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Autore: AndreaMesso45    22/07/2014    1 recensioni
Siamo in una piccola cittadina, un gruppo di amici viene colpito da un grosso lutto.
Dopo diversi mesi tornano a frequentarsi e sembra tornare tutto alla normalità quando iniziano a manifestarsi delle misteriose apparizioni.
Una ragazza, con l'aiuto di uno dei suoi amici, indagherà su queste presenze.
La storia è suddivisa in quattro parti generali. Ogni parte è narrata da un narratore diverso ed è suddivisa anch'essa in capitoli.
Nella prima parte a narrare è Dario, nella seconda parte è Federica, nella terza parte è Silvia mentre nella parte conclusiva è un narratore segreto!
Genere: Malinconico, Mistero, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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L'OMBRA DELL'ANIMA

TERZA PARTE (SILVIA)


XV
LE STELLE

 
 
 
Chissà nell’universo quanti infiniti pianeti esistono? Quali infinite soluzioni … quali infinite costellazioni, quali infinite comete? Più in là di tutto quello che osiamo immaginare … più in là di tutto quello che osiamo pensare … più in là esiste la soluzione di tutto? Esiste la spiegazione? La spiegazione di quello che ci succede?
 
In quell’istante, quando vidi le stelle, io osai andare al di là della mia immaginazione, osai pensare a quello che vi era dopo … dopo il tutto.
Il tutto che noi conosciamo oggi. Il tutto che noi pensiamo oggi.
Così, nell’abbandonare ogni speranza, trovai la via … trovai una nuova scia di idee e di speme, una nuova forza interiore che ancora non so da dove possa essere venuta … ma una idea ora me la sono fatta.
Come era arrivato Stefano? Era una delle domandi che mi ponevo di più … forse le stelle centrano qualcosa?
Dopo quel viaggio pensai subito a questa ipotesi che prima nemmeno avevo varcato …
Penso sia stato proprio Stefano a suggerirmi questa strada … è strano, lo so. Ma credo che quella sera, nella mia totale vulnerabilità, nella mia debolezza, Stefano ebbe l’opportunità di entrare dentro di me, entrare nella mia mente, vedere quello che vedevo io e mostrarmi qualcosa di eccezionale, mostrarmi una nuova via, darmi sollievo fino a raggiungere quel posto stellato.
Lui muoveva le mie mani su e giù per il mio corpo fino ad arrivare ad un punto di un altro universo, di un altro spazio … le mie mani toccavano il cielo, la materia di cui sono fatte le stelle e l’anima.
Così proseguii il mio viaggio.
Appena prima di fare il passo successivo, chiamai Federica per sentire come andavano le cose e lei mi sorprese.
Mi sembrò calma, rassegnata … mi disse che si stava abituando ad aver un fantasma tra i piedi, mi disse che facevano delle chiacchierate incredibili. Io rimasi sbalordita ed anche un po’ spaventata. Lei non sembrava più lei. Aveva la voce stanca.
Era esausta, credo.
Dovevo muovermi in fretta. Di questo passo Federica poteva perdere il lume della ragione del tutto, non potevo permetterlo.
Con tutto il bene che potevo o che posso volere a Stefano, ma lui era morto e così le cose dovevano rimanere.
 
 
Quale sera, mi scusi?
Quello che parlava era un astronomo che andai a trovare dopo la telefonata a Federica.
Cercai disperatamente qualcuno che potesse aiutarmi nel “leggere” le stelle e volevo sapere se la sera del primo avvistamento di Stefano fosse successo qualcosa tra i cieli, qualunque cosa di insolito.
Il ragazzo a cui stavo chiedendo era un bel tipo, capelli neri e corti, occhi marroni, un fisico abbastanza robusto.
Non era il classico studioso, aveva un aspetto molto comune e decisamente rassicurante.
Credo avesse perfino la mia età o giù di lì. Quando parlava sapeva spiegare quello che stava dicendo, mi dava l’impressione di un uomo che sa quello che dice.
Ci sono miliardi di costellazioni lassù, ancora oggi ignoriamo un 99% di quello che ci sta la fuori” mi spiegava ed io pendevo dalle sue labbra.
Mi piaceva come spiegava e come parlava, mi piaceva molto.
Gli chiesi di quella famosa sera e gli diedi il giorno preciso, così lui cominciò a pensare e mi disse che doveva cercare in maniera più approfondita.
Così lo seguii nel suo studio.
Lui lavorava nell’osservatorio della città confinante con la mia, non era un laboratorio molto grande ma qualche attrezzatura c’era ed erano in buono stato.
Quel ragazzo aveva perfino un proprio studio dove osservare le sue ricerche e formulare le sue ipotesi.
Cercava freneticamente nei suoi diari dove si annotava le cose che succedevano e che osservava, scrivendo tutto rigorosamente a mano. Aveva un scrittura molto bella, soave ma diretta, soprattutto precisa.
Cercò il giorno preciso che gli avevo appena accennato sui suoi appunti e, appena trovato, fece un bel sorriso.
Wow! Quella notte è stata una sera interessante tra i cieli” affermò sorridente.
Mi spiegò che proprio in quella circostanza avvenne per pochi secondi una piccola tempesta elettromagnetica vicino alla Luna, proveniente da luoghi molto lontani, aldilà della nostra galassia.
Mi disse anche che tempeste del genere non erano ancora molto studiate poiché non portavano il benché minimo cambiamento nel nostro sistema terrestre, quindi erano poco interessanti.
Invece qualche cambiamento lo portano eccome, pensai all’istante facendo un risolino.
In quella tempesta, continuava a spiegarmi, ci fu una forte scarica di energia, secondo i dati prelevati dai telescopi e dai satelliti.
Questa energia, se scaricata qui sul nostro pianeta, potrebbe provocare al massimo un black out di pochi secondi, un po’ di disagi ma niente di che. In questo caso, l’energia sembra essersi scaricata nello spazio aperto. Non sappiamo cosa questo possa comportare, ma per ora non ci sono stati sviluppi. Quindi più di questo non posso e non so dirti” finì “Spero di esserti stato utile
Io lo ringraziai con un sorriso a trentadue denti ma prima di congedarmi da lui, gli chiesi un’ultima cosa … quella più importante.
Mettiamo il caso che questa scarica venga per abbattersi sul nostro pianeta, in quale maniera possiamo contrastarla o eliminarla? Tanto per sapere …” volevo stare sul vago e lui capì che stavo nascondendo qualcosa ma stette al gioco.
Fece una smorfia divertita e poi mi rispose “Dunque, se la mettiamo così. Potrebbe bastare anche solo una scarica elettromagnetica a sua volta, di pari entità, per poterla neutralizzare in modo che non si scarichi sulla terra
Questo! Questo mi pare un buon piano, pensai tra me stessa.
Decisi di chiamare subito Dario. Il ragazzo dell’osservatorio mi fu di gran aiuto!
Dario apparve subito molto contento delle mie novità e decise che il mio piano poteva essere finalmente quello giusto.
Con una forte scarica elettromagnetica Stefano potrebbe scomparire … per sempre, pensai.
Bisognava solo studiare un ulteriore piano per attuare questa idea.
Non sarebbe stato facile, anzi … sarebbe stata una impresa. E così fu … ma le cose non sono mai così semplici.
 

Quella sera, prima di andare a letto, mi ritrovai a fissare il cielo dal balcone di casa mia. I suoi mille segreti, i suoi mille presagi, i suoi mille sentieri stellati …
Perché Stefano? Perché così? Da quale posto mai sei arrivato? Forse dopotutto esiste davvero qualcosa aldilà della nostra vita … forse esiste un luogo lassù tra le stelle dove le nostre anime si ritrovano … o forse è solo un sogno, una sciocchezza, una anomalia del sistema interspaziale.
Forse l’anomalia siamo noi esseri umani, troppo complicati per un cumulo di stelle e troppo piccoli per un intero universo.


TO BE CONTINUED....
   
 
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