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Autore: Kate_88    24/06/2014    2 recensioni
Lily Luna Potter ha ereditato i tratti particolari della sua famiglia: noncuranza delle regole, scarsa nello studio, pessima in pozioni, ottima nel Quidditch.
Scorpius Malfoy è lo scapolo d'oro e c'è chi firmerebbe carte false per ottenere anche solo un suo saluto.
A Lily non importa essere apprezzata, a Scorpius non importa trovar moglie. Anche se due anni d'età li separa, qualcosa li accomuna: piacersi sarebbe la cosa più sbagliata che potrebbero fare.
Genere: Comico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lily Luna Potter, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Salve ragazze. Prima di tutto scusate per l'enorme ritardo con il quale aggiorno questa storia, ma ho avuto un grosso esame all'università che ha richiesto molto studio e tempo. Spero non vi siate dimenticate di questa storia e voglio ringraziare subito coloro che recensiscono e coloro anche che leggono solamente. Sapete che apprezzo tantissimo le recensioni, positive o negative che siano quindi fatemi sapere cosa ne pensate. Ringrazio ancora chi ha aggiunto la storia tra le seguite/preferite e spero che questo capitolo vi piaccia.

Kiss, Kate
 
 

Potter ²

 

 

James Potter, occhi scuri e capelli spettinati castani, aveva varcato i cancelli di Hogwarts il mattino seguente, portando con sé soltanto una piccola sacca dove i vestiti potevano solo che essere sgualciti.

Vestiva con dei pantaloni morbidi e di stoffa pesante con una camicia chiara infilata per metà dentro la cintura.

Avanzava lentamente verso il castello ammirando quel panorama che ormai aveva abbandonato da un anno. Aveva ricevuto quella lettera la sera prima e si era subito organizzato: aveva di corsa avvertito lo zio George che sarebbe mancato a lavoro, spiegando che il problema era Lily ed era anche necessario evitare di avvertire i genitori.

James Sirius Potter proprio non sapeva da che parte cominciare: era sicuramente vero che si era fidanzato, così come era vero che già i rapporti non andavano bene e che in quei mesi aveva rimuginato molto sull’ultimo litigio con la sorella.

Si sentiva così legato a lei che aveva avvertito come se qualcosa si fosse rotto nel momento in cui aveva pianto davanti ai suoi occhi, odiandolo per quella semplice fidanzata.

Non era un rapporto normale, lui ne era consapevole, ma cercava di trovarvi un senso, forte delle parole di sua madre, Ginevra, che aveva spiegato tutto con della semplice normalità.

Sapeva che avvicinandosi sempre di più a quel castello avrebbe dovuto affrontare vecchie conoscenze, amici che volevano passare del tempo con lui, ma le istruzioni erano state chiare: Lily.

Vide Al aspettarlo al portone d’ingresso. Gli sorrise e non appena fu possibile si scambiarono un grande abbraccio con rispettiva pacca sulla spalla.

« Spero tu non m’abbia messo qualche bacca puzzolente attaccata al mantello… »

« Al non sono così perfido… però tieni gli occhi aperti » gli mostrò un sorrisetto e un attimo dopo il prefetto avvertì una piccola scossa sulla spalla, là dove aveva ricevuto la pacca: bottoni da scarica elettrica.

« Sei meschino, sappilo! » scosse il capo e lo fece entrare nel castello. La maggior parte degli studenti dormivano ancora, altri invece si trovavano in Sala Grande a far colazione, in attesa delle lezioni.

« Lei dov’è? »

« Ovviamente dorme. Salta quasi sempre la prima lezione, spesso si sveglia tardi e nel fine settimana ha da recuperare tutto ciò che non ha seguito, ovviamente con scarso successo »

« La vado a svegliare. Senti non ci sono le sue amiche in stanza, vero? Non vorrei… »

« Mel e Mi sono già a fare colazione… »

Al scosse la testa rassegnato a tutto ciò che riguardava il fratello, limitandosi ad un’alzata di spalle, muovendosi verso la Sala Grande.

 

James aveva salito tutte le scale necessarie e si era ritrovato davanti la signora grassa che tuttavia non fece storie a farlo entrare: lei aveva un debole per lui e bastarono due smancerie a far aprire il passaggio.

La sala comune era semi vuota; c’era qualche studente del primo anno che stava finendo di sistemare la cravatta e che ignoravano chi fosse quella presenza così carismatica, nonostante alcune studentesse non poterono ignorare quel fascino che lo contraddistingueva.

James iniziò a salire verso il dormitorio femminile, con piccoli passi e senza capire cosa in realtà stesse facendo, d’altronde lui e Lily avevano un carattere simile e vederla diventare grande era stato difficile, così come forse per lei era stato difficile accettare un suo fidanzamento.

Entrò nella sua stanza e notò come tutte le finestre erano aperte ma il letto di Lily era coperto dalle tende, chiuse  per non far filtrare tutta la luce.

« Lily… »

James provò a chiamarla con un tono di voce debole mentre si avvicinava al suo letto ma non ottenne alcuna risposta.

« Lily… » alzò di poco il tono e avvertì la ragazza muoversi un po’ nel letto, mugugnando qualcosa ma senza compiere altri gesti.

« Lily! E dai, porca miseria! » adesso James aveva alzato la voce e mosse le tende appena mentre nel letto la ragazza si muoveva di scatto sbottando mettendosi a sedere.

« Scorpius pure qua! T’ho detto che hai rotto! E poi non puoi venire… »

« Scorpius Malfoy? » James aprì del tutto le tende osservando la sorella spettinata. La guardò per qualche istante, cercando intorno come se dovesse trovare qualcosa.

« James? »

« Scorpius? »

« Ma quale Scorpius? »

« L’hai detto tu! Che cosa… ? »

Lily lo guardò e sorrise per un attimo scuotendo il capo e lasciandosi andare ad un lungo respiro: « Niente. Pensavo fosse arrivato fin qui per costringermi a quella punizione… »

La ragazza si gettò nuovamente nel letto, tirando le coperte fin sopra il capo, borbottando qualcosa d’incomprensibile.

James la guardava con un sopracciglio inarcato, grattandosi il capo un po’ incuriosito e incredulo per quel che stava vedendo: Lily era pigra, oppure non voleva vederlo.

« Ehi Lil, dai alzati. Sono qui per parlarti. Mi hanno scritto Albus e Rose… » nel sentire quelle parole Lily scattò nuovamente a sedere mostrando un volto mascherato dalla rabbia e le guance arrossate dall’imbarazzo.

« Impiccioni! Ma che vogliono? Al è un gran rompiscatole! Mi sta rendendo la vita un inferno peggio di Scorpius. James visto che sei qui dovresti proprio parlare con Al e dirgliene quattro! » Si alzò in piedi sistemando il pigiama invernale, con i coniglietti trapuntati sopra. Era una piacevole visione di quanto la purezza potesse aver forma.

« Quei due da quando sono caposcuola non la smettono più. Lily di qua, Lily di là. Non fare questo, non fare quello… è colpa loro se i miei voti sono bassi! » si avvicinò allo specchio cercando di sistemare i capelli mentre James la osservava andando a sedere su quel letto disfatto.

« Lo sai che non è vero. Rose cerca di aiutarti ed esserti amica, così come lo fa Al. Perché non provi ad impegnarti un po’? Ad esempio, le lezioni stanno per cominciare, lo sai? »

« E allora? La Cooman alla prima ora? Anche tu marinavi sempre la lezione… »

« È vero, non sarò l’esempio migliore ma… » James osservò la sorella che senza esitazione iniziò a spogliarsi per mettere la divisa, arricciando le labbra infastidito. Con un colpo di bacchetta allungò il séparé che era presente nella stanza, coprendo così quel corpo pallido « Per Merlino! Non hai più quattro anni! Va bene che sono tuo fratello ma non puoi fare così… »

« Ah si giusto. Ormai i tuoi occhi sono solo per quella strega che c’hai portato a casa. Dov’è che studia? Che poi non so, secondo me non studia, l’ho vista molto stupidina… » mentre si cambiava inferiva su quella presenza femminile che James le aveva presentato, infilando i calzettoni sopra le calze e lasciando la cravatta slacciata.

« Sei ancora arrabbiata per Camille? »

Quel nome per Lily fu come una bomba. Afferrò la bacchetta sul mobile del portagioie e scaraventò lontano il séparé mostrando lo sguardo più arrabbiato che potesse concedere al fratello. Si vedeva l’odio nello sguardo di quella ragazza, consumata dalla gelosia.

« Sei un traditore! » urlò contro di lui e senza esitare, con un colpo di bacchetta gli lanciò contro il portagioie che prontamente James evitò, alzandosi anche dal letto.

« Ma sei matta? Se mi colpivi… »

« Cosa? T’avrei sfigurato? Camille non ti avrebbe più voluto? » e continuando ad urlare scaraventò contro il ragazzo un vaso di fiori, che evitò in parte, bagnandosi le scarpe.

« Lily cerca di calmarti! Rischi di farmi male e non voglio usare la magia contro di te! Sei abbastanza grande per capire… » James rimaneva sulla difensiva mentre Lily iniziava ad avanzare, facendo levitare la gabbia vuota del suo gufo.

« Sono abbastanza grande per capire che sei un traditore. Un bastardo. Un fratello che se ne frega di me! È tutta colpa tua se le cose vanno male! È tua e di mamma e papà! »

« E loro che c’entrano? E buona con quella gabbia Lil »

« Tu hai portato quella poco di buono in casa nostra e papà l’ha accettata! Mamma ha pure cucinato per lei! L’avrebbero dovuta cacciare di casa a suon di Crucio! »

« Signorina non usare quelle parole! Sono maledizioni potenti quelle! »

« E allora? Almeno se ne sarebbe tornata al suo paese e pazienza! Noi eravamo felici prima che tu portassi quella strega in famiglia! »

Lily aveva abbassato la bacchetta di getto facendo cadere la gabbia ad un lato della stanza; delle grosse lacrime iniziarono a solcarle il viso mentre James osservava quella scena, senza sapere cosa fare realmente.

La sua piccola Lil era davanti a lui, inerme e coperta con quei colori che entrambi avevano vestito. Abbassò la bacchetta che ripose in tasca, poi iniziò ad avanzare qualche passo timoroso.

« Sei un traditore e ti odio… » iniziò a balbettare tra le lacrime, mentre si lasciava andare ad un pianto liberatorio « L’hai portata in casa senza dirmi nulla. Hai detto che non ti saresti mai fidanzato senza prima dirmelo. Invece hai fatto tutto da solo, come sempre! Ti odio! Hai rovinato tutto! Non mi hai neanche presa in considerazione… »

« Ma Lil io e te non possiamo… »

« Guarda che lo so! Mica sono scema! So bene come funzionano le relazioni e cose varie e so che essendo mio fratello tu prima o poi avresti trovato un’altra… ma adesso vuoi più bene a lei che a me e questo mi disturba! » si asciugava le lacrime, una dopo l’altro, riducendo i polsini della camicia ad un misto di cotone pulito e macchie bagnate.

James osservò la sorella e non poté non provare un po’ di tenerezza verso quella ragazza che tanto più bassa di lui, piangeva nel timore d’aver perso qualcuno. Avanzò di qualche passo andando ad abbracciarla. La strinse così forte che avvertì la sorella singhiozzare maggiormente, lasciandosi andare ancora di più, afferrando la camicia del fratello sul petto e arricciarla nei pugni.

Quel momento fu per James e Lily una sorta di riconciliazione che durò diversi minuti finché non avvertì la ragazza tranquillizzarsi e abbracciarlo, ricambiando quella stretta.

« Guarda che nessuna ti toglierà mai il primo posto eh! Questo te lo devi ficcare in quella testolina che hai. Sei mia sorella, non una qualunque. »

« Mh però tu hai lei… »

« E lei sa che io ho te. E sa che tu ci sarai sempre e che quindi dovrà sempre rispettarti, ma mi aspetto che anche tu un giorno la rispetterai… »

« Mh… »

« Adesso guardami un po’… »

Lily alzò il capo rivelando gli occhi lucidi e rossi per il pianto. 

« Sistemati un po’ e scendiamo a fare colazione. Solo per stamane sei esonerata dalle lezioni… »

« Staremo insieme? »

« Si » e le mostrò il suo sorriso migliore, quello di un fratello felice.

 

 

Le voci ad Hogwarts facevano presto a diffondersi: qualcuno aveva visto Al parlare con uno; altri avevano visto la presenza di James Potter; altre ancora avevano giurato fosse lui confrontando la descrizione con le foto che avevano del ragazzo.

Alla fine si era sparsa la notizia: in giro si diceva che James Potter fosse tornato ad Hogwarts.

Il motivo? Sconosciuto.

E Scorpius Malfoy quella mattina aveva un diavolo per capello.

Si era alzato stranamente compiaciuto per il momento che c’era stato la sera prima con Lily - Oh si che c’è stato un momento con lei - se ne era convinto fino allo sfinimento, per poi ricordarsi che doveva trovare il modo per mandare il cugino più lontano possibile, così da evitare che entrasse nelle grazie di Lily e oltre.

Nella sua mente aveva una lista perfetta che a suo padre avrebbe fatto schifo: tentare ogni approccio possibile con la Potter, affinché potesse capire che insieme potevano essere esplosivi.

Lei gli causava strane convulsioni allo stomaco, diverse da quelle che provava in presenza del padre quando combinava guai: Lily riusciva a stravolgere il suo mondo con i suoi sorrisi, i suoi guai, i suoi pianti nascosti, le sue regole infrante.

Sicuramente, per Scorpius, Lily era il prodotto perfetto dell’unione dei Potter, dopo due risultati non del tutto eccellenti che erano i suoi fratelli.

Essere lo scapolo d’oro poi era qualcosa che si aggiungeva al suo buon umore: aveva il posto a tavola sempre disponibile, cibo in abbondanza e chiacchiericcio piacevole che cessava al suo semplice schioccar delle dita.

Quel mattino però, sedendosi a tavola, il chiacchiericcio proprio non riusciva a frenarlo.

Avete sentito? È tornato!

Davvero? Oh mamma spero d’incontrarlo.

So che si è fidanzato.

La ragazza è qui?

Ma davvero è lui? Non l’ho mai visto

Forse è uno che gli somiglia.

Non posso crederci: James Potter è tornato ad Hogwarts.

E nel sentire quei pettegolezzi, Scorpius quasi si strozzò, lanciando la forchetta nel piatto e ringhiando infastidito.

« Ehi! Che sono queste storie che James è tornato? Cos’è hanno capito che ad una capra come lui non potevano dare i M.A.G.O? »

« Macchè. Gira voce che sia stato chiamato dai professori per colpa di Lily. La vogliono espellere… »

« Chi? La piccola Potter? E poi termina il divertimento. »

« Infatti sarebbe da tentare un piccolo approccio con la Potter… a volte mi domando com’è in certe situazioni »

« Mark metti un freno ai pensieri. La Potter è intoccabile. »

« E da quando segui quel che dice James? »

« Da mai. Ti ho solo detto che è intoccabile. Ce ne sono altre da provare, comincia pure ora ma molla la Potter. »

Scorpius si era alzato senza dire altro, uscendo dalla Sala Grande.

Era nero. James era tornato e già s’immaginava la faccia tutta contenta di Lily che scodinzolava per la presenza del fratello. Gli rodeva proprio dentro, ne era più che consapevole.

 

 

Lily aveva stretto ormai la mano di James e non aveva proprio voglia di lasciarla andare, così il fratello rassegnato si lasciò trascinare fuori dalla sala comune dei grifondoro, diretto alla Sala Grande per la colazione.

Avvertiva fin troppi sguardi su di sé ma cercava di non farci caso, godendosi lo sguardo felice della sorella che addirittura fischiettava.

« Ehi Lil lo sai che oggi è l’ultimo giorno di festa, vero? Da domani vorrei che tu iniziassi a prendere seriamente la scuola. Papà ha mandato un gufo alla McGranitt spiegandole la situazione, ha detto che se per Natale i tuoi voti non miglioreranno dovranno espellerti dalla scuola. »

« Per i voti mi vogliono espellere? »

« E per il comportamento… »

« Ho capito… quindi deduco che anche la punizione con Malfoy dovrò terminarla »

« Esatto. So che non ti piace, ma se ti fa qualcosa puoi sempre mandarmi un gufo » con la mano libera le scompigliò un po’ i capelli e lei di rimando li sistemò, attenta a come presentarsi in Sala Grande. Ormai diversi studenti li avevano visti e alla fine non c’era nulla di male; James Potter era venuto ad Hogwarts a trovare la sorella, non c’era niente di sbagliato, per una volta.

Lily sembrava camminare sopra le nuvole, ancora non le sembrava fosse vera la presenza di suo fratello all’interno del castello: tutto d’un tratto il mondo aveva ripreso a girare nel verso giusto perché i suoi fratelli erano lì.

« Dovrai chiedere scusa ad Al »

« Col cavolo »

« Sono d’accordo, ma dovevo dirtelo in quanto fratello maggiore. Però non trattarlo male, ci resta davvero da schifo quando litiga con te »

« Mh… ora ho fame » Lily trascinò James verso la sala grande, con quel sorriso che la lasciava fluttuare sopra il pavimento, finché l’idillio sembrò giungere a termine, trovandosi davanti la figura di Scorpius.

Che avesse un diavolo per capello se ne accorsero subito così si limitarono ad un semplice cenno della testa e passarono oltre, prima di essere fermati dalla voce acida del biondo.

« Potter sei in ritardo per le lezioni! »

« Ma se ancora devono cominciare. E poi devo fare colazione. » Lily si girò verso il ragazzo che aveva appena oltrepassato e si lasciò andare ad un debole sospiro.

Scorpius la guardò stringere la mano del fratello e la voglia di urlare sembrava salire dentro di lui. È il fratello si ripeteva dentro ma qualcosa continuava a rodergli all’altezza dello stomaco.

« Tempo che fai colazione farai tardi a lezione. Tanto vale che ti allungo subito la punizione… »

« È esonerata dalle lezioni. Puoi chiedere alla McGranitt, Malfoy » James intervenne con un sorrisetto, stringendo al suo lato la ragazza. Il biondo avvertiva un leggero formicolio alle mani e schioccò la lingua contro il palato, girandosi senza neanche salutare i due.

Quel giorno Scorpius aveva più di un diavolo per capello. Aveva il mondo in subbuglio.

 

A colazione tutti guardavano James e Lily divertirsi e mangiare come due innamorati, questo perché lei gli aveva detto che sarebbe stato divertente, soprattutto perché in fin dei conti erano innamorati anche se da famigliari.

Lei sembrava diversa dal solito e James ne era sempre più felice. Avrebbe dedicato attenzione a quei momenti perché presto si sarebbero separati.

« Ehi Lil, per pranzo devo andare. Devo parlare con la McGranitt e rassicurarla che adesso farai la brava… »

« Mh » mugugnò mentre si limitava ad ingozzarsi, come se avesse ripreso a mangiare per la prima volta da mesi e forse era proprio così. Quel giorno si sentiva già rinata, come se qualche magia dentro di lei fosse esplosa per ridarle il buon umore.

Aveva promesso a James che si sarebbe impegnata per evitare l’espulsione, avrebbe rigato dritto e preso almeno tutti Accettabile nei compiti, così da recuperare su una media dignitosa, avrebbe scontato la sua pena con Malfoy e a Natale sarebbe potuta andare di nuovo a casa, da suo fratello e dai suoi genitori.

« Cerca di non farti togliere più troppi punti e non mangiare così tanto tutto insieme altrimenti ti strozzi »

« Mh… »

Non disse molto a colazione, troppo presa dal cibo, ma il resto della mattinata lo passò a camminare con lui per il castello, facendogli vedere tutti i punti che aveva trovato per nascondersi e le vie per sfuggire allo sguardo dei prefetti. Gli raccontò della punizione del pomeriggio e gli indicò dov’era stata beccata quella volta che Scorpius l’aveva punita con quell’atrocità pomeridiana.

Gli raccontò delle lezioni della Cooman, delle sue assenze a Trasfigurazioni per godersi le metà mattinate nei giardini del castello o l’aria fresca della torre d’Astronomia e si soffermò a narrare quel che accadeva nelle lezioni di Pozioni, dove Lumacorno, troppo stanco, continuava a sperare di vederla migliorare senza successo.

James ascoltava tutto senza mai interromperla, carezzandole spesso la testa e baciandola sul capo ogni volta che poteva, godendo ogni istante che quella mattinata potesse offrirgli.

Diplomarsi non era stato facile neanche per lui e lo sapeva bene.

Il suo primo anno ad Hogwarts l’aveva passato contando i giorni che lo separavano da Lily, nella speranza che Al non diventasse il fratello preferito; il secondo e terzo anno, quando Al l’aveva raggiunto sul treno, li passò a pensare a quanto Lily potesse sentirsi sola. Il quarto anno tutto si sistemò e fu perfetto. Lily era la compagna ideale: con lei poteva giocare, nascondersi, fare impazzire i professori e genitori. Con lei il mondo era giusto e colorato.

Il diploma era stato un colpo al cuore. L’avrebbe lasciata lì, da sola - Al c’era ma il legame era diverso - a combattere con la crescita e quel senso di smarrimento che ti coinvolge in adolescenza. Era da sola a combattere contro i ragazzi e soprattutto era senza di lui che catapultato nel mondo degli adulti, doveva decidere cosa fare della sua vita.

E così, nel momento in cui tutto sembrava opportuno, dopo neanche due mesi di conoscenza, aveva presentato Camille ai genitori, portandola in casa come fidanzata.

E aveva fatto il danno.

Nel pensare a quella miriade di cose, nell’ascoltare Lily che parlava e le raccontava i mille progetti che aveva, il tempo era passato e si erano ritrovati davanti alla statua che portava all’ufficio della preside.

« Quando andrò via sarai da Scorpius quindi meglio evitare. Ci salutiamo qui, va bene? »

« Vorrei che tu rimanessi con me… almeno fino a stasera » Lily stringeva in mano un lembo della camicia del fratello, avvertendo dentro di sé i pezzi rompersi nuovamente. Il distacco proprio non lo riusciva a superare.

« Lil da brava, fammi vedere che sei in grado di farlo… »

« Va bene. Tu di alla Preside che sono diventata più brava »

« E tu non dire a Scorpius che è un idiota, anche se lo pensi, perché sennò ti toglie punti » si sorrisero e in un forte abbraccio con bacio sulla guancia si salutarono.

Lily si allontanò di diversi passi e mentre James aspettava che la statua ruotasse, avvertì ben distinta la voce della sorella: « Comunque quella Camille, per te proprio non va bene. Fattelo dire! » e corse via, senza attendere la risposta del fratello, infrangendo da subito una regola: non correre nei corridoi. Lily però era Lily e non poteva cambiare con mezza giornata.

 

Scorpius Malfoy non era mai stato così impaziente di passare delle ore in un’aula a guardare uno studente scontare la sua punizione. Quel giorno però osservava la porta in attesa che quella ragazza dai capelli rossi la varcasse, magari infuriata per qualcosa, o semplicemente splendida con quel profumo che l’accompagnava.

Non mi piace. È solo perché non piace a papà che me la faccio piacere.

Si era ripetuto queste parole allo sfinimento quella mattina, davanti allo specchio, nel tentativo di frenare l’istinto omicida che aveva provato nei confronti di James, ma alla fine il responso era stato quello più terribile, umiliante, disarmante, incredibile e disastroso per un Malfoy: a lui Lily Potter piaceva, e pure tanto.

Il problema principale era che lei proprio non lo guardava, non lo considerava. Conquistarla sarebbe stata una sfida, qualcosa di difficile da raggiungere, un’impresa che in pochi avrebbero tentato.

Ma Lily varcò quella porta con il sorriso sulle labbra e Scorpius si sentì morire dentro, perché sapeva bene che era rivolto a qualcun altro.

La ragazza di quel pomeriggio era radiosa. L’aveva salutato all’inizio della sua punizione, aveva canticchiato per tutto il pomeriggio; aveva sbagliato solo sette ingredienti su dieci e il suo umore non era peggiorato.

« Hanno deciso di non espellerti? »

« Non si sa. Devo migliorare i miei voti » la risposta non era acida, Malfoy lo constatò piacevolmente.

« Quindi anche in pozioni… »

« Si bè, li speravo nella benedizione di Lumacorso. So che vorrebbe evitarmi l’insufficienza così da andare in pensione e avere la possibilità di dire che ha fatto diplomare tutti i Potter, vecchia e nuova generazione »

« Si ma sarebbe meglio se tu migliorassi davvero in pozioni. »

« Forse lo farò… »

Lily continuava a pestare qualcosa nel mortaio. Si era già dimenticata di cosa ci fosse dentro e che provette avesse sistemato. Non riusciva ad essere cattiva con Malfoy quel giorno, un po’ perché James era stata con lei, un po’ perché a tratti le veniva da pensare alla sera precedente, quando tra tutti era stato proprio lui a concederle un momento.

Scorpius intanto si era di nuovo seduto sulla cattedra e guardando la clessidra si rese conto che il tempo stava per terminare e doveva trovare qualcosa di più forte e convincente di ore pomeridiane in punizione per vederla. Quel cervello stava lavorando troppo che quasi lo portava al mal di testa.

Pensa. Pensa. Pensa.

E poi venne l’idea più stupida e malsana che però non lo frenò dal parlare nel tentativo di cambiare le carte in tavola di quel rapporto nullo.

« Prendi ripetizioni di pozioni… »

« E da chi? Rose è troppo saputella, Al poi rompe, Mi e Mel non sono poi eccezionali e che ne so, perché tu conosci qualcuno bravo? » Lily lo guardò perplessa e Scorpius battè le palpebre un paio di volte come a non voler credere alle sue parole.

« Io. Io sono più bravo di loro. Anzi ad esser precisi, sono il più bravo di tutta la scuola. » C’era una punta d’acidità in quelle parole e Lily se ne accorse, tanto da chinare il capo di lato e mostrare un sorrisetto.

« E mi stai dicendo che tu potresti darmi ripetizioni per farmi arrivare ad un Accettabile in Pozioni? »

« Ovviamente non gratis… »

« I soldi non mi mancano. »

« Neanche a me quindi non li voglio. »

« E che vuoi? » Lily si rabbuiò per un attimo iniziando a sistemare gli arnesi che aveva utilizzando e lasciando sul tavolo ciò che serviva all’indomani.

« Hogsmeade »

« Ti devo comprare Hogsmeade? Ma sei scemo? »

« Ovvio che no! Idiota! » le urlò quasi contro ma con un tono di voce bonario, rimproverandola semplicemente per quella domanda così irreale. « Mi accompagni ad Hogsmeade »

« Mi stai chiedendo di uscire con te? » si avvicinò a lui e lo guardò con quegli occhi che mettevano a dura prova la calma del ragazzo.

« No. Ovvio che no. » tentennò un attimo per poi muoversi per la sala, gesticolando per dare più forza alle sue parole « Devo comprare qualcosa a mia madre. Ho bisogno di un parere femminile. »

« E lo chiedi a me? »

« Sei l’unica che conosco in grado di scegliere qualcosa con un po’ di personalità. Lo potrei chiedere a tutta la casata Serpeverde, ma sceglierebbero tutte la stessa collana o un anello, o insomma queste cose… »

« E tu invece cosa pensi di regalarle? Un cavallo? »

« Lo scegliamo insieme? » mostrò un sorrisetto quasi malizioso che Lily accolse e rimandò annuendo.

« Ti avverto. Non cammino mai per Hogsmeade senza un sacchetto pieno di dolci. »

« Quindi è un sì? »

« Si ma tu dovrai farmi ripetizioni. Usciamo ad Hogsmeade questo fine settimana, ma dal giorno dopo mi darai ripetizioni e vedremo se sarai all’altezza, Malfoy. » gli sorrise e si avviò alla porta. Scorpius la salutò con un cenno della mano e la vide sparire da quell’aula.

Entrambi erano strani ma questa volta lui era convinto: c’era stato un momento.

Lei invece ancora doveva decifrare le emozioni di quell’intera giornata.

 
   
 
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