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Autore: Ombra1983    28/06/2014    5 recensioni
Storia ambientata durante il libro "Il Portale delle Tenebre" (ultima parte di "A Storm of Swords" in originale, sul finire della quarta stagione televisiva). Cosa sarebbe successo se Sansa Stark si fosse trovata sola a Nido dell'Aquila, senza Ditocorto, ma comunque al centro di uno dei suoi intrighi dai risvolti inaspettati?
Una storia romantica scritta da un ragazzo ma dal punto di vista di una ragazza, un piccolo "what if ?" nel meraviglioso mondo de Il Trono di Spade.
Genere: Fantasy, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lysa Tully, Nuovo personaggio, Petyr Baelish, Sansa Stark
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il cammino che portava a Nido dell'Aquila era terminato. Sansa si trovava sbalordita da quella fortezza così maestosa, arroccata sopra l'intera Valle di Arryn.
La sua prima sensazione era che l'intera struttura fosse precaria, quasi destinata a dover cadere sotto il suo stesso peso da un momento all'altro. Solo dopo la lunga strada fino in cima (anzi, fino ai piedi del castello vero e proprio) si era resa conto di come in realtà la situazione fosse esattamente l'opposta.
Il Nido dell'Aquila era un'immane fortezza costruita sopra la montagna che dominava l'intera Valle di Arryn, le sue fondamenta erano scavate profondamente nella roccia, ogni pietra da secoli era ben salda su quelle accanto tanto che, una volta dentro la struttura, ci si dimenticava di essere in un castello abbarbicato in cima ad un colossale monte.
C'era voluto un giorno intero per raggiungere la fortezza, un giorno intero di cavalcata lenta sulla strada che saliva sempre di più. Però Sansa era contenta di essere in viaggio, di stare mettendo quanta più strada possibile tra se stessa ed i Lannister, di fuggire da Approdo del Re e dalla follia delle nozze di Joffrey ... dalla follia di Joffrey stesso e dalla crudeltà di Cersei.
Era arrivata persino ad apprezzare la compagnia di Ditocorto. Certo quell'uomo faceva paura a volte con la sua capacità di intrigo ed il suo potere di sapere sempre tutto di tutti, eppure era certamente meglio di quello che Sansa aveva trovato ad Approdo del Re. Anche se, a volte, c'era qualcosa nel modo in cui lui la guardava che le faceva salire un brivido dietro la schiena.
La presentazione con sua zia Lysa e suo cugino Robin andò bene o almeno così si disse Sansa. Certo la zia era un po troppo ossessiva (o solo ossessionata da Ditocorto ?) mentre suo cugino era sicuramente un bel po infantile per la sua età (o peggio ?). Però sicuramente in quel luogo avrebbe trovato rifugio, in fondo il legame del sangue doveva pur significare qualcosa ed in fondo era più al nord, più vicina a casa, di quanto non fosse da tanto troppo tempo.
La prima notte fu imbarazzante e scomoda. Certo le avevano riservato una bella stanza e sicuramente le calde coperte di pelliccia fecero bene il loro dovere ma le urla di Lysa Arryn e di Ditocorto che facevano l'amore si potevano udire per tutto il castello ... beh almeno lei le sentiva bene. Sansa si rigirò nel letto come se quella urla fossero fastidiose mosche che le giravano attorno; quei due non si rendevano conto che delle altre persone li stavano ascoltando? Possibile che non gli importasse?
Alla fine il sonno arrivò ed arrivò anche il mattino seguente. Sansa stava già pensando che non sarebbe stato troppo differente dal precedente quando Ditocorto annunciò diversamente:
"Mia cara" disse a Lysa "Credo che dovrò recarmi tempestivamente nella Terra dei Fiumi".
Erano tutti e quattro a tavola per il pranzo, la sua nuova strana famiglia alla quale ci sarebbe voluto chissà quanto tempo per abituarsi. I servitori attorno a loro non fecero nemmeno un gesto eppure iniziarono a sudare freddo. Sansa sapeva perchè: intuivano la reazione che avrebbe avuto sua zia.
Infatti Lysa divenne pallida e smise immediatamente di mangiare:
"Ma come nella Terra dei Fiumi? A Delta delle Acque? Non sai che sono luoghi ancora pericolosi? E poi sei arrivato solo ieri!".
"Mia amata" continuò Ditocorto col suo sorriso mellifluo che poteva apparire sincero solo se visto con gli occhi dell'amore "Io sono stato nominato Lord di Harrenhal dal re in persona e quindi ..."
"Ai sette inferi il re! E' solo un Lannister!" urlò Lysa.
"Ma non è bene ricordarlo nel momento in cui ci dona terre e titoli, mia cara" continuò pacato lui.
Sansa si dedicò alla sua carne, dell'ottima cacciagione arrosto spalmata di delicato miele. Fantasticò che qualche bravo arciere l'avesse colpita quella mattina stessa, col proprio arco dagli spalti nel Nido dell'Aquila. Quei pensieri l'aiutarono a distogliere l'attenzione dalla zia che dava in escandescenza e da Ditocorto che cercava di calmarla; alla fine Lysa ebbe un forte attacco di pianto e chiese di andare nelle proprie stanze, lui la seguì poco dopo per consolarla.
Rifuggendo dalla compagnia del cugino, Sansa si rese conto di essere non più una prigioniera (come era stato ad Approdo del Re) ma un'ospite ben accetta.
"Non devo più avere paura anche solo di camminare per i corridoi. Non sono più un uccellino in gabbia" si disse.
Sansa aveva avuto molta paura in passata, si era sentita in colpa per problemi non suoi, si era fatta carico della rabbia e delle frustrazioni di altri ma adesso era finita.
In quel giorno visitò il Parco degli Dei del castello, la biblioteca, i camminatoi dei parapetti che dominavano la Valle ed ogni altro posto di Nido dell'Aquila che le venisse in mente. Nelle cucine si fece regalare dai cuochi alcuni dolcetti con la glassa al limone mentre dalle dame di compagnia di sua zia ricevette il regalo di alcuni piccoli trucchi per le labbra e per le guance.
Rincontrò Ditocorto solo quella sera, mentre era in camera intenta ad usare quelle ciprie sul viso. Lui bussò e lei, consapevole per istinto che non era solo una visita di cortesia, a malincuore gli disse di entrare.
Come al solito lui mostrava una perfetta padronanza di se ma era chiaro che aveva dovuto faticare non poco per ridurre Lysa alla ragione, appariva stanco.
"Mia cara Sansa. Sei sempre più bella. Vedo che queste passeggiate per il castello ti fanno bene" disse.
"Probabilmente sa tutto quello che ho fatto oggi. Non so come faccia ma non devo dimenticarlo" pensò la giovane Stark, che riuscì solo ad annuire.
"Ottimo. Vorrei scusarmi se vengo subito al dunque ma, come saprai, domani dovrò partire per Harrenhal e tu rimarrai qui con tua zia e tuo cugino".
Sansa non sapeva se esserne felice o triste.
"Tuttavia noi sappiamo quanto sia comunque pericoloso per te essere priva di protezione. Certo questo è uno dei luoghi più sicuri del mondo ma non mi stupirei se Varys riuscisse a mandare qualcuno dei suoi qui. Inoltre da mia figlia ci si aspetta che sia sempre protetta".
Sansa ci impiegò un po a fare uno più uno. Aveva quasi rimosso di essere stata presentata a tutti (tranne a Lysa ed a Robin) come Alayne Stone, la figlia bastarda di Ditocorto.
"Qui nella Valle chiamano Stone tutti i bastardi di nobili origini" pensò tra se "Esattamente come nel Nord li chiamiamo Snow. Agli occhi di tutti non sono diversa da Jon. Adesso forse capirò quello che provava".
"Quindi" continuò l'altro "Sono qui per dirti che da domani avrai un cavalier servente".
Le due parole colpirono Sansa come un raggio di luce. Un cavalier servente! Era qualcosa a metà tra un valletto ed una guardia del corpo. I romanzi d'amore e cavalleria erano pieni di cavalier serventi. Il cuore della giovane Stark sembrò esploderle nel petto. Forse nella Valle certe cose erano vere, forse la realtà non era tutta come Approdo del Re le aveva mostrato, forse c'era qualcosa di vero nei libri cortesi che amava tanto. In fondo non era così impossibile: nella Valle la tradizione della cavalleria era forte come da nessun'altra parte dei Sette Regni. Erano stati gli Andali a portare quell'istituzione nel continente e la Valle era stato il luogo esatto dove essi erano sbarcati al tempo della loro invasione.
"Ed avete già pensato a qualcuno?" chiese Sansa con la voce rotta dall'emozione.
"Non lascerei certo al caso una cosa del genere. Ho già in mente la persona adatta" rispose lui serafico.
"Non hai avuto il tempo di trovarla tu" pensò Sansa "Sicuramente lo hanno fatto i tuoi uomini".
Quella notte la giovane Stark dormì poco ma non per le urla che, per la seconda volta, Ditocorto e Lysa sparsero nell'aria. Dormiva poco perchè immaginava che dal giorno successivo avrebbe avuto tutto quello che ad Approdo del Re le era mancato: protezione, una persona su cui fare affidamento, uno scudo (sia fisico sia simbolico) tra lei e tutto il male del mondo. Si addormentò molto tardi ringraziando sia gli dei vecchi che quelli nuovi.
Al mattino si alzò prestissimo. Ditocorto le aveva detto che il suo cavalier servente le sarebbe stato presentato prima di pranzo. Sansa si fece un bel bagno caldo e preparò con particolare cura i suoi bei capelli rossi, poi usò i trucchi delle dame di compagnia di sua zia per imbellettarsi le labbra e le guance, si asciugò per bene e scelse attentamente il vestito da mettersi. Non aveva portato molto da Approdo del Re perchè era scappata in fretta ma sua zia le aveva fatto portare alcuni abiti molto carini; alla fine ne scelse uno dalle tonalità di un tenue azzurro che avrebbe risaltato il dolce pallore naturale della sua pelle ed il verde dei suoi occhi.
Il cuore le batté forte in gola per secondi, minuti, ore. Non riusciva a stare seduta ma si stancava a camminare su e giù per la stanza. E se fosse stato un vecchio veterano di mille battaglie pieno di cicatrici? Oppure un vecchio sdentato? Certamente qualcosa dentro di lei le dava la sicurezza che Ditocorto non l'avrebbe ceduta volentieri ad un cavaliere affascinante, voleva essere lui "l'uomo" nella sua vita.
Fu il bussare alla porte che la strappò via dai suoi pensieri. Sansa si diede un contegno ed andò ad aprire, c'era Ditocorto fuori, pronto a scortarla a fare la conoscenza del prescelto.
"Chissà se c'è qualche trucco sotto" pensò Sansa, dopo tante brutte esperienze ormai faceva fatica a fidarsi.
Ditocorto la portò in una stanza dominata da una largo tavolo rotondo al centro ed in cui le leggere tende alle finestre si muovevano per la brezza che entrava dalle grandi finestre da cui la Valle sembrava un manto verde steso sul mondo.
Davanti alla balaustra di pietra, c'era una persona di spalle.
"Sansa, ti presento sir Simon Royce" disse Ditocorto.
La persona si voltò lentamente, mentre il cuore di Sansa sembrava esploderle nel petto. Casa Royce ... si diceva che fosse la casata più importante di tutto l'est dopo gli Arryn stessi.
Era un giovane sul finire dei venti e sull'inizio dei trent'anni, aveva capelli neri ondulati che gli arrivavano alle spalle e due occhi verde scuro del colore delle foreste. Attorno alle labbra aveva baffetti e barbetta che si univano ai lati delle stesse formando un curato pizzetto. Vestiva dei pantaloni di stoffa nera e degli stivali marrone scuro mentre sul busto portava un giustacuore di cuoio recante quello che Sansa riconobbe come il simbolo della di lui casata, ovvero lo scudo color ruggine circondato dalle antiche rune dei Primi Uomini.
Nella Valle di Arryn tutti erano diretti discendenti degli Andali, la fiera popolazione che seimila anni prima aveva invaso i Sette Regni. Faceva eccezione solo la nobile casa Royce, che faceva risalire le sue orini ai Primi Uomini che avevano vissuto nell'antico Regno della Montagna e della Valle.
Sansa fece un elegante riverenza dicendo "Mio signore, io sono Alayne Stone, figlia naturale di lord Baelish. Incantata di fare la vostra conoscenza".
Il giovane le si avvicinò e le baciò la mano: "Mia signora, al vostro servizio".

Ditocorto arrivò a toccare il terreno in fondo alla montagna che era il tramonto. Tanto ci era voluto per togliersi di torno Lysa e compiere tutta la discesa.
La carrozza lo aspettava già pronta da diverso tempo, appena fu dentro Ditocorto notò con piacere che gli informatori che aveva richiesto erano anch'essi a bordo.
"E' andato tutto come preordinato, mio signore?" disse uno degli uomini.
"Certo ma tutto avrà un senso solo se voi avete svolto bene il vostro lavoro" fece Ditocorto.
"Non preoccupatevi, mio signore, sir Royce è stato scelto attentamente".
"Molto bene" fece Ditocorto sorridendo e vedendo la grande massa di Nido dell'Aquila che iniziava ad allontanarsi "Affezionarsi a mia figlia è quasi certo ed è altrettanto probabile che lei si affezioni ad un cavaliere. Per questo è essenziale che a servirla sia la persona giusta ... per non far accadere tutto questo".
  
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