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Autore: Midlight    20/08/2008    2 recensioni
L'ennesima Mary Sue ad Hogwarts? Forse, ma l'accoglienza non sarà tra le più classiche, seppure dopo un attimo di perplessità iniziale. Perché, andiamo, lo sanno tutti che le Mary Sue non esistono.
*** NB: nella mia fanfic (a differenza che nella trama originale) all'inizio del quinto anno di Harry, Hagrid è a Hogwarts. ***
Genere: Parodia, Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Il treno si fermò, e tutti scesero chiacchierando; tutti, tranne Mari, che si attardava al finestrino. «Ooooh, ma che stazione... è buia... e sporca... e c'è un sacco di gentaccia!» Hermione, che si era cortesemente fermata ad aspettarla, le scoccò uno sguardo acido. «Quella gentaccia sono i tuoi compagni di scuola, tesoro», e detto questo scese velocemente e raggiunse i suoi amici. «Quella ragazza... mi sembra piuttosto, come dire...» «...vicina», le sussurrò Ron guardando alle sue spalle. «No. Volevo dire che mi sembra piuttosto irritante», ribatté lei, sottolineando con enfasi la parola "irritante" con un sorriso cattivo, ben conscia che la suddetta ragazza era a portata d'orecchio. «E viziata, anche!» Detto questo si voltò verso l'uscita e seguì tutti gli altri verso le carrozze e il castello.
Maria Susanna, piuttosto offesa da quanto aveva sentito, si avvicinò con fare suadente a Hagrid. «Scusa? Scusa! Capisci la mia lingua?» «Sono solo più alto della media... non stupido» «Ah, bene», continuò lei con tono di voce innaturalmente alto, «Senti, posso venire anch'io in barca? È il mio primo giorno qui...» Hagrid si guardò attorno, disperatamente alla ricerca di sostegno. «Ma io... Io non lo so mica se si può...» «Eddai... devo ancora essere smistata, è giusto che abbia un ingresso in grande stile!» «Oh, e va bene, sali anche tu...» L'uomo abbassò il capoccione. "Ma a me non mi sembra tanto il modo giusto di fare, il suo!", rimuginava tra sé e sé accompagnando i primini e l'odiosa fanciulla alle barche. "Speriamo che Silente non si arrabbia con me poi..."

Anche in barca, il comportamento di Mari fu subito al centro dell'attenzione. Continuava a ripetere, a voce altissima, la stessa frase, come un disco rotto: «La barca di mio padre è molto più grande, più bella e più pulita. E il lago dove vado io in vacanza d'estate con i miei genitori è molto più grande, più bello e più pulito. E anche la campagna intorno è più bella. E più pulita, anche!», accompagnando ogni parola con un gesticolare esagerato e sporgendosi sempre di più, finché... Pluff!
«Hagrid, signore? Una ragazza è caduta in acqua! Signore!» Hagrid era diventato temporaneamente duro d'orecchi, e fu solo dopo qualche minuto che si voltò verso il ragazzino che lo stava chiamando ridacchiante. «Cosa? Oh, la ragazza! Fermiamo la barca e diamole una mano a salire...», fece allora, non molto convinto. Maria Susanna fu issata a forza a bordo, visto che di tirarsi su da sola non sembrava pensarci nemmeno. «Razza di... maledetto idiota!», urlò al povero Mezzogigante. «Cosa pensavi di fare, lasciarmi lì? Ho anche dovuto fare un pezzo a nuoto, saranno stati almeno...» «Signorinella, ho visto benissimo la piovra spingerti, quindi smettila di lamentarti.» La ragazza ammutolì, ma solo per qualche secondo: «Quindi secondo te dovrei considerarmi fortunata, vero? Evviva, la piovra mi ha aiutato! Che schifo, pensare a quella bestia orrenda che...» «Io non finirei la frase. La piovra è molto suscettibile.», la fermò Hagrid chiudendo il discorso. Mari aprì e chiuse la bocca per un paio di volte, poi decise che un signorile broncio fosse abbastanza, e si sedette, tetra.

La Sala Grande era addobbata con fasto, ma Mari Su fece comunque alcuni commenti sulla qualità delle decorazioni, come poi ne ebbe a fare su cibo, bevande, servizio e quant'altro: «Il tetto della mia serra è più trasparente di questo!» Quando poi qualcuno le rivelò che il soffitto della Sala Grande non era affatto trasparente, ma era incantato, la ragazza decise di regalare a tutti un po' di silenzio, e mise il broncio finché non fu il suo turno allo smistamento.
«De Immeritis Divitiis Maria Susanna!» urlò la professoressa McGranitt, con un sorriso divertito sul viso. «Che razza di cognome!» sussurrò Hermione agli amici. «Io conosco il latino, e così la professoressa, a giudicare dal sorriso... Però non conosce lei, o il sorriso sarebbe più cattivo.» «Sì, ma che vuol dire?» ribattè Ron impaziente. «Vuol dire che i suoi antenati si sono arricchiti senza merito, direi...» A quel punto la professoressa fulminò i ragazzi con lo sguardo e mise il Cappello in testa a Maria Susanna. «Oooh, ma che bella personcina abbiamo qui... Fragile ma determinata, sicura ma timida, forte e lunatica, bellissima appena scesa dal letto... Dimmi la verità, non lo dirò a nessuno: sei una Mary Sue, vero?» "Ma non dire scemenze!" pensò la ragazza. "Non sono certo quella roba lì, che neanche so cosa vuol dire!" «Ne sei davvero sicura?» "Non posso essere una cosa che non so cosa sia, certo che ne sono sicura!" «Allora...» "Non provare a mandarmi a S..." «Serpeverde!» «Maledetto Cappello!» proruppe allora urlando Mari. «Io non ci voglio andare, non ci voglio andare lì!» I ragazzi di Serpeverde avevano, come una persona sola, tutti la stessa espressione: disgusto e odio. Il professor Piton era di ghiaccio, e i ragazzi delle altre tre Case seguivano la scena incuriositi e, dopo aver guardato Piton in faccia, anche piuttosto intimoriti. «Signorina, la prego di accomodarsi al suo tavolo.», intimò la professoressa McGranitt con calma innaturale. Maria Susanna si avviò al tavolo, trovando posto all'estremità in fondo, poiché tutti gli altri ragazzi si erano stretti gli uni agli altri per non averla vicina. "Che maniere! Che schifo di gente! Che schifo di scuola!" rimuginò la ragazza tra sé dopo aver provato a parlare con qualcuno dei suoi vicini. "Antipatici... Cafoni!"
  
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