nathan si avvicinò con cautela a Hilary prendendola delicatamente per il polso.
- Non mi toccare!- Si scostò Hilary disgustata, dimenandosi dalla stretta del ragazzo. Nathan era più forte e non accennava ad andarsene.

- Victor, sparisci.- Decretò calmo. Il ragazzo non si mosse minimamente. Il biondo si avvicinò all’amico e lo fissò dritto negli occhi.
- Victor, vai via da qui.- Hilary fissava la scena impietrita. Notò soltanto la pupilla di Victor restringersi. Annuì poco dopo con sguardo perso e si allontanò da là. Cosa aveva fatto?

- Torniamo a noi.- Disse dolcemente avvicinandosi. –Dovrei ucciderti per quello che sai…- Continuò con espressione corrucciata. Hilary lo fissava di sottecchi con il cuore che batteva a mille.

- Allora perché non mi hai ucciso ieri sera?- Chiese la ragazza. Era così debole che a malapena riusciva a tenersi in piedi, Nathan le fu subito dietro tenendola saldamente per i fianchi.

- Ho pensato che dovessi vivere ancora un po’…Quando mi sarò stufato ti ucciderò.- Disse con un sorrisino sadico. Le parole le morirono in gola…Lui la voleva uccidere?

- Perché lo hai fatto?- Nathan non capì. - Non c’è un altro modo per non uccidere?- Il ragazzo scoppiò a ridere.
- Mi spiace, mon petite joue.- Quell’odioso nomignolo. Lo odiava. Pensare che un tempo le piaceva essere chiamata così da lui.

- Credo che la prossima vittima, sarà Allison.- Continuò a un palmo di distanza dalla bocca della ragazza. Hilary si scostò lentamente. Poco dopo la mano della ragazza era sulla guancia di Nathan. L’aveva schiaffeggiato? L’aveva davvero fatto?!Nathan reagì peggio del previsto. L’afferrò per la vita e si allontanò da lì con un ghigno odioso sulla bocca.

Stronzo. Brutto stronzo. Perché mi sta portando dietro la scuola? Pensò scalciando, anche se sapeva che quei pugnetti e quei calci non gli facevano niente.
- Non potevo ucciderti lì, davanti a tutti.- Disse, intuendo i pensieri della giovane. Lasciò la presa sulla ragazza, che cadde a terra come un sacco di patate.
- Se mi uccidi non avrei più il tuo giocattolo preferito…- Lo provocò lei per guadagnare tempo. Nathan ci pensò su. Aveva ragione…Forse doveva ancora aspettare. Solo un altro po’.

- Qualcuno dovrò pur uccidere…- Sentenziò sorridente. Hilary quasi non lo riconosceva. Dov’era finito il ragazzo stronzo che la provocava sempre? Sparito. Ora c’era solamente il predatore.

- Hai un buon sangue…- Continuò. Gli occhi del ragazzo da neri scuri stavano diventando più chiari. Si stavano colorando di un rosso scuro. Solo ora, Hilary si era resa conto che si era fatto un piccolo taglietto sul dito. Nathan sembrava quasi ipnotizzato.

- Facciamo un accordo?- Tentò la ragazza. Nathan la fissò interrogativa, invitandola a continuare. Le vene del collo risaltavano sempre più così come quelle intorno agli occhi.

- Quando hai sete vieni a nutrirti da me…- Il ragazzo sorrise. Mi sta veramente offrendo questo nettare? Pensò, mentre si mordicchiava il labbro con i canini.
-…Con la condizione che non mi dissanguerai…- Continuò, alzandosi da terra. Nathan si aggiustò il ciuffo biondo.
-…Oppure quando voglio, lo prendo e basta.- Ringhiò, avventandosi sul collo della ragazza che soffocò a malapena un urlo.
 
 



Angolo dell’autrice: Ecco qua il primo capitolo. Ho introdotto un paio di personaggi: Victor, migliore amico di Nathan ed Emi, ex-amica di Hilary.
Spero vi sia piaciuto. Non ho voluto fare la descrizione di Victor, perché volevo chiedervi: voi come lo immaginate? Così giusto per farmi un’idea.
Grazie a chi ha inserito la storia tra le ricordate/seguite/preferite. Dedico il capitolo a Insiemete e Simi_directioner per le loro gentili recensioni. Spero di ritrovarvi anche in questo capitolo.
Alla prossima. Bacioni
Cucciolapuffosa
  
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