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Autore: Xevias    20/08/2008    4 recensioni
Abbandonate l'idea della solita storia d'amore: immaginate una Hermione perdutamente innamorata, disposta ad annientare persino se stessa per colui che ama. Immaginate un ragazzo, un Mangiamorte, pronto a tutto per vincere, compreso sfruttare i sentimenti di una ragazza a suo vantaggio. Immaginate una storia in cui l'amore porta solo dolore, rabbia, tradimenti e inganni, e in cui è il più forte a vincere.
Bene. Ora che l'avete immaginato, non vi resta che viverlo.
Genere: Azione, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Pansy Parkinson, Tom Riddle/Voldermort | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Ginny, Luna/Ron
Note: Alternate Universe (AU), What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Mio

Ecco qui il primo capitolo di una fanfiction che mi frulla in testa da parecchi giorni, ormai. Prima di tutto ci tengo ad avvisare i lettori di "The wedding planner - Un matrimonio perfetto" che la fiction continuerà ad essere aggiornata, potete stare tranquilli!!

Parlando di questa fiction, invece, un paio di precisazioni: la storia si colloca al settimo anno, ma essendo una "Alternative Universe" e una "What if?" mi sono permessa di cambiare un po' gli avvenimenti rispetto al sesto e settimo libro.
La differenza principale è che Hermione, Harry e Ron sono a Hogwarts, e questo perchè Voldemort non ha diviso la sua anima in Horcrux: la battaglia quindi è puramente "strategica", nel senso che non è necessario che il Trio manchi dalla scuola per il suo ultimo anno e può prepararsi per lo scontro finale direttamente a Hogwarts, con un Voldemort umano, per quanto possibile, e quindi uccidibile.
Un'altra differenza è che Silente è vivo, e che la battaglia avvenuta a scuola durante il sesto libro è stata da me tralasciata; Sirius invece è stato ucciso nella battaglia al Ministero, così come il 5° libro racconta. Per il resto, ho cercato di adattare alle mie esigenze alcuni fatti raccontati nei libri, tenendoli in considerazione ma modificandoli a seconda dell'utilizzo che ne faccio all'interno della mia fanfiction.

Per ultimo, vorrei dedicare questa storia a una persona, alla cui opinione tengo particolarmente e che è stata un pò la fonte d'ispirazione per questa fiction: ladyrocker, questa è per te.

Detto questo, non mi resta che augurarvi una buona lettura, sperando che la storia vi piaccia e che, in ogni caso, vorrete lasciare un commento a testimonianza del vostro passaggio.

Alla prossima!

Xevias 

 

Hermione Jane Granger, Grifondoro del settimo anno, posò per la quinta volta gli occhi sul giardino che si estendeva, lussurreggiante, fuori dalla finestra della biblioteca: sapeva di doversi concentrare per la ricerca della McGranitt, l'aveva iniziata quattro ore prima e non l'aveva ancora terminata.. ma proprio non ci riusciva, la sua mente non voleva saperne.
E d'altronde, come avrebbe potuto concentrarsi se il suo pensiero fisso era lui? La ragazza sospirò, passandosi le mani tra i capelli e intrecciando le dita dietro la nuca, con la testa abbassata: si chiese per l'ennesima volta se ciò che si diceva in giro, le voci che da qualche settimana dall'inizio della scuola avevano già iniziato a circolare, fossero vere. Era davvero possibile che...
No. Non poteva essere, non ci voleva credere: certo, accettare quell'ipotesi non sarebbe stato difficile, soprattutto giudicando con occhio obiettivo i suoi comportamenti.. ma lei era fermamente convinta che non fosse così, che lui non avrebbe mai accettato di farsi...
- Non ho tutto il giorno, Madama Pince. Mi serve quel libro, subito. Potrebbe darsi una mossa? -
Una voce gelida, poco distante da lei, le fece venire i brividi: era lui, impossibile non riconoscerlo; il cuore di Hermione, dispettoso, iniziò ad accelerare i battiti, e la ragazza dovette resistere all'impulso di girarsi e allungare il collo per osservarlo.


- Signor Malfoy, io non sono ai suoi ordini! - fu la risposta a dir poco indignata della bibliotecaria - Come le ho già detto, il libro che le serve è stato già preso in prestito da un altro studente, perciò lei potrà averlo solo quando mi verrà riconsegnato. - aggiunse, severa.
Il ragazzo s'impose la calma, sebbene la sua mente fosse di tutt'altro avviso: quella stupida donna non sapeva chi aveva davanti. Lui, Draco Lucius Malfoy, il Principe delle Serpi, non era certo il tipo di persona che si faceva aspettare, al contrario; se la bibliotecaria avesse avuto un po' più di cervello, l'avrebbe servito seduta stante. Se solo avesse saputo cos'avrebbe potuto farle.. ora non era più solo un ragazzino ricco e famoso. Ora era uno di loro.
- Potrei almeno sapere chi ha preso in prestito il libro che mi serve? - chiese, a denti stretti: il braccio iniziava a bruciargli, gli succedeva sempre quando qualcosa o qualcuno lo faceva irritare. Doveva stare attento, suo padre l'aveva avvisato che, per i primi tempi, il Marchio avrebbe potuto farlo agire d'istinto, senza pensare.
- Certo, signor Malfoy. Il suddetto libro è stato preso dalla signorina Granger. -


Hermione sobbalzò, sentendo pronunciare il suo nome: allora il libro che gli serviva era quello sulle Trasfigurazioni Avanzate dei Vertebrati, il che significava che anche lui, come lei, doveva studiare per la ricerca.. il destino si stava prendendo gioco di lei, facendo accadere coincidenze che, per il suo fragile cuore, rischiavano di farla diventare isterica e di farle venire un infarto.
La grifona sentì il ragazzo imprecare a denti stretti, poi udì dei passi farsi sempre più vicini: col cuore che minacciava di saltarle fuori dal petto, la giovane abbassò lo sguardo sul libro, cercando di darsi un'aria concentrata che, ovviamente, non aveva.
- Mezzosangue. -
Hermione respirò a fondo, imponendosi calma assoluta: non faceva più caso a come la chiamava, ormai ai suoi insulti ci aveva fatto l'abitudine, ma era ciò che le scatenava dentro ogni volta che le rivolgeva la parola a mandarla in subbuglio.
E dire che aveva tentato in tutti i modi di non pensarci, di scacciare quella vocina nel suo cuore e nella sua testa che le sbatteva in faccia la verità: aveva persino provato a mettersi con Ron, per dimostrare a se stessa che di lui non le importava nulla.. tutto inutile. Aveva rotto con il Grifondoro appena due settimane dopo dall'inizio delle vacanze, passando tutta l'estate a pensare a lui: non sembrava più nemmeno lei, se ne rendeva conto. Ma ne era innamorata.
Lei, Hermione Jane Granger, innamorata di Draco Lucius Malfoy. Una barzelletta di dimensioni gigantoscopiche.
- Sei sorda? Ti ho chiesto una cosa, Mezzosangue: vedi di non farmi sprecare altro fiato per parlare con un essere inferiore come te. - le disse, gelido e irritato. Ci mancava solo Miss-So-Tutto-Io a rovinargli la giornata: possibile che quella maledetta Grifondoro non avesse ancora finito la ricerca per la sua insegnante preferita?
- Non.. non ti stavo ascoltando.. - balbettò lei, senza alzare gli occhi su di lui: per l'amor del cielo, Hermione, un po' di autocontrollo!
Draco trattenne a fatica la sua voglia di schiantarla: - Ti ho chiesto quanto tempo pensi di metterci con quel dannatissimo libro. Sai, a differenza tua, io ho una vita al di là dello studio, e non voglio sprecarla per una stupidissima ricerca. - ripetè, schernendola.
La ragazza si fece forza e alzò lo sguardo, incrociando quello di lui: - Non mi manca molto, Malfoy. In ogni caso, potresti sempre fare la ricerca con me. - asserì lei, rendendosi conto solo mezzo secondo dopo di ciò che le era uscito dalle labbra.
Non poteva averlo detto. Non poteva, non doveva averlo detto!
Hermione guardò il serpeverde di sottecchi, e dal ghigno divertito che increspava le sue labbra la ragazza capì che l'aveva detto. E lui l'aveva sentita.
- Senti senti.. la Granger che mi propone di studiare con lei, ma bene.. come mai tutta questa generosità? E' la giornata della cooperazione tra le Case, o qualcosa del genere? - le chiese, prendendola in giro.
La grifona scosse la testa: ormai il danno era fatto, tanto valeva chiudere in bellezza.
- No, Malfoy. Ti ho solo proposto di studiare insieme, visto che entrambi dobbiamo fare la ricerca per la McGranitt. E poi, sai bene che, studiando con me, finiresti molto prima. - gli spiegò, stando bene attenta a cogliere ogni sua reazione.


Draco studiò attentamente la ragazza: dov'era la fregatura? Doveva esserci per forza, si stava parlando della Granger.. lei non faceva copiare nemmeno i suoi amichetti del cuore, Sfregiato e Lenticchia, perchè avrebbe dovuto far copiare lui? Perchè era ovvio che intendeva farlo copiare, non si era nemmeno preoccupata di velare la sua proposta, anzi, l'aveva accentuata senza problemi.
- Malfoy, che tu ci creda o no, non ho tutto il giorno. Accetti? - gli chiese ancora la Mezzosangue, sostenendo il suo sguardo con determinazione.
Il ragazzo annuì, lentamente: avrebbe avuto tempo di capire cos'aveva in mente la Granger, e nel frattempo la ricerca della McGranitt sarebbe diventato un problema archiviato.
- Siediti allora, o pensi di studiare in piedi? - disse lei, indicandogli con un cenno della testa la sedia vuota che aveva di fronte.
Draco ghignò: - Mi prendi in giro, Mezzosangue? Pensi davvero che rovinerei la mia immagine pubblica facendomi vedere mentre studio con te? Non esiste. Prendi la tua roba, andiamo a studiare nella Stanza delle Necessità. - le ordinò, gelido e imperioso.
Hermione fece per ribattere, ma qualcosa dentro di lei la indusse a tacere: il ragazzo aveva accettato di studiare con lei, per di più da solo.. era più di quello che si sarebbe aspettata.
Sei patetica, Hermione. Semplicemente patetica. Il tuo orgoglio Grifondoro è andato a farsi benedire, a braccetto con il tuo cervello! Riprenditi ragazza, non farti mettere sotto!
Nonostante la minuscola vocina nella sua testa cercasse di riportarla alla ragione, la grifona si ritrovò a seguire Malfoy fuori dalla biblioteca, per i corridoi, verso la Stanza delle Necessità.
Dopo qualche secondo di attesa di fronte ad un muro vuoto, Malfoy fece apparire un porta: - Muoviti Mezzosangue, non voglio che qualcuno ci veda. - sibilò lui, entrando per primo.
Hermione lo seguì, osservando la stanza che Draco aveva pensato nella mente e che aveva preso forma: era senza dubbio la stanza perfetta per un serpeverde, con colori che spaziavano dal verde all'argento; l'arredo era essenziale, ma di ottimo gusto. Una scrivania, due sedie, un paio di poltroncine di pelle e un divano più grande dello stesso tipo, un caminetto acceso in cui ardeva un fuoco scoppiettante, e un letto.
- Un letto? - osservò la grifona, posando i libri sulla scrivania, mentre la salivazione le si azzerava.
Draco alzò le spalle: - Sì, perchè? E' forse un problema? - chiese a sua volta, appoggiandosi al muro e incrociando le braccia al petto. La Granger era semplicemente ridicola, così timida e pudica.. rivoltante. E dire che non era nemmeno brutta, probabilmente sotto la divisa aveva un corpo niente male. Peccato che in lei vivesse lo spirito di una suora di clausura.
- No.. no, nessun problema. - balbettò lei, arrossendo: meglio evitare di dire che la sua mente si era già riempita d'immagini ben poco caste di lei e il ragazzo.. e dire che lei era.. insomma, era.. non l'aveva mai fatto, ecco.
Sì, sì. Era vergine. Non che fosse un mistero, giusto? Cioè, si vedeva che non aveva mai avuto rapporti sessuali: ce l'aveva praticamente scritto in fronte.
- Allora, iniziamo? -


Draco sbuffò leggermente, sedendosi e accavallando le gambe con grazia: - Certo, Mezzosangue. Quando vuoi. - rispose, e lei si sedette di fronte a lui.
- Beh, non prendi pergamena e piuma? - gli chiese ancora, notando che il ragazzo rimaneva totalmente impassibile.
Il serpeverde ridacchiò: - Mettiamola così, Granger. Io ti osservo studiare, tu completi la ricerca, e poi io la copio. Che ne pensi, ti piace come programma? - le disse con un ghigno, osservando l'espressione indignata di lei.
- Mi stai dicendo che non hai intenzione di fare nulla? - gli chiese.
Malfoy ridacchiò: - Ma per favore Mezzosangue, non era ovvio? E poi sei stata tu a propormi di copiare.. o sbaglio? - commentò, mentre lei avvampava e abbassava lo sguardo.
- Non pensavo fosse così palese. - mormorò, mordendosi il labbro: perchè faceva tanto la difficile? In fondo sapeva che gli avrebbe fatto copiare il compito nel momento stesso in cui gli aveva proposto di studiare insieme.. l'orgoglio l'aveva già perso da parecchio, inutile fare la sostenuta: faceva solo la figura della stupida.
- Va bene, ma trovati qualcosa da fare: non amo vedere persone che oziano, mentre studio. - gli disse, aprendo i libri e tirando fuori la pergamena già riempita per metà.
Draco ghignò, incrociando le braccia al petto: la Mezzosangue si concentrò sulla ricerca, e questo gli diede il tempo di studiarla. Per essere una SangueSporco, non era male: viso carino, con lineamenti dolci, labbra carnose, capelli ribelli ma che le conferivano un tocco di spigliatezza. Erano gli occhi il punto di forza della ragazza: fieri, acuti, profondi. Obiettivamente, Malfoy doveva ammetterlo, Hermione Granger era una bella ragazza. Peccato che fosse vergine e Mezzosangue: due caratteristiche che, per un serpeverde, erano molto difficili, se non impossibili, da non considerare. Pensandoci bene, forse sul primo punto si poteva anche passare sopra: insomma, bastava insegnarle tutto.. sarebbe potuto essere anche divertente; ma sul secondo punto.. no, su quello non si poteva trasgredire.
Anche se...
- Malfoy, che stai facendo? - chiese lei, alzando lo sguardo e incrociando i suoi occhi.
Il serpeverde ghignò, alzandosi lentamente: perchè non divertirsi un po'? Era curioso di scoprire che effetto aveva sulla ragazza.
- Niente, ti stavo solo guardando. Sai che, per essere una Mezzosangue, non sei mica brutta? - commentò, facendo il giro della scrivania e posizionandosi dietro di lei.
Hermione deglutì sonoramente: - Da come lo dici sembra quasi che essere una Mezzosangue sia sinonimo di bruttezza. - replicò, imponendosi di non fare caso al viso del ragazzo, a pochi centimetri dal suo.
- Esattamente, Granger. Era proprio ciò che intendevo. - le disse, ghignando, respirandole sul collo e inspirando il profumo speziato dei capelli di lei.
La grifona sentì le guance avvamparle, il respiro farsi più corto, il cuore battere furiosamente nel petto: non poteva, non doveva farle quell'effetto, accidenti a lui!
- Non ti starò innervosendo, vero Granger? - mormorò al suo orecchio, sfiorandole il riccio accanto al lobo con il dito e spostandolo leggermente.
Lei scosse la testa, chiudendo gli occhi: controllati, controllati, stai calma!!
Draco sogghignò, poi si alzò di colpo, spostandosi da lei: - Allora, ne hai per molto? - le chiese, con tono annoiato.
Hemione si morse il labbro, evitando di dirgli ciò che pensava di lui: che stronzo, provocarla in quel modo per il solo gusto di metterla in difficoltà!
Ammettilo, ti ha fatto piacere.. tu vuoi che lui ti dedichi attenzioni..
Sì, forse era vero: ma non l'avrebbe mai ammesso, nemmeno sotto tortura.
Dopo mezz'ora, la ragazza si appoggiò allo schienale con aria sfinita: - E' tutta tua. - mormorò, chiudendo gli occhi e appoggiando il braccio destro sulla fronte.
Malfoy, che per tutto il tempo non aveva fatto altro se non osservarla e sviluppare l'idea che gli frullava in testa, prese la pergamena e le diede una rapida occhiata: - Grazie, Granger. E' un piacere fare i compiti con te. - commentò, prendendo un foglio di pergamena pulito e iniziando a scrivere.
Questa volta fu il turno di Hermione di trovarsi qualcosa da fare: e quale occupazione migliore, se non osservare da vicino il ragazzo che, da mesi ormai, popolava come unico protagonista i suoi sogni? Era bello, non c'erano altri aggettivi per descriverlo: il viso era ammaliante, con la pelle diafana su cui troneggiavano gli occhi di ghiaccio e le labbra sottili; i capelli, fili di seta color oro, ricadevano scomposti sul suo viso, coprendogli in parte quello sguardo gelido, che però risultava così ancora più sottolineato, aiutato anche dalle lunghe e folte ciglia. Il suo corpo poi, era semplicemente perfetto: armonico, equilibrato, sviluppato al giusto livello, con spalle larghe e torace ampio, ventre piatto e gambe toniche e muscolose.
- Finito di esaminarmi, Mezzosangue? - le chiese lui, continuando a copiare. Hermione, colta in flagrante, abbassò lo sguardo di scatto, arrossendo vistosamente.
Draco, dal canto suo, non poteva essere più soddisfatto: compito di Trasfigurazione a parte, quella che gli si era presentata davanti era un'opportunità da non lasciarsi sfuggire.
- Ecco fatto, finito. Ottimo lavoro Granger, e stai tranquilla: nessuno si accorgerà che ho copiato da te. - commentò il serpeverde, a lavoro terminato.
La ragazza prese la sua pergamena e la ripose nella borsa, borbottando un "Sarà meglio per te."
Lui ghignò, grattandosi con aria distratta il mento: - Potremmo studiare di nuovo insieme, qualche volta. - le disse, di punto in bianco. Hermione alzò la testa di scatto, guardandolo stralunata: la stava forse prendendo in giro?
- Che c'è? - le chiese lui, accorgendosi del suo sguardo - Se non ti va sei libera di rifiutare. Pensavo solo che potesse essere divertente, e sicuramente risulterebbe molto più redditizio che studiare con Tiger e Goyle. - aggiunse, con un'alzata di spalle.
La grifona lo fissò, confusa: - Vorresti studiare con me? Intendi.. seriamente? -
Draco annuì, alzandosi in piedi e puntando gli occhi di ghiaccio su di lei: - Ti farebbe così schifo passare del tempo con me, Granger? -
Lei scosse furiosamente la testa: schifo?? Schifo??? Era la cosa più bella che potesse capitarle nella vita!!
Come sei caduta in basso, Hermione. Ma guardati, a scodinzolare come un cagnolino.. tanto vale che abbai, e poi sei a posto.
- Ma.. ma io pensavo.. insomma.. da quando vuoi studiare con una Grifondoro, per di più una Mezzosangue? Guarda che se pensi di copiare tutte le volte ti sbagli di grosso, io.. -
Malfoy sbuffò, oltrepassandola e avvicinandosi alla porta: - Sai qual'è il tuo problema, Mezzosangue? - le disse senza voltarsi, le dita già strette attorno alla maniglia - Tu pensi troppo. -

Hermione rimase immobile, osservando la porta della Stanza chiudersi: "Tu pensi troppo." Così le aveva detto Malfoy, un secondo prima di andarsene. Forse aveva ragione.. insomma, quant'era che non faceva altro che pensare a lui? Tutta l'estate, come minimo. E ora che le si presentava un'occasione, lei che faceva? La sprecava con i suoi stupidi dubbi! Aveva davvero importanza perchè lui volesse studiare con lei? No, certo che no! La cosa importante era che lui voleva passare del tempo da solo con lei, che era esattamente ciò che Hermione sognava!
Doveva accettare, lo doveva fare per se stessa: non avrebbe avuto altre occasioni per stare sola con il ragazzo, perciò perchè non approfittarne? Era patetica, lo sapeva: ma era la prima volta che s'innamorava di qualcuno in quel modo, non le era mai successa una cosa del genere. Tutto ciò che sapeva, era che voleva passare più tempo possibile con lui, magari sentirlo nuovamente vicino come quando l'aveva provocata, poco prima.
Chiudendo gli occhi, la ragazza potè quasi immaginare le labbra del ragazzo sulle sue: la consapevolezza di quel gesto, anche se immaginato, le scatenò un'ondata di emozioni tale da costringerla a sedersi; e dire che, negli anni precedenti, aveva quasi pensato di essersi innamorata di Ron.. ma come poteva essere amore quello, paragonato a ciò che sentiva, in quel momento, per Malfoy?
Lo amava, lo amava con tutta se stessa, senza che lui avesse fatto niente per meritarsi il suo amore. Ma lo amava, e avrebbe fatto qualunque cosa per stare con lui.

Draco Malfoy camminava per i corridoi, diretto nei sotterranei, con un ghigno soddisfatto dipinto sulla faccia: se lui avesse acconsentito a dargli carta bianca, e l'avrebbe fatto di sicuro, ne era certo, avrebbero avuto la vittoria in pugno. Entrato nella sua sala comune, il ragazzo si chiuse in camera sua e aprì un armadio di legno di mogano, apparentemente vecchio e malandato: quello in realtà era un Armadio Svanitore, un oggetto molto interessante che il serpeverde aveva spostato in camera sua, sostituendolo con uno più "normale", una volta compreso il suo utilizzo. Quell'armadio, infatti, era collegato ad un altro dello stesso tipo, situato in un altro luogo, fuori da Hogwarts: era come una specie di collegamento tra due punti, ed era il mezzo più vicino per arrivare da lui.
Bloccando la porta della sua stanza con un incantesimo, il ragazzo attraversò l'armadio, ritrovandosi nel covo di Lord Voldemort e dei suoi Mangiamorte: casa sua, Malfoy Manor.
- Padroncino Draco, padrone, Lectus è felice di vederla. - squittì un elfo, appostato di guardia al secondo armadio.
- Fuori dai piedi, stupido elfo pulcioso. - sibilò lui, oltrepassandolo e avviandosi verso il salotto.
Lì, seduto su un divano e apparentemente addormentato, Lord Voldemort riposava ad occhi chiusi.
Il ragazzo si avvicinò a lui, in silenzio, inchinandosi poi una volta che gli si trovò di fronte: - Draco Malfoy direttamente da Hogwarts. Cosa ti porta qui, mio giovane amico? - lo salutò l'Oscuro Signore, aprendo lentamente gli occhi.
Il serpeverde sorrise, senza alzare lo sguardo sul suo padrone: - Ho un piano per conoscere ogni mossa di Potter e compagni, mio signore. - annunciò, mentre alcuni Mangiamorte, compresi i suoi genitori, entravano nella stanza.
Voldemort si mise a sedere, un'espressione curiosa faceva brillare i suoi occhi: - Ti ascolto. -
Malfoy prese un respiro profondo, consapevole degli sguardi puntati su di lui, e iniziò a parlare: - L'unico modo per ottenere informazioni su ciò che Potter, e per esteso l'Ordine della Fenice e Silente in persona pianificano, è trarre queste informazioni da qualcuno molto vicino a loro. Questo potrebbe accadere lanciando una Maledizione Imperius su uno dei componenti dell'Ordine, ma risulterebbe improbabile riuscirci, e si tratterebbe comunque di un tentativo molto rischioso: l'unico modo per ottenere informazioni sicure senza rischiare troppo, è convincere un membro dell'Ordine, o qualcuno vicino a Potter, a collaborare di sua spontanea volontà. E io credo di aver trovato la persona che fa per noi: Hermione Granger. -
- La Mezzosangue? - strillò Bellatrix Lestrange, inorridita - Quella piccola, sudicia, SangueSporco.. -
- Silenzio. - ordinò Voldemort, e le parole della Mangiamorte le morirono in gola - E dimmi, mio caro Draco, come pensi di riuscire a farla parlare? - gli chiese l'uomo.
Draco ghignò: - Sfruttando il debole che la ragazza ha per me. La farò cadere ai miei piedi, al punto da farle fare qualunque cosa io vorrò: lei accetterà per non perdermi, anche a costo di tradire tutto ciò in cui crede, compresi i suoi migliori amici. - spiegò, sicuro.
L'Oscuro Signore rimase in silenzio per qualche istante, poi puntò il suo sguardo sul ragazzo: - Pensi di esserne all'altezza? Sai che non perdono chi fallisce. - gli disse, con un tono di voce che faceva ben intendere quale sarebbe stato il destino del ragazzo in caso di fallimento.
Lui annuì: - Sì, mio Signore. Ne sono sicuro. - rispose, alzando lo sguardo per incrociare quello del suo padrone.
L'uomo si alzò in piedi, voltandosi verso Lucius: - Tuo figlio è molto determinato, amico mio. Se riuscirà nella sua impresa, sarà ricompensato più che adeguatamente. Mi auguro che sarai fiero di lui. - commentò, prima di ordinare al serpeverde di andarsene con un cenno della mano.
Draco s'inchinò ancora, e lasciò la stanza sotto lo sguardo gelido degli altri Mangiamorte e quello preoccupato di sua madre: sapeva che gli altri volevano che fallisse, non potevano sopportare che un ragazzino come lui potesse diventare il favorito del Signore Oscuro; ma lui non avrebbe fallito, avrebbe portato a termine il suo compito e sarebbe stato ricompensato con gloria e fama oltre ogni immaginazione. Con questi pensieri, il ragazzo fece ritorno a scuola: non c'era un minuto da perdere.
La Granger sarebbe caduta molto presto nella sua trappola: e da lì non ne sarebbe più uscita.

  
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