Libri > Twilight
Segui la storia  |       
Autore: valina_babi    28/07/2014    1 recensioni
Ho sempre amato New Moon, credo che dell'intera saga sia il mio libro preferito, e come personaggio amo in modo incondizionato Edward, anche se in certi momenti lo prenderei a noci; di lui mi affascina la mente, il modo di ragionare, pensare, vivere la vita e i sentimenti.
Per questo motivo quando zia Steph decise di scrivere Midnight Sun ho gongolato come non mai saltellando come una pazza per giorni... per poi avere istinti omicidi sia verso di lei, sia verso chi non ha retto e ha pubblicato tutto sul web, con conseguente decisione della Steph di non continuare (sgrunt).
Come era prevedibile non ho saputo resitere e ho divorato i 12 capitoli di Midnight Sun, e secondo il mio modesto parere la saga vista da Edward sarebbe molto pià bella, per questo ho deciso di scrivere la mia personalissima versione di New Moon, vista da Edward ovviamete, mostrando i luoghi e le fasi più buie della sua lontananza da Bella.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edward Cullen
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: New Moon
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Ciao a tutti!
Grazie a tutti quanti hanno letto!!!! siete un sacco!!!  =)
bando alle ciance... ciancio alle bande... ecco il primo aggiornamento vacanziero!!! 
Buona lettura!!!!

5. Persuasione

Le cinque ore di viaggio mi sembrarono interminabili. Un eterno scorrere di alberi tutti uguali accanto alla strada, senza che il paesaggio cambiasse mai, come se io non mi muovessi di un centimetro. Era solo una mia sensazione. Desideravo con tutto me stesso non muovermi da Forks, ma lento e inesorabile, minuto dopo minuto, chilometro dopo chilometro mi avvicinavo sempre di più alla mia meta. Denali. Lì avrei rivisto la mia famiglia. Lì avrei trascorso almeno i primi tempi della mia nuova esistenza senza Bella. Lì avrei scontato la dannazione nel buio eterno, ora che avevo lasciato il mio sole e l’unica luce della mia vita, indietro per sempre.
Giunsi in vista della casa di Tanya che era quasi mezzogiorno. Vidi la scura casa di legno alzarsi dietro il profilo degli alberi, sentii lo scroscio del ruscello e lo sciabordare tranquillo dell’acqua sulle sponde del lago. A mano a mano cominciai a sentire l’agitazione dentro la casa, i pensieri dei miei cari. Alice li doveva aver avvertiti del mio imminente arrivo perché li trovai tutti pronti ad accogliermi sulla soglia di casa. Mi strinsero in un abbraccio, senza dire nulla, non c’erano parole in quel momento, non c’era frase che potesse mitigare il mio dolore lo sapevano bene. Sentii i pensieri di tutti i miei cari concentrarsi sulla mia espressione, mi vidi riflesso in ognuna delle loro menti, un fantasma, l’ombra dell’uomo che ero stato. Era come se fosse morto qualcuno. Anzi, qualcuno era morto, il mio cuore per la seconda volta aveva cessato di battere nell’istante esatto in cui avevo lasciato Bella.
I giorni passavano lenti, ogni minuto come un’ora, ogni ora come un secolo. È assurdo come il tempo passa lento quando tu non vuoi altro che acceleri la sua corsa, come ogni volta che tu vuoi evitare un pensiero questo ti ritorni sempre in mente… così ogni volta che tentavo di ricacciare il mio dolore mi tornava in mente qualcosa di Bella, un tono della sua voce, i suoi occhi, il suo profumo,il caldo tocco delle sue dita sulla mia pelle fredda, il tocco morbido delle sue labbra sulle mie. Bastava un attimo e ogni mio sforzo era vano e il dolore del distacco dalla mia amata tornava a colpirmi più forte di prima. Divenni più taciturno. Sentivo nei pensieri di tutti la compassione che essi provavano per me. I loro pensieri non facevano che ripetere che non era la cosa giusta, che avrei dovuto agire diversamente, farla diventare una di noi. Ma non potevo permetterlo, mai avrei permesso che Bella perdesse la sua anima. La sola indifferente al mio dolore e al mio comportamento era Rosalie, troppo impegnata a tenermi il muso e a ringhiarmi dietro ogni sorta di insulto perché per colpa mia avevamo dovuto lasciare Forks, la nostra prima vera casa dopo anni. Non so se mi dessero più fastidio i pensieri irosi di Rose o quelli compassionevoli di tutti gli altri. Forse era una combinazione di entrambe le cose. Gli uni mi infastidivano perché ancora una volta mi dimostravano quanto fosse ottusa ed egoista mia sorella, gli altri mi facevano soffrire ancor di più. Non sopportavo di essere la causa di tanto dolore anche all’interno della mia famiglia. Sapevo che anche Alice soffriva, voleva sinceramente  bene a Bella, la considerava già una sorella, per lei il distacco era stato molto doloroso, e Jasper non mancava di ricordarmelo. D’altra parte lui doveva usare il suo potere molto spesso e avere attorno e sentire lui stesso tutto quel dolore lo turbava molto a causa del suo senso in più.  Esme e Carlisle da veri genitori soffrivano perché mi vedevano soffrire, preoccupati per quella che sarebbe stata la mia sorte futura. un pomeriggio li sentii distintamente discutere di me, captai solo poche frasi prima di lasciar loro un po’ di privacy, ma quelle poche frasi mi colpirono dimostrandomi quanto mi conoscessero e mi amassero.
«Credo che l’amore abbia cambiato totalmente la sua natura e che sarà difficile se non impossibile per lui riaversi da questo distacco.» stava dicendo Carlisle
E mia madre, la mia dolce mamma, rispose «Ma noi gli staremo accanto e tenteremo di riempire la voragine che si è aperta nel suo petto…»
La mia tenera Esme, era davvero una madre per me, con un groppo in gola che mi impediva di respirare e gli occhi gonfi di lacrime che non potevano scendere mi allontanai dalla casa, non potevo stare ad ascoltare. Ogni loro parola, ogni loro pensiero aumentava il mio dolore che era la causa del loro.
Mi sedetti su un sasso in riva al lago. Rannicchiai le ginocchia al petto e le cinsi con le braccia, volgendo lo sguardo allo specchio d’acqua. Osservavo i pesci salire a galla a prendere le mosche. Tentavo di occupare la mia mente con osservazioni della natura per non pensare, per cui non mi accorsi di Alice che era arrivata e si era seduta al mio fianco. Non so dire quanto tempo rimase seduta immobile accanto a me, guardando anche lei il lago. Aspettava. Aspettava che io mi accorgessi di lei, che trovassi il coraggio di parlarle, che trovassi il coraggio di aprire il mio cuore a lei, l’unica tra tutti i miei familiari che riuscisse veramente a capirmi, più della stessa Esme e di Carlisle.
«Alice» dissi, e lei si voltò a guardarmi con occhi profondi, mi mostrò un frammento di una visione: io che correvo nella foresta. Non c’era altro, nulla di più definito. Solo quella vaga immagine.
«Che cosa significa Edward?»
«Non lo so, ancora non lo so..»
Poi un altro frammento, Bella, la mia dolce piccola Bella, rannicchiata sul suo letto, l’album di fotografie buttato a terra mezzo aperto e lei in lacrime, scossa dai singhiozzi. Una coltellata colpì il mio petto. Non potevo sopportare di vedere Bella soffrire, in nessun modo lo potevo tollerare.
«Alice, smettila!» le ringhiai acido
«Lo sai, è inutile che neghi la verità, lei sta soffrendo, lo vedo chiaramente, e tu ti trascini avanti come uno zombie. Smettila di crogiolarti nel tuo dolore. Lo sai anche tu che non potrai continuare per molto, che il dolore ti condurrà alla pazzia se non torni da lei.»
«Alice, non capisci? Me ne sono andato, ho rinunciato a lei perché possa vivere una vita normale, una vita tranquilla»
“Tsé, una vita tranquilla lei che attira castrofi?”pensò scettica, ma io non mi feci fermare e proseguii «Non posso tornare, le ho promesso che non mi avrebbe mai più rivisto, che non avrei più interferito con la sua vita. L’ho promesso a lei e giurato a me stesso. Non la metterò mai più in pericolo.»
«Sai che anche se non sarai tu a metterla in pericolo ci sarà sempre qualcos’altro. Quella ragazza attira disgrazie, ricordatelo. E poi chi ti dice che proprio per il dolore perché tu l’hai lasciata non decida lei stessa di farsi del male? Chi te lo assicura, è fragile e umana, non serve per forza una calamità naturale o una forza sovrannaturale perché le succeda qualcosa di brutto….»
Scacciai veloce l’immagine di Bella fredda e immobile, la mia mente e il mio cuore non potevano sopportare neanche l’immagine o la fantasia di lei morta, se le fosse successo qualcosa in qualche modo, in qualsiasi modo l’avrei seguita. Mi aggrappai all’unica speranza che avevo: la sua promessa.
«Non lo farà. Me l’ha promesso. Le ho fatto giurare che qualunque cosa accada non farà nulla di stupido e non si metterà in pericolo»
«Edward, ti prego, come puoi affidarti a una promessa del genere… - la voce di Alice ora era acuta, se avesse potuto avrebbe cominciato a piangere – come puoi credere che lei la rispetterà. Hai visto anche tu quanto soffre. Come puoi credere che Bella riesca in qualche modo a dimenticarti, a lasciarsi alle spalle la vostra storia, il tempo che avete trascorso assieme. Edward non è una umana qualsiasi. Non lo hai capito? Lei aveva scelto te come destino per la sua vita. Aveva SCELTO, capisci Edward? Io l’ho visto chiaro nelle mie visioni sempre di più. Nel suo futuro si vedeva come una di noi per questo non supererà mai il vostro distacco. E sai anche tu che non si dimenticherà mai di te. È umana, e non sarà una stupida promessa fatta a te a impedirle di farsi del male o togliersi la vita se è quello che ha deciso.»
«E che cosa dovrei fare io? Dimmi Alice. Cosa dovrei fare? Tornare da lei. Dire quanto in realtà la amo? Che l’ho ferita solo per il suo bene? Che tutte le cose orribili che le ho dette in realtà non le penso neanche lontanamente? Come credi che potrebbe riprendermi al suo fianco… come puoi credere che lei mi ami ancora? È umana, lo hai detto tu stessa, e per questo so che riuscirà a passare oltre, soffrirà certo, passerà momenti di buio ma lei ritroverà un nuovo sole nella sua vita, qualcuno che sia più giusto per lei. Qualcuno che non la metta in pericolo con la sua sola esistenza, qualcuno…»
«Edward, lo sai che ti stai sbagliando. Non credi nemmeno tu in quello che dici. Sai quanto ti ama. Lo hai visto. Sai che sarebbe pronta a tutto pur di stare con te, anche a rischiare la sua vita, e te lo ha già dimostrato.» la sua logica non aveva falle, ma non potevo darle ragione, sarebbe stato ammettere che la mia era una battaglia persa in partenza, per questo abbassai il viso…ma Alice me lo prese tra le mani, portandomi a guardarla negli occhi.
«Ti prego torna da lei. Dille quanto l’ami. Dille che senza di lei neanche tu puoi vivere. Che sei disposto a sopportare le pene dell’inferno, e credimi capisco la tua sofferenza per resistere all’impulso del mostro che è in noi, pur di stare con lei.»
«Non posso, non la metterò mai più in pericolo. Non correrò più il rischio di ucciderla con le mie stesse mani. Non me lo perdonerei mai.»
Sapevo che i sentimenti di Alice erano sinceri, sapevo che soffriva per me in modo profondo, ma lei sapeva che in quel momento non avrei ceduto. Per questo non insistette oltre. Mi mostrò invece la stessa visione di prima. Ora era nitida. Mostrava me che correvo nella foresta, seguivo un odore, ma non potevo sapere quale. Sapevo cosa dovevo fare. Avevo già inflitto agli altri abbastanza dolore con la mia muta e luttuosa presenza. Avrei aspettato la notte e radunate poche cose me ne sarei andato.
«Te ne vai.» disse Alice ancor più addolorata mano a mano che la visione diventava più chiara, delineandosi nella sua mente e nel futuro.
«Sì. Alice, ti prego dillo tu agli altri, ma solo dopo che sarò partito. Un altro addio non lo sopporterei.» si limitò ad annuire e ad abbracciarmi.
«Lo sai che te ne pentirai per il resto della tua vita?» sussurrò al mio orecchio, un ultimo tentativo di persuadermi a tornare a Forks.
«Lo so. Ma non mi perdonerei mai se le succedesse qualcosa per colpa mia. Non posso. La amo più di me stesso.» Mi strinse ancora più forte. Senza dire più nulla. Quello era il suo addio. La sua più grande dimostrazione di affetto.
Attesi che il crepuscolo scendesse poi silenzioso entrai nella mia stanza e raccolsi poche cose in uno zaino capiente da trekking, presi il cellulare e ancor più silenzioso mi allontanai dalla casa di Tanya. Non avevo intenzione di tornare, non per il momento. Non volevo causare ulteriore dolore alla mia famiglia, per questo lasciavo anche loro.
«Sono pronto per la mia vita solitaria» mi dissi avviandomi verso il folto del bosco.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Twilight / Vai alla pagina dell'autore: valina_babi