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Autore: itsdjsmal    18/07/2014    2 recensioni
Zayn e Tiffany ,due fratelli..due gemelli.
Due persone totalmente diverse..due persone che a malapena si conoscono.
Lui odia lei.
Lei non ha mai avuto l'occasione di avere un rapporto con lui.
Lui se ne frega.
Lei ci sta male.
Lui la usa.
Lei lo lascia fare.
Lui si diverte.
Lei soffre.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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Capitolo 19.

Il tizio che poco prima mi stava urlando contro,si girò verso di Harry ed i due si scambiarono sguardi letteralmente,e non solo,infuocati fino a quando si decise a parlare.
"Styles,non mi scassare,fai alzare questa tipa e non mi scassate il cazzo."
Senza che me lo facessi ripetere da Harry,mi alzai e mi guardai intorno per andare in un nuovo posto decidendo così quale,ma il moro mi prese il braccio e mi fece sedere in un posto,quello acconto al suo.
Non sapevo se ringraziarlo o meno,preferii solamente stare in silenzio ed aspettare che la lezione iniziasse. Il professore era già entrare e dopo aver fatto la solita presentazione,iniziò la sua lezione.
"Grazie?" Mi girai confusa verso di Harry.
"Dico..non ringraziarmi eh."
 "Scusa.." sospirai."ce l'avrei fatta anche da sola." mentii. Sapevo benissimo che non era così.
 "Oh certo.." gli scappò una risata e fu così che venimmo richiamati .
Le ore scolastiche quel giorno passarono velocemente tra presentazioni e spiegazioni,tanto che l’ora del pranzo era già arrivata.
Quel pomeriggio,come organizzato in mattina con il preside della scuola,sarei dovuta rimanere a scuola,come avrei dovuto fare con i giorni successivi.
Ore di lettura e scrittura mi attendevano per il resto dell’anno scolastico e come sempre,quando il pensiero di leggere tornava nella mia mente,l’ansia iniziava a farsi sentire facendo così battere il mio cuore ad una velocità incredibile,quasi mi dovesse prendere un infarto.

Quando raggiunsi l’armadietto per posare i libri utilizzati precedentemente,vi trovai Zayn appoggiato sopra mentre messaggiava,penso,al suo telefono.
Appena lo raggiunse,depose quest’ultimo nella tasca dei suoi jeans e mi rivolse un sorriso,che più che altro mi sembrò falso,ma lasciai perdere ricambiandolo.
Chissà perché si comportava in quel modo. Era un tipo molto lunatico e veder cambiare il suo umore così velocemente mi faceva realmente venire i giramenti di testa.
Depositai i libri nell’armadietto e una volta fatto Zayn si decise a parlare.
“Andiamo alla mensa.” Nel mio sguardo rimase un senso di delusione,avrei preferito mi chiedesse come fosse andata fino ad ora la giornata,ma mi stavo illudendo troppo,così decisi ancora una volta di lasciar perdere senza darci troppo peso,anche se infondo questo era molto difficile.
Appena arrivammo,mi mostrò facendo attenzione ai dettagli,ogni parte della mensa.
Questa era veramente grande,d’altronde come il resto dell’edificio.
I tavoli erano depositati sparsi per la grande stanza,alla quale si accedeva tramite una porta a due ante;erano molto grandi e a forma di cerchio,ma nonostante la grandezza di questi,mi accorsi comunque che c’erano persone che preferivano starsene da soli.
Verso il lato più grande della stanza vi si trovava un lungo tavolo dietro al quale c’erano delle donne,penso superata la cinquantina d’età,che distribuivano il cibo presente richiesto dai vari scolari.
 “Questo è ciò che devi sapere sulla mensa,per andare alle classi devi recarti sul percorso che abbiamo fatto per venire qui.”
Come ad ogni suo discorso,annuii.
“Adesso quindi possiamo andare a mangiare.”accennai un sorriso.
“Vai a mangiare.” Mi corresse.
“Cosa?perchè? non ti fermi nemmeno per pranzo?” le parole uscirono così velocemente dalle mie labbra tanto che una volta finito sentii le mie guance accaldarsi per essere arrossita.
“Sei te quella che deve fare i corsi,non io” mi fece l’occhiolino,mi diede una pacca sulla spalla e girò i tacchi andandosene.
“Ah”si girò nuovamente verso di me facendo così riaccendere al mio interno la speranza che mi facesse compagnia. “Ti vengo a prendere non appena finirai,quindi aspettami fuori e non allontanarti da qui.” Tornai delusa,ancora,ma dovevo farcela anche da sola.
Iniziai a guardarmi intorno,tutti erano presi in una conversazione,chi stava a mangiare il proprio cibo e chi passava il tempo con lo sguardo fisso sullo schermo di un cellulare.
Mi sentivo così estranea,tanto che decisi di saltare il pasto e di recarmi verso una porta,che Zayn non mi aveva detto dove portasse. Anzi,non l’aveva proprio nominata.
L’aprii e quando uscii mi trovai in un parco enorme,molto più grande dell’entrata.
Molto probabilmente era il retro.
Ai due lati di questi c’era un campo da basket ed uno da rugby.
Lo sport in questa scuola era molto seguito e guardando i due campi,di sicuro questi erano i più frequentati.
Non sapendo cosa fare,andai a sedermi su una panchina iniziando così a guardarmi intorno.
Ero sola e stranamente,quella sensazione di stare senza nessuno in quel momento mi piaceva.
Forse le persone che all’interno della mensa si isolavano era per questo,per la necessita di sentirsi soli ed in pace per qualche momento,ma proprio a pranzo? Dove infondo si sa che è il momento dove tutti tendono a scambiarsi qualche parole creando un chiasso incredibile. Però penso che con il passare del tempo,quel chiasso si muterà,questo perché le persone sono tanto prese dai telefoni,dai social media,che lasciano da parte le proprie e vere emozioni lasciando così che si chiudano in se stessi,come succede a me..solo che non è a causa dei media.
Le persone che vengono considerate maggior mente,sono i ragazzi.
C’è davvero una differenza che distingue il sesso maschile e quello femminile? Infondo penso che le persone che dovrebbero essere considerate sono le ragazze,le quali dovrebbero davvero lasciarsi desiderare..mentre a questo punto vedo che le persone che si fanno desiderare sono solamente i ragazzi,sarà cambiato qualcosa?
I loro muscoli,dovuti allo sport,gli danno quel qualcosa di forte,quel carattere da duri..ma sotto sotto tutti quanti una parte dolce al loro interno,come Zayn.
“Tu saresti?” una voce femminile al mio fianco mi fece sobbalzare.
Mi girai a guardarla alla ricerca di una risposta,ma non sapevo davvero che dirle.
Cosa si fa in momenti come questi?
“Ce l’hai la lingua o no?” sul suo viso spuntò un sorriso,il quale mi fece sciogliere e decisi di presentarmi.
“Io sono Tiffany..”risposi con un po’ di imbarazzo,non ricordo quand’è stata l’ultima volta ad aver avuto una conversazione con una ragazza.”
“Aaaah,ho capito!” portò una mano in avanti.”Non dirmi il cognome,ci devo arrivare da sola.”
La guardai confusa,cosa stava dicendo?
“Tiffany smith! La ragazza nuova!”parlò in un urlo di eccitazione,facendomi ridere.
“Emh si..così si direbbe.”
“Piacere io sono Anne” mi porse la mano,che dopo pochissimo strinsi.
“Allora? Come mai sei nuova? Da quale scuola vieni? E come mai sei qui?”
“Ehi con calma!” risi per la sua eccitazione e per il suo interesse nei miei confronti.
“Ho iniziato proprio oggi questa scuola” Nel frattempo nella mia mente cercavo di elaborare un discorso,non potevo dirle qualcosa della quale poi mi sarei pentita.
“Ed in questo momento mi trovo qui perché..ecco..”sospirai silenziosamente. “non mi sono ancora ambientata molto bene. Te invece?”La guardai cercando di spostare l’attenzione da me a lei,non mi andava di parlare di me.
“A me non piace la mensa”scrollò le spalle ed iniziò a guardarsi intorno. “ Il momento dei pasti diciamo che non è il mio preferito.”
Abbassai lo sguardo sul suo corpo ed in effetti era una ragazza davvero minuta. E questo mi faceva davvero preoccupare,nonostante non la conoscessi.
“Come mai?”osai chiedere.
Lei si limitò ancora ad alzare le spalle,segno che non voleva parlarne,così lasciai stare.
Da quel momento calò il silenzio,io non sapevo cosa dire,lei nemmeno.

Il suono di una campanella ci fece distrarre e ci girammo contemporaneamente dicendo all’unisono “ devo andare.” Scoppiando così a ridere.
“Dove mi hai detto che devi andare?”mi sorride.
“Ai corsi di recupero..”abbassai lo sguardo imbarazzata,chissà cosa pensa la gente quando si sente dire queste cose.
“Oh..capisco,me lo avevi detto?”scossi la testa mentre lei sorridendo scese dalla panchina.“Dai vieni,ti accompagno.”
“Non c’è bisogno”eseguii la sua stessa azione.
“Insisto.” Mi prese per il polso ed iniziò a correre.”Dai sbrigati che sennò ritardi.”
Iniziammo a correre per i lunghi corridoi della scuola ridendo,non avevo mai riso così tanto.
Il modo in cui mi tirava era buffo,ogni tanto si girava verso di me facendomi dei versi strani,chissà cosa le passava per la testa.
Una volta arrivate fuori alla classe,ci appoggiammo sulle ginocchia con fare affannoso.
“Certo che corri eh!” scherzai ridendo.
“Modestamente,le doti di atleta si fanno vedere” roteò gli occhi al cielo con fare scherzoso,scatenando in me un’altra risata.
“Adesso penso dovresti andare”sorride indicando con il mento la classe che iniziava a riempirsi lentamente,anche se non c’erano tante persone.
“Okay,ma prima ho il necessario bisogno di andare al bagno e prendere i libri.”
“Certo,è lì guarda!” con una mano mi indicò una porta marrone con inciso toilette ed il segno femminile alla destra e quello maschile alla sinistra.
“Grazie mille Anne.” Le sorrisi calorosamente.
“Adesso scappo,ciao ragazza nuova!” mi fece l’occhiolino e scappò via,così mi diressi al bagno da lei indicato.
Una volta entrata,mi assicurai che non ci fosse nessuno così da poi chiudermi la porta alle spalle e poggiarmi contro.
Continuavo a pensare a quella ragazza e al se si farà più rivedere,mi sarebbe davvero piaciuto essere amica con qualcuno,condividere i problemi,le gioie e tutto ciò che mi capitava. Questi erano pensieri che molto spesso mi sorgevano alla mente,ormai persi il conto per quante volte tornai su quell’argomento,ma scossi la testa e cercai di allontanare tutto,in modo tale da non illudermi.
Avanzai contro il lavandino,mi sciacquai il viso ed una volta asciugato aprii la porta e uscii di corsa per recarmi nel bagno.
Era davvero tardi, i corridoi si erano svuotati,non che prima fossero pieni, ed io dovevo andare ancora a prendere un quaderno per appunti ed il libro di lettura. Così,cercando di prendere orientamento,corsi verso il mio armadietto,ma appena girai l’angolo,mi scontrai contro qualcosa o,meglio,qualcuno.
Alzai lo sguardo per scusarmi,ma appena incrociai il suo sguardo mi paralizzai.
Che ci faceva qui,era destino?
“Signorina Smith..”mi girò intorno.
“Styles..”mi morsi il labbro abbassando lo sguardo. Odiavo quel cognome,mi faceva sentire..molto più inferiore di quello che mi sentivo in generale. Insomma,non mi faceva sentire davvero la persona che ero,anche se questa non era veramente bella.
“Che ci fai qui? Già in punizione?” continuava a girarmi intorno,perché si comportava così? In classe durante la mattinata sembrava..piacevole la sua presenza,come lo fu quel giorno al mare..ma cercai di non pensarci,non dovevo.
Più ci pensavo,più il mio imbarazzo cresceva.
Per lo più dovevo sbrigarmi,era tardi.
“Harry,sono in ritardo..”Cercai di sorpassare la sua grande figura,ma lui mi spinse contro l’armadietto provocando un gran rumore all’interno del corridoio.
“Ti ho fatto una domanda.” Il suo corpo fu vicino al mio in un attimo,la sua fronte abbassata contro la mia tanto che sentivo il suo respiro contro il mio viso,facendo così anche salire alle mie narici il suo profumo,molto più strano rispetto alle altre volte.
Era più amaro,forte.
“Corsi di recupero.”Cercai di non guardare i suoi occhi,ma la sua mano finì sotto il mio mento,alzandomi il viso così da poterlo guardare.”Lasciami andare per favore” lo supplicai,ancora.
“E’ da stamattina che ho voglia di farlo..”La sua mano scivolò sul mio braccio fino a posarsi sul bacino. “ E poi sei in debito di qualcosa..”sussurrò ancora,con il respiro più pesante e vicino al mio,riferendosi all’accaduto in classe.
“Ti ho già detto che avrei gestito la faccenda anche da sola.” Cercai di spostarmi,con risultati del tutto scarsi. “Harry per favore.”Sbuffai innervosendomi.
"No, tiffany" il suo tono di voce duro e autoritario.
"Cosa vuoi da me?" mantenni il tono simile al suo,anche se dentro di me mi sento debole,del tutto diversa da come mi stavo esponendo.
"Aww tiffany ci sono tante cose che vorrei avere da te.." mi sussurrò facendomi percepire un pizzico di malizia nelle sue parole mentre si avvicinava sempre di più aderendo del tutto il suo corpo al mio.
" oddio... harry sei disgustoso" sputo.
Lo guardai fisso negli occhi provando a fargli capire quanto mi disgustava la sua presenza in quel momento,ma dopo un po’ non riuscii più a mantenere il suo sguardo e quindi spostai la testa a sinistra,così da non incontrare più i suoi occhi,i quali,anche se non vorrei ammetterlo,mi faceva incantare. Ma comunque il mio piano non funzionò. Il moro prese il mio viso fra le mani  facendo nuovamente incontrare i nostri sguardi.
Cercai di spostarmi,di allontanare le sue mani dal mio piccolo viso ,fallendo. Allora decisi di dire qualcosa,ma nel momento in cui stavo per farlo, si spinse verso di me premendo le labbra contro le mie.
La sua lingua chiedeva accesso alla mia bocca ma non glielo permisi.
"Cazzo tiffany! Baciami!" Sputa arrabbiato.
"No harry, lasciami stare!"urlai esasperata,quasi sul punto di piangere.
Harry ,innervosito per il mio rifiuto,mi morse il labbro inferiore in modo da farmi ansimare dal dolore facilitandogli la strada per entrare far incontrare le nostre lingue all’interno della mia bocca.
Cercai di spostarlo,di oppormi. Ma il suo bacio iniziò a farsi più dolce rispetto al modo in cui parlava precedentemente,facendomi quasi perdere il controllo; tanto che iniziai quasi a ricambiare il bacio,ma appena mi accorsi di ciò che stavo per fare,tentai ancora di allontanarmi fino a quando non sentii da lontano una voce femminile che chiamava il mio nome.
Anne.
Harry aumentò d’un tratto la distanza fra me e lui non appena si accorse della presenza alle sue spalle e si girò lentamente senza interrompere il contatto con i miei occhi.
"Ehi tiffany tutto apposto?"dice Anne,facendomi sentire un pizzico di timore nella sua voce.
"Su Tiffany almeno a lei rispondi, ti ha detto se va tutto bene" ironizza Harry ghignando mentre continuava a tenermi ferma per un polso,aumentando sempre di più la pressione. "S-si anne, grazie non ti preoccupare" ballettai,insicura.
Appena il ragazzo dagli occhi verdi vide che Anne abbassò lo sguardo sulla sua presa,si allontanò,ma prima di andar via si avvicinò nuovamente a me.
"Tiffany non è finita, sei ancora in debito con me" surrò vicino al mio orecchio con una voce maliziosa dandomi un ultimo bacio sulla guancia.
Il mio sguardo era infuocato,come poteva comportarsi così anche davanti a qualcuno.
Gli mimai un vaffanculo facendolo ridere mentre si allontanava da me ed Anne.
Ma dovevo farmi forza,non dovevo mostrarmi davvero debole nei suoi confronti.
Ma alla fine lo ero,no?
Ho avuto sempre paura di tutto...sembravo essere chiusa dentro ad una fottuta bolla di sapone, ma il momento di farla scoppiare era arrivato una volta per tutte.
"Ci vediamo in giro piccola smith"urlò da lontano,facendomi emettere un ultimo sospiro di esasperazione.
Dopodiché portai la mia attenzione su Anne,che mi fissava sconvolta.
 Sembrava volesse una spiegazione all’accaduto di pochi secondi prima,ma cercai comunque di evitare l’argomento chiedendogli cosa volesse.
"Tiffany..”sorride “ecco,io volevo sapere se ti andava di darmi il tuo numero di cellulare?" Cazzo,io non avevo un cellulare.
Cosa avrei dovuto dirle?
“Ecco..”arrossii. Le bugie non erano il mio forte. “In questo momento non ce l’ho a causa di un guasto..casomai se ti va,mi dai te il tuo e appena posso ti chiamo.” Cercai di essere il più convincente possibile,e mi accorsi di esserlo stata quando felice mi diede un bigliettino con segnato il suo numero di telefono.
“Ecco a te,spero lo farai presto.”
“Contaci.” Le mi sorrise e mentre si allontanava mi salutò con un cenno della mano e un sorriso smagliante facendomi sorridere.
Alla fine,finalmente,presi ciò che mi serviva dall’armadietto e mi recai ai corsi di recupero con più di cinque minuti di ritardo.




 
  
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