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Autore: Ella_x    18/07/2014    2 recensioni
Ellie annuì –E allora…che cosa vuoi?- la voce le si incrinò e neppure lei sapeva il perché.
Zayn alzò le spalle possenti –Niente- rispose girandosi verso di lei.
I loro sguardi si incollarono l’uno all’altro come un magnete all’acciaio.
-Il problema è che non voglio proprio niente. Ed è questo niente che mi spinge da te capisci? Questo niente che mi dice ‘tu vuoi stare con lei, quindi vai’. Non lo posso spiegare cosa voglio ma questo qualcosa non riesco ad ignorarlo- concluse.
La ragazza rimase in silenzio, veramente non sapeva cosa dire.
Le opzioni erano due: scappare da quel tipo strano e maleducato, o fidarsi.
E per lei che non aveva nemmeno mai creduto per un secondo al topolino dei denti da piccola la cosa fu alquanto sorprendente.
Perché rimanendo seduta lì in silenzio aveva appena capito di aver deciso di fidarsi.
Zayn la osservò di nuovo, sta volta ancora più intensamente se possibile –Allora, vuoi andare via?- domandò timoroso.
Ellie sospirò, stringendo le ginocchia al petto –No, credo di volerti dare il niente che ti spetta- rispose ricambiando lo sguardo.
*SOSPESA PER MOTIVI PERSONALI FINO A DATA DA DESTINARSI*
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Good girl.
 
Capitolo 1
 
Diverse scie di colori sfumati si mescolavano nel cielo chiaro conferendo al tramonto visibile dalle tende di raso pesante completamente spalancate l’usuale irresistibile fascino e la radio accesa sul davanzale di fronte non faceva che riprodurre ininterrottamente e in tono soffuso musica classica.
Due colpi gentili alla porta fecero sbuffare pesantemente Ellie che riemergendo dal fagotto di coperte spesse annunciò il permesso di entrare con voce annoiata.
-Signorina Rogers sua zia la sta attendendo in salotto per cominciare a cenare- annunciò la cameriera sorridendo alla ragazza che si alzò svogliatamente dal letto ormai disfatto.
-Grazie Marì scendo subito- le rispose aggiustandosi la camicia bianca e legando i capelli sciolti in uno chignon frettoloso.
Ellie si avviò con passo trascinato per il corridoio deserto e in totale silenzio scese le scalinate di marmo immacolate.
Sapeva che quella sarebbe stata una cena pessima, lo percepiva nell’aria.
Non che le cene con sua zia fossero mai divertenti o piacevoli certo, ma il fatto che quel pomeriggio sua zia Caroline fosse stata ad una delle riunioni mensili dell’associazione  ‘Dame di Cambridge’ meglio conosciuta con il nome di DDC, poteva significare una sola cosa: altre scocciature in vista.
Un gruppetto di una ventina di donne viziate e ricche che si riunivano a bere the ai mirtilli e a spettegolare o vantarsi dei successi dei propri figli e mariti, o delle proprietà sparse per tutta l’Inghilterra che possedevano o peggio ancora degli stupidissimi ricevimenti che davano in onore di eventi totalmente inutili.
Un’ associazione che a suo parere era di un inutilità superiore perfino a quella che ricordava essere nata qualche anno fa, che raggruppava tutte le donne della città delle famiglie più benestanti con un gatto.
Si, un gatto.
E ovviamente la zia Caroline non poteva non essere vicepresidentessa di quel gruppo di pensionate depresse che vedevano in un gatto l’unico essere vivente che potesse sopportarle più di dieci minuti.
La zia amava i gioielli, il lusso e fare una buona impressione,  ma soprattutto amava alla follia Apollo, un gatto mezzo spelacchiato forse più vecchio di lei.
Ellie sospirò; doveva calmarsi.
Insomma Apollo era ok, infondo non faceva altro che mangiare e dormire tutto il giorno ed era inutile prendersela anche con lui che aveva come unica colpa quella di essere stato viziato sin da cucciolo.
Osservò la soglia della sala da pranzo con lo stesso sguardo di un condannato a morte che si avvicina al patibolo e prendendo un grosso respiro la oltrepassò, osservando la tavola apparecchiata e le fiamme delle candele che si muovevano ad ogni minimo spiffero.
-Buonasera zia Caroline- salutò educatamente avvicinandosi al suo posto.
Il cameriere la aiutò a sedersi, e ad un cenno di assenso di sua zia sparì in cucina a prendere i piatti.
-Buonasera a te Eloise cara- salutò entusiasta sua zia, aggiustandosi il tovagliolo sul tallieur grigio –Hai passato una bella giornata?- domandò versandosi un bicchiere di vino rosso.
Ellie arricciò il naso, ficcandosi un pezzo di pane in bocca.
Sapeva che non le importava davvero, ma voleva soltanto arrivare al punto in cui lei le avesse chiesto lo stesso per incominciare il suo noioso e infinito racconto.
-Normale, scuola e casa- rispose sforzandosi di sorriderle gentilmente.
Voleva bene a sua zia davvero, ma c’erano in lei alcuni aspetti che odiava vivamente.
Come ad esempio la presunzione, l’altezzosità, talvolta l’arroganza, il suo lato snob e il voler fare sempre una buona impressione agli occhi di tutti.
Aveva sempre pensato infatti che fosse proprio per quest’ ultimo motivo che qualche anno fa l’aveva voluta a vivere con lei.
Sua madre era un tipo un pò strano.
Fissata con lo yoga, coi vestiti ippie, vegana e con la testa tra le nuvole.
Era sempre distratta da qualcos’altro per occuparsi di lei.
Come ad esempio il suo compagno Victor, un omone di colore con la testa pelata, anche lui rigorosamente ippie e vegetariano.
Ellie ormai in undici anni di vita ci aveva fatto l’abitudine e le bastava quel poco di tempo che passava con lei.
E poi Victor le piaceva un casino:  sapeva cucinare benissimo piatti messicani ed era uno spasso.
La sua vita non le dispiaceva insomma.
E invece era spuntata sua zia con la scusa che ormai era grande e aveva bisogno di un educazione e una figura da seguire che non fosse ‘‘Quella irresponsabile di mia sorella, che è rimasta incinta a ventidue anni da un tizio che è sparito il giorno dopo ’’.
Sua madre aveva riflettuto molto su quella proposta, e anche se a malincuore si era costretta ad accettare per il suo bene.
Così da un giorno all’altro all’età di undici anni si era ritrovata a doversi trasferire dal suo appartamento a tre camere in periferia ad una villa a tre piani in uno dei quartieri più ricchi di Cambridge.
E sua zia era passata agli occhi di tutti i ricconi della città come l’umile donna che si era dedicata all’impresa del padre senza costruirsi una famiglia e che a quarant’anni suonati si assumeva una bambina scapestrata frutto di una notte di passione della sorella minore.
Non che dubitasse che sua zia le volesse bene, ma riteneva le motivazioni che l’avevano portata a prenderla con lei alquanto meschine.
-Bene cara..era proprio di questo che volevo parlarti, sai?- sorrise soddisfatta sua zia facendo spazio al cameriere che stava servendo il primo piatto.
Ellie si finse sorpresa ed interessata, ringraziando Gordon per il piatto di minestra che le aveva appena messo d’avanti.
-Sai non so se te ne ricordi ma oggi c’era la riunione di questo mese del DDC e si è parlato di tante cose, sapevi che a pochi isolati da qua è stato aperto un nuovo centro d’accoglienza per ragazzi difficili? E’ stato finanziato da una mia carissima amica- spiegò con un velo di fastidio che Ellie percepì come invidia.
-Davvero? Sembra una cosa interessante- annuì temendo già il peggio.
Sua zia si pulì le labbra, nascondendo dietro al tovagliolo una smorfia infastidita –Già, lo è. Ed è stato affrontato anche un altro argomento. Molti dei figli dei membri dell’associazione fanno volontariato. Chi alla mensa dei poveri, chi presta servizio ai barboni, chi aiuta in ospedale- elencò contando sulle dita smaltate di rosso.
Ellie assottigliò gli occhi comprendendo quello a cui sua zia voleva arrivare.
Non poteva rifiutarsi, anzi non ci riusciva.
Non era mai stata una di quelle ragazze decise ed irremovibili, era piuttosto una ragazzina che si lasciava trasportare dai sensi di colpa e che ubbidiva ad ogni singola richiesta.
Ottimi voti a scuola, poche amiche esclusivamente ragazze, nessuna parolaccia.
Una brava ragazza insomma, anche troppo a volte.
Infondo era per il suo bene, le ripeteva ogni volta sua zia.
-E stavo pensando, cara, che tu hai molto tempo libero dopo la scuola. Voglio dire i tuoi voti sono eccellenti e quindi non hai bisogno di stare ore intere sui libri. Credevo quindi che fosse un bene se tu spendessi questo tempo in qualche cosa di utile- spiegò sua zia sorridendole in modo garbato.
Ellie sospirò silenziosamente, osservando le rughette che si formavano ai lati degli occhi chiari di sua zia. Conosceva bene quell’espressione di convinzione, e sapeva che non avrebbe accettato un rifiuto.
-E mi sembrerebbe stupido non cogliere la palla al balzo. Insomma l’apertura di quel nuovo centro cade a pennello..- continuò imperterrita zia Caroline immaginando già i complimenti che le sarebbero stati rivolti dalle altre dame in proposito della sua umile nipotina.
Ellie si schiarì la voce –Non lo so zia..può essere pericoloso frequentare ambienti del genere- provò speranzosa.
Sua zia scosse la testa, ridendo sommessamente –Non devi preoccuparti di  questo cara, quei ragazzi sono sotto stretta sorveglianza e tu dovrai occuparti soltanto di servire il pranzo o cose del genere, senza nemmeno rivolgergli la parola se non ti va. E poi si tratterebbe di un paio d’ore a settimana tutto qui- spiegò entusiasta, consapevole di avere una risposta a tutte le possibili lamentele della ragazza.
-Devo proprio, zia? Potrei trovare qualcos’altro- chiese esasperata Ellie allontanando il suo piatto.
Le era passata la fame e l’unica cosa che desiderava era andarsene in camera sua e sprofondare tra le lenzuola.
-Non essere sciocca cara, la fondatrice di questo progetto è una delle donne più importanti della città, e fare volontariato lì sarà una garanzia per far conoscere a tutte le famiglie migliori quanto tu sia buona d’animo- la riprese sua zia –Non puoi proprio rifiutarti, è un sacrificio che renderà impeccabile la nostra reputazione. Pensa a tutto quello che faccio per te ogni giorno, pensa a quanto io lavori per darti tutto ciò che desideri, a come io ti voglia bene come ad una figlia mia. Non puoi dirmi di no, cara. E’ soltanto una piccola richiesta da una povera donna sola che desidera soltanto il meglio per te-.
Ellie sentì una fitta allo stomaco.
Non poteva sfoderare la carta della pietà e dei sensi di colpa, non avrebbe retto anche quello.
Rimase in silenzio, continuando ad ascoltare contro voglia le suppliche di sua zia.
-Allora Eloise, cosa ne pensi? Mi farebbe davvero piacere, ma non sei costretta sai..- concluse la donna rivolgendole l’ennesimo sorriso fintamente gentile.
Ellie trattenne una risata amara, stringendo tra i pugni la tovaglia di lino bianco.
Non era costretta, certo.
-Beh..zia Caroline…se que..questa cosa ti rende davvero felice lo..lo farò- balbettò a fatica con lo sguardo basso.
Sua zia dall’altro capo del tavolo le prese la mano, stringendola tra le sue –Sei un tesoro, Eloise cara. Un vero tesoro. E presto lo saprà tutta la città- cinguettò entusiasta.
Ellie sospirò –Posso alzarmi da tavola? Sono stanca e vorrei andare a dormire- domandò con voce tremante.
Sua zia le lasciò la mano, continuando a sorridere in modo trionfante –Certamente cara, vai pure, vai. Buonanotte- la congedò versandosi dell’altro vino.
-Notte- sussurrò la ragazza, alzandosi.
Si avviò di nuovo verso la sua camera in silenzio e rassegnata, si sentiva un pò come uno stupido burattino nelle mani di sua zia.
Lo era, era sempre stato così.
Indossò velocemente la sua vestaglia e spense tutte le luci, lasciando soltanto che il pallore della luna le illuminasse i lunghi capelli scuri sparsi sul cuscino fresco.
 
 
Buonasera a tuuuutte.
Lo so, nessuno si ricorda di me e come biasimarvi!
Ho eliminato le mie due ultime ff che non aggiornavo da un secolo ed ho deciso di scriverne un'altra spuntata dal nulla.
Questa mi prende troppo davvero, e sono già al quinto capitolo..per non
parlare dell’esplosione di idee che ho in testa.
Insomma il succo del discorso è che non ho intenzione di eliminare anche questa anche perché so già come si svolgerà dall’inizio alla fine, devo solo scriverla.
Non sarà una storia né troppo tragica, né troppo allegra e divertente.
Spero non risulterà noiosa e che almeno un pochino pochino possa piacere a qualcuno.
Vabbeh spero che qualche anima buona si interessi a questo obrobbrio
 altrimenti fa nulla
mi esalterò e sclererò da sola hahaha
Se miracolosamente a qualcuna andrebbe voglia di leggerla
non mi dispiacerebbe anche un parere esterno.
Sotto vi lascio il presta volto della protagonista, io la trovo adorabile, e con questo è tutto, quindi al prossimo aggiornamento e nulla, stay happy.
See you son, babeees!
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