Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Meg Explosion    20/07/2014    6 recensioni
Armin Arlert si trova in un ospedale, posto che lui odia a prescindere, ma che dopo un po' comincerà a piacergli poiché una persona gli insegnerà cosa vuol dire amare veramente senza paura di perdersi, perché uno volta che ci si è trovati non si torna più indietro.
Mai come nel momento nel quale ha visto quei occhi si è sentito a casa.
Eremim.
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi, Yuri | Personaggi: Armin Arlart, Un po' tutti
Note: AU, Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Spoiler!, Tematiche delicate
Capitoli:
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In Equilibrio.

Capitolo 1: Stanza Numero Due










Armin è ancora seduto fuori dall’ospedale, ma non piange più. Non lo dà a vedere perché non vuole, ma sta per avere un attacco di panico. Lo sente, lo stomaco si contorce e la salivazione accelera in maniera tale, che oltre ai conati di vomito, sente l’istinto di sputare per non soffocare. Tiene tutto dentro per non far più vedere l’Armin debole che era e che ora continua ad esistere, ma che viene continuamente sepolto dall’ansia di rivivere le corse verso posti isolati per non farsi trovare dagl’altri ragazzi che lo inseguivano.
Fermo agli occhi dei passanti, solo una persona s’accorse del suo malessere.
-Ehi, è il tuo hobby star seduto qua?-
Il sangue di Armin si gela e subito nella sua mente compaiono le parole “Di nuovo” si sente morire. “Un altro bullo, riinizia tutto da capo”. Alza la testa, giusto per vedere in faccia il malfattore, però si ritrova davanti solo un sorriso caldo e che lo calma. Comincia a sentirsi sempre più forte, quegli occhi gli ricordano qualcosa, o meglio, qualcuno. Non sa da dove tira fuori tutta quella sicurezza ma risponde:
-E il tuo hobby è di parlare alle persone di fronte agli ospedali?-
-Non lo chiamerei proprio hobby, è solo un modo per passare il tempo. Comunque, è tutto apposto? Stai bene?-
Armin si meraviglia di come il ragazzo non gli ha chiesto cosa è successo, ma come lui stia, se è tutto apposto. Non ammetterà mai che fu amore a prima vista, ma Dio se lo era.
-Mio nonno ha avuto un infarto poche ore fa ed, ed, ed io…-
Il solito nodo alla gola lo assale e non riesce più ad aprir bocca
-Ehi, ehi, starà bene. Ho visto persone avere infarti e due minuti dopo sorseggiare caffè, andrà tutto bene-
Cazzate, pensa Armin.
-Tu comunque perché sei qui?- chiede il biondo, subito sentendosi un arrogante e sfacciato idiota.
-Ah già, non mi sono presentato: sono Eren Jeager del reparto di psichiatria, stanza numero due-
Eren sporge la mano verso Armin, che la guarda pietrificato. Cicatrici, e un segno di morso? Non gli fa schifo, ma forse un po’ lo stupisce. Torna a guardare gli occhi di Eren e capisce che si sta agitando e che deve avere un fortissimo coraggio a lasciare che Armin guardi la sua mano, e così il biondo si assicura di stringerla forte e di guardarlo diritto negli occhi sorridendo.
-Non aver paura però, non sono violento contro gli altri, poi ora sono sotto quelle droghe che mi danno e…-
-Non ho mai detto d’aver paura di te. Io mi chiamo Armin Arlert, Shinganshina, l’unica casa color azzurro-
Eren ride e Armin si sente subito meglio, quel sorriso è così caldo e familiare.
-Riguardo a tuo nonno, credimi, starà bene, ne sono certo. Ma te lo domando di nuovo, tu stai bene?-
Armin lo fissa e gli viene voglia di dire la verità e raccontargli la storia della suo vita. Raccontare di quanto si sente inutile, triste, sfortunato, senza talento, ma non lo fa, si limita a sorridere e annuire.
-Biondino, che ne dici se andiamo a prendere un caffè, o meglio, tu prendi un caffè e io un’acqua e parliamo un po’?- dice Eren
-Ehm, non saprei…-
-Se te ne stai qui seduto, da solo, non farai altro che pensare a brutte cose e soffrirai molto di più; una persona bella come te non può meritare questo. Io sono sicuro che tuo nonno starà bene e se non succede così può tirarmi un pugno. Ora, se tu vieni con me, giuro che non farò altro se non ascoltarti e supportarti e dovrei in più avvisarti che tra due orette dovrò tornare in camera per prendere delle medicine e dopo di quelle parlerò più piano…-
Armin si sorprende di quanto Eren riesca a parlare senza mai fermarsi e riuscire comunque a interessarlo. Capisce, mentre sta camminando verso la caffetteria dell’ospedale, che era tutta una tattica per riuscire a portarlo dentro, ma di certo lui non avrebbe rifiutato. Si sente come la prima volta che un ragazzo gli aveva chiesto di uscire insieme con lui, desiderato e importante. Non vuole sentirsi così perché secondo lui, più si affeziona a una persona, più soffrirà quando questa se ne andrà. Per un secondo però è bello sorridere e quasi ammiccare mentre una persona fa una pausa tra una battuta e un’altra e vedere gli occhi di questa illuminarsi mentre tu parli di quando tu, da piccolo, correvi sulla sponda di un lago e sei caduto sbattendo la testa a terra. Non fa poi così tanto ridere quella storia, eppure Eren si sbellica dalle risate. A un certo punto il moro si tira le maniche su, fino al gomito e Armin lascia cadere il sorriso. Eren lo nota e allora, con ansia dice, tornando a tirar giù le maniche:
-Scusa, lo so, fanno schifo. Mi dispiace, mi dispiace m…-
-No! Veramente, io non le vedo. Non hanno alcun effetto e non cambieranno la magnifica idea che ho su te-
-Hai una magnifica idea su di me?-
Armin arrossisce, pensando a quanto sia ormai ovvio che lui gli piaccia. Se ne vergogna subito e vorrebbe solo scappare. Però, guardando il viso sorridente di Eren, sente il bisogno di confermarlo, perché è vero, pensa a lui come una persona magnifica.
-Sì, perché sei una persona magnifica. Voglio dire, il tuo youtuber preferito è Da Howell, non puoi essere una persona brutta-
L’orologio di Eren suona mentre lui ride.
-Armin, devo andare in camera, anzi meglio, dobbiamo andare in camera, non ti lascio solo-
-Ok allora, andiamo nella stanza numero due, fammi strada-
 



Eren fa sedere Armin sul letto e va nel bagno a cambiarsi. Il biondo osserva la stanza e deduce che Eren è lì da un bel po’ di tempo. Ci sono posters dei Pierce The Veil, Fall Out Boy, Panic! At The Disco, My Chemical Romance, Metallica, Slayer e molti altri. Il letto è rifatto male, ma tutto il resto è pulito; c’è un piccolo stereo e cd sparsi per il comodino.  Sembra proprio la camera di un ragazzo medio.
-Eccomi, scusa, mi sono messo il pigiama, sai, fa più “ricoverato”. Uh, ti sei fatto la coda, mi piace-
-Già. Perché sei venuto qua?-
-Tra pochi minuti arriva Hanji, la mia dottoressa, mi deve portare delle medicine. Scusa, non avrei dovuto portarti qui, ma se non lo facevo non ti saresti affezionato abbastanza a me da richiamarmi stasera-
-Cosa dici? Nemmeno mi hai dato il tuo numero, poi non credere di avere molto chance con me-
-O, le mie scuse altezza, non sapevo che aveva così tanti spasimanti. Comunque, non mi hai parlato molto di te, dimmi, qual è il tuo youtuber preferito?-
Entrambi sorridono mentre si parlano e nessuno di loro vuole andarsene. Poter esprimersi così facilmente e liberamente è fantastico.
-Allora, il mio youtuber preferito è Tyler Oakley e Dio se shippo Troyler; il mio film preferito è Capitan America, ma il mio supereroe preferito è Iron Man; guardo serie TV come se non ci fosse un domani e, se non si era capito, sto ore e ore su Tumblr-
Armin si sente libero dopo aver detto quelle parole e si accorge di aver raccontato di più a Eren di quanto non lo avesse mai fatto con altri.
-Veramente? Allora guardi anche anime!-
-Alcuni, ma non molti, vorrei vederne di più-
-Veramente!? Allora devi venire da me! Ne scaricherò un sacco e potremo vederli insieme! Potremmo iniziare tipo ora, ma non è il caso. Dio Armin, passiamo il resto della nostra vita insieme!-
Armin sente la porta aprirsi e vede entrare una persona con un camice bianco. Non capisce se è un maschio o una donna, e nemmeno la voce aiuta, ma questo poco importa perché era la persona più attiva che avesse mai visto.
-Eren! Hai portato un’amica! Come ti chiami?-
-Mi chiamo Armin, preferisco che si usi un pronome maschile per parlare di me-
-Bene, ora, Eren, vieni qua che ti do la pastiglia. Aspetta, sei Armin? Buone notizie! Tuo nonno sta benissimo! Gli basta un po’ di riposo-
Le ginocchia di Armin cominciano a tremargli e non riesce a fermare le lacrime. Gira la testa verso Eren, che ha ancora la tazza in mano, e sorride lasciando che tutto gli venga fuori. Suo nonno stava bene e lui non poteva essere più felice.
-Te lo avevo detto io, Armin! Ora via, vai a trovarlo, corri!-
Armin corre, certo, ma verso Eren e lo abbraccia, gli sussurra un grazie e poi lo lascia andare.
-Grazie a te Armin, ora ho detto che devi sparire! Su! Corri!- Eren ride e vede il biondo andarsene e dimenticare il borsellino che aveva con sé.
Armin entra nella stanza del pronto soccorso e trova sua nonna seduta vicino al letto dove dormiva, pallido ma sereno, suo nonno.
-Armin! Grazie a Dio sei qui! Il nonno sta benissimo! Voglio dire, dovrà stare più attento, ma per il resto andrà tutto bene. Dio, che preoccuppazione. Dio. Dio-
Ad Armin piace sentire sua nonna parlare come fa sempre, ripetendo milioni di volte “Dio”, è rilassante sapere che non è più preoccupata. Rimangono entrambi seduti per un po’, in silenzio, come a confermare il fatto che tutto è apposto, non serve parlare di nulla.
-Armin, com’è che sorridi come se fossi innamorato?-
-Non è vero, nonna-
-Sì che è vero, guardati. Hai incontrato qualcuno? Dillo alla tua nonna, su-
Nonna rideva e Armin anche. A un certo punto qualcuno bussa alla porta e quando lui gira la testa vede Eren, sorridente e solare con un borsellino in mano… DIO IL BORSELLINO, SE PERDO ANCHE QUESTO SONO MORTO!
-Ehi Troyler, hai dimenticato il borsellino-
Armin guarda sua nonna e si alza, andando verso Eren; entrambi ora sono fuori nel corridoio.
-Grazie mille Eren, ho tutto lì dentro. Dio, lo dimentico dappertutto.
-Pensavo tu fossi sbadato, ma non così tanto- Eren continua a sorridere perché guardare Armin, per lui, era il dono migliore del mondo.
-Ehi, mi devi dare il tuo numero, piccolo svitato- dice Armin, tornando a sorridere.
-Devo darti anche questa- Eren ha in mano una collana con tre palline di tre tonalità di verde e la mette al collo di Armin –Ho pensato, Dio, questo ragazzo indossa un golf cobalto con una maglia rossa, forse dovrebbe aggiungere un altro colore che non sta bene con quel completo, così eccomi qui, a cercare di metterti una collana al collo-
-Stronzo-
-Era la collana che mi ha regalato mia madre, ma io non la metto mai, poi, come ho detto, sta proprio bene con i tuoi vestiti-
-Lo ripeto, stronzo-
-Sei un fan di Tyler Oakley e Beyoncé eppure ti vesti così, non va, Armin, non va-
Armin continua a sentirsi imbarazzato, ma sicuro, perché Eren Jeager, dopo poco più di due ore nelle quali lo ha conosciuto, è riuscito a farlo sentire l’essere umano più importante.
-Armin! Andiamo a casa, sono le nove di sera, dobbiamo andarcene!-
Sua nonna sorride e Armin la segue.
-Armin, è quello il ragazzo? E’ carino, sul serio. Così si fa Armin! Ti meriti un ragazzo tanto bello quanto Leonardo Di Caprio e Johnny Depp messi insieme!-
-Nonna! Sai che preferisco Jensen Ackles-
Armin parla molto con sua nonna, piuttosto perché l’hanno costretto da bambino, ma ora gli piace e ringrazia il giorno in cui ha iniziato a farlo.
 





Sono ormai a casa seduti sulle sedie del tavolo del salotto.
-Che film vuoi vedere, Armin? Il Castello Errante di Howl?-
-Nonna, ho diciassette anni e sto per diplomarmi al Liceo delle scienze umane, non sono più un moccioso-
-Quindi lo vediamo?-
-Sì-
Armin sa che quando sua nonna vede un film che non parli di storie d’amore e che sia totalmente commerciale, è perché vuole che lui si senta meglio o per scusarsi di qualcosa. Gli piacciono quei momenti e adora sua nonna, ma gli ricordano sua madre, che faceva lo stesso.
-Sai Armin, anche mamma un giorno, tornata dall’Università, aveva al collo una collana con un piccolo diamantino e ci giocava sempre; le ho chiesto “Dove l’hai presa?” e lei, arossendo mi ha detto “Me l’ha regalata un ragazzo che lavora nella mensa, pensa, me l’ha messa sul piatto”-
-E’ come si sono conosciuti mamma a papà-
-Già. Non si erano mai parlati, ma tuo padre le ha regalato una collana che aveva comprato perché sapeva che quella ragazza era speciale per lui-
-Dove vuoi arrivare nonna, sputa l’osso, dai-
-Era per dire, sai. Quando una persona ci ama ci vuole far sentire speciali perché noi facciamo lo stesso con loro-
-Non era il mio fidanzato quello di prima e mi ha regalato questa collana per prendermi in giro, dicendo che avevo abbinato male i colori dei miei vestiti e che serviva qualcosa di ancora più orribile-
-Ha sorriso tutto il tempo, caro, vero?-
Armin smette di parlare e si limita ad arrossire. Guarda il suo film preferito (perché Howl ha i capelli e gli occhi come i suoi e da piccolo s’identificava in lui) e immagina come sarebbe trovare qualcuno che lo ami, anche se ha dei difetti, anche se non è perfetto. “Non sei una femminuccia Armin, insomma, non pensare a cose così. Eren è un amico, amico ho detto. Non ti amerà” “Ma potrebbe farlo, potrebbe veramente essere il tuo Howl” “ Ma non può amarti”. Armin ha milioni di voci nella testa che litigano, poi ne sente una tremenda, che sperava che non passasse mai per la sua testa “Ha dei problemi seri, non sarebbe un buon ragazzo”. Non vuole nemmeno pensare a quello perché sa che Eren è fantastico ed è, probabilmente, la persona più dolce che abbia mai conosciuto. Non importa che debba prendere delle medicine, non importano le sue cicatrici e le occhiaie sotto agli occhi, importa che lo ha aiutato anche se non si conoscevano. Questo importa.
 




































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Allora, questo è il primo capitolo; sarete ancora confusi sulla trama e vi domanderete “Che cazzo ha Eren?” Le mie scuse per il ritardo, ma sono le 4.30 del mattino e io mi sono appena svegliata, non perché debba andare da qualche parte, ma perché alla mia mente piace prendersi gioco di me facendomi svegliare a ore impossibili nonostante mi addormenti sempre verso l’1.30 (Ogni tanto mi sveglio alle 13.30).
La mia giustifica per questo ritardo è: mi sono dimenticata che per pubblicare una storia non basti scriverla su word.
Ho fatto anche una “fanart” su questa fanfic, che forse un giorno pubblicherò. Se qualcuno la volessere vedere la posterò sul mio tumblr: meg-explosion.tumblr.com
Grazie a tutti e lasciate recensioni, grazie mille :3 ^^
Meg.
  
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