Rating: per tutti
Genere: commedia, romantico
Personaggi: Severus Snape,
Hermione Granger
Pairing: Severus/Hermione,
Epoca: post 7° anno
Riassunto: Severus soffre il caldo, ma sua
moglie saprà come farlo sentire meglio.
Disclaimer: I personaggi ed
i luoghi presenti in questa storia non appartengono a me bensì,
prevalentemente, a J.K. Rowling e a chi ne detiene i
diritti. I personaggi originali, i luoghi non inventati da J.K. Rowling e la trama di questa storia sono invece
di mia proprietà ed occorre il mio esplicito e preventivo consenso per
pubblicare/tradurre altrove questa storia o una citazione da essa. Questa
storia non è stata scritta a scopo di lucro, ma per puro divertimento, nessuna
violazione del copyright è pertanto intesa.
Parole/pagine: 709/2
Nota: La storia fa parte di una mini-raccolta di one
shot brevi, intitolata “Giochi d’acqua e di famiglia”, senza nessun ordine temporale
preciso tra di loro, mentre seguono l’altra mia raccolta di one
shot “Un anno per
amare”.
Non è necessario leggervi tutte le storie della prima raccolta, si capiscono
perfettamente anche senza farlo, vi sveleranno solamente l’ultimo capitolo.
Giochi d’acqua e di famiglia
Doccia
La
festa era ormai finita e la piccola Sarah si era ormai addormentata, ma avevano
preferito rimanere al Castello, nelle vecchie stanze di Severus nei sotterranei.
L’aria
era davvero irrespirabile, la morsa del caldo aveva deciso di soffocare persino
quell’angolo di Scozia, cosa assai inusuale per quel
periodo.
Snape
proprio non sopportava quel calore, invece la bambina, che in quello aveva
preso fortunatamente dalla madre, si sentiva a proprio agio e dormiva placidamente
nel letto che tante volte lo aveva ospitato.
Se
non fosse stato abbastanza indecente – e impresentabile – sarebbe volentieri
andato in giro nudo, ma non era proprio il caso di vagare per il castello
coperto della sua sola pelle.
«Questo è un
castello! Dovrebbero esserci fresca umidità e fresca ombra, com’è possibile che
faccia questo dannato caldo?»
«Chiedi
a Minerva se lancia un Incantesimo Rinfrescante su tutto il castello.»
«Ci ho già
provato, mi ha risposto che sono ridicolo e che non fa così caldo come io
sostengo. Impensabile!» ma Hermione lo guardò
esattamente come lo aveva guardato la professoressa McGonagall, anche lei
pensava che fosse solamente esagerato e che tutto quel caldo in realtà fosse un
piacevole tepore.
Sarah
continuava a dormire placidamente, addirittura russava, mentre lui camminava
avanti e indietro cercando di fare un po’ di aria fresca con il suo stesso
corpo, ma fu tutto inutile, si ritrovò più sudato di prima.
«Vieni
con me, ho un’idea.» Hermione strinse una mano tra le sue e lo condusse nel
bagno adiacente alla stanza da letto.
Severus
sorrise, malizioso, quell’idea cominciava davvero a piacergli, sempre se sua
moglie non avesse avuto intenzione di chiuderlo in bagno per non dover più
sentire le sue lamentele.
A
quel pensiero il sorriso scomparve, ma apparve di nuovo quando la giovane
strega iniziò lentamente a slacciare ogni singolo bottone che chiudeva la
camicia madida di sudore.
Quel
contatto, però, non lo stava di certo aiutando, anzi, se possibile si sentiva
ancora più accaldato di quanto non fosse prima di entrare lì dentro.
Sfilò
con studiata calma la cintura e con altrettanta calma aprì i pantaloni di
Severus che fece scivolare fino ai piedi nudi.
«La
bambina potrebbe svegliarsi.»
«Sarah
dorme profondamente e se dovesse svegliarsi, siamo entrambi qui» amava il
sorriso di Hermione, la piega delle sue labbra e quella particolare sfumatura
che scintillava su suoi occhi.
Severus
non rispose, lasciò che la strega guidasse ogni suo senso e chiuse gli occhi
quando lo spinse indietro, fin sotto la doccia che aveva preso a scrosciare, e
lo spinse ancora finché non sentì l’acqua gelida scivolargli sulla pelle.
Sentire
le mani della strega che gli carezzavano il corpo sotto quella pioggia fredda,
era una sensazione bellissima, una sensazione che
avrebbe voluto non finisse mai.
L’acqua
gli scendeva su ogni linea di pelle, come un fiume che pian piano rompeva gli
argini andando a bagnare la terra tutt’intorno.
Aveva
ancora gli occhi chiusi e si accorse che anche sua moglie era ormai nuda, solo
quando i suoi seni si spinsero contro il petto nudo: il suo corpo era caldo, un
contrasto col freddo dell’acqua che lo fece tremare, un lungo brivido di
piacere che gli salì lungo la spina dorsale.
Hermione
lo baciò, con passione e la strinse a sé, con rabbia, come se quello fosse
stato il loro ultimo bacio, ma sapeva perfettamente che ormai si appartenevano
e il sapore delle loro labbra sarebbe stato uno solo fin quando avessero avuto
vita nel petto.
Quel
contatto gli era mancato, non poter sentire per lungo tempo il corpo della
donna sotto le sue mani era stato una lenta tortura, ma in quel momento tutto
scomparve, lì c’erano soltanto loro due, come se il loro amore fosse appena
agli inizi.
C’erano
loro due e l’acqua che aveva preso il sapore di entrambi, ampliando quegli
aromi e rendendoli uno solo, come un’anima soltanto era quella che li legava.
E
quella desiderata freschezza scivolò su di loro, sui
loro corpi nudi e sulle loro pelli, su ogni linea che ormai conoscevano alla
perfezione, ma che non erano mai stanchi di sfiorare.
«Va
un po’ meglio?» gli chiese staccandosi dalle sue labbra.
«Dovrebbe
fare caldo più spesso.»
E
insieme risero mentre Severus la baciò di nuovo con l’acqua gelida che scendeva
ancora suoi loro corpi nudi.