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Autore: Bumbix    03/07/2014    5 recensioni
E se....
.... alla fine del prigioniero di Azkaban Harry, Hemione e Sirius fossero stati baciati da dissennatori sulle sponde del lago nero? E se nonostante questo, Harry si fosse comunque salvato grazie al frammento di anima di Zio Voldy, racchiuso nella sua cicatrice? Con Hermione morta, nessun torneo tre maghi avrebbe mai avuto luogo, nessun Signore Oscuro sarebbe mai risorto grazie al sangue del solo col potere di sconfiggerlo e non avverrebbe quasi tutto quello che è stato scritto. Ma non per questo tutti vivranno felici e contenti. Un male peggiore della morte risorge dai tempi dimenticati. Un principe della valacchia, i discendenti di famose leggende ed un Harry come non l'avete mai visto... perchè senza la fastidiosa presenza del frammento, che limitava le sue capacità, finalmente potremo vedere il vero potere del bambino sopravvissuto...
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, Remus Lupin, Un po' tutti
Note: Cross-over, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
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Capitolo 7
The Darkest Night

Capitolo 7:  Di Quidditch, scontri e decisioni

8 Settembre - Hogwarts

Una settimana. È passata solo una settimana dal tuo rientro a scuola, una settimana da quando hai iniziato a condividere la stanza con Célie, una settimana da quella prima, disastrosa, lezione di Difesa Contro le Arti Oscure.

Eppure il tempo per te sembra essersi fermato, bloccato in un ciclo infinito, ipnotico ed altamente noioso, fatto di lezioni tra mattino e pomeriggio, e punizioni la sera. Perché è questo che sei riuscito a guadagnare dopo lo scherzo che la francese ti ha tirato, un intero mese di punizione, che sei costretto a trascorrere catalogando ed archiviando tutti i programmi ed appunti dei precedenti professori di difesa. Di per se il lavoro non è così noioso, ne è umiliante come lo sarebbe stato se fosse stato Piton ad assegnartelo, infatti hai avuto accesso a materiale di parecchi anni più avanti del tuo, ed il professor Harker è stato così gentile da illustrarti la teoria dietro le cose più complicate, facendoti addirittura copiare alcuni appunti, tuttavia non è il massimo dover interrompere il tuo regime d’allenamento, preparato con Lupin mentre eri in Francia, per delle lunghissime sessioni di studio supplementare, che avresti comunque modo di fare negli anni avvenire.

L’unica nota positiva dietro questo tuo tragico regime quotidiano, è che ti tiene lontano da Célie quanto più possibile. Certo pranzate ancora insieme, e condividete la stanza, sebbene tu rientra a notte così fonda che lei sta già dormendo, ma tolto questo i vostri rapporti si sono ridotti al minimo. Sei profondamente offeso per il modo in cui sei stato trattato, soprattutto dopo aver accettato il finto matrimonio nel quale sei stato incastrato. È stato un colpo basso quello della Corvina, e non sarai certo tu a riprendere i contatti con lei… non ora almeno.

Anche perchè se le cose con i tuoi compagni di scuola erano già tese prima di quell’evento, ora sei praticamente un escluso. Ricordi quasi con nostalgia i giorni del secondo anno in cui tutti ti credevano l’erede di Serpeverde, perché almeno a quei tempi la loro paura era giustificata, il loro comportamento sgradevole, ma accettabile. Adesso invece sei oggetto di invidia e cattiveria senza motivo. Molti hanno diffuso la voce che la perdita di Hermione ti abbia scosso al punto da richiedere un tappabuchi per il tuo tempo libero, altri sono semplicemente verdi di gelosia per il legame che ti unisce alla bella francese, ed infine ci sono i soliti disfattisti come Draco, che non hanno bisogno di un motivo apparente per prendersela con te. Insomma, viva l’amicizia…

Ma tra tutti, professori, studenti e personale di Hogwarts, nessuno ce l’ha con te come la piccola Liri. Dopo quel primo scoppio di rabbia, la sera dello smistamento, la ragazza non ti ha più rivolto la parola, non si è più avvicinata a te, ne ti ha guardando, anche solo per sbaglio. È un pensiero che ti tormenta quello di averla illusa, averle fatto credere qualcosa che era dovuto solo e soltanto ad un momento di debolezza della tua trasformazione, e ti piange il cuore ogni volta che la vedi camminare da sola per i corridoi del castello senza poterle parlare.

Non sai bene perché, ma la ragazza, più simile per aspetto ad una bambina che ad una coetanea, è sempre al centro dei tuoi pensieri. Fin dalla volta che lasciò l’aula di difesa, sbattendosi la porta alle spalle, non sei riuscito a pensare ad altro che a lei. Speri di avere tempo prima o poi per sistemare le cose, ma fino ad allora dovrai rassegnarti e condurre la normale vita di uno studente fuori dall’ordinario.

Ripiegando con cura l’ultima lettera di scuse di Remus, che da quando ha saputo del tuo matrimonio non ha fatto altro che rammaricarsi per averti presentato la nipote, ti avvii fuori dai tuoi appartamenti. La scopa in spalla e l’aria rassegnata. Questo è il primo sabato dell’anno scolastico, il che vuol dire che fino a sera non avrai lezione e potrai fare qualcosa di diverso dallo studiare. Finalmente potrai fare qualcosa che ti piace, e non fai da molto tempo,  cioè montare la tua Firebolt, unico regalo che hai ricevuto dal tuo defunto padrino.

Superato indenne la sala d’ingresso, ti lasci alle spalle il castello, costeggiando il lago, mentre quasi istintivi i tuoi passi si dirigono verso lo stadio di Quidditch. L’aria è fresca, il cielo luminoso, un leggero vento che spazza il manto erboso è quello che ti accoglie e che ti separa dalla tua meta. Nella tua mente già ti immagini mentre con una spinta ti stacchi dal suolo, godendo di ogni istante passato in cielo.

Speri solo di essere venuto abbastanza presto, in modo da non dover sopportare la compagnia di nessuno durante il volo. In fondo hai saltato addirittura la colazione per essere qui ad un orario accettabile.

Reprimendo un quanto mai meritato sbadiglio, entri nello stadio fermandoti per prima cosa negli spogliatoi. Le vesti da mago vengono appese al muro, mentre indossi la più comoda veste di Quidditch di grifondoro. O meglio, la veste della squadra te la ricordavi più comoda, ma ora che la hai messa su, ti rendi conto di quanto anche questa sia stretta ed attillata. Le spalle larghe, gli addominali scolpiti, i bicipiti gonfi, tutto sembra trasbordare dalla maglia elastica che ti stringe fin quasi a soffocarti.

Con un colpo di bacchetta sistemi l’indumento quel tanto che basta a farti respirare, riflettendo nel frattempo su quanto il tuo corpo sia cambiato in quell’ultima estate. Sono lontani i tempi in cui qualsiasi cosa indossassi di cadeva addosso come un sacco su uno spaventapasseri, ormai stai diventando sempre più un uomo, con un corpo tonico e ben tornito degno di un Dio Greco.

Se proprio dobbiamo ammetterlo, sei fiero del tuo fisico, soprattutto se lo paragoni a quello che avevi negli anni passati, o a quello di tuo cugino, Dudley “la balena” Dursley. Sorridendo una volta vistoti allo specchio, muovi i tuoi primi passi nel campo da gioco, lasciando il tuo sguardo spaziare verso il mondo circostante. La stretta sul manico si scopa si rafforza mentre prendi una grande boccata di quell’aria benefica. È solo in quel momento però, che cogli qualcosa all’angolo della tua visuale.

Qualcosa di piccolo, che vola come una scheggia da una parte all’altra del campo facendo passare una pluffa rossa negli anelli del portiere. Per un momento sei amareggiato, sei già pronto a dire addio al tuo desiderio di una sessione solitaria di volo, ma poi i tuoi occhi da cercatore notano un lungo codino provenire da quello che sembrava un ragazzino del primo anno.

Sgrani gli occhi riconoscendo Liri, in tenuta da ginnastica, che si esibisce in una danza area complessa, ma aggraziata che termina sempre con un gol nell’anello del portiere. Stai quasi per andare via, rifugiandoti li dove puoi osservarla senza essere visto, quando lei si ferma a mezz’aria. Il suo sguardo si sofferma su di te. Evidentemente anche lei ti ha notato, e nei suoi occhi riesci a leggere prima stupore, poi rabbia, ed infine una fredda rassegnazione. Planando verso terra inizia ad allontanarsi senza degnarti di uno sguardo ulteriore. Come suo solito.

Solo che stavolta non la farai andare via. Se davvero cercavi un momento per parlarle, per mettere a posto le cose, per far tornare tutto com’era... Bhe, è questo il momento! Caricati di coraggio Grifondoro Harry James Potter, ed affronta quella piccola tigre in miniatura, pronta ad azzannarti.

Dopo aver preso la tua decisione, ti muovi quel tanto che basta per intralciarle il cammino, costringendola a fermarsi. Per un momento non sai cosa dire, ma anche se l’avessi saputo lei non ti avrebbe dato modo di parlare, infatti quasi come se non esistessi, la ragazza ti gira intorno riprendendo la marcia. Il suo passo è leggermente più svelto, come se volesse distanziarsi il più possibile da te. Ancora una volta ti metti in mezzo, costringendola a cambiare strada. Questo piccolo gioco continua a ripetersi finché non noti una vena pulsare sulla sua fronte.

“Senti Liri, volevo dirti che…”

“Zitto! Non mi parlare, non mi guardare, non voglio assolutamente sentire nulla di ciò che hai da dire!”

Inforcando la scopa, la ragazza si da una spinta verso l’alto, slanciandosi verso gli spogliatoi. Non ti aspettavi che reagisse in questo modo, ma non ti lascerai sfuggire la preda solo per questo. Imitandone i movimenti, anche tu salti sopra la tua scopa partendo all’inseguimento.

Come stimolato dalla situazione, il tuo sangue inizia a fluire più denso, mentre il tuo nucleo magico si raccoglie all’altezza del tuo petto. Ora capisci, ora finalmente comprendi. La sensazione di potere che provi ogni volta che voli, la straordinaria capacità da cercatore che hai sempre posseduto… era tutto merito dell’Hysteria  Savant Syndrome. Fin dal primo anno hai sofferto dunque di questa malattia, ma in maniera così lieve e selettiva che non te ne eri mai reso conto. Solo ora che la conosci, che l’ha studiata, che il suo potere è realmente libero dentro di te, riesci a comprendere che il volare, l’essere libero, l’euforia del gioco sono potenti stimolanti.

Non sei ancora completamente trasformato, ma l’HSS è ormai attiva ed è a metà del suo potere. Per ora puoi solo assecondarla e sperare che tanto basti a farti raggiungere la piccola strega, che ha già un discreto vantaggio su di te.

Chinandoti sulla scopa fino ad appiattirti sul manico, concedi alla tua Firebolt di accelerare al massimo della sua capacità. Il vento ti fischia nelle orecchie, il legno freme sotto le tue dita, ma se già riuscito a raggiungerla facendola deviare. Il vostro da inseguimento si sta lentamente trasformando in uno scontro aereo, fatto di stoccate, toccate e fuga, ed accelerazioni repentine.

La rabbia della ragazza, fino ad ora trattenuta, sta finalmente scoppiando incontrollata. Non ti eri aspettato che le si arrossassero gli occhi, ne che il suo viso esprimesse così tanto dolore, ma non puoi fermarti ora. Devi cercare di tirarle fuori tutto e controbattere colpo su colpo.

Alla fine sembra quasi che tu stia giocando contro un bolide di forma umana, piuttosto che contro un ragazza, ma c’è davvero poco che puoi fare al riguardo. Schivi, svicoli, devi, ti muovi a zig zag, alternando fughe repentine a piccole provocazioni. Sempre un po’ più vicino, sempre un pò più pericoloso, sempre u pò più trasformato.

Nel frattempo l’orologio fa il suo corso, ed un piccolo numero di curiosi raggiunge lo stadio, rimanendo affascinato dal vostro combattimento. Perché ormai non sono solo lievi spinte, o urti involontari. Liri ti carica con forza come un toro impazzito, e tu la schivi o la blocchi come meglio puoi. E dalla folla sentite provenire incitazioni, o addirittura persone che trattengono in fiato davanti a manovre particolarmente complesse.

Ma lo scontro è già deciso, nonostante tutti i lividi che hai accumulato, nonostante il naso rotto, nonostante la costola incrinata, hai comunque più forza e resistenza di lei, che a dispetto tuo non mostra alcuna ferita evidente, ma è immensamente stanca.

Dopo aver preso un profondo respiro, la ragazza sembra essere pronta a compiere il suo ultimo assalto.  Lentamente prende quota nel cielo azzurro del mattino. In alto, sempre più in alto, ad un’altezza dove l’aria inizia a diventare rarefatta. Alla fine non è che un puntino nel cielo, un puntino invisibile che si muove  in ogni direzione, lasciando tutti voi a seguirla con lo sguardo.

Hai già capito cosa abbia in mente, ma nonostante questo non puoi staccarle gli occhi di dosso. Hai troppa paura che cada, che possa rimanere uccisa in quell’ultimo folle piano. Quindi come tutti gli altri spettatori, anche tu rimane accecato, quando la ragazza si sposta, portandosi infine in una posizione che le consente di avere il sole alle spalle. Ed è in quel momento, quando la tua vista è completamente inutile, che un rombo di tuono fende l’aria.

La senti arrivare sebbene tu non la possa vedere, ma nonostante questo non ti sposti per evitarla. Sai bene che se dovesse mancarti finirebbe spiaccicata al suolo nella sua picchiata. Una picchiata che va oltre la normale velocità raggiungibile da una scopa, e a cui non sai dare un significato… ma non sei qui per questo. Rafforzando i muscoli del tuo corpo, ti prepari all’impatto venendo colpito solo qualche istante dopo dal manico di scopa della strega.

Il legno ti penetra la carne, e lo senti spaccarsi dentro di te in una miriade di schegge. Per un momento ti senti mozzare il fiato, e rischi di perdere l’equilibrio sulla tua scopa, quando la sua piccola voce ti raggiunge.

“Oh..”

Se n’è accorta anche lei. Se il suo manico di scopa è spezzato nel tuo stomaco, allora non può essere sotto di lei per sorreggerla. Le crepe lungo in legno si diramano per tutta la lunghezza del manico, fino a sgretolarsi sotto di lei, lasciandola in caduta incontrollata.

Un coro di urla spaventate si diffonde dal basso. Molti levano le loro bacchette pronti con incantesimi imbottiti e levitanti, ma nessuno di quelli sarà sufficiente. È troppa l’accelerazione che la ragazzina ha acquistato nella sua picchiata. Solo tu puoi salvarla. Solo tu puoi correre in suo aiuto, solo tu puoi evitare che muoia.

THUMP!

Il calore dentro di te si amplifica a dismisura, il mondo si ferma, così come si ferma il dolore. Ci sei solo tu, nel cielo infinito, mentre la tua HSS supera i suoi stessi limiti. Il tuo corpo si oppone, i tuoi muscoli si strappano, il tuo stomaco freme, ma nessuna di queste sensazioni raggiunge la tua mente, satura di potere al punto da desiderare solo la salvezza di Liri.

E così scendi in picchiata, più veloce di quanto abbia fatto prima la ragazza stessa, provocando uno scoppio dieci volte più potente del suo. Le impalcature dello stadio fremono ed il legno della tua scopa inizia a sgretolarsi mentre lingue di fuoco si accalcano nella tua scia.

Riesci a raggiungerla giusto poco prima che tocchi il suolo, ma questo non vi salva dall’impatto con il duro manto erboso. Puoi solo avvolgerla tra le tue braccia, assorbendo la maggior parte dell’urto, e finendo per rotolare insieme fino a fermarvi.

La magia scema da dentro di te, il tuo corpo si indebolisce, e la vista si appanna. Ciò nonostante senti che è viva, la senti stringersi a te e piangere come la bambina che sembra essere.

Lei ti ha attaccato, mutilato, quasi ucciso. E tu hai rischiato la vita per lei arrivando sul baratro della morte pur di salvarla. Non ti stupisce che stia picchiando il tuo petto con i suoi piccoli pugni gridando il solito interrogativo.

“Perche!? Perche!?!? PERCHE!?”

Sorridi mentre il mondo diventa solo un ammasso di ombre. E le tue dita sfiorano il suo viso.

“Perché così ho scelto…”

E poi è buio e nulla più.

…………………………………………………………………………

Sei certa sia morto, sei certa sia morto, sei certa, assolutamente certa, di averlo ucciso. Ricordi il sangue imbrattarti le vesti e formare una pozza sotto di voi, mentre i suoi occhi si chiudono e le sue mani ti sfiorano con quel loro tocco così gentile.

Non lo sopporti, lo detesti, vorresti non averlo mai incontrato! Perché non ti ha combattuto, perché si è limitato a difendersi affrontando la tua furia, perché non ha schivato quel tuo ultimo, prevedibile attacco. Ne era in grado, sai che lo era, altrimenti non l’avresti scelto come tuo compagno, ma allora perché? Perché infine sacrificarsi nonostante il corpo martoriato pur di salvare te!

Le tue ferite sono state sanate con un colpo di bacchetta. È bastato che la medimaga della scuola vi vedesse perché subito le tue ferite risultassero insignificanti in confronto alle sue. Ossa rotte, stomaco perforato, muscoli strappati, commozione celebrare, lesione alla spina dorsale. Si parlava di paralisi, perdita dell’uso della gambe, e nel caso peggiore morte.

Dall’ospedale San Mungo sono arrivati i migliori guaritori che avessero a disposizione, e tu hai contribuito chiamando a rapporto i guaritori della vostra clinica privata. Sono ore che lo operano, con l’ausilio di pozioni e antiche magie, eppure ancora non sai nulla.

Non sai neppure se sopravvivrà.

Il suo sorriso prima di chiudere gli occhi… le sue braccia calde e forti che ti stringono mentre colpite il suolo con forza. NO. Non puoi innamorarti di lui, lui è sposato, lui ha una moglie, una moglie bellissima con cui sono arrivati a fare c-cosacce perfino in aula! Eppure era li per te, per parlarti. Non ti ha evitato come fanno tutti, non ti ha lasciato sola, ha voluto che le vostre strade si incrociassero nuovamente. Forse per scusarsi forse… forse per dirti altro, qualcosa di più importante… potresti non saperlo mai…

Lacrime ti colano irrefrenabili lungo le guance, mentre ti chini stringendo le gambe al petto. Lui è il tuo compagno. Lo avevi scelto perché è forte, forte come te, ma non devi provare nulla per lui se non rispetto. È una regola della tua famiglia trovare un compagno che  vi supporti e riveli le vostre vere capacità, perché senza un compagno oltre il 50% della vostra magia è sprecata, inefficace… e tu oggi l’hai avvertita. Quella potenza inimmaginabile di cui parlano in continuazione gli antichi testi, quella forza proveniente dall’aver trovato il compagno ideale. La forza che ti ha permesso di colpirlo a morte con il tuo manico di scopa fin quasi ad ucciderlo…

E nonostante questo lui era li per te…

Stai ancora cercando di venire a capo dei tuoi sentimenti, delle tue emozioni, dei tuoi desideri, quando in lontananza senti dei passi. L’intero piano dell’infermeria è stato chiuso al pubblico, quindi solo il personale autorizzato può raggiungerti. Speri che sia un guaritore pronto a portarti notizie, ma quando la vedi arrivare il sangue ti si ghiaccia nelle vene. Non è un guaritore, è Célie, la ragazza francese che ti ha rubato… no, lei non ti ha rubato nulla, lui non era tuo.

Ingoi a vuoto un paio di volte, asciugando le lacrime sul tuo viso.

è colpa tua….” [francese]

Ti parla in francese, forse per l’agitazione, forse perché spaventata, forse perché sofferente, proprio come te… ma nonostante questo la comprendi. La tua formazione d’infanzia arriva in tuo aiuto in questo momento.

“Io…”

Non sai come giustificarti, hai di sicuro attentato alla sua vita, e non puoi negare che era proprio quello il tuo obbiettivo.

La ragazza francese alza una mano, asciugandosi anche lei alcune lacrime sul suo viso perfetto. Solo ora noti i capelli scompigliati, i segni delle unghie sul viso, gli occhi gonfi e lucidi. Ha pianto, si è disperata, ha sofferto… come ogni brava moglie farebbe.

Lui non sarà mai tuo.” [francese]

“Cosa?”

Strabuzzi gli occhi mentre le parole della francese ti penetrano in profondità.

Io ti conosco Liri, conosco quelle come te, perché anche io sono come te. Vuoi qualcosa che non ti appartiene, lo brami più di ogni altra cosa al mondo, e faresti di tutto per averla, ma lui non sarà mai tuo. Io sono arrivata prima, ho legato Harry a me in modi che non puoi minimamente comprendere… lui è solo mio! E se oggi ti ha salvato è solo perché è un uomo buono, un uomo giusto, lui non prova nulla per te. NULLA!” [francese]

L’ultima parola ti viene gridata contro con forza, e per un momento sei come morta. Una candela spenta da un vento impetuoso… ma la tua morte è solo apparente, finalmente hai trovato qualcuno che può starti vicino tenendo il tuo passo, qualcuno da cui non ti senti oppressa, ma confortata. Nonostante le condizioni disastrose del vostro rapporto, nonostante lui sia sposato, nonostante tutto… tu non ti arrenderai.

Determinata, come mai lo sei stata prima d’ora, ti ergi in tutta la tua non notevole altezza. La francese ancora torreggia su di te, ma la cosa non ti spaventa, non più.

“Io mi arrenderò… quando sarà lui a dirmi di non voler stare con me. Sarò sua compagna perché il destino così ha voluto. Non è nulla di romantico, non mi metterò tra voi in quel senso, ma non sarò nemmeno un’ombra rispetto a te. Temi le mie parole Célie Mine, perché le persone della mia famiglia non mentono mai!”

La ragazza appare stranita, come se fosse stata colpita da uno schiaffo, che in effetti potreste anche darle, proprio li, sulla sua bella faccina, ma invece della sfuriata che ti aspetteresti, lei sorride.

“Famiglia… non sai quanto hai ragione piccola Liri, noi saremo rivali come i nostri avi prima di noi. Così com’è destino che Henry sia tuo compagno, io ti dico che è destino che le nostre famiglie si odino ancora una volta… anche se ancora non puoi capirne il perché.”

Senza aggiungere altro la ragazza si allontana, e ad ogni suo passo un po’ della tua convinzione viene meno. Hai scelto la strada peggiore, la più difficile, e non capisci nemmeno se sia solo perché hai finalmente trovato un compagno, oppure perché il compagno che hai trovato sia anche l’amore della tua vita.

Arretri di qualche passo, la tua schiena colpisce li muro. Scivoli lentamente al suolo tornando nella posizione fetale da poco abbandonata. Qualche minuto dopo un medimago ti raggiunge.

“Signorina Lancaster, la prego di seguirmi… il paziente si è svegliato ed ha chiesto di lei.”

Trattieni il fiato. È vivo! Ed ha chiesto di te… un’ondata di nausea ti attraversa, mentre segui l’uomo nei corridoi del castello. Questa situazione non sai proprio come affrontarla.

……………………………………………………………………………

28 Settembre - La Tana

Quando l’ultimo raggio di sole, scompare dietro le colline in lontananza, senti finalmente i muscoli distendersi ed un sorriso spianare le rughe del tuo viso. In quell’ultimo mese tante cose sono cambiate. Hai finalmente ritrovato un barlume di vitalità, ed ogni giorno ti senti più sereno.

I tuoi parenti hanno accolto con sollievo la notizia che non andrai più a trovare Hermione in ospedale, e sembrano sicuri che questo sia un sintomo di guarigione. Che presto il tuo cuore ferito ritroverà la pace, e potrai riprendere la tua vita esattamente li dove l’hai lasciata.

Quanto sono ingenui. Con una mano ti scompigli i capelli rossi, rimanendo affacciato alla finestra in attesa. Sai bene che non tarderà ad arrivare, non lo fa mai. Lei, che tutti credono morta o in coma, ma che tu sai essere viva e vegeta.

Lei che è il motivo per cui non vai più in quei maleodoranti ospedali babbani. In fondo perché andare a trovarla se sarà lei a venire da te subito dopo il tramonto?

Sorridi quando in lontananza noti il primo movimento, una scia scura che fende l’erba alta sotto la collina di fronte la tua casa. Appena noti quello inizi con i preparativi. Con un cenno della bacchetta rompi la runa di controllo della casa, perché nessuno degli altri Weasley si allerti per l’arrivo di un intruso, con un leggero lumos dai il via libera alla tua vecchia compagna di classe, osservandola poi saltare agilmente la staccionata che ancora la separa dalla Tana.

E poi l’abilità straordinaria con cui si arrampica lungo il profilo dell’edificio, arrivando in pochi secondi fin sotto la tua finestra.

“Non mi inviti ad entrare Ron?”

La sua voce è addirittura più melodiosa di quanto non la ricordassi. Con un cenno d’assenso ti sposti dalla finestra, permettendo alla non più strega di entrare. Il suo corpo, al contrario della sua voce, è esattamente lo stesso dei tuoi ricordi, nulla di lei è cambiato, salvo gli occhi che ora tendono al rosso scarlatto.

Sul suo viso grazioso, e perlaceo, noti un’ombra di stanchezza, e subito ti fai avanti per supportarla. Lei si accascia tra le tue braccia lasciandoti guidarla fino al suo letto.

“Te l’ho detto Hermione, devi andarci piano con queste tue nuove capacità, non sai ancora bene come funzionano, potresti farti male e non accorgertene. Se vuoi posso provare a creare una passaporta per farti venire qui la sera, così non devi più correre per tutto il tragitto da Londra a qui.”

Lei ti sorride, e con il suo tocco freddo come la morte, ti scosta leggermente.

“Sto bene Ron, non sarà certo una corsetta ad uccidermi, non dopo che sono sopravvissuta ad un Dissennatore. Allora, hai trovato qualcosa? Hai letto i libri che ti ho consigliato?”

Tu sorridi, estraendo dal cassetto del comodino una fila di appunti scritti su pergamena.

“Questo è tutto quello che ho trovato, non sono ancora riuscito a capire come tu abbia fatto a divenire un vampiro dopo l’attacco del dissennatore, ma è evidente che qualcosa è successo. Forse quella sera stessa, o forse più tardi nell’ospedale. Questo non lo so, fatto sta che ormai non sei più umana, sei diventato l’unico essere vivente capace di sopravvivere senza anima. Ed io non posso che ringraziare Merlino per questo.”

D’istinto di protendi verso di lei, stringendola in un caldo abbraccio. Il suo corpo è freddo, quasi ghiacciato, ma non ti importa. Hermione è viva, Hermione è con te, Hermione che sei certo di amare più della tua stessa vita.

“Ron… sai di non potermi venire così vicino. Hai un odore così… intenso che potrei non controllarmi dal morderti. Per favore, fai qualche passo indietro.”

Sempre la stessa storia. Lo leggi dai suoi occhi tristi che anche lei non vorrebbe rompere quel contatto, ma ogni volta che ti avvicini più del necessario, i suoi occhi si infiammano di rosso. Lentamente ti fai indietro, osservandola riprendere il controllo.

“Sai di potermi mordere se hai bisogno di sangue…”

“Ron, ci siamo già passati. Non sappiamo che effetti avrebbe su di te. Potresti correre il rischio di diventare anche tu un Vampiro, ed è una cosa che non possiamo permetterci. Mi nutrirò come sempre all’ospedale, non appena ce ne sarà occasione. Adesso torniamo a noi.”

In soggezione osservi Hermione prendere gli appunti da te redatti, ordinandoli a seconda della loro varia natura. Poi è il momento del planning, della mappa concettuale e delle prossime mosse. Ogni sera cercate di andare un po’ più affondo alla questione, basandovi sui pochi libri presenti alla Tana.

Hermione vorrebbe che tu riprendessi a frequentare Hogwarts, in modo da avere accesso alla biblioteca, ma una volta lì le barriera della scuola, decisamente più potenti di quelle di casa tua, la terrebbero fuori impedendovi di vedervi.

Non sei pronto a questo, non ancora, non ora che l’hai appena ritrovata.

“Ron… Ron? Ma mi stai ascoltando?”

“Si scusa, mi ero perso nel guardarti. Ti ho già detto che sei bellissima?”

Le parole escono spontanee dalle tue labbra mentre la osservi arrossire. È incomprensibile come nonostante la non-morte lei possa ancora farlo, ma non dai nessun peso alla cosa. Hai perso anni prima di capire di amarla, e non vuoi attendere oltre.

“Ron, sai che è normale, i miei tratti da vampiro mi rendono più avvenente perché voi umani, le mie prede, vi avviciniate a me senza opporre resistenza. Non dire cose così sconvenienti senza pensare. Comunque ti chiedevo di Harry. Ti ha scritto?”

Ecco. Parla di nuovo di lui. I tuoi occhi si rabbuiano, la mascella si indurisce, mentre cerchi mentalmente di mantenere il controllo.

“No e ancora no. Hermione, forse non mi hai capito quando ti ho detto che lui è andato avanti. Ha una moglie ora, non ha più bisogno di noi, forse non ha mai avuto bisogno di noi. E ricordi le lettere dei miei fratelli? L’Harry che conoscevamo è morto con te quella notte, non so cosa lui sia diventato, ma non è più nostro amico…”

La tua rabbia verso il bambino-che-non-può-morire, trasborda da ogni sillaba avvelenata che pronunci. È colpa sua, tutta colpa sua, solo colpa sua. Non lo perdonerai mai, mai!

“Ma Ron… forse potrebbe aiut…”

“Aiutarci!?”

La tua voce supera i decibel consentiti dall’orario, ed un tonfo sordo vi avvisa che qualcuno si è appena alzato da qualche parte nella casa.

“Hemione, non hai bisogno di lui, noi non ne abbiamo bisogno. Tu hai me, ed io posso fare qualsiasi cosa facesse lui prima. Quindi basta, non lo nominare più. Per favore.”

Sei roso dalla gelosia, e sai che lei lo sa, ma non puoi farci nulla. I passi si avvicinano lungo la scala, mentre tu torni alla finestra spalancandola.

“Vai Hermione, continueremo domani. Non puoi correre il rischio che qualcuno ti scopra…”

Triste e sconsolata la vampira si avvia verso la finestra. Il suo sguardo è addolorato mentre ti fissa un’ultima volta prima di lanciarsi di sotto.

“Tu non sei come lui… ma puoi diventarlo… torna ad Hogwarts Ron, è quello il tuo posto….”

Quando lei scompare, la porta alle tue spalle si schiude leggermente.

“Ron caro, è tutto a posto? Mi era sembrato di sentire la tua voce….”

Con gli occhi spenti e spiritati di volti verso tua madre.

“Tutto bene mamma, ho solo avuto un incubo, torna a dormire…”

E così dovresti tornare ad Hogwarts… se anche lo facessi non sarebbe per i motivi che crede Hermione… ma forse… forse puoi far coincidere le due cose. Aiutarla e vendicarti… Chissà… Del resto la vita è imprevedibile, e nessuno lo sa meglio di te. Vero Ron?

…………………………………………………………………………………

N.D.A. Rieccomi signori con un nuovo capitolo di "The Darkest Night". Vi sono mancato? Sono sicuro di si, e prima di passare a qualche spiegazione per il capitolo, voglio iniziare con il dirvi che mi dispiace per il ritardo. Purtroppo l'università mi sta succhiando la vita, è c'è davvero poco che io possa fare in merito. Sto scrivendo quando posso, a anche così mi è impossibile portare avanti tre storie, quindi la mia altra storia, "The Worst of Evils", è ufficialmente in pausa, fino a che la situazione non si sbroglierà un pò. Detto questo c'è poco da spiegare sul capitolo, ho voluto focalizzare l'attenzione su Liri che aveva perso un pò di tono, ho lasciato qui e la qualche altro indizio sulla famiglia di Liri e di Célie, ed ho deciso che quando Célie parlerà unicamente in francese, non metterò una traduzione fatta con il translator (per non offendere con la mia ignoranza della lingua qualche savio), mi limitero a mettere il discorso in corsivo. Per quanto riguarda la parte su Ron, ho cercato di giocarmi il personaggio più fedele possibile all'originale, con le ovvie conseguenze psicologiche dell'aver perso e poi ritrovato Hermione, ciononostante potrebbe essere forse un pò OOC. Per questo chiedo venia. Il capitolo doveva includere un altro piccolo paragrafetto che aggiungeva un pò di mistero alla vicenda tutta, ma ho deciso di ometterlo, spero non vi spiaccia. Detto questo non mi rimane che ringraziare LadyRiddle e Minus per il continuo e costante supporto alla mia storia, ed ovviamente tutti voi Fan che con le vostre recensioni mi motivate a continuare. Al prossimo capitolo, che spero di scriver il prima possibile. Bye dal vostro Bumbix di quartiere

Ps. Per chi volesse ho creato un account facebook appositamente per efp. Si chiama Bumbix Efp. Aggiungetimi ^_*

 

   
 
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