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Autore: Angeluzzola    05/09/2008    0 recensioni
Credete nelle stelle cadenti? Gin s'aggrappa al suo desiderio tanto frebbrilmente che neppure s'accorge che la sua piena realizzazione è a pochi passi da lei. Ma non nelle sembianze che lei crede. Un finale a sorpresa tutto da apprezzare ;)
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Una giornata di placido settembre, mentre le nuvole si nascondevano dietro ai monti e altre si spargevano nel cielo, una ragazza dai lunghi capelli color miele se ne stava seduta su una panchina, le gambe trattenute al petto da una goffa stretta, gli occhi sospesi a fissare il nulla. La solitudine le faceva male ma non avrebbe potuto sopportare la presenza di nessuno, ogni parola, ogni persona che le avesse accennato un sorriso le avrebbe fatto solo che male. Era dominata dall'egoismo, odiava chi stava bene, chi era contornato da gente che ricambiava il suo affetto. Avrebbe messo fine al mondo solo perchè lei soffriva e gli altri no. E si disprezzava per tutte queste sue meschine e distorte riflessioni.
I suoi capelli setosi le ricadevano lungo la schiena, racchiusi nei suoi soliti codini, ma più arruffati e spettinati del solito, la matita era da parecchi giorni sbavata sotto gli occhi, ma non se ne era mai curata, sembrava come una profuga in mezzo al parco mentre bambini sorridenti e spensierati si rincorrevano, mentre ragazzi le lanciavano occhiatine confuse.
Indifferente al resto del mondo, racchiusa in una bolla di vetro, una bolla di solitudine impossibile da scalfire e forse pericolosa per chi ci avesse anche solo tentato. Ma qualcuno più intrepido e coraggioso di altri non perse la fiducia e ci provò, andando contro ogni pericolo.
- Ciao Gin...- un ragazzo dai capelli scuri le si sedette accanto, trattenendo il respiro.
La ragazza si voltò e lo fissò con estremo disdegno:- Sparisci..sei l'ultima person..-.
Ma per la prima volta fu lui a interromperla. Matteo, il suo ex migliore amico, la persona che più l'aveva delusa ma l'unica che l'aveva cercata.
- Ti devo parlare...eri l'ultima persona con cui avrei voluto litigare...- le mormorò bloccandole le labbra con un dito.
Gin stette allora in silenzio, in attesa delle parole che Matteo le voleva tanto dire.
- Mi dispiace per quello che è successo, per non avere avuto nemmeno un po' di tatto..ma io...- si fermò spostando lo sguardo a terra.
Ginevra ne approfittò immediatamente:- Ti dispiace dici?!Ma allora perchè tutti si scusano ma poi non mi dimostrano di volermi bene?? perchè? perchè nel momento del bisogno non ci sono?- senza accorgersene si era alzata in piedi e si era messa ad urlare. Non tanto un urlo di accusa, o di rabbia ..un urlo di sfogo, allo stato puro, parole mai dette ora le uscivano a fiotti, senza nessuna volontà, le sfuggivano semplicemente dalle labbra, come un fiume in piena abbondato dalla pioggia.
- Sei come tutti gli altri..-borbottò poi calmandosi e tormentandosi insistente i capelli dorati.
- Non mi vuoi bene e..non puoi fingere di volermelo..-concluse guardandolo negli occhi con circospezione come volendo trovare all'interno di quelle iridi prigione del cielo una traccia di menzogna.
E lui le rispose l'ultima cosa che mai si sarebbe aspettata..
- Hai ragione, Gin..io non ti voglio bene..- sguardo attento, senza ostinazione, voce ferma e decisa. Ginevra ne rimase scioccata. Sperava in una negazione, in una bugia piuttosto..e invece quella triste verità l'aveva travolta come una tempesta.
Lui di fronte alla sua espressione sorrise, un sorriso tanto amaro quanto stupendo:- Gin, io non ti voglio bene..io ti amo..-.
E allora fu come risvegliarsi da un sogno. Matteo l'affettuoso, Matteo il maturo, Matteo il prudente..tutti i suoi ricordi le passarono di fronte come un flash, assiduamente senza fermarsi...e se ne accorse. Era stata solo cieca fino a quel momento, cieca di fronte alla realtà anche più banale, lei rinchiusa nei suoi sogni di cristallo, lei che lo vedeva come il suo migliore amico, lei che gli voleva solo un'infinità di bene e credeva che non avrebbe potuto esserci nient'altro...eppure era così scontato... Matteo che le dava i consigli, Matteo che la consolava e la teneva abbracciata forte a sè...
Fu così che tutte le amarezze, le tristezze, le delusioni che si teneva dentro fuoriuscirono inevitabilmente fuori, sottoforma di lacrime cristalline. Si mise a piangere senza badare al fatto che sembrava una ragazzina un po' troppo viziata, una bambina neppure cresciuta. Non le importava, ne aveva bisogno.
Matteo le si avvicinò e la abbracciò dolcemente.
- S..scusami..-balbettò la ragazza tra i singhiozzi.
- Gin, non importa davvero...- le spiegò lui accarezzandole piano i capelli.
Rimasero per infiniti attimi in silenzio, abbracciati, mentre le lacrime ancora le solcavano intrepide le guance, mentre tiepidi sospiri le uscivano lenti dalle labbra, respirando piano.
- Gin..- le disse ad un tratto lui.
-S..sì.?- chiese lei, gli occhi chiusi.
- Non posso fare a meno di te..mi basta la tua amicizia...-.
Gin dopo tanti giorni riuscì finalmente a sorridere, un sorriso che a chi era molto attento poteva apparire anche malizioso.
- e se a me non bastasse?- gli sussurrò.
Non ci fu neppure bisogno di una risposta. Nel giro di pochi secondi le loro labbra si erano incontrate in un bacio, un bacio stupendo che nascondeva dietro di sè ogni improbabile emozione, emozioni tenute dentro fino a quel momento. Un bacio umido di lacrime poco prima versate, dolce di profumo alla vaniglia, sincero perchè dominato da un sentimento puro e vivo.
Si staccarono dopo quelle che sembrarono ore, incontrando i loro sguardi sbarazzini e ridenti.
- Che fai stasera?- le chiese lui senza staccarle gli occhi di dosso.
- Uhm..direi che non ho impegni..-mormorò lei fingendo indifferenza.
- Ti porto a mangiar fuori allora..e pago io..-non si trattava neppure di una domanda, non accettava semplicemente alcuna obiezione.
I due si allontanarono per mano, più spensierati dei bambini che giocavano gioiosi sull'erba ancora fresca di rugiada. Se fino a poco prima la loro anima si era spezzata,ora si era ricucita. Gin guardò beata il rosso tramonto della sera. Se per tutti quei giorni si era ritenuta sola e abbandonata si era accorta che mai lo era stata per davvero...

Ed ecco come la storia fra me e Matteo è iniziata e non è ancora finita. Mille giorni stupendi insieme, uniti e mai lasciati, una cosa sola, come le parti eguali di una stessa mela.
E involontariamente il mio desiderio si era avverato. Torna da me.
Ed è accaduto. Perchè in fondo, senza saperlo, era quello che veramente volevo, la vera persona che doveva tornare era tornata e amicizia si era fusa con amore, in una cosa sola. Come noi.
Stefano era sparito dalla mia vita come un soffio di vento, ma perchè doveva sparire. Il destino aveva tessuto indissolubile la sua tela, come si era ricucita la mia anima.
Mi dispiace, Marina, ma io credo ancora ai miei sogni, alle mie fiabe. E alle stelle cadenti.
Sono una bambina e voglio rimanerlo. E ancora guardo il cielo, non più sola, non lo sarò mai più. Immersa nei miei castelli ora più veri. Gin l'ingenua, Gin la fiduciosa...Gin..la tua piccola principessa....

Nota dell'autrice: E qui si conclude il primo racconto che decido di pubblicare qui. Primo, ma non ultimo! Ho diverse storie in archivio, e forse ancor più per la testa (anche se non mi decido a scriverle..!). Se vi interessano controllate ogni tanto il mio nick e le storie pubblicate :P Ah....commentate eh u.u

  
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