CAROLINE POV
L'unico motivo
per cui la nostra testa
non è impalata ed esposta al Mondo è solo
perché Klaus segue una
pista su per gli Appalachi su un gruppo di lupi che dovrebbero
arricchire le file del suo esercito.
Se solo sospettasse il
tradimento, ci ritroveremmo tutti con un bel pugnale piantato nel
cuore.
Sento la presenza di Stefan sul retro della casa ancora
prima di vederlo, si volta appena nella mia direzione prima di
tornare con lo sguardo verso la casa. «Cosa stai
facendo?»
«Elena
è diventata la proprietaria» spiega stringendosi
nelle
spalle.
«Perché sei qui fuori? Non mi dire
che...»
«Esattamente.» dice con un mezzo sorriso sulle
labbra,
«Si rifiuta di invitarci. Forse è meglio
così dopotutto»
Fissiamo
la casa per un tempo imprecisato guardando la linea del sole
illuminarla interamente poco a poco e dissipando la nebbia che
aleggiava come una cortina impenetrabile intorno.
«Katherine?»
domando guardandomi intorno. Ho intravisto Damon un paio di volte
nella sua ronda, mai una volta la copia di Elena.
«Si sta
preparando» risponde atono Stefan avanzando di qualche passo
verso
la casa.
«Se Klaus trova un nuovo branco, avrà bisogno di
Elena
e non di quello della sua copia guastata» gli faccio
presente.
«Toglieteli Elena e...non voglio nemmeno pensare alle
conseguenze»
Questo piano non farà altro che portarli tutti
dritti verso la loro distruzione, non c'è un modo per
sfuggire a
Klaus e anche se le streghe si sono unite alla nostra causa, cosa non
le impedirà di farci fuori non appena avranno trovato un
modo per
cancellare Klaus dalla faccia di questo pianeta?
Per loro siamo
degli abomini della natura da eliminare. Nulla più, un
errore.
Gli
Originali sono gli unici che riescono a tenerle a bada, senza di
loro, senza Klaus soprattutto, diventeremmo solo loro vittime.
«Ti
prego Stefan. Non potrei sopportare che ti facesse del male»
lo
prego prendendogli il volto tra le mani. Questa follia deve finire.
Non mi sembra che Klaus la stava trattando male. Probabilmente
è
la ragazza più viziata del mondo. L'ha trattata come una
figlia sin
dal primo momento e con lui Stefan che non si è mai tirato
indietro
quando si trattava di lei. L'ossessione per le Petrova non sembra
conoscere fine.
«Utile avere asservita la bambolina di Klaus,
vero fratellino?» mi schernisce Damon unendosi a noi nel
giardino
sul retro appena sotto la gradinata.
Damon Salvatore, la mia spina
nel fianco e probabilmente quella di qualsiasi vampiro con cui abbia
mai avuto a che fare.
«Vi prego...» sospira Stefan pizzicandosi
la base del naso.
«Elena è lì dentro, dobbiamo trovare un
modo
per entrare in casa e parlarle»
«Vado io, dopotutto l'ho
cresciuta io» mi offro volontaria ma la mia avanzata viene
bloccata
proprio da Stefan.
«No, hai troppi contatti con Klaus ed è
meglio se non hai la capacità di entrare. È
diventato il suo
rifugio dai vampiri, non posso permetterti di metterla in
pericolo»
«Non lo farei mai. Lo sai benissimo» gli ricordo
offesa dalle sue parole. Come può anche solo pensare che
potrei
farle del male?
«Non volontariamente. Klaus potrebbe usare la
compulsione su di te» dice tremendamente serio.
«E voi due
invece?»
I due fratelli si guardano per un breve attimo, «Sono
riuscito a resistergli già una volta e Damon è
stato fuori dal suo
radar per anni e così intende continuare»
«La fate troppo
semplice» barbotto aspettando la loro prossima.
«Almeno uno di
noi due deve entrare in quella casa» dice Stefan incrociando
le
braccia al petto guardando il fratello come se si aspettasse qualcosa
da lui.
«È ancora arrabbiata con voi, non vi
farà ancora
entrare» gli ricordo. Elena è ormai una donna, e
come ogni donna è
capace di portare rancore a lungo.
«Odio ammetterlo ma stavolta
avrò bisogno del tuo aiuto» replica Damon
ignorandomi
completamente. Bene, me ne starò ben comoda ad osservare il
loro
fallimento.
Stefan si tocca una spalla facendo ruotare il braccio
-prima il sinistro, poi il destro. È come se si preparasse
a...
L'oscurità cala su entrambi svanendo nella notte, ora solo
un corvo e un'aquila s'alzano in volo diretti verso le finestre della
magione.
ELENA POV
Lo
ammetto.
Con i fratelli Salvatore fuori dai piedi odio stare qui
sola sapendo che non mi scontrerò per caso con nessuno di
loro.
Tutti i vampiri della mia vita sono fuori da queste pareti e per la
prima volta mi rendo conto di quanto ogni aspetto della mia vita si
stato fortemente influenzato dalla loro presenza.
Con loro sono
cresciuta sotto una campana di vetro, come se fossi una bambola da
proteggere a tutti i costi. Forse non mi sono mai nemmeno ammalata a
causa loro. Le esperienze umane mi sono state quasi del tutto
precluse e in tutto questo, non mi sono nemmeno accorta di quanto mi
avessero plagiato, come Klaus.
Si è trasformato come un padre
sotto i miei occhi poco a poco mentre per lui ero semplicemente una
busta di sangue vivente su due gambe. Anche Stefan mi è
sempre stato
accanto coccolandomi e ammorbidendo i rapporti Caroline ogni volta
che ci trovavamo in disaccordo dato che si è sempre
comportata come
una chioccia nei miei confronti.
Avevo ritrovato una famiglia a
modo mio, anche se erano tutti dei vampiri e non esisteva nessun
rapporto di parentela tra di loro. Beh, tutti tranne per i
Salvatore.
Stefan la mia luce, Damon l'oscurità che ho imparato
ad apprezzare e a bramare man mano che crescevo anche se ancora
adesso evito accuratamente di pensarci anche solo per più di
cinque
secondi perché no, non ci si può innamorare di un
vampiro.
Soprattutto non di Damon Salvatore, il vampiro meno umano
che conosca e privo di qualsiasi scrupolo. Non ha legami, e la
verità
è che nessuno è importante per lui, nemmeno
Stefan.
Il mio
cellulare squilla rivelando l'ennesimo messaggio di Matt Donovan che,
come da reputazione, non si tira mai indietro quando si tratta di
fare una festa in grande stile.
La magione Salvatore è stata
l'unica ad essersi finora salvata dalle feste liceali dato che i
proprietari se ne stavano ben lontano da qualsiasi attività
che
potesse riguardare anche solo lontanamente i cittadini di Mystic
Falls.
A quanto pare la loro unica ossessione era la
sottoscritta.
Spero che il baccano della festa e le persone
riescano a farmi scappare senza essere vista dai Salvatore.
È
l'unico modo per lasciare Mystic Falls e mettermi alla ricerca di una
strega; la mia strega che mi permetterà di porre fine
all'esistenza
di Klaus.
Tiro ogni tenda della stanza di Damon in modo da evitare
che i loro sguardi capiscano cosa sto facendo, ma non appena ci
riesco un sonoro tonfo fa tremare i vetri come se fossero stati
colpiti da qualcosa.
«Stupidi
vampiri» sbotto digrignando i denti per riversare tutta la
mia
frustrazione al vento, perché sono sicura che si stanno
ancora
nascondendo nella boscaglia qui intorno.
Di certo non mi sarei
aspettata di vedere una lotta furiosa tra un aquila e il corvo. Il
mio corvo.
Colpisco il vetro cercando di spaventare l'aquila e
permettere al corvo di volare via e per un attimo sembra funzionare;
se non ché la lotta si sposta in aria in un disperato
inseguimento.
Apro la finestra lanciando nella direzione del
rapace un libro aiutando il corvo a prendere più distanza
mentre
continua a girare davanti alla mia finestra.
«Qui!» gli urlo
sperando che capisca il mio tentativo di aiutarlo. In qualche modo
sembra finalmente accorgersi della mia presenza rivolgendo il suo
becco verso di me, «Entra stupido uccello!» urlo
nuovamente
sbracciandomi.
Non
appena vedo la macchina nera volare sopra la mia testa chiudo di
scatto la finestra impedendo all'aquila di continuare la sua caccia
che rassegnata sparisce nel fitto del bosco alla ricerca di qualche
altro povero animale di cui nutrirsi.
Quando mi volto è una
questione di un battito di ciglia prima di vedere il corvo prendere
le fattezze di Damon proprio al centro della stanza. Le piume lucenti
del corvo si dissipano ricomponendo la camicia nera e i jeans del
medesimo colore, mentre gli occhi assumono la colorazione del
ghiaccio, quegli occhi così inconfondibili...
«Tu...»
dico sbigottita non riuscendo però a dire anche solo una
sillaba in
più. Gli sferro un pugno che lo colpisce in pieno sulla
guancia e il
suo volto scatta di lato. Inutile dire che la vittoria è
minima,
soprattutto quando il dolore alla mano risalire per tutto il
braccio.
«Fammi vedere» mi ordina prendendomi il polso per
evitare di farmi ancora più male. Dubito che potrebbe
farmene di più
di quello che sento ora dentro mentre ripenso a tutti i momenti che
ho passato con quello che credevo essere un semplice corvo nero che
in qualche modo mi riconosceva.
La mia mente arranca alla ricerca
di qualsiasi minima cosa detta che potrebbe compromettere
irrimediabilmente il nostro rapporto. Mi ha sempre seguito restando
con me anche in questa stanza frugando tra le sue cose e
probabilmente guardando il mio affetto crescere di lui sempre di
più.
Quanto devo essergli sembrata ridicola?
«Come hai
potuto?» sussurro tenendo lo sguardo incollato sulle nostre
mani.
Tutto questo tempo credendolo lontano e del tutto disinteressato a
questa piccola cittadina mentre non c'è mai stato un giorno
in cui
non l'ho visto scrutarmi anche solo da lontano.
«Perché l'hai
fatto?»
Si stringe nelle spalle dimostrandosi annoiato e
scatenando ancora di più la mia furia. Inizio a colpirlo sul
petto e
in qualsiasi parte del corpo a cui riesco ad arrivare mentre si
difende neanche troppo bene lasciandomi sfogare. Nemmeno mi rendo
conto di tutti gli insulti che gli sto lanciando; arretra sotto i
miei colpi fino a quando non è costretto a fermarsi dal muro.
«Hai
finito?» dice infine. Questa volta tocca a me stringermi
nelle
spalle, ma non resterò a farmi prendere in giro un momento
di più.
Gli sfilo il cellulare dalla tasca dei jeans ignorando l'inevitabile
vicinanza che ha causato.
«E ora cosa pensi di fare?»
«Me
ne vado. Non rimarrò a Mystic Falls un secondo di
più» gli dico
rivelandogli il mio piano senza nemmeno accorgermene.
«Bene.
Vengo con te» replica immediatamente.
«Assolutamente no»
ribatto andando dritta verso il suo armadio aprendo la scatola di
legno dove tempo fa avevo trovato molti soldi nascosti sotto alcune
carte. Non ho idea di quanti sono, ma di sicuro abbastanza da trovare
un posto in cui dormire e darmi un po' di tempo per riorganizzare la
mia vita. Damon si mette davanti alla porta con tutta l'intenzione di
non farmi passare; forse vuole replicare lo scontro di poco
fa.
«L'hai sempre saputo»
Sorpresa commetto il grave errore
di guardarlo nei suoi splendidi occhi glaciali che come sempre
riescono a farmi perdere la poca lucidità che già
manca quando è
nelle vicinanze.
«Cosa?»
«Solo che non lo ricordi» continua
ignorando la domanda.
«Cosa non dovrei ricordare? Che mi hai
mentito? Che hai finto di essere una sorta di strano animale
domestico per tutti questi anni?» ringhio.
Non posso credere di
essere stata così stupida da affezionarmi a un corvo. Chi
cavolo si
affeziona a un animale selvatico che non dimostra mai alcun
affetto.
«Serve troppo potere per mantenere quella forma. Hai
iniziato a passare troppo tempo con il corvo, ho dovuto ben presto
perdere quelle fattezze ma nella tua mente ho sostituito la mia
immagine con quello del volatile» mi spiega come se stesse
leggendo
la lista della spese.
Come posso essere stata così stupida?
«Hai
usato la compulsione su di me» sussurro più a me
stessa che a lui.
Tutti questi anni pensandolo lontano quando non è mai stato
troppo
lontano da me. Mi manca il respiro e il cuore batte talmente tanto
veloce da non lasciarmi pensare lucidamente e attingere ai ricordi e
alle confidenze fatte a quel corvo che credevo fosse il mio
diario.
«Rivoglio tutto indietro. Tutta la verità! Mi hai
capita?» strepito furiosa. Ho bisogno di fare un bagno nella
realtà
e ricordarmi ogni cosa senza la nebbia che la compulsione porta.
«Non
penso sia una buona idea»
«Fallo o giuro che...»
«Che cosa
farai? Sentiamo...» mi mette alla prova incrociando le
braccia al
petto sfidandomi.
«Mi perderai.» dico senza pensarci due volte,
«Per sempre.»
Non so nemmeno io da dove riesco a tirare fuori
tutta questa sicurezza; so solo che nel profondo di me qualcosa mi
dice che questa è l'ultima cosa che vorrebbe anche se non lo
ammetterebbe mai.
«Non mi interessa perderti se so che sei al
sicuro e posso darti la chance di vivere una vita normale»
sbotta
prendendomi i soldi dalle mani e mettendosi nella tasca dei
jeans.
«Normale?» ripeto, «Pensi che la mia sia
stata una vita
normale?»
«L'avrai. Niente più vampiri non appena avremo
finito
con Klaus»
A quelle parole è come se respirassi d'un tratto
sott'acqua: «Cosa...no!»
«Elena...» mi ammonisce come se mi
stesse già leggendo dentro.
«Fottiti, ok?» sbotto infuriata,
«Non puoi fare così! Non puoi entrare e uscire
dalla mia vita come
ti fa più comodo!»
Questa volte è il suo turno quello di
perdere le staffe: «Non sono umano! Non lo sarò
mai!»
Come un
flash dal passato quelle parole rimbombano ancora dentro di me
rivelandomi che questa non è la prima volta che affrontiamo
questo
argomento ma non è questo che mi lascia
ammutolita...è il
significato implicito in quella conversazione.
«Damon...»
sussurro cercando di aggrapparmi a quel tenue ricordo. “Forti
emozioni possono rompere la compulsione”, mi aveva spiegato
un
tempo Caroline.
«Elena, non sapevo avessi compagnia.»
Ci
guardiamo entrambi straniti da quell'intrusione mentre la strega di
Kohl entra nella stanza.
«Sono venuta a prenderti.» continua
mentre Damon si frappone facendomi da scudo.
«Hai un compito.
Fermare Klaus liberando l'umanità dai suoi vampiri»
«Avevamo un
piano» interviene Damon, ma Bonnie non lo degna nemmeno di
un'occhiata.
«Non dovresti fidarti dei vampiri. Tuo padre lo
vorrebbe»
In un attimo Damon cade sulle ginocchia tenendosi la
testa con entrambe per le mani gemendo per il dolore,
«Abbiamo poco
tempo» dice Bonnie tenendo una mano rivolta verso di lui
bloccandolo
a terra con il dolore che gli sta infliggendo.
«Elena! No!»
«Lo
fermerete?» chiedo ritrovandomi a tentennare davanti a quella
opportunità.
Non è quello che volevo?
Tende l'altra mano
verso di me incoraggiandomi ad afferrarla: «Vendicali.
Vendica i
tuoi genitori» mi sprona e io non ho bisogno di sentire altro.