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Autore: Jeade__    26/06/2014    2 recensioni
“L'amore non ha senso. E' soltanto una botta di culo. Se arriva ti ritrovi tra rose e fiori, altrimenti è soltanto una pugnalata dritta nel petto. Tutto quello che ti costruisci per arrivare a raggiungerlo, te lo vedi bruciare come carta davanti agli occhi.
Fanculo."
[III capitolo, Scarlett.]
___
La storia, di come il destino possa sorprenderci ogni volta. Di come spesso le persone non ne prendono atto, perdendo così "la retta via".
Perdiamo noi stessi, ritrovandoci a vicenda.
Un gico di intrecci di diversi destini, ed è proprio di questo che voglio parlarvi, mie lettrici.
La vità di ognuno non è che un gomitolo. Esso si intreccia ad altri, si divide, si spezza.
___
"Alcuni dicono che il nostro destino è legato alla Terra, e che essa fa parte di noi quanto noi di essa.
Altri dicono che il destino è intrecciato come un tessuto, cosicché il nostro destino ne incrocia molti altri.
E' la cosa che tutti cerchiamo di cambiare o lottiamo per cambiare.
Alcuni non lo trovano mai.
Ma ci sono quelli che vi sono guidati!"
___
Se vi ho incuriosita, passate. Aspetto un vostro commento :)
A presto!
Genere: Drammatico, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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PREMETTO CHE IN QUESTO CAPITOLO E' PRESENTE UNA SCENA ALQUANTO VIOLENTA DELINEATA DA DEGLI ASTERISCHI ROSSI  " [*] "
LA SCELTA DI LEGGERE QUEL TESTO BREVE E' VOSTRA, GRAZIE DELL'ATTENZIONE.



Capitolo 15-

 

-"I don't need anybody"-

-"Non ho bisogno di nessuno"-

 
 

 

 

Uscirono dalla macchina parcheggiandola dietro una fila lunghissima di veicoli, accostati al marciapiede dinnanzi all'enorme abitazione.
Si poteva udire il pompare delle casse di, sicuramente, il DJ che il proprietario aveva chiamato e come sottofondo contrastante, si sentivano diversi schiamazzi provenienti dagli invitati.


Erano arrivate.

-Marghe abbassati leggermente il vestito dietro- le consigliò Emma dietro di lei.
La ragazza di tastò l'estremità inferiore del suo tubino viola, accorgendosi con orrore che era alquanto sollevato. -Dannazione, evidentemente quando ero seduta alla guida mi si è sollevato.- rispose con agitazione, temendo che qualcuno l'avesse vista in quelle condizioni.
-Vabbhè, non penso avrebbe dato fastidio agli occhi di qualcuno, vederti così- ci scherzò su, Emma.
L'amica, di tutta risposta si voltò sorridendo, dandole una spinta amichevole. -Più che guardare me, si sarebbero sicuramente soffermati ad ammirare il tuo fisico mozzafiato, non credi?- chiese con ovvietà l'amica, indicando il corpo di quest'ultima.

-Oh.. ma smettila- fece l'amica terminando il discorso, abbassando il capo timidamente.
Margot, sorrise all'imbarazzo dell'amica.

“Peccato che non riesci a vedere che bellezza interna ed esterna racchiudi” pensò lasciando che un sorriso le fiorì sulle labbra.

 

 

 

 

 

 

-Quindi hai deciso di prendere questa iniziativa con Scarlett?- domandò Harry sorseggiando il suo drink.
-Si, voglio che capisca da sola. Sarò indifferente. Non le parlerò fin quando non si deciderà ad aprire gli occhi. Tutto qua-
-Uhm. Potrebbe funzionare..o come no.- commentò Harry
-Speriamo in bene...- sospirò Liam.
-Ehi tu devi raccontarmi una certa cosa, non credi?- disse l'amico con un sorriso beffardo interrompendo il discorso precedente.
-Ovvero?- chiese Liam, non capendo dove volesse arrivare. Dette un sorso al suo drink, precedentemente ordinato mantenendo il contatto visivo con gli occhi del riccio. -Chi era la ragazza con cui messaggiavi?- disse sorridendo beffardamente.
-Oh, beh...- si interruppe -aspetta, ma come fai a sapere che era una ragazza la persona con cui stavo messaggiando?- domandò confuso, Liam.
-Lo so ora- rispose ridendo Harry, ricevendosi una pacca sulla testa dall'amico.
 

 

Il riccio sorrise, aspettandosi il continuo di quello che sarebbe stato una storia avvincente.
-Okay.. ti racconterò..- disse accennando un sorriso.
-Oh, ora si che si ragiona! Non si tengono all'oscuro gli amici sai?- affermò con fare scherzoso.
Liam sorrise ma prima di poter proferire parola, entrambi gli amici furono interrotti dalla porta principale, che si aprì di scatto.

Vi fecero ingresso due ragazze.

Stessa altezza, ma decisamente l'uno l'opposto dell'altra.
Sulla destra vi era una ragazza dai capelli dorati lisci che cadevano come fili di grano sulle spalle, fino all'altezza del seno. Il corpo snello e uniforme per le curve, era avvolto da un vestito in tubino viola dalle maniche a tre quarti e da uno scollo a barca, che mostrava il collo a cigno che possedeva, adornato da una collana argentata che le ricadeva sulle clavicole leggermente evidenti.
Al suo fianco una ragazza bruna. I capelli castani erano stati raccolti in una morbida treccia, che prendeva libera partenza da sopra la fronte, per poi terminare andando a posarsi sulla spalla destra. Il corpo di ella era fasciato, nella parte inferiore, da una gonna nera che giungeva fino a sotto il seno e quest'ultima, era coperta da una maglietta a maniche corte di fantasia etnica, scollata sulla parte posteriore. Un bracciale dello stesso stile della maglia, avvolgeva il suo polso destro, mentre un anello in bronzo, risiedeva sul dito indice della mano opposta.

Appena ebbero accesso nella stanza d'ingresso, una miriade di sguardi maschili si poggiarono su di loro e di rimando loro, non se ne badarono.
Dopo poco, si voltarono scambiandosi uno sguardo reciproco e forse anche qualche parola e in men che non si dica, si stavano già dirigendo in un'altra stanza.

 

-Emma!- si sentì una voce maschile richiamare l'attenzione della ragazza dalla lunga treccia. Ella si girò, scontrando gli occhi verdi del ragazzo che l'aveva distratta dalle chiacchere con l'amica.
-Harry! Allora sei venuto anche te- le venne in contro lei, sorridendo.

Quest'ultimo le schioccò un bacio sulla guancia, affermando -Ma guarda un po' che cugina sexy che mi sono ritrovato- disse sorridendo, facendo spuntare le sue fossette all'estremità delle guance. Proprio come quando era piccolo, pensò lei.

-Oh ma falla finita, più che altro tu. Sei uno strafigo!- affermò lei notando l'abbigliamento del cugino.
-Ovviamente- disse pavoneggiandosi, lui.
-Ma sentilo..- Margot, che era dietro a vedere la scena, alquanto disgustata, commentò a bassa voce dopo l'affermazione del riccio. Ma benché la musica fosse assordante e gli schiamazzi generali alquanto numerosi, le parole della biondina arrivarono dritte dritte alle orecchie di quest'ultimo, il quale si voltò scrutandola dall'alto verso il basso. -Vedo che abbiamo compagnie- affermò con grande sarcasmo.
-Non ti scomodare a salutare, riccio. Tanto dobbiamo andare- disse Margot, prendendo per mano l'amica e trascinandola in un'altra stanza senza dare tempo all'altro di contraccambiare la frecciatina.
Nessuna ragazza aveva avuto la faccia tosta di interromperlo.
Ne tanto meno, di lanciargli frecciatine accusatorie.

-Ma tu guarda che str..- commentò Harry alquanto infastidito dalla bionda.

-Mi dispiace ragazzi, ci becchiamo dopo!- urlò Emma per farsi sentire, voltandosi verso i due. Incrociò lo sguardo con quello dell'amico castano che accostava Harry. Gli lasciò un sorriso e lo salutò con un cenno di mano.

 

Liam rimase impacciato per un istante, ma dopo poco ricambiò il saluto con un altro cenno di mano, guardandola poi svanire in un'altra stanza.

E quella fu la prima sera in cui notò, Emma Collins
.
 

 

 

 

 

 


La musica assordante era oramai diventata parte di se. Era adrenalina pura, ma sopratutto: si stava divertendo.
Niente preoccupazioni, niente problemi. E sopratutto niente Dave.

Muoveva braccia e bacino e gambe all'unisono, mantenendo quel ritmo pompante. Guardò dinnanzi a se, e vi vide una figura maschile non conosciuta.
Per un attimo pensò fosse Zayn, ma si immaginò che fosse andato a spassarsela con qualche ragazza qui presente.
Però dovette ammettere, che non le dispiacque per niente quella nuova presenza. Il ragazzo davanti a se indossava una camicia blu e pallini bianchi a maniche corte.
Provò a guardare il volto, ma gli occhi non glielo permisero, poiché un giramento di testa la colpì improvvisamente.

Forse aveva esagerato con i festeggiamenti.


Ma poi, festeggiamenti... per cosa?

 

Ad un tratto una morsa le circondò il braccio sinistro, facendole mancare il respiro per un decimo di secondo.
Non sapeva definire se era più per il dolore, o per lo spavento.

Si sentì trascinare.
Si scontrò inconsciamente con qualche persona che incontrava lungo quella fuga, non voluta dalle sue gambe.

Gli occhi le permisero solamente di vedere una figura torreggiante, che la teneva dal braccio.

Ecco cos'era che la stringeva fortemente. La trascinava sempre più lontano dalla massa, dagli schiamazzi.

La corsa finì, quando sentì la schiena aderire improvvisamente, con un tonfo su una superficie dura.
Socchiuse gli occhi e vide che non era più all'interno dell'abitazione bensì all'esterno.
Percepì l'aria frizzantina estiva che le inebriò le narici non appena varcò la soglia di ingresso. Notò l'immenso giardino e delle luci lontane. Forse erano lampioni. Ma non poté constatarlo con precisione, poiché gli occhi non avevano nemmeno la forza di mettere a fuoco la figura che aveva a pochi centimetri di distanza.

-E dunque?- tuonò una voce, dal tono grave.

Non ebbe tempo di domandare chi fosse, che percepì una scarica di dolore nuovamente alla schiena. Poté giurare di essere stata spinta nuovamente su quella superficie dura.

Che stava succedendo?

-Mi hai fatto venire qui per beccarti insieme ad un altro? E' questo che volevi?-
-C-come?- chiese lei titubante. Guardò nuovamente la figura che aveva dinnanzi, e provò a mettere a fuoco.

Per un attimo non ebbe un infarto.
-D-dave- pronunciò tremante quel nome.
-Si dolcezza, sono io.- rispose malignamente. -E dimmi: avevi altro da farmi vedere o dirmi questa sera?- domandò, alludendo alla scena con qui si era scontrato, prima di acciuffarla.
-I-io devo parlarti.- prese coraggio lei, benché in quel momento il panico ebbe la meglio.
-Allora parla, cazzo.-

Sospirò.

Ci siamo.

Doveva dirglielo.

Avrebbe chiuso per sempre questa faccenda.

 

-Dave, le cose non vanno più bene come pareva una volta. Io sono stanca di questo rapporto. Stanca di dover essere dipendente dalla droga e sopratutto stanca di essere usata. Perché mi sento usata da te.- Probabilmente l'alcool l'aveva aiutata a far fuoriuscire quelle benedette parole, più fluidamente. Benché sentisse una sensazione di piccolezza e di impotenza, prese un'ulteriore respiro e con la paura accostata alle sue ossa, continuò. -Sono stanca di sentirmi dare ordini da te. E sono stanca di dover mentire o pararti il culo ogni volta, anche davanti alla polizia. Non sono uno zerbino, sono una persona dannazione! Ho anima e corpo e voglio vivere, vivere lontano da te e dal tuo mondo malato. Dai tuoi subdoli giochetti e dal suo modo di vivere: non è vivere! E' sopravvivere e io sono stanca! Stanca di tutta questa merda. Perciò lasciami stare. Non voglio più aver nulla a che fare con te.- disse con le lacrime che rischiavano di uscire da un momento all'altro, e con un enorme rabbia repressa dentro.

Sentiva come se delle parole, da troppo tempo racchiuse e mantenute all'oscuro, avessero trovato la strada per raggiungere la fine della sua bocca e propagare nell'aria, finalmente libere.
Si sentiva leggera.

Si sentiva libera.

-Ah si..?- domandò sghignazzando. Poté sentire delle altre presenze intorno a sé.
Aveva mentito, non erano soli.
Ma cosa si aspettava?

 

[*]

 

Dave a quel punto alzò la mano e la scaraventò violentemente sul volto di Scarlett.
-Sei solamente una puttana- rise ancora.

Scarlett si ripiegò su un lato, con la guancia oramai violacea per il forte colpo. Passò la mano, sulla guancia e una scarica di bruciore, le fece ritirare le dita a posto.
Un'ulteriore colpo la prese di sorpresa, ma questa volta più in basso, verso lo stinco. Il dolore, passò come una lamina tagliente sulla sua gamba facendole annebbiare la vista.
Si sentì gli occhi inumidirsi. Ma ritrasse le lacrime dentro.
Non avrebbe pianto davanti a quel bastardo. Non gli avrebbe dato questa soddisfazione.

-Se non ti ricordo male io e te avevamo un patto dolcezza- si abbassò al suolo, dove lei era accovacciata.
Le si avvicinò al volto prendendole il sottile collo, con la sua grande e ruvida mano. -e se non erro, tu hai dei debiti con me- disse con estrema lentezza, sibilando quelle parole, come fa un serpente quando hai i denti carichi di veleno.


-T-ti prego- disse con quella poca aria che le rimaneva in gola.
-Oh, ora preghi?- disse per poi scoccarle un pugno dritto allo stomaco che la fece gemere pesantemente.
Dopo essersi goduto lo straziante dolore che propagava negli occhi di lei e sul suo corpo, le si avvicinò all'orecchio e le sussurrò -Prega piuttosto per le persone a cui vuoi bene.- si alzò.

 

[*]

 

Scarlett sgranò gli occhi, puntandoli sulla figura mostruosa che ergeva sopra di lei.
Provò a dire qualcosa ma le parole le si bloccarono in gola. Il fiato era spezzato e un dolore lancinante alla testa e allo stomaco non le permise di aggiungere altro.

-Oh già, com'è che dicevi? “Non ho bisogno di nessuno”.-

Rimase lì, per la prima volta indifesa in tutti i sensi. Si sentiva spoglia. Derisa.
Umiliata.

-Ah e hai solo una settimana di tempo per restituirmi il debito. Andiamocene- disse rivolgendosi al resto del suo gruppo, prima di scappare via.
Sentì solamente il rimbombo di alcune moto. Poi, il silenzio.

Si sentiva sola.

Abbandonata.
E dopo tanto tempo Scarlett Payne, poté risentire il calore delle sue lacrime scorrere le sue guance.

 

 

 

 

 

 

 

-Ysabel!- la scosse dalle spalle Emma.
-Ehilà ragazze!- sorrise barcollando sulle proprie gambe, quest'ultima.
-E' ubriaca..- commentò Margot allibita.

Emma scrutò la stanza fin troppo piena, fino a quando un ragazzo dai capelli biondi non le raggiunse -oh, allora era con voi. L'ho cercata da per tutto- disse con aria preoccupata quest'ultimo.

-Ma sei te che l'hai conciata in questo modo?- domandò Margot
-Abbiamo preso solamente un bicchiere, ma per lei è stata la prima volta che toccava alcool.- rispose in sua difesa Niall, il quale guardò mortificato le due.
-Oramai è troppo tardi per poter accusare qualcuno. Niall tu che hai più muscoli, dammi una mano, la portiamo in una stanza a sdraiare.- disse Emma
-Che bello!- esultò Ysabel incosciente suscitando un sorriso divertito sulle bocche di tutti e tre gli amici.

-Marghe, vai a vedere se in questa casa esiste anche dell'acqua. Ci trovi al piano di sopra-
-Va bene- e così mentre i due portavano Ysabel a riacquistare i sensi, Margot si diresse in quella che pareva essere la cucina.

Malgrado era l'acqua che cercava, trovò qualcos'altro.
Un Harry Styles alquanto impegnato in una situazione pressoché intima, con una ragazza dalla chioma rossa e dal vestito che non dava per niente spazio all'immaginazione poiché quello che si poteva benissimo immaginare, era beatamente visibile.

-Oh cristo.- commentò la bionda, distogliendo lo sguardo e continuando la sua ricerca, avviandosi verso quello che sembrava essere, un enorme frigorifero in acciaio.
-Margot Evans. Ma che adorabile sorpresa.-
-Ti vedo occupato Styles, perciò tolgo il disturbo.- rispose, lanciandogli un'occhiata alquanto schifata.
-Oh ma andiamo- disse lui scostandosi di dosso la tipa rossa, che sembrava parecchio priva di sensi. - so che ti piacerebbe anche a te, è inutile che fai tanto la suorina. Ti si legge negli occhi che mi desideri più di ogni altra cosa- disse avvicinandosi sempre di più alla figura minuta di Margot.

A quel punto, quando la distanza non faceva che diminuire. La ragazza sorrise.
-Visto? Non puoi resistermi- sussurrò con un tono alquanto seducente lui, avvicinandosi sempre di più.

Erano a pochissimi centimetri di distanza, e bastava solo che lei si avvicinasse di questa distanza per poter aprire un nuovo contatto con le labbra carnose e rosate del riccio che aveva di fronte.
Margot non perse tempo, e aprì di scatto l'anta del frigorifero, che andò beatamente a spalmarsi sul bel faccino del ragazzo.

-Ops- disse lei sarcasticamente, aprendo un sorriso decisamente compiaciuto sul volto, gustandosi l'espressione dolorante del riccio, agonizzante per terra, tastarsi l'enorme bernoccolo spuntatosi sulla fronte.

-Evans questa me la paghi, brutta stronza!- gli urlò lui tenendosi entrambi le mani sulla fronte.
-Okay Styles, mandami il conto.- e dopo aver detto ciò,si avviò alla porta, prendendo un bicchiere di plastica e la bottiglia che aveva preso precedentemente dal frigo. Uscendo con uno sguardo soddisfatto stampato sul viso.

“Mai, metterti contro Margot Evans”. Pensò tra sé e sé sorridendo compiaciuta.






Jeade's point of view:

Eccomi qui!
Allora? Che ne dite? Otto pagine e mezzo di word. SPERIAMO IN BENE!

Avete visto? Vi ho deluso con i colpi di scena?

Okay troppe domande.
Vi lascio con queste richieste e, con la curiosità per il prossimo capitolo.
Perché... eheh. Succederanno ancora più cose.

Pronte? Ora si inizia sul serio.

PS: Qualcuna di voi andrà al concerto?:)


Bacione, Jeade xx
 
   
 
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