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Autore: itsharrysharibo    18/07/2014    7 recensioni
Durante il party di benvenuto dell'Alnwick College una studentessa scompare misteriosamente. Otto giovani metteranno a repentaglio la loro vita per scoprire cosa è capitato alla ragazza. Le loro vite cambieranno per sempre e i loro segreti più nascosti potrebbero essere svelati completamente.
Genere: Drammatico, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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ONE
WARNING
 


 
Non appena la sua nuova tutor l’aveva accompagnata nella sua minuscola stanza, Amy si sentì mancare. Se durante era stata solo stanca e nervosa adesso fu come avvolta da un profondo senso di depressione, che probabilmente non se ne sarebbe mai andata.
Era tardi, quasi le dieci e mezzo, e sebbene Liam avesse proposto loro di mangiare un boccone lei ed Harry avevano declinato l’offerta preferendo andare subito a letto.
Mentre raggiungeva la sua camera Amy era riuscita a notare solo i corridoi interminabili e male illuminati, con logori tappeti dalla fantasia quasi irriconoscibile che coprivano il parquet lisciato dai piedi di moltissimi studenti.
<< Il bagno è laggiù mentre la porta a vetri conduce alla cucina, anche se la maggior parte degli studenti mangia in mensa. – esordì la signora Benson una volta entrate in stanza. – Vuoi che ti presenti le tue coinquiline? >>
<< Domani. Sono piuttosto stanca, abbiamo fatto un lungo viaggio. >>
La tutor annuì e posò una valigia sulla sedia di fronte alla scrivania. << Certo, capisco. A proposito, sei fortunata: da questo appartamento si vede il lago. E hai un accesso privato al balcone. Tuttavia è esposto a nord, perciò, quando le tempeste infuriano sul serio, le imposte sbattono da matti, e in inverno si formano arabeschi di ghiaccio sul vetro. >>
Amy si avvicinò alla portafinestra, da cui si distinguevano i profili grigi del lago e delle montagne nella luce fioca dell’illuminazione esterna. << Già, il panorama è davvero splendido! >> si sforzò di sorridere.
Sorrise anche quando la signora Benson le consegnò le lenzuola e una pila di asciugamani, mostrandole gli armadi. E continuò a sorridere anche quando le consegnò la cartina del campus e il regolamento interno con la precisazione: << All’Alnwick le regole esistono per essere rispettate. >>
Amy temeva sinceramente che gli angoli della bocca le si sarebbero paralizzati e che quel sorriso le restasse incollato in faccia per tutta la vita. Ma cercò di controllarsi e ringraziò.
Tuttavia non appena la signora Benson fu uscita dalla stanza, si lasciò cadere sul letto. Il materasso era così infossato che quasi sfiorava il pavimento. La camera era minuscola e l’arredamento era privo di gusto. Semplicemente orribile!
A quanto ne sapeva l’edificio risalivi ai primi del Novecento ed era stato abilitato a college negli anni ’70. Da allora sembrava che non fosse stato sottoposto a grandi restauri, almeno non negli appartamenti.
Per un po’ fissò i disegni bizzarri che l’illuminazione esterna proiettava sul soffitto, riempiendo l’edificio di una luce irregolare. Forse avrebbe dovuto disfare le valigie.
Chissà come stava Harry. Riusciva a dormire?
Amy rivide l’espressione disperata del fratello, mentre Liam consegnava loro le chiavi. Di certo lui avrebbe voluto accompagnarla in camera e stendersi nel letto con lei per non dormire solo, ma non aveva detto nulla perché Liam, forse stanco per il viaggio, non aveva più prestato loro molta attenzione. Oppure ce l’aveva ancora con lui perché aveva quasi provocato un incidente? D’altro canto, Harry aveva ragione: sulla strada c’era veramente qualcuno. Nessuno dei due però aveva accennato a Liam della figura sulla sedia a rotelle che avevano visto.
Amy non sapeva il perché.
La stanza era silenziosa, l’unico rumore che si sentiva era causato dalla televisione che si trovava nel soggiorno. Le sue compagne di stanze erano tornate, aveva sentito il rumore della porta aprirsi e poco dopo l’acqua della doccia scorrere.
Per qualche secondo ebbe la tentazione di uscire dalla sua stanza e presentarsi alle sue nuove compagne, ma ormai quella Amy non esisteva più. Non era più la ragazzina che voleva primeggiare e piacere a tutti i costi, non da quando aveva conosciuto Noah.
Noah l’aveva già dimenticata? Oppure continuava a cercarla? Che cosa aveva pensato quand’era sparita da un momento all’altro, senza salutarlo, senza dirgli addio?
Prima o poi, a distanza di anni, forse qualcuno gli avrebbe domandato: << Ricordi la ragazza con cui hai fatto l’amore per la prima volta? Quel sabato sera, la sera in cui è capitata quella disgrazia? >>
Quanto tempo sarebbe trascorso prima che Amy diventasse un ricordo sfocato nella sua mente? Quanto tempo avrebbe impiegato Noah per dimenticarla?
<< Quale ragazza? >> avrebbe risposto.
Aveva continuato a fissare il soffitto sopra di lei finché qualcuno non proruppe bruscamente nella sua stanza.
In pochi secondi la figura di Liam si presentò ai piedi del suo letto mentre la fissava preoccupato.
<< Si tratta di tuo fratello. >>
 
Erano passati circa venti minuti da quando Harry aveva iniziato ad agitarsi e parlare nel sonno, la fronte era tutta sudata.
Il suo corpo esile, avvolto nel pigiama a quadretti, sembrava indebolito da uno sciopero della fame.
Era steso sulla schiena e fissava il brutto soffitto di legno. No, naturalmente non lo fissava, perché aveva gli occhi chiusi.
Quando dalla sua bocca uscì un urlo involontario Zayn e Niall si catapultarono nella sua stanza, ma questo non lo fece svegliare.
Il biondo accese la sua videocamera e iniziò a filmare mentre il pakistano lo osservò scocciato per poi far ricadere la sua attenzione sul riccio cercando di farlo svegliare inutilmente.
Louis si catapultò nella stanza pochi attimi dopo e osservò la figura di Harry che non sembrava voler smettere di muoversi sotto le lenzuola.
<< Ho avvisato Mr. Payne, è andato a chiamare la sorella. >> disse poi il ragazzo mentre Zayn annuì serio.
Ai ragazzi non era mai capitato di assistere a una scena del genere e persino Niall, che continuava a riprendere non interessandosi degli sguardi contrariati che continuavano a rivolgergli i suoi coinquilini, sembrava essere turbato.
Vennero attirati dal rumore della porta di ingresso che si apriva e in pochi secondi una ragazza si catapultò nella stanza.
La prima cosa che attirò l’attenzione di Amy fu un ragazzo biondo. L’unica cosa che poté notare di quel tipo furono il petto nudo e i pantaloni rosa shocking del pigiama.
Per il resto, il suo viso era nascosto dietro una videocamera e, cavolo, continuava a filmare anche quando si era fiondata ai piedi del letto di suo fratello.
<< Tu sei sua sorella? >> un ragazzo alto e snello era fermo sulla soglia della stanza che doveva essere proprio sotto la sua.
Era l’unico a essere completamente vestito: pantaloni di jeans, scarpe da tennis e maglione nero. Indossava perfino la cintura.
<< Io sono Zayn. Tua fratello ha qualcosa che non va. Ho provato a svegliarlo ma, più cerco di calmarlo, più si agita. Non si sveglia, ma non si lascia nemmeno toccare. >>
<< Sì. >> fu l’unica risposta che Amy riuscì ad articolare.
<< E’ normale? >> domandò un altro ragazzo alle sue spalle, ma lei lo ignorò.
Mille pensieri le attraversarono la mente, doveva tranquillizzare Harry e farlo tacere.
Aveva detto qualcosa nel sonno? Qualcosa che nessuno doveva sapere?
<< D’accordo mi occupo io di lui. E… – indicò dietro di sé – non ho bisogno di spettatori. >>
Zayn ignorò la sua richiesta. << Ha spesso questi incubi? >>
Amy dimenticò per un attimo la sua maschera di cocca di tutti. << E’ solo un brutto sogno, okay? Ora puoi far sparire tutti quanti? >>
Zayn alzò le mani. << Ehi, volevo solo aiutarlo! >>
Amy si sforzò di mantenere un tono calmo. << Non ha bisogno di aiuto. Quando si sveglierà ci riderà sopra. >>
Non è vero, pensò riportando l’attenzione su suo fratello.
<< Harry! – bisbigliò – Svegliati, sono io! >> gli sfiorò la mano e lui aprì gli occhi.
Harry batté le palpebre.
Il sudore gli imperlava la fronte alta, che la mamma aveva sempre definito “da intellettuale”.
I capelli ricci e castano scuro erano incollati alla testa e la bocca era contratta per la tensione. << Che è successo? >>
<< Niente. >> lo rassicurò Amy.
Poi però udì una voce dietro le sue spalle. << Come sarebbe a dire “niente”? >>
Amy soffocò in un gemito. Non aveva forse pregato a quei ragazzi di lasciarli da soli?
Harry prese il bicchiere d’acqua che era sul suo comodino e bevve un sorso. << Era tutto sotto sopra. – mormorò – Niente era più al suo posto. I libri erano stati buttati giù dagli scaffali… e dietro la scrivania… >>
Amy avrebbe voluto tappargli la bocca, ma riuscì a dominarsi e dire allegramente: << E’ tutto okay. E’ stato solo un brutto sogno. Dev’essere stato lo stress del viaggio oppure… non avrai mica letto uno dei tuoi libri strani, eh, Hazza? >>
Continua a sorridere, Amy.
Oddio quei maledetti sorrisi facevano così male!
E perché “Hazza”? Non l’aveva mai chiamato così.
Lui, tuttavia, capì e cercò di non mostrarsi troppo agitato. Imbarazzato, tirò su la coperta e si rivolse ai tre ragazzi.
<< Mi dispiace di avervi svegliato. >>
Zayn  si avvicinò a Amy e diede una pacca sulle spalle a Harry. << Da come urlavi, dev’essere stato proprio un sogno orribile. >>
Harry sgranò gli occhi. << Urlavo? >>
<< Sì, come un dannato. – rispose subito Amy – Dovrebbero sistemarti in una stanza insonorizzata, altrimenti ti arresteranno per disturbo della quiete pubblica! >>
Non importava quali sciocchezze avrebbe detto, l’essenziale era che Harry tornasse in sé.
Dietro di lei risuonò un lieve ronzio. In un primo momento pensò che venisse dalla plafoniera, la cui lampadina continuava a tremolare, ma poi vide l’obbiettivo di una videocamera.
Il ragazzo con indosso il pigiama rosa lo puntò dritto sul volto di Harry e esclamò: << Fantastico, fantastico, fantastico! Ora guardami! Sì, perfetto. Le tue pupille sono gigantesche, come se qualcuno ti avesse forato gli occhi. – si avvicinò – Potresti fingere di dormire? Non ho ripreso bene l’urlo, capisci? >>
<< Oh, Niall, la vuoi piantare? >> sbottò il ragazzo castano che fino a quel momento era rimasto sullo stipite della porta.
In Amy esplose qualcosa, un’enorme palla di fuoco che mandò in cenere la sua solita compostezza.
Tirò uno schiaffo allo sconosciuto. << Ma cosa sei, un maniaco? Uno di quei guardoni che si eccitano davanti all’infelicità altrui e poi mettono tutto su YouTube? Spegni subito la videocamera o te la lancio fuori dalla finestra! >>
Pazzesco, gridare la faceva sentire così bene.
<< Niall, ha ragione, spegni la videocamera. – Zayn appoggiò una mano sulla spalla di Amy con fare rassicurante – Scusalo, non lo fa con cattiveria. >>
In quell’stante Liam entrò in camera e dopo essersi accerto che Harry stesse bene indicò l’orologio. << Credo che ora possiamo tornare tutti a dormire. Come vedete, Harry sta bene. >>
I tre ragazzi si scambiarono un’occhiata, ma senza ulteriori commenti lasciarono la stanza seguiti da Liam.
Quando la porta si chiuse Amy girò intorno al letto e guardò fuori dalla finestra la macchia nera del lago.
<< Non possiamo restare qui, Amy. – sussurrò Harry – Questo posto è malvagio, capisci? Malvagio! >>
 
Quando i raggi solari illuminarono il cuscino su cui si posava il viso di Alice, la mora aprì gli occhi scocciatamente.
Aveva sempre l’abitudine di non tirare mai le tende prima di andare a dormire, ma poi ne risentiva sempre la mattina seguente.
Scostò le coperte infondo al letto e si alzò svogliatamente stiracchiandosi un po’. Si avvicinò alla presa della corrente e staccò il cellulare dalla carica.
Lo schermo buio si illuminò mostrando lo sfondo del display, che raffigurava la figura di un ragazzo moro, segnalare un nuovo messaggio.
 
CARA ALICE, BENVENUTA ALL’ALNWICK.
QUESTA SERA ORE 20 FESTA NELLA RIMESSA DELLE BARCHE.
 
Com’era possibile? Non aveva dato il suo numero a nessuno da quando era arrivata al college la settimana prima.
Come faceva dunque il mittente a conoscere il numero?
Dopo essersi vestita infilò il cellulare nella tasca posteriore dei jeans e uscì dalla sua stanza.
Dalla fretta non si accorse della figura della sua coinquilina a pochi metri finendo, così, per scontrarsi con lei.
<< Vai sempre di fretta, vero? >> la voce di Gae risuonò nella stanza.
Alice la fissò per pochi secondi senza dire nulla e poi si diresse verso la porta di uscita, ma prima che potesse andarsene la bionda la richiamò. << Stasera verrai alla festa? >>
Alice guardò la ragazza sorpresa, dunque l’invito non era arrivato solo a lei.
<< Potremmo stare tutte insieme. >> intervenne Rose, la mora non si era neppure accorta della sua presenza dentro la stanza.
<< D’accordo. >> rispose semplicemente lei per poi abbandonare definitivamente la stanza con gli occhi delle due ragazze puntate contro.
Attraversò infiniti corridoi e salì moltissime rampe di scale prima di raggiungere la caffetteria.
Sebbene fossero solo le 7.30 della mattina moltissimi studenti erano già seduti ai tavoli mentre sorseggiavano caffè o mangiavano qualche brioche.
Dopo aver ordinato un caffè prelevò dalla sua tracolla un libro di architettura e iniziò a sfogliare le pagine che ancora profumavano di nuovo.
Era così che Alice era riuscita ad entrare all’Alnwick College, ottenendo una borsa di studio con l’architettura ed era quello il futuro a cui voleva aspirare.
Ovviamente sua madre non era d’accordo, l’avrebbe preferita di gran lunga avvocato o medico, come suo padre.
Improvvisamente il libro le venne tolto dalle mani mostrando davanti a lei la figura di Niall.
<< Ma guarda chi c’è, la mia ragazza preferita. >> disse il biondo divertito.
Alice sbuffò e si riprese il libro che era finito nelle mani del ragazzo.
<< Non hai nulla di meglio da fare, Horan? Perché non te ne vai in giro con la tua telecamera? >>
<< Ferma, sta zitta! – Niall si alzò a mezzo dalla sedia e sbirciò oltre il tavolo, verso il bancone del bar – Qualcuno ci osserva. Ana, Ana Finder! E’ una celebrità qui all’Alnwick. >>
Si era fatto tardi e la caffetteria si era quasi svuotata.
<< Chi? >> domandò Alice, irritata.
<< La ragazza sulla sedia a rotelle! Ana Finder! Non ne hai mai sentito parlare? >> Niall tirò fuori la videocamera dalla sua custodia e iniziò a filmare la ragazza.
La prima cosa che Alice notò furono due mani magre e affusolate, con le unghie dipinte di rosso, puntate sulle larghe vuote di una sedia a rotelle. Poi uno di quei braccialetti su cui si possono inserire tutti i ciondoli che si vuole, dal segno zodiacale, agli hobby o, ancora peggio, ai souvenir da viaggio.
Indossava un paio di jeans taroccati e una felpa col cappuccio dell’Alnwick College. Aveva forse due o tre anni in più di Alice e di Niall, ma era impossibile da dire per via del trucco pesante. I capelli erano mori.
<< Oddio, sta venendo qui! >> Niall doveva avere nel cervello un amplificatore con cui regolava le corde vocali. Alice non aveva mai incontrato nessuno che sapesse modulare la voce come lui.
<< Perché all’improvviso sussurri, Niall? >> chiese in tono di scherno.
<< Credo che Ana odi quando si parla di lei. >>
<< E questo ti preoccupa? >>
<< Smettila subito! >> la interruppe una voce stentorea ed energetica alle sue spalle.
Ana si era fermata davanti a Niall, che era seduto su una seggiola e inquadrava la sedia a rotelle.
<< Sei sordo? Spegni la videocamera! Altrimenti ti querelo per discriminazione. E poi ti becchi una denuncia per violazione della privacy. >>
Il silenzio non calò solo intorno al tavolo. I pochi studenti rimasti allungarono il collo, incuriositi.
Niall saltò giù. << Datti una calmata. Essere su una sedia a rotelle non è niente di speciale. Ho filmato cose più strane. Nani, travestiti, una donna cui il cancro aveva letteralmente divorato il naso… >>
<< Vaffanculo! >> la ragazza alzò la mano scarna e pallida e alzò il dito medio nel gesto in cima alla classifica internazionale degli insulti.
<< Vaffanculo tu, Ana! >> Niall le voltò le spalle e si abbassò i jeans così velocemente che Alice pensò di aver immaginato tutto.
Un brusio, poi risa fragorose.
Alice fece una smorfia disgustata, aveva sempre problemi con le persone come Niall, che si divertivano a spese degli altri.
Gli sguardi degli spettatori erano puntati su Ana in attesa della sua reazione, ma lei rimase sorprendentemente calma. << Questa me la paghi, Horan. Stanne certo. >>
Strinse le palpebre e poi fece un sorriso enigmatico per poi uscire dalla porta principale.
Alice, stupita, la fissò con lo sguardo. Il suo autocontrollo era ammirevole.
Ana era stata offesa e ridicolizzata e l’unica cosa che aveva fatto era stato sorridere, ma era stato proprio quello a mettere in chiaro chi avesse davvero in pugno la situazione.
<< Stasera andrai al misterioso party nella rimessa delle barche? – domandò Niall, strappandola dalla sua riflessione – Oppure quella e-mail che ho ricevuto era solo uno scherzo? >>
<< No, l’ho ricevuta anche io. Anche le mie coinquiline me ne hanno parlato. >>
<< Oh, sarà davvero una figata! Credi davvero che si terrà una festa dietro la rimessa? Io penso che dietro questo invito si nasconda qualcosa. Ogni college ha i suoi rituali di iniziazione, no? – si passò una mano tra i capelli biondi – Ma non importa, per ora voglio credere alla storia del party. >>
Alice annuì e poi si alzò dalla sedia dirigendosi verso l’uscita seguita a ruota dal ragazzo.
 
Liam guardava l’enorme atrio della galleria. Dopo pranzo, quell0 era il punto di incontro degli studenti, che, divisi in gruppetti, parlavano di cosa fare più tardi. Se erano fortunati trovavano posto su uno dei comodi divanetti.
Lui e la professoressa Benson chiacchieravano seduti di fianco al caminetto.
Visti così potevano risultare incredibilmente simili: erano entrambi molto giovani, alti e con la pelle abbronzata.
Da giovani erano i classici tipi che d’estate facevano surf e in inverno si lanciavano giù dai pendii con lo snowboard.
Tuttavia, almeno nel caso di Liam, quella ostentata disinvoltura era ingannevole.
Si diceva che Liam fosse il miglior insegnante di tutta la Gran Bretagna e che fosse molto ambizioso.
Improvvisamente la sua discussione con la professoressa Benson venne interrotta da una voce familiare.
<< Mr. Payne, posso chiederle una cosa? >> Amy si presentò davanti agli occhi dei due insegnati interrompendo bruscamente il chiacchiericcio dei due.
Liam alzò gli occhi, infastidito. << Non ora! Isabel e io dobbiamo discutere di una questione importante! >>
<< Scusi, ma… come faccio ad andare in città domani dopo i corsi? >>
Liam scambiò un’occhiata alla sua collega che guardava Amy scandalizzata. << Vorresti andare ad Alnwick, domani? >>
<< Si, perché, è un problema? >>
<< Direi di sì. >> Isabel aggrottò la fronte.
<< Ma è importante! >>
Liam non capiva il comportamento della ragazza. Cosa doveva fare di così urgente?
<< Ad Alnwick non c’è nulla che tu non possa trovare anche qui. – asserì Liam, pacato – Di che cosa si tratta? >>
L’espressione di Amy cambiò in volto non aspettandosi quella domanda.
<< Oh, io… io ho semplicemente bisogno di cambiare aria. >> La ragazza ignorò l’espressione sbigottita di Isabel.
Liam fece spallucce. << Ne abbiamo bisogno tutti, ma non è possibile. >>
<< Perché no? >> Amy stava iniziando a diventare davvero irritante con tutta quell’insistenza.
<< Chi ti accompagna? >>
<< Lei potrebbe darmi un… >>
Isabel scoppiò a ridere. << Come ti salta in mente? Mr. Payne è il tutor, non il tuo autista personale! Non sai che occorrono quasi due ore per arrivare in città? >>
<< Ma… >>
Lei alzò gli occhi al cielo. << Certo che voi matricole avete delle idee bizzarre. >>
Liam si accorse che Amy aveva le lacrime agli occhi. << Okay, dai, siediti e spiegami il problema. >>
Lei si lasciò cadere su una poltrona di pelle, stringendo i denti. << Dunque, devo andare ad Alnwick per… >> Tacque.
<< Per? – la incalzò lui, spazientito – Parla tranquillamente. Oppure è un segreto? Non preoccuparti, resterà tra noi, vero, Isabel? >>
<< Ovvio. Noi siamo, per così dire, “specialisti” di segreti. – le rivolse un sorriso da cospiratrice – Perciò dicci tutto! >>
<< Devo spedire un’e-mail importante! >>
A Liam parve che Amy conoscesse già la risposta che le stava per dare la professoressa Benson.
<< Beh, se è tutto qui, all’Alnwick abbiamo un’ottima connessione Internet. >> Isabel inarcò le sopracciglia.
<< Si, certo, ma… >> Oddio, più andava avanti, e più sembrava assurdo.
Lui alzò le mani. << Allora quel è il problema? >>
<< Devo andarmene, non ce la faccio più. Voglio… >> Isabel non la fece continuare.
<< Ehi, è normalissimo che nei primi giorni ci si senta un po’ smarriti. – scrutò Amy, ma questa volta i suoi occhi non erano divertiti, sembravano più compassionevoli – Ci siamo passati tutti! Ma prima o poi imparerai ad amare la valle. Okay, probabilmente “amare” è un po’ esagerato visto che a volte gioca brutti scherzi… >> Isabel assunse un’espressione preoccupata, come se gli fosse sfuggito qualcosa che non doveva dire.
<< Che cosa intendi? >>
Isabel lanciò un lungo sguardo a Liam. Lui si piegò verso Amy.
<< Ascolta. Non si può andare in città così di punto in bianco. Se vuoi usare un’auto del college devi ottenere l’autorizzazione, addurre motivi urgenti o aspettare che un docente o altri studenti vogliano lasciare la valle. Puoi chiedere alla segreteria di metterti in lista. Oppure prendere l’autobus nel prossimo week-end. >> cercò di rassicurarla lui.
<< Mrs Benson, che cosa intendeva quando ha detto che ogni tanto la valle gioca brutti scherzi? >>
<< Non agitarti. Sono solo storie inventate dagli studenti. Scusa, non volevo spaventarti. >>
<< Storie? >>
<< Sì, sul fatto che qui non sia tutto normale. >>
<< Che cosa? Che cosa non è normale? >>
Liam e Isabel si guadarono ancora.
<< Ascolta, Amy. Non devi credere a tutto quello che si dice in giro. Sei qui da poco, devi ancora abituarti. Stasera c’è la festa di inizio anno, rilassati e divertiti. >>
La voce di Liam fu così rassicurante che Amy si calmò, si scusò dell’interruzione e se ne andò lasciando di nuovo soli i due docenti.
Entrambi seguirono con lo sguardo la ragazza abbandonare l’atrio e poi si guardarono.
<< Quella ragazza ha qualche rotella fuori posto. >> decretò Isabel divertita.
Liam ritornò a fissare il punto in cui Amy si trovava pochi secondi prima, come se fosse ancora con loro.
Il suo comportamento non lo convinceva per niente, già da quando aveva accompagnato lei e suo fratello al college aveva notato qualcosa di strano.
<< Nasconde qualcosa. >> rispose semplicemente Liam mentre la sua collega lo osservava sorpresa.

 


Ed ecco qui il primo capitolo! Spero vi piaccia perché è da questo momento che la storia ha un inizio vero e proprio. Alcuni misteri del prologo vengono svelati, ad esempio il perchè dell'entrata in scena di Liam. Inoltre conosciamo un nuovo personaggio e veniamo a sapere del misterioso party. Mi scuso se ci dovessero essere degli errori, ma non ho modo di ricontrollare il capitolo in questo momento. Non mi dilungo molto perché devo andare, ma ci tenevo a ringraziare quelle fantastiche persone che hanno recensito il prologo, siete state tantissime. A venerdì :)


 
TWO
PARTY


<< Ehi, qui c’è qualcosa! Forse è un segno che siamo sulla strada giusta. >>


 
  
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