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Autore: ChelseaH    22/08/2008    4 recensioni
[McFly + Son of Dork] Una ragazza, un trauma, il suo migliore amico, forse qualcosa di più, qualcuno che si mette in mezzo, forse meno importante di quanto sembri, il tutto in un vorticoso mescolarsi di sentimenti inespressi e a volte difficili da far affiorare...
Genere: Romantico, Triste, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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She Falls Asleep

11.

(pov Hazza)

Stavo lì a fissare attraverso il vetro quella neonata che si dimenava piangendo sul suo lettino con vicino un'infermiera che tentava di calmarla ma lei niente, si agitava come se fosse consapevole della perdita che aveva subito. Era bellissima, aveva gli occhi azzurri e un'espressione sveglia dipinta in volto. Era un piccolo capolavoro e sarei rimasto ore ad osservarla se non fosse che faceva troppo male. Andai a sedermi su una delle sedie che c'erano appena fuori dal reparto e tirai un sospiro. Non avevo ancora preso bene coscienza di cosa fosse successo, il mio subconscio si rifiutava di accettare la realtà. Poco dopo iniziarono ad arrivare i ragazzi, per primo Tom seguito a ruota da Danny e Dougie. Erano impacciati, non sapevano quale fosse la cosa giusta da dire e non potevo certo biasimarli. Danny e Tom colsero al volo la mia proposta di andare a vedere la bambina per tirarsi fuori da quella situazione e io rimasi solo con Dougie.

“Harry… congratulazioni e.. condoglianze”.

“Non è mia figlia..”

“Ma la terrai tu… vero?” non sembrava molto sicuro ma io la mia decisione l'avevo già presa

“Si”

“Allora sarai tu la persona che lei chiamerà “papà””

“Così pare”

In quel momento arrivarono anche James e Steve. Loro ancora non lo sapevano, l'unico a cui l'avevo detto era stato Dougie al telefono e lui l'aveva riferito solo a Danny e Tom quindi i nuovi arrivati erano invasi solo dalla strana eccitazione che c'è nell'aria quando nasce una nuova vita ed il contrasto fra i loro volti allegri ed il volto cupo di Dougie mi buttò addosso la realtà nella sua crudezza più atroce. Scoppiai. Mentre James si congratulava con me (con che coraggio poi… si comportava come se lui e la bimba non avessero nulla a che fare), mi sentii soffocare dai singhiozzi e scoppiai in un pianto disperato. Spinsi via Dougie che mi aveva messo un braccio intorno alla spalla e mi chiusi nel primo bagno che trovai. Mi appoggiai al muro tentando di respirare fra un singhiozzo e l'altro, imponendomi di calmarmi ma niente. Non serviva a niente. Samantha era morta. La mia migliore amica nonchè l'unica ragazza che avessi mai amato con tutto me stesso non c'era più. Non erano riusciti a fermare l'emorraggia e suonava così stupida l'espressione “morta di parto” pronunciata nel ventunesimo secolo… La porta del bagno si aprì ed entrarono tutti e tre, Dougie, Tom e Danny. Mi lasciai cadere a terra e Danny si sedette al mio fianco lasciandomi appoggiare la testa sulla sua spalla. Nessuno dei tre parlò per un po', tutti rispettavano il mio dolore in silenzio ed allo stesso tempo tentavano di farmi capire che mi erano vicini. Poi Dougie prese la parola

“Senti.. so che non è il momento più adatto per parlarne ma purtroppo dobbiamo… Ho detto a James che vuoi tenere tu la bambina e lui non è sembrato per nulla contrariato anzi.. E poi.. l'infermiera stà compilando le carte della nascita… vuole sapere come si chiama la bimba… ma se ci vuoi pensare… mi inventerò una scusa per darti un po' di tempo…”

“Samantha” tagliai corto io.

“Sei sicuro?”

“Si”

“Ok..vado a dirlo all'infermiera allora.. però poi servirà la tua firma”

“Ok”

Dougie se ne andò e anche Tom si sedette vicino a me prendendomi la mano.

“La bimba è bellissima” disse sottovoce

“Ha due occhioni…” aggiunse Danny tentando di mettere un briciolo di entusiasmo nella sua voce ma con scarsi risultati, si sentiva lontano kilometri che era anche lui sull'orlo delle lacrime.

Io dal canto mio sentivo che non sarei mai più riuscito a riprendermi.

___________________

I preparativi per il funerale furono una sofferenza unica. La forma e il colore della bara, il vestito da metterle, le persone da avvisare… tutto sembrava essere stato messo insieme per ricordarmi ogni secondo della giornata che lei non c'era più. Allo stesso tempo dovevo occuparmi della bambina, cercare di allattarla col biberon anche se non gradiva, fare attenzione a lei 24 ore su 24. Il giorno del funerale fu il peggiore di tutti. Mentre la bara veniva calata nella fossa e ricoperta piano piano di terra mi sembrava che stessero seppellendo il mio cuore e la mia anima e la disperazione si impadronì completamente di me. Nei giorni a seguire marinai ogni impegno con la band e i ragazzi dovettero inventarsi di tutto e di più per coprirmi dato che i nostri produttori non scusavano la mia assenza. Mi ridussi a uno zombie, mangiavo poco, uscivo poco, non parlavo con nessuno e me ne stavo chiuso in me stesso. Arrivai anche al punto di non avere più nemmeno la forza di accudire la piccola Samantha e anche di questo dovettero occuparsi a turno i ragazzi. Mi ridussi ad un vegetale, finchè la piccola non si ammalò. Aveva ormai un mese e mezzo e quel giorno ero uscito in uno dei miei giri senza meta per Londra, quando tornai a casa non ci trovai nessuno, nemmeno la bimba, c'era solo un biglietto di Danny che mi spiegava che lei si era sentita male e l'aveva portata di corsa al pronto soccorso. In quel momento mi svegliai dal mio lungo stato vegetativo. La paura di perdere anche lei oltre alla madre mi assalì con prepotenza e mi resi conto di come l'avevo abbandonata a se stessa. Corsi in ospedale e per fortuna scoprii che il “si è sentita male” di Danny si riferiva a tre starnuti di fila che le avevano creato una momentanea insufficienza respiratoria, una cosa normalissima ma che l'aveva spaventato non essendo lui molto pratico di neonati. Da lì in poi però le cose cambiarono. Mi ero preso la responsabilità di farle da padre e decisi che dovevo mantenere il mio impegno. Spiegai la situazione ai miei compagni e insieme decidemmo di prenderci una piccola pausa dalla band per fare in modo che io potessi concentrarmi al 100% sulla bambina almeno nei suoi primi mesi di vita. Passò così un anno e lei cresceva ogni giorno più bella. Io ero riuscito a riprendere in mano la mia vita anche se il ricordo di Sam, alimentato ancor più dalla piccola Sam che avevo di fronte ogni secondo della giornata, continuava a farmi un male cane. Compresi che avrei dovuto convivere con quel dolore per tutta la vita ma decisi che ogni volta che l'angoscia mi assaliva avrei dovuto pensare a uno dei mille momenti stupendi che avevo passato con lei e questo mi aiutò molto. Cominciai anche a parlare ogni giorno alla piccola di sua madre, volevo che crescesse consapevole della fantastica persona che l'aveva messa al mondo ed infine riprendemmo anche le attività con la band. Quando Sam aveva ormai quasi due anni decisi di mollare l'appartamento donatomi dalla casa discografica e trasferirmi in un altro in periferia di Londra. Questo perché troppe persone conoscevano l'esatta ubicazione di casa Mcfly/Son of Dork e fra fans e giornalisti quello non era il posto più adatto per crescere una bambina in tutta tranquillità. E così la mia vita proseguì fra gli impegni di padre e quelli di batterista dei McFly, gli anni passarono e Sam si apprestava a compiere 5 anni.

___________________

Negli ultimi anni più Sammy cresceva e più un dubbio si era insinuato nella mia mente. Sia James che Sam, al naturale, avevano i capelli castano chiaro e la piccola li aveva nerissimi. Ed era vero che James aveva gli occhi azzurri ma l'espressione che lei aveva negli occhi… non era quella di Bourne. Senza contare che era molto strano il menefreghismo che lui aveva mostrato nei confronti della bimba e la semplicità con la quale aveva accettato che fossi io a farle da padre. Più ci pensavo e più le cose non tornavano. In più ci si metteva anche il nostro manager a dire che “stava crescendo uguale a suo padre” e Danny, Tom e Doug notavo che non dicevano mai nulla a proposito come se avessero paura di mettermi di fronte a chissà quale verità. Decisi che dovevo sapere e sottoposi me e la piccola al test del dna. Passò un giorno, poi due… non ce la facevo ad attendere i risultati, il dubbio mi stava logorando ed in cuor mio conoscevo già la risposta. Decisi di andare da James ed affrontare il problema di petto. Gli chiesi le ragioni del suo comportamento e lui mi rispose semplicemente “guarda che è impossibile che sia figlia mia”. Io obbiettai che quando Sam era rimasta incinta stava ancora con lui e mi sentii rispondere “Samantha era troppo legata affettivamente a te per andare a letto con qualcuno di diverso da te… Io e lei non abbiamo MAI fatto sesso… ecco perché la bimba non può essere mia”. Quindi questa era la verità… io non ero solo il padre “morale” della piccola, ero il suo VERO padre. A quel pensiero il cuore mi si riempì di uno strano calore.

___________________

E giunse il quinto compleanno della piccola Sammy. Era assurdo come nello stesso giorno ricorressero gli anniversari della morte e della nascita delle due persone più importanti della mia esistenza. La piccola Sam aveva sempre avuto la sua splendida festa di compleanno anche se inizialmente io ero contrario. Poi Tom era riuscito a farmi capire che non potevo listare la casa a lutto nel giorno in cui era nata mia figlia e così le concessi la festa ma non vi presi mai parte. Quell'anno però decisi che era tempo di cambiare, non potevo continuare a perdermi la mia piccola che festeggiava. Ma prima di andare da lei c'era un'altra cosa che dovevo fare: andare a trovare sua madre. Dal giorno del funerale non avevo più messo piede nel cimitero, non ero mai andato a salutarla. Era già fin troppo doloroso senza avere la sua tomba sotto agli occhi ma anche sotto questo punto di vista non potevo continuare così. Non potevo lasciarla sola. E non potevo lasciare solo me stesso. Così mi recai al cimitero e percorsi piano il viale che portava alla sua tomba e quando mi ci ritrovai davanti mi sedetti di fronte ad essa.

“Hey Sam! Scusa se non ti sono mai venuto a trovare ma mi conosci… non sono poi così forte… Volevo dirti che la nostra piccola sta crescendo forte e sana e diventa ogni giorno più bella. Ogni tanto sente la mancanza della mamma ma non ti devi preoccupare, suo padre cerca di amarla per tutti e due ed in più ha tre zii che la adorano. Ti giuro, dovresti vedere Tom, Dougie e Danny come se la contendono… sono uno spettacolo. Ah si! E' innamorata persa di Jones… sostiene che da grande si sposeranno e avranno tanti bei figli coi capelli ricciolini e gli occhi blu! Sa il fatto suo la ragazzina… Questo non l'ha preso da noi di sicuro, noi non abbiamo mai saputo il fatto nostro… Siamo sempre stati due stupidi patologici… E tu stupida due volte… perché non mi hai voluto dire che ero io il vero padre? Ho provato ad immaginare i tuoi contorti schemi mentali che ti hanno portato a mentirmi… scema!

Sai, ho smesso di fare il “puttaniere” come mi chiamavi tu. Non voglio dare brutti esempi alla piccola e poi… chi si comporta così finisce all'inferno e io non posso permettermelo dato che ho una voglia pazza di riabbracciarti. Ma per farlo sarò costretto a rigare dritto per tutto il resto della mia vita, se no come me lo guadagno il paradiso? Bene.. ora è meglio che vada prima di perdere tutta la mia dignità mettendomi a piangere di fronte a te… volevo solo dirti una cosa… TI AMO. E non smetterò mai di amarti.

Uh…a proposito… vedi di non innamorarti di qualcun altro nel frattempo… e soprattutto fa in modo che Bourne schiatti dopo di me o saremo punto e capo mi sa!”

___________________

Lasciai un mazzo di fiori sulla tomba, accarezzai il profilo freddo della lapide e poi me ne andai, diretto alla festa di compleanno della piccola. Nella mia mente un solo pensiero… che presto o tardi io e la mia Sam ci saremmo riabbracciati e nessuno ci avrebbe potuto separare. Mai più.

She falls asleep and all she dreams about is you…

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NOTE: Ed eccoci alla fine... come avevo già scritto all'inizio della storia, questa fic è stata scritta parecchio tempo fa, più precisamente fra settembre 2006 e aprile 2007 ^_^

Volevo ringraziare TANTISSIMO tutte le persone che l'hanno seguita anche qui, chi ha commentato, chi l'ha messa fra i preferiti, chi l'ha semplicemente letta apprezzandola, grazie di tutto cuore <3

In particolar modo vorrei ringraziare Saracanfly che ha sempre commentato e poi Giuly... insomma Giu, io non ho davvero parole per dirti grazie, sei stata la prima fan di questa fic già da quando la postavo sul forum, l'hai letta e riletta non so nemmeno io quante volte e ogni volta hai solo avuto belle parole come se fosse la prima volta che la leggessi. G R A Z I E.

   
 
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