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Autore: Seranna    02/07/2014    1 recensioni
Due sorelle con un passato difficile alle spalle, decidono di passare l'estate in un collage in Francia, precisamente a Parigi. Al momento dell'arrivo per diversi motivi non arrivano nella capitale della Francia, bensì in un posto che loro hanno visto solo in fotografia e che non hanno mai avuto modo di visitare ma soprattutto che non conoscono affatto: Londra.
Queste due ragazze vivranno esperienze a loro inaspettate: i primi amori, le prime amicizie, i litigi tra amiche, e soprattutto la nostalgia dei genitori e della loro Italia.
Se volete sapere come va a finire la storia vi consigliamo di leggerla, non ve ne pentirete.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Quel giorno non era come tutti gli altri …
Io e mia sorella Serena avevamo deciso di partire per le vacanze. Precisamente avevamo deciso di trascorrere l’estate in Francia per frequentare un collage molto rinomato dal nome impronunciabile.
Quella mattina ci eravamo recate in agenzia per prenotare i biglietti per il volo. Avevamo intenzione di partire quella sera stessa. Avevamo preparato i bagagli con tutto il necessario, soprattutto non dimenticai i fogli dell’iscrizione, altrimenti avremmo potuto dire addio alla vacanza.
Appena entrai in agenzia ci sedemmo davanti ad una scrivania piena di carte e fogli vari, con un computer al centro. Stavamo aspettando l’arrivo della ragazza.
Io: - ti giuro non vedo l’ora di andarmene … - dissi scocciata.
S: - a chi lo dici … non ce la faccio più a stare in questo manicomio … - la adoravo quando la pensava al mio stesso modo.
Io: - che ha detto papà a proposito del nostro viaggio?- chiesi.
S: - uffa Anna te lo sto ripetendo da tutta la giornata … ha detto che è d’accordo, si preoccupa semplicemente perché siamo ancora minorenni … ma non mi ascolti quando ti parlo? – mi disse con tono di rimprovero.
Io: - scusami lo so sono la solita distratta ma che ci posso fare … e poi comunque siamo quasi maggiorenni che miseria! Si preoccupa ancora per noi – continuai scocciata - che palle …-
S: - beh dici bene! Siamo QUASI maggiorenni … questo vuol dire che abbiamo ancora diciassette anni! E poi credo sia normale che un genitore si preoccupi per i propri figli non credi? – continuò.
Io: - beh questo lo so! io voglio vivermi la mia vita da diciassettenne e non voglio persone che mi opprimono. Ma sai quante ragazze come noi vanno in viaggio studio anche se sono minorenni?  – borbottai.
S: - in realtà non  conosco nessuna persona che fa cose del genere– disse guardandomi interrogativa.
Io: - beh non è colpa mia se tu non conosci gente pazza  – dissi scherzando.
Serena mi diede un pacca su una spalla fingendosi offesa e poi mi disse: -guarda che conosco molta più gente pazza di te – mi fece la linguaccia.
Io: - beh quello che so è che tu sei la prima persona pazza che conosco ahahahah  … ma dove sta quella maledetta ragazza? – dissi sviando il discorso prima di finire in una rissa con mia sorella.
S: - quale ragazza? – domandò.
Io: - quella che si occupa dei viaggi e dei biglietti aereo – dissi scocciata.
S: - ah eccola! – disse indicandola.
Io: - scusi noi stiamo aspettando! – dissi arrabbiata.
La signorina si avvicinò scusandosi e si presentò. Aveva uno di quei nomi da ragazze stupide e da rincitrullite. Ah ecco! Si chiamava Jessica!
J: - allora ragazze cosa posso fare per voi? –
Io: - vorremmo prenotare due biglietti di sola andata per Parigi -
J: - Uh Parigi! E cosa dovete fare a Parigi? – mi chiese curiosa.
Io: - si faccia gli affari suoi e faccia il suo insignificante lavoro – risposi scontrosa. La ragazza mi guardò allibita, Serena intervenne per salvare la situazione.
S: - la perdoni … sa è nervosa di questo periodo – sparò una cazzata a caso – comunque abbiamo intenzione di frequentare un collage in Francia – rispose fin troppo gentilmente.
S:- allora ? c’è un volo per stasera? – chiese impaziente.
J: - certo! Partite stasera e arrivate domani sera a Parigi – disse poi continuò – ma necessitate dell’autorizzazione.
Cavolo! Pensai nella mia mente.
Io: - si ma i nostri genitori sono al corrente del nostro viaggio! – dissi per convincerla ma niente da fare.
J: - e chi mi dice che non stai mentendo? – disse scontrosa.
Io: - senti cosa o ti calmi o ti calmi … - ribattei.
S: - non c’è bisogno di scaldarsi … avanti Anna stai calma! – mi rimproverò.
Io: - devo stare calma? Stai scherzando? – dissi alterata – questa qui fa la sbruffona e devo stare calma? Bene! – continuai alzando la voce – senti sere vedi di risolvere tu la situazione con questa sclerata del cazzo! Già mi sono rotta le scatole! -
Con questo uscì dall’agenzia e mi allontanai. Mi sedetti su degli scalini di un palazzo poco distante dall’agenzia e incominciai ad ascoltare la musica sul mio ipod. Tra centinaia, ne scelsi direttamente una, la nostra preferita sin da sempre: California King bed di Rihanna. Era strano come quella canzone, nonostante trattasse di un tema abbastanza forte, riguardante la lontananza e la sofferenza, avesse il potere di calmarmi, trasmettendomi sicurezza e voglia di affrontare la vita, risolvendo ogni tipo di problema che si presentasse quotidianamente. Mi ricordava tanto  nostra madre. Withney, è così che si chiamava, deceduta 3 anni fa circa, a causa di un terribile incidente, avvenuto nel momento in cui, prese le sue cose per ritornare a casa, abbandonato l’ufficio di lavoro in cui lavorava come avvocato più famoso della città, fu investita da un auto, la quale, al momento dell’accaduto, incurante di ciò che fosse capitato, continuò a sfrecciare lungo la strada, lasciando nostra madre a terra, avvolta da una pozza di sangue, in fin di vita. Dopo inutili tentativi da parte dei medici di salvare la sua vita, nostra madre volò via, lasciandoci per sempre. Io principalmente, non riesco a superare il fatto che ci abbia lasciato così, da un momento all’altro, completamente da sole, affidandoci alla nostra figura paterna. Serena, invece, essendo stata quella che si è rinchiusa nel suo guscio, da allora non ha più avuto il coraggio di metter piede nella camera di nostra madre. Non parla mai di lei, e quando se ne presente l’occasione, cerca di sviare il discorso, o meglio ancora, si rinchiude nella sua camera. Nel frattempo, nostro padre ha avuto la brillante idea di rifarsi una vita, con un’altra donna, differente dalla punta dei capelli fino all’unghia dei piedi da nostra madre. Non lo abbiamo mai perdonato nostro padre, ogni tanto ci parliamo, principalmente trattando del rendimento scolastico, ma niente di più. Si chiama Penelope la nuova fiamma di papà, e nonostante sia dolce e carina nei nostri riguardi, non abbiamo un rapporto che faccia invidia al mondo, dal momento in cui non riusciamo a vedere nostro padre con una donna che non sia mamma.
Dopo aver ripensato al passato, asciugai le lacrime che erano scese sul mio viso senza nemmeno chiedermi il permesso, scacciando via ogni sorta di pensiero.
Vidi Serena uscire da quel luogo che avrei odiato per tutta la vita, con dei biglietti in mano: li aveva presi! Ce ne aveva messo di tempo, ma nonostante tutto, ce l’aveva fatta ad ottenere quei maledetti pezzi di carta, non so in che modo, e non mi interessa nemmeno.
Le andai in contro e la abbracciai così forte: finalmente potevamo realizzare il nostro sogno di visitare Parigi!!
S: - non c’era bisogno di arrabbiarsi con quella lì! – disse quasi divertita per la reazione che avevo avuto.
Io: - mi credi mi stava terribilmente sulle palle quella ragazza … ahahah – continuai ridendo.
L’importante adesso che avevamo i biglietti il resto non contava …
   
 
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