Capitolo 7: Di Quidditch, scontri e decisioni
8 Settembre - Hogwarts
Una settimana.
È passata solo una settimana dal tuo rientro
a scuola, una settimana da quando hai iniziato a condividere la stanza
con
Célie, una settimana da quella prima, disastrosa, lezione di
Difesa Contro le
Arti Oscure.
Eppure il tempo per te
sembra essersi fermato, bloccato in
un ciclo infinito, ipnotico ed altamente noioso, fatto di lezioni tra
mattino e
pomeriggio, e punizioni la sera. Perché è questo
che sei riuscito a guadagnare
dopo lo scherzo che la francese ti ha tirato, un intero mese di
punizione, che
sei costretto a trascorrere catalogando ed archiviando tutti i
programmi ed
appunti dei precedenti professori di difesa. Di per se il lavoro non
è così
noioso, ne è umiliante come lo sarebbe stato se fosse stato
Piton ad assegnartelo,
infatti hai avuto accesso a materiale di parecchi anni più
avanti del tuo, ed
il professor Harker è stato così gentile da
illustrarti la teoria dietro le
cose più complicate, facendoti addirittura copiare alcuni
appunti, tuttavia non
è il massimo dover interrompere il tuo regime
d’allenamento, preparato con
Lupin mentre eri in Francia, per delle lunghissime sessioni di studio
supplementare, che avresti comunque modo di fare negli anni avvenire.
L’unica nota
positiva dietro questo tuo tragico regime quotidiano,
è che ti tiene lontano da Célie quanto
più possibile. Certo pranzate ancora
insieme, e condividete la stanza, sebbene tu rientra a notte
così fonda che lei
sta già dormendo, ma tolto questo i vostri rapporti si sono
ridotti al minimo.
Sei profondamente offeso per il modo in cui sei stato trattato,
soprattutto
dopo aver accettato il finto matrimonio nel quale sei stato incastrato.
È stato
un colpo basso quello della Corvina, e non sarai certo tu a riprendere
i
contatti con lei… non ora almeno.
Anche perchè se
le cose con i tuoi compagni di scuola erano
già tese prima di quell’evento, ora sei
praticamente un escluso. Ricordi quasi
con nostalgia i giorni del secondo anno in cui tutti ti credevano
l’erede di
Serpeverde, perché almeno a quei tempi la loro paura era
giustificata, il loro
comportamento sgradevole, ma accettabile. Adesso invece sei oggetto di
invidia
e cattiveria senza motivo. Molti hanno diffuso la voce che la perdita
di
Hermione ti abbia scosso al punto da richiedere un tappabuchi per il
tuo tempo
libero, altri sono semplicemente verdi di gelosia per il legame che ti
unisce
alla bella francese, ed infine ci sono i soliti disfattisti come Draco,
che non
hanno bisogno di un motivo apparente per prendersela con te. Insomma,
viva
l’amicizia…
Ma tra tutti, professori,
studenti e personale di Hogwarts,
nessuno ce l’ha con te come la piccola Liri. Dopo quel primo
scoppio di rabbia,
la sera dello smistamento, la ragazza non ti ha più rivolto
la parola, non si è
più avvicinata a te, ne ti ha guardando, anche solo per
sbaglio. È un pensiero
che ti tormenta quello di averla illusa, averle fatto credere qualcosa
che era
dovuto solo e soltanto ad un momento di debolezza della tua
trasformazione, e
ti piange il cuore ogni volta che la vedi camminare da sola per i
corridoi del
castello senza poterle parlare.
Non sai bene
perché, ma la ragazza, più simile per aspetto
ad una bambina che ad una coetanea, è sempre al centro dei
tuoi pensieri. Fin
dalla volta che lasciò l’aula di difesa,
sbattendosi la porta alle spalle, non
sei riuscito a pensare ad altro che a lei. Speri di avere tempo prima o
poi per
sistemare le cose, ma fino ad allora dovrai rassegnarti e condurre la
normale
vita di uno studente fuori dall’ordinario.
Ripiegando con cura
l’ultima lettera di scuse di Remus, che
da quando ha saputo del tuo matrimonio non ha fatto altro che
rammaricarsi per
averti presentato la nipote, ti avvii fuori dai tuoi appartamenti. La
scopa in
spalla e l’aria rassegnata. Questo è il primo
sabato dell’anno scolastico, il che
vuol dire che fino a sera non avrai lezione e potrai fare qualcosa di
diverso
dallo studiare. Finalmente potrai fare qualcosa che ti piace, e non fai
da
molto tempo, cioè
montare la tua
Firebolt, unico regalo che hai ricevuto dal tuo defunto padrino.
Superato indenne la sala
d’ingresso, ti lasci alle spalle il
castello, costeggiando il lago, mentre quasi istintivi i tuoi passi si
dirigono
verso lo stadio di Quidditch. L’aria è fresca, il
cielo luminoso, un leggero
vento che spazza il manto erboso è quello che ti accoglie e
che ti separa dalla
tua meta. Nella tua mente già ti immagini mentre con una
spinta ti stacchi dal
suolo, godendo di ogni istante passato in cielo.
Speri solo di essere
venuto abbastanza presto, in modo da
non dover sopportare la compagnia di nessuno durante il volo. In fondo
hai
saltato addirittura la colazione per essere qui ad un orario
accettabile.
Reprimendo un quanto mai
meritato sbadiglio, entri nello
stadio fermandoti per prima cosa negli spogliatoi. Le vesti da mago
vengono appese
al muro, mentre indossi la più comoda veste di Quidditch di
grifondoro. O
meglio, la veste della squadra te la ricordavi più comoda,
ma ora che la hai
messa su, ti rendi conto di quanto anche questa sia stretta ed
attillata. Le
spalle larghe, gli addominali scolpiti, i bicipiti gonfi, tutto sembra
trasbordare dalla maglia elastica che ti stringe fin quasi a soffocarti.
Con un colpo di bacchetta
sistemi l’indumento quel tanto che
basta a farti respirare, riflettendo nel frattempo su quanto il tuo
corpo sia
cambiato in quell’ultima estate. Sono lontani i tempi in cui
qualsiasi cosa
indossassi di cadeva addosso come un sacco su uno spaventapasseri,
ormai stai
diventando sempre più un uomo, con un corpo tonico e ben
tornito degno di un
Dio Greco.
Se proprio dobbiamo
ammetterlo, sei fiero del tuo fisico,
soprattutto se lo paragoni a quello che avevi negli anni passati, o a
quello di
tuo cugino, Dudley “la balena” Dursley. Sorridendo
una volta vistoti allo
specchio, muovi i tuoi primi passi nel campo da gioco, lasciando il tuo
sguardo
spaziare verso il mondo circostante. La stretta sul manico si scopa si
rafforza
mentre prendi una grande boccata di quell’aria benefica.
È solo in quel momento
però, che cogli qualcosa all’angolo della tua
visuale.
Qualcosa di piccolo, che
vola come una scheggia da una parte
all’altra del campo facendo passare una pluffa rossa negli
anelli del portiere.
Per un momento sei amareggiato, sei già pronto a dire addio
al tuo desiderio di
una sessione solitaria di volo, ma poi i tuoi occhi da cercatore notano
un
lungo codino provenire da quello che sembrava un ragazzino del primo
anno.
Sgrani gli occhi
riconoscendo Liri, in tenuta da ginnastica,
che si esibisce in una danza area complessa, ma aggraziata che termina
sempre
con un gol nell’anello del portiere. Stai quasi per andare
via, rifugiandoti li
dove puoi osservarla senza essere visto, quando lei si ferma a
mezz’aria. Il
suo sguardo si sofferma su di te. Evidentemente anche lei ti ha notato,
e nei
suoi occhi riesci a leggere prima stupore, poi rabbia, ed infine una
fredda
rassegnazione. Planando verso terra inizia ad allontanarsi senza
degnarti di
uno sguardo ulteriore. Come suo solito.
Solo che stavolta non la
farai andare via. Se davvero
cercavi un momento per parlarle, per mettere a posto le cose, per far
tornare
tutto com’era... Bhe, è questo il momento!
Caricati di coraggio Grifondoro
Harry James Potter, ed affronta quella piccola tigre in miniatura,
pronta ad
azzannarti.
Dopo aver preso la tua
decisione, ti muovi quel tanto che basta
per intralciarle il cammino, costringendola a fermarsi. Per un momento
non sai
cosa dire, ma anche se l’avessi saputo lei non ti avrebbe
dato modo di parlare,
infatti quasi come se non esistessi, la ragazza ti gira intorno
riprendendo la
marcia. Il suo passo è leggermente più svelto,
come se volesse distanziarsi il
più possibile da te. Ancora una volta ti metti in mezzo,
costringendola a
cambiare strada. Questo piccolo gioco continua a ripetersi
finché non noti una
vena pulsare sulla sua fronte.
“Senti Liri,
volevo dirti che…”
“Zitto! Non mi
parlare, non mi guardare, non voglio
assolutamente sentire nulla di ciò che hai da
dire!”
Inforcando la scopa, la
ragazza si da una spinta verso
l’alto, slanciandosi verso gli spogliatoi. Non ti aspettavi
che reagisse in
questo modo, ma non ti lascerai sfuggire la preda solo per questo.
Imitandone i
movimenti, anche tu salti sopra la tua scopa partendo
all’inseguimento.
Come stimolato dalla
situazione, il tuo sangue inizia a
fluire più denso, mentre il tuo nucleo magico si raccoglie
all’altezza del tuo
petto. Ora capisci, ora finalmente comprendi. La sensazione di potere
che provi
ogni volta che voli, la straordinaria capacità da cercatore
che hai sempre
posseduto… era tutto merito dell’Hysteria
Savant Syndrome. Fin dal primo anno hai sofferto dunque di
questa
malattia, ma in maniera così lieve e selettiva che non te ne
eri mai reso
conto. Solo ora che la conosci, che l’ha studiata, che il suo
potere è
realmente libero dentro di te, riesci a comprendere che il volare,
l’essere
libero, l’euforia del gioco sono potenti stimolanti.
Non sei ancora
completamente trasformato, ma l’HSS è ormai
attiva ed è a metà del suo potere. Per ora puoi
solo assecondarla e sperare che
tanto basti a farti raggiungere la piccola strega, che ha
già un discreto
vantaggio su di te.
Chinandoti sulla scopa
fino ad appiattirti sul manico,
concedi alla tua Firebolt di accelerare al massimo della sua
capacità. Il vento
ti fischia nelle orecchie, il legno freme sotto le tue dita, ma se
già riuscito
a raggiungerla facendola deviare. Il vostro da inseguimento si sta
lentamente trasformando
in uno scontro aereo, fatto di stoccate, toccate e fuga, ed
accelerazioni
repentine.
La rabbia della ragazza,
fino ad ora trattenuta, sta
finalmente scoppiando incontrollata. Non ti eri aspettato che le si
arrossassero gli occhi, ne che il suo viso esprimesse così
tanto dolore, ma non
puoi fermarti ora. Devi cercare di tirarle fuori tutto e controbattere
colpo su
colpo.
Alla fine sembra quasi che
tu stia giocando contro un bolide
di forma umana, piuttosto che contro un ragazza, ma
c’è davvero poco che puoi
fare al riguardo. Schivi, svicoli, devi, ti muovi a zig zag, alternando
fughe
repentine a piccole provocazioni. Sempre un po’
più vicino, sempre un pò più
pericoloso, sempre u pò più trasformato.
Nel frattempo
l’orologio fa il suo corso, ed un piccolo
numero di curiosi raggiunge lo stadio, rimanendo affascinato dal vostro
combattimento. Perché ormai non sono solo lievi spinte, o
urti involontari.
Liri ti carica con forza come un toro impazzito, e tu la schivi o la
blocchi
come meglio puoi. E dalla folla sentite provenire incitazioni, o
addirittura
persone che trattengono in fiato davanti a manovre particolarmente
complesse.
Ma lo scontro è
già deciso, nonostante tutti i lividi che
hai accumulato, nonostante il naso rotto, nonostante la costola
incrinata, hai
comunque più forza e resistenza di lei, che a dispetto tuo
non mostra alcuna
ferita evidente, ma è immensamente stanca.
Dopo aver preso un
profondo respiro, la ragazza sembra
essere pronta a compiere il suo ultimo assalto.
Lentamente prende quota nel cielo azzurro del mattino. In
alto, sempre
più in alto, ad un’altezza dove l’aria
inizia a diventare rarefatta. Alla fine
non è che un puntino nel cielo, un puntino invisibile che si
muove in ogni
direzione, lasciando tutti voi a
seguirla con lo sguardo.
Hai già capito
cosa abbia in mente, ma nonostante questo non
puoi staccarle gli occhi di dosso. Hai troppa paura che cada, che possa
rimanere uccisa in quell’ultimo folle piano. Quindi come
tutti gli altri
spettatori, anche tu rimane accecato, quando la ragazza si sposta,
portandosi
infine in una posizione che le consente di avere il sole alle spalle.
Ed è in
quel momento, quando la tua vista è completamente inutile,
che un rombo di
tuono fende l’aria.
La senti arrivare sebbene
tu non la possa vedere, ma
nonostante questo non ti sposti per evitarla. Sai bene che se dovesse
mancarti
finirebbe spiaccicata al suolo nella sua picchiata. Una picchiata che
va oltre
la normale velocità raggiungibile da una scopa, e a cui non
sai dare un
significato… ma non sei qui per questo. Rafforzando i
muscoli del tuo corpo, ti
prepari all’impatto venendo colpito solo qualche istante dopo
dal manico di
scopa della strega.
Il legno ti penetra la
carne, e lo senti spaccarsi dentro di
te in una miriade di schegge. Per un momento ti senti mozzare il fiato,
e
rischi di perdere l’equilibrio sulla tua scopa, quando la sua
piccola voce ti
raggiunge.
“Oh..”
Se
n’è accorta anche lei. Se il suo manico di scopa
è
spezzato nel tuo stomaco, allora non può essere sotto di lei
per sorreggerla.
Le crepe lungo in legno si diramano per tutta la lunghezza del manico,
fino a
sgretolarsi sotto di lei, lasciandola in caduta incontrollata.
Un coro di urla spaventate
si diffonde dal basso. Molti
levano le loro bacchette pronti con incantesimi imbottiti e levitanti,
ma
nessuno di quelli sarà sufficiente. È troppa
l’accelerazione che la ragazzina
ha acquistato nella sua picchiata. Solo tu puoi salvarla. Solo tu puoi
correre
in suo aiuto, solo tu puoi evitare che muoia.
THUMP!
Il calore dentro di te si
amplifica a dismisura, il mondo si
ferma, così come si ferma il dolore. Ci sei solo tu, nel
cielo infinito, mentre
la tua HSS supera i suoi stessi limiti. Il tuo corpo si oppone, i tuoi
muscoli
si strappano, il tuo stomaco freme, ma nessuna di queste sensazioni
raggiunge
la tua mente, satura di potere al punto da desiderare solo la salvezza
di Liri.
E così scendi
in picchiata, più veloce di quanto abbia fatto
prima la ragazza stessa, provocando uno scoppio dieci volte
più potente del suo.
Le impalcature dello stadio fremono ed il legno della tua scopa inizia
a
sgretolarsi mentre lingue di fuoco si accalcano nella tua scia.
Riesci a raggiungerla
giusto poco prima che tocchi il suolo,
ma questo non vi salva dall’impatto con il duro manto erboso.
Puoi solo
avvolgerla tra le tue braccia, assorbendo la maggior parte
dell’urto, e finendo
per rotolare insieme fino a fermarvi.
La magia scema da dentro
di te, il tuo corpo si indebolisce,
e la vista si appanna. Ciò nonostante senti che è
viva, la senti stringersi a
te e piangere come la bambina che sembra essere.
Lei ti ha attaccato,
mutilato, quasi ucciso. E tu hai
rischiato la vita per lei arrivando sul baratro della morte pur di
salvarla.
Non ti stupisce che stia picchiando il tuo petto con i suoi piccoli
pugni
gridando il solito interrogativo.
“Perche!?
Perche!?!? PERCHE!?”
Sorridi mentre il mondo
diventa solo un ammasso di ombre. E
le tue dita sfiorano il suo viso.
“Perché
così ho scelto…”
E poi è buio e
nulla più.
…………………………………………………………………………
Sei certa sia morto, sei
certa sia morto, sei certa,
assolutamente certa, di averlo ucciso. Ricordi il sangue imbrattarti le
vesti e
formare una pozza sotto di voi, mentre i suoi occhi si chiudono e le
sue mani
ti sfiorano con quel loro tocco così gentile.
Non lo sopporti, lo
detesti, vorresti non averlo mai
incontrato! Perché non ti ha combattuto, perché
si è limitato a difendersi
affrontando la tua furia, perché non ha schivato quel tuo
ultimo, prevedibile
attacco. Ne era in grado, sai che lo era, altrimenti non
l’avresti scelto come
tuo compagno, ma allora perché? Perché infine
sacrificarsi nonostante il corpo
martoriato pur di salvare te!
Le tue ferite sono state
sanate con un colpo di bacchetta. È
bastato che la medimaga della scuola vi vedesse perché
subito le tue ferite
risultassero insignificanti in confronto alle sue. Ossa rotte, stomaco
perforato, muscoli strappati, commozione celebrare, lesione alla spina
dorsale.
Si parlava di paralisi, perdita dell’uso della gambe, e nel
caso peggiore
morte.
Dall’ospedale
San Mungo sono arrivati i migliori guaritori
che avessero a disposizione, e tu hai contribuito chiamando a rapporto
i
guaritori della vostra clinica privata. Sono ore che lo operano, con
l’ausilio
di pozioni e antiche magie, eppure ancora non sai nulla.
Non sai neppure se
sopravvivrà.
Il suo sorriso prima di
chiudere gli occhi… le sue braccia
calde e forti che ti stringono mentre colpite il suolo con forza. NO.
Non puoi
innamorarti di lui, lui è sposato, lui ha una moglie, una
moglie bellissima con
cui sono arrivati a fare c-cosacce perfino in aula! Eppure era li per
te, per
parlarti. Non ti ha evitato come fanno tutti, non ti ha lasciato sola,
ha
voluto che le vostre strade si incrociassero nuovamente. Forse per
scusarsi
forse… forse per dirti altro, qualcosa di più
importante… potresti non saperlo
mai…
Lacrime ti colano
irrefrenabili lungo le guance, mentre ti
chini stringendo le gambe al petto. Lui è il tuo compagno.
Lo avevi scelto
perché è forte, forte come te, ma non devi
provare nulla per lui se non
rispetto. È una regola della tua famiglia trovare un
compagno che vi
supporti e riveli le vostre vere capacità,
perché senza un compagno oltre il 50% della vostra magia
è sprecata,
inefficace… e tu oggi l’hai avvertita. Quella
potenza inimmaginabile di cui
parlano in continuazione gli antichi testi, quella forza proveniente
dall’aver
trovato il compagno ideale. La forza che ti ha permesso di colpirlo a
morte con
il tuo manico di scopa fin quasi ad ucciderlo…
E nonostante questo lui
era li per te…
Stai ancora cercando di
venire a capo dei tuoi sentimenti,
delle tue emozioni, dei tuoi desideri, quando in lontananza senti dei
passi.
L’intero piano dell’infermeria è stato
chiuso al pubblico, quindi solo il
personale autorizzato può raggiungerti. Speri che sia un
guaritore pronto a
portarti notizie, ma quando la vedi arrivare il sangue ti si ghiaccia
nelle
vene. Non è un guaritore, è Célie, la
ragazza francese che ti ha rubato… no,
lei non ti ha rubato nulla, lui non era tuo.
Ingoi a vuoto un paio di
volte, asciugando le lacrime sul
tuo viso.
“è colpa
tua….” [francese]
Ti parla in francese,
forse per l’agitazione, forse perché
spaventata, forse perché sofferente, proprio come
te… ma nonostante questo la
comprendi. La tua formazione d’infanzia arriva in tuo aiuto
in questo momento.
“Io…”
Non sai come
giustificarti, hai di sicuro attentato alla sua
vita, e non puoi negare che era proprio quello il tuo obbiettivo.
La ragazza francese alza
una mano, asciugandosi anche lei
alcune lacrime sul suo viso perfetto. Solo ora noti i capelli
scompigliati, i
segni delle unghie sul viso, gli occhi gonfi e lucidi. Ha pianto, si
è
disperata, ha sofferto… come ogni brava moglie farebbe.
“Lui non sarà mai tuo.”
[francese]
“Cosa?”
Strabuzzi gli occhi mentre
le parole della francese ti
penetrano in profondità.
“Io ti conosco Liri, conosco
quelle come te, perché anche io
sono come te. Vuoi qualcosa che non ti appartiene, lo brami
più di ogni altra
cosa al mondo, e faresti di tutto per averla, ma lui non
sarà mai tuo. Io sono
arrivata prima, ho legato Harry a me in modi che non puoi minimamente
comprendere… lui è solo mio! E se oggi ti ha
salvato è solo perché è un uomo
buono, un uomo giusto, lui non prova nulla per te. NULLA!”
[francese]
L’ultima parola
ti viene gridata contro con forza, e per un
momento sei come morta. Una candela spenta da un vento
impetuoso… ma la tua
morte è solo apparente, finalmente hai trovato qualcuno che
può starti vicino
tenendo il tuo passo, qualcuno da cui non ti senti oppressa, ma
confortata.
Nonostante le condizioni disastrose del vostro rapporto, nonostante lui
sia
sposato, nonostante tutto… tu non ti arrenderai.
Determinata, come mai lo
sei stata prima d’ora, ti ergi in
tutta la tua non notevole altezza. La francese ancora torreggia su di
te, ma la
cosa non ti spaventa, non più.
“Io mi
arrenderò… quando sarà lui a dirmi di
non voler stare
con me. Sarò sua compagna perché il destino
così ha voluto. Non è nulla di
romantico, non mi metterò tra voi in quel senso, ma non
sarò nemmeno un’ombra
rispetto a te. Temi le mie parole Célie Mine,
perché le persone della mia
famiglia non mentono mai!”
La ragazza appare
stranita, come se fosse stata colpita da
uno schiaffo, che in effetti potreste anche darle, proprio li, sulla
sua bella
faccina, ma invece della sfuriata che ti aspetteresti, lei sorride.
“Famiglia…
non sai quanto hai ragione piccola Liri, noi
saremo rivali come i nostri avi prima di noi. Così
com’è destino che Henry sia
tuo compagno, io ti dico che è destino che le nostre
famiglie si odino ancora una volta… anche
se ancora non puoi capirne il perché.”
Senza aggiungere altro la
ragazza si allontana, e ad ogni
suo passo un po’ della tua convinzione viene meno. Hai scelto
la strada
peggiore, la più difficile, e non capisci nemmeno se sia
solo perché hai
finalmente trovato un compagno, oppure perché il compagno
che hai trovato sia
anche l’amore della tua vita.
Arretri di qualche passo,
la tua schiena colpisce li muro.
Scivoli lentamente al suolo tornando nella posizione fetale da poco
abbandonata. Qualche minuto dopo un medimago ti raggiunge.
“Signorina
Lancaster, la prego di seguirmi… il paziente si è
svegliato ed ha chiesto di lei.”
Trattieni il fiato.
È vivo! Ed ha chiesto di te… un’ondata
di nausea ti attraversa, mentre segui l’uomo nei corridoi del
castello. Questa
situazione non sai proprio come affrontarla.
……………………………………………………………………………
28 Settembre - La Tana
Quando l’ultimo
raggio di sole, scompare dietro le colline
in lontananza, senti finalmente i muscoli distendersi ed un sorriso
spianare le
rughe del tuo viso. In quell’ultimo mese tante cose sono
cambiate. Hai
finalmente ritrovato un barlume di vitalità, ed ogni giorno
ti senti più
sereno.
I tuoi parenti hanno
accolto con sollievo la notizia che non
andrai più a trovare Hermione in ospedale, e sembrano sicuri
che questo sia un
sintomo di guarigione. Che presto il tuo cuore ferito
ritroverà la pace, e
potrai riprendere la tua vita esattamente li dove l’hai
lasciata.
Quanto sono ingenui. Con
una mano ti scompigli i capelli rossi,
rimanendo affacciato alla finestra in attesa. Sai bene che non
tarderà ad
arrivare, non lo fa mai. Lei, che tutti credono morta o in coma, ma che
tu sai
essere viva e vegeta.
Lei che è il
motivo per cui non vai più in quei maleodoranti
ospedali babbani. In fondo perché andare a trovarla se
sarà lei a venire da te
subito dopo il tramonto?
Sorridi quando in
lontananza noti il primo movimento, una
scia scura che fende l’erba alta sotto la collina di fronte
la tua casa. Appena
noti quello inizi con i preparativi. Con un cenno della bacchetta rompi
la runa
di controllo della casa, perché nessuno degli altri Weasley
si allerti per
l’arrivo di un intruso, con un leggero lumos dai il via
libera alla tua vecchia
compagna di classe, osservandola poi saltare agilmente la staccionata
che
ancora la separa dalla Tana.
E poi
l’abilità straordinaria con cui si arrampica lungo
il
profilo dell’edificio, arrivando in pochi secondi fin sotto
la tua finestra.
“Non mi inviti
ad entrare Ron?”
La sua voce è
addirittura più melodiosa di quanto non la
ricordassi. Con un cenno d’assenso ti sposti dalla finestra,
permettendo alla
non più strega di entrare. Il suo corpo, al contrario della
sua voce, è
esattamente lo stesso dei tuoi ricordi, nulla di lei è
cambiato, salvo gli occhi
che ora tendono al rosso scarlatto.
Sul suo viso grazioso, e
perlaceo, noti un’ombra di
stanchezza, e subito ti fai avanti per supportarla. Lei si accascia tra
le tue
braccia lasciandoti guidarla fino al suo letto.
“Te
l’ho detto Hermione, devi andarci piano con queste tue
nuove capacità, non sai ancora bene come funzionano,
potresti farti male e non
accorgertene. Se vuoi posso provare a creare una passaporta per farti
venire
qui la sera, così non devi più correre per tutto
il tragitto da Londra a qui.”
Lei ti sorride, e con il
suo tocco freddo come la morte, ti
scosta leggermente.
“Sto bene Ron,
non sarà certo una corsetta ad uccidermi, non
dopo che sono sopravvissuta ad un Dissennatore. Allora, hai trovato
qualcosa?
Hai letto i libri che ti ho consigliato?”
Tu sorridi, estraendo dal
cassetto del comodino una fila di
appunti scritti su pergamena.
“Questo
è tutto quello che ho trovato, non sono ancora
riuscito a capire come tu abbia fatto a divenire un vampiro dopo
l’attacco del
dissennatore, ma è evidente che qualcosa è
successo. Forse quella sera stessa,
o forse più tardi nell’ospedale. Questo non lo so,
fatto sta che ormai non sei
più umana, sei diventato l’unico essere vivente
capace di sopravvivere senza
anima. Ed io non posso che ringraziare Merlino per questo.”
D’istinto di
protendi verso di lei, stringendola in un caldo
abbraccio. Il suo corpo è freddo, quasi ghiacciato, ma non
ti importa. Hermione
è viva, Hermione è con te, Hermione che sei certo
di amare più della tua stessa
vita.
“Ron…
sai di non potermi venire così vicino. Hai un odore
così… intenso che potrei non controllarmi dal
morderti. Per favore, fai qualche
passo indietro.”
Sempre la stessa storia.
Lo leggi dai suoi occhi tristi che
anche lei non vorrebbe rompere quel contatto, ma ogni volta che ti
avvicini più
del necessario, i suoi occhi si infiammano di rosso. Lentamente ti fai
indietro, osservandola riprendere il controllo.
“Sai di potermi
mordere se hai bisogno di sangue…”
“Ron, ci siamo
già passati. Non sappiamo che effetti avrebbe
su di te. Potresti correre il rischio di diventare anche tu un Vampiro,
ed è
una cosa che non possiamo permetterci. Mi nutrirò come
sempre all’ospedale, non
appena ce ne sarà occasione. Adesso torniamo a
noi.”
In soggezione osservi
Hermione prendere gli appunti da te
redatti, ordinandoli a seconda della loro varia natura. Poi
è il momento del
planning, della mappa concettuale e delle prossime mosse. Ogni sera
cercate di
andare un po’ più affondo alla questione,
basandovi sui pochi libri presenti
alla Tana.
Hermione vorrebbe che tu
riprendessi a frequentare Hogwarts,
in modo da avere accesso alla biblioteca, ma una volta lì le
barriera della
scuola, decisamente più potenti di quelle di casa tua, la
terrebbero fuori
impedendovi di vedervi.
Non sei pronto a questo,
non ancora, non ora che l’hai
appena ritrovata.
“Ron…
Ron? Ma mi stai ascoltando?”
“Si scusa, mi
ero perso nel guardarti. Ti ho già detto che
sei bellissima?”
Le parole escono spontanee
dalle tue labbra mentre la
osservi arrossire. È incomprensibile come nonostante la
non-morte lei possa
ancora farlo, ma non dai nessun peso alla cosa. Hai perso anni prima di
capire
di amarla, e non vuoi attendere oltre.
“Ron, sai che
è normale, i miei tratti da vampiro mi rendono
più avvenente perché voi umani, le mie prede, vi
avviciniate a me senza opporre
resistenza. Non dire cose così sconvenienti senza pensare.
Comunque ti chiedevo
di Harry. Ti ha scritto?”
Ecco. Parla di nuovo di
lui. I tuoi occhi si rabbuiano, la
mascella si indurisce, mentre cerchi mentalmente di mantenere il
controllo.
“No e ancora no.
Hermione, forse non mi hai capito quando ti
ho detto che lui è andato avanti. Ha una moglie ora, non ha
più bisogno di noi,
forse non ha mai avuto bisogno di noi. E ricordi le lettere dei miei
fratelli?
L’Harry che conoscevamo è morto con te quella
notte, non so cosa lui sia
diventato, ma non è più nostro
amico…”
La tua rabbia verso il
bambino-che-non-può-morire, trasborda
da ogni sillaba avvelenata che pronunci. È colpa sua, tutta
colpa sua, solo
colpa sua. Non lo perdonerai mai, mai!
“Ma
Ron… forse potrebbe aiut…”
“Aiutarci!?”
La tua voce supera i
decibel consentiti dall’orario, ed un
tonfo sordo vi avvisa che qualcuno si è appena alzato da
qualche parte nella
casa.
“Hemione, non
hai bisogno di lui, noi non ne abbiamo
bisogno. Tu hai me, ed io posso fare qualsiasi cosa facesse lui prima.
Quindi
basta, non lo nominare più. Per favore.”
Sei roso dalla gelosia, e
sai che lei lo sa, ma non puoi
farci nulla. I passi si avvicinano lungo la scala, mentre tu torni alla
finestra spalancandola.
“Vai Hermione,
continueremo domani. Non puoi correre il
rischio che qualcuno ti scopra…”
Triste e sconsolata la
vampira si avvia verso la finestra.
Il suo sguardo è addolorato mentre ti fissa
un’ultima volta prima di lanciarsi
di sotto.
“Tu non sei come
lui… ma puoi diventarlo… torna ad Hogwarts
Ron, è quello il tuo posto….”
Quando lei scompare, la
porta alle tue spalle si schiude
leggermente.
“Ron caro,
è tutto a posto? Mi era sembrato di sentire la
tua voce….”
Con gli occhi spenti e
spiritati di volti verso tua madre.
“Tutto bene
mamma, ho solo avuto un incubo, torna a
dormire…”
E così dovresti
tornare ad Hogwarts… se anche lo facessi non
sarebbe per i motivi che crede Hermione… ma
forse… forse puoi far coincidere le
due cose. Aiutarla e vendicarti…
Chissà… Del resto la vita è
imprevedibile, e
nessuno lo sa meglio di te. Vero Ron?
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N.D.A. Rieccomi signori con un nuovo capitolo di "The Darkest Night". Vi sono mancato? Sono sicuro di si, e prima di passare a qualche spiegazione per il capitolo, voglio iniziare con il dirvi che mi dispiace per il ritardo. Purtroppo l'università mi sta succhiando la vita, è c'è davvero poco che io possa fare in merito. Sto scrivendo quando posso, a anche così mi è impossibile portare avanti tre storie, quindi la mia altra storia, "The Worst of Evils", è ufficialmente in pausa, fino a che la situazione non si sbroglierà un pò. Detto questo c'è poco da spiegare sul capitolo, ho voluto focalizzare l'attenzione su Liri che aveva perso un pò di tono, ho lasciato qui e la qualche altro indizio sulla famiglia di Liri e di Célie, ed ho deciso che quando Célie parlerà unicamente in francese, non metterò una traduzione fatta con il translator (per non offendere con la mia ignoranza della lingua qualche savio), mi limitero a mettere il discorso in corsivo. Per quanto riguarda la parte su Ron, ho cercato di giocarmi il personaggio più fedele possibile all'originale, con le ovvie conseguenze psicologiche dell'aver perso e poi ritrovato Hermione, ciononostante potrebbe essere forse un pò OOC. Per questo chiedo venia. Il capitolo doveva includere un altro piccolo paragrafetto che aggiungeva un pò di mistero alla vicenda tutta, ma ho deciso di ometterlo, spero non vi spiaccia. Detto questo non mi rimane che ringraziare LadyRiddle e Minus per il continuo e costante supporto alla mia storia, ed ovviamente tutti voi Fan che con le vostre recensioni mi motivate a continuare. Al prossimo capitolo, che spero di scriver il prima possibile. Bye dal vostro Bumbix di quartiere
Ps. Per chi
volesse ho creato un account facebook appositamente per efp. Si chiama
Bumbix Efp. Aggiungetimi ^_*