Legami
Invisibili
Di Lilyan
3. Colazione coi Grifoni
- Bene
Signori! – Disse la professoressa McGrannit
osservando i due giovani di fronte a lei – Penso non ci sia altro da
aggiungere! -
- Ma professoressa…! – Cercò di parlare Hermione.
- Signorina
Granger, ne abbiamo già
discusso per più di due ore e… no, non è proprio possibile inserire anche
Storia Babbana nel vostro calendario delle lezioni! –
Hermione
emise un profondo respiro a quell’ennesimo diniego e Draco Malfoy, che fino a quel
momento era rimasto in silenzio, trattenne a stento un sospiro
di sollievo a quelle parole.
Gli sarebbe
andato bene tutto, ma Storia Babbana, quella proprio
no!
- Mi
aspetto il massimo impegno da entrambi e… soprattutto collaborazione! – E la professoressa scoccò un’occhiata a Malfoy.
– Siete in
una situazione scomoda per tutti. Ricordatevelo! Dovremo modificare tutti gli
orari delle lezioni per facilitarvi. Questo è il massimo che possiamo fare,
quindi, cercate di fare del vostro meglio e vedrete che tutto si aggiusterà
presto! -
-
Professoressa? –
- Si,
Signor Malfoy? –
- Ha avuto
notizie da Silente su questa faccenda? Insomma, per quanto ancora… sono già
passati due giorni…-
- Mi
dispiace ma non ci sono novità. Dovremo attendere che l’incantesimo si indebolisca col passare del tempo e solo allora potremo
agire –.
Il ragazzo
abbassò lo sguardo deluso.
Hermione
fece lo stesso.
- Signori,
immagino la vostra frustrazione. Posso solo dirvi di avere pazienza e magari…
approfittare di questo incidente per appianare alcune
divergenze… e non solo tra voi! Potrebbe essere molto interessante! – Disse con
un sorrisetto la McGrannit,
voltandosi poi e tornando alla sua scrivania.
Allo
sguardo interrogativo e basito dei due, l’insegnante aggiunse solo – Ora potete
andare , e fate attenzione alle scale, mi raccomando!
–
I due si
alzarono e, come ormai avevano imparato, si diressero in silenzio e lentamente
alla porta facendo ben attenzione a non allontanarsi troppo dal proprio
compagno.
Scesero le
scale sempre con cautela e senza proferire parola.
In realtà
tra i due non c’erano mai stati grandi discorsi in quei giorni: solo qualche
frase di circostanza, alcune battute, tante frecciatine
e troppe offese malcelate!
Oggi, per
la prima volta dall’“incidente”, sarebbero scesi in Sala Grande a fare
colazione con i compagni e nessuno dei due sapeva come
comportarsi.
La prima a
parlare fu Hermione.
- Senti Malfoy – disse fermandosi
all’improvviso sugli scalini facendo bloccare di colpo anche Draco – Che facciamo ora? -
- Come che
facciamo ora, Granger? Io ho intenzione di andare a
fare colazione immediatamente! – e la guardò come
avesse appena fatto la domanda più ovvia e stupida del mondo.
- Non hai
capito niente! – Disse di rimando la ragazza – Ovvio che andiamo
a colazione, ma dove? –.
La faccia
di Draco assunse un’espressione ancora più ebete
della precedente.
Intuendo
quello che il ragazzo stava per dirle lo anticipò – Si
lo so, andiamo in Sala Grande, ma… - e sussurrò quasi per paura della reazione
– al tavolo dei Grifondoro o dei Serpeverde?
-.
- Ah… – Fu
l’unica risposta.
- Sì,
insomma, io credo che si possa fare un giorno qui e un altro lì, sempre che ti
vada bene? – Provò a dire timorosa. Draco le incuteva
nonostante tutto una certa soggezione e con lui doveva
dosare sempre le parole, se non voleva che la conversazione sfociasse
immancabilmente in un litigio.
A quelle
parole gentili Draco si riscosse.
Lui non ci
aveva nemmeno pensato a quel problema. In fondo quella Granger
non era così sciocca!
Eppure
non sarebbe stato così facile.
Lui in
mezzo ai Grifondoro… o portare la Granger
tra i Serpeverde… quale sarebbe stato il male minore
per cominciare?
- Hey, Malfoy! A cosa stai
pensando? Ti sei imbambolato? -
- Cosa? Stavo solo riflettendo! – Rispose bruscamente.
- Su cosa?
– Chiese curiosa Hermione, forse con troppa enfasi.
- Non sono
fatti tuoi, Granger! –
- Ah,
scusami tanto! Io mi preoccupo per entrambi e tu fai lo scorbutico!-
- Se vuoi proprio saperlo anch’io stavo pensando al problema
della colazione! –
_ E quindi?-
- Quindi… dobbiamo stabilire qual è la soluzione meno
fastidiosa per iniziare! –
- Io credo…
che sarebbe meglio incominciare dalla mia Casa! – Disse Hermione
con cautela dopo alcuni istanti.
- Sei
convinta che i tuoi amici saranno meno odiosi dei miei compagni? – Fece Draco con un’impercettibile smorfia sul volto.
- Non posso
assicurartelo per tutti, questo no – Disse
sinceramente Hermione – Ma sono certa che alcuni di
loro ti potrebbero stupire! Vedrai, in fondo non siamo
poi così male! – Cercò di sorridere mentre parlava.
- E sia… –
Si lasciò infine sfuggire il ragazzo. - In fondo, mi
devo comportare da cavaliere e quindi per oggi salirò io sul patibolo… Domani,
però, sarà il tuo turno! – Rispose serafico il biondo Serpeverde.
– Adesso possiamo andare? Ho fame!-
- Sì…
certo! – Disse allegra Hermione, che si stupì non
poco della gentilezza che ogni tanto traspariva dai modi di Draco.
Dopo pochi
minuti entrarono nella Sala Grande.
Si
ritrovarono però loro malgrado gli occhi dell’intera
scuola puntati su di loro!
Altra cosa
a cui non avevano pensato!
La notizia
dell’incidente con Paciock e delle sue conseguenze si
era infatti sparsa a macchia d’olio tra gli studenti
di Hogwarts in pochissime ore dall’accaduto. Ormai, a
distanza di giorni, erano scattate persino le scommesse su chi per primo, tra Malfoy e la Granger, avrebbe scagliato qualche incantesimo
sull’altro.
Inoltre,
c’era anche chi scommetteva che, alla fine, tra i due sarebbe nato qualcosa!
Non senza
imbarazzo e ancora impacciati nei movimenti, i due ragazzi si diressero senza
proferire parola verso il tavolo dei Grifondoro dove
si accomodarono esattamente tra Ron e Harry che avevano fatto loro un po’ di spazio.
Quel gesto venne accolto da un comprensibile mormorio generale.
Vedere Malfoy prendere posto vicino a Potter era al di là di ogni umana immaginazione!
Ma lo
stupore che si era generato, era più per il fatto che
tutti si aspettavano una bella sfuriata tra i due, invece di quell’esempio di tacito accordo.
Per
allentare la tensione che sembrava essersi creata anche al tavolo dei Grifoni
per l’inaspettata presenza di Malfoy, Harry decise di intavolare una banale conversazione.
- Allora Hermione, come va stamattina? Contenta di tornare a seguire
le lezioni? – Domandò in evidente impaccio e senza alzare gli occhi dal suo
piatto.
- Oh? …si certo! Non vedevo l’ora di poter uscire da quell’infermeria -. Rispose la ragazza che aveva intuito il
tentativo dell’amico.
- Cosa darei io invece oggi per starmene a dormire in
infermeria invece di sorbirmi due ore di pozioni con quella sottospecie di… - Harry si trattenne giusto in tempo, prima di chiamare Piton con uno degli epiteti che ormai era solito usare.
Rimase
immobile per qualche istante. Si aspettava che Malfoy
lo attaccasse da un momento all’altro con qualche insulto al suo indirizzo, per
aver anche solo pensato di offendere il responsabile della Casa dei Serpeverde.
Ma
non fu così!
Draco
continuava tranquillamente a bere il suo tè e ad imburrare con indifferenza il
suo pane tostato, come se nulla fosse e come se non esistesse nessuno attorno a
lui.
Tutti i Grifondoro lì attorno lo
osservavano ammutoliti.
Ron,
addirittura, era rimasto con la bocca spalancata, reggendo un muffin a mezz’aria attendendo che da un momento all’altro
il biondino esplodesse in qualche ingiuria contro il
suo miglior amico.
Ma
non accadde nulla.
E
poi…
Improvvisamente…
- Weasley, prima che ti cada la mascella, mi passeresti la marmellata? -
- … ???-
Ron
non rispose e il suo dolce gli cadde dalla mano. Se era possibile la bocca gli si spalancò ancora di più.
Harry
era basito.
Non capiva.
Era
inconcepibile e surreale!
Quello non
era Malfoy!
Impossibile!
- Allora Weasley? Avrei un po’ di fretta! – Ribadì
Draco con tono secco, ma stranamente non
provocatorio.
- C… Certo…
eccola… - Balbettò il rosso porgendo la marmellata.
Draco
non disse grazie, ma fece un impercettibile segno con la testa ed elegantemente
tornò a dedicarsi alla propria colazione.
Tutti i Grifondoro ora avevano gli occhi puntati sul biondo Serpeverde. Ma a quanto sembrava,
lui pareva proprio non accorgersene.
Harry
lo osservava ancora incredulo.
Poi, si
accorse che non riusciva a spostare il proprio sguardo dal suo vicino.
Era più
forte di lui! Si sentiva ipnotizzato dalla grazia dei suoi movimenti, dalla
leggiadria che quei gesti avevano, anche nel fare la cosa più banale come
spalmare la marmellata sul pane.
Non se ne era mai reso conto, ma nonostante l’infinita arroganza
che traspariva da quegli occhi di ghiaccio e l’incalcolabile boria che il suo
portamento svelava, Harry dovette ammettere con se
stesso che tutto in quel ragazzo in quel momento era estremamente elegante e
armonioso.
Se solo non si fosse trattato di Malfoy…
Lo avrebbe
persino ammirato, invidiato…
Ma
era Malfoy!
Draco
Malfoy!
Lo stesso
ragazzo che gli aveva rovinato immancabilmente i precedenti sei anni passati ad Hogwarts!
E per
tutto questo non poteva davvero pensare a nulla del genere!
Harry
si riscosse in un attimo, e notando che ancora molti stavano fissando il Serpeverde con occhi avidi e curiosi, si chiese cosa quella
serpe stesse tramando alle loro spalle, visto il suo inusuale
comportamento pacato e quasi gentile di poco prima.
Anche
Ron e Hermione erano
rimasti affascinati da quella strana situazione. Possibile che quello fosse
davvero il solito Malfoy?
Forse
l’incantesimo di Paciock gli aveva danneggiato
permanentemente il cervello e nessuno se ne era
accorto! Si scoprì a sperare Ron a cui questa nuova
versione di Draco non dispiaceva poi troppo.
Hermione
dal canto suo pregava che quello stato di quiete apparente durasse il più a
lungo possibile, visto che era lei, alla fine, a dover
passare gran parte del tempo con quel ragazzo!
Per il
resto, nessuno dei Grifondoro ebbe stranamente nulla
da ridire quella mattina sulla presenza di Malfoy al loro
tavolo né sul suo impeccabile comportamento.
Ma se al
tavolo dei Grifondoro, tutto sommato le cose
sembravano essere andate fin troppo bene, tra i Serpeverde
c’era chi si chiedeva a cosa fosse dovuta tutta quella
tranquillità di Malfoy e soprattutto di Potter.
I due non
si erano rivolti parola, è vero, ma conoscendo il loro
disprezzo reciproco e la loro eterna rivalità, proprio questo silenzio appariva
innaturale.
E tra
la confusione e le chiacchiere nella sala, agli occhi di qualcuno quel silenzio
faceva molto… troppo rumore!
Ormai
mancava poco all’inizio delle lezioni e molti studenti avevano già lasciato la
Sala Grande. Solo alcuni Grifondoro
e qualche Serpeverde si attardavano ancora ai tavoli
delle Case e c’era ancora qualche professore.
Alle proprie
spalle, Harry sentì un fruscio di tuniche che si
stavano avvicinando al loro tavolo e da alcuni grugniti che si udivano
nettamente, poteva anche immaginare di chi si trattasse!
- Hey Draco, tutto bene? – Chiese Tiger.
- Ti hanno
dato fastidio questi imbranati? – Aggiunse Goyle.
- Tutto ok! – Rispose Malfoy
inespressivo, senza nemmeno voltarsi verso i compari e finendo di sorseggiare
il proprio tè.
- Oh, Draco non è che ti hanno fatto
qualche incantesimo? Non sembri tu… - Disse mielosa Pansy Parkinson appoggiando
dolcemente una mano sulla spalla del compagno di Casa.
- Sto bene Pansy… - Disse Draco tra i denti
- …e lo sai… - E girò il viso quanto bastava per fissarla con occhi a dir poco
maligni – …Che non sopporto che tu mi tocchi…! -.
A quelle
parole di ghiaccio la ragazza, visibilmente intimorita, tolse subito la propria
mano dalla spalla di Malfoy. Poi, ripresasi, emise un
ghigno nervoso – Almeno siamo certi che non ti hanno stregato.
Sei il Draco di sempre! -.
Ma
nel profondo qualcosa non la convinceva.
- Comunque, deve essere un vero strazio passare tutto il tempo
con la mezzosangue, il pezzente e lo sfregiato! Non capisco perché ti abbiano
costretto anche a venire a questo tavolo di idioti
invece di far stare lei al nostro! -. Aggiunse acida la Parkinson
trapassando Hermione con un’occhiataccia.
- Nessuno
mi costringe a fare niente, ricordatelo bene Pansy! E non ti preoccupare che
domani è il turno della Granger a stare nella tana
del lupo! -.
- Allora
domani ci sarà da spassarsela, vero ragazzi? – E lanciò un’occhiata d’intesa ai due bestioni che le stavano
di fianco.
- Certo,
certo! – Dissero sogghignando insieme Tiger e Goyle.
- Chissà
come verrà accolta una mezzosangue… sarai una rarità
al nostro tavolo. Granger dovresti esserne
orgogliosa! –
- Ora basta,
Parkinson tornatene da dove sei
venuta e facci terminare la colazione! – Sbraitò Harry
alzandosi dalla panca.
- Oh, come
siamo suscettibili Potter, se vuoi domani puoi venire
anche tu, così farai il tuo solito lavoro da cane da guardia! –
- Brutta…s…
Vattene immediatamente o io… - Harry era al limite della sopportazione. Non soffriva quell’ignobile essere, era odiosa e stupida e alle volte
riusciva ad irritarlo più dello stesso Malfoy.
- O tu cosa, Potter? Non credo mi farai proprio niente qui sotto gli occhi dei professori! –
Disse sicura di sé.
- Lui forse
no ma io ci potrei pensare! – Disse Hermione
prendendo il coraggio di parlare.
- Oh,
sentitela! La signorina infangherebbe la sua reputazione di prima della classe
scagliandomi contro un incantesimo? –
- Certo che
lo farei, e mi darebbe anche una grande soddisfazione,
te lo assicuro! – Ribadì la Grifondoro,
che ora era seriamente determinata.
- Non ci
sarà bisogno di tutto questo, vero Pansy? – Chiese lentamente Malfoy alzandosi in
piedi e osservando crudelmente la Serpeverde.
- Ma Draco… li hai sentiti… loro… -
- Io ho
sentito te e ho sentito loro… e mi è venuto un terribile mal di testa! Quindi se per favore te ne vuoi andare in classe con Tiger e Goyle io vi raggiungo tra
poco. – Aggiunse in tono incolore.
- Ma non possono passarla liscia, non gli permetterai di
offendermi così e poi lasciarli andare! -. Urlò risentita la ragazza.
- Oh, certo
che sì! Visto che non ho intenzione di passare le mie giornate in infermeria se
la Granger dovesse essere ferita da voi! E anzi, finché staremo in questa situazione, vedete che non
le succeda nulla perché altrimenti ve la farò pagare cara per ogni ora in più
che dovrò starmene in quel buco! – E detto questo si
risedette dando loro le spalle.
- Draco tu… tu… sei impossibile! – Squittì esasperata e
delusa Pansy mentre si allontanava dalla sala seguita
a ruota da Tiger e Goyle.
- Grazie… -
Disse Hermione che ancora non credeva a quello a cui
aveva assistito.
- Granger, mettiti bene in testa che non l’ho fatto di certo
per te! – Disse il biondo con estrema calma. - Non ho davvero intenzione di
trascorrere un minuto più del necessario in infermeria e visto che ti avrò
sempre tra i piedi, vediamo che sia fuori da quel
posto! –
Hermione
con gli occhi fiammeggianti dalla rabbia decise di non ribattere e si accomodò,
anche se nella sua testa già frullavano mille insulti rivolti a quel cafone. “Lui sopportare me?” si chiedeva,
“Io gli starei tra i piedi?”. “Non credo abbia afferrato bene come
stanno le cose. E’ solo un ragazzino odioso e maleducato! Uno di questi giorni
davvero gli spacco la faccia!”.
Harry
aveva seguito tutta quella scena e non ci capiva proprio più niente.
La Parkinson se ne era andata con la
coda tra le gambe… ma questa volta non era merito suo se era scappata a gambe
levate, ma, fatto incredibile, di Malfoy!?
Ora stava
guardando la sua migliore amica, che da come stringeva i suoi occhi nocciola in
una sottile fessura, sembrava stesse meditando di
uccidere qualcuno… e non era difficile capire chi.
Ora il suo
sguardo si posava sul suo peggior nemico seduto vicino a lui, ma dal suo viso,
pallido come la luna, e da quegli occhi, che potevano
divenire freddi come il più freddo dei ghiacciai… traspariva il dannato NULLA!
E Harry in quell’istante non desiderava
altro che sapere cosa stava passando nella mente del Serpeverde.
*
*
*
Continua…
* * * * * * *
Ecco anche
il terzo capitolo!
Ancora GRAZIE a tutti quelli che hanno letto la
mia FF e soprattutto a chi ha commentato! E’ davvero un grande incentivo a
continuare, il sapere che ho stimolato la vostra
curiosità e che non vi sto annoiando troppo!!
Baci a
tutti. Lilyan