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Autore: Nephilim13    27/06/2014    5 recensioni
Sofia è scappata per proteggere coloro che più ama, i suoi amici, da se stessa.
Nida le ha rivelato un terribile segreto sul suo conto, e la ragazza lascia la sua casa e i suoi amici per difenderli dal Male più assoluto. Per difenderli da se stessa e la sua maledizione.
Per difenderli da ciò che ha scelto di essere per proteggere lui, per proteggere l'amore della sua vita.
L'amore genera sacrificio.
Il sacrificio, dolore.
Il dolore, vendetta.
"Sofia si avvicinò alla flebo che una volta era attaccata al suo polso, staccò l'ago e tornò dalla sua preda. Si inginocchiò accanto a lui e fece scorrere con forza l'ago sul suo collo, facendo sgorgare sangue a fiotti. Con un sorriso di vittoria, la sua bocca raggiunse il punto dove il sangue zampillava."
Genere: Azione, Malinconico, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fabio, Georg Schlafen, Nidafjoll, Sofia, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Fabio prese un profondo respiro, poi aprì con cautela la porta e, dopo essersela richiusa alle spalle, entrò nella camera d'ospedale di Sofia.
Era stesa su un lato, in modo tale da dargli le spalle, i lunghi capelli ricci legati in una coda di cavallo bassa.
«Chi è?»
Fabio pensò di essersi immaginato quel bisbiglio sommesso, ma quando Sofia si voltò a guardarlo, allora fu sollevato di sapere che non stava diventando schizofrenico.
«Sofia.» disse titubante, avvicinandosi al lettino.
«Ciao.» sussurrò lei di rimando, con sguardo afflitto.
Fabio notò che i suoi occhi erano rossi e gonfi, come se avesse appena smesso di piangere a dirotto, ma lui non le chiese nulla: non voleva turbarla più di quanto già non era.
«Come stai?» le domandò invece dolcemente, cominciando ad accarezzarle i capelli.
Sofia si sforzò di regalargli un sorriso, seppur tirato. «Molto meglio, grazie.»
Fabio l'aiutò a rimettersi seduta, le aggiustò i cuscini dietro la schiena, in modo da farla stare il più comoda possibile, e infine la obbligò a mandar giù almeno un piccolo spicchio di mela.
«Davvero, Fabio, non mi va. Mi sale il vomito soltanto a guardarla, quella mela.»
«Allora dì al tuo vomito che dovrà aspettare per venire fuori, se proprio vuole farlo, perchè adesso tu devi mangiare.»
Sofia allungò lentamente una mano e prese lo spicchio dalle dita di Fabio, portandoselo alla bocca.
«E il prof?» chiese, masticando come se in bocca avesse un porcospino.
«E' da stanotte che non chiude occhio, così Lidja lo ha portato a casa a riposare un pò, anche se abbiamo dovuto praticamente ricattarlo per farlo allontanare da te.»
Sofia abbozzò un sorriso.
«Senti, Sof,» cominciò Fabio dopo un pò. «so che probabilmente non è il momento più adatto, ma questo tarlo mi sta uccidendo, e devo chiedertelo.»
Il sorriso della ragazza si spense all'improvviso, come se qualcuno avesse appena premuto un pulsante per farla smettere di sorridere.
Fabio sapeva che quel pulsante altro non era che la domanda che stava per rivolgerle, la quale già aleggiava nell'aria, subdola, prima ancora che lui aprisse bocca.
«Cosa ti ha fatto Nida, di preciso?»
Sofia ingoiò quel pezzettino di mela che aveva ancora in bocca e posò quel che restava dello spicchio sul comodino al suo fianco.
«In che senso?»
«In che senso immagini tu, Sof?»
Sofia abbassò la testa, ammirando il lenzuolo che le ricopriva le gambe. «Non ho voglia di parlarne ora, Fabio, cerca di capire...»
Fabio le strinse la mano, si alzò dalla sedia e le diede un delicato e leggero bacio al centro della fronte, proprio dove si trovava l'Occhio della Mente.
«Non preoccuparti, capisco benissimo.»
Sofia lo guardò con gli occhi colmi di lacrime. «Grazie.» gli sussurrò.
«Adesso riposa, però.» le ordinò Fabio con dolcezza, asciugandole quella lacrima solitaria che le rigava il volto roseo.
«Fabio?» lo chiamò Sofia dopo essersi stesa nuovamente.
«Si?»
«Non andartene, ti prego.»
«Non mi muovo da qui.»
Sofia annuì, poi si girò dall'altro lato.
Fabio sentì il respiro della ragazza farai più pesante quasi immediatamente.
'Niente ti porterà più via da me, te lo giuro.' pensò senza staccarle gli occhi di dosso, come se, smettendo di guardarla, lei sarebbe potuta scappargli via da sotto il naso un'altra volta.
Sarebbe stato lì, al suo risveglio.
Voleva esserci ad ogni futuro risveglio della sua Sofia.
Voleva stare con lei ogni notte ed ogni mattina ed ogni giorno.
Voleva sorriderle la mattina appena sveglia e la sera prima che le braccia di Morfeo l'avvolgessero.
Voleva passare con lei il resto della sua vita, e nessuno, se non lei, glielo avrebbe impedito.
Con profonda amarezza, si rese conto di una cosa: è solo quando si è in procinto di perdere qualcuno, che ci si rende conto di quanto questo qualcuno sia così importante e prezioso.
Il cellulare di Sofia emise un improvviso e breve 'bip', interrompendo il suo monologo mentale
Fabio lo afferrò dal comodino e aprì la casella dei messaggi, che era completamente vuota, fatta eccezione per un unico messaggio da 'sconosciuto'. Pigiò sul messaggio per aprirlo, e lesse:
«Peccato che non possa goderti il tuo Fabio a causa della maledizione: siete così carini!»
Fabio rimase pietrificato. Maledizione? Ma che diavolo significava?
Senza pensarci due volte, tirò fuori il suo cellulare dalla tasca dei jeans strappati, uscì fuori dalla stanza e compose il numero di Lidja.
«Fabio? Che succede?»
«Passami Schlafen.»
«Veramente, lui starebbe dormendo...» gli disse lei, esitante.
«Allora sveglialo.»
«Ma che succede? E' per Sofia? Sta bene?» La voce di Lidja si era fatta improvvisamente più seria.
«Sta bene. E ora passami George, Lidja.» concluse Fabio in tono duro, uno di quelli che non ammettono repliche.
Lidja sospirò. «Aspetta in linea.»
Attese qualche minuto, poi la voce preoccupata di Schlafen riempì i timpani di Fabio.
«Fabio? Ma cosa...?»
«Devi venire in ospedale, subito.» gli disse, categoricamente. «Dobbiamo parlare.» E chiuse la chiamata ancor prima che Schlafen potesse rispondergli.
   
 
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