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Autore: misa95    07/09/2008    1 recensioni
La storia di Vale, un vampiro... Spero vi piaccia, recensite!!XDXD
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Vale era seduta sul tetto della villa,guardava le strade di Londra a quell’ora nessuno girava per la città e per questo lei poteva stare comodamente seduta sul tetto a guardare la luna, improvvisamente  sentì un rumore ma sapeva chi era:-Viola che ci fai qui?-disse  senza neanche girarsi –Come fai sempre a capire che sono io?!- -Mph ormai capisco quando sei nei paraggi- disse ridendo, Viola si siede accanto a Vale e disse:-Stai ancora pensando a quella missione che ti a affidato jack?-  Vale alza la testa poi dice – Non penso alla missione ormai sono abituata ad uccidere persone, è che mi è rimasto nella mente il sorriso radioso di quel ragazzo nella foto, pensare che anche io ero così da piccola mi rende felice e penso se sia giusto che lui debba morire così giovane- Viola sospira poi dice:-Vale quello quando sarà grande ti darà la caccia quindi tanto vale ucciderlo ora- Vale sospira le piaceva la sincerità con cui parlava Viola –Ok farò quello che devo fare-rispose , si alzò in piedi la luna illuminò il suo viso poi disse :- Domani a questa ora quella famiglia sarà morta-  saltò giù al tetto atterrando in piedi e iniziò a correre per la strada.

Viola sospirò e pensò –Speriamo solo che faccia le scelte giuste-, intanto Vale continuava a correre quando improvvisamente si fermò davanti a una grande villa, la sua vecchia casa, scavalcò agilmente il cancello si arrampicò sul muro e si fermò davanti alla finestra di quella che sarebbe dovuta essere la sua stanza, dove ora dormiva una ragazza, La vampira aprì la finestra e entrò dentro la camera, si mise il cappuccio della felpa sulla testa e si avvicinò alla sua sorellastra: - E così tu saresti mia sorella?  Un sorriso malefico si disegnò sulla faccia di lei, di solito non uccideva per il piacere di farlo ma in quel momento aveva una gran voglia di vendetta, i suoi canini si allungarono a dismisura, si avvicinò al suo collo, era sul punto di morderla quando la luce del pianerottolo si accese,Vale sobbalzò, i canini si ritirarono e lei si nascose in un angolo della camera dietro l’armadio; due persone entrarono nella stanza erano un uomo e una donna, -devono essere i miei genitori  quelli- pensò lei, la donna si avvicinò alla bambina che dormiva tranquilla poi disse rivolto al marito:-Edward secondo te la nostra prima figlia, Vale, è ancora viva?- L’uomo sospirò e disse :- Tara devi smettere di pensare a lei ormai è morta…- Vale sobbalzò la rabbia si impadronì di lei non capiva più niente provava solo un odio profondo verso i suoi genitori. I canini gli crebbero di nuovo  si tolse il cappuccio dalla testa fece un passo avanti poi disse :- No papa ti sbagli io sono ancora viva- un sorriso malefico si disegnò sulle sue labbra, l’espressione dei suoi genitori era terrorizzata :- V-v-vale? Sei veramente ancora viva!?- esclamò la madre – Bhè mamma se puoi definire la mia una vita allora si lo sono ancora!- detto questo  si avvicinò alla madre e la morse sul collo,sentiva il sangue scorrere nella sua bocca era un piacere che raramente provava, le urla della madre rendevano quel momento ancora più gratificante.Quando gli ebbe succhiato anche l’ultima goccia di  sangue lasciò cadere a terra il corpo della madre senza vita, si leccò le labbra e disse :-Tocca a te paparino- Il padre era terrorizzato guardava la figlia come se fosse un mostro era disgustato :- Allora papa non sei felice di vedermi viva?- Detto questo si avventò su di lui e succhiò il suo sangue fino all’ultima goccia, poi lasciò cadere a terra il corpo e disse:-Addio per sempre papa- Si alzò in piedi, si avvicinò al letto della bambina e disse:- Ora tu soffrirai come ho sofferto io- Detto questo  si rimise il cappuccio in testa , saltò giù dalla finestra, uscì dalla villa e si incamminò verso la base.Mentre camminava sentì un urlo provenire dalla villa, lei sorrise, i suoi canini si ritirarono e la sua rabbia era diminuita, ora che dopo circa 2 settimane aveva finalmente assaggiato del sangue si sentiva bene era contenta di quello che aveva fatto:-Forse è stato meglio così non avrei mai voluto una vita monotona e sempre uguale, so che sarò perseguitata per tutta la mia vita ma non mi importa,ormai sono un vampiro è inutile continuare a pensare al passato quel che è stato è stato e non cambierà posso solo cambiare il futuro e quello di cui sono sicura è che più nessuno deciderà per me- Pensò  decisa. Continuò a camminare per  con la testa bassa, le mani in tasca  e i suoi pensieri che gli giravano per la testa, quando improvvisamente qualcuno gli apparì davanti e cercò di colpirla con uno schiaffo che lei schivò,alzò la testa e vide il viso scuro di Viola -:Perché hai cercato di colpirmi?- Disse vale calma –Come fai ad essere così calma!? Hai appena sterminato la tua famiglia!-

-Non del tutto mio sorella è ancora viva- ribattè  sarcastica

-Non prendermi in giro, ti ho sempre insegnato a non uccidere per piacere ma solo in caso di assoluto bisogno o difesa!-urlò Viola

-Senti lasciami stare sono già abbastanza incavolata di mio non ho bisogno di te che mi fai la ramanzina- Detto questo  fece per andarsene

-Fai come ti pare ma continuando a sterminare e uccidere persone non otterai nulla!- E Viola sparì nel buio della notte. La ragazza continuò a camminare e finalmente arrivò alla base, non aveva voglia di vedere le facce disgustate dei suoi compagni così si arrampicò sul muro, arrivò alla finestra della sua stanza la aprì ed entrò:-Non puoi andare in giro a sterminare famiglie- le disse una voce appena entrò nella stanza, Vale la riconobbe e disse:-Senti Jack era un faccenda personale non ficcare il naso negli affari degli altri-

-Va bene non importa, basta che non ti hanno visto e sei a posto,comunque ricordati che domani sera devi fare il tuo colpo, conto su di te.-Detto questo Jack uscì dalla stanza.Vale sospirò si stese sul letto e pensò:-Per una volta che faccio io un omicidio scoppia il putiferio- e poco dopo si addormentò  nel buio della sua stanza.

  
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