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Autore: Wynn    26/07/2014    0 recensioni
La storia si svolge diciannove anni dopo la battaglia di Hogwarts, ricollegandosi all'Epilogo de I Doni della Morte, e segue le vicende dei giovani maghi della celebre scuola.
Protagonista della storia è Albus Severus Potter, secondogenito del famoso Harry. La storia tuttavia non ruoterà solo attorno al giovane Potter: durante il corso della storia ci saranno pause e digressioni, per conoscere meglio altri personaggi o narrare eventi che si svolgono in altri luoghi. L'anno si prospetta insolito e indubbiamente pieno di sorprese, tra nuovo preside e nuovi studenti. E, sicuramente, nuovi misteri. Perché, sebbene diciannove anni sono estremamente lunghi, non significa che le cose siano necessariamente cambiate... Chi è che sta sferrando degli attacchi ai maghi nel mondo Babbano? Cosa nasconde Walter Davis, enigmatico nuovo preside di Hogwarts? Che sia in arrivo... una nuova minaccia?
Nota: Alcuni personaggi (Roxanne, Molly, Louis, ecc...) fanno realmente parte del mondo creato da J.K. Rowling (anche se quest'ultima non ha mai specificato la loro data di nascita), altri invece (come, per esempio, Lin e quasi tutto il corpo docenti) sono completamente inventati dalla sottoscritta
Genere: Azione, Fantasy, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Albus Severus Potter, Nuovo personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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I – L'Inizio di un viaggio

Un viaggio può partire in molti modi.
Può partire per caso, per una coincidenza, direbbe qualcuno, a causa del destino, direbbe qualcun altro. Ma di sicuro non era quello il caso.
Sapeva perfettamente perché era partito. Sapeva anche la sua destinazione, sebbene questa fosse la prima volta che si recava in quel castello incantato.
Ed era proprio perché era la prima volta che Albus Severus Potter continuava a mordersi il labbro, nervosamente, mentre lui e Rose camminavano sul corridoio del treno, alla ricerca di una cabina libera.
- Quaggiù, Al! - esclamò all'improvviso una voce maschile qualche porta più in là. Un viso sorridente, contornato da capelli rosso peperone, su cui spiccavano un paio di vivaci occhi marroni, li accolse da dentro la cabina.
- Fred! - esclamò Albus, ancora leggermente sovrappensiero, riconoscendo il cugino.
Fred Weasley era il figlio maggiore di George Weasley, di tre anni più grande di Al e Rose. Dal padre aveva ereditato certamente i capelli rossicci, classici di molti membri della famiglia Weasley. D'altra parte anche Rose, doveva a suo padre il colore acceso dei capelli, oltre che le sue lentiggini e gli occhi color azzurro cielo. Fred era di una carnagione lievemente più scura di Al, fattore derivante da sua madre Angelina. Sebbene suo padre si fosse sempre rifiutato di parlargliene direttamente, sapeva – più che altro da racconti sparsi, sentiti da amici di famiglia o parenti - che il suo nome derivava da suo zio, morto lottando nella Seconda Guerra Magica. Molti dicevano che entrambi i gemelli Weasley – così si riferivano a suo padre e a quello zio che non aveva mai potuto incontrare – erano sempre sorridenti, prima della morta prematura di Fred. Anche quando George perse l'orecchio, ricordava di aver sentito dire da suo zio Harry, loro due avevano riso e scherzato. Per questo era fiero di portare quel nome: era il nome di una persona morta lottando per la propria famiglia e che di sicuro aveva lottato, con il sorriso sulle labbra.
Dentro la cabina c'erano anche James e il suo amico Derek Finnegan, entrambi al terzo anno.
- Yo, fratellino! Come va con il panico da “potrei essere Serpeverde”? - lo schernì suo fratello, non appena Al ebbe preso posto, vicino a Fred.
- Dagli un attimo di tregua, James! - esclamò il cugino. - Dopotutto, è normale essere tesi... ma non preoccuparti: sia i Potter che i Weasley sono Grifondoro da generazioni! -
Al annuì, ma nonostante gli sforzi dei cugini, non riusciva a togliersi dalla testa la possibilità di non essere un Grifondoro. Non era che non gli piacessero le altre case, ma... un senso di colpa lo fece tremare. “Non importa” aveva detto suo padre... ma era davvero così? Se lo chiedessi al Cappello Parlante... no, no, sarebbe stato come barare... ma allora vuol dire che papà aveva barato... questi erano i pensieri che affollavano la testa del giovane Potter. Che fare?
- Ehi... - lo chiamò Derek, distogliendolo dallo scorrere delle sue preoccupazioni. - Vada come vada, sarai sempre il nostro Sev! - esclamò. Al sorrise. Derek, Roxanne, la sorella minore di Fred, Lily e Hugo erano le uniche persone a chiamarlo con il suo secondo nome. Lo facevano per scherzo, visto che, quando Roxanne e Lily si erano incontrate per la prima volta da piccole, Lily aveva sbagliato il nome del fratello. Da quel momento, un po' per ricordare alla piccola Potter il suo errore, un po' per distinguersi dal resto del parentado, i tre avevano iniziato a chiamarlo Sev, come diminutivo di Severus. Quando Derek era stato a casa di James, aveva così conosciuto “Sev”, grazie alla presentazione di Lily. Così, sebbene avessero poi chiarito il malinteso, Derek aveva continuato a chiamare il fratello del suo migliore amico con il suo secondo nome.
Il resto del viaggio passò tranquillo, tra Cioccorane, Gelatine Tutti i Gusti +1 (Al ne trovò una al sapore di mandarino, Rose alla fragola, Fred al carciofo, Derek al cavolfiore e James al peperoncino piccante) e risate.

Quando arrivarono a destinazione erano ormai calate le tenebre.
Ad attendere Al e Rose, all'uscita dal treno, c'era il mastodontico Guardiano delle Chiavi e dei Luoghi di Hogwarts, nonché insegnante di Cura delle Creature Magiche: Rubeus Hagrid.
Il mezzo-gigante sorrise ai due ragazzi, che lo vedevano ora per la prima volta nei panni di docente.
Rose, che era più piccola della maggior parte dei suoi compagni sorrise timidamente alla montagna di peli, barba e grasso che aveva davanti.
- Bene, bene. Nuovo anno. Nuovi studenti. Ma non esitiamo troppo: venite, le barche sono da questa parte... - disse con la sua voce bassa e rimbombante.
Pian piano tutti i primini si avviarono verso il Lago Nero e si avvicinarono alle barche.
Tra la folla, Al e Rose scorsero qualche viso noto: Scorpius Malfoy, Lin Derrel, Molly e Louis Weasley.
Se i primi due si mostravano abbastanza preoccupati, Molly e Louis erano completamente a proprio agio. Louis era abbastanza alto, estremamente delicato di lineamenti e qualche capello fluttuante rivelava la percentuale di sangue Veela nel suo corpo. Diversamente Molly era abbastanza pienotta, con i capelli rossicci ordinatamente pettinati.
Lin aveva i capelli neri tagliati in un caschetto e lineamenti leggermente orientali, dovuti a sua madre Cho. Rose sapeva che suo padre era un babbano di origini scozzesi, che aveva ignorato la natura magica della moglie fin quando non scoprirono la piccola Lin far levitare il suo coniglietto di pezza, nel bel mezzo della notte, all'età di sei anni. Inizialmente ci fu un piccolo litigio, ma poi, dopo che il signor Derrel si fu calmato, tutto tornò alla normalità. Poco dopo anche il loro figlio più piccolo, Fran, dimostrò di aver poteri magici, diversamente dalla sorella gemella Mary, che ne era priva.
Scorpius, non faceva che grattarsi la testa, rigirandosi una ciocca di capelli più lunga delle altre sull'indice sinistro, mentre gli occhi azzurro ghiaccio si muovevano da una parte all'altra rapidi.
- Beh, almeno non sono l'unico nervoso qui... - mormorò Albus.
- Hai detto qualcosa? - chiese Rose, dietro di lui.
- Niente d'importante... adesso muoviamoci... Hogwarts ci sta aspettando - rispose suo cugino, sorridendo.

La prima cosa che Neville Paciock notò fu che qualcuno mancava all'appello.
- Dov'è il professor Fendrick? - chiese irrequieto alla professoressa al suo fianco: Jasmine Deghres di Trasfigurazione. La collega scosse la testa: non aveva idea idea di cosa fosse successo al docente di Difesa Contro le Arti Oscure. - Inoltre... - iniziò la piccola donna.
- … quest'anno ci sarà il nuovo preside, giusto? Mi hanno detto che, ai tempi della scuola, era un Corvonero... - proseguì Donvan, il professore d'Incantesimi e capo-casa dei Corvonero. Era lì da soli quattro anni, ma si era fatto rispettare fin da subito, grazie soprattutto alla sua mole possente.
- Chissà che tipo è... - commentò frizzante Greshia, l'insegnante di Volo. Era la più giovane tra il corpo docenti e tra i professori più amati dai propri studenti. Portava i suoi 34 anni con orgoglio: era stata tra i migliori studenti che Tassorosso avesse mai avuto e, nei sette anni che aveva trascorso ad Hogwarts, aveva portato le squadre di Quidditch a livelli semi-professionali.
- Chi può dirlo... - replicò freddamente Artemisia Eiswindell, docente di pozioni. Neville non sapeva molto sul suo conto. Quando il vecchio Horace Lumacorno aveva lasciato la cattedra, quella donna era apparsa, come dal nulla. Aveva cercato di capire qualcosa di quella gelida presenza, più per curiosità, che per cercare di stringere un'amicizia. La preside aveva sempre schivato l'argomento, anche se più di una volta aveva visto il volto di Minerva McGranitt incupirsi, al sentire il nome della professoressa. Aveva dunque imparato che era meglio non indagare troppo su quella che i suoi studenti, dopo una lezione di Storia della Magia con quello strampalato di Ruf, avevano soprannominato “Yuki Onna dei Veleni”.
- Uh, dev'essere quello lì, eh? Cavoli se è giovane! - esclamò allegra Greshia, accennando con la testa a un uomo sulla trentina che stava raggiungendo il tavolo. Inaspettatamente, però si sedette nel posto del professor Robert Fendrick. - Eh? -.
Donvan corrugò la fronte. - Che è successo al buon vecchio Rob? -
- Mi sa che quest'anno sarà un po' diverso dal solito, gente... - mormorò Neville.
E ancora non sapeva di avere pienamente ragione.

Il nuovo preside era veramente in ritardo. Hagrid si rigirava tra le mani un vecchio orologio. Sebbene il prodotto si proclamasse come “Fatto in Svizzera”, di svizzero non aveva proprio niente.
Vecchio, unto e sporco, il suo unico pregio era la sua precisione del 10%. Non certo una cosa di cui vantarsi.
Ciò nonostante il preside era realmente in ritardo. Doveva presentarsi alle cinque e mezza per i preparativi iniziali. Erano già le sette e mezza e non si era ancora presentato in Sala Grande.
- Ma che diamine... perbacco... adesso, mi sto stufando d'attendere, però... - mormorò il mastodontico Guardiacaccia.
- A chi lo dici... - mormorò una voce alle sue spalle. - Io mi sto annoiando a morte... -
- Da quanti anni sfoderi quella battuta, Nick? -
Il vecchio fantasma di Grifondoro comparve dalla parete alle sue spalle.
- Quattordici... e ha ancora il suo fascino -
- Tu dici? -. L'espressione di Hagrid lasciava largamente a desiderare sulla comicità della battuta.
- Indubbiamente -
In quel momento le porte della Sala Grande si spalancarono.
Hagrid aguzzò la vista, sperando di vedere il nuovo preside. In un primo momento fu largamente deluso alla vista del vecchio Gazza, in compagnia con la sua dolce - come il bacio di un Dissenatore - metà, MrsPurr. Poi vide che, dietro al vecchio c'era una figura più piccola e rotondetta.
- Ohibò, sono in ritardo, nevvero? Perdonate la mia negligenza, ma avevo affari urgenti da sbrigare per conto del Ministero della Magia. Niente che vi riguardi, ovviamente. Or dunque... vogliamo iniziare le danze? -

- L-Le danze? -. Rose corrugò la fronte.
- E questo qui da dove salta fuori? - chiese Louis, con aria perplessa, qualche testa più in là.
- Non dovrebbe... ecco... presentarsi? - balbettò più indietro una voce fioca: Lin.
Si udì la voce di Molly: - La cosa non m'ispira un granché, ad esser sincera -.
- Neanche a me - replicò Al.


Il discordo del Cappello Parlante fu più breve del solito quell'anno.
Derek ricordava che il loro anno fu un mantra infinito e noioso. Sbadigliò almeno una decina di volte. Questa volta lo fece solo tre volte. Un record.
- Preoccupato per il piccolo Sev, James? - chiese all'amico che gli sedeva al fianco.
- No. Un Potter preoccupato basta e avanza - rispose improvvisamente freddo James.
- Uh-uh! - rispose Derek. - Staremo a vedere... Sev, Rose, Molly, Louis... ce n'è di gente che conosci, non è vero? - scherzò.
- Così pare... - James sembrava sovrappensiero.
- Cos'è questa aria da “hovogliadifareilfigodipocheparole” che ti porti appresso, amico? Puoi parlarne col vecchio Fred, eh? - s'intromise il cugino, che sedeva di fronte a loro.
- Taci. Io... è solo che non ho voglia di parlare... - replicò, leggermente imbarazzato James.
- Mmm... sì, certo, dev'essere proprio così... ma a chi la vuoi dare a bere? Si vede lontano un miglio che sei preoccupato per il tuo fratellino! E, credimi, è perfettamente naturale... oggi a te, domani a me! - ribatté Fred.
- No, domani a noi. Lily e Roxanne hanno la stessa età ti ricordo - lo corresse l'altro.
- Ah! Non hai negato di essere preoccupato per Sev, però! - lo punzecchiò Derek.
- Beccato! -
- Io... - James tacque un attimo, prima di voltarsi dall'altra parte. - Fate un po' come vi pare! Credete pure che io sia preoccupato per quella mezza calzetta se vi piace... -
- L'ha chiamato mezza calzetta... che si sia arrabbiato? - bisbigliò, volutamente ad alta voce, Fred.
- Yep! Sembrerebbe proprio di sì... che buffo, fa tanto il duro ma sotto sotto... - proseguì, con il medesimo trucco, Derek.
- Voi due! - lo interruppe su tutte le furie James, il viso ridotto a una massa rosso pomodoro.
Gli altri due ragazzi scoppiarono a ridere, divertiti dalla reazione dell'amico.

- Non Serpeverde, aveva detto... non Serpeverde... - si sussurrava a bassa voce il giovane Al Potter, mentre una professoressa dai capelli candidi, che sapeva chiamarsi Deghres, iniziava a chiamare i vari nomi.
- Lin Derrel! -
La ragazza tremava come una foglia. Mentre il Cappello Parlante le veniva fatto calare sulla testa, sembrava quasi sul punto di piangere o svenire... o forse prima una e poi l'altra cosa.
Fortunatamente non ci volle molto. - Tassorosso! -
- C-Cho non era di Corvonero? - bisbigliò Al, all'orecchio della cugina.
- E suo padre è un babbano... non è detto che c'entri... - replicò Rose.
- Quindi... io potrei... -
- Sta tranquillo... andrà tutto bene... - lo rassicurò Rose.
Altri nomi si susseguirono. - Scorpius Malfoy!-
Qui le cose andarono decisamente peggio. Se il Cappello era stato estremamente rapido con Lin, non si potè dire lo stesso per quel che riguardava il giovane Malfoy. I secondi passavano... i minuti...
- Che si sia addormentato? - chiese qualcuno della folla.
Più il tempo passava e più l'espressione di Scorpius diventava disperata. Al provò un po' di pena per il ragazzo.
Alla fine, quando il limite di sopportazione di Scorpius era sul punto di cedere...
- Grifondoro! - esclamò compiaciuto il Cappello.

- Eh? - mormorò Neville
- Eh?! - quasi urlò Hagrid.
- S-Sul serio? - balbettò Fred, dal tavolo di Grifondoro.
- Ci deve essere un errore, non è vero, tesorino mio... - bisbigliò Gazza alla sua gatta, mentre l'accarezzava amorevolmente.
- Questo non l'avevo previsto... - concluse infine la Cooman, che era rimasta per il resto del tempo a creare strani intrugli con il cibo.
Scorpius quasi si sentì mancare.

Mentre il giovane Malfoy si avviava, ancora sotto shock al tavolo di Grifondoro, Al cominciava a tremare vistosamente. - Adesso... la teoria del lineaggio di sangue... è nulla vero? -
- Beh... direi di sì... - mormorò Rose, che ormai non sapeva più come rassicurare il cugino.

- Albus Severus Potter! -
All'udire quel nome il silenzio scese sulla sala.
Al, imbarazzato, ma fortunatamente non ai livelli di Lin o Scorpius, si fece avanti. Ogni passo gli costava uno sforzo notevole. Non Serpeverde, si ripeteva mentalmente, non Serpeverde.

Non appena il Cappello Parlante gli sfiorò il capo, il bizzarro indumento emise un gemito. - Uh, non c'è dubbio! -. Al stava per chiedere di cosa stesse parlando quando. - Grifondoro! -
In quell'attimo si sentì leggero come una piuma e tutto il nervosismo accumulato fino a quel momento si dissolse. Era Grifondoro! Grifondoro! Vi prego... se è un sogno non svegliatemi!
Si tolse il cappello e quasi saltellando si diresse verso il tavolo rosso.

- Il tuo sorriso paradisiaco ti fa sembrare un pesce lesso, Al - fu il commento di Victorie.
- Andiamo, Vì! Lasciamolo godere di questo momento di gioia - lo giustificò Fred. - Ora, signor “iononsonopreoccupatoperquellamezzacalzettadimiofratello” che cosa vorrebbe dire? - punzecchiò poi James.
- Mezza calzetta!? -. Al sembrava essere tornato nel mondo reale. - Mi hai chiamato mez... -
- Per favore, smettetela! Mi fate venire l'emicrania! - replicò suo fratello, il cui sorriso però dissipò tutta tensione. In fondo era felice di poter essere con il suo fratellino. E non solo perché così poteva prenderlo un po' in giro quando voleva.
- Benvenuto tra i Grifondoro, Al -

- Molly Weasley! -
Un paio di secondi passarono prima di sentire il responso. - Grifondoro! -
- Buongiorno. Lei dev'essere il professor Paciock, se non erro... -.
Neville si girò per vedere la fonte di quella voce. Si trovo davanti a un paio di piccoli occhietti scuri.
- Piacere di conoscerla, signor Preside – rispose gentile, reprimendo una serie di domande.
- Oh, suvvia, mi chiami semplicemente Walter. Walter Devis, per servirla -. L'ometto scoppiò a ridere. L'insegnante lo guardò con aria perplessa... che c'era di divertente?
- Le serve qualcosa... signor Devis? -. Non gli piacevano questi strani giri di parole. E non gli piaceva il nuovo preside.
- Mi dica... Com'è Hogwarts? -. Il tono con cui pronunciò la domanda era tutt'altro che amichevole. Come se tutto il brio della sua parlata si fosse spento. Neville sentì un brivido percorrergli la schiena.
- Non sono sicuro... di cosa stia parlando... vuole sapere che tipo di posto è Hogwarts? -
Il Preside non rispose, stava guardando fisso la massa degli studenti che popolava i grandi tavoli della Sala Grande.
- Quante giovani menti... - disse, pensieroso. - Ed è nostro compito prendercene cura... non crede anche lei, professor Paciock? -. Nel tono del preside, ma soprattutto nel mondo in cui aveva pronunciato il suo nome, vi era un qualcosa di molto simile al disprezzo. Neville scosse la testa... perché un uomo che aveva appena incontrato avrebbe dovuto disprezzarlo così apertamente?
- Louis Wealsey! -
Sarà stata soltanto la mia immaginazione, si disse il professore di Erbologia.
- Grifondoro! -
E allora... perché?
- Rose Weasley! -
Perché quella sensazione di disagio, di pericolo e di sospetto, non scompariva?
- Grifondoro! -

- Ah, che serata! Beh, preparatevi... da domani la pacchia è finita, belli! -. Fu con l'eco delle parole di Derek in mente che molti studenti di Grifondoro chiusero gli occhi.
Una delle poche persone rimaste sveglie si coprì con le coperte, come per nascondere la sua presenza al resto del mondo. Sotto quelle coperte gemette in solitudine, finché non s'addormentò verso la mezzanotte, ormai stanco, desiderando che tutto ciò che era successo quel giorno fosse solo un incubo.




Angolino dell'autrice (attenzione alla vostra sanità mentale):
Buongiorno a voi che avete letto fin qui! Come vi è parso questo primo capitolo?
Spero vi sia piaciuto. In caso contrario, mi scuso se non sono stata all'altezza delle vostre aspettative.
Che altro posso dire? Per chi non mi conoscesse, piacere di conoscervi (ma forse questo avrei dovuto dirlo prima... ). Chi mi conosce, invece, potrebbe sapere che questa storia è nata inizialmente un bel po' di anni fa e che solo recentemente ho iniziato a riscriverla, stravolgendola in alcuni aspetti, arricchendola in altri, ma soprattutto mantenendo in parte quel filone che è la trama del testo originale.
Dopo questo discorso complicato, vi saluto... al prossimo capitolo (e al prossimo personaggio).
-Wynn
   
 
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