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Autore: Ma_AiLing    21/07/2014    3 recensioni
Questa non è “La storia dei Malandrini„ ma la storia di una loro avventura. Perché un giorno, al loro quinto anno, una parola spunta nelle vite dei quattro amici, di Severus Piton e di Lily Evans. Una parola che provocherà malintesi, scherzi e risate. Una parola che riecheggerà ancora per i corridoi di Hogwarts: Waddiwasi!
***
Dal capitolo 1:
«Oh Mocciosus, vaa...» ma James si interruppe, vedendo che alle spalle di Piton si stava avvicinando il professor Vitious.
«Va... Cosa?» gli chiese il ragazzo dai capelli unticci, uno strano brillio negli occhi. «Cosa c'è? Il coraggioso Grifondoro ha paura di dire una parolaccia?» lo prese in giro Piton, recuperando la sua arroganza. «Credevo che tu fossi sprezzante verso le regole».
«Va... Va... Vaddivasi!» sbottò allora James, punto sul vivo.
Genere: Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: I Malandrini, Lily Evans, Remus Lupin, Severus Piton
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Giuro solennemente di non avere buone intenzioni'
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Un'altra idea
 

Quella domenica iniziò in un modo diverso da quello che Remus aveva pensato. La preparazione della pozione lo aveva lasciato indietro con i compiti, e il giorno prima, data la loro mole, non era riuscito a finirli, ma pensava che avrebbe comunque avuto tempo la mattina seguente. Ma si sa che con i Malandrini le cose non vanno mai come le si progettano... 

Erano a colazione, e James stava fissando il vuoto, continuando a masticare più e più volte lo stesso boccone. Gli altri tre lo fissavano incuriositi, ma quello non dava segno di accorgersene. 

«James?» lo chiamò Sirius. «Terra-chiama-James! James rispondi: sei questo pianeta o su uno popolato da rosse?». Gli altri ridacchiarono, ma il ragazzo continuava a seguire il filo dei sui pensieri, come se non lo avesse neanche sentito. 

«Cambio di programma: oggi niente studio, ho avuto un'idea!» esclamò poi il moro all'improvviso. Remus e Sirius si scambiarono un'occhiata allibita. 

«Dici che non mi abbia sentito?» sussurrò Sirius all'amico. 

«Trattasi di casi persi» disse l'altro, facendo spallucce. Poi aggiunse a voce più alta, rivolto a James: «Non dovremo proibirti anche il bacon, oltre alla doccia, vero?» 

«Prevenuto!» lo rimbeccò Sirius. «Non ha ancora detto di cosa si tratta!». Perché in fondo, quando si trattava di idee di James, Sirius era sempre bendisposto. 

«Oh, è uno scherzo ai danni dei Serpeverde, ovviamente!» esclamò James entusiasta, certo che se a volte aveva delle idee magnifiche, quella sarebbe stata soprattutto divertente! 

«E questo scherzo ci impedirà di studiare?» chiese Peter speranzoso. 

«Forse. Non lo so, dipende da quanta creatività abbiamo» rispose James ghignando. Ma allo sguardo torvo di Remus si corresse: «Ma forse possiamo fare tutto oggi pomeriggio e stamattina fare i compiti!». Aveva un sorriso a trentadue denti, come se quello bastasse a convincere l’amico Prefetto.

«Potter» Brian gli si avvicinò con fare cospiratorio, sulla faccia aveva stampato un gran sorriso. «Riunione straordinaria della squadra: Mary ha gli schemi dei Tassorosso!» sussurrò tutto pimpante. 

«Forte!» esclamò James. «A che ora ci troviamo?».

«Ora, che domande! In Sala Comune, forza!» disse Brian, e si diresse verso gli altri compagni di squadra, salutando con un cenno gli altri Grifondoro. 

«Ma devo ancora finire di fare colazione!» si lamentò James. Il capitano però non si era fermato ad ascoltarlo e non diede segno di averlo sentito. 

«Despota» mugugnò James, ficcandosi un altro pezzo di bacon in bocca. 

Pochi minuti dopo Brian fu di nuovo da lui. «Avanti, andiamo» lo richiamò e proseguì verso l'ingresso seguito dagli altri giocatori, tutti alquanto scocciati per la colazione interrotta. 

«Tiranno!» lo apostrofò James alzandosi. «Vi raggiungo in biblioteca» disse agli amici. 

«Tiranno o no, sono il Capitano, e l'esito delle partite è una mia responsabilità». E così dicendo Brian Jordan uscì dalla Sala Grande, seguito da Mary e gli altri sei, tutti con gli occhi ancora intenti a sognare la colazione mancata.

 

Remus, Sirius e Peter erano andati in biblioteca, ma Peter li aveva presto lasciati per andare a controllare la pozione nel bagno di Mirtilla. «Qualcuno deve pur farlo, no?» aveva detto. 

«Basta che non tocchi niente» aveva commentato Sirius a mezza voce, facendo arrossire il ragazzo, che sgattaiolò via. Non che Sirius gli volesse male, anzi, ma l'amico a volte era talmente goffo che davvero avrebbe potuto rovesciare il calderone! E anche senza farlo apposta... Come aveva detto Remus a colazione? "Trattasi di casi persi", ecco, quella definizione la si poteva affibbiare tranquillamente anche a Peter. 

«Certo che ha dei gusti strani» commentò. 

«Ti riferisci a Mirtilla?» chiese Remus. 

«E a chi se no?! Non solo è un fantasma, quindi niente baci, ma non è neanche tanto bella!».

«Certe volte sei davvero superficiale» disse Remus, nascondendo di nuovo la testa dietro al libro. «Per lo meno lui una ragazza ce l'ha. Tu invece?».

«Io almeno sono uscito con qualche ragazza. Tu…».

«Andiamo» sbuffò Remus. «Sai come stanno le cose, non mi va di mentire» disse, rassegnato alla sua condizione di solitudine. Una relazione si basava anche sulla fiducia reciproca, ma se avesse parlato della sua maledizione, come avrebbe reagito una ragazza? Avrebbe urlato spaventata, ne era certo. Oppure gli avrebbe dato del mostro, molto probabile. Anzi, forse avrebbe fatto entrambe le cose! No, nessuna relazione avrebbe mai potuto funzionare. 

Vedendo l'espressione cupa sul volto dell'amico, Sirius cercò di cambiare argomento. 

«Non avevi detto che qui ieri era pieno di gente che cercava il significato di Waddiwasi?».

Remus stava per rispondergli quando James si accasciò sulla sedia al suo fianco, tirando il fiato come se avesse fatto una lunga corsa. 

«Brian è matto. Mary è geniale, ma Brian è matto!» esclamò. Alcuni studenti del settimo anno gli lanciarono occhiate infastidite. James li ignorò e appoggiò la testa al tavolo, sconsolato.  

«Voleva che ci allenassimo» disse abbassando il tono di voce. «Ora, di domenica mattina!».

«Non potete perdere la prossima partita!» disse Sirius indignato. «Se perdiamo anche contro Tassorosso…».

«Lo sappiamo, Sirius» lo interruppe James. «Ma il non fare allenamenti la domenica fa parte dell'accordo di inizio anno: Ian resta come battitore, anche se ha i M.A.G.O. e preferirebbe concentrarsi sullo studio, ma niente allenamenti di domenica» spiegò il ragazzo. «Così hanno iniziato a discutere». 

«E...?» chiese Remus. 

«Ah, non lo so. Me la son svignata sotto il Mantello! Un accordo è un accordo». Poi prese un rotolo di pergamena dalla borsa. «Peter?». 

Sirius sogghignò. «Indovina?».

«Capito» disse James ridacchiando. «Certo che ha dei gusti strani…».

Remus lo guardò incredulo, poi scoppiò a ridere. Ci fu uno “Shh!” abbastanza secco da un tavolo poco distante, così Remus abbassò la voce. «Voi siete strani e basta!».

«Noi non siamo strani» ribatté James. 

«Siamo speciali, è diverso» continuò Sirius con un sorriso strafottente, ammiccando a James. 

«Comunque, venendo qui sono passato per il quarto piano: altri due biglietti!» disse James. «Però Remus, sbaglio, o ci avevi detto che ieri c'era un sacco di gente a cercare i significati?».

«Ne stavamo parlando prima che tu arrivassi» lo informò Sirius. 

«Credo che Madama Pince gli abbia sbattuti fuori» rispose Remus con una scrollata di spalle. «Troppa confusione». James e Sirius si scambiarono un ghigno compiaciuto. Creare scompiglio in biblioteca senza essere beccati non era cosa da poco!

 

Stavano scrivendo un tema di Incantesimi, quando Peter tornò da loro, leggermente rosso in volto.

«Allora?» chiese Sirius a Peter, quando quello si sedette al loro tavolo. 

«Com'è andata?» chiese James curioso. 

Remus trattenne un sorriso. Povero Peter! 

«Ragazzi, ve l'ho già detto: siamo solo amici, e a me va bene così!» disse Peter stringendosi tra le spalle. 

«Ma perché non le dici che ti piace?!» chiese Sirius. Certe volte Codaliscia era proprio tonto! 

«Perché, perché... E se poi mi dice che non le piaccio? Sento che non potrei sopportare questo tipo di rifiuto» rivelò Peter scuotendo la testa. No, lui non si sarebbe umiliato. E poi, quando mai aveva detto ai Malandrini che lei gli piaceva? Non potevano averlo intuito, lui era stato attento a non lasciar trapelare niente. Che poi, cosa sarebbe dovuto trapelare? A lui Mirtilla non piaceva! Raccontala a qualcun altro... Oh, fantastico, pure le vocine nella testa ora! 

«Peter, sei un Grifondoro!» disse James, riscuotendolo dai suoi pensieri e beccandosi un'occhiataccia dalla Pince. «Non puoi arrenderti prima di provare» disse a voce più bassa. Guardò i compagni in cerca di appoggio. Sirius annuiva vistosamente, mentre Remus restava rintanato dietro al libro che stava consultando. «Lunastorta, non dici niente?».

«Se non se la sente non è obbligato a fare niente» disse Remus. James e Sirius si guardarono e scossero la testa. 

«Ma dimmi te» disse Sirius a James «se dovevamo sceglierci come amici proprio due timidi!».

«Facciamo così» propose James «se tu le parli, poi noi non ti chiediamo niente. Però devi parlarle!».

«Ti conviene cogliere al volo questa premura!» gli suggerì Remus. James era caparbio, se decideva di fare qualcosa non si arrendeva fintantoché non raggiungeva l'obbiettivo. Si era fatto confidare della sua condizione di licantropo, continuava a provarci con Lily, e ora avrebbe fatto mettere insieme Peter e Mirtilla. Discutere con lui era un caso senza speranza, Remus ci era già passato: aveva provato a farlo desistere dallo scoprire il suo segreto, e poi dal prendere in giro Piton, su richiesta di Lily. Ma poco o niente era cambiato. 

Peter infine mormorò qualche parola di assenso e James sorrise raggiante. «E tu Remus?» chiese poi. 

«Io? Io sono un lupo solitario!» scherzò Remus, facendoli ridere. 

«Insomma, voi quattro, silenzio! Se volete chiacchierare andate fuori!» sibilò la bibliotecaria con un cipiglio severo. I quattro ragazzi fecero segno di cucirsi la bocca, ancora ghignando tra loro, e si chinarono di nuovo su libri e pergamene. Ogni tanto si scambiavano qualche parola, ritornando a ridacchiare inevitabilmente, ma riuscirono a non farsi cacciare.

 

Nel pomeriggio i quattro amici si ritrovarono in un corridoio deserto del settimo piano: James spiegò loro lo scherzo ideato a colazione, e quando lo ebbe fatto risero tutti di gusto. 

«Allora, ci state?» chiese James, gli occhi che brillavano malandrini. 

«Che domande, ovvio!» rispose Sirius, seguito da Peter e Remus. 

«Anche Monsieur Prefetto?» ghignò James. Remus fece spallucce. «È uno scherzo innocente, perché no?» disse sorridendo. E quando Remus sorrideva per uno scherzo, emergeva il suo lato più malandrino. 

«E il bacon è salvo!» esclamò James, tirando trionfante un pugno in aria. Di tutta risposta, Remus lo spintonò.


 

 

Angolino di Ma_AiLing: 

* Ail spazza via le ragnatele. Forse è meglio togliere anche le tende e metterle a lavare... * 
Oh, ma siete già qui! 
* Sfodera la bacchetta e urla "Protego!" * 
Bene, ora fate pure quel che volete, scagliatemi fatture, controfatture e incantesimi vari, tanto io sono al riparo. 
Cos'ho da dire a mia discolpa per l'attesa? Non vi basta la parola "Ma... Mat... Maturi..." No, non ce la faccio a dirlo! Comunque, liceo finito, sono in vacanza, quindi forse (e sottolineo e ri-sottolineo due volte, anzi evidenziamolo pure) forse... Forse potrei iniziare a aggiornare con una certa frequenza! Boh, teniamo le dita incrociate. Magari fra due settimane? 
E comunque la vera causa del ritardo è stata che ho riscritto questo capitolo almeno quattro volte (e ancora non ne sono pienamente soddisfatta). Quando si dice che il 17 porta sfortuna, eh? Diciassette... Mah, se ci penso sembra incredibile! Davvero ho scritto diciassette capitoli? Really-really? E voi ve li siete letti tutti? E magari avete pure recensito (anime coraggiose)? E magari state pure leggendo queste note e vi chiedete cos'ho per la testa... Boh, non lo so bene neanche io! XD 
Però... Beh, lo scherzo dei Malandrini mi è venuto in mente ancora al tempo del capitolo della notte in biblioteca (più di un anno fa!!) e non sono riuscita a non inserirlo. Comunque la storia non dovrebbe allungarsi di troppo. 
*Non credetemi! Questa storia doveva essere una one-shot! Poi doveva avere al massimo 11 capitoli, ma siamo arrivati a 17 e la pozione non è ancora pronta!*  
Mi sento tanto come Gollum... 
*Oh sssì, tesssoro, tutti hanno una parte gollum insssside!* 
Ok, ok, la pianto! XD 
Bene, è stato un piacere allietarvi con queste note (poveri voi che avete dovuto sopportarmi). 

Vi lascio, gente :) 
Lunga vita e prosperità a tutti! E grazie, grazie a chi legge, segue, ricorda, preferisce e recensisce questa storia. 

Ail (che poverina, a quest'ora è un pelo, ma giusto un peletto fusa... Per cui, se trovate errori, perdonatela. Fateleli notare però, così li corregge!)

Uuuh! Stavo quasi dimenticandomene! La frase di Peter: "E se poi mi dice che non le piaccio? Sento che non potrei sopportare questo tipo di rifiuto" ...Sì, è ispirata a Ritorno al Futuro. Mi piace troppo quel film! :D

“Mani in alto!” 
“È una rapina?” 
“...È un esperimento scientifico”

(Ritorno al Futuro - III)

 

* Ail si smaterializza *

   
 
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