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Autore: SplendidoDiavolo    03/07/2014    4 recensioni
Sono qui che ripenso alla mia trascorsa giovinezza, ai miei gironi felici...sono qui che ripenso a lei. Semplicemente perchè quando penso a lei mi ritorna il sorriso e, finalmente, ritornano anche le lacrime. Ma sono lacrime di nostalgica gioia, di commozione.
Ed ora narro i miei suggestivi ricordi, le mie memorie, allo spoco di rivelare a tutti coloro che meritano di sapere quello che era il nostro irraggiungibile segreto. Il mio segreto e il segreto della grande donna di cui sto scrivendo, Oscar François de Jarjayes. Coraggiosa, bella ed intelligente. La mia maestosa rosa bianca...il mio primo, inteso e struggente amore.
Genere: Introspettivo, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yuri | Personaggi: Oscar François de Jarjayes, Rosalie Lamorlière, Un po' tutti
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Triangolo
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Con la schiena frustata e lo sguardo basso mi dirigevo a casa.

Speravo solo che mia madre si fosse gia' assopita, poiché il sangue sul mio misero abito era evidente, ed io non ce la facevo proprio a dare a maman un dispiacere così grande. Era gia' così divorata dalla malattia che un colpo del genere l'avrebbe solo fatta stare peggio.

Mia sorella aveva tentato di uccidermi...colei con cui avevo condiviso l'infanzia, le gioie e i dispiaceri, colei il cui sangue scorreva nelle mie vene, aveva tentato di farmi ammazzare. Ormai si stava trasformando in un'altra persona, non era più la Jeanne che avevo conosciuto e amato. La compiangevo e la compativo allo stesso tempo, era una dama ormai, una terribile, ostinata e crudele dama come tutte le altre.

''Cosa farò domani? E dopodomani? E il giorno dopo? Non abbiamo più un soldo a casa...la mamma deve mangiare.'' pensavo mentre cercavo di immaginare qualche idea per guadagnare un po' di denaro.

''Sono stata troppo ottimista...come tutti, credevo che le cose si sarebbero sistemate con l'arrivo dei nuovi sovrani, ed invece no: c'è poverta ovunque.''

Ed in effetti, dall'incoronazione di Luigi XVI, non era cambiato molto. Il periodo di gioia che aveva seguito la morte del vecchio Re era stato ben presto rimpiazzato da un senso di realismo e consapevolezza che le cose non stavano certo migliorando. Non sarebbe stata una regina graziosa e soave che avrebbe salvato i poveri dalla fame, ma una figura magnanima e comprensiva verso il popolo, figura che non ci era ancora stata data.

In quel momento, in balia dei miei pensieri, mi scontrai con uomo, che cadde a terra. Era grasso e chiaramente ubriaco, sembrava un aristocratico da come era vestito, aveva una bottiglia di vino nella mano destra e con lo sguardo perso cominciò ad inveire contro di me:

-Stai attenta, ragazza! Guarda dove metti i piedi! E...-

-Oh, chiedo scusa..e-ero un po' di-distratta...ma vi prego, perdonatemi!- Tentai di scusarmi, ma l'uomo, non appena fu in piedi, cominciò a guardarmi...e il mio viso non era l'unica cosa che egli fissava.

-Bene, bene...ma sei proprio una bella ragazzina, lo sai? Non sei di certo adatta a questi stracci! Sai che puoi farmi felice, ragazza? Dai, avanti, vieni a casa mia stanotte! Ti darò tanti soldi!-

Ero sbigottita ed imbarazzata allo stesso tempo. Certo, a Parigi erano in molte le ragazze che venivano pagate per spogliarsi, ma io? Io, una prostituta? Cosa gli era saltato in mente?!

-Ma...cosa?!

-Su, vieni! Ti darò un sacco di danari!- L'uomo mi afferrò il braccio con forza e mi tirò a sé, ero spaventata ed arrabbiata.

-Ma...ma per chi mi avete presa, signore?!- Esclamai e mollai sul suo viso un energica sberla.

Egli barcollò incertamente -Ma come hai osato, lurida sgualdrina!

A quel punto arrivò un altro signore che aveva tanto l'aria di essere un suo sottomesso e lo chiamò con il nome di 'Conte Mirabeau', fu solo allora che mi resi conto che stavo avendo a che fare con un nobile, un uomo molto importante.

Il signore che lo aveva chiamato gli disse che io non ero certo una ragazza da frequentare e lo portò via.

Ero così confusa, mi stesi a terra in preda allo sconforto più totale. Cosa dovevo fare? In quel momento l'unica soluzione concreta sembrava quella di vendere il mio corpo per soldi...che vergogna, non esisteva destino più infame.

''Soldi...Ti darò molti soldi...soldi'' Le parole di quell'uomo mi rintrovano nella testa e non riuscivo a spegnerle, non ruscivo a cacciarle via.

-Oh, maledetti soldi...eppure ne ho bisgono...-

Sarei stata capace di fare qualsiasi cosa per la mia maman, non potevo lasciarla morire...era malata, affamata e, anche se ero solo una bambina, la responsabilita' era mia...Avrei abboandonato tutta la mia dignita e il mio amor proprio pur di provvedere alla mia adorata madre.

-Se...se posso guadagnare dei soldi...- sussurrai tra me e me, singhiozzando per lo sconforto.

Disperata, vidi una carrozza sfarzosa avvicinarsi a media velocita', andava abbastanza lenta da poterla fermare, era la mia occasione. Ero molto titubante, ma con il senno di poi non avrei mai potuto fare scelta migliore.

Corsi verso la vettura in movimento -Vi prego, vi scongiuro, fermatevi!- urlai al cocchiere, allora udì una voce la quale ordinava l'arresto della carrozza.

Il cocchio si fermò ed io mi avvicinai al finestrino, così appurai con sorpresa che nella carrozza c'erano due aitanti giovanotti.

Di questi, uno in particolare aveva catturato la mia attenzione...capelli color dell'oro, meravigliosi occhi celesti, sembrava un angelo. Egli indossava una divisa da comandante e mi guardava perplesso ed incuriosito. Si vedeva benissimo che era nobile di nascita e che sicuramente ricopriva un ruolo importante a palazzo, vista la sua uniforme così sfarzosa.

-Ah...ehm, signore...- inesperta ed inibita cominciai ad arrossire poiché non sapevo quali parole usare per confessare ciò che dovevo fare.

-Cosa c'è, mh?- chiese lui, con tono pacato.

-Io...ehm, io...- Alla fine mi decisi a parlere -Ah, ehm...compratemi per una notte...sono disposta a tutto.- dissi sottovoce con le mani incrociate in segno di supplica.

Vidi la faccia del comandante riempirsi di divertimento, cominciò a ridacchiare ed il suo riso sfociò infine in una grande risata. Io non capivo.

''Che bisogno c'è di ridermi in faccia?...Questa cosa è gia' molto imbarazzante...'' pensai. Il mio sguardo perplesso era posato su di lui, avvertii che parlargli mi provocava una sensazione di calso e d'ansia, ma non avrei mai potuto neanche solo immaginare ciò che l'affascinante nobile stava per confessarmi.

-Questa è bella!- rise -No, no, ti stai sbagliando. Indosso un uniforme, ma sono una donna, non potrei mai...-

E solo allora mi soffermai a guardare meglio i suoi lineamenti, il suo tono di voce non era certo quello di un uomo. Abbassai lo sguardo, in preda alla vergnonga. La mia prima volta e gia' sembravo un fallimento totale. Non volevo piangere ma le lacrime premevano sui miei occhi chiusi e alla fine le mie palpebre cedettero. Mi inginocchiai a terra e mi coprii il viso con il grembiule per l'imbarazzo.

I due dalla carrozza avevano smesso di ridere -Ma che ti prende?- mi sentì dire.

-Ahi, ahi! Qui c'è una prostituta molto sensibile.- esordì il comandante, tentando sdrammattizzare la situazione.

Sentì i suoi passi scendere dalla carrozza.

-Su, su...sei troppo carina per essere una prostituta.- disse dolcemente. Ricordo che sorrideva...era un sorriso compassionevole e comprensivo,uno di quei sorrisi che capita poco frequentemente di vedere nella vita. Ella, poi, si inginocchiò vicino a me.

-Ora calmati, ragazzina, dimmi come ti chimai?-

-Io...io mi chiamo R-Rosalie...- balbettai, singhiozzando e tenendo il grembiule sempre più premuto sul volto.

Il comandante mi prese le mani nel tentativo di liberarmi il volto dal grembiule, ed io, che di forza ne avevo ben poca, cedetti.

-Quanti anni hai, Rosalie?-

-Ho...ho 12 anni.-

Rimase zitta per qualche secondo, era chiaramente sbigottita. -Ma sei una bambina!- esclamò con un tono malinconico ed amareggiato.

Guardò il suo amico nella carrozza con fare atterrito e poi tornò a concentrarsi su di me.

-Non piangere. Ora dimmi perchè stai facendo simili sciocchezze.- il suo tono di voce era serio e preoccupato.

-Mia madre sta morendo!- Urlai con decisione. Per la prima volta lo guardai negli occhi, senza timore. Sì...ricordo, ricodo bene che lo fissai per pochi secondi ma intesamente, con furore, rabbia, rimorso e frustazione.

-E'...è molto malata e non può lavorare! Io non riesco a trovare impiego in nessun posto...a casa non abbiamo di che sfamarci!- dissi e ricominciai a piangere ancora più forte, fu allora che sentì la sua mano posarsi sulla mia spalla.

-Smettila di disperati e stai tranquilla.- mi sussurrò con voce piena di premura -Ascoltami bene. I momenti brutti nella vita eistono per tutti noi, piccola Rosalie...ma ricordati sempre che prima o poi, presto o tardi, tutto passa. Il signore ti sta mettendo alla prova e tu devi superare questa sfida, fallo in nome della tua fede.-

Non risposi, non sapevo che dire...era stata gentile, aveva detto cose giuste e sensate, ma io rimasi muta. Feci solo un cenno con il capo, come a dire ''ho capito''.

A quel punto chiese all'altro signore nella carozza di prestargli dei soldi e subito dopo pose nel palmo della mia mano destra una moneta d'oro.

Appena vidi quel danaro cessai immediatamente di piangere, la disperazione aveva fatto spazio alla sorpresa e poi alla gratitudine.

-Oh, ma...ma è una lira! La prima volta che ne vedo una!- esclamai emozionata -Io...io davvero non so come ringraziarvi!-

-Non devi ringraziarmi, Rosalie, confida sempre nel Signore e vedrai che tutto si sistemera'...Addio.- continuai a fissare la moneta luccicante e splendida quando egli mi chiamò di nuovo -Ah, senti...- mi disse subito prima di salire in carrozza -Non fare mai più una stupidaggine simile, capito?- Furono le ultime parole che udì da lui prima che il cocchiere frustò i cavalli e diede loro l'ordine di far ripartire il cocchio.

Quella fascinosa estranea era stata così magnanima e gentile con me, ed io non le avevo nemmeno chiesto il suo nome.

Da quel giorno un filo di speranza si stanziò nel mio cuore...se esistevano persone così generose al mondo, allora, non tutto era perso e valeva la pena di continuare a lottare.

 

 

 

Angolo della scrittrice:
Barcollo ma non mollo, eh! Seriamente, non riesco a capire questo cavolo di grassetto, non riesco a toglierlo. Hahaha, spero che questo capitolo vi sia potuto piacere. A presto!

 

 

 

 

  
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