Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: SaraMudo    04/07/2014    2 recensioni
Harry ed Hermione viaggiano nel tempo con l'intento di "salvare" il Signore Oscuro da un destino che porterà sofferenza e dolore. Si fermano nell'anno 1941, quando Voldemort era soltanto un ragazzo di 15 anni chiamato ancora Tom. Questo è l'anno in cui aprirà la Camera dei Segreti e si macchierà del sangue di un primo omicidio. Ma forse c'è speranza di salvarlo, di liberare la sua anima tramite un sentimento più forte del potere e più letale della morte, l'amore. Un sentimento che a Tom è stato negato e a sua volta rifiutato e che lo trasformerà in un brutale serpente dal sangue e cuore freddo. Il loro arrivo dovrà riuscire a deviare questo percorso del Signore Oscuro ma se falliranno il Male dovrà essere estirpato alla radice.
Genere: Azione, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altro personaggio, Harry Potter, Hermione Granger, Tom O. Riddle | Coppie: Harry/Hermione
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: Dai Fondatori alla I guerra, Da V libro alternativo
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
31 Agosto 1996 09.20, La Tana
Harry guardò un ultima volta lo specchio, aggiustò un ciuffo ribelle che gli copriva l’occhio sinistro e infilata la bacchetta nella tasca posteriore del jeans blu notte si diresse vero la scalinata a pioli che conduceva la zona notte della Tana al salottino e alla cucina. Ron intanto, svuotando quasi del tutto il contenuto del vecchio armadio intarlato, imprecava maledizioni contro la signora Weasley per non avergli lavato una canotta da almeno una settimana.
-Miseriaccia Harry! Vai a dire quella che non ho messo io le CaccaBombe durante il tè con Charlie? Maledetti quei due che sono in grado di materializzarsi e sono scappati appena in tempo!- Raccolse la maglietta macchiata e buttata sul pavimento – Avevo questa schifezza quando è successo e avrei voluto indossarla anche oggi ma senti che odore, penso sia sterco di ippogrifo!- Harry arricciò il naso -Dai Ron, lavala, che schifo!- - Ma non mi va! Lo deve fare mamma! E poi mi è venuto in mente uno scherzo geniale da fare a Ginny! – gli rispose facendo un ghigno che gli conferiva un espressione più stupida che diabolica. -Fai come vuoi- disse l’amico stanco di aspettarlo e di vedere quante attenzioni stesse stranamente rivolgendo l’amico al proprio abbigliamento. – Basta che ti sbrighi a scendere o tua madre non ti laverà magliette per un altro mesetto.- - Si, ora arrivo, magari se avessi qualcosa di decente o anche pulito da mettermi sarei già pronto, tu intanto inizia a scendere.- disse Ron.
 Harry non se lo fece ripetere due volte e scese i gradini cigolanti più in fretta di quanto avrebbe dovuto. Salutò Ginny passando dalla sua stanza che probabilmente un tempo doveva avere le pareti di un bel viola acceso ora tendente a un lilla spento e lei gli rispose di sfuggita: – Ciao, c’è Hermione in cucina, dice che deve parlarti.- Il viso di Harry si allargò per far posto ad un piccolo sorriso. Detto ciò la ragazza si rimise a scrivere una lettera e a canticchiare una melodia soft rock proveniente dal post delle Sorelle Stravagarie. Dall’inizio dell’estate Ginny se ne stava tutto il giorno a rispondere, sdraiata sul suo letto, alle innumerevoli lettere che Hector le consegnava, facendo continui sorrisi e risate. Probabilmente spettegolava con le sue amiche di Tassorosso e Grifondoro o rispondeva a tutti quei ragazzi che le andavano dietro dall’anno scorso, tra cui ce n’erano anche alcuni particolarmente viscidi e assillanti della casa di Serpeverde. Harry dedicò un breve sguardo alla ragazza, domandandosi perché avesse tanto successo tra i suoi compagni. In effetti la Weasley era molto carina, aveva un fisico sodo e i capelli ramati facevano da cornice al viso chiaro dai lineamenti delicati. Ma tuttavia questi dettagli non attiravano Harry, gli sembravano ancora molto acerbi e inoltre non poteva fare a meno di rivedere in lei quella bambina che gli sorrideva timidamente di fronte al binario 9¾. E poi non era la sua ragazza ideale, era un po’ troppo infantile, aveva interessi troppo distanti dai suoi ed era la sorellina di Ron, insomma era troppo immatura. Lui invece aveva bisogno di una persona sveglia, che non pensasse soltanto a spettegolare o a fare la classifica dei più carini di Hogwarts, una ragazza che fosse quasi una donna, che riuscisse ad aiutarlo a combattere i demoni del suo passato e a sconfiggere il dolore che spesso si rifletteva nelle sue iridi azzurrine. Doveva essere coraggiosa, pronta sempre ai pericoli, che in sua compagnia erano sempre dietro l’angolo, conoscere molti incantesimi per le difficili situazioni e perciò essere dedita allo studio. Ovviamente carina ma di una bellezza non convenzionale, un po’ nascosta e che non appena si fosse rivelata era impossibile non innamorarsene.
“Ma chi voglio prendere in giro?” Pensò Harry. “Questa non è la descrizione della mia ragazza ideale ma di una in particolare …”
“Perché è lei ...”
“Solo lei …”
“Che si insinua dolcemente nei miei pensieri.”
 “Prima compare il suo viso, con i suoi occhi nocciola, anzi no, cioccolato, sembrano sorridermi, e poi la sua bocca dalla linee così morbide, ora quasi sempre stirata da un sorriso, per mostrare la nuovi dentatura regolare e bianchissima.”
“E poi il mio sguardo si sofferma su quel suo corpo sinuoso, sofficissimo al tatto, bellissimo da abbracciare, da toccare, da baciare … Quanto lo desidero certe notti, accanto a me, nel piccolo lettino, coperto solamente dal pile e stretto al mio. Giro la testa, voglio prendere gli occhiali per poterlo osservare meglio, ma il mio sguardo incontra il viso di Ron, con quell’espressione stupida per la bocca continuamente spalancata. Così beato, innocente, ignaro che il suo migliore amico si è appena fatto la donna che desidera da sempre proprio nel letto accanto al suo …”
E allora Harry smette di fantasticare, si sente un verme, se solo Ron divenisse un Legilimens e potesse scoprire che essere schifoso è in realtà il suo caro Harry. “Non ne sarebbe mai capace, Weasley a malapena sa fare un Wingardium Lewiosa.”
“BASTA!”
Gridò Harry rivolgendosi a quella parte oscura della sua mente.
“Non sono in me! Io non posso odiare Ron ed essere attratto da lei …”
“Devo dimenticare tutto ciò e nascondere questi pensieri, faranno male a me e a coloro che mi stanno più vicini.”
“Devo dimenticarla …”
“Ma prima voglio darle un ultimo sguardo, voglio ammirare quel corpo nudo e stupendo steso sul mio letto.”
“Il corpo di lei.”
“Lei … La mia Herm.”
-Buongiorno Harry caro!- la voce allegra di Molly Weasley diede una scossa al ragazzo, che aveva finalmente terminato la lunga scalinata, spezzando i suoi sogni più nascosti e riportandolo alla realtà. – Abbiamo una sorpresa per te!- continuò lei, e con i suoi soliti modi un po’ bruschi afferrò Harry per un braccio e lo condusse nella cucina/sala da pranzo. La lunga tavolata di legno ospitava i gemelli Fred e George, Percy e Arthur che dialogava animatamente con qualcuno posto alla sua destra.
-Buongiorno a tutti- disse Harry rivolgendosi ai presenti. Dalla spalla del signor Weasley spuntò un viso leggermente abbronzato che gli rivolse un sorriso a trentadue denti. - Harry!- esclamò entusiasta - Da quanto tempo!- Hermione saltò in piedi e buttò le braccia intorno al collo dell’amico. – Scusami se non sono venuta al tuo compleanno, ma i miei avevano già prenotato l’aereo per quella noiosissima vacanza in Spagna! – disse sbuffando -Ti è arrivato il mio regalo?- Harry annuì. – Hermione solo tu puoi andare in Spagna e annoiarti! Non c’è stato nessun babbano che ti veniva dietro e tu gli hai rifilato uno dei nostri scherzi?- disse George, offrendole poi una Pasticca Vomitosa. – No grazie George e comunque no, mi sono concentrata soprattutto sui magnifici monumenti presenti nelle città e solo gli ultimi giorni ho visitato le noiosissime isole, piene di adolescenti brufolosi che esagerano ogni sera con la tequila!- gli rispose lei, facendo una smorfia disgustata. Poi il suo viso si fece serio e si rivolse nuovamente ad Harry. – Devo parlarti urgentemente- -Dimmi- le disse lui, guardandola negli occhi e sentendosi improvvisamente perso. – Non qui, dobbiamo essere soli.-
Le gote di Potter si tinsero di un leggero rosa quando Hermione gli aveva preso la mano per portarlo nel salottino. Ovviamente aveva supposto per qualche secondo che la ragazza volesse fargli una specie di dichiarazione riguardo l’amore folle che lei nutriva nei suoi confronti ma che voleva mantenere segreto per la loro amicizia e per Ronald. Forse aveva già tentato di avvertirlo donandogli un mese prima un volume di un babbano ottocentesco chiamato Dickens.
 Spero che nonostante la tua pigrizia e i numerosi tornei di Quidditch che probabilmente stai facendo alla Tana, riuscirai a dedicare un po’ di tempo ad uno dei miei libri preferiti.
La tua Herm.
Una lettera, insolita per la lunghezza, dovuta alla fretta per il viaggio, recitava queste semplice parole. Harry l’aveva riletta parecchie volte cercando disperatamente un indizio per capire se Hermione in qualche modo ricambiasse il suo sentimento. Quel “la tua  Herm” poteva rappresentare una firma d’amore e volteggiava nella sua mente ripetendosi centinaia di volte. Ma in fondo la sua scrittura era stata così semplice e scarna, una ragazza innamorata solitamente non dedicherebbe capitoli e capitoli di dediche e lettere smielate da rivolgere al suo amato?
Ovviamente aveva letto anche il libro trovandolo molto appassionante soprattutto per la condizione di orfano che lo accomunava al protagonista ma che fortunatamente non aveva mai vissuto allo stesso modo. In parte anche se minima doveva ringraziare i suoi zii, i quali infondo l’avevano accolto a casa loro permettendoli di non finire in un orfanatrofio ma soprattutto Hogwarts che l’aveva  portato non solo alla conoscenza della magia ma anche alla comprensione di un sentimento che era sempre stato un ancora di salvezza nei momenti duri rappresentando qualcosa per cui lottare: l’amore. Un affetto che in quegli anni aveva dato e ricevuto a sua volta da alcuni compagni Grifondoro e da Hagrid, Silente, Sirius, Ron, gli altri Weasley ed … Hermione. Lei era sempre stata pronta ad aiutarlo, gli porgeva continuamente una spalla su cui piangere e sapeva tirarli su il morale quando ne aveva bisogno, insomma, dopo Ron era la sua migliore amica. Ma ora tutto stava cambiando e passione e desiderio lo tormentavano sempre di più.
“Smettila , Hermione ti vede solo come un amico e non fare in modo che possa cambiare idea.” Lo contestava la parte più razionale della sua coscienza. “Sì Herm mi ha regalato il libro solo per farmi un pensiero carino e quella firma non significa nulla.” Mentiva anche quella parte dell’anima così fortemente attratta da lei, per poi tornarlo a tormentare dopo pochi minuti.
-Qui va benissimo Molly, grazie. – Hermione si posizionò su un divanetto posto in fondo al salone accanto a una finestrella che illuminava debolmente quel lato della stanza. – Vi lascio soli allora.- Molly sorrise e ritornò in cucina, chiudendo la porta alle sue spalle, prima Harry però non era riuscito ad evitare lo sguardo di malizia e il pollice sollevato di Fred e aveva sentito il pigro “Ciao” accompagnato da un “Ma veramente c’è Herm?” contenente una punta di ansia nella voce di Ron.
Un nodo gli strinse lo stomaco.
Quando era iniziata quella folle attrazione per Hermione?
Con precisione non lo sapeva, sicuramente durante l’anno scolastico. Ricordava però che all’inizio gli piaceva la Chang, quel suo sguardo spento, quel demone che imperversava dentro di lei e quell’essere consapevole del dolore della perdita di ciò che ci è più caro erano stati elementi che uniti a una piccola cotta dell’anno precedente l’avevano fatto credere di essere innamorato della ragazza dai delicati occhi a mandorla. Ma poi qualcosa si era risvegliata dentro di lui durante le lezioni di Occlumanzia svolte con Piton e viaggiando negli angoli più remoti della sua mente una dura verità era stata portata alla luce: una parte di lui era follemente attratta da Hermione Granger.
Non appena la porta si chiuse accompagnata da uno scricchiolio, Hermione iniziò a trafficare con il borsone che aveva portato con sé. Harry se ne stava muto a fissarla, incapace di esprimersi come un tempo.
“Niente sarà più come un tempo.”
-Eccola!- La ragazza sventolava una piccola letterina rilegata da un fiocchetto rosso. – Era sotto il mantello e non riuscivo proprio a vederla!- -Allora ti fermerai qui prima dell’inizio della scuola?- Disse Harry osservando l’eccessiva quantità di roba che tentava disperatamente di fuoriuscire dal suo borsone. – Noto con piacere che nessuno dei gemelli ti ha fatturato la lingua, comunque no, io e te andremo ad Hogwarts un po’ prima del previsto- rispose lei con una punta di eccitazione nella voce. Sventolò la lettera, Harry notò che aveva il tipico sigillo ad H della scuola, gli ricordava molto la lettera ricevuta cinque anni prima, quando ancora non conosceva quel meraviglioso mondo che gli avrebbe dato così tanta magia e gioia ma al tempo stesso fardelli e responsabilità.
Hermione gli porse la lettera. -Leggila tu, io l’ho già fatto, anche se non avrei dovuto-disse lei abbassando lo sguardo. -Silente ne ha inviata solo una in modo tale che la leggessimo insieme, ma la curiosità mi divorava!- Il pollice di Harry tastò l’incarto ruvido della busta, la aprì e le parole riversandosi come un fiume nero in piena recitavano:
Egregi Signor Potter e Signorina Granger,
La Scuola Di Magia e Stregoneria Di Hogwarts desidera comunicarvi che un prestigioso merito è stata riservato agli studenti che hanno passato gli esami annuali G.U.F.O. con la valutazione di Ogni Oltre Previsione in Difesa Contro le Arti Oscure.
Gli studenti sono invitati a recarsi agli albori di Settembre nel mio ufficio. Il materiale per il successivo anno scolastico non è necessario, siate soltanto muniti di bacchetta.
Non preoccupatevi per il velo di mistero che copre questo comunicato, tutto vi sarà spiegato a tempo debito.
Non divulgate la notizia, è necessario che ne siate consapevoli voi e la persona incaricata ad accompagnarvi che nel vostro caso è il Signor Arthur Weasley.
Cordiali Saluti.
P.S.: Sareste così gentili da portarmi quei deliziosi biscotti all’arancia di un’ azienda francese non-magica, da quando li ho assaggiati in un caffè parigino, non riesco davvero a farne a meno e li desidero così tanto che sono la nuova parola d’ordine per accedere al mio ufficio!
Albus  Percival Wulfric Brian Silente.
 
Harry lesse le parole del professore tutte d’un fiato e non appena terminò di pronunciare il suo lunghissimo nome, la lettera prese improvvisamente fuoco.
-Lo sapevo!- esclamò Hermione. – Avevo capito che era in qualche modo stregata, ma non capisco il perché! Non è scritto nulla di strano, e poi perché non si dilunga? Perché è necessaria solo la bacchetta? Anche se io ho portato ovviamente le mie cose e consiglio di farlo anche a te. Chissà chi altri sono gli studenti che hanno avuto il merito, spero non Clarissa Lawrence, quell’odiosa Corvonero. E poi ricordo che molte persone hanno avuto un buon risultato ai G.U.F.O. l’anno scorso, anche per l’aiuto dato dall’Ordine, quindi non dovrebbe esserci un tale“velo di mistero”! Uffa non ci capisco niente! Forse dovremmo parlare con il signor Weasley.- Hermione saltò in piedi, fece segno ad Harry di seguirla. – Harry sta attento a non farti sfuggire nulla con Ron, Silente ha specificato la massima segretezza.- Harry annuì. Entrati in cucina, tutte le teste rosse si girarono verso di loro, Ron li guardò di sfuggita, intinse il frollino nel caffè e latte e pronunciò mentre masticava un debole “ciao herm”. Lei lo salutò con un cenno della mano. Harry sorrise. Ron gli aveva recentemente confessato l’attrazione per Hermione, ma allo stesso tempo aveva amaramente detto che non sarebbe mai successo nulla tra di loro: lei era troppo lunatica, incomprensibile e talvolta molto fredda nei suoi confronti, e anche se era davvero diventata una gran figa probabilmente non valeva la pena andarle dietro perché molto probabilmente l’avrebbe rifiutato. – Trarrò le mie conclusioni vedendo come si comporterà quando ci rivedremo al binario e se farà la fredda potrà andarsene anche a fanculo!- Aveva poi concluso Ron. E ovviamente ora Hermione si era comportata come suo solito nei confronti del rosso, perciò Harry sperava che l’amico avesse capito e che la lasciasse finalmente in pace.
Lei è mia! Ficcatelo in testa Ronald Weasley!”
Anche l’anima del Prescelto talvolta poteva macchiarsi di quella macchia scura chiamata gelosia.
-Ti consiglio di fare i bagagli Harry caro, tra poco si parte!- Le parole del signor Weasley lasciarono sbigottiti Harry ed Hermione e a quanto pare anche gli altri componenti della famiglia.  – Ma … Ma signore, di già, la lettera...- rispose Harry. – Quale lettera?-Intervenne prontamente Ron con un il viso corrucciato. Fu Hermione a salvare la situazione, dopo aver rivolto uno sguardo torvo ad Harry: - Ma è la lettera a proposito del materiale scolastico da acquistare- disse Hermione abbozzando un sorriso. – Ci è stata recapitata in anticipo per errore e avremmo voluto aspettare che arrivasse anche le tua e quella di Ginnny per andare tutti insieme a Diagon Alley, ma Arthur ha insistito tanto per recarci già oggi a fare gli acquisti…- -Ma pà, voglio venire anche io a Diagon Alley, ti prego portatemi con voi!- piagnucolò Ginny. – Cara che bisogno ce ne sarebbe, niente del materiale da acquistare ti serve, prenderai quello dei tuoi fratelli.- le rispose il padre concludendo poi con un sospiro. – Ma è vecchio e logoro, mi fa schifo! E poi ho bisogno di vestiti nuovi.- continuò poi la ragazza. -Lo vuoi capire cara che ci rimane solo qualche misero zellino!- sbottò poi Molly che reggeva il piccolo baule di Harry, facendo ammutolire la ragazza. Poi cambiando totalmente io suoi modi, rivolse a Harry un largo sorriso. -Tieni mio caro, ti ho voluto fare le valigie, visto che non puoi ancora usare la magia, ci avresti messo il doppio del tempo.- Harry la ringraziò. Intanto Ron aveva nuovamente abbassato la testa sulla sua colazione, non sembrava contrariato come la sorella all’idea di andare in giro per i negozi, preferiva godersi i suoi ultimi giorni di letargo rimanendo a casa e mentre i ragazzi si stavano incamminando mormorò solo un : -Ci si vede presto.- E Arthur prontamente gli rispose: - Penso di no Ron, Harry andrà poi a stare con i suoi zii e Hermione ritornerà a casa. – Ron guardò storto Harry come a dirgli “Ma veramente?” e l’amico fece spallucce. –In questo caso allora … - Si alzò dalla sedia con grande sforzo, diede una pacca sulla spalla ad Harry e salutò Hermione guancia contro guancia. Un brivido attraversò la schiena di Harry ma la voce incitante del signor Weasley lo fece scomparire. Ringraziò e salutò tutti i componenti della famiglia, dirigendosi poi verso il camino e impugnando la polvere verdastra citò il nome di una locanda a lui sconosciuta dettatagli da Arthur: -Il filo di Ariana!-
Catapultandosi in un vortice di suoni e colori Harry si ritrovò in un luogo che aveva un qualcosa di famigliare. La stanza era cupa e grigia ed era del tutto spoglia di ogni ornamento, nonostante ciò Harry ci mise ben poco per riconoscerla: era il secondo piano del locale Testa di Porco, dove si erano tenuti pochi mesi prima le riunioni dell’Ordine! Ma perché si era ritrovato ad Hogsmeade? Non era diretto ad una locanda di Diagon Alley? Aspettò meno di un minuto e il viso gioviale di Arthur sbucò dal caminetto, raggiunto poco dopo da Hermione, che appena arrivata intuì il luogo in cui erano stati catapultati e domandò: -Ma signore, che ci facciamo ad Hogsmeade?- -Stiamo andando ad Hogwarts, non avete forse letto la lettera di Albus?- -Sì, ecco a proposito della lettera, mi dovrebbe spiegare qualche passaggio che mi sfugge, come … - Il signor Weasley interruppe quel vortice di parole, replicando: -Tutto vi sarà spiegato a tempo debito.- Hermione allora si ammutolì. Scesero le scale e Arthur accennò un saluto all’anziano proprietario intento a pulire il bancone intarlato. L’uomo alzò il capo appena, il suo volto era ricoperto da una lunga barba grigia che nascondeva i lineamenti e Harry riuscì a guardarlo appena di sfuggita. Si ricordò poi dello strano nome che aveva pronunciato nel caminetto dei Weasley e chiese. – Signore, perché abbiamo detto un nome diverso per arrivare da Testa di Porco?- -Perché quello è il vero nome caro, Testa di Porco è un nome fasullo che abbiamo inventato noi dell’Ordine per non fare arrivare i Mangiamorte durante i tempi oscuri.- spiegò lui. Usciti dalla locanda svoltarono lungo la via principale di Hogsmeade. Guardò Hermione, se ne stava con le mani nelle tasche dei jeans e fissava il pavimento, stava pensando, c’era qualcosa che la preoccupava. E poi anche il viso di Harry si rabbuiò, si era così tanto concentrato sulla venuta di Hemione e sulla lettera che aveva dimenticato che gli oscuri tempi erano tornati. Il viso serpentesco di Voldemort gli si parò nella mente. Si immaginava che un infinità di scintille verdi lo colpissero fino a farlo stremare. Proprio come un'unica rapida scintilla aveva colpito Sirius facendolo poi sprofondare in quel velo di mistero. Strinse le nocche fino a farle diventare bianche. Sapeva che il suo patrigno non sarebbe stata né la prima né l’ultima vittima di quel mostro. Le due figure che gli camminavano davanti erano sicuramente nella lista nera di Voldemort. Ma non glielo permetterà mai, lo ucciderà prima che possa sfiorarli, sempre se sarà capace di farlo …
I negozi a lui familiari gli si pararono davanti, avrebbe tanto desiderato entrare da Mielandia e rifornirsi di Gelatine Tutti i Gusti+1, non aveva fatto colazione e ora sentiva una certa fame, ma non gli sembrò assolutamente il momento più opportuno. I tre continuarono il cammino verso la scuola con le ampie guglie che appariva in lontananza.
Giunti davanti l’ampio portone della scuola, il signor Weasley disse: -Bene ragazzi, per me è giunta l’ora di andare, Silente vi aspetta nel suo ufficio. – Salutò i ragazzi e poi aggiunse: -Ah dimenticavo, portate questi da parte mia.- E diede loro un pacco con un simpatico fiocco rosso. – Arrivederci signor Weasley e grazie per essersi preso il disturbo di accompagnarci.- rispose poi educatamente Hermione. -Dovere cara!- esclamò lui che si incamminò sulla via del ritorno.
Bussarono due volte e fu Gazza ad aprirli. Il guardiano disse con un tono secco: -Entrate!- Poi prese una scopa e continuò i suoi lavori accompagnato da Mrs. Purr. I ragazzi salirono gli ampi gradoni per poi prendere le scale mobili e arrivare al secondo piano, dove si trovava l’ufficio del preside. Arrivati al primo piano, Hermione disse: - Harry non ti sembra strano che ci siamo solo noi? Insomma dove sono tutti gli altri che hanno preso la nostra stessa valutazione?- -In effetti sì, ma può darsi che arrivino tra poco, la lettera non specificava una data. - -Sì può darsi- disse lei, anche se non sembrava molto convinta della supposizione dell’amico. Giunti davanti all’imponente gargoyle in pietra Hermione intuì la parola d’ordine guardando l’involucro che le aveva consegnato il signor Weasley:
-Madeleine all’arancia!-
Ave popolo di Efp e benvenuti al secondo capitolo della mia storia!
Allora questo capitolo è stato un parto durato mesi, l’ho odiato e riscritto centinaia di volte e ancora non mi piace ma prometto che per gli altri non sarà così, sto infatti scrivendo il terzo dove inizierà ad esserci Tom *occhi a cuoricino* e perciò sono più presa quando scrivo di lui.
Grazie di seguire la mia fic e vi mando un bacione grande quanto l’amore che ho per Tom:
-La vostra Charlie
PS: Il secondo nome del locale di Testa di Porco l’ho inventato per non far capire ai Weasley che i tre stavano andando ad Hogsmeade e non a Diagon Alley e anche Clarissa Lawrence è una tipa che non esiste nel mondo della Rowling.
 
 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: SaraMudo