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Autore: Mojita_Blue    08/07/2014    1 recensioni
Alexandra e Caroline. Due ragazze così diverse tra loro, ma allo stesso tempo così uguali.
E se un giorno le loro strade si incrociassero formando un unico destino?
Riusciranno l'amore, l'amicizia e la famiglia ad aiutarle a superare le complicazioni della vita?
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Questo vestito è fantastico!” Urlò Madison schiacciando il naso sulla vetrina del negozio.
“Il prezzo un po’ meno fantastico direi.” Rise Chloe.
“E fatemi sognare!”
“Certo. Madison si sta già immaginando con quel vestito pronta a far impazzire Ethan.” La provocò Alex. La mora arrossì fino alla radice dei capelli dando schiaffetti giocosi al braccio della ragazza.
Doveva essere un pomeriggio tra sole ragazze di pura tranquillità. Purtroppo, però, il cielo denso di nuvole non prometteva niente di buono. La pioggia era scesa tutt’a un tratto cogliendole di sorpresa.
Tuttavia non si erano lasciate rovinare la giornata e fornitesi di ombrelli poterono continuare la loro passeggiata.
La gente correva veloce verso casa, alcuni ormai zuppi d’acqua, lasciando le strade quasi deserte.
“Più negozi liberi per noi!” Aveva sdrammatizzato Chloe bevendo un po’ dal suo frullato.
Caroline a volte giocherellava con la pioggia alzando gli occhi al cielo. Amava sentire le piccole gocce d’acqua che scendevano lungo il viso.
Un’ora era già volata e Madison aveva già il braccio pieno di buste.
Solo in quel momento Caroline ricevette una chiamata da sua madre. Era strano poiché non la chiamava mai se non in casi di pura necessità.
“Mamma che succede?”
“Tesoro, lo so che è troppo presto, ma vorrei che tu e Alexandra veniste a casa. Sua madre l’aspetta qui.”
“Perché vuoi che venga anche Alex?”
La diretta interessata si fece all’improvviso più attenta alla conversazione. Cosa voleva Patricia da lei?
“Se è per ciò che è successo a scuola dille che…” Ma Caroline la interruppe con un cenno della mano.  Si allontanò di poco dalle altre cercando di capire meglio. Sua madre era superficiale a riguardo e non voleva dirle niente. Alla fine si convinse e riattaccò.
“Alex, vuole che vieni a casa mia.”
“Perché?”
“Non lo so. Ha detto solo che ci vuole parlare. C’è anche tua madre.”
Alex restò in silenzio per un po’. Continuò a chiedersi perché si richiedeva la sua presenza, ma per quanto ci pensasse non seppe darsi una risposta.
Forse vuole chiarire la questione successa  a scuola.
Si disse che probabilmente si trattava di quello, ma credeva che la situazione ormai fosse risolta.
A meno che la madre di Phoebe non le aveva davvero denunciate per bullismo. Sperò vivamente che non fosse quello. Annui poco convinta e dovettero salutare Madison e Chloe.
“Divertitevi anche senza di noi.” Dissero; poi si avviarono.
 
Jane attendeva con impazienza, andando nervosamente avanti e indietro per la stanza. Patricia invece era seduta sul divano con uno sguardo perso. Entrambe si erano chiuse in un silenzio intenso. Il ticchettio dell’orologio era l’unico rumore che si udiva nella stanza che produceva un suono coordinato ma molto ossessivo. Jane pensò attentamente a cosa potesse dire senza urtare la sensibilità di qualcuno. Ma era dannatamente difficile, specialmente con quel continuo ticchettio che le entrava nella testa.
Quando sentirono la porta aprirsi entrambe alzarono lo sguardo dimenticandosi quasi di tutto ciò che dovevano dire o fare.
“Mamma sono qui con Alex. Volevate parlarci? Perché così all’improvviso?”
“Non potevamo attendere oltre.” Le due ragazze le guardarono turbate. Patricia sospirò.
“Caroline…Voglio parlarti di tuo padre.”
La mora rimase gelata al suo posto, gli occhi sbarrati. Suo padre… Dopo anni e anni di domande eccole arrivare la risposta. Ma lei non ne aveva mai parlato. Cosa le aveva fatto cambiare idea?
Era curiosa, troppo curiosa. Ma allo stesso tempo aveva stranamente timore nel sentir raccontare di lui. Dopotutto, per non volerne parlare, avrà sicuramente avuto i suoi motivi.
“Cosa c’entriamo io e te, mamma? Cosa ci facciamo qui?” Domandò Alex spiazzata.
“Noi siamo parte fondamentale della storia.”
“Se è uno scherzo comincia davvero a stancarmi.”
Jane scosse la testa.
“No, lascia che ti spieghi. Ho fatto molti errori Alex e spero che tu possa capirmi.” Cominciò a tormentarsi le mani. “La verità è che tuo padre…Alan… E’ stato fidanzato con Patricia.”
Caroline cominciava lentamente a capire e lo stesso anche Alex. Ma nessuna delle due voleva crederci davvero.  Alex si stava lentamente alterando.
“Mamma, dimmi che ciò che stai per dire non è quello che penso.” Scandì lentamente. Guardò per un attimo Patricia che annuì lievemente, ma non la guardava in faccia.
Adesso tutto era chiaro. Non erano menzogne le cose che si dicevano su di lei. Fece un passo indietro allontanandosi da Caroline. Quasi si vergognò di trovarsi in quella casa.
“Non posso crederci, l’avete fatto davvero. Papà è stato veramente infedele con la sua ragazza... E tu hai continuato a mentirmi per altri undici anni dopo la sua morte.”
Caroline si sedette su una sedia di fronte alla madre e una scioccante consapevolezza l’avvolse.
“Siamo sorelle…” Patricia annuì.
 “Era lui mio padre?”
 “Esatto.”
“E lui…Lui non c’è più.” Sussurrò mettendosi le mani sul volto. Pianse sommessamente. Non avrebbe mai visto suo padre. Le speranze di poterlo un giorno vedere, abbracciare, erano tutte svanite nel nulla e all’improvviso.
“Mi dispiace tanto.” Sussurrò Jane. Alex era davvero adirata.
“Ti dispiace tanto?! Per tutti questi anni non hai fatto altro che raccontarmi bugie.” Sibilò. “E io che come una sciocca credevo alle tue menzogne.”
“Alex, ti prego…”
“No, Alex niente!” Urlò avvicinandosi a lei. “Tutti che vi accusavano, che mi giudicavano… Ma io lasciavo che parlassero perché pensavo davvero che non fosse così.”
“Alex, ora basta.”
“E la cosa peggiore è che avevano ragione. Avevano ragione su tutto! E voi lasciavate che mi crogiolassi nelle vostre stupide bugie. Mentre mio padre continuava a tradire la sua ragazza con te che non hai mai fatto nulla per impedirlo come una poco di buono. Che cosa ripugnante!”
Lo schiaffo di Jane le arrivò dritto e deciso, rimbombando nel silenzio della stanza.
Caroline e Patricia alzarono improvvisamente lo sguardo.
Alex poggiò la mano sulla guancia ormai rossa, lasciando che le lacrime scendessero disubbidienti lungo il viso. In quel momento Jane si accorse di ciò che aveva fatto. Non l’aveva mai colpita così e non poteva neppure biasimarla. Aveva ragione ad essere così arrabbiata in fondo.
Tentò di abbracciarla, ma Alex si ritrasse indietreggiando.
“Io non voglio essere l’errore di uno sporco tradimento.” Sussurrò. Scappò via di casa, senza ombrello, incurante della pioggia che continuava a scendere incessante.
“Alex!” Tentò di chiamarla Jane, ma invano. 
Non riuscì più a trattenersi: Si sedette anche lei e pianse.
Patricia si alzò lentamente andando verso la figlia. Le mise una mano sulla spalla, ma Caroline la scostò.
“Tesoro… So che non deve essere affatto facile per te…” Le parlò dolcemente Patricia. La ragazza la guardò con durezza ostentando, nonostante tutto, una calma innaturale.
“Tu hai la più vaga idea di come io mi senta? Non ho mai avuto un padre e adesso ho bruciato tutte le possibilità per rivederlo. Tutto solo perché sei scappata e non hai avuto il coraggio di affrontare la situazione.”
“Caroline…”
“Scusami mamma. Voglio restare da sola.” Detto ciò andò in camera sua lasciando Jane e Patricia sole nella stanza.
“Non dovevamo…Non dovevamo farlo.”
“Almeno adesso sanno la verità.”
Restarono in un silenzio che parve interminabile.  La loro colpa era stata aggravata e rinfacciata dalle loro figlie che erano state coinvolte ingiustamente in quella assurda storia.
“Vado a parlare con Caroline.” Disse all’improvviso Patricia. Jane però la bloccò prendendole il braccio.
“No. Voglio parlarci io con Caroline.” La mora la guardò sorpresa.
“Per favore.” Le supplicò l’altra. “Sono stata io a portargli via suo padre. Vorrei che parlasse con me, che mi guardasse e che magari… Possa perdonarmi.”
Patricia la guardò a lungo, spiazzata.
“E…Alexandra?”
 “Dovrà tornare a casa prima o poi. Ma ha bisogno di calmarsi. Non mi parlerà per ora.”
“Allora vorrà dire che parlerò io con lei. La andrò a cercare e la convincerò a tornare.”
Jane la guardò riconoscente.
“Grazie.” Sussurrò abbracciandola. Fu solo per un istante, poi si separarono in direzioni opposte.
 
Caroline chiuse piano la porta della camera. Era decisamente arrabbiata e tratteneva le lacrime a stento. Ma aveva cercato, almeno davanti a sua madre, di assumere un tono più ponderato.
Alla fine però non c’è la fece più e pianse forte. Si buttò sul letto buttando le coperte a terra. Cominciò a dare ripetitivi pugni sul materasso sperando di riuscire a sfogare la sua rabbia, ma era del tutto inutile.
Non poté fare altro che accasciarsi sul letto.
Affondò la faccia nel cuscino soffocando i gemiti.
Probabilmente l’avrebbero sentita, ma non le importava affatto.
Che sentissero pure i risultati di ciò che hanno fatto…
Restò così per un po’, fin quando non sentì improvvisamente bussare.
“Mamma va via. Non ti voglio parlare!” Urlò di rimando.
La porta si schiuse lentamente e Caroline si girò dall’altra parte del letto dando le spalle a chiunque fosse entrato.
“E con me vuoi parlare?” Sussurrò Jane con dolcezza. Caroline voltò la testa guardandola per qualche istante. Prese ad asciugarsi in fretta le lacrime.
“Posso entrare?”
“Come vuoi.” Le rispose cercando di riprendere il controllo di se stessa. Si mise a sedere stringendo forte a se il suo cuscino. Jane prese posto accanto a lei.
Il silenzio che ne seguì fu davvero imbarazzante per entrambe.
Improvvisamente Jane sorrise mesta.
“Deve essere proprio strano per te parlare con la stessa donna che ti ha portato via il padre. Quella svergognata che anni fa ha fatto il grave errore di invaghirsi di un ragazzo già fidanzato.”
Caroline la guardò con la coda dell’occhio.
“Non prendertela soltanto con te stessa per tutto quel che è successo. La colpa non è solo tua.” Jane ridacchiò.
“Sei troppo buona con me e non dovresti. Dimmi tutto quello che pensi davvero, io non me la prenderò di certo. Riconosco quando qualcuno ha ragione.”
“No, io sono sincera. Non pensare affatto che la colpa sia solo ed esclusivamente tua. Non sono arrabbiata con te.”
Jane le accarezzò dolcemente i capelli.
“Sei troppo dolce. Sei hai bisogno di sfogare la tua rabbia, sappi che io sono qui per ascoltarti.”
Caroline non era molto convinta di volerne parlare. Ma nulla si sarebbe risolto con il suo ostinato silenzio. In fondo Jane aveva ragione: era alquanto strano confidarsi con lei dopo aver scoperto che era stata la seconda compagna di suo padre.
Non era stata sposata con lui, ma doveva essere una specie di matrigna per lei.
Tuttavia il termine non le piaceva affatto. Le dava un non so che di maligno. In qualsiasi caso l’avrebbe chiamata sempre e solo Jane e così anche per Jack.
Alla fine parlò.
“Sono solo molto delusa. A-adesso lui non è qui e…e se ne è andato senza sapere di avere un’altra figlia.” Iniziò nuovamente a singhiozzare mentre le parole minacciavano di non uscire, morendole in gola.
“Sono una figlia invisibile…”
Jane l’abbracciò stringendola  a se come fosse la sua bambina.
“Hai ragione tesoro. Ma prenditela con me se è necessario e non con tua madre. Lei non ha mai voluto il tuo male. Tutto ciò che ha fatto, l’ha fatto per non farti soffrire di più. Sapeva anche che se avesse detto ad Alan della sua gravidanza, lui si sarebbe sentito costretto a restare e lei non voleva affatto che vedessi  dei genitori in costante lotta fra loro. Poi ci sono anche io di mezzo, quindi ti avrebbe fatto ancora più male.”
Lo sguardo di Caroline si indurì e si alzò in piedi.
“Sciocchezze, guardiamo in faccia la realtà. Lei semplicemente pensava che non si sarebbe preso le sue responsabilità. Non voleva avere più nulla a che fare con l’uomo che aveva amato ma che nonostante tutto l’aveva tradita. La verità e che a me non ci ha pensato affatto!”
Urlò l’ultima frase buttando violentemente il cuscino sul letto.
Si sentiva tremendamente egoista. Lei avrebbe voluto soltanto un padre che le procurasse affetto. Ma sapeva perfettamente che così facendo Alan avrebbe dovuto badare sia a lei che ad Alex.  E tutto ciò non sarebbe stato facile per nessuno.
Si lasciò cadere pesantemente sul letto. Non sapeva più cosa pensare o con chi prendersela. Si chiese davvero cosa avesse fatto di male per meritarsi questo.
Tuttavia Jane parve capire, come se l’avesse letta nel pensiero. Le circondò la vita e la strinse a se proprio come fece quella sera di undici anni fa con Alex. 
“Sai, anni fa dissi una cosa ad Alex e da quel momento non smetto di ripetergliela.”
“Cosa?” Sussurrò Caroline con la testa sulla sua spalla. Jane sorrise accarezzandole i capelli.
“Lo sai, non sei più una bambina di cinque anni. Ma credimi quando dico che Alan non ci abbandonerà mai. Lui non smetterà mai di esistere fin quando vivrà nei nostri cuori. Lo so, sembra banale da dire e probabilmente penserai che non averlo accanto non sia la stessa cosa. Però credi a qualcuno che l’ha amato per tutta una vita. Fin quando ci sarà amore per qualcuno che non c’è più, questa persona non morirà mai davvero. ”
Caroline si lasciò sfuggire altre lacrime liberatorie che asciugò prontamente. Infine l’abbracciò forte.
Non importava chi era stata, non importava cosa aveva fatto. Stava dimostrando pienamente di tenerci a lei, di voler rimediare al suo errore e questa cosa non l’avrebbe fatta nessun altro.
“Grazie Jane.”
“E’ stato un piacere parlare con te.” Sciolse lentamente l’abbraccio guardandola dritto negli occhi. “Ma devi promettermi che non accuserai più Patricia. Immagina cosa ha dovuto sopportare oltre a questo tradimento. Dovette finire gli studi nonostante la gravidanza da portare avanti, tutte le spese che avrebbe pagato, quei continui trasferimenti… C’è stato davvero troppo da sopportare.”
Caroline rimase un po’ pensierosa, ma alla fine annuì convinta.
“D’accordo. Ti ringrazio Jane, di tutto.”
“Spero solo che possa perdonarmi anche tu.”
“Te l’ho detto. Non sono mai stata davvero arrabbiata con te.” E finalmente, dopo quel pomeriggio davvero intenso, Caroline sorrise. E stavolta fu davvero sincero.

  
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