Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Harry_Potter992    26/07/2014    2 recensioni
Vi piacerebbe ripercorrere i sette anni a Hogwarts di Harry ... con qualcosa in più?
Sto parlando di Laura Fancy e Jasmine German, che insieme a Ron e Hermione sono le altre due migliori amiche di Harry in questa fantastica avventura. Insieme i cinque ragazzi hanno condiviso e condivideranno di tutto: amicizia, divertimento, avventure memorabili, e da questo terzo anno a Hogwarts anche l'amore ...
Scoprite chi sono Laura e Jasmine, immergetevi insieme a me in quest'avventura, e sono certa che non ve ne pentirete. Perchè è vero, le cose che leggerete sono frutto della fantasia ... ma chi dice che nella mia testa non possano essere vere?
Dalla storia:
"- Dove sono Laura e Jasmine? - bisbigliò Neville a Harry mentre si sedeva accanto a lui.
- Loro non seguono Divinazione - rispose Harry.
Gli parve di vedere un'ombra di delusione passare sul volto di Neville, ma fu un attimo, tanto che pensò di averlo immaginato".
[...]
"Quel giorno in biblioteca non c'era molta gente. Per Jasmine era un sollievo: le piaceva quando quel luogo era silenzioso. Adorava stare lì: la lettura era la sua grande passione, fin da piccola il suo posto era in mezzo ai libri. La facevano sentire bene."
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Ron/Hermione
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
 <<  
- Questa storia fa parte della serie 'Laura e Jasmine: due nomi, una storia '
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Dal capitolo precedente:
Harry non sapeva dove voleva andare a parare con quella storia, ma lo ascoltava rapito, così come i quattro amici.
Ma in quel preciso istante, Severus Piton apparve dal nulla, togliendosi il Mantello dell’Invisibilità e puntando la bacchetta contro Lupin.




- Ed eccovi qui - disse. - Ho trovato questo Mantello alle radici del Platano. Molto utile, Potter, ti ringrazio …                                                
Laura e Jasmine spostarono lo sguardo su di lui, spaventate.                                                                         
- Forse vi state chiedendo come facevo a sapere che eravate qui. Sono appena stato nel tuo studio, Lupin. Questa notte hai dimenticato di prendere la Pozione Antilupo, così te l’avevo portata. E sulla tua scrivania c’era una certa mappa … mi è bastata un’occhiata per sapere tutto quello che volevo.
- Severus … - cominciò Lupin, ma Piton proseguì: - L’ho detto al Preside che stavi aiutando il tuo vecchio amico Black a entrare nel castello, ed ecco la prova. - Si rivolse a Black. - La vendetta è dolcissima. Quanto ho sperato di essere io a catturarti …                        
Ma Harry voleva continuare a sentire Lupin.                                                    
- Il professor Lupin avrebbe potuto uccidermi cento volte quest’anno - disse risoluto. - E allora perché non l’ha fatto?                      
-Non chiedermelo - sibilò Piton. - Non farmi perdere tempo, Potter.           
Harry decise in un lampo. Agitò la bacchetta e disse: - Expelliarmus! - mandandolo contro la parete. L’uomo svenne.          
Laura sussultò; Jasmine trattenne il fiato.                                                                               
- Non ho ancora detto che le credo - disse Harry a Lupin, tanto per chiarire la questione.                                                                                                          
- Allora dovremo darti qualche prova - intervenne Black. - Tu, ragazzo … dammi Crosta. Adesso.                                                                           
Ron strinse a sé il topo. - Andiamo ... come fa a sapere che è Minus?                                                                                                                  
- La zampa - disse Lupin piano. - Gli manca un dito.                                                                      
- Se l’è tagliato da solo, appena prima di trasformarsi, nel giorno in cui io diventai un pericoloso ricercato - aggiunse Black. - Quando l’ho stanato, ha urlato che avevo tradito Lily e James, per farsi sentire da tutta la strada. Poi ha fatto saltare la strada tenendo la bacchetta dietro la schiena, ha ucciso tutte quelle persone ed è filato via …                                                                                                 
- Capisci, Harry? - disse Lupin. - Per tutto questo tempo abbiamo creduto che Sirius avesse tradito i tuoi genitori e Peter lo avesse scoperto … ma era il contrario!                                                                                 
- Io ho convinto Lily e James a scegliere Peter al mio posto all’ultimo momento come Custode Segreto - continuò Black - cioè la persona che conosceva il loro nascondiglio. E’ colpa mia, lo so …                                                                                                                       
- Basta così - fece Lupin. - Ron, dammi il topo. Lo costringerò a mostrarsi. Se è davvero un topo, non gli succederà niente.                   
Ron esitò, ma alla fine gli tese Crosta. Lupin e Black gli puntarono contro le bacchette e, con un piccolo movimento del polso, un lampo blu e bianco colpì il topo che cominciò a cambiare forma e ben presto divenne un uomo.                                                            
Era un ometto molto basso, con capelli incolori e occhietti acquosi. Quando parlò, anche la sua voce assomigliava allo squittio di un topo. - S-Sirius … R-Remus … i miei vecchi amici …                                                                                                                                            
- Ciao, Peter - lo salutò Lupin affabile. - Stavamo facendo una chiacchierata su ciò che accadde la notte in cui Lily e James morirono. Cosa hai da dire al riguardo?                                                   
- I-io? Niente ...                                                                                           
- Come osi! - ringhiò Black. - Vendere Lily e James a Voldemort ti sembra “niente”?                                                                                                        
- Non intendevo farlo! Il Signore Oscuro possiede armi che nemmeno immaginate … Cosa avreste fatto al mio posto?                    
- SAREMMO MORTI! - urlò Black. - MEGLIO MORIRE CHE TRADIRE I TUOI AMICI!                                                                                                       
Si girò verso Harry e gli parlò.                                                                                  
- Credimi. Non ho mai tradito Lily e James. Sarei morto piuttosto che tradirli. Credi a ciò che ti abbiamo raccontato?                                    
E infine Harry gli credette. Annuì. Anche Laura e Jasmine sembravano aver perso tutta la diffidenza nei confronti di Black e Lupin.
- Lo uccidiamo insieme? - chiese Black all’amico.                                              
- Direi di sì - rispose Lupin cupo.                                                              
- No! - Minus cadde in ginocchio e strisciò verso Ron. - Ron … non sono stato un buon amico … un bravo animaletto? Non lascerai che mi uccidano, vero? 
Ma lui lo guardò disgustato. - Ti ho lasciato dormire nel mio letto!          
Minus si voltò sulle ginocchia e afferrò l’orlo della maglietta di Hermione e il tessuto dei pantaloni di Jasmine.                                    
-Dolci ragazzine … bravi ragazzine … voi non lascerete che … aiutatemi …                                                                                                             
Hermione strappò la maglietta dalla presa di Minus e Jasmine indietreggiò con aria orripilata. Laura fece lo stesso, spaventata.            
- Harry … Harry … - proseguì Minus, arrivando di fronte a lui - tuo padre non mi avrebbe voluto morto … avrebbe capito …                          
Black e Lupin fecero un passo avanti, lo afferrarono e lo ributtarono a terra. Poi levarono le bacchette.                                                
- No! - urlò Harry. - Non potete ucciderlo. Lo porteremo al castello … lo consegneremo ai Dissennatori.                                                                            
- Grazie, Harry … grazie … - Minus gli abbracciò le ginocchia, ma Harry lo allontanò da sé. - Stammi lontano. Lo faccio solo perché … non credo che mio padre avrebbe voluto che loro … diventassero assassini … per colpa tua.                                                  
Black e Lupin si guardarono. Poi abbassarono le bacchette.                     
- Sei il solo ad avere il diritto di decidere, Harry - disse Black. - Se ne sei così sicuro … allora andiamo. Ma se si trasforma, lo uccideremo. D'accordo?
Harry annuì. Legarono Minus, fecero levitare Piton con un incantesimo per trasportarlo comodamente e uscirono; in testa c’erano Lupin, Minus e Ron, quest’ultimo che zoppicava; poi veniva Piton, che aleggiava a mezz’aria. Harry, Laura, Hermione e Jasmine chiudevano la fila.
- Mamma mia - sussurrò Laura. - Quante scoperte in un colpo solo.                                                                                                                         
Jasmine annuì. Sembrava che non trovasse le parole per commentare quello che era appena successo.                                             
- Sai che io sono il tuo padrino? - chiese all’improvviso Black a Harry.                                                                                                                 
- Sì, lo sapevo.                                                                                                                          
- Beh, i tuoi genitori mi hanno nominato tuo tutore. Insomma … lo capisco, se vuoi restare dai tuoi zii, ma … una volta che avranno riconosciuto la mia innocenza, se tu volessi una casa diversa …                      
- Cosa … vivere con te? - Harry era stupito. - Ma certo! Tu hai una casa? Quando posso venire?                                                                       
Black si voltò a guardarlo. - Lo desideri davvero?                                                      
- Sì! Sul serio.                                                                                              
Il volto tormentato di Black si aprì in un sorriso.                                       
Finalmente furono fuori dal tunnel e si avviarono al castello.              
All’improvviso il gruppo fu colpito dalla luce della luna. Lupin si irrigidì. Poi prese a tremare.                                                                               
- Oh, cielo - esclamò Hermione. - Questa sera non ha preso la Pozione Antilupo! Non è innocuo!                                                                                    
- Correte! - disse Black.                                                                                         
Si udì un terribile ringhio. Il corpo di Lupin si stava allungando. Le spalle si incurvarono. I peli spuntavano a vista d’occhio.                         
Mentre il Lupo Mannaro faceva scattare le lunghe zanne, Black si trasformò in cane. Fece un balzo e spinse indietro il lupo. Laura e Jasmine erano a bocca aperta, inorridite dalla scena, e sembrava che volessero gridare, ma non trovavano la voce.                                                       
Poi Harry si accorse di un topolino che correva tra l’erba.                                                            
- Sirius, è scappato, Minus si è trasformato! - urlò.                             
Il cane si lanciò all’inseguimento. A un tratto, però, sentirono un uggiolio disperato. Harry iniziò a correre, seguito dalle tre amiche; raggiunse la riva del lago e vide che Sirius era di nuovo umano.                                                                                                        
Ma c’era qualcos’altro.                                                                                      
Laura si lasciò sfuggire un grido e si coprì la bocca con una mano.       
Un centinaio di Dissennatori scivolava attorno al lago, verso di loro.                                                                                                                       
- Laura, Hermione, Jasmine! Pensate a qualcosa di allegro! - urlò Harry, alzando la bacchetta e cercando di concentrarsi.                                     
- Qualcosa di allegro? - ripeté Jasmine con voce stridula, come se volesse sottintendere che in quel momento ciò che Harry chiedeva era impossibile.
- Expecto Patronum! - urlò Harry. - Aiutatemi! Expecto Patronum!            
- Expecto … - sussurrarono le tre ragazze - expecto … expecto …           
Ma non ci riuscirono. I Dissennatori li accerchiarono. A un tratto Harry venne afferrato da due mani appiccicose. Avvertì l’alito dell’essere … avrebbe usato il Bacio? Il modo in cui i Dissennatori risucchiavano via l’anima?                                                                                   
E poi credette di vedere una luce argentea che diventata sempre più intensa. Cadde in avanti sull’erba, mentre i Dissennatori cominciavano ad andarsene. Harry alzò la testa in tempo per vedere un animale che galoppava nella luce. Per un attimo scorse anche qualcuno che alzava la mano per accarezzarlo, qualcuno dall’aria familiare … ma non riuscì più a pensare, perché le ultime forze lo abbandonarono e batté il capo a terra, svenuto.                          
Quando si svegliò, si trovava in infermeria. Hermione, Laura e Jasmine erano nei letti accanto a lui, mentre Ron si trovava dall’altra parte della corsia.
Prima che Harry avesse il tempo di parlare, entrò Silente.                    
- Professore - disse subito Harry - dov’è Black?                                          
- E’ rinchiuso di sopra - rispose Silente con calma. - I Dissennatori eseguiranno il Bacio da un momento all’altro.                                              
- COSA? Professore, no, Black è innocente … noi abbiamo visto Minus, è un topo, la zampa davanti se l’è tagliata via e …                                  
- Ti credo, Harry - lo interruppe il Preside. - Ma non c’è uno straccio di prova a sostegno della vostra storia. Non posso costringere gli altri a vedere la verità. - Il suo sguardo si spostò su Hermione. - Quello che ci occorre è più tempo.                                                                      
- Ma … - esordì Hermione. E poi sgranò gli occhi. - OH!                                           
- Ora, attenzione - proseguì Silente, parlando piano e con una certa urgenza. - Sirius è chiuso nell’ufficio del professor Vitious al settimo piano. La tredicesima finestra a destra della Torre Ovest. Se tutto va bene, riuscirete a salvare più di una vita innocente stanotte. Ma ricordate che non dovete farvi vedere.                                       
Harry, Laura e Jasmine non avevano idea di cosa stesse parlando.           
- Vi chiuderò dentro. Ora è mezzanotte meno cinque. Signorina Granger, tre giri dovrebbero bastare. Buona fortuna. - Con queste parole Silente uscì.
- Ehm ... ci avete capito qualcosa? - fece Laura perplessa.                           
- Che cosa dovremmo fare? - aggiunse Jasmine, guardando Hermione, visto che Silente si era rivolto a lei.                                                                             
Hermione trafficò con il collo della maglietta, da cui estrasse una catena d’oro molto lunga e sottile.                                                                     
- Venite qui, presto!                                                                                              
Harry, Laura e Jasmine avanzarono verso di lei, perplessi. Hermione passò loro la catena attorno al collo, prese la piccola clessidra che penzolava dalla catena e la fece girare tre volte.                  
Harry ebbe la sensazione di volare all’indietro, a grandissima velocità. Un turbine di colori e forme gli sfrecciò accanto, e poi tutto tornò come prima. Con l’unica differenza che ora si trovavano nella Sala d’Ingresso inondata dalla luce.                                   
- Che …? - fece Laura con voce strozzata. - Come abbiamo fatto a …?                                                                                                                        
Hermione li trascinò in un armadio per le scope e spiegò: - Siamo tornati indietro nel tempo. Di tre ore …                                                                   
Laura e Jasmine la fissarono a bocca aperta. Harry cercò a tentoni la propria gamba e la pizzicò forte. Gli fece parecchio male, il che parve escludere la possibilità che si trattasse di un sogno. Dopo qualche istante, Jasmine ridacchiò nella sua direzione, probabilmente perché l’aveva visto pizzicarsi. Poi la sua espressione tornò sconcertata.                                                                     
- Ehm - disse - siamo … tornati indietro … nel tempo?                         
- Come … Si può fare? - disse Laura con un filo di voce.                             
- Sssh! - Hermione tese l’orecchio. - Ascoltate! Viene qualcuno! Credo … credo che siamo noi che andiamo da Hagrid!                                   
- Ci stai dicendo - sussurrò Harry - che siamo qui dentro e siamo anche fuori?                                                                                                 
- Sì.                                                                                                                     
Jasmine e Laura si scambiarono uno sguardo a occhi sgranati.                 
- Che diavolo è successo? - chiese Laura. - Perché siamo tornati indietro nel tempo? Che significa che siamo sia qui che fuori?               
- Questa - disse Hermione mostrando la catena d’oro - è una Giratempo, e me l’ha data la McGranitt all’inizio dell’anno. E’ da allora che la uso per frequentare tutte le lezioni. La McGranitt mi ha fatto giurare di non dirlo a nessuno. La giro e ho delle ore in più, è così che riesco a seguire tante lezioni, capito? Ma … non capisco cosa Silente vuole che facciamo. Come possiamo aiutare Sirius?
Jasmine e Laura non risposero; sembrava che dovessero ancora riprendersi dallo shock. Harry invece rifletteva.
- Più o meno a quest’ora dev’essere successo qualcosa che vuole che cambiamo - disse lentamente. - Tre ore fa stavamo andando da Hagrid ...
- Adesso sono tre ore fa, e noi stiamo andando da Hagrid - disse Hermione. - Ci siamo appena sentiti passare …                                          
- Mamma mia, che casino - mormorò Laura, mentre Jasmine faceva una piccola smorfia. Harry aggrottò la fronte.                                                                   
- Silente ha detto solo … che potevamo salvare più di una vita innocente. Forse dobbiamo salvare Fierobecco!                                     
Laura trattenne il fiato. - E’ vero … possiamo salvare anche lui! Che bello … ma come facciamo?                                                               
- E poi … servirà a Sirius? - chiese Hermione.                                                                  
- Dobbiamo farlo volare fino alla finestra dove Sirius è rinchiuso, e poi possono fuggire insieme! Tutto quadra!                                               
I quattro sfrecciarono fuori dall’armadio, uscirono dal castello e corsero verso casa di Hagrid. Si ripararono dietro un albero e si sporsero appena per spiare. Videro sé stessi che si toglievano il Mantello ed entravano in casa.     
- E’ la cosa più strana che ci sia mai successa - disse Harry con fervore.
- E’ … incredibile - aggiunse Jasmine. - Mio Dio … che strano guardarsi da fuori …                                                                                        
- Dobbiamo liberare Fierobecco? - chiese Laura, un po’ incerta.                      
- No! Se lo portiamo via ora, quelli del Comitato penseranno che sia stato Hagrid a liberarlo! - disse Hermione.                                
Un’idea passò improvvisa nella mente di Harry.                                                         
- Hermione, e se … se corriamo là dentro, prendiamo Minus …                      
- No! Non capisci? Cosa pensi che faresti se vedessi entrare te stesso in casa di Hagrid? Ti crederesti impazzito, e forse attaccheresti te stesso! La McGranitt mi ha raccontato le cose orribili che sono successe quando i maghi hanno interferito col tempo ...
Jasmine sembrò iniziare ad avere un po’ di paura.                                
In quel momento Silente, Caramell, il membro del Comitato e il boia entrarono nella capanna. Harry vide se stesso e gli amici uscire dalla porta sul retro e allontanarsi.                                                     
- Dov’è la bestia? - sentirono chiedere il boia attraverso la porta aperta.                                                                                                                
- Fuori - mormorò Hagrid.                                                                              
Il volto del boia apparve alla finestra e un attimo dopo sparì.                   
- Bene, ha visto Fierobecco - disse Harry. - Ora o mai più …                  
Balzò da dietro l’albero, entrò nell’orto delle zucche e si inchinò a Fierobecco, il quale restituì la riverenza. Harry trafficò con la corda che lo legava alla staccionata e mormorò: - Andiamo, vieni qui … piano, piano …                                                                                           
Tirò la corda con tutte le sue forze, ma Fierobecco aveva puntato le zampe nel terreno.                                                                                      
- Fierobecco, muoviti! - sibilò Harry, strattonando la corda.                                                        
- Presto! Presto! - gemette Hermione.                                                  
Dopo un attimo di esitazione, Laura uscì da dietro l’albero e andò ad aiutare Harry. L’Ippogrifo prese a camminare, agitando le ali irritato. Mentre tiravano la corda, le loro mani si sfiorarono inavvertitamente; per un attimo Harry ebbe l’impressione che il suo cervello si scollegasse, poi gridò a se stesso che non doveva pensare a quelle cose frivole in quel momento, che dovevano portare a termine una missione e non poteva permettersi di distrarsi, e prese a tirare con maggiore forza. Finalmente riuscirono a portare Fierobecco dietro gli alberi, proprio mentre la porta della casa si apriva e il membro del Comitato esclamava: - Dov’è?                                                                                                            
- Era legato laggiù! - disse il boia furibondo. - L’ho visto!                          
- E’ scappato - borbottò Hagrid. - Becco, bravo ragazzo …                             
Fierobecco cominciò a tirare la corda, deciso a tornare da Hagrid. Harry, Hermione, Jasmine e Laura, che lo tenevano tutti e quattro, rafforzarono la presa puntando i piedi per terra.                        
- Dobbiamo frugare il parco, la foresta ... - ringhiò il boia.                
- Frughi anche i cieli, se vuole - disse Silente conciliante. - Intanto … Hagrid, mi andrebbe una tazza di tè.                                                                             
- Entri, entri, professore … - disse Hagrid, esausto dalla felicità.                
- E adesso? - sussurrò Harry.                                                                     
- Spostiamoci in modo da vedere il Platano, così sapremo cosa succede - suggerì Hermione.                                                                       
Avanzarono nella foresta, si fermarono in un punto da cui si scorgeva il Platano Picchiatore e legarono Fierobecco a un albero. Hermione si sedette a terra e si abbracciò le gambe. - Ora dobbiamo solo aspettare che usciamo dal tronco.                                  
Jasmine la imitò, sedendosi anche lei per terra e facendo un sospiro.                                                                                                           
- Che avventura, ragazzi - commentò Laura, accarezzando sul muso Fierobecco.                                                                                      
-Già - disse Harry, lanciandole una rapida occhiata e ripensando alle loro mani che si toccavano strette attorno alla corda dell'Ippogrifo.
- Non ci posso credere che Fierobecco è salvo! - Laura era contenta. - Pure io vorrei avere una Giratempo, così tornerei indietro nel tempo tutte le volte che succede qualcosa che non mi va bene …                                                                                                     
- A chi lo dici! - concordò Jasmine con fervore.                                              
- Beh, ovviamente non possono possederle tutti - disse Hermione. - La McGranitt ha dovuto scrivere un sacco di lettere al Ministero della Magia per farmene avere una. Ha dovuto spiegare che sono una studentessa modello, e che non l’avrei mai usata assolutamente per altro se non per lo studio ...
- Beh, certo, se tutti avessero una Giratempo si creerebbe il caos - commentò Jasmine. - Insomma, tutti che tornano indietro nel tempo quando gli pare … A pensarci bene, forse è meglio non interferire col tempo. E’ una cosa abbastanza pericolosa, no?            
- Lo è - confermò Hermione annuendo. - Ve l’ho detto, tantissime persone hanno finito per uccidere i loro sé stessi passati o futuri per errore.
- Mamma mia - disse Laura con un brivido.                                         
Passò qualche minuto, poi Hermione si rivolse a Harry: - C’è una cosa che non capisco … perché i Dissennatori non hanno preso Sirius? Ricordo che sono arrivati, e poi credo di essere svenuta … ce n’erano tanti …                                                                                         
- Io non sono svenuta - disse Jasmine - e ho visto tipo una cosa d’argento che li mandava via ... Ma se era un Patronus, chi l’ha evocato?  
- Credo … - intervenne Harry. Deglutì.-Credo che fosse mio padre.        
Hermione, Laura e Jasmine lo guardarono stupite.                                     
- Ma tuo padre … - disse Laura. - Tuo padre … insomma …                                 
- E’ morto - concluse Hermione piano.                                                           
- Lo so. Ma credo di averlo visto … sembrava vero …                               
Le tre continuarono a fissarlo come se fosse impazzito. Harry tacque, guardando nel vuoto, sovrappensiero.                                            
Finalmente, dopo più di un’ora, videro loro stessi uscire dalla fessura del Platano con Lupin, Minus e gli altri. La luna spuntò da dietro una nuvola.               
- Ecco Lupin - sussurrò Hermione. - Si sta trasformando …                                        
- Dobbiamo muoverci! - esclamò Harry. - Sta per correre nella foresta, dritto verso di noi!                                                                        
Le amiche rimasero senza fiato. Corsero via il più veloce possibile e decisero di rifugiarsi nella capanna di Hagrid, dove in quel momento non c’era nessuno. - C’è mancato poco … - ansimò Laura, chiudendosi la porta alle spalle.                                                                                                                      
Jasmine si appoggiò al muro. - E ora?                                                                        
- E’ meglio se io esco - disse Harry. - Da qui non vedo niente … così non riusciremo a capire quando è ora di andare a liberare Sirius …                 
Hermione annuì. - Allora ti aspettiamo qui con Fierobecco.                       
Harry uscì. I Dissennatori stavano accerchiando Sirius, lì sulle rive del lago. Chiunque aveva evocato il Patronus, sarebbe arrivato da un momento all’altro. E se era suo padre … doveva scoprirlo …       
Cominciò a correre, si nascose tra un cespuglio e aspettò impaziente. Ma non venne nessuno.                                                    
E poi fu tutto chiaro. Harry non aveva visto suo padre: aveva visto se stesso.                                                                                                            
Estrasse la bacchetta e urlò: - Expecto Patronum!                                 
Un cervo argenteo galoppò fino ai Dissennatori e li mandò via. Tornò verso Harry e lo guardò con i grandi occhi d’argento. E Harry capì ...
- Ramoso - sussurrò.                                                                                                                            
La creatura sparì. Un attimo dopo sentì un rumore di passi e vide Hermione, Laura e Jasmine con Fierobecco che si avvicinavano.           
- Che cos’hai fatto? - chiese Hermione furiosa. - Ti ho detto che se ci vede qualcuno ...
- Ho appena salvato la vita a tutti noi - disse Harry, e raccontò loro tutto.                                                                                                               
- Ti ha visto qualcuno? - fece Hermione.                                                                    
- Sì, non mi hai sentito? Io mi sono visto! Va tutto bene!                                               
Jasmine e Laura parevano confuse.                                                                
- Non credo di aver capito - disse Jasmine. - Cioè … quello che ha evocato il Patronus eri tu? E come facevi a essere tu?                               
- Tutto questo non ha senso - commentò Laura.                                     
Ma non ebbero più il tempo di parlare, perché videro un uomo correre verso il castello.                                                                            
- Il boia! - esclamò Harry. - Sta andando a chiamare i Dissennatori! Forza, andiamo …                                                                                
Hermione salì su Fierobecco, ma Laura e Jasmine non si mossero.    
- Dobbiamo … salire? - fece Jasmine incerta.                                                
- Certo! Dai, sbrighiamoci!                                                                            
Jasmine lanciò un’occhiata a Harry, poi con un gemito ben udibile si issò anche lei sulla groppa dell’Ippogrifo, dietro Hermione. Esitante, Laura la seguì. Harry si affrettò ad aiutarla a salire, poi si issò a cavalcioni davanti a loro.                                                                                
- Siete pronte? E’ meglio se vi tenete …                                                                                           
Jasmine lanciò un piccolo grido mentre si alzavano in volo. Hermione si teneva molto stretta a Harry e sussurrava: - Oh, no … non mi piace … davvero, non mi piace …                                                          
Anche Jasmine si teneva stretta a Hermione tanto da farle male e borbottava: - Aiuto … aiuto … voglio scendere! Quando arriviamo?
Laura di tanto in tanto si lasciava sfuggire un verso spaventato, quando Fierobecco faceva una virata un po’ troppo brusca.
Harry si ritrovò a pensare che, se si fosse seduta Laura dietro di lui, in quel momento sarebbe stata lei a stringerlo con tanta forza. Provò una fitta di delusione e cercò di immaginarsi le sue mani attorno alla propria vita al posto di quelle di Hermione ... ma perché non l’aveva fatta sedere dietro di lui?
- Laura, tutto a posto là dietro? - urlò.                                                  
- No! - gridò lei in risposta. - Sento che sto per cadere! Non ci stiamo tutti e quattro su Fierobecco …                                                         
- Ci siamo quasi - disse Harry.                                                                             
Scesero fino alla finestra di Sirius e Hermione la aprì con un incantesimo. Harry lo esortò: - Sali, non abbiamo molto tempo …       
Ma poi si accorse che un’altra persona non ci stava sull’Ippogrifo.   
- Oh, no! E ora? - disse Hermione.                                                            
Ma Harry aveva la soluzione, anche se comportava parecchi spostamenti. Riportò giù Jasmine, lasciandola spaventata nel buio tra gli alberi (“Torniamo subito, non preoccuparti” la rassicurarono), tornò da Sirius e atterrò con Fierobecco sui bastioni della Torre Ovest. Poi andò a riprendere Jasmine e raggiunse nuovamente i bastioni.                                                             
- Finalmente ce l’abbiamo fatta - commentò Laura.                                             
- Sirius, è meglio se vai, da un momento all’altro scopriranno la tua fuga - disse Harry.                                                                                     
Black lo guardava.                                                                                        
- Non potrò mai ringraziarti …                                                                             
- Vai! - urlarono Harry e Hermione.                                                                                 
Black fece voltare Fierobecco verso il cielo aperto.                                               
- Ci rivedremo. Sei … davvero il figlio di tuo padre, Harry …                 
Laura si avvicinò rapidamente all’Ippogrifo e lo accarezzò. - Ciao, Becco … - Sembrava triste, ma fece subito un passo indietro per permettere a Sirius di andarsene. Lui colpì i fianchi di Fierobecco con i talloni e prese il volo. Presto sparirono all’orizzonte.                       
- Dobbiamo andare! Dobbiamo tornare in infermeria - disse Hermione.                                                                                                      
Harry e Laura distolsero a malincuore lo sguardo dal cielo e la seguirono. Tutti e quattro raggiunsero in poco tempo l’infermeria, proprio mentre Silente ne usciva.                                                                 
- Allora? - disse il Preside con un sorriso.                                                   
- Ce l’abbiamo fatta! - disse Harry senza fiato. - Sirius è fuggito …       
- Ben fatto. Credo che anche voi ve ne siate andati … entrate … vi chiuderò dentro …                                                                                                        
Harry e le amiche entrarono. Ron giaceva ancora immobile nell’ultimo letto. Comparve Madama Chips, che offrì loro del cioccolato. Harry e Hermione pensarono bene di prenderlo senza opporsi. Jasmine lo accettò più che volentieri.                                 
Mentre prendevano il quarto pezzo di cioccolato e Jasmine il quinto, sentirono un lontano ruggito di rabbia. Dovevano aver scoperto che Sirius era fuggito.                                                                            
- Che cos’è stato? - chiese Madama Chips allarmata, e uscì in fretta dalla stanza.                                                                                      
Dal letto di Ron si levò un gemito. Il ragazzo si era svegliato.            
- Cosa è successo? - domandò mettendosi a sedere. - Perché siamo qui? Dov’è Black?                                                                              
Harry, Hermione, Jasmine e Laura si scambiarono un’occhiata.      
- Spiegate voi - disse Harry, prendendo un altro po’ di cioccolato.
                                                                                            ***
Quando Harry e i quattro amici uscirono dall’infermeria il giorno dopo, trovarono il castello semideserto. Grazie al caldo opprimente e alla fine degli esami, tutti si stavano godendo un’altra gita a Hogsmeade. Nessuno di loro aveva voglia di andarci, comunque, così vagarono per i prati discutendo gli eventi della sera prima e chiedendosi dove fossero Sirius e Fierobecco in quel momento. A Laura dispiaceva molto di non poter più vedere Fierobecco: - Chissà se lo rivedrò mai! - fu il suo commento nostalgico. Harry la guardò, gli occhi azzurri e luminosi rivolti al cielo, il sole che la illuminava tutta, facendo brillare di riflessi biondicci i suoi capelli. Il cuore accelerò i battiti e desiderò restare così per il resto della giornata, a guardarla senza che lei se ne accorgesse. Ma dovette distogliere lo sguardo, per timore che Ron, Hermione e Jasmine notassero qualcosa.                                          
Poco dopo incontrarono Hagrid, che li informò del fatto che Lupin stava facendo le valigie per andarsene, in quanto tutti ormai sapevano che era un Lupo Mannaro.                                                       
- Cosa? Vado da lui - disse Harry immediatamente, e tornò al castello.                                                                                                              
La porta del suo studio era aperta. Lupin alzò lo sguardo vedendolo entrare.                                                                                                         
- Ho saputo che lei ha dato le dimissioni. Perché?                                  
- Beh, pare che il professor Piton si sia lasciato sfuggire che sono un Lupo Mannaro … e i genitori degli studenti non vorranno mai che un Lupo Mannaro insegni ai loro figli.                                                   
- Non se ne vada! - insistette Harry, ma lui scosse la testa, senza parlare.                                                                                                               
- Da quello che mi ha detto il Preside, ieri notte hai salvato un sacco di persone, Harry. Se c’è una cosa di cui sono fiero, è quanto hai imparato. Raccontami del tuo Patronus.                                 
Quando Harry ebbe finito di raccontare, Lupin sorrise.                                             
- Sì, tuo padre si trasformava sempre in cervo. Hai indovinato … per quello lo chiamavamo Ramoso.                                                        
Lupin mise le ultime cose nella valigia e gli porse il Mantello dell’Invisibilità e la Mappa del Malandrino. - Ecco. Questo l’ho portato via dalla Stamberga Strillante ieri notte. E … beh, non sono più un tuo insegnante, quindi non mi sento in colpa a restituirti anche la Mappa. A me non serve, e credo che tu, Ron, Hermione, Laura e Jasmine troverete il modo di usarla.                            
Harry prese i due oggetti con un gran sorriso.                                           
Anche Lupin sorrise. - Beh … addio, Harry. Sento che ci incontreremo di nuovo, prima o poi.                                                       
E con un ultimo cenno uscì dallo studio.                                                   
                                                                                                ***       
Nessuno a Hogwarts seppe la verità su ciò che accadde la notte in cui Sirius scomparve, a parte Harry, i quattro amici e Silente. Harry sentì molte teorie diverse su ciò che era successo, ma nessuna si avvicinava alla verità.                                                                   
Malfoy era furibondo per la faccenda di Fierobecco. Sembrava offeso per il fatto che lui e suo padre fossero stati messi nel sacco da un guardiacaccia.
- Ha! - diceva Laura ogni volta che lo vedeva inviperito. - Ben gli sta! Voleva vedere morto Fierobecco?beh, purtroppo per lui non è accaduto! Fierobecco è vivo e vegeto, per fortuna …                             
- Già - diceva Jasmine - anche se c’era quasi riuscito a vederlo morto, quell’idiota …                                                                                       
I risultati degli esami furono annunciati l’ultimo giorno del trimestre. Harry e gli amici erano stati promossi in tutte le materie. Percy aveva ottenuto i suoi M.A.G.O. a pieni voti; Fred e George erano riusciti a strappare una manciata di G.U.F.O. per ciascuno. I Grifondoro, intanto, avevano vinto la Coppa delle Case per il terzo anno di fila. E così il banchetto di fine anno fu celebrato in un trionfo di rosso e oro, e il tavolo dei Grifondoro fu il più rumoroso, perché tutti festeggiavano. Perfino Harry riuscì a dimenticare per un po’ il ritorno dai Dursley che lo attendeva il giorno dopo, mangiando, chiacchierando e ridendo insieme agli altri.                                                                                                                         
Solo Jasmine sembrava un po’ giù di morale, ma Harry si disse che era una sua impressione: come poteva mai essere triste per l’inizio delle vacanze? Insomma, lei non aveva dei pessimi zii che la attendevano a casa, ma una famiglia premurosa e felice. Così non le chiese niente, pensando che l’avesse solo immaginato.
                                                                                           ***                                                            
La mattina dopo, mentre l’Espresso di Hogwarts partiva, Hermione comunicò ad Harry, Ron,Laura e Jasmine alcune novità.           
- Sono andata dalla McGranitt stamattina prima di colazione. Ho deciso di lasciar perdere Babbanologia.                                                         
- Ah! Finalmente! - commentò Laura.                                                           
- Era ora - disse Jasmine, con voce un po’ spenta.                                                 
- Non posso reggere un altro anno come questo - spiegò Hermione. - Quella Giratempo mi stava facendo impazzire. L’ho restituita. Senza Babbanologia e Divinazione, riuscirò ad avere un orario normale.                                                                                                
- Non riesco ancora a credere che tu non ce l’abbia detto - disse Ron imbronciato. - Dovremmo essere tuoi amici.                                                        
- Avevo promesso di non dirlo a nessuno - replicò Hermione in tono severo.                                                                                                   
Per un po’ stettero in silenzio. Laura, seduta vicino a Harry, guardò il suo braccio e chiese speranzosa: - Posso?                                      
Harry annuì, capendo subito a cosa si riferiva. In verità era anche contento che l’avesse chiesto a lui e non a Jasmine, che di solito era quella più tormentata in fatto di gomito.                                  
Tuttavia non poté fare a meno di pentirsi di aver accettato quando si sentì arrossire. Si sforzò di controllarsi e si concentrò sulle stringhe delle sue scarpe,che all’improvviso gli parvero molto interessanti.       
Un pensiero gli balenò in mente: avrebbe passato due mesi interi senza Laura. Si sentì molto abbattuto, e immaginò che quell’estate sarebbe stata più brutta del solito; non solo c’erano i Dursley, ma non avrebbe potuto neanche trovare un po’ di consolazione nel viso che tanto gli piaceva.
- Finalmente le vacanze - esordì Laura con un sospiro, stringendo più forte il gomito di Harry. - Non vedo l’ora di andare al mare!             
Jasmine si voltò di colpo verso il finestrino, mordendosi un labbro e non spiccicando parola. Nessuno di loro poteva immaginare che aveva gli occhi lucidi, e tantomeno potevano sapere il motivo del suo sconforto.                                                                                                   
I suoi pensieri, infatti, non erano diversi da quelli di Harry. Anche lei stava pensando che non avrebbe visto Aaron per due mesi. Quell’idea era insopportabile. Ormai aveva sviluppato quasi una sorta di dipendenza nei confronti di quel ragazzo, ma lei non se ne preoccupava. Era semplicemente innamorata. Se così si poteva dire, visto che aveva solo quattordici anni.                                
I suoi sentimenti erano comunque forti, e lei era certa che durante l’estate l’avrebbe pensato per tutto il tempo, e avrebbe atteso con ansia il primo settembre.                                                        
Si sforzò di non sospirare, osservando malinconica il paesaggio fuori dal finestrino.                                                                                                             
- A proposito di vacanze - disse Ron. - Dovete venire tutti a casa mia, quest’estate. C’è la Coppa del Mondo di Quidditch! Cosa ne dite? Di solito a papà danno i biglietti in ufficio.                                                           
La proposta rallegrò molto Harry.                                                             
- Sì … scommetto che i Dursley sarebbero felici di lasciarmi venire.       
Laura e Jasmine invece esitavano.                                                                          
- A me piacerebbe - disse Jasmine - però non so se i miei genitori mi lasciano venire.                                                                                              
Laura annuì. - Lo stesso per me.                                                                      
- Dai, chiedeteglielo! Non sarà mica perché sono un maschio? - fece Ron. - Siamo amici da tre anni, e avrete pur parlato ai vostri genitori di noi tre, no? Sapranno chi siamo …                                      
-Sì, lo sanno - disse Laura. - Cercherò di convincerli.                                                           
Giocarono alcune partite a Spara Schiocco, e quando arrivò la strega del carrello fecero un bel pranzetto. Harry evitò accuratamente il cioccolato, mentre Jasmine se ne riempì la pancia come sempre.                                                                                 
Nel tardo pomeriggio, Hermione indicò il finestrino.                                              
- Harry … che cos’è quella cosa fuori?                                                                         
Harry si accorse che c’era un piccolo gufo che portava una lettera troppo grande per lui. Aprì il finestrino e lo afferrò. Il gufo lasciò cadere la lettera e si mise a svolazzare nello scompartimento, molto soddisfatto di aver portato a termine la missione.                     
- Che tenero! - disse Jasmine guardandolo divertita.                       
Edvige fece schioccare il becco in tono di disapprovazione. Grattastinchi prese a seguire il volo del gufo con i suoi grandi occhi gialli, e Midnight rizzò la coda, si alzò sulle zampe posteriori e sollevò quelle anteriori cercando di prenderlo.                                             
Si udì un trillo che fece sobbalzare tutti per lo spavento. Ci misero un po’ a capire che a produrlo era stata Laura, che era balzata in piedi e fissava il gufo con aria adorante.                                                    
- Che bello!!!! Amore mio, amore della mia vita ... ti sposo subito!
Prese il gufetto tra le mani con delicatezza, lasciando delusa Midnight, che smise di agitare le zampine ma, decisa a non arrendersi, iniziò a saltellare per raggiungerlo.                                                                                             
- Che piccolo che sei - continuò Laura, grattandogli la testolina con un dito.                                                                                                  
Il gufo, che tubava allegramente tra le sue mani, le beccò un dito in quello che a suo parere era un gesto di affetto.                                  
- Ahi! Cattivo ... - lo rimproverò Laura, che però continuò a dargli tutte le sue attenzioni.                                                                                 
Riscuotendosi dal guardare quel quadretto, Harry raccolse la lettera e la aprì. - E’ di Sirius!                                                                                       
- Cosa? - esclamarono Ron, Hermione e Jasmine. - Leggila ad alta voce!                                                                                                                     
Laura era ancora impegnata con il gufo, ma alzò comunque lo sguardo per ascoltare.

Caro Harry,                                                                                                                 
Spero che questa lettera ti venga recapitata prima che tu arrivi dai tuoi zii. Non so se sono abituati alla posta via gufo.                                           
Io e Fierobecco siamo in clandestinità. Non ti dirò dove, nel caso che questo messaggio finisca nelle mani sbagliate.                                               
Credo che i Dissennatori mi stiano ancora cercando, ma non hanno alcuna speranza di trovarmi qui dove sono.                                  
C’è una cosa che non sono riuscito a dirti nel nostro unico incontro. Sono stato io a mandarti la Firebolt …                                                                             


-Ah, allora è stato lui! - disse Jasmine, e fece una risatina. - Hermione, avevi ragione!                                                                                  
- Visto? - fece Hermione trionfante. - L’avevo detto che era lui!       
- Sì, ma non le aveva fatto un malocchio, vero? - disse Ron.                    
-Appunto - disse Laura, sempre in piedi, col gufetto tra le mani.            

Voglio chiederti scusa per lo spavento che temo di averti fatto prendere quella notte dell’anno scorso, quando te ne sei andato da casa dei tuoi zii. Speravo solo di poteri vedere prima di intraprendere il viaggio verso nord,ma credo di averti fatto paura.        
Accludo un’altra cosa per te, che credo renderà più piacevole il tuo prossimo anno a Hogwarts.                                                                 
Se hai bisogno di me manda un messaggio. Il tuo gufo mi troverà.     
Ti scriverò presto.

                                                                                                            Sirius                     

Harry vide che nella busta c’era un altro foglio. Era il permesso per visitare Hogsmeade firmato dal suo padrino.                                                    
- Che bello, puoi venire a Hogsmeade con noi! - disse Laura.            
- Già! - disse Harry allegramente. - A Silente basterà! - Poi guardò di nuovo la lettera. - Aspettate, c’è un poscritto …

Ho pensato che il tuo amico Ron potrebbe essere felice di tenersi questo gufo, visto che per colpa mia non ha più un topo.

Ron sgranò gli occhi. Il piccolo gufo continuava a tubare eccitato tra le mani di Laura.                                                                                              
- Tenerlo? - disse in tono incerto.                                                                       
- Nooo! - gemette Laura. - Non posso tenerlo io? E’ così pucci … non posso vivere senza di lui!                                                                         
- Ma tu hai già Midnight - osservò Hermione.                                             
- Che importa, posso benissimo avere anche un gufo, non posso separarmi da lui …                                                                                               
- Se vuoi, tienilo tu - disse Ron.                                                                       
- No, stavo scherzando - fece Laura. - Cioè, io lo vorrei, ma non credo che i miei genitori sarebbero molto contenti. Già per prendere Midnight ... No, tienilo tu. Così hai anche tu un animale!      
Ron esitò, alzò le spalle, poi disse soddisfatto: - Per me va bene. E’ mio.                                                                                                                   
Laura guardò il gufetto, incerta.                                                                    
- Non potrei tenerlo ancora un po’ io?                                                  
-D’accordo - disse Ron.                                                                                       
Poco dopo giunsero a destinazione. Harry teneva ancora stretta in mano la lettera di Sirius. Mentre scendevano dal treno, notò che Jasmine si guardava intorno quasi frenetica, come se sperasse di scorgere qualcuno. Restò un po’ dietro di loro, attraversando per ultima la barriera del binario nove e tre quarti, e continuò a guardare a destra e a sinistra anche quando passarono dall’altra parte, nel mondo dei Babbani.                                 
A un tratto il suo viso si rilassò, e restò a fissare qualcosa (o qualcuno) per parecchi secondi, senza prestare attenzione a dove camminava.
- Jasmine? I nostri genitori sono di là - disse Laura alla cugina, guardandola.                                                                                                 
- Ah … sì - disse lei, e si affrettò a seguirla, non prima di aver lanciato un’ultima occhiata alle sue spalle.                                                
Harry salutò gli amici, tentò di rivolgere un sorriso a Laura ma all’ultimo momento gli riuscì solo una specie di smorfia che lei non colse nemmeno, e si diresse da zio Vernon, verso quella che prometteva essere un’estate migliore delle precedenti. 




*Angolo autrice*
Ci credete che ho già finito il terzo anno? Io no :D
No, sto pensando a come passa in fretta il tempo, sembra ieri che ho pubblicato il primissimo capitolo di questa lunga serie :D
E ora, preparatevi ... perchè sta per arrivare il quarto anno, con i nostri amici di sempre, le nostre Laura e Jasmine e nuove, appassionanti avventure!
(Stile pubblicità xD)
Bene, parlando del capitolo, è un po' più lungo del solito come lo era quello precedente, ma era impensabile dividerlo a metà u.u Spero che vi sia piaciuto, e scusate se ho fatto un po' di casino nella parte di Sirius xD ... avete presente quando vanno a liberarlo con Fierobecco? Ecco, ho ritenuto necessari tutti quelli spostamenti che ho descritto ... che lasciano Jasmine, poi vanno a riprenderla ecc. ecc. ... ora, non so quante persone possano starci su Fierobecco, ma secondo me già quattro persone ci starebbero strette, figuriamoci con Sirius! Quindi ho dovuto farlo ... Se non l'avessi fatto non sarebbe stato realistico, secondo me, e io cerco sempre il realismo nelle mie storie ^-^
Ho spiegato quello che dovevo spiegare e mi dileguo, dandovi appuntamento al prossimo sabato! Mi raccomando, recensite! ^-^ ;D





 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Harry_Potter992