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Autore: sakura18    09/07/2014    2 recensioni
dopo la morte della madre in un incidente stradale, rosy va a vivere dal padre in montagna a caponotte. un paesino in mezzo al bosco. una nuova scuola. una nuova vita. nuovi amici. era tutto troppo perfetto fin chè all'ora di arte rosy disegnò un ragazzo che non aveva mai visto. questo ragazzo si chiama sakurai hiroki. la sua vita cambiò. qualcuno cerca di ucciderla.
questa è una storia di vampiri, licantropi e angeli una lotta eterna tra bene e male. chi vincerà?
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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   -tu dici? Mmh, non so, vedremo- arrivammo in palestra e iniziammo i nostri faticosi esercizi. Stavamo diventando più forti a vista d’occhio e Marco era orgoglioso di noi. Quando incominciammo a combattere, ci disse le stesse cose di ieri. Questa volta fece lui le coppie, mi abbinò con Andrea. Andrea era un ragazzo alto come me. Aveva tredici anni, capelli neri corvino, occhi nocciola e molto magro. Avevo paura di fargli del male, così scheletrico. Ci mettemmo in posa e come ieri ci girammo intorno. Nessuno fece la prima mossa, così decisi di farla io. Feci una finta di lato e attaccai dall’altro. Gli diedi una gomitata sulla schiena e lui cadde a terra. Mi misi subito sopra per bloccarlo e sottometterlo, ma lui si girò e le parti si invertirono. Sentivo le sue dita sfiorarmi il collo, non mi sarei mai sottomessa, non potevo permetterglielo. Quindi gli presi il polso e glielo ruppi. Lui gridò dal dolore, ne approfittai per togliermelo di dosso, ma lui mi prese il braccio e lì ci fu il mio errore. Appena mi prese il braccio, il mio in stinto mi fece girare per non dargli la schiena, ma appena mi girai sentì un crack capì subito che mi ero rotta la spalla. Non ci feci caso e continuai la lotta con un braccio solo. Gli mollai un calcio nello stomaco e una seconda gomitata sulla schiena e infine lo sottomessi. Mi alzai e lo aiutai ad rialzarsi. Il braccio mi faceva male da morire. Marco gli diede un occhio e disse che sarebbe guarito da solo entro due ore.
   Io e Luna eravamo in mensa, alla fine Marco mi mise una fascia legata al collo per tenerlo fermo. Così ero una buona preda per Fabio, se mi vedeva conciata così.
   -ti fa male?- mi chiese Luna. Io annuì. Per fortuna Luna aveva solo un livido sullo zigomo destro, ricevette un pugno bello forte. Poverina. Mi dispiaceva per lei. -ehm… sta arrivando Fabio- 
   -cosa? E perché?- lei fece spallucce. Fabio si sedette vicino a me pronto a infastidirmi di nuovo.
   -oh! La mia ragazza si è rotta una spalla. Vuoi che ti guarisca io?- fece un sorriso malizioso.
   -preferirei che mi stessi lontano e non sono la tua ragazza!- lui si ritrasse come se fosse stato offeso. Mi dava proprio sui nervi. Non posso più sopportarlo.
   -oggi sei davvero di pessimo umore. Se continui a fare i capricci non di darò niente di me. Rossa- grrr, di nuovo. e poi cosa voleva dire con.. quella frase? Non stava parlando di.. quello. Vero?
   -non voglio assolutamente niente da te e smettila di chiamarmi rossa. È fastidioso- 
   -lo so. Lo faccio apposta, è divertente vederti arrabbiata- si alzò ridendo. Prima o poi gli mollerò un bel pugno sul naso. Che arrogante e che pervertito! Vidi Luna sorridere sotto i baffi.
   -che c’è di divertente?- lei mi guardò e scoppiò in una profonda risata. Mi guardai attorno, cercando di vedere se aveva attirato l’attenzione. Fortunatamente nessuno ci stava guardando.
Appena la mia amica si riprese continuò a parlare.
   -siete davvero una coppia comica. Come due sposini ha, ah! Ah e poi praticamente lui ti ha detto di fare sesso con lui! Per ben due volte! Ha! Ha! Troppo comico! E la tua faccia, eri praticamente scioccata.- ricominciò a ridere come una pazza e io rimasi immobile senza dire niente. Luna ha davvero usato quella parola? Una ragazza dolce, educata che usa una parola del genere. Questo mi ha scioccata.
   La sera fu uguale identicoaa quelle passate. Ogni giorno diventavamo più forti e i nostri pugni si facevano più brutali. Ci ritrovavamo con delle ossa rotte o delle ferite. Ma questo è un bene, più ci facciamo male, più in fretta guariremo.
   Appena arrivammo nella nostra camera, Luna si addormentò, dormiva come un sasso. Così, io ne approfittai a sgattaiolare fuori. Sarebbe vietato andare fuori dal dormitorio a quest’ora, ma volevo stare da sola.  
  Mi fermai davanti al bosco, volevo andarci. Magari se tornavo dove io e Hiroki ci eravamo lasciati, lui sarebbe tornato e magari ci avrebbe ripensato e mi avrebbe chiesto di ritornare con lui. Sì, forse nei miei sogni. Trovai una roccia e mi sedetti, mi misi a guardare il bosco. Era così silenzioso, tutti gli animali staranno dormendo a quest’ora e i carnivori staranno andando a caccia di piccoli animali. Anche il vento starà riposando. Era così tranquillo, forse troppo. Appoggiai il mento sulle mani cercando di guardare oltre i buio e gli alberi. Improvvisamente sentì una mano appoggiarsi sulla mia spalla. Al contatto improvviso feci un salto dallo spavento e guardai subito chi fosse.

   -che ci fa la mia ragazza preferita qui tutta sola?- non potevo scegliere compagnia peggiore. Fabio si fece spazio prepotentemente nella roccia dove ero seduta io, costringendomi a spostarmi.
   -volevo stare da sola. E tu che ci fai qui?- lo guardai di traverso, non mi fidavo di lui. Non era un ragazzo cattivo, ma come si comportava con me, non si sa mai. Lui fece spallucce.
   -anche io volevo stare da solo. Ti va se stiamo da soli insieme?- mi sorrise malizioso. Ma sa fare solo questo sorriso? Non può sorridere in modo gentile e basta?
   -fa come ti pare. Basta che non mi disturbi- detto ciò, mi girai dandogli le spalle e guardai il cielo. Una folata di vento mi scompigliò i capelli, per poi cessarsi all’improvviso. Stranamente Fabio restò in silenzio, si stava comportando in modo diverso, eravamo qui fuori da soli e non diceva niente. Non era da lui. Lo guardai di sottecchi, lui si stirò le braccia verso il cielo e le riabbassò. Stava guardando anche lui il cielo come me. Aah! Io non mi devo preoccupare per uno come lui, mi prende sempre in giro, è volgare, è…
   -sai, una mia amica è morta per colpa mia- mi voltai di scatto verso Fabio. Lui mi guardò e sorrise, ma non era uno di quei sorrisi che faceva di solito. Questo era triste e malinconico.  -non sono riuscito a proteggerla- non avrei mai immaginato che aveva un passato triste e che si incolpava.
   -com’è morta?- chiesi. Lui tornò a guardare il cielo.
   -la stavo riportando a casa. Quella sera si era lasciata con il suo ragazzo, era triste e quindi ero corso da lei a farle compagnia, ma appena eravamo vicini a casa sua è sbucato fuori una strana persona, ha subito attaccato me, per mettermi K.O per poi occuparsi di lei dopo, ma appena mi ha morso lui ha detto delle cose strane. Io sapevo di essere un licantropo, solo che non riuscivo a trasformarmi, lui lo capì e così se ne approfittò per ucciderla davanti ai miei occhi, io non sono riuscito a proteggerla. Se mi fossi trasformato prima, magari a quest’ora sarebbe ancora viva.- lui mi guardò e gli ricomparve quel sorriso triste. -è stato un anno e mezzo fa, non fare quella faccia triste. Ormai non ci penso quasi più. E quando ci penso cerco un posto per stare da solo, per fortuna eri qui, sennò mi deprimevo troppo- che cosa triste, lui soffriva così tanto e io l’avevo trattato davvero male. Mi faceva un po’ pena, non riuscivo ad immaginare di vedere una mia amica che veniva uccisa davanti ai miei occhi. Io lo avevo provato solo in sogno ed è stato terribile.
   -mi dispiace per la tua amica, deve essere difficile andare avanti dopo quello- lui scoppiò in una profonda risata, pregai che nessuno lo sentisse o ci saremmo ritrovati nei guai.
   -ah, scusa, ma quello che hai detto era esilarante. Te l’ho detto: è stato un anno e mezzo fa. Ormai fa parte del passato, non si può cambiare quello che è successo. E ora che ti ho raccontato la mia storia triste, dimmi perché sei qui seduta da sola- allora era questo che voleva? Sapere perché ero qui? Mi viene da pensare se quello che mi ha appena raccontato non fosse inventato. Ma decisi di dirglielo.
   -la prima notte, qui, io e il mio ragazzo ci siamo lasciati. Ha detto che un angelo non può stare con un licantropo. Ecco perché sono qui da sola- lui restò in silenzio, mi aspettavo che mi prendesse in giro o che diceva qualcosa di stupido, invece mi mise una mano sulla spalla e la strinse.
   -è un idiota, sei una bella ragazza, sia caratterialmente che fisicamente. Ha fatto un grave errore lasciarti, ora che sei sulla piazza magari un altro ragazzo potrebbe portarti via.- questa volta il suo sorriso era ritornato normale. Cioè malizioso. Sbuffai e scossi la testa.
   -ti diverti tanto fare così? A darmi fastidio, a prendermi in giro.- lui lasciò cadere la mano sulla roccia.
   -ovvio, è divertente farti arrabbiare e a metterti in imbarazzo.- lo guardai male, e lui alzò le mani come per non farmi sparare un colpo di pistola.  -hey, prendilo come un complimento, lo faccio solo con chi mi sta simpatico- dovrei ritenermi fortunata allora! Allora Luna non le sta simpatica?
   -quindi Luna ti sta antipatica?- lui mi guardò pensieroso. Aveva rimesso le mani sulla roccia.
   -è quella ragazza con cui stai sempre giusto?- annuì. -mmh. No non mi sta antipatica, ma con lei non ho ispirazione, invece con te è diverso. Sono sempre ispirato per darti fastidio- mi diede una spinta amichevole. Questa è la prima volta che parlavo “normalmente” con Fabio, e devo dire che non era così antipatico, anzi, era piuttosto simpatico. Era bello parlare con lui. Quando era serio.
   -sei un tipo strano, ma divertente- lui sgranò gli occhi e si avvicinò a me con un sorriso divertito stampato sulle labbra.
   -sono divertente he? Non è che ti stai innamorando di me?- lo spinsi forte e lui cadde dalla roccia. Io scoppiai a ridere e subito dopo anche Fabio. Subito dopo si rialzò e si pulì i vestiti. Adesso che lo guardavo meglio era vestito con una tuta. Aveva i pantaloni neri e una maglia bianca a mezza maniche, e devo dire che ci stava anche abbastanza bene. Prima che poteva accorgersi che lo stavo guardavo, mi voltai.
   -io vado al dormitorio. Dovresti andarci anche tu. Se vuoi ti accompagno- lo guardai, gli sorrisi e scossi la testa.
   -resto qui ancora cinque minuti. Grazie.- lui sorrise e mi salutò come un militare e se ne andò. Feci un respiro profondo e annusai l’aria. Sapeva di neve. Aprì gli occhi e davanti a me c’era Hiroki. Mi alzai di scatto, pronta a scappare via. Lui ritirò le ali dietro la schiena e restò immobile. Ero a disagio, lui era davanti a me e non diceva una parola. Io ero davanti a lui e non dicevo una parola. Chi doveva incominciare? Bè, di sicuro lui, visto che è stato lui a venire da me. E fortunatamente incominciò a parlare.
   -ciao.- 
   -ciao.- risposi. Sembrava anche lui a disagio. Cosa dovevo fare? le mie gambe mi dicevano di correre in direzione della scuola, ma il mio cuore voleva rimanere lì e sentire che cosa aveva da dire.
   -io… volevo scusarmi… per come mi ero comportato. Non capivo cosa stavo facendo. Non capivo che stavo lasciando l’unica ragazza che ha accettato tutto di me, anche dopo che ti sei trasformata. Hai continuato ad amarmi. E io non sono riuscito a fare lo stesso con te.- lui fece alcuni passi verso di me. Io restai immobile, non avevo la forza di andare da nessuna parte. Si fermò a pochi centimetri da me. Restò così per alcuni secondi, poi si chinò. Le braccia lunghe ai fianchi.
   -mi dispiace! Mi dispiace. Ti prego, se puoi, perdonami. Sono stato un idiota, lo so. Mi sono beccato anche uno schiaffo per quello che avevo fatto…- alzò la testa per guardarmi, aveva gli occhi rossi, appena incrociò il mio sguardo, riabbassò la testa chiedendo scusa senza smettere un attimo. Poi smise, si raddrizzò e mi guardò serio.
   -Rosy, mi piaci e non voglio rinunciare a te. Non voglio lasciarti a nessuno. Sarò egoista, ma voglio stare con te. Non voglio più ascoltare gli altri angeli sconsigliando a stare con quelli della tua razza. So che andrà bene, quindi ti prego, dammi un’altra possibilità. Questa volta non sbaglierò.- mi sembrava molto serio, sapevo che non mentiva. Però non potevo dargliela vinta così facilmente, doveva farsi perdonare del dolore che mi aveva procurato.
   -va bene, però mi devi corteggiare come si deve. Devi riconquistarmi- gli comparve un enorme sorriso di felicità. Non potevo non ricambiarlo. E poi finalmente gli rividi la mia amata fossetta.
   -sì, lo farò- io annuì e il suo sorriso si allargò ancora di più.
   -posso.. vuoi… vuoi fare un giro?- il sorriso scomparve, lasciando il posto a un espressione che non avevo mai visto. Speranza. Sperava che gli rispondevo di sì. E così feci.
   -solo se ci andiamo volando- gli comparve un ghigno e mi diede le spalle per farmi salire. Lui mi aiutò, ma mentre salivo sulle sue spalle, scivolai e caddi per terra sbattendo il sedere contro il terreno. Hiroki si girò appena sentì il rumore della caduta e mi guardò preoccupato, mi porse la mano per aiutarmi ad alzarmi.
   -ti sei fatta male?- mi ripulì dalla terra e dall’erba e scossi la testa.
   -no, sto bene- questa volta lui si abbassò per facilitarmi la salita e finalmente mi ritrovai sulle sue spalle. Appoggiai il mento tra la spalla e il collo. Era così accogliente, mi era mancato davvero molto. Annusai il suo profumo, era così buono e fresco. Senza accorgermene stavamo già volando. Il vento mi sfiorava gentilmente il viso, scompigliandomi i capelli, ma non mi importava di averli tutti spettinati come uno spaventapasseri, ero troppo concentrata a godermi il panorama. C’erano alberi verdi, anche se è ancora inverno, montagne piene di neve, ah! La neve! Stava iniziando a nevicare! Mi misi a sorridere da sola come una stupida, ma non importava neanche di quello. Io adoro la neve. I capelli neri di Hiroki cominciarono a diventare bianchi. Presi coraggio e con la mano destra gli tolsi la neve dai capelli, lui si girò e mi sorrise per poi tornare a guardare davanti. Mi accorsi da un bel po’ che stavamo facendo un giro lungo, ma più che lungo, stavamo facendo il giro della scuola. Questo mi rese felice, vuol dire che vuole stare più tempo possibile con me, vero?
   Ovviamente il volo non sarebbe durato per sempre e per i miei gusti finì fin troppo presto. Atterrammo vicino alla scuola, dove iniziava il bosco. mi girai verso di lui, non voglio ancora che se ne vada.
   -ti va di salire in camera?- lui sobbalzò e diventò rosso. Aveva una strana espressione da bambino, ma era così carino! Lui si passò una mano tra i capelli, in imbarazzo.
   -ehm… ecco… non saprei… ehm..- non riuscì più a trattenermi dal ridergli in faccia e cominciai a ridere di gusto. Avevo i goccioloni, ma che aveva capito?
   -ah, hai capito male… ha! Ha! Non ti ho invitato in camera per fare cose strane, ma per accompagnarmi- alla fine della frase ritornai seria e sulle sue labbra comparve un sorriso e annuì. Mi prese tra le sue braccia, spiegò le ali e ci ritrovammo in aria in un secondo. Fortunatamente la finestra era aperta, mi fece atterrare delicatamente dentro la stanza e subito dopo mi raggiunse. Stranamente mi sentivo molto nervosa, eppure questa non è la prima volta che siamo da soli in camera mia –anche se questa non è solo camera mia- Hiroki mi prese le mani e mi costrinse a guardarlo negli occhi. Aveva uno sguardo così serio, vorrei tanto baciarlo.
   -ecco.. Rosy… io…-
   -fate pure come se non ci fossi, he?- saltammo dallo spavento e sciogliemmo le nostre mani. Luna era sul letto, sdraiata con le braccia dietro la testa, i suoi capelli gli incorniciarono il viso, se non sapessi che è un licantropo non avrei avuto dubbi che fosse un angelo.
   -ah.. sc.. scusa Luna, non ti avevo vista- ah, sarò diventata rossa come un pomodoro. Sicuro. Cercai di nascondermi il viso mettendo i capelli davanti. Vidi Hiroki con la coda dell’occhio chinandosi e chiedendo scusa, come un perfetto Giapponese.
   -ah! no, no.- si alzò dal letto e venne verso di noi. -non vi dovete scusare, infondo io sono invisibile ai vostri occhi innamorati.-
  -HE?- dicemmo in unisono io e Hiroki.
   -mah, per questa volta va bene, io mi metterò lì, e non fate cose vietato ai diciotto anni. Infondo io ho solo quattordici anni dovete limitarvi a fare certe cose davanti a me.- ma.. cos’è successo a Luna? All’inizio non era così, sarà stata una copertura? Per nascondere il suo vero carattere? Mah, infondo mi ha aiutato ed è divertente, avrà due personalità. Mi ritrovai a sorriderle. Lei annuì e andò sul suo letto e ci diede le spalle. Il mio sguardo si posò su di lui e sentì le guance avvampare.
   -beh… ci vediamo presto. Hime-sama.- detto questo fece un bacio mano e uscì spiccando il volo. Rimasi imbambolata per qualche secondo per poi ripensando a quello che mi aveva detto. Hime-sama? E cosa vuol dire? mi affacciai alla finestra.
   -hey! Hime-sama cosa vuol dire?!- in lontananza sentì una risata divertita. Sorrisi e chiusi la finestra. Spero che la prossima volta che mi verrà a fare visita arrivi presto. Molto presto. Mi girai a guardare Luna. La raggiunsi sul suo letto pronta all’interrogatorio.
   -hey, chi era lui? Non mi dire che… quello era… il tuo ex-ragazzo?- ex- ragazzo, appena sentì quella parola feci una smorfia di disgusto. Ah, ma ora non è più il mio ex-ragazzo vero? Oppure lo è? Aaah! Ah, giusto! gli avevo detto che doveva conquistarmi, quindi sarà di nuovo il mio ragazzo. Aah, ora mi sento meglio. Mi sentì scuotere da due forti mani femminili.
   -aa! Ahi, mi hai fatto male!- mi massaggiai le clavicole. Avevamo aumentato talmente tanto la nostra forza in questi pochi giorni che ormai me le rompeva. Lei si portò le mani davanti alla bocca, sorpresa dalla forza che aveva usato.
   -scusa, non l’ho fatto apposta. Allora? Era lui vero?- arrossì e lei lo prese per un sì. -aaaah! Lo sapevo! Lo sapevo! Ehm.. ora va tutto bene tra di voi vero? Sembrava che ti stava per dire una cosa importante. Mi dispiace per avervi interrotti- è vero, prima mi stava per dire qualcosa. Chissà che cos’era.
   -non ti preoccupare, me la dirà la prossima volta che ci vedremo. Comunque, sì, ora va tutto bene. Davvero- cominciammo a ridere insieme e a parlare, le raccontai tutto, dalla prima volta che lo vidi fino a quel momento. Non le raccontai dell’incontro tra me e Fabio. Lei come al solito restò in silenzio ad ascoltarmi. Alla fine andai nel mio letto e ci addormentammo. Sono sicura che da oggi in poi le cose miglioreranno.



spero che mi perdoniate per gli errori e spero che vi sia piaciuto. al prossimo capitolo! byby :) 

 

  
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