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Autore: xstylinsonslove    25/06/2014    1 recensioni
Louis sorride.
E sorride e sorride e sorride ancora.
"Va.. tutto bene?" Louis si riscuote subito, pensando che magari sta esagerando.
Ok, ha dei bei ricci che son tutti tirati indietro, da gel o lacca questo non lo sa, due smeraldi accesi al posto degli occhi e una bocca enorme che Louis proprio non può non pensare a quanto accoglierebbe bene il suo -- "Si, si, perfetto. Lo prendo."
Louis si sente come una molla impazzita, mentre batte la mano sul ginocchio destro e annuisce frettolosamente.
Harry lo guarda con occhi sgranati, mentre boccheggia qualche secondo.
"Sei..sicuro? Voglio dire, non sai ancora molte cose"
Il castano si alza in piedi, mentre annuisce ancora.
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Homophobic!Harry Cute!Louis
SOSPESA
Genere: Commedia, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate
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AABBBELLA







I PRAY TO BE ONLY YOURS

Capitolo 1



Coraggio Louis, prendi il tuo fottuto coraggio, scendi le scale, mettiti di fronte a lui e digli 'sono gay'.
Ok, forse è meglio di no.
Che senso ha avuto fare coming out, se ora deve nascondersi persino in casa sua? Nessuno, ecco.
Ma, se guardiamo bene le cose, Harry è, diciamo... di stazza.
E lui, beh, non per demoralizzarsi, ma.
Prende il telefono perché, hey, ha fatto una promessa alla madre e lui le promesse le mantiene. A volte. Quando si ricorda.
Jay è una di quelle donne sempre attaccate al telefono, è per questo che neanche uno squillo intero e sente la voce
squillante della madre.
"Non ci credo, mi hai chiamata!" e Louis, beh, scusatelo se ci rimane parecchio male.
"Hey, non sono del tutto un figlio da buttare via" Jay ridacchia, chiedendogli scusa e facendogli lo schiocco di un bacio.
"Allora, come vanno le cose?"
Louis butta giù il groppo in gola, e si mette seduto sul letto, con la schiena al muro.
"Diciamo.. non alla perfezione? Non ti agitare, ok?"
Il castano tanto lo sa, lo sa, che la madre sta avendo un principio di infarto.
Perché se c'è una cosa che Louis non fa mai, ma davvero mai, è proprio lamentarsi.
"Cosa succede? Vai dritto al punto Louis, ti imploro", ecco.
Il ragazzo sospira, cercando di parlare senza far sembrare la storia mille volte peggio di quello che è in realtà.
"Io, ecco, ho scoperto una cosa sul mio coinquilino.. Lui è un po, diciamo, omofobo? Beh, detta cosi sembra più--"
"Louis! Non puoi stare in una casa con qualcuno che ti odia! Oh mio dio, figliolo, ti ha già minacciato?"

Lo avevo detto, che lui lo sapeva. Conosce troppo bene la madre, e sa quando sta per agitarsi.

Si butta sul letto, pancia all'aria, e agitando le gambe su e giù.

"Io, uhm. Potrei o non potrei aver omesso che sono gay?"

"Cosa?! Louis, perché?"
Sente dei rumori distinti nella cornetta del telefono, ed è sicuramente Jay che ha spostato la sedia di metallo per sedersi, prima di svenire.
"Perché.. boh, non so. Diciamo che è.. messo bene. Insomma, sarà alto qualcosa come quasi due metri. Ok, forse un po meno.
Ma sempre enorme è"
Jay, dall'altra parte del telefono, scuote la testa.
"Figlio mio.."
"Eddai mà, che vuoi che sia! Sono solo sei mesi di contratto, e poi posso lasciare la casa"
"Sei mesi, Lou? Dio santo, quante volte ti devo dire di pensare bene, prima di firmare qualcosa?"
Louis emette una risatina, alzandosi dal letto e aprendo la valigia.
"Ancora un paio, o una decina. Devo andare mà, ho un casino di cose da sistemare"
Sente Jay sospirare dall'altra parte del telefono e, pensa, gli manca davvero tanto.
"Fatti sentire, ok? Anche solo un messaggio. Manchi a tutti qua, quindi torna ogni tanto, si? Ti voglio bene"
Louis annuisce, anche se sa che è inutile.
"Ti voglio bene, saluta tutti" e attacca, prima di sentire la madre piangere.
Butta il telefono sul letto, abbassandosi all'altezza della valigia e tirandola su, per poi posarla sulla scrivania.
Apre le ante dell'armadio, notando che dentro vi sono un paio di camicette, ed una gonna.
E, ok che è gay, ma.
Le prende, con tranquillità, ed esce dalla stanza.
Cammina per il corridoio silenzioso, arrivando alla porta del riccio.
Deve calmarsi, però, altrimenti l'infarto lo avrà lui.

Bussa un paio di volte, comunque, aspettando qualche assenso che lo faccia entrare.
Quello arriva, dopo un paio di secondi, e Louis apre lentamente la porta, rivelando la stanza all'interno.
Vede Harry seduto alla scrivania, con il pc davanti aperto su qualche programma per scrivere, e degli occhiali da vista sugli occhi.
Sexy.
"Hey, scusa, non volevo disturbarti"
Ma il riccio sorride e, oh, perché deve essere cosi carino?
Avanza di un paio di passi, comunque, arrivando quasi alla scrivania.
"Tranquillo, anzi, ti ringrazio. Mi sta esplodendo la testa, a furia di fare tesi su tesi. Che succede?"
"Stai studiando?" Si avvicina ancora un po, abbassandosi leggermente per leggere le cose scritte al pc e, cazzo.
Il profumo del ragazzo gli arriva diritto sotto il naso e Louis sente la testa girargli, letteralmente.
"Che profumo hai addosso?" Chiede, senza riuscire a trattenersi.
E Louis non lo ha chiesto perché gli piace, no.
Quel profumo lo nausea, all'inverosimile.
"Uhm, qualcosa di dolce e gabbana, penso. Perché?"
Ecco, fottutissimo riccio.
Le immagini di Thomas gli passano direttamente davanti agli occhi, e Louis si deve trattenere dallo scoppiare a piangere in meno di due secondi.
"No, io, niente. Solo, hm, non ne vado pazzo? Oddio, non volevo. Io-- ok, lascia perdere"
Si sente accaldato e, cazzo, Harry sta ridendo? Di lui?
"Stai bene, Lou?"
Lou. Lou. Lou.

E Louis quasi si vergogna di desiderare di sentire quel nomignolo uscire dalla sua bocca, ma mentre sono dentro
un letto e mentre, magari, Harry è dentro di lui.
Cazzo Louis, no.
"Louis? Avevi bisogno di qualcosa?

"Io, si. Cioè, stavo disfando le valigie, e ho trovato questi. E, beh, sono belle ma.. non sono il mio genere"
Ed Harry ride. E perché ride sempre? Fatelo smettere, pensa Louis.
"Oh, devono essere di Gemma. Puoi lasciare tutto sul mio letto, tranquillo"
E Louis posa tutto su quelle lenzuola bianche, e profumate.
Dio, tutto di Harry profuma.

"
Allora, hai sistemato tutto? Vuoi una mano per qualcosa?"
E' cosi gentile che Louis si chiede se non si sia immaginato tutto, riguardo all'episodio dell'omofobia.
E' mai possibile?
"No, tranquillo. Ho fatto cosi tanti traslochi che in meno di venti minuti sembrerà che quella stanza è sempre appartenuta a me"
Louis comunque fa un passo indietro, verso la porta.
Deve uscire da la, sta impazzendo.
"Perfetto allora! Oh, Lou, volevo dirti che tra poco passano dei miei amici, va bene?"
Louis annuisce, mentre "Certo, nessun problema! Vado a finire di sistemare, si? Ci si vede dopo, buono studio!"
Ed esce, senza aspettare risposte.




Louis scende le scale, con lentezza.
Più tempo ci mette e meglio è, si ripete.
Il punto è che sono arrivati gli amici di Louis e lui è, dio, in preda al panico.

Vorrebbe cosi tanto aver ascoltato il consiglio di sua madre, quando gli consigliava qualche sport.
Almeno ora non sarebbe cosi gracile.

L'ultimo scalino, altri due metri da percorrere, e sarà nel salottino.
Sente delle risate provenire dalla stanza e, cazzo, ha una fottuta paura.
Ma si fa coraggio perché, insomma, quella è ormai casa sua.
E, essendo che sono amici di Harry, quei ragazzi saranno presenti molto spesso.
Si avvicina all'entrata del salotto, facendo alzare gli occhi su di se a tutti, in meno di tre secondi.
"Louis!" Esclama Harry, con entusiasmo.
Perché, poi? 
"Ragazzi, questo è Louis, il mio nuovo coinquilino" ed è cosi gasato che Louis si fa qualche domanda.
"Ehm, hey?" E' il saluto che fa Louis. Molto espressivo, si.
"Louis, loro sono Liam" e indica un ragazzo castano, dal viso marcato ma con dei tratti gentili. Gli occhi sono scuri,
ma non sembra leggervi cattiveria dentro. "e lui è Niall" ed indica l'altro ragazzo, seduto per terra. Louis non fa domande, su questo.
"Sei biondo naturale o ti fai la tinta?" è la domanda che gli esce e lui, davvero, non ne sa neanche il perché.
Ma i ragazzi scoppiano a ridere, e questo non può essere male, no?
"Tinta! Piacere di conoscerti, Louis. Harry, qua, non ci aveva detto niente di te"
Il riccio si passa una mano tra i capelli, sorridendo.
"E' arrivato solo ieri, praticamente" Spiega, con un sorriso timido.
Louis vorrebbe mangiarlo.
"Quindi, perchè ti sei trasferito qua, in questa poco raccomandabile zona, con questo poco raccomandabile ragazzo?" chiede il castano, Liam?
Ignorando un 'hey!' di Harry, Louis risponde tranquillamente. O ci prova.
Tasto dolente, questo.
"Io, beh- abitavo con un.. amico, si. Ci sono stati dei problemi, qualche casino e-- insomma. Ho deciso di trasferirmi" spiega, tralasciando qualcosa come
un centinaio di cose. "E poi, sinceramente, non ho un lavoro che mi possa offrire un attico a Primrose Hill, per cui. E, parlando di lavoro, mi sa che devo andare"
Controlla l'orologio alla parete e, diamine, sono le sei. Deve scappare, assolutamente.
"Dove lavori?" Chiede Harry, con curiosità.
"Io.. in un cinema. Si, sapete, paga decisamente schifosa, clientela sempre indecisa e chewen-gum sotto i sedili. Ma questo offre il convento, quindi"
dice, avvicinandosi all'attaccapanni e prendendo il giubbotto e la sciarpa.
"E' stato un piacere conoscervi, ragazzi. Harry, uhm, non so esci o stai a casa, ma.. non so, non hai una copia delle chiavi?"
Harry fa un salto e si alza in piedi, come se si fosse scottato il didietro.
"Ma certo, cazzo. Scusa Lou, me ne ero completamente dimenticato"
Sale di corsa in camera sua, trafficando con cassetti vari e tornando con il fiatone.
"Ecco a te" 
Louis le prende, con timore.
Ora che ha le chiavi di casa, tutta quella faccenda, gli sembra ancora più vera.
E si chiede quanto resisterà, prima di farsi scoprire.





Appena sente la fermata della stazione di London Victoria, si affretta a mettersi davanti alle porte.
Appena queste si aprono, smonta subito dal vagone e si incammina spedito verso l'uscita della stazione.
Passa la carta magnetica sul tornello e si avvia verso l'uscita.
Percorre un centinaio di metri a piedi, a passo spedito, fermandosi poi davanti al Curzon Victoria, il cinema in cui lavora.
Bel posto, se deve essere sincero.
Ha anche un paio di colleghi con cui va d'accordo, in fin dei conti.
E' solo che la paga è decisamente bassa, e i clienti dei piccoli bastardi.
"Ehylà, Tommo"
Si gira di scatto, fulminando con gli occhi il ragazzo davanti a lui.
Si rigira ed entra nel cinema, andando verso lo sbaguzzino che hanno il coraggio di chiamare 'spogliatogli', dove
posa il suo giubbotto e le sue cose personali dentro il suo armadietto, prendendo la specie di divisa rossa e infilandola.
Si è accorto che il ragazzo l'ha seguito, per cui prende un respiro profondo e si gira.
"Che vuoi, Nick" e non suona neanche come una domanda, ma.
"Sei molto carino oggi, sai?"
Louis sbuffa, fulminando il collega con gli occhi celesti.
"Sputa il rospo e basta"
Nick scuote la testa, sorridendo.
"Mi devi un favore, se non sbaglio, no?" Chiede, facendo scorrere la voce in maniera lenta,
 in quel modo che innervosisce il ragazzo castano.
"No, sbagli. Ti ho ripagato il favore, ricordi? Sono uscito con quel, come si chiamava? Lorenzo? Si insomma, lo sai"
Nick allora si passa una mano tra i capelli, sorridendo e annuendo.
"Giusto, giusto. Beh, che ne dici di metterti un favore da parte, allora?"
"Dimmi cosa vuoi e falla finita, Nicholas"
"Scambiamo i turni, stasera. Io sto al bancone e tu stai nelle sale"
Louis quasi scoppia a ridergli in faccia, perché, sul serio, se lo può scordare.
"Non ci pensare neanche"
Scuote la testa, mentre apre la porta per uscire dalla stanzetta, con Nick al suo seguito.
Intravede Zayn dall'altra parte del cinema, mentre passa la cera per terra.
"Ti prego, ti scongiuro"
E Louis si volta immediatamente, perché "Cosa hai detto?" Non ci crede.
Nick lo sta pregando, o sbaglia?
"Si, ti sto pregando"
"Ohoh, se mi dici il motivo accetto lo scambio, mano sul cuore"
Louis sa essere stronzo e, dopo ormai un anno, Nick lo sa bene.
"Ho sentito che stasera viene uno di quel gruppo musicale, hai presente? Dovrebbe chiamarsi Max,
non so, so solo che è uno schianto. E se sto in sala non lo vedo!"
Louis ride, scuotendo la testa.
"Mi devi un favore, Grimmy" 
E Nick si mette ad esultare, in mezzo al cinema deserto.
"Ma anche dieci! Se riesco ad avere il suo numero giuro che ti bacio"
Louis emette un verso scandalizzato, coprendosi la bocca con una mano.
"Ew. No, grazie, ma passo. Ci si vede più tardi"
E se ne va, in direzione delle sale e delle mille e mille chewen-gum attaccate alle poltrone.





"Sembra simpatico, vero?"
E' seduto per terra, con la schiena poggiata al divano e le lunghe gambe incrociate davanti a lui.
"Si, sembra. Ma sembra strano, non so"
Harry si volta verso Niall, con uno sguardo interrogativo sul volto.
"Eddai, mi ha chiesto se mi tingo i capelli. Cioè, nessun ragazzo me l'aveva mai chiesto prima"
Liam, dal suo posto, allunga le gambe verso il tavolino di fronte a lui, passandosi una mano sugli occhi stanchi.
"E beh? Cosa c'è che non va?" chiede al biondo, in qualche modo interessato al discorso.
"Appunto, cosa c'è di male?"
Niall scuote la testa, con disappunto.
"Lasciate perdere"
Harry fa un cenno con la testa verso Liam, che lo guarda con la stessa espressione interrogativa.
"Non puoi mettere le pulci nelle orecchie e poi lavarti le mani, Horan"
Il biondo sospira, con fare esagerato.
"Ho solo detto che era strano. Avete visto come era intimidito da noi, poi? Hey, Harry, l'hai spaventato in qualche modo?"
Chiede, abbassando gli occhi sul suo amico, da sopra il divano.
"Io, uhm, non penso."
"Sicuro?"
Harry annuisce convinto, pronunciando un altro "Si"
"Ok, allora. Beh, ce lo guardiamo sto film o no?"


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