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Autore: Robcia    28/07/2014    2 recensioni
«Si chiama viale delle anime infrante, si trova nella strada fra il paradiso e l'inferno.
Qui ci sono i pensieri non scritti delle persone, avvenimenti che le hanno segnate profondamente e che hanno cambiato il corso delle loro vite, che hanno infranto le loro anime.» Dice il ragazzo, osservando il lungo viale cosparso di piccoli bigliettini colorati, alcuni consumati dal tempo, altri limpidi e puliti.
«E io cosa c'entro con tutto questo?» Lo guardo aggrottando le sopracciglia in un'espressione confusa.
«Tu sarai il loro angelo custode, salva le loro vite e potrai salvare la tua.» Harry mi sorride, un sorriso caldo e rassicurante.
Sono finita in qualcosa di molto più grande di me, io non ne sono capace.
Io non so far stare bene le persone.
Io non posso essere un angelo custode.
Genere: Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3



 
 
«Perché non brucia?» Sussurro con voce tremante, sapendo che l’angelo dalle ali nere è dietro di me.
E infatti, dopo qualche minuto, la sua voce roca riempie l’angusto viale.
«Perché non sta vivendo, non per ora.» Risponde e nel momento esatto in cui si inginocchia accanto a me, la piuma bianca scompare. Decido che è meglio non dirgli nulla.
«Che significa che non sta vivendo? Non ti ho visto portarlo via. Non c’era motivo per cui tu avresti dovuto farlo.» Le parole si rincorrono l’una con l’altra in modo frenetico mentre la mia voce continua a tradirmi, spezzandosi in alcuni punti della frase. Non sono abituata a tutta questa debolezza.
«Non è morto, Jillian. Deve solo trovare un po’ di pace con sé stesso. La tua presenza lo ha aiutato, tu hai guidato il suo cuore. Ma ha appena perso sua madre, è ovvio che non ha poi tutta questa voglia di vivere al momento.» Inarca un sopracciglio guardandomi con espressione ovvia, e io annuisco lasciandomi andare in un piccolo sospiro.
Prendo il bigliettino e lo piego con cura, come se potessi in qualche modo ferire quel ragazzo anche solo sfiorando quel pezzo di carta. Lo infilo nella tasca dei miei jeans, perdendomi in un silenzio quasi opprimente.
«Come si chiama?» Chiedo dopo qualche minuto, poggiandomi con la schiena contro il muretto. Mi sento così debole.
«Louis Tomlinson.» Risponde Harry.
«Potrò tornare da lui? E da Claire?» Chiedo ancora alzando lo sguardo su di lui e vedo un cipiglio formarsi sul suo volto pallido.
«Probabilmente. Non credo che sarà una tua scelta, saranno loro a chiamarti quando avranno bisogno di te.» Le sue parole mi confondono. Sono io ad aprire i bigliettini, sono io ad andare da loro. E poi il bigliettino di Claire è ormai cenere.
«Cosa intendi?» Gli chiedo decisamente confusa.
«Quello dell’angelo custode è un lavoro a tempo pieno, Jillian. Le persone hanno continuamente bisogno di essere aiutate, e aprendo quei bigliettini è come se tu legassi un filo tra il loro cuore e il tuo.»
«Perché il bigliettino di Claire è andato in fiamme?» Ora sono in piedi, davanti a lui.
«Perché ha momentaneamente raggiunto la sua idea di felicità, non c’è motivo per cui la sua anima dovrebbe essere in questo posto.»
«Come potrò tornare da lei senza bigliettino?» Mi passo frustrata una mano fra i capelli, sono già stanca di tutto questo. Anzi, lo sono sempre stata, sin dall’inizio.
«Questo lo scoprirai da sola.» Risponde semplicemente e si avvicina al piccolo fiorellino bianco osservando i suoi petali sottili con attenzione.
«Ce ne sono altri come me? Altri angeli custodi, intendo.» Si sta spazientendo, posso vederlo dal modo in cui i suoi muscoli si sono irrigiditi, ma ho bisogno di risposte.
«Sì.» Risponde semplicemente sfiorando i petali bianchi con movimenti delicati. Lascio cadere lo sguardo sul fiorellino e qualcosa attira la mia attenzione, distraendomi momentaneamente dal fargli altre domande.
«Guarda.» Indico delle piccole foglie verdi che fuoriescono da un’altra crepa del muretto, e lui sorride mostrando due profonde fossette sulle sue guance.
«Sì, le avevo notate.» Annuisce allontanando la mano dal fiore che ora sembra anche meno debole.
«Ho paura, Harry.» Sussurro senza neanche volerlo, e lui sposta la sua attenzione su di me.
«Lo so.» Piega le labbra in un piccolo sorriso prendendo una mia ciocca di capelli e rigirandosela fra le dita.
«Non mi piace, io non ho mai paura. Mai. Non posso permettermelo.» Chiudo gli occhi prendendo un profondo respiro. Non mi pare il momento di un cuore a cuore con questa creatura strana, ma credo di averne davvero bisogno.
«So anche questo.» Sposta la ciocca dietro il mio orecchio e posso sentire il suo sguardo perforarmi il viso.
«Cos’altro sai di me?» Gli chiedo aprendo gli occhi. Questa volta preferisco la luce al buio.
«Io so tutto di te, Jillian.» Mi sorride lasciando cadere la mano lungo il suo fianco, e io corrugo le sopracciglia.
«Sei una specie di stalker?» Cerco di alleggerire la tensione e sembra funzionare. La sua risata riempie il piccolo viale e le mie labbra si piegano involontariamente in un sorriso. Mi piace la sua risata, è roca, proprio come la sua voce.
«No, non sono uno stalker.» Scuote la testa sorridendo divertito e io roteo gli occhi al cielo.
«Cosa sei allora?» Riesco a scorgere una strana emozione dietro i suoi occhi. E’ inquieto, quasi imbarazzato.
«Fai troppe domande, lo sai?» Scuote la testa ridendo e si allontana privandomi della visuale dei suoi occhi. Sta camminando lungo il viale, le spalle curve e l’ombra di un sorriso sul suo volto.
«Non mi hai risposto.» Gli faccio notare sbuffando irritata, e lui scrolla le spalle.
«Non tutte le domande hanno una risposta.»
Mi si stringe lo stomaco nel sentire quelle parole. Le ho già sentite da qualche parte, ma non qui. Probabilmente quando ero ancora viva.
E poi riesco a ricordare: ero piccola, dovevo avere all’incirca sei anni. Ero seduta sulle gambe di mio nonno e io ero nel pieno della mia fase dei “perché”. Gli chiesi perché le persone nascono e perché poi muoiono, e lui mi sorrise, un sorriso caldo contornato dalle rughe dovute alla vecchiaia.
“Non tutte le domande hanno una risposta, piccola mia.” Mi rispose.
«Chi sei?» Gli chiedo ancora, questa volta decisa ad avere una risposta.
«Sono il tuo angelo custode, Jillian.» Harry mi guarda, è dal lato opposto del viale ed il vento sembra divertirsi a giocare con i suoi capelli, scompigliandoli.
Le sue parole si fanno lentamente strada dentro di me.
Harry è sempre stato qui, con me. E’ sempre stato al mio fianco, in ogni scelta, in ogni pensiero.
Lui è il mio angelo custode, e finalmente tutti i pezzi sembrano tornare al loro posto.






 
 
Ehilà!
Volevo informarvi che giovedì parto per il campo scout, quindi non potrò aggiornare fino all'11.
L'11 sera spero di riuscire a scrivere il 4° capitolo e pubblicarlo.
Dopodichè partirò per il mare e lì non ho né la rete né il computer, quindi credo che non riuscirò ad aggiornare prima della fine di Agosto.
Cercherò comunque di  trovare un modo per scrivere il capitolo e poi pubblicarlo, ma non vi prometto nulla.
Vi chiedo scusa, sarà dura anche per me stare quasi un mese senza scrivere.
Se riesco a trovare un po' di tempo cercherò di scrivere il capitolo prima di giovedì. :)
Inoltre volevo ringraziarvi per le recensioni e per chi ha messo nelle seguite e nei preferiti la mia storia, significa davvero molto per me. Grazie mille, davvero.
A presto,
Robcia.
 
   
 
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