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Autore: MalandrinaLunastorta    09/07/2014    1 recensioni
...L’attenzione però venne distolta da quest’ultimo poco dopo, quando un baule firmato Chanel passò lì accanto senza aspettare o fermarsi come gli altri comuni mortali ma si diresse spedito in direzione di un vagone.
Alla guida del lussuoso bagaglio si trovava una ragazza di circa 17 anni dall’aspetto curato quanto insolito.
Al caschetto nero arricciato era poggiata una Cloche blu scura, dello stesso tono della maglia alla marinara blu a righe bianche, mentre le gambe erano fasciate da un pantalone bianco a sigaretta.
La pelle lattea non presentava in viso alcun segno di trucco, tuttavia rasentava la perfezione, mentre le labbra erano leggermente tinte di rosa.
Al collo portava tre giri di perle, mentre i piedi calzavano un sandalo gioiello, abbinato alla spilla infissa nel cappellino.
Il tutto era rigorosamente firmato Chanel.
Come diceva l'eterna mademoiselle? La moda passa, lo stile resta.
Uno stile che sta per invadere Hogwarts.
Preparatevi a vivere un anno di amori, amicizie, feste, vendette, abiti, e molto ancora, il tutto firmato Chanel.
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, James Sirius Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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                                                                        Tre giri di perle.

Un ticchettio inusuale risuonava tra le mura del castello.
L’insolito rumore aveva origine in due tacchi Mary Jane vecchia scuola, calzati da altrettanti, graziosi piedini appartenenti ad una bizzarra figura.
Il soggetto, incurante degli sguardi stralunati dei fantasmi, si dirigeva deciso verso una scalinata a chiocciola sorvegliata da due gargoyle.
Giuntavi davanti, la misteriosa figura mormorò qualche parola, al che il passaggio fu aperto.
I gradini parevano usurati da secoli, osservò con distacco, come quasi intere ali dell’edificio.
Era pur vero che donavano all’insieme quel tocco di retrò che non guastava mai in una scuola prestigiosa; l’importante era non ritrovarsi della polvere e umido negli angoli dei corridoi, questo ovviamente non l’avrebbe accettato.
Bussò.
“Venga avanti, signorina, la stavo aspettando.”
La ragazza aprì.
“La professoressa McGonagall, oso sperare.”
“Creda bene di aver ragione, signorina Lancaster. Si accomodi.”
Fece come detto, poggiandosi elegantemente a metà sedia.
“L’ho chiamata, signorina, per approfondire il tema del suo spostamento in maniera diretta.
Come ben sa, la scuola di magia e di stregoneria di Hogwarts è una delle più antiche istituzioni della comunità magica inglese.
Fondata da quattro dei più grandi maghi della storia, ha ospitato facoltosi studenti tra i quali lo stesso Merlino, ma anche, purtroppo, maghi oscuri che hanno lasciato dolorose cicatrici nella memoria di ogni essere magico.
In questa scuola, lei imparerà l’importanza di ideali come il valore, la lungimiranza, la tolleranza ma non solo: sarà introdotta ad ogni arte magica, come so che non fu a BeauxBatons.
Siamo famosi per la nostra pragmaticità, ciò non nega tuttavia che i nostri studenti abbiano un’estensione di conoscenze invidiabile.
Da lei richiedo quindi che si apra a questa nuova realtà e si inserisca, che si trovi delle adeguate compagnie e si impegni negli studi.
Crede di esserne in grado?”
Le sottili labbra della giovane si sollevarono in un’espressione di sicurezza.
"Ovviamente, madame. Conoscendo le mie origini, dovrebbe sapere che sono stata educata al rispetto, alla compostezza e alla cortesia di modi.
La mia unica incertezza riguarda le materie che nella mia precedente scuola: Aritmanzia” e qui arricciò il naso “o Cura delle Creature magiche”
“Di questo non si preoccupi, entrambe sono materie facoltative e potrà liberamente scegliere di approfondire materie già trattate precedentemente.”
La signorina Lancaster annuì con garbo, per poi porre un’altra domanda.
“Potrò continuare i miei studi di pianoforte?”
“Certamente, la scuola dispone di un’aula di musica, anche se, e qui me ne rammarico, non abbastanza apprezzata dai miei studenti.”
“La ringrazio. Se questo è tutto, io tornerei ai miei acquisti a Diagon Alley, madame.”
“Ancora un istante. Vorrei solo ricordarle, notando la sua cura dell’immagine, che in questa scuola l’uniforme non comprende cappellini e accessori vistosi.”
La giovane storse la bocca.
“Ne ho avuta notizia.”
“Allora la saluto, mademoiselle Lancaster.”
La ragazza si alzò per poi avviarsi verso la porta.
Si girò.
“Ho notato in lei, signora Preside, una compostezza e un portamento invidiabili.
Spero sia lo stesso per i suoi studenti.”
L’anziana donna sorrise.
“Non posso pienamente assicurarla su questo punto. La prossima volta che la rivedrò avrà modo di analizzare da sola l’ambiente.”
“Come desidera.”
E se ne andò, lasciando che il ticchettio dei tacchi abbandonasse il castello.
 
Quell’anno il binario nove e tre quarti era particolarmente affollato.
I ragazzini del primo anno stentavano a sfuggire dai baci collosi delle madri apprensive e dalle pacche vigorose dei padri fieri, a questo si aggiungeva un continuo viavai di saluti, vecchie conoscenze che si rivedevano dopo diverso tempo, ragazzi euforici o depressi per l’inizio del nuovo anno.
Tra la folla spiccava una folta foresta di teste rosse, a cui qui e là si aggiungeva del moro, nero o biondo.
La gente attorno a loro li osservava di sottecchi, chi con rispetto, chi con disprezzo.
A questi apparteneva sicuramente un uomo biondo, leggermente stempiato poggiato ad un bastone da passeggio nero che in quell’istante stava domandando qualcosa al figlio.
“Sei ancora desideroso di unirti a loro per le vacanze invernali?”
“Si papà, e desidererei non discuterne ancora.”
“Se è questo che vuoi…”
Poco più in là, un ragazzo dai capelli sparati in aria stava litigando con un giovane poco più grande di lui, dagli occhi marroni anziché verdi ma per il resto simile a lui.
“Smettila James! Mi rifiuto categoricamente di lasciarti portare quelle diavolerie ad Hogwarts ora che sono diventato prefetto!”
“Merlino, Al, come sei Severus! Ti prego, dimmi che l’hai capita!”
“Sai James, ogni tanto anche tu dovresti essere più Sirius!”
“Lo sto facendo benissimo, fratello! Non è vero, papà?”
“Per nostra disdetta sì, figliolo.”
L’uomo occhialuto che aveva appena parlato era l’origine principale di tutti quegli sguardi.
Si trattava infatti del famoso Bambino Sopravvissuto che aveva sconfitto Voldemort giovanissimo e adesso si trovava a capo del Reparto Auror del Ministero.
L’attenzione però venne distolta da quest’ultimo poco dopo, quando un baule firmato Chanel passò lì accanto senza aspettare o fermarsi come gli altri comuni mortali ma si diresse spedito in direzione di un vagone.
Alla guida del lussuoso bagaglio si trovava una ragazza di circa 17 anni dall’aspetto curato quanto insolito.
Al caschetto nero arricciato era poggiata una Cloche blu scura, dello stesso tono della maglia alla marinara blu a righe bianche, mentre le gambe erano fasciate da un pantalone bianco a sigaretta.
La pelle lattea non presentava in viso alcun segno di trucco, tuttavia rasentava la perfezione, mentre le labbra erano leggermente tinte di rosa.
Al collo portava tre giri di perle, mentre i piedi calzavano un sandalo gioiello, abbinato alla spilla infissa nel cappellino.
Il tutto era rigorosamente firmato Chanel.
Giunta dinanzi alla porta del vagone, si guardò intorno con aria scocciata, per poi tossicchiare in direzione di un gruppetto di ragazzi apparentemente suoi coetanei.
“Sì?”
“Perdonatemi, monsieur, avrei bisogno di una mano con questo baule.”
I ragazzi si scambiarono delle occhiate intrigate: la riccona che avevano davanti era palesemente francese.
“Certamente!”
Si gettarono in tre sul bagaglio ma sollevandolo scoprirono che pesava come piombo.
Faticando e sudando, riuscirono a portarlo in uno scompartimento libero, seguiti dalla ragazza, che nascondeva un sorrisino soddisfatto.
“Ecco fatto” esclamò sbuffando uno dei tre impavidi cavalieri, madidi di sudore.
“Merci, vi sono grata. Come minimo per sdebitarmi mi devo presentare: mi chiamo Sophie Lancaster.”
Tese la mano, che il ragazzo che aveva parlato baciò con aria sbruffona.
“Io sono Peter Tarcy e questi sono William DeBourg eFrancis Corbirock. Unisciti pure a noi, se non sai con chi stare; credo che sei nuova”
Sophie alzò un sopracciglio e con garbò declinò l’invito, per poi congedare i tre, che se ne andarono con la coda fra le gambe per la mancata conquista.
Si sedette e iniziò ad aspettare che il treno partisse, quando la porta si riaprì ed entrò una ragazza mulatta dai capelli corvini arruffati e gli occhi azzurri vivaci, con indosso una felpa sportiva e dei jeans sbrindellati.
“Ehilà! Tu sei nuova vero? Non credo di averti mai visto da queste parti.”
“In effetti, sì, sono una nuova alunna, vengo dalla Francia ma mio padre ha voluto che tornassi in Inghilterra. Vuoi accomodarti?”
La strana tipa si gettò con malagrazia sul divanetto, incuriosita.
“Grazie! Che strano, dall’accento e dall’aspetto avrei detto che fossi cento per cento francese. Non è così, evidentemente.”
“Esatto. Vedi, i miei genitori sono l’uno inglese e l’altra francese, ma dopo il loro divorzio ho vissuto con mia madre in Francia, dove ho studiato alla scuola di BeauxBatons, ma compiuti i 16 anni mio padre ha ritenuto fosse giusto che riscoprissi le mie origini inglesi, dato che alla sua morte erediterò i possedimenti di famiglia.”
“Uao, devi essere parecchio ricca allora. A proposito, io sono Elizabeth Bennet.”
“Per l’appunto, il mio nome completo è Sophie Angelique Olympe Lancaster-Tudor e discendo dal ramo magico della famiglia reale inglese. Per gli amici Coco.”
Elizabeth, quando sentì l’ultima parola, sghignazzò.
“Tanta maestosità per poi farti chiamare Coco? Ci sto. Sei una tipa a posto, Coco.
Per te, io sono Liz. Spero che verrai a Corvonero, così potremo dividere il dormitorio.”
“Il sentimento è reciproco, Liz, benchè ancora non conosca la legislazione delle case di Hogwarts.”
La mulatta parve sorpresa.
“Ah no? È semplice, ci sono quattro case: Corvonero, Serpeverde, Tassorosso e Grifondoro.
Il Cappello Parlante, un vecchio capello a punta magico, ti spiegherà in base a quali qualità divide gli studenti.
Con i tuoi compagni di casa dividerai il dormitorio e la Sala Comune, oltre alle lezioni assieme a un’altra Casa e in base al tuo andamento scolastico il punteggio della casa salirà o scenderà. La Casa con il punteggio più alto a fine anno conquista la Coppa delle Case.
È tutto.”
“Interessante… se divideremo la stanza per il resto dell’anno scolastico, chissà che non riesca ad insegnarti qualcosa di stile o della maison Chanel.”
Elizabeth ridacchiò.
“Sarà un’impresa ardua, amica.”
  
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