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Autore: Bruna_mars    01/07/2014    3 recensioni
Loro erano come il fuoco ed il ghiaccio. Lei era l'unica che potesse realmente sciogliere quel ragazzo talmente gelido da ghiacciare qualsiasi cosa si trovi sul suo cammino. Erano così diversi, eppure il loro amore era più forte di qualsiasi altra cosa al mondo. Avrebbero lottato per quella fantastica sensazione che provavano quando erano insieme, avrebbero lottato per vivere quella fantastica emozione tantissime altre volte.
Dal capitolo 4.
« Ti manca? »
« Chi? »
« Non fare la finta tonta con me. Ami Scorpius e ti manca da morire. »
« Non sparare babbanate, JS. »
« Questo conferma ciò che penso. »
« Ovvero? »
« Quando una ragazza nega l'evidenza, dice l'opposto con lo sguardo. »
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: James Sirius Potter, Lily Luna Potter, Lysander Scamandro, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily Luna/Lysander, Rose/Scorpius
Note: What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Nuova generazione
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CONTINUO LA STORIA A 2 RECENSIONI, PERCHE' SE SO CHE NON PIACE NON CONTINUO PROPRIO. GRAZIE E BUONA LETTURA :3

 

                                    We'll be together.

 

« Non mi sarei mai aspettato un comportamento del genere da parte tua, Rose Weasley. »

« Senti, è inutile che ora fai il grande uomo che vuole tenere lontano i Malfoy dalla propria famiglia! Sei davvero uno sciocco, se pensi che impedendomi di vedere Scorpius, io possa obbedire! »

« Come osi! Questa sfrontatezza io non l'ho mai dimostrata nei confronti di mio padre! Sei una maleducata, davvero non so come comportarmi con te. Non solo ti vieto di vederlo, ma non uscirai più di casa se non per andare a scuola. Riferirò tutto ai professori! E questo fino a quando non ti renderai conto che la famiglia è tutto e che il giovane Malfoy non ti gioverà affatto!»Rose rimase completamente bloccata da quelle parole tanto difficili da pronunciare quanto da ascoltare per una ragazza come lei, sensibile, in fondo. Strinse i denti: "Non devi piangere. Non devi piangere." Pensò nella sua testa, abbassando il capo verso il pavimento liscio. La madre la guardava con occhi da mamma, ovviamente, mentre provava una terribile pena per sua figlia, che non avrebbe potuto vivere la sua storia d'amore per via di quei famosi litigi fra le due famose famiglie nel mondo magico.

La giovane girò i tacchi, diretta verso le scale che l'avrebbero portata nella sua stanza. Lì, nel salone, tutti quanti stavano assistendo alla scena. Dagli zii alle sue cugine, dai nonni ai suoi stessi genitori che, oltre a mettere bocca sulle scelte della figlia, avevano assistito al volgersi di Rose a tale modo davanti a loro e nei loro confronti! La ragazza era estroversa, sfrontata, senza alcun limite. Quando aveva l'occasione di trattare male qualcuno lo faceva senza pensarci due volte, non si sapeva da chi avesse preso quel terribile carattere talmente testardo e cocciuto. La madre non era mai stata così ed il padre, figuriamoci, aveva sempre cercato di rispettare le regole, anche se le sue disavventure con Harry Potter ed Hermione Granger, finivano sempre per finire ancora una volta male.

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« Rose, non ci posso credere. »

" Non ci posso credere. Prima papà e adesso tutte le mie cugine. Non ci credo, non hanno fiducia in me, non vogliono la mia felicità."

« Non mi interessa che tu ci creda o no. Noi ci amiamo. »

Lucy si intromise nella conversazione. Quella ragazza era sempre stata terribilmente impicciona, per questo si trovava in discussioni che non la riguardavano ogni volta. Forse era per questo che Rose non andava del tutto d'accordo con lei. Aveva i capelli color fuoco, raccolti in una lunga treccia che raggiungeva il bacino. Chissà da quanto tempo non si tagliava i capelli! Di solito andava in giro a raccontare tutto ciò che le capitava. Tra questi avvenimenti anche il tagliarsi i capelli. Nessuna delle sue cugine la sopportava, forse soltanto suo cugino Hugo manteneva un rapporto appartentemente normale con lei. Egli era una persona molto paziente, per questo si metteva buono buono ad ascoltarla silenziosamente. La giovane si avvicinò a passo rapido verso le due figure rosse, apparentemente simili. Da una parte la massa di capelli rossi disordinati di Rose Weasley, una ragazza dal carattere testardo, i cui desideri si sarebbero avverati per via della sua determinazione, del suo desiderio di battaglia. Era l'unica Weasley Serpeverde, forse era per questo che il suo carattere era perennemente duro e indifferente nei confronti delle reazioni che avevano avuto le sue cugine a ciò che Rose stessa aveva rivelato a tavola, quel Natale.

« Io e Scorpius stiamo insieme. » Erano state delle parole che avevano sconvolto suo padre, sua madre, suo nonno. Le avevano fatto una ramanzina assurda, Ronald aveva cominciato ad urlare come un pazzo, intimandole che la loro relazione non sarebbe andata avanti per via delle differenze fra le due famiglie, da una parte la tradizionalista famiglia Malfoy, dall'altra l'unita famiglia Weasley, i cui membri avrebbero dato la vita per un loro familiare. Rose si era resa conto di aver sbagliato fin dall'inizio: non avrebbe dovuto restare nella stanza dove sia lei sia Scorpius Malfoy erano in punizione; non avrebbe dovuto seguirlo quella notte, nella foresta oscura, non avrebbe dovuto passare troppo tempo con quell'individuo tanto diverso ma allo stesso tempo simile a lei.

Dall'altra parte vi era Lily Luna, una ragazza dalla lunga chioma rossa, una ragazza dolce, simpatica, tremendamente gentile, che aveva preso troppo dal carattere mite di sua madre, Ginevra Weasley. Forse non era l'unica a mantenere un segreto tremendamente nascosto che non avrebbe mai rivelato, al contrario della cugina, che aveva avuto il coraggio di farlo, di non nascondere nulla alla sua famiglia.

« Ti rendi conto della gravità della cosa? » Lucy si fece avanti, le mani sui fianchi, mentre chinava il capo verso destra, in attesa di una risposta dalla cugina. Rose scostò lo sguardo, afferrando la valigia che utilizzava per viaggiare da Hogwarts a casa e viceversa. Fece un sospiro, mentre si impegnava a prendere tutti gli abiti che avrebbe dovuto riportare ad Hogwarts. Non sarebbe rimasta lì un minuto di più, ad ascoltare le prediche continue da chiunque vedesse anche solo passare accanto a lei. In un angoletto sedevano Dominique e Victoire. Loro non erano mai state ragazze troppo invadenti, forse era per questo che Rose le preferiva. Se ne stavano zitte zitte, tranquille, senza dire niente. Erano Lily e Lucy ad innervosirla parecchio.

« Che cosa stai facendo? » Domandò Lily quasi con rabbia, avvicinandosi a passo svelto verso sua cugina, intenta nei preparativi.

Rose neanche si voltò, era troppo impegnata nel scegliere i capi che avrebbe dovuto riportare con sè nella scuola di Magia e Stregoneria. Era abbastanza ovvio cosa stesse facendo, anche se quella inetta di sua cugina era impegnata nel fare domande sciocche.

« Ci vuoi ascoltare? »

Evidentemente no, dato che Rose non rispose a nessuna delle domande successive.

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« Una stanza, grazie. » Mormorò Rose, mentre stendeva il braccio sul bancone, portando i soldi in mano alla donna dai capelli scuri. Portava un cappello da strega, una veste lunga e scura, anche se Rose non riconobbe per bene il colore. Forse blu, forse nero. Insomma, la donna le incuoteva abbastanza timore, ma la giovane rossa non aveva paura di niente e nessuno. Si sapeva quanto fosse coraggiosa, che nel suo sangue scorresse un qualsiasi materiale che la rendesse forte sotto ogni punto di vista, nonostante quel suo corpicino esile. Alzò lo sguardo in direzione della donna, che le porse una chiave. La stanza 103 si trovava al primo piano, Rose non impiegò molto a portare le valigie fino a quel piano, giungendo davanti alla porta di legno levigato. Non aveva mai alloggiato nel Paiolo Magico e, da ciò che gli aveva raccontato James, non avrebbe passato delle ottime nottate, dato che il gatto della donna se ne andava per i corridoi coperti dal tappetto rosso a miagolando come se non ci fosse un domani. Inoltre la donna svegliava tutti molto presto, con la scusa di dover pulire le stanze, anche se, tornando nelle stanze, le si trovavano ancora sporche, se non più sporche di prima. Rose rise quando suo cugino le riferì queste informazioni, ma non pensava fosse tutto talmente reale. Il gatto vagava come un'anima in pena anche di giorno, mentre lei tentava di finire il suo tema di Pozioni appoggiata a quella scrivania di legno rovinato, la sedia piuttosto scomoda.

Sentì qualcuno bussare alla porta. Non voleva aprire, inizialmente, forse per timore che fosse la donna di prima. Poi si alzò ed aprì la porta.

« Ciao. » Disse la figura davanti a Rose. Era un ragazzo alto, dalla barba poco curata, il sorriso sul volto, mentre teneva in mano una pila di asciugamani bianchi, forse erano le uniche cose pulite in tutta quella locanda. Rose non si esprimette con sorrisetti e smancerie varie, piuttosto stette ad ascoltare le parole del ragazzo.

« Ho fatto parecchio tardi, questa mattina, per questo non ho portato prima l'asciugamano. Comunque, eccoli qui. Quanti te ne servono? »

Come poteva essere talmente allegro, quell'individuo? Rose rimase a fissare quel tizio che si trovava giusto a qualche centimentro da lei. Era alto. Forse troppo. Anche Rose lo era, per essere una ragazza. Il giovane aveva dei capelli folti, castani e disordinati e le ricordava tremendamente suo cugino James Sirius. Il suo fare gentile affatto. James era sempre stato ribelle come sua cugina, quando erano piccoli facevano scherzi ai loro cugini, ai fratelli, giusto per il piacere di vederli arrabbiati.

« Allora? » Chiese lui, sempre con tono gentile.

« Due. Sì, dammene due. »

Li afferrò con le sue mani delicate, ma con fare deciso. Stava per chiudere la porta, quando il ragazzo infilò il piede fra il muro e la porta di legno che si chiudeva.

« Aspetta. Io sono Mark. Forse l'unica persona che ti possa aiutare, qui. Nessuno sarà gentile come lo sono io, sappilo. La mia non è una di quelle famiglie disposte a soccorrere chiunque, per questo se hai bisogno di qualcosa, qualsiasi cosa, anche la più sciocca, chiama me. Ripeto, sono Mark. Basta che dici il mio nome ed io sarò qui. »

Lo vide andarsene via per il lungo corridoio, senza dargli una risposta. Mark. Il nome era piuttosto interessante, anche se per conquistare Rose non ci volevano queste smancerie da ragazzino gentile. Infatti Scorpius non era così.

 

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Lui la baciava con passione, con foga, accarezzando quel corpo bianco come la luca, talmente luminoso. Scorpius si era reso conto che Rose non era una ragazza come tante, non era una facile, una tipa che tutti riuscivano a portare a letto apposta. Così, sdraiata nuda su quel letto tanto rovinato, poteva sembrare addirittura una dea, nessuna ragazza lo attraeva come faceva Rose Weasley, nessuna.

Si stese accanto a lei qualche mezz'ora dopo. Le teneva stretta la mano nella sua. Erano così diversi, eppure il loro amore era più forte di qualsiasi altra cosa al mondo. Avrebbero lottato per quella fantastica sensazione che provavano quando erano insieme, avrebbero lottato per vivere quella fantastica emozione tantissime altre volte. In quel momento a Rose importava soltanto di stare con il ragazzo che amava. Non pensava alle conseguenze, al fatto che il padre l'avrebbe rinchiusa in casa a vita. Lei non avrebbe lasciato che accadesse, mai, tantomeno in quel momento.

Lui si voltò verso di lei, la solita espressione seria in quel volto quasi angelico. Allungò la mano, accarezzando il piccolo corpo di lei. Scostò prima il ciuffo di capelli rossi dalla fronte, poi si avvicinò di più, stringendola fra le sue braccia che sembravano tanto protettiche quanto confortanti, alla mente di Rose. Era così bello trovarsi lì, in quel momento.

Le accarezzò dolcemente i seni bianchi, prendendo quello destro nella mano. Rose sentiva una sensazione di talmente tanto piacere, che affondò il capo nell'incavo del collo del suo amato. Si strinse a lui nuovamente, cominciando a fremere, baciando quel collo tanto bramato. Lui faceva altrettando, la faceva sentire amata.

« Ti amo Rose. Ti a-amo.»

Ed in quel momento, qualcunò bussò alla porta.

  
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